TONHONCHONLATEE – CAPITOLO 17

«Chon stiamo insieme vero?» chiese Ton sussurrando all’orecchio di Chon.

Chon era disteso, con le coperte tirate fino al naso, mentre si abbracciava stretto le ginocchia piegate.

«Beh…»

«E per quanto tempo hai intenzione di darmi le spalle?» continuò Ton.

«Cosa dovrei fare?» Chonlatee emise un sospiro silenzioso, era preoccupato di spezzare il fitto silenzio che regnava nella stanza. Il suono del suo stesso cuore risuonò nella sua testa… era troppo emozionato. Mani larghe e forti lo tirarono gentilmente per le spalle, per farlo stendere sulla schiena, questo fece sì che il suo respiro divenne più rapido e agitato.

«Girati verso di me.» Ton rispose con sicurezza, i loro sguardi si incontrarono. Tonhon alzò un sopracciglio facendo un leggero sorriso.

«Mi giro e basta?» chiese Chon.

«Puoi abbracciare il tuo ragazzo…» propose Ton. Prese per le spalle Chon e lo girò verso di sé. I loro occhi si incontrarono e allora Ton alzò di nuovo un sopracciglio in modo lento e provocatorio. Ton lo tenne stretto in modo che lui non potesse voltarsi in nessun’altra direzione possibile. 

«Abbracciare? … Mi imbarazza… non ho mai dormito abbracciato a nessuno prima d’ora.» spiegò Chon onestamente.

Si mosse verso Ton, appoggiò la testa sul suo petto imponente e con movimenti un po’ incerti mise le sue braccia intorno alla vita del più grande. Le sue mani tremavano per l’emozione, ma evitò di guardarlo in faccia.

«Mmhh…» Chon poté solo emettere un mormorio quando Ton, in risposta alle sue azioni, mise una gamba sopra il suo fianco e si premette contro di lui per poter stare ancora più vicino.

Di conseguenza Chon rimase completamente schiacciato sotto il corpo del più grande; mentre la sua coscia premeva contro lo stomaco di Ton improvvisamente sentì qualcosa muoversi, un qualcosa che si stava irrigidendo velocemente.

Spaventandosi, Chon allontanò immediatamente la gamba e appena lo fece, poté chiaramente notare i sentimenti e il desiderio sul suo volto. 

Tonhon si immobilizzò per un momento e si scusò. «Scusami, non era mia intenzione.» disse Ton. «Se non dirai nulla, ti abbraccerò soltanto.» concluse.

Gli occhi si Chon si erano abituati al buio della stanza e non poté fare a meno di fissare l’uomo accanto a lui nel letto.

Ton si avvicinò di nuovo e odorò la pelle di Chon vicino al suo orecchio e il suo respiro caldo gli fece venire la pelle d’oca. Chonlatee sentì che in quel momento lui e Ton erano più vicini che mai. 

«Che stai facendo?» domandò Chon.

«Non lo so… sono confuso… poi hai un profumo delizioso…» mormorò Ton.

«Ma non ho messo la crema…» rispose Chon.

«Vuol dire che è proprio il tuo odore a piacermi… e anche il suono del tuo respiro sembra completamente diverso… sei preoccupato?» 

La punta del naso di Ton scivolò sopra il collo di Chon. I loro profili erano indistinti nell’oscurità e il più piccolo non riusciva a capire cosa Ton gli stesse chiedendo. A che preoccupazione stava facendo riferimento?

«Vuoi farlo? Sei spaventato?» chiese Ton.

«Un po’… » Chon mise le mani sul petto di Ton, ma senza respingerlo. La sua mano iniziò ad accarezzare i muscoli tonici dell’uomo che sentiva sotto il tocco delle sue dita, scendendo gradualmente verso lo stomaco.

Era spaventato? … di sicuro lo era. Ma se gli fosse stato chiesto se avesse voluto appartenere a Ton, non sarebbe stato in grado di dare una risposta. Si vergognava perché lo voleva… 

«Andrò in bagno.» Ton si allontanò per alzarsi, ma Chon lo trattenne per una mano.

«Mmh… puoi farlo qui.» La faccia di Chon era rovente, ma il suo sguardo era ancora concentrato sulla persona che si era appena alzata dal letto.

«Stai dicendo che vuoi vedermi mentre mi masturbo?» dhiese Ton.

«Sei matto!» rispose Chon.

«Vuoi aiutarmi tu?» propose Ton.

«…»

«…»

Chon rimase completamente senza parole, anche Ton rimase in silenzio.

«Ci sono Gel e lubrificante, giusto?» Chon non riusciva più a sopportare il silenzio che si era creato, quindi disse la prima cosa che gli venne in mente.  

Dopo averlo detto, per poco non si prese a schiaffi da solo sulla bocca, pentendosi subito della frase detta. Era molto imbarazzato, perché le parole gli erano uscite senza pensarci e assomigliavano molto a un invito. 

Eh?! Perché sono stato così diretto? Suonava come una richiesta di fare sesso. Devo essere impazzito… cosa penserà ora Ton?  

«Si, li ho comprati… ma non avevo intenzione di fare niente con te. Sarebbe troppo presto, capisco che tu non sia ancora pronto. Non fraintendermi… vorrei solo liberarmi perché altrimenti diventa troppo doloroso.» spiegò Ton. 

Chi gli aveva detto che Chon non era pronto? … Chi lo aveva detto? …

Chon lasciò la mano di Ton per guardarlo meglio in faccia, sorridendo alla stupidità del più grande.

«Ti eccito?»  chiese Chon.

«Mhmm…»

«Ok, allora vieni a letto. Ti aiuterò… solo… non l’ho mai fatto prima d’ora con nessuno.» 

«Come hai intenzione di aiutarmi?» chiese Ton.

«Mmm… Con la mano?» Chon arricciò le labbra osservando il fisico dell’uomo. Non era facile per lui fare un passo del genere, ma alla fine si alzò e si mise a cavalcioni sopra i fianchi di Ton; mise le mani all’inguine sotto di lui e a tentoni cercò qualcosa di duro.

L’aria condizionata nella stanza era accesa, creando una piacevole frescura. Nonostante questo, non riusciva ad attenuare il calore crescente di due corpi nello stesso letto. Chon si morse le labbra mentre Ton si mosse verso di lui premendosi verso la sua mano.

Chon riusciva a malapena a respirare mentre Ton gli metteva le mani sulle gambe. Sopra il sottile tessuto dei pantaloni del più grande, le mani di Chon si muovevano sulla carne tesa e dura.

Chon immaginò quella robusta barra di acciaio scivolare lungo il suo stomaco.

La piccola mano di Chon accarezzava il ventre e le cosce di Ton, mentre l’altra si infilava sotto l’elastico dei pantaloni, oltre l’intimo, per stringere con decisione la carne calda e dura, muovendosi con movimenti uniformi mentre Ton, sotto di lui, ansimava e si contorceva.

Per la prima volta, Chon comprese come dovesse sentirsi il più grande in quel momento, perché lo stesso calore stava divampando dentro di lui, era talmente insopportabile da farlo impazzire.

«Mmh… Mh» Un leggero gemito provenne da Ton mentre lanciò indietro la testa con un movimento involontario. 

Era al massimo dell’eccitazione, quasi pronto… l’erezione nella mano di Chon era fuoco puro. Il corpo possente e forte era bagnato da gocce di sudore che cadevano da Chon come espressione delle sue roventi sensazioni.

«Non fermarti…» supplicò a voce bassa Tonhon e ciò fece sentire il più piccolo in colpa. 

Chon non aveva molta esperienza in quelle cose, le sue mani erano un po’ impacciate e non sapeva come mantenere il giusto ritmo.

Ma Ton improvvisamente inspirò con forza tra i denti stretti, le sue anche sussultarono violentemente, spingendosi contro le mani di Chon. Il più grande si inarcò, tremando con tutto il corpo, facendo quasi cadere il più piccolo. Emise un lungo gemito soffocato e del liquido caldo fuoriuscì direttamente sul palmo di Chon.  

Era imbarazzante… sentir gemere l’altro uomo… vedere come si muoveva obbedientemente tra le sue braccia… la pelle calda dell’altro sotto le sue mani… in quel momento Chon era traboccante di desiderio e forti sensazioni, la sua stessa carne era diventata calda e tesa anche se non era stato toccato.

«Lascia che…» disse Ton, la sua mano si diresse sotto l’elastico dei pantaloni di Chon, l’aroma che emanava il più giovane, mischiato con il suo stesso odore dopo il piacere, lo provocava. Un sensuale velo di desiderio aleggiava nella stanza.

Chon chiuse gli occhi, le sue labbra si arricciarono in una linea sottile, mentre Ton si alzava e delicatamente scambiava posizione con il più piccolo facendolo stendere sul letto. Chon sentì delle gocce di sudore scorrere lungo le sue tempie quando Ton gli tolse i pantaloni e l’intimo con una sola mossa, sovrastando il corpo dolorosamente caldo del giovane.

«Molto carino…» disse Ton.

«Stai zitto…» Chon distolse lo sguardo e si morse l’avambraccio, imbarazzato dall’affermazione di Tonhon.

Una mano possente afferrò e strinse il membro di Chon…

Per la prima volta Chon aveva aiutato Ton a liberarsi e per la prima volta sarebbe stato lui quello che veniva aiutato dall’altro a liberarsi e esplodere dal piacere.

Ton non fu brusco con lui. Il suo tocco era davvero dolce e delicato, nessuno lo aveva mai toccato in quel modo. Anche quando lui stesso lo aveva fatto qualche volta, le sensazioni provate non erano minimamente paragonabili a quello che stava vivendo in quel momento e la sua eccitazione venne amplificata dal fatto che fosse Ton a fargli quello.

Movimenti costanti, tensione crescente e respiri pesanti erano quello che si poteva udire nel silenzio della stanza di Ton. L’altra sua mano, trovò quella di Chon e intrecciò le dita alle sue, mentre l’altra non smise di muoversi su e giù sulla virilità di Chon. 

Improvvisamente, Chonlatee ebbe un brivido che gli attraversò il corpo, annaspò cercando ossigeno per poi venire nella mano di Ton.

«Scusami, ho rovinato tutto…» disse Chon alzando il busto.

«Voglio fare questo con te tutta la notte…» continuò Ton.

«Mmm…» Il più piccolo non riuscì a trattenere un gemito, cercando di controllare il suo respiro irregolare mentre Ton gli allargava le gambe, stendendolo sulla schiena e ripulendogli il liquido dallo stomaco.

Chonlatee era completamente vestito, ma la posizione con le gambe alzate e allargate  gli diede una strana sensazione di… premonizione.

Nell’oscurità più completa, vide i pantaloni di Ton scendere, rivelando ciò che Chon stesso aveva tenuto in mano poco prima.

Ton era nuovamente eccitato, il suo pene sembrava molto più grande, ancora più grande di quando l’aveva accarezzato con le sue piccole mani. Il docile ragazzo non riusciva a distogliere lo sguardo, affascinato dalla bellezza e dalla forza del più grande. Nel frattempo, Ton fece pressione contro il corpo disteso di Chon e iniziò a strofinarsi contro di lui, respirando pesantemente. Il più giovane poteva sentire delle gocce di sudore provenienti dal corpo caldo di Ton, cadere sopra di lui.

Ton si mosse sempre più in fretta, il suo respiro divenne più veloce e pesante, il suo corpo tremava mentre lo premeva sempre di più contro quello di Chon. 

Un basso ruggito che si trasformò in un gemito…

Chon riuscì a sentire il membro duro di Ton che spingeva attraverso il tessuto sottile dei suoi pantaloni, come se volesse sfondare la sottile barriera e toccare il corpo vivo che si nascondeva sotto.

«Voglio entrare dentro di te… lo voglio davvero… ma sarò paziente…» La testa di Ton cadde stancamente sul petto di Chon.

Ton abbracciò forte il giovane ragazzo, cercando di tranquillizzarsi.

Chon stesso, indebolito dalle nuove sensazioni sperimentate che gli erano arrivate come un fiume in piena, poté solo far scorrere le sue dita tra i capelli corvini del più grande, accarezzandogli e massaggiandogli lentamente la testa e il collo, aiutandolo finalmente a rilassarsi.

Dopo tutto quello che era successo tra di loro quel giorno, l’amore di Chon aveva raggiunto un’altra dimensione. Non si vergognava più di essere toccato. Abbracciò con sicurezza Ton con tutto il suo corpo e Ton, in risposta, ricambiò abbracciandolo più forte che poteva, tenendolo stretto tra le sue braccia.

**********

Una sveglia totalmente inappropriata suonò in quel sabato mattina. Chon si era addormentato molto tardi la notte precedente, quindi al momento riusciva a malapena ad aprire gli occhi. 

Avrebbe continuato a dormire ancora, girandosi di schiena come d’abitudine, ma Ton si gettò di fianco a lui nel letto, abbracciandolo stretto e sussurrandogli all’orecchio, facendogli il solletico con il suo respiro caldo:

«È già mezzogiorno… svegliati dormiglione…» Chon si voltò, premendo la sua testa contro il petto di Ton, segnale che fosse già sveglio.

«Non dobbiamo andare da nessuna parte oggi, giusto? Voglio restare abbracciato tutto il giorno.» disse Chon. 

«Non avrei mai pensato che saresti stato così seducente… ma devi alzarti lo stesso…» Ton soffiò all’orecchio del sonnecchiante Chon, il che gli fece fare una smorfia divertente e lo fece dimenare tra le sue braccia.

«Dobbiamo andare al tuo dormitorio per prendere le tue cose. Verrai a vivere con me?» chiese Ton.

«Posso portare con me la mia collezione?» Chonlatee rispose con una domanda. «Non sei contro le mie bambole, vero?» 

«Fai quello che vuoi. Cosa vuoi fare oggi?» domandò Ton mentre si alzava dal letto.

Sul suo volto erano presente l’ombra di una barba ispida e i suoi capelli erano arruffati, ma agli occhi di Chon, tutto questo lo rendeva ancora più bello e virile. Una cosa la si doveva ammettere, Chon era totalmente ossessionato dal suo ragazzo, lo trovava attraente in tutti i modi.

«Non mi interessa, ma posso comprare qualcosa per preparare la cena? Sono un bravo cuoco, non voglio sentirmi inutile.» Chon si alzò dal letto stropicciandosi gli occhi, poi abbracciò Ton, premendosi contro le sue spalle con un sorriso.

«Ok, andiamo. E non sarai mai inutile, tu sei sempre la cosa più importante e necessaria per me.» disse Ton. 

«Voglio così tanto abbracciarti… ancora tutto questo non mi sembra reale, mi sembra di stare ancora dormendo e di essere in un bellissimo sogno…» parlò Chon.

«Va bene, restiamo abbracciati… non andremo da nessuna parte oggi.» esclamò Ton.

«Stavo scherzando. Mi alzo, faccio una doccia e poi andiamo a prendere il pranzo. Cosa ti piacerebbe mangiare?»

«Ti faccio vedere come mi preparo la colazione.» Tonhon fece un ampio sorriso.

 «Cucinerai tu? Sai come si fa? E dove lo farai?» chiese Chon.

«Non sottovalutare il tuo ragazzo, vedrai…» Ton rise.

Chonlatee si chiese se fosse il caso di tenere a portata di mano delle medicine per lo stomaco dopo la cucina di Ton.

«Spero non mi venga mal di stomaco.» disse Chon, poi si fermò guardando Ton con gli occhioni onesti e pieni d’amore. 

«Una “Lunch Box” che ho preso al supermercato ieri sera. Quindi non devi preoccuparti dei miei talenti culinari. Mangiamo un po’ di questo prima e poi possiamo andare in cerca di qualcosa di più sostanzioso. Spero ti piaccia la pancetta e i panini verdi.» spiegò Ton.

«Ti sei già occupato della colazione, lascia che io la scaldi. Tu puoi andare al supermercato e io farò una doccia.» Chon amava stare sotto l’acqua, di solito le sue docce duravano molto. Si alzò da tavola stiracchiandosi, poi prese un asciugamano, si diresse verso il bagno e si fermò davanti allo specchio dove iniziò a osservarsi pigramente. Un corpo magro, snello e piccolo.

«Se torno e non hai ancora finito di lavarti, vengo a darti una mano… e non ci limiteremo a quello!» gridò Ton.

«Ok,ok, dammi solo un po’ di tempo.» L’espressione pigra scomparve dalla faccia di Chon mentre si lanciava come una freccia sotto la doccia aprendo l’acqua. Prima che Ton fosse davvero pronto a dargli una mano.

**********

Qual era il vantaggio di uscire con un ragazzo muscoloso? Prima di tutto, Chon pensava che un ragazzo robusto fosse forte, in grado di portare in una volta sola tutte le sue cose dal dormitorio alla sua macchina parcheggiata.

La maggior parte delle cose di Chon erano i vestiti, le bambole, la cancelleria, i libri di testo che gli aveva dato il coordinatore scolastico e i quaderni con i riassunti. Libri e quaderni erano stati messi in una grande zaino, che Ton stava trasportando con facilità sulla sua schiena. Chon ricordò che, quando lo aveva portato nella sua stanza, aveva dovuto fare molte pause per riposare e riprendere fiato.

«Il mio ragazzo è davvero un bell’uomo ed è anche molto muscoloso, anche se sembra vecchio, come un amico di mia madre. Ma non mi dà fastidio.» canticchiò Chon.

«Come mai hai deciso di cantare questa canzone ora?» Ton si fermò sulle scale e guardò Chon con espressione seria.

Al contrario del sovraccaricato Ton, Chon stava trasportando solo un cestino di bambole squisitamente decorato.

«Non mi ricordo bene le parole, quindi ho cantato quello che mi veniva in mente.» spiegò Chon.

«Ah, davvero?» Ton finse un respiro pesante e salì sulla macchina. «E dove hai intenzione di mettere quell’esercito di bambole nella mia camera?»

«Sul letto.» rispose Chon.

«Tutte?» Il ragazzo più grande sussultò mentre metteva le cose nel bagagliaio.

«Si, tutte. Fai spazio, per piacere, così non si stropicciano.» Chon mise con delicatezza il cesto di bambole sul sedile posteriore.

«Non puoi sceglierne solo un paio? Temo che non ci staranno tutte… che ne dici di mettere il tuo cavallo preferito con il corno e la coda?» propose Ton.

«Uhhh… è un unicorno.»

«Beh, è quello che ho detto, un cavallo cornuto.» disse Ton.

«Ok. Mi hai detto che posso mettere solo due bambole sul letto, giusto? Allora scelgo Melody e l’unicorno.» 

«I tuoi occhi si sono illuminati… davvero ami così tanto le bambole?» chiese Ton.

«No, mi piace quando ci sono tante cose diverse sul letto, è più accogliente. Per esempio quando ti stendi accanto a me e mi abbracci tutta la notte…» Chon, interrompendosi, si voltò mordendosi le labbra, poi guardò Ton con sguardo imbarazzato.

Voglio rendere felice Ton…

«Non morderti le labbra, ho detto che avrei aspettato tre giorni prima di baciarti…» disse Ton.

«Uh…Uhh…»

Di nuovo, i capelli di Ton apparvero parecchio scompigliati. Chon voleva urlare… Cosa avevano fatto ieri notte? Era molto peggio di un bacio.

«Andiamo in un bar per pranzo e poi compriamo qualcosa per cena.» Tonhon suggerì un piano per la giornata, chiudendo il bagagliaio e dirigendosi verso il posto di guida. Si fermò davanti allo sportello del passeggero e lo aprì, aspettando che Chon entrasse in macchina.

«Gli spaghetti dovrebbero andare bene… con i frutti di mare, ricordo che ti piace mangiare i gamberi con la salsa di soia.» disse Chon.

«Ok, mio signore.» Ton fece un gran sorriso, mostrando denti bianchi e perfetti.

«Non un signore, ma un schiavo… uno schiavo che ti ama.» disse Chon.

«Un po’ esagerato, Chon. Devo essere più paziente.» parlò Ton.

«Non ti ho mai chiesto di trattenerti o di essere paziente.» Chon si sedette, la porta della macchina si chiuse di scatto e nessuno dei due disse una parola.

Chon era silenzioso, lasciando il seguito a discrezione di Ton… perché lo amava da molto e si fidava tantissimo di lui.

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