TRIAGE – CAPITOLO 26

Loop 11 – Offro io

«Tol… Tol.» La mia voce tremò non appena iniziò il dolore. «Ba… basta così, fa male…»

«Non ho ancora finito.» disse Tol con tono monotono. Guardai il suo viso sopra di me con occhi timorosi.

«Ma… io… ahi.» Non appena iniziò a muoversi, gridai. «Non ce la faccio più.»

«Cosa? Così grande e grosso, ma sei un piagnucolone.» Anche se con tono serio, sembrava che Tol si stesse divertendo a fare ciò che stava facendo. «Hai bisogno del gel?»

Stavo tremando leggermente. «Beh, sì, per favore.»

«Perché sei così rigido?» Tol allungò la mano per prendere il tubetto di gel e lo strinse nella sua mano prima di spalmare il gel antinfiammatorio per alleviare il dolore al mio polpaccio destro, poi strinse e massaggiò il muscolo. Afferrata la mia caviglia, stese la gamba per far passare il crampo. Urlai di nuovo dal dolore mentre Tol lo faceva: «È normale. Anche mio padre fa così.»

Sì, stavo soffrendo per un crampo al polpaccio destro, cosa che non mi era mai capitata nei loop precedenti. Forse era perché avevo camminato troppo velocemente durante il mio turno per poter visitare tutti i pazienti in fretta in modo da non dover perdere tempo nel riportare le cartelle cliniche a Sing, così da poter affrettarmi a riprendere Tol al condominio. Il risentimento al polpaccio era iniziato mentre ero ancora alla guida, ma si trattava solo di crampi.

«Quanti anni a chi? Sono ancora nei miei vent’anni, sai?»

«Ventinove, non vent’anni.» Tol mi tenne fermo crudelmente, stirando di nuovo il polpaccio finché quasi non mi lasciai cadere a letto.

«Tol…» Chiamai il suo nome con una voce che implorava pietà.

«Adesso dovrebbe andare bene.» Tol mi lasciò andare la gamba e scese dal letto. La sua faccia sembrava normale, ma potevo intravedere l’espressione di soddisfazione. Il mio ragazzo, ho mai fatto qualcosa per far arrabbiare il mio ragazzo? 

«Per riassumere, stasera seguiremo il piano di cui abbiamo discusso, giusto? Così posso chiamare Mai.»

Annuii: «Sì, proprio come abbiamo discusso. Per Hart, potremmo non essere in grado di occuparcene oggi. Ma dobbiamo sicuramente tenere lontano Nong Mai da Hart. Chiamala ora, così passeremo a prenderla e andremo a mangiare e noi tre staremo insieme fino alla fine dell’ora x.»

«Ok.» Tol prese immediatamente il telefono per chiamare Mai.

Rimasi sdraiato a fissare Tol con un’espressione seria sul viso. Lui voleva superare quella notte e non voleva che qualcuno si facesse male di nuovo.

Grazie per tutto ciò che c’è di divino in questo mondo, che ha reso possibile tutto questo e ha dato a Tol la possibilità di salvarmi. Chiederò a Tol di andare di nuovo insieme al tempio e ringraziare. Quel posto sarebbe perfetto per fare una proposta seria. Come ci vestiremo per la cerimonia? Un abito normale o uno smoking bianco? Di certo Tol non indosserebbe mai un abito da sposa pomposo, ma se solo acconsentisse, sarebbe così carino! O dovremmo vestirci in stile tailandese, con il tipico costume da Ratchapatan; neanche questo sembra male.

«Allora io e P’Tin verremo a prenderti… Ok… Ci vediamo.» Vedendo che Tol aveva riattaccato, mi affrettai a porre fine alla mia immaginazione. «Mai è a casa. Guido io.»

Ricominciai a temere per la mia morte. «Guido io, tu dimmi solo la strada.»

Tol andò a prendere le chiavi della mia macchina che erano appoggiate sul tavolino e se le mise in tasca, si voltò a guardarmi con calma e alzò un po’ le sopracciglia come per dirmi ‘Osi persino dirlo? 

«Ce la fai a camminare? Vogliamo andare?»

La cosa brutta di avere un ragazzo era la sua fermezza. Tol era carino, ma solo a volte. Una volta in piedi, feci forza sulle mie caviglie per stendere i muscoli delle gambe. Tol forse non voleva che guidassi per quello. Va bene, fai come ti pare. Sono d’accordo con tutto.

**********

Tol ed io andammo a prendere Mai a casa sua, nel villaggio vicino casa di Tol. Osservando l’aspetto della sua casa, si poteva dire che lei era una persona ricca. Mai non aveva alcun bisogno di scegliere qualcuno per soldi. Dal principio mi sentivo indisposto nei suoi confronti, ma in quel loop il mio atteggiamento verso di lei era cambiato; non era più una mia concorrente. Era solo una povera ragazza che non riusciva a mandare via uno psicopatico dalla sua vita.

Decisi di sedermi dietro, in modo che Mai potesse sedersi accanto a Tol per metterla più a suo agio. 

«Salve, dottore.» Mai si voltò per salutarmi. 

Notai che mi guardava in modo strano, come se fossi un mostro, e ciò mi riportò alla mente di quando avevo annunciato che avrei flirtato con lei davanti a Tol, cosa che era accaduta prima che andassi a dormire a casa di Tol. Mai doveva aver pensato che fossi un cattivo ragazzo.

Mai si voltò per chiedere a Tol: «Dove andiamo a mangiare?»

«Chiedi a quell’altra persona.» disse Tol mentre cambiava marcia per immettersi sulla strada. Mai si voltò a guardarmi.

«Pensavo al buffet di carne in un posto al centro commerciale, poi potremmo guardare guardare un film.» dissi con un sorriso. Quello era il mio piano, riunire le persone in pericolo di vita in un luogo sicuro e rimanervi finché l’ora fatale non fosse passata. La proiezione era verso le 20 e sarebbe finita a tarda serata. Tutti e tre saremmo rimasti al sicuro.

«Uhm.» Mai sembrava esitante. Era una bella ragazza. Forse non le piacevano molto i buffet.

«Andiamo.» mi aiutò Tol. «P’Tin pagherà per tutto.»

Aspetta, cosa? Io e Tol non avevamo discusso sul fatto che sarei stato io a pagare, ma essendo il più grande e avendo un lavoro, strinsi i denti e dissi: «Sì, offro io.»

Vidi di soppiatto un sorriso all’angolo della bocca di Tol. Mi aveva preso in giro di proposito. Sapevo che Tol era un diavolo, ma il forcone del diavolo era venuto fuori appena dopo un appuntamento.

«Per quale occasione?» mi chiese Mai con un’espressione perplessa. Notai appena che c’era un livido sulla sua guancia sinistra, anche se la ragazza aveva tentato di coprirlo con il fondotinta.

«Per…» Cosa? «Presto sarà il mio compleanno.» 

In realtà, il mio compleanno era tra 6 mesi, ma qualunque cosa andava bene. Vidi Tol alzare un po’ le sopracciglia, come se stesse chiedendo se fosse vero. «Non devi essere confusa, volevo solo scusarmi con te per quel giorno. Sono stato rude.»

«Va bene, ho incontrato molte persone strane, tu non sei niente a confronto.» disse Mai come se cercasse di non essere troppo seria.

«Probabilmente non c’è nessuno strano quanto il tuo ex.» aggiunse Tol in tono monotono. Mai si voltò bruscamente a guardarlo.

«Dobbiamo smetterla di parlarne adesso. Ti ho detto di aver esposto una denuncia. Non c’è bisogno di preoccuparsi.»

«Come posso non essere preoccupato? Se non ti porto fuori oggi, stanotte succederà sicuramente qualcosa.» Continuò Tol. Ed ecco che Tol irrompeva senza curarsi di aver accidentalmente detto informazioni che Mai potrebbe non capire.

«Cosa intendi?» chiese Mai.

«Significa che verrai trascinata da Hart e ti accadrà qualcosa.»

«Ehm.» Mi affrettai a mettermi in mezzo perché sapevo che avrebbero potuto continuare e discutere a lungo. Allungai una mano e mostrai loro il telefono per fargli vedere lo schermo mentre con l’altra mano cominciai a massaggiare il collo di Tol per ridurre la sua tensione. 

«Questo ristorante ha una promozione per il sashimi di salmone gratis, andiamo?» Mai e Tol non dissero altro. Mi voltai per parlare con Tol: «Calmati.»

«Per favore, parla con il tuo ragazzo e fagli capire che dovrebbe dire qualcosa che abbia senso.» Mai incrociò le braccia al petto. Tol e io ci voltammo a guardare Mai contemporaneamente. Gli afferrai velocemente il viso e lo girai in modo che guardasse la strada.

«Lo sapevi?!» urlai.

«Mia sorella è un’infermiera di pediatria, mi ha detto che aveva notizie di Tol che usciva con un medico del pronto soccorso. Non c’è nessun altro oltre a te.» Mai guardò Tol con rabbia. «Sono arrabbiata con te perché non me ne hai parlato.»

«Nemmeno tu mi hai detto chi è il tuo ex ragazzo.» ribatté Tol senza arrendersi.

«Ragazzi! So che avete fame, quindi pensate al sashimi!» Eh, non sapevo più cosa fare. Non mi sarei meravigliato se quei due avessero iniziato a litigare dal loro primo giorno insieme. Finalmente Tol e Mai smisero di discutere, cosa che mi fece tirare un sospiro di sollievo.

**********

Alla fine, ci sedemmo, a pace fatta, in uno dei ristoranti a buffet alla griglia del centro commerciale. Mentre camminavamo dal parcheggio al ristorante, Mai si era semore tenuta a distanza da me e da Tol. Mai fingeva di camminare intenta a osservare le cose intorno a lei, ma io sapevo che in realtà stava osservando me e Tol e come interagissimo tra noi. Il massimo che feci fu toccargli appena la schiena per indurlo a camminare a fianco a me.

Presi un bicchiere e iniziai a versare dell’acqua per l’unica signora seduta al tavolo. Quanto a Tol, lasciai che si servisse da solo. Ero seduto accanto a Tol, intento a mettere la carne sulla griglia. «Mai, puoi ordinare delle verdure, le mangerò anch’io.»

«Non per me.» disse Tol, che era così concentrato a grigliare la carne.

«I bambini che non mangiano verdure vanno incontro a carenza di vitamine, osteoporosi e carie.» Avvicinai il viso all’orecchio di Tol, seguito dal suo gomito che si piantò dritto nel mio fianco, causandomi non poco dolore.

Mai mi guardò senza batter ciglio. «Posso chiederti come siete diventati una coppia?»

Mi voltai a guardare Tol, a cui sembrava non importare della domanda dell’amica. 

Immagino che tu abbia lasciato la risposta a me, giusto? 

«Beh, Tol ed io… Ci conosciamo da quando eravamo bambini e abbiamo avuto la possibilità di incontrarci di nuovo dopo anni. All’inizio non mi ricordavo di lui, ma quando ho poi scoperto che era quel bambino per cui provavo un dolce sentimento, ho deciso di provarci con lui.» 

Tol sembrava essere troppo concentrato sulla carne. Sorrisi leggermente: «Abbiamo passato molte cose insieme, ma ci sono stati momenti che ci hanno dato la prova di essere fatti l’uno per l’altro, nessuno dei due può perdere l’altro.»

Tol per poco non si soffocò con il fumo della griglia. Si voltò verso di me e chiuse rapidamente gli occhi per guardare la griglia. «Patetico.» disse sottovoce Tol.

«So che è difficile da accettare perché siamo entrambi uomini e nessuno di noi due ha mai avuto alcuna esperienza con un uomo prima.» Mi girai e sorrisi a Mai. «Ma sono sicuro che sarò in grado di dargli quel qualcosa che Tol non ha mai ricevuto da nessuno prima d’ora. Il nostro è vero amore. Tol potrebbe aver avuto delle relazioni che non sono durate a lungo, al punto da farti temere per la sua immagine, ma ora non dovrai più preoccuparti.»

«Beh, in realtà, ora sono più preoccupata di prima.» Mai si accigliò. «Tol è sempre uscito con sole donne. Se si venisse a sapere che ora sta uscendo con un uomo, sarebbe un grosso problema.»

«Io e P’Tin ne abbiamo già parlato, sa che non mi importa. Posso fare quello che voglio.» Tol prese la carne cotta e me la mise nel piatto. «E non devi preoccuparti per me, pensa prima a te stessa.»

Tol era qualcuno a cui non importava davvero dell’umore di nessuno. Mi aveva detto che per lui era importante solo ciò che lui voleva, e quella sera pensai che fosse vero. Al momento gli importava di tenere Mai lontana da Hart, non di come si sentisse lei. Non mi sorprendeva che fino ad allora le sue relazioni fossero state tutte di breve durata. Decisi di dare un taglio a quella conversazione. «Nong Mai, vado un attimo in bagno.»

«Eh?» Tol emise un gridolino di sorpresa quando a sua insaputa lo afferrai per un braccio, costringendolo ad alzarsi. Una volta fuori dal ristorante, Tol mi chiese in tono confuso: «Qual è il problema?»

Non risposi, anzi, lo trascinai nel bagno lì vicino. Volevo parlargli in un posto tranquillo, non così affollato come il locale. Ma mentre entravamo, vidi cinque uomini in piedi vicino al lavandino. Così, lo spinsi dentro una cabina e mi infilai anch’io dentro, chiudendo a chiave la porta.

Alzai entrambe le mani e coprii entrambe le sue guance. Il sordo suono di uno schiocco lo fece trasalire. Tol mi guardò con un’espressione scioccata. 

«Tol, so che vuoi che io sia al sicuro, ma prima non possiamo far andare via Mai, ok? Dobbiamo mantenere un’atmosfera serena così potrò essere in grado di aiutarti, ma se invece esageriamo, forse Mai non sopporterà il tuo sarcasmo ancora a lungo.»

Tol rimase in silenzio prima di abbassare lo sguardo come se si fosse reso conto di quello che aveva fatto. «Scusa.»

«Non ce l’ho con te. Anche se sei così, io posso accettarlo. Ma ti chiedo una cosa, puoi stare attento ai sentimenti di Mai solo per oggi? Lascia che passi questa notte. Restano solo poche ore. Puoi farlo per me?» Tol annuì leggermente. Alzai le mani dalle sue guance quando vidi che sembrava più calmo. Anche se era un po’ irascibile, almeno Tol era un ragazzo a cui era facile insegnare e che capiva in fretta le cose. «Va bene, allora torniamo dentro.»

Aprii la porta del bagno e uscii con Tol, superando gli utenti del gabinetto che ci guardavano straniti. Sapevo che era strano vedere due uomini uscire dallo stesso gabinetto, ma non avevamo fatto nulla di improprio in pubblico, l’avevo solo trascinato lì per calmarlo.

Rientrammo nel ristorante, dove nel frattempo si erano formate due file per avere un tavolo. Raggiunto il nostro tavolo, scoprii che il posto di Mai era vuoto. Mi guardai intorno nel ristorante nel caso in cui Mai si fosse alzata per prendere qualcosa, ma non la trovai. Tol, che mi seguiva, imprecò sottovoce e andò a chiedere alla cameriera che stava all’entrata del ristorante. Lo seguii per ascoltare la risposta.

«La ragazza è uscita proprio ora. Mi ha detto che qualcuno sarebbe tornato a mangiare.» La cameriera rispose in tono simpatico, ma le sue parole mi fecero venire la pelle d’oca su tutto il corpo. Io e Tol ci voltammo a guardarci. Sapevo che anche Tol si sentiva come me.

«Chiamala! Chiamala ora!» gridai. 

Merda, stupido Tin. Mancano tre ore e ti sei lasciato sfuggire Nong Mai.

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