TONHONCHONLANTEE – CAPITOLO 11

Chonlatee si trovava in uno stretto e sudicio tunnel con solo poche luci lampeggianti davanti a sé. Il sangue scorreva su tutto il corpo, dopo aver corso a lungo in quel tunnel con l’arma in mano.

Era ancora fermo e ansimante, aspettava seriamente che qualcosa apparisse. L’ambiente intorno a lui era ancora molto tranquillo così decise di camminare velocemente in avanti. Finché non scivolò e cadde a Zombie Square poco prima che arrivassero gli zombie, solo allora prese a sparare all’impazzata contro di loro.

«Oh, sono troppi!»

«Ton spara alla zona posteriore e io attaccherò dalla parte anteriore.»

Chon diede istruzioni a Ton anche se non vedeva dove si trovasse, non gli importava perché in quel momento ciò che contava davvero era sparare agli zombie che uscivano da ogni angolo.

Quel pomeriggio erano andati a mangiare una bistecca, ma né Chon né Ton volevano tornare immediatamente al dormitorio dopo cena, così quando passarono davanti  l’area di gioco VR, Chon trascinò Ton per un braccio per andare a giocare solo perché lo trovava interessante. Ed eccoli lì, al centro commerciale, immersi nella battaglia e a sparare agli zombie.

Quel gioco era molto avvincente e i due si stavano divertendo tanto a combattere con gli zombie al punto da giocare per quasi due ore.

«Chi muore per primo deve pagare la cena.»

«Nessun problema. Vincerò sicuramente perché morirai prima tu. Hai scelto il gioco solo per il noob*. Continua… Hey! Spara alla testa, spara alla testa.»

[N/T: Noob in gergo si riferisce a un giocatore principiante spesso inesperto o incompetente.]

«Ti piace anche giocare, vero?»

«Ton potresti smettere di parlarmi, di nuovo? Che fastidio.»

Chon borbottò quando si trovò sul punto di essere sovrastato dagli zombie e decise che non avrebbe pensato ad altro se non a difendersi e contrattaccare fino a quando lo schermo non avrebbe mostrato la scritta “SEI MORTO”, solo in quel momento, la sua coscienza sarebbe ritornata.

«Ora capisco perché le persone sono dipendenti dai giochi. Essere lì è come entrare in un altro mondo.» disse Chon al ragazzo più alto di lui dopo aver tolto il suo dispositivo VR. In realtà avrebbe voluto continuare a giocare per un’altra ora, ma dato che Ton era morto per primo, gli era bastato quello.

«Ton mi hai visto sparare dritto al gigante prima? La testa gli è volata via.»

«Quando sei determinato a fare qualcosa, tutto è divertente.»

«Divertente.» Chon scrollò le spalle indifferente alle sue parole e Ton fece un lungo passo fuori dall’area di gioco per raggiungerlo. I due camminarono fianco a fianco.

«Vuoi tornare al dormitorio o vuoi continuare?»

«Sarà meglio che torniamo a casa. Sta calando anche il freddo e siamo quasi bloccati nel traffico.»

«Hai mai pensato di avere un amante Chon?» All’improvviso Ton fece quella domanda che  lo fece camminare guardandosi intorno e Chon si sentì come se lo avessero pugnalato, poi infine abbassò la testa a faccia a terra.

Aveva mai pensato di avere un amante? A parte il fatto che gli piacesse Ton, Chon non ci aveva mai pensato.

«Mai.»

«Perché? Con un viso carino e dolce come il tuo, dovrebbe essere facile per te trovare un’amante. Anche il tuo corpo, gli uomini ne sarebbero attratti al punto da voler flirtare con te; anche se potrebbero fraintendere scambiandoti per una ragazza. Oppure… che ne dici di andare in palestra per allenarti e mettere su qualche muscolo?»

«No, rifiuto entrambi. Non voglio trovare un amante. Per quanto riguarda la palestra… quando ci sono andato anche la fatica mi ha sopraffatto, tutto quello che posso fare è del semplice jogging.»

Chonlatee scosse freneticamente la testa per negarlo. Proprio mentre passava davanti al negozio che vendeva la crema idratante che usava, Chon si fermò davanti al negozio perché  aveva sentito un aroma molto gradevole. Un profumo inebriante capace di far innamorare le persone e farle sentire coccolate.

Chonlatee tirò rapidamente la manica di Ton per fermare i suoi passi.

«Ton ho dimenticato di portare una crema idratante da casa. Mi fermo un attimo per comprarne una.»

«Ho appena detto che sembri una ragazza e ora vuoi andare a comprarti anche la crema?»

«La uso molto raramente, ma quando fa freddo e il vento si fa più forte la mia pelle si secca facilmente. Tu puoi aspettarmi davanti al negozio, non ci metterò molto. Inoltre non la compro da molto tempo e mi è capitato di trovarla qui.»

Chon in realtà usava regolarmente quella crema idratante, ma gli era finita. Chonlatee ridacchiò guardando il braccio dove la sua pelle era diventata secca a causa del freddo e una doccia calda per amore di Ton. Era così secca che si intravedevano piccole scaglie bianche, era come un serpente pronto a cambiare pelle. Andava benissimo, ma non per la sua pelle.

«Entrerò anch’io. Voglio proprio sapere cosa c’è in un negozio di cosmetici per far passare così tanto tempo lì dentro alle ragazze. Anche se gli odori e i colori sono tutti uguali.»

«No, non è così.»

Chon entrò nel negozio, prese due bottiglie di crema e le porse a Ton perché le annusasse.

«Entrambe hanno odori diversi. Prova ad annusarle. Questa ha un odore fresco e rilassante e piuttosto dolce… questa mi piace perché ha lo stesso profumo che usa mia madre. La cannella è il profumo preferito di mia madre.»

«Allora cosa usi?»

«Questo ovviamente. È calmante.» Prese due bottiglie di una crema verde e si preparò a pagare. Vedere Ton aprire un’altra bottiglia di crema per annusarne l’aroma fece smettere di camminare Chon.

«Lascia che ti annusi.» Ton si chinò in avanti verso Chon ed immerse il suo viso nel collo del ragazzo più piccolo per assaporare un sorso del suo profumo.

«Eh?»

«Sexy.»

«…»

Chon si coprì la bocca con la mano per fermare una tosse soffocante mentre quasi sputava la saliva sul viso di Ton. Allo stesso tempo sentì che l’odore del corpo di Ton aveva un profumo gradevole, una fragranza misteriosa e incantevole.

 «Ma ha un buon profumo. Come sarebbe sexy?»

«Sì, vai a pagare prima.» Ton rispose con un sorriso agli angoli delle labbra.

«Tu non vuoi comprare niente?» Chon cercò di parlare con una voce il meno imbarazzata possibile mentre chiese alla persona dall’alta statura se volesse comprare qualcosa. Ton scosse subito il capo evitando di interrompere la fila alla cassa.

Quando entrambi tornarono al dormitorio, Chon trovò che l’atmosfera nella stanza era più confortevole di quanto si immaginasse, forse perché i due erano rimasti bloccati nel traffico mentre tornavano a casa. Finirono velocemente la cena mangiando in un ristorante vicino il dormitorio. Ovviamente, Ton aveva perso la partita quindi toccava a lui pagare, ma mentre Chon ripensava a quello che era successo nel pomeriggio lo trovò divertente. Ton si era preso cura di lui e aveva accompagnato Chon per tutto il giorno. Dal porridge al mattino alla bistecca nel pomeriggio fino al riso con fegato, basilico e uova strapazzate alla sera.

Il giorno successivo, dopo le lezioni, tornarono nella stanza di nuovo insieme.

«Ton andrai a giocare a basket?» chiese Chon quando vide Ton togliersi la camicia bianca dell’uniforme e gettarla nel cesto dei vestiti sporchi. Il tatuaggio dell’ancora sul petto era più visibile di prima.

«Cosa ne pensi? Ti va di venire?»

«Mmm… non so cosa fare al campo.»

«Puoi startene seduto a guardare?»

«Va bene?»

«Ma non hai compiti da fare per le lezioni? Perché dopo la partita devo fare un corso di formazione avanzato di tre o quattro ore. Non me la prendo se dici che ti annoi e vuoi studiare, posso chiedere al mio amico di portarti a casa dopo aver giocato.»

«Anche se dovessi finire intorno alle 22:00, nessun problema posso aspettare. Mi porterò un libro.»

«Allora aspetta, mi cambio e andiamo insieme.» Ton entrò nella camera da letto e tornò rapidamente con un paio di calzini in mano. Chon si era appena tolto la cravatta, si era cambiato le scarpe con delle infradito, poi prese un libro tra le mani e si preparò a guardare Ton giocare a basket.

Al liceo i cancelli della scuola erano chiusi ermeticamente e l’atmosfera era davvero tranquilla una volta terminate le lezioni; ma non all’università perché anche se era pomeriggio o sera, l’atmosfera era ancora gremita di pedoni, ciclisti, studenti che praticavano sport pomeridiani o che sedevano a chiacchierare.

**********

Al Campo da basket universitario.

«Questo è Chon, il mio Nong.» Ton presentò Chon al gruppo dei giocatori di basket, quando li videro entrare in campo. Chon si sentiva nervoso all’idea di essere guardato in quel modo e ciò fece sì che si nascondesse dietro la grande schiena del ragazzo alto.

«Vederlo in foto è esilarante, ma l’originale è ancora più adorabile. Non c’è da stupirsi che vincerà nella categoria del Voto Popolare anche se la competizione non è ancora iniziata.»

«Chi potrebbe altrimenti? Questa volta di sicuro la Facoltà di Medicina non vincerà. Siamo stanchi di vederla vincere ogni anno. O forse posso partecipare nella categoria solo per avvicinarmi a te.»

«Che ti succede? Oh! Per favore lascia andare la tua naturale stupidità.»

L’amico di Ton rise e imprecò allo stesso tempo mentre spostò lo sguardo sul viso di Chon, gli mise una mano sulla spalla e gli diede una pacca come se volesse dire a Chon di rilassarsi.

«Vedi, è chiaramente un uomo.» disse Ton pizzicando la guancia di Chon.

«Ton mi fai male!» Chon protestò allungando una mano per afferrare il polso. Parlò alzando la testa per poi immediatamente distogliere lo sguardo, ma quando si rese conto che gli occhi che stava sostenendo stavano cambiando, improvvisamente tacque. Chon non si sentiva più così sicuro guardando in quegli occhi profondi. In un istante però le sopracciglia scure di Ton, adornate dal piercing, si incurvarono.

«Non c’è niente di divertente!» gridò Ton.

«Non ti rendi conto di quanto sia carino.» Uno degli amici di Ton gli mise una mano sulle spalle larghe prima di voltarsi e raggiungere il campo. «Ne parliamo più tardi Chon.»

«Sì.»

Chon alzò la mano per toccarsi il lato della guancia.

Ton lasciò andare la sua mano e concluso lo stretching, si voltò e raggiunse in fretta i suoi amici in mezzo al campo.

Chonlatee seguì Ton con lo sguardo entrare in campo e ancora una volta lo vide togliersi la maglia come in passato; la dipendenza di Chon iniziava a diventare seria. A Ton piaceva molto quando il pallone nella sua mano rimbalzava dopo aver colpito il pavimento. Chon aveva trovato un angolo dove sedersi, un posto da dove poteva vederlo più liberamente.

Ton attraversava il campo come se volesse mantenere un ritmo, ma il suo ritmo era molto forte. Continuava a muoversi e correre facendo sentire gli altri stanchi dovendo stare al suo passo. In quel momento Ton sembrava essere in forma smagliante.

Chon cominciò a sentirsi nervoso mentre guardava Ton e iniziò a ricordare le sue gocce di sudore che lentamente scendevano lungo il suo collo.

Lo guardò con profondo interesse negli occhi. Non vedeva l’ora di vedere la palla da basket nelle mani di Ton prima di essere lanciata nel canestro. Se avesse saputo che quella distanza era troppa, si sarebbe seduto più vicino. Almeno i primi piani non sarebbero stati un problema. Dopo che Ton si esibì in un lay-up il pubblico quando lo vide rimase ancora più incantato.

Ton ripetè il tiro più volte, ma solo in un’occasione Chon riuscì a prendere il cellulare per catturare quel momento. Il suono della palla che rimbalzava continuava a echeggiare nel campo, gli applausi si sentivano chiaramente anche se Chonlatee non stava più guardando il campo mentre pubblicava una foto di Ton e lo taggava, ma non riuscendo a pensare a nulla di preciso semplicemente scrisse una didascalia prima di pubblicarla.

Chon alzò di nuovo la testa e vide lo sguardo serio di Ton rivolto verso di lui, aprendo leggermente la bocca prima di rivolgere la sua attenzione alla palla in arrivo. All’improvviso si ricordò delle parole di Nai: «Oh! Guarda che diavolo!»

Chonlatee sentiva che a volte delle parole strane erano adatte a descrivere l’immagine di Ton e quindi distolse lo sguardo digitando la parola “alzati”. Dopo tutto quel tempo senza alcun aggiornamento su Facebook aveva finalmente pubblicato qualcosa. Dopo aver finito, Chon posò il telefono accanto a lui intenzionato a lasciarlo là, se lo schermo non avesse mostrato la notifica di un messaggio che gli era stato inviato.

[Amp: Ti piace vero?]

Avis: State uscendo insieme? Posso incontrare per un momento @Chon?

Chon si bloccò per un momento, chiedendosi se fosse meglio rispondere o meno, ma alla fine scelse di rispondere a quei messaggi con le parole che considerava le più educate.

Chonlatee: Certo che no. Sono solo il Nong di @Ton.

[Amp: Allora puoi aiutarmi e far tornare Ton con me?]

Fece clic sullo schermo subito dopo aver letto gli altri messaggi e il telefono accanto a lui prese a vibrare incessantemente mentre le sue sopracciglia si aggrottarono fin quasi a toccarsi. Anche se era stata Amp a lasciare Ton, aveva ancora il coraggio di voler tornare da lui. Che sciocchezza!

Chon alzò la testa e sul suo viso cominciò a comparire un’espressione seccata e quando guardò di nuovo il campo, scoprì che tutti avevano smesso di allenarsi e che Ton lo stava fissando prima di gridare ad alta voce.

«Chon! Andiamo a comprare l’acqua insieme. Ho sete! Andiamo un attimo. È ora per la tua cena.» Quel suo gesto fece sentire Chonlatee meno stordito a causa del messaggio di Amp.

**********

Chonlatee uscì dal bagno con il pigiama e il buon umore grazie alla sua lozione profumata preferita. Intento ad annusare il profumo delle braccia e del corpo senza fermarsi finché Ton si mise a sedere sul letto, gli accarezzò i capelli e iniziò a parlargli in modo seducente.

«Non sei ancora soddisfatto? Devo prendere un coltello e tagliarmi il braccio?»

«Riesco a sentire il tuo profumo da quando hai aperto la porta del bagno. Sei sicuro di averlo messo dopo e di non averci fatto la doccia?»

«L’odore è così forte? Ton riuscirai dormire?» Chon abbassò la mano e si ritirò in un angolo del letto. Era preoccupato che l’odore intenso del prodotto avrebbe reso Ton insonne. Non aveva pensato che magari non a tutti poteva piacere quel profumo e si annusò di nuovo con attenzione prima di vedere se la sua mano aveva preso il lenzuolo.

Tuttavia, la risposta di Ton gli fece tirare un sospiro di sollievo.

«Vai a dormire. Spegni le luci, ho sonno anche io!»

Chon giaceva dall’altra parte del letto e non molto tempo dopo sentì la voce di Ton fare una domanda.

«Ti piace dormire dandomi le spalle?»

«Cosa c’è che non va? Sono solo sdraiato su di un fianco. Inoltre, come fai a saperlo? Ton tu dormi voltato verso di me o cosa?»

«Ehm… a volte. Ma quasi ogni volta che mi giro, ti vedo nella stessa posizione tutta la notte.»

«Ma a te piace sempre mettere le mani e i piedi su di me. Ogni mattina il tuo corpo è troppo pesante che sento il mio intorpidito.»

«Preferiresti dei letti separati?»

«Non voglio causare altri problemi. Vai a dormire. Non hai detto di essere assonnato?»

Quello era stato l’ultimo avvertimento di Chonlatee. Le luci erano state spente e guardò il pannello dietro Ton che si sdraiò lentamente. Era abituato all’aria calda mescolata a quella del condizionatore. Il debole profumo sul suo corpo prevaleva su quello di Ton, ma poteva ancora annusare la persona accanto a lui.

A pensarci bene… le persone spesso dicono che si sono innamorate a causa dell’odore reciproco. 

Forse era vero perché in quel momento Chon era affascinato dal piacevole e fresco profumo che gli stuzzicava la punta del naso.

«Non mi ha fatto male, non ho sentito niente quando ho visto Amp.»

Non appena calò il silenzio tra loro, improvvisamente Ton parlò con frasi molto concise.

«È una buona cosa?»

«Forse si. Devo solo ricominciare da capo con qualcun altro.»

«Non la ami più?»

«Non so cosa sia l’amore. Sono stato con Amp per così tanto tempo che non so come iniziare di nuovo. Non credo nell’amore di nessuno.»

«Se ami qualcuno allora di sicuro troverai il modo per sentirlo. Smettila di pensare troppo. Dormiamo.»

«Hai mai avuto un qualcuno? Perché parli come se capissi cos’è l’amore?»

«No, non ancora. Ma so cos’è l’amore.» Chon chiuse gli occhi quando il sonno cominciò a colpirlo. Anche se mostrava segni di sonno, non riusciva ad addormentarsi perché non era abituato a quel finale. Gli piaceva Ton e dopo essersi avvicinato a lui si era innamorato. Voleva averlo, ma aveva anche cercato di controllare i sentimenti nel suo cuore. In qualche modo alla fine aveva dovuto sistemare le cose da solo.

«Non hai mai avuto un amante, ma sai amare… puro egoismo.»

L’amore è solo amore anche se quella persona non ti appartiene.

Respiri regolari risuonarono nelle sue orecchie mentre chiudeva gli occhi. Era come se tutto intorno a lui si fosse calmato e rimaneva solo un odore molto gradevole che poteva far innamorare le persone l’una dell’altra. Quando si era in una relazione a volte non si sapeva quando ci si era addormentati.

Quando ancora Chon era semicosciente sentì un calore avvolgerlo, come se il petto di qualcuno si stesse avvicinando a lui. Sentì prima i suoi bicipiti venire delicatamente stretti e poi un respiro caldo seguito da una voce dietro la nuca proprio vicino le sue orecchie. Aprì immediatamente gli occhi e scoprì che l’intera stanza era al buio, ma la strana sensazione  nel suo corpo gli diceva che quello non era un sogno.

Nelle sue orecchie risuonò un lieve gemito e sentì una carezza che prese a scendere, ma che in quel momento non si fermò in un punto e continuò spostandosi dal suo braccio e scivolando giù lungo la sua vita. Chon ansimò e trattenne il respiro.

«Così piccolo. Perché in questi giorni hai un sapore migliore del solito?»

«Ton non riesci a dormire perché il profumo della crema è troppo forte?»

La mano di Ton che era scivolata verso il basso e si fermò di nuovo sul suo braccio.

«Anche la tua pelle è morbida e liscia. Voglio provarla.»

L’intero corpo di Chon si congelò quando le mani calde di Ton si fermarono sul suo grembo. In un secondo tornò cosciente e tutto intorno a lui era diventato chiaro. Anche se le sue emozioni erano completamente instabili, Chon era sicuro di non sognare. Ton gli infilò la mano nei pantaloncini e prese ad accarezzare la sua esile coscia.

Immediatamente Chon si voltò mentre una sensazione di forte pericolo seguita dal bisogno di fuggire iniziò a farsi strada dentro di lui. Riuscì a girarsi e vide che figura alta era in quel momento sopra di lui. Anche se con in volto un’espressione sorpresa, Ton continuò a mantenere le sue mani appoggiate sulle sue cosce di Chonlatee.

«Ton cosa stai facendo? Ton… Ton perché mi stai toccando la coscia?»

Ton tirò immediatamente indietro la mano che era stata posta sulla coscia. Sembrava che la sua coscienza fosse appena tornata. I suoi occhi si aprirono e guardando nell’oscurità, aggrottò leggermente le sopracciglia con un viso pieno di confusione.

«Non lo so… avevo voglia solo toccarla un po’. Scusami se ti ho spaventato.»

« … Cosa farai adesso?»

«Ehm… non ho pensato a cosa fare.»

Ton si alzò, scese da sopra Chonlatee e si fermò in fondo al letto con un’espressione esitante. Chon lo sentì sospirare piano e subito dopo Ton uscì dalla stanza lasciando Chon in preda al panico e allo stupore per quello che era appena successo.

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