KINNPORSCHE – SPECIALE PORSCHÉ

AVVISO: Questo capitolo nella versione originale Thai non c’era, è stato aggiunto di seguito nella versione inglese tradotta da Bible. 

«Vai e dimettiti subito. Non so se il tuo lavoro ha qualcosa a che fare con questo, ma non lo sopporterò più. Non sei mai felice ogni volta che torni a casa. E se non sei ferito quando torni, sei triste…» Avevo pensato a quello che avevo detto con attenzione e avevo capito che era realmente come mi sentivo.

Mio fratello non era mai stato felice. L’ultima volta che era tornato a casa, le sue condizioni sembravano molto peggiori di prima. Il fratello che conoscevo non temeva nessuno, era sicuro di sé ed era così figo. Ma quella persona era scomparsa non appena aveva messo piede per lavorare in quella casa.

«Parcheggia qui, per favore.» Dissi al tassista di parcheggiare davanti al grande cancello del palazzo.

Sembrava così lussuoso che avevo esultato mentalemente, Wow! Incredibile!. Ma come pensavo, mio ​​fratello che andava a lavorare per la mafia era qualcosa di così fuori dall’ordinario. Era stato assunto per dover essere una guardia del corpo per prendersi cura di quella persona chiamata ‘Kinn’ che aveva fatto irruzione in casa mia. Quel ragazzo sembrava pazzo di potere. Mio fratello probabilmente aveva così tanto stress dal lavoro, era così sotto pressione da non essere più lo stesso.

Avevo pagato il tassista ed ero sceso dalla macchina. Fissai il grande cancello del palazzo e presi un respiro profondo.

Non sopportavo più di vedere mio fratello in quelle condizioni. Qualunque cosa fosse accaduta andava bene. Se dovevo morire, sarei morto. Ero il fratello minore di Porsche, non avevo paura di niente. Era solo la mafia, sarei entrato e avrei negoziato con loro perché non ero disposto a perdere mio fratello maggiore. Eravamo rimasti solo noi due. 

Se ti succedesse qualcosa… cosa dovrei fare? 

Non avrei mai aspettato che arrivasse quel giorno! Premetti rapidamente il campanello mentre stavo lì a picchiettare con il mio piede, sembravo piuttosto figo in quel momento.

Ehi! Sei solo la mafia, non pensare di poter venire qui a fare il prepotente, altrimenti ti denuncio alla polizia. 

Ci volle così tanto tempo prima che qualcuno venisse ad aprire la porta. Continuavo a premere il campanello. Ti sarai chiesto come ho fatto ad arrivare lì. In realtà lo sapevo perché avevo seguito segretamente mio fratello. All’inizio non avrei mai pensato di fare qualcosa di così ridicolo per intralciare il lavoro di mio fratello perché avrebbe finito per farmi sembrare ancora più infantile. Ero molto più maturo di quanto pensasse Porsche e oggi gli avrei dimostrato che potevo proteggerlo dalla mafia! 

Non credo tu conosca abbastanza bene Porsche. Sono Porsché Patchya, il fratello minore di Porsche. Forse non mi conosci, ma è meglio che preghi di non conoscermi. Eheh. 

Ughhhhh!!!! La casa era così grande, premetti il campanello così tante volte che il mio dito cominciò a farmi male. Non si stavano chiedendo chi stava suonando il campanello così tante volte? Se fossi stato io, sarei uscito fuori a urlare.

Mentre stavo aspettando fuori esprimendo la mia frustrazione, un’auto di lusso si fermò con la freccia e iniziò a svoltare nel palazzo. Il grande cancello si aprì lentamente, guardai cosa stava succedendo davanti a me prima di prendere la mia decisione.

«Fermo!» Chiusi gli occhi, allargai le braccia e saltai velocemente davanti all’auto che stava svoltando.

Il clacson venne premuto per così tanto tempo che mi fece coprire le orecchie.

Perché diavolo suonano il clacson da così tanto tempo?

Sentii dei movimenti sia davanti che dietro di me. Tutto era successo così in fretta che i miei occhi si erano spalancati e tutto ciò che il mio istinto mi aveva detto di fare era stato alzare entrambe le mani sopra la testa..

«Cosa sta succedendo qui?» Un gruppo di uomini vestiti di nero scese dall’auto e un altro gruppo era uscito dalla villa puntando le pistole su di me.

Loro… Loro… avevano delle pistole! Sì pistole! Nonostante il mio cuore stesse tremando di paura, la mia bocca diceva che non avevo paura, ma in quel momento le mie gambe erano così deboli che stavo per crollare… 

Fratello! Vieni ad aiutarmi!

«Ragazzi siete impazziti?» Una voce dall’auto si ruppe, mentre la mia mente si stava oscurando, le mie orecchie diventavano sorde e cominciavo a sentirmi stordito come se stessi per svenire.

Tutto si fermò non appena la persona parlò. C’era un potere dietro le sue parole che mi dava i brividi. Tutte le pistole furono immediatamente abbassati.

«Questo è uno studente delle superiori, la prossima volta che fate qualcosa usate la testa.» Il suono della portiera della macchina si aprì seguito da una voce fredda e agghiacciante. Mi fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo. Cercai di calmarmi e di tornare in me. Presi la mia uniforme scolastica e mi diedi una pacca assicurandomi di essere ancora vivo.

«Ragazzo, non hai paura di morire? Perché dovresti intralciare una macchina del genere?» 

Guardai la persona che stava parlando, era alto e stava in piedi con un’aura di potere che aleggiava intorno a lui. Ero sia spaventato che felice di vederlo.

«Io…» Non appena si avvicinò di fronte a me, le mie gambe e la mia bocca tremavano come se fossi al polo nord. L’uomo alto di mezza età la cui aura risuonava di potere e autorità sembrava amichevole, ma i suoi occhi mostravano che era qualcuno da rispettare.

«Allora, cosa c’è ragazzo…»

«Sei?» Cercai di calmare le mie paure e metterle via.

A giudicare dall’aspetto di questa persona, sembrava che fosse il capo di questa famiglia, ma non ne ero del tutto sicuro. Tra tutti i mafiosi che avevo incontrato, avevo incontrato solo Kinn o Kan o qualcosa del genere.

«Questo ragazzo è venuto qui e ha giocato con il campanello per molto tempo, capo.»

Ehi! Non stavo giocando con il campanello. Ho provato a premerlo per farti aprire la porta! Accidenti! Quindi, ragazzi, avete sentito e visto che lo premevo, ma non avete aperto il cancello. Dovrei darvi uno schiaffo.

Mi girai e osservai di sbieco la persona che stava parlando ma appena vidi che era armato di pistola cercai di calmare la mia aggressività. «Allora, di cosa hai bisogno, ragazzo? Hai degli affari qui?» chiese di nuovo l’uomo con tono disinvolto, facendomi meno paura.

«Io…»

«Io sono il proprietario di questa casa. Sei qui per vedere chi…» Vide che stavo ancora balbettando così aggiunse velocemente mettendosi le mani in tasca.

«Sono mio fratello… voglio dire… sono il fratello minore di Porsche.» Dissi, la mia voce mista a coraggio e paura.

Rimase fermo. La sua faccia sembrava che avesse appena sentito una notizia scioccante per una frazione di secondo prima di sorridere. «Oh, sei il fratello minore di Porsche? Non c’è da stupirsi che voi ragazzi sembriate familiari.»

«Conosce mio fratello maggiore, vero?»

«Certo, lo conosco. Sono stato io ad assumerlo personalmente.»

Non appena sentii la sua risposta, non avevo più sentito di essere in pericolo. Avevo raccolto di nuovo il mio coraggio, «Quindi è lei…» dissi, sospirando.

Quindi, potrebbe essere stato a causa di questo vecchio che aveva fatto pressioni su mio fratello al punto che si comportava in modo così strano. Sembrava qualcuno che era bravo a fare pressione sulle persone. Porsché si vendicherà di lui per suo fratello.

«Sì, vuoi entrare? Non so se Porsche è già tornata a casa.»

«Aspetti!» Dissi severamente. All’improvviso, le mie mani si erano mosse automaticamente. Avevo messo le mani sulla vita e avevo guardato il vecchio con rabbia.

Stavo per mostrargli che non ero andato lì come alleato, ma come nemico!

«Hm…» Guardò la mia reazione e sorrise.

Non ero sicuro di cosa stesse ridendo, avrebbe fatto meglio a stare attento o avrei finito per strapparti tutti i capelli bianchi!

«Sono venuto qui per negoziare.»

Alzò un sopracciglio in risposta.

«Non voglio più che mio fratello lavori qui.» Dissi nel tono più sincero e serio che potevo, ma lui non smetteva di sorridere.

«Voi due siete uguali.» L’uomo scosse la testa, ma non sembrava affatto infastidito da quello che gli avevo detto.

«Cosa intende?»

«Qual è il motivo per cui non vuoi che Porsche lavori qui?»

«Non voglio che mio fratello sia stressato e si senta sempre sotto pressione. Lei deve essere una persona avida di potere, ogni volta che mio fratello torna a casa, sembra così depresso.» Risposi, misi le mie mani sulla vita mentre iniziavo a camminare avanti e indietro davanti all’uomo senza paura dei suoi subalterni che avevano circondato l’area.

«Abbi buone maniere… Sai con chi stai parlando?» Uno dei suoi sottoposti mi avvertì.

Sembrava spaventoso quanto il vecchio, ma non era amichevole come lui. 

Non pensare che Porsché abbia paura. Ehi! Non ho paura di te!

«Allora, cosa… cosa lo rende così importante? Seriamente, lascia che le chieda, se avessi dei figli o una famiglia, li manderesti a lavorare in un posto di lavoro così pericoloso?»

È perché sono suo fratello, ecco perché non ho paura di nessuno. Anche in quel momento, nonostante il cuore battesse nel petto, ero ancora disposto a combattere con il mio spirito guerriero.

«E cosa c’è che non va in Porsche? Mi sembrava normale.» L’uomo rispose.

Se non sbagliavo il vecchio mi guardava con tenerezza. Non c’era traccia di rabbia nei suoi occhi. Era strano, se fossi stato io, sarei stato furioso facendo parte della mafia ad avere un ragazzino che veniva a parlarmi in quel modo. 

Scommetto che probabilmente aveva paura del potere che risuonava dentro di me in quel momento. 

Ero pronto a combattere per mio fratello fino in fondo. Amavo così tanto mio fratello che scommisi che quei ragazzi avevano paura dell’uomo chiamato Porsché che era in piedi di fronte a loro in quel momento. Eheh. Fai sapere loro con chi stanno scherzando!

«Normale come un fantasma!»

«Questo teppista!» L’altro uomo che sembrava il suo numero due alzò la mano e sembrava che stesse per schiaffeggiarmi in faccia. Chiusi velocemente la bocca.

«Chan, rilassati.» Il vecchio che era il numero uno lo fermò. «… Qualcosa infastidisce Porsche?»

«Dovrei essere io a chiederle cosa ha fatto a mio fratello!»

«Tuo fratello è così testardo che nemmeno io oserei dirgli niente.» Rispose, ridacchiando.

«Bugiardo! Mio fratello è così malato che deve prendere dei farmaci, è stato così stressato, è come se si fosse suicidato! Non sopporto di vedere mio fratello in quelle condizioni, e lei ha già un sacco di altre guardie del corpo. Se mio fratello smette di lavorare per lei, probabilmente non finirà per morire comunque.»

«Se non è felice o è infastidito da qualcosa, digli di venire a parlarmi… Ma ti garantisco che mi prenderò cura di Porsche come se fosse parte della famiglia.» Il vecchio si avvicinò alla sua macchina, incrociò le braccia e si appoggiò al cofano. Sembrava stanco di stare in piedi, forse era perché era vecchio. Ma la mafia non doveva stancarsi facilmente, mi mandava in confusione!

«Sta solo dicendo che lei è una mafia affamata di potere!»

«Capo entriamo. Abbiamo già perso molto tempo.» Il vecchio secondo in comando si intromise di nuovo. Sembrava che avesse già avuto un assaggio di Porsché.

«Sprecare tempo? Ho bisogno che lei mi prometta che non lascerà più lavorare mio fratello qui. Capisco che mio fratello è abile, pieno di risorse, simpatico, ha stile. Gli uomini della mia famiglia sono pieni di coraggio che farebbero paura a chiunque. So quanto desidera mio fratello, ma mi dispiace. Mi dispiace che mio fratello sia l’unico che mi appartiene, e mi prenderò cura di lui.»

Il vecchio scosse piano la testa come se avesse appena sentito qualcosa di divertente.

«… mi assicurerò di parlare con Porsche.»

«Deve promettermi che non lo lascerà più lavorare qui.»

«…Come ti chiami?» Il vecchio ignorò ciò che avevo detto prima.

«Perché lo vuole sapere?»

Mentre stavo cercando di convincere il vecchio a darmi la sua parola e lui cercava di cambiare argomento, all’improvviso una supercar di lusso si fermò e si parcheggiò dietro quella ferma. L’auto suonò il clacson.

Uh! Che diavolo stai facendo?

«…Vuoi entrare prima?» Il vecchio mi chiedeva ancora questo e quello.

«Perché dovrei entrare? Sia io che mio fratello non metteremo più piede in questa casa.»

«Papà! C’è qualcosa che non va?» Si sentì un’altra voce misteriosa che fece girare tutti nella stessa direzione. Non appena mi girai per vedere chi stava parlando capii…

«Kim, sei tornato figliolo?»

Figliolo? Figliolo. Quello era suo figlio? Guardai indietro alla grande villa e alla persona chiamata Kim e c’era un solo pensiero nella mia mente. SONO COSI’ FOTTUTO!!!

«Cos’è successo papà? Oh!» Kim si voltò per guardarmi con sospetto.

Merda. Merda. Merda. Merda. Merda. Giusto! Sapevo che con quello stronzo avevo avuto problemi che non erano finiti bene. Ma non avrei mai immaginato di incontrarlo lì…

Rimasi sbalordito come se tutto il mio corpo fosse insensibile. L’altro Porsché dentro di me cercò di risvegliarmi. Era come se la mia mente fosse in conflitto.

«Ahem! Cosa mi ha chiesto prima?» Cercai di non concentrarmi su Kim perché odiavo la sua faccia.

Mi aveva fatto tante cose terribili. Sapevo perché mio fratello era malato, stressato e depresso, era perché lavorava per il padre di Kim. Probabilmente era stato messo sotto pressione al punto da impazzire. Quanto a questo vecchio, probabilmente non era diverso dai suoi figli! Più ci pensavo e più volevo vendicarmi! Avrei dovuto ucciderlo adesso?

«Ti ho fatto molte domande, come ti chiami? E volevi entrare prima?»

«N…No! Deve darmi la sua parola, vecchio, che non lascerà più lavorare qui mio fratello.» Cercai di fare un respiro profondo, gonfiare il petto e raddrizzare la postura cercando di mostrare a tutti la mia forza.

«Chi chiami vecchio?» Kim aggrottò le sopracciglia guardando me e poi di nuovo il vecchio.

«Papà! Conosci questo ragazzo?» Kim mi indicò.

Questo ragazzo? Questo ragazzo? Questo ragazzo è com’è… Kim!

«Non lo conosco ancora. Non mi ha detto il suo nome.» Il vecchio sorrise.

«Allora… vuoi che te lo dica papà?» Kim sorrise maliziosamente prima di avvicinarsi sempre di più a me. Lentamente il mio corpo indietreggiò automaticamente. «Si chiama Porsché…»

«Indietro!» Ogni frase che diceva, si avvicinava di un passo e io facevo un passo indietro. «Studia in una scuola internazionale.»

«Parlerò di te a mio fratello!»

Dannazione Kim! Mi stai chiedendo di picchiarti.

«Ha diciassette anni.»

Mi guardai intorno con rabbia per cercare qualcosa da usare per colpirlo in faccia.

«Ti darò uno schiaffo!»

«Studia nella classe 5/2.»

Deglutii mentre sentii tornare la paura. Avevo indietreggiato al punto che la mia schiena toccò il muro di casa. Gli occhi di tutti fissavano me e Kim, specialmente il vecchio che stava lì sorridendo.

Non avrebbe cercato di fermare suo figlio. Avrebbe fatto del male a un minorenne e lo avrebbe fatto finire in prigione!

«Basta così Kim. Quello è il fratello di Porsche… Oh e Chan, non dire a Porsche di tutto questo, altrimenti andrà su tutte le furie. Mi risparmierà il mal di testa.»

Le mie orecchie rimasero sorde per un momento come se non potessi sentire nulla intorno a me. Ero concentrato solo sul modo assetato di sangue in cui Kim mi stava guardando.

«Ma ancora più importante!»

Ma ancora più importante? Di cosa stava parlando? Cominciai a sudare e a sentirmi a disagio. Il mio corpo si stava scaldando in modo strano.

«Farai meglio a fermarti!» Gli urlai in faccia.

«Eri… Uck!»

Chiusi gli occhi e tirai un calcio più forte che potevo, prendendo a calci Kim tra le sue gambe.

«Che diavolo stai facendo!?»

Cinque guardie del corpo mi caricarono immediatamente e in pochi secondi mi trattennero. Quanto a Kim, era sul pavimento, con le mani che gli coprivano l’inguine, mentre un gruppo di altre guardie sconvolte corsero ad aiutarlo ad alzarsi.

«Sei coraggioso!! Come osi farlo al mio capo!» Una delle guardie alzò il pugno all’indietro preparandosi a colpirmi in faccia e io allontanai rapidamente la testa per schivare.

«Fermati! No! Non fargli niente. Lascialo andare!»

Il pugno si fermò a mezz’aria seguito da sbuffi da parte del tizio chiamato Anon che mostrava quanto fosse furioso.

«Capo, prendiamo Kim ed entriamo dentro… Il resto di voi trascinate via questo ragazzo e assicuratevi di non fargli niente!» Ordinò il vecchio che era il secondo in comando. Il resto delle guardie si inchinò in risposta agli ordini severi. La mia paura era stata improvvisamente sostituita di nuovo dal coraggio.

«Amico! Pensavo fossi più coraggioso di così… Se sei così sicuro, allora vieni da me!» 

Lanciai un’occhiataccia urlando a Kim e Anon che si stavano calmando. Ero stato sollevato e trascinato via per le braccia mentre prendevo a calci l’aria urlando e maledicendoli tutti ad alta voce senza alcuna cura. «É tutto quello che hai! Pensavo fossi più coraggioso di questa mafia di second’ordine. Non sai con chi hai a che fare! Porsché!! Mi chiamo Porsché! È meglio che te lo ricordi!!!»

Eheh. Mentre stavo urlando, sentii una strana sensazione di disagio dentro di me. Come se il mio cuore mi stesse dicendo di fermarmi, ma il mio cervello mi stesse ordinando di essere coraggioso e di continuare a parlare! Ero confuso finché non ricordai a me stesso: Porsché se non sei abbastanza coraggioso allora chiudi la bocca. 

Arrgh… ti amo fratello, ma questo è tutto ciò che ho potuto fare oggi. Me lo ricorderò, la pagherete ragazzi per tutto questo un giorno!

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