TRIAGE – CAPITOLO 24

Loop 11 – Tocco

«Nong Aim.» Andai da un’infermiera che era in piedi per controllare la vista di un paziente i cui occhi erano stati colpiti da frammenti di pietra. «Puoi controllare anche la mia vista, per favore?»

Aim si voltò a guardarmi con aria seccata mentre il paziente leggeva i numeri dall’alto verso il basso. «Cosa c’è che non va, dottor Tin?»

«Non sono sicuro di cosa ci sia che non va in me, ma ovunque guardo… tutto quello che vedo è rosa.»

Aim mi lanciò con uno sguardo disgustato: «So io cosa c’è che non va in te, sei impazzito. Va via, sto cercando di lavorare.»

«Quando hai un nuovo fidanzato, non vedi tutto come lo vedo io?»

«No, dovrebbe essere il mio ragazzo a vedere così, ma lui vede tutto rosso invece che rosa perché gli ho dato un pugno negli occhi.» La bellissima Aim era brutale come sempre, poi spostò la benda in modo che il paziente potesse leggere i numeri dall’altro occhio.

«Beh, io vado avanti, ho paura di vedere rosso.» Mi allontanai da lei e camminai canticchiando verso il paziente che giaceva lì in attesa di una radiografia.

In quei giorni, il mio umore era lo stesso di una persona sotto l’effetto di droghe, ero colmo di felicità che quasi mi usciva dalle orecchie. Mi era stato detto molte volte che ero pazzo, ma non mi interessava. Potevano chiamarmi pazzo o in qualsiasi altro modo. Il mio ragazzo era troppo carino, tutto qui.

Ricordavo che l’ultima volta ero rimasto sorpreso per aver origliato senza volerlo la discussione tra Sing e Gap nello spogliatoio, soprattutto per il motivo della lite. Non ero sicuro se il motivo fosse Pin o l’altro ragazzo, quindi avrei origliato e ascoltato di nuovo.

Quando il pronto soccorso si svuotò, venne per me il momento di cenare. Ovviamente prima di farlo dovevo chiedere al mio ragazzo se avesse già mangiato oppure no. Presi il telefono e chiamai Tol mentre andavo nella stanza relax per prepararmi una porzione di noodles istantanei.

«Pronto?» rispose Tol. Sorrisi ampiamente, poiché anche adesso lui rispondeva alle mie chiamate con una sola parola.

«Hai già mangiato?» chiesi.

«Sì e tu?»

«Non ancora, ho appena finito di controllare i pazienti.» Alzai lo sguardo e vidi che erano già le nove passate.

«Sono già le 21:00.» Tol alzò un po’ la voce: «Cosa vuoi mangiare? Te lo porto io.»

«No, non devi. Mangerò dei noodles, sono veloci da fare.» risi.  «Sei nella mia stanza?»

«Sì.» rispose Tol. «Il tuo gatto fa paura.»

«Zebra presto sarà così adorabile con te dopo che ti avrà visto spesso, è una buona idea conoscersi meglio. Puoi rilassarti. Non morde.» Camminai verso la porta della stanza dei residenti e allungai la mano per aprire la porta.

«Oh, P’Tin, riguardo all’ex di Mai di nome Hart. Ho trovato la sua pagina Facebook. Non dimenticare che dobbiamo parlarne.»

«Ok, aspetta che io torni, ma forse sarà troppo tardi? Perchè invece non vai a dormire, possiamo parlarne domani.»

«Allora dormirò nel tuo letto.»

Mantenevo il telefono sulla spalla mentre mi chinavo per prendere i noodles istantanei dallo scaffale. «Si certo che ci puoi dormire.»

«Ok.» rispose Tol

«Non hai paura che io faccia qualcosa?» chiesi con un sorriso.

«Se lo farai, lo dirò alla mamma.» poi Tol riattaccò. 

Scoppiai a ridere e misi il telefono in tasca. Il mio ragazzo era così dannatamente carino. Si poteva dire che ero ossessionato da lui, ma in quel momento volevo solo tornare a casa, vederlo e abbracciarlo fino a quando non ne sarei stato soddisfatto. Ad essere onesto, avevo pensato di fare qualcosa con Tol… Beh, dopotutto era normale e istintivo per un uomo pensare di tanto in tanto a certe cose da fare con il proprio partner. Ma avevo promesso a me stesso che non avrei forzato Tol se non avesse voluto. Avevo anche bisogno di tempo per fare qualche ricerca. Con lui sarebbe stato del tutto diverso rispetto a quanto avevo provato con le donne. Dovevo tenere lontani certi pensieri. Il solo fatto che Tol volesse dormire con me, nel mio letto, era un bonus.

Mentre ero impegnato a prendere i noodles istantanei dallo scaffale, sentii la porta dello spogliatoio sbattere forte, così mi voltai a guardare. 

Devono essere Sing e Gap.

«Davvero! Sei serio, Hia?»

«Diavolo sì.»

«Perché devi rubare le cose degli altri?!»

«Da quando Nong Pin è tua?»

«Hia!»

«Non hai alcun diritto di impedirmi di flirtare con Pin perché non è ancora la tua ragazza. Lascia che sia lei a decidere.»

«Hia, ma sono arrivato prima io!»

«Cose come chi arriva prima o dopo non sono importanti.»

Sentii il rumore di un colpo e subito dopo la porta dello spogliatoio venne spalancata. Gap uscì con un’espressione frustrata che poi si trasformò in shock quando mi vide, in piedi con in mano una ciotola di noodles. Gap evitò il mio sguardo e lasciò la stanza dei residenti, seguito da Sing, che mise le mani in tasca mentre guardava il giovane con un sorriso estremamente soddisfatto di qualcosa.

Oh, ora ricordo. Hanno davvero discusso a causa di Pin, ma non è questo il punto. La cosa spaventosa riguarda il vero scopo di Sing. Sembra amare torturare le persone, specialmente Gap.

«Non stuzzicarlo.» dissi serio. Sing si voltò a guardarmi.

«Non sto stuzzicando lui, ma Pin.»

«Sing, davvero.» sbattei il fondo la ciotola di noodles istantanei sul tavolo con un’aria terrificante. «Provi qualcosa per Gap o cosa? Perché ti sei comportato così?»

Sing si voltò a guardarmi con un sorriso e disse: «Non so nemmeno io perché l’ho fatto.»

«Dannazione, cosa ca…» Stavo per continuare e non in modo gentile quando il mio ragazzo mi chiamò. Lanciai uno  sguardo duro a Sing prima di accettare la chiamata: «Prooonto?»

«Ti ho comprato del cibo al Seven-Eleven. Te lo sto portando. Aspetta cinque minuti.»

«Cosa, stai venendo?» chiesi preoccupato. «È troppo tardi. Non devi venire.»

«Non è ancora così tardi, non sono ancora le 22:00. Posso andare in moto per qualche minuto.»

Anche se ne ero felice, mi dispiaceva che Tol dovesse guidare di sera tardi, ma visto che il mio appartamento non era così lontano dall’ospedale, speravo solo che non accadesse nulla. «Guida con prudenza.»

«va bene. Del riso fritto al basilico e dell’acqua possono bastare? Vuoi altro?»

«No, grazie.»

«Ok, aspetta un minuto.» poi Tol riattaccò.

Misi il telefono in tasca e sorrisi, poi mi chinai per posare di nuovo i noodles sullo scaffale. Tol era una persona molto premurosa. Anche se si era comportato sempre in modo freddo con me, da quando ero stato pugnalato a morte davanti ai suoi occhi, si prendeva molto di più cura di me. Ero talmente felice di questo che mi sembrava di camminare sulle nuvole.

Sing mi si avvicinò: «Chi… Non me lo dire…» Mi comportai come se non sapessi niente e mi diressi verso la porta. Sing mi seguì e gridò: «Tin, bastardo, hai una ragazza? Chi? Quale ragazza? Dimmelo adesso.»

«Non te lo dirò o verrai a rubarlo.» Andai dritto dal paziente che stava aspettando i risultati del sangue.

«Tin!» Sing mi indicò. «Il dottor Tin ha una ragazza e non vuole dirmelo.» gridò Sing annunciandolo davanti al bancone degli infermieri. Le infermiere si voltarono a guardarmi, compresa Aim, che sembrava aver appena capito qualcosa.

«Oh, vede tutto in rosa, eh dottor Tin?» Aim mi passò accanto mentre portava una bottiglia di soluzione salina. «Non dimenticare di presentarcelo.»

Non volevo di certo portare Tol e presentarlo, ma dieci minuti dopo lui si era presentato da solo al pronto soccorso con un sacchetto di riso in mano. Guardai Tol che indossava una comoda maglietta e pantaloncini. Il mio ragazzo rimase immobile, aspettando sull’uscio della porta come se mi stesse dicendo di andare a prenderlo. Posai la cartella sul tavolo e mi avvicinai a lui.

«Ecco, prendi.» Tol mi porse la borsa, così la aprii. L’odore del cibo riscaldato al microonde era così buono.

«Grazie, ora ho fame.» afferrai la mano di Tol e la strinsi leggermente. «La prossima volta, non devi venire di notte.»

Tol si accigliò e mi guardò: «Solo facendo questo non morirò.»

«Sei così testardo. Dovrei colpirti?»

«Tu colpisci pure, io calcio. Vuoi provare?» Tol ribattè immediatamente. Quel ragazzo minacciava costantemente di diventare fisico. Sospirai spaventato e alzai le mani in segno di resa.

«Niente colpi, niente calci, parliamo soltanto, ok?»

Tol annuì. «Vado. Devo elaborare un piano per l’ex di Mai. Se mi viene in mente qualcosa, te lo dirò.»

«Va bene, torna a casa sano e salvo. Se hai sete, ricorda che c’è il filtro per l’acqua.»

Tol si voltò e alzò la mano come per dire che lo sapeva e attraversò la porta automatica uscendo dal pronto soccorso. Mi voltai e assistetti a uno strano spettacolo visto il modo in cui infermieri e altri medici più giovani avevano smesso di lavorare per fissarmi.

Sorrisi a tutti, alzai la busta contenente il riso e andai dritto nella stanza senza parlare.

**********

Tornai nel mio appartamento verso mezzanotte. Aperta la porta di camera trovai Tol che dormiva con le luci accese. Zebra camminò verso di me guardandomi come a chiedere con una smorfia chi fosse quel tizio nel letto. Presi il mio gatto e mi avvicinai per posare la mia borsa sulla sedia. Baciai Zebra sul muso una volta e lo posai a terra. Mi dispiace Zebra, dovrai condividere il mio amore con lo sconosciuto nel letto. Non essere arrabbiato.

Dopo aver fatto la doccia e cambiato i vestiti, spensi la luce e mi sdraiai entrando piano nel letto. Normalmente mi sdraiavo senza essere premuroso verso nessuno, ma quella volta dovevo sdraiarmi il più silenziosamente possibile in modo che Tol non si svegliasse. Coprii Tol con una coperta fino alle spalle, guardandolo dormire davanti a me. Se lo avessi baciato di nascosto in quel momento, si sarebbe arrabbiato? Poi ricordai il giorno in cui avevo adottato Zebra, avevo guadagnato tre segni di artigli sulla guancia dopo aver provato a baciarlo, quindi rinunciai alla cosa.

Allungai la mano per giocare con alcune ciocche di capelli sulla sua fronte, non sapendo che l’atto era un campanello d’allarme per svegliarlo. «S… scusa, torna a dormire.» Mi scusai subito per averlo svegliato.

Tol si contrasse leggermente e chiuse di nuovo gli occhi.

«Il cibo era delizioso?» chiese Tol con gli occhi chiusi.

«Il gusto era normale, ma era più delizioso perché l’hai portato tu.» dissi con un sorriso. 

Tol aprì gli occhi per guardarmi. «Perché continui a fare battute stupide come queste?»

Il mio sorriso svanì lentamente, forse dovevo farlo sentire in colpa. «Se… se non ti piace, posso smettere.»

«Sto dicendo… non devi flirtare, solo non morire.» La mano di Tol si spostò sul mio petto come per controllare se stessi respirando. «Resta con me, non morire…mi basta questo.»

Nong, non farlo. non ce la faccio più. Spostai la mano per sostenere il suo viso, fissandolo profondamente negli occhi. Anche se era buio, la luce fuori dalla finestra mi permise di vedere lo sguardo negli occhi di Tol. Il suo viso e il mio si avvicinarono lentamente e il mio cuore iniziò a battere forte quando chiusi gli occhi. Non mi aspettavo che Tol fosse pronto così in fretta. Forse era perché lo stesso Tol aveva avuto molte donne. Il mio bacio non sarebbe stato sicuramente il suo primo. Probabilmente Tol sapeva  che il contatto fisico era necessario per mantenere una relazione. Ero così felice che Tol non stesse rifiutando.

Le mie labbra stavano per toccare il labbro inferiore di Tol quando una zampa di Zebra non si posò proprio sul mio viso.

Tol aprì gli occhi e afferrò in fretta il cuscino per coprirsi il viso e mi voltò le spalle lasciandomi lì, a giacere sveglio con un gatto che mi calpestava il petto.

Questo maledetto gatto! Gatto geloso! Domani farò una zuppa piccante a base di gatto. Aspetta e vedrai!

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