NOT ME – CAPITOLO 21

Il mio passato, il tuo presente

Sean mi pulì e mi cambiò i vestiti prima di fare la doccia e cambiarsi. Dopo aver finito, Sean si sdraiò accanto a me, mi girò, mi abbracciò forte e si sdraiò come al solito. 

«Non ci sarà un secondo round, te l’ho detto prima.» Bloccai le intenzioni dell’uomo più alto. 

«Ehi, io non ho fatto niente.» disse Sean sorridendo dolcemente con le sue labbra rosso fragola. Lui sapeva di dover fare attenzione, altrimenti non ci sarebbe più stato niente di me da mangiare. 

«Allora lascia perdere, voglio dormire.» gli dissi e tirai forte la mia coperta. Sean voleva ancora prendermi in giro, avvolgermi come una mummia e stringermi più forte. 

«Soddisfatto?» chiese. 

Di chi è questo fidanzato così spudorato? 

«Per ora sono soddisfatto.» dissi sarcasticamente.

«Allora dormi bene.» disse Sean e mi baciò sulla tempia. 

«Sogni d’oro.» risposi a Sean. 

«Sogna anche me.» Sean disse stuzzicandomi, stava ancora sorridendo silenziosamente. 

«Non sei ancora morto. Come faresti ad entrare nel mio sogno?» 

«Troppo audace, eh? Ti senti abbastanza forte per un’altra guerra?» Non c’era bisogno di dirlo, Sean cercò di avvolgermi, facendomi urlare. 

«Sto solo scherzando… Stavo solo scherzando! Calmati Sean…!!!»

«Mai!!!»

Ogni volta che faccio sesso con lui, sono sempre talmente stanco da non avere più energie. La prossima volta non mi arrenderò! 

**************************

Mattina 

Sean ed io andammo all’università insieme come al solito. In quel momento, Sean stava guidando una macchina, non una moto perché sapeva che la mia condizione fisica non era assolutamente in condizione per sedersi sul retro della sua moto. Ad essere onesti, quasi non volevo andare a lezione, ma dovevo farlo perché la nostra vacanza era appena finita. 

Quando entrammo nel campus, dopo aver parcheggiato la macchina, vidi Sean premere e scrivere ripetutamente sul suo cellulare lungo la strada. Mi trattenni dal chiedere. 

«Sean. Con chi stai messaggiando?» 

Diavolo, è più popolare di Casanova. 

«Perché? Vuoi controllare?» Si voltò, l’angolo della sua bocca sorrideva. 

«Posso occuparmene io allora?» Allungai un po’ il collo. «Se sapessi che stai parlando con un’altra ragazza…» Sean mi guardò e mise il telefono in tasca. 

«Cosa faresti?» Mi sfidò e io alzai le spalle. 

«Non farò nulla. Anche io ho intenzione di trovare nuove persone con cui parlare. Il solo pensiero di giocare con due persone è sufficiente. Una è Gram e l’altra è Yok.» 

Anche se stavo solo scherzando, Sean fece subito una faccia seria e seccata come se fosse mio padre e io avessi fatto qualcosa di male.

«Ho parlato con entrambi. Hanno detto che ci avrebbero aspettato in mensa. Se ti becco a tradirmi con loro, cambierò idea, ti prenderò e ti rinchiuderò, baby.» Il suo viso mostrava che non stava affatto scherzando. Sentii un brivido correre lungo la schiena. 

Ma non mi arrenderò così facilmente, mi opporrò! 

«Le cose che fai, perché non posso farle anche io?» Alzai un sopracciglio. 

«Non ho ancora fatto nulla.» La voce di Sean ripeté di nuovo con calma. Poi prese il cellulare dalla tasca e me lo porse: «Baby vuoi controllare?» 

Uh… sei così carino.

«No. Se dici che non l’ha fatto, ti credo.» Non volevo scoprire qualcosa che non andava e perdere tutto. Dannazione… in passato parlava con un sacco di ragazze, non volevo più pensarci.

Sean mi guardò solamente, poi rimise il telefono nella tasca dei pantaloni come prima. Lo guardai direttamente e gli dissi: «Non ho mai avuto un ragazzo o una relazione seria. Quando parlavo con altre persone e le beccavo, alla fine piangevo e basta. Ma che altro potevo fare?»

Sean rimase in silenzio ad ascoltarmi.

«Ma prima di fare qualsiasi cosa, ricordati dei miei sentimenti, ok? Perché se lo farai, ne sarò devastato.»

Gli parlai con un’espressione seria e anche dal profondo del mio cuore. Se perdi tutto, perdi tutto. Niente sembrava mi appartenesse. Il mio cuore apparteneva a lui, così come il mio corpo, era tutto suo. Non c’era niente che potessi fare al riguardo se non parlarne francamente con lui. 

«Non ho intenzione di farti del male, baby. Ad essere onesti, non sono un ragazzo promiscuo. Ho sempre pensato che se avessi avuto una relazione seria, ci sarebbe stata una sola moglie. Baby, non sei un’amante, ma mia moglie.» Era il mio turno di tacere. Sentivo che il calore si stava diffondendo sulle mie guance, così dovetti chinarmi per evitare il suo sguardo. 

«Abbi solo un po’ di fiducia in me, dai…» Sean si chinò per guardarmi negli occhi, perché sapeva che stavo evitando il suo sguardo, ma probabilmente voleva che ci guardassimo entrambi, così mi voltai verso di lui e annuii. 

«Um… Mi fido. Non deludermi.» 

«Non ho intenzione di farlo.» Sean disse e mi prese la mano, tirandomi per camminare con lui. Non importava come ci avrebbero guardato gli altri, pensavo che non ci sarebbe comunque stato alcun problema. 

Era quasi una normalità che due ragazzi si innamorassero nella nostra società. Quando Sean ed io andammo alla mensa, dove i nostri amici stavano già aspettando, Gram salutò rapidamente con voce gelosa. 

«Non c’è bisogno di camminare tenendosi per mano così a lungo, ok? Non c’è bisogno di rompere la mia fiducia così tanto!»

Chi vuole spezzare la tua fiducia? 

Non importava quanto Gram ci stesse schernendo ad alta voce, Sean non lasciò la mia mano finché non raggiungemmo il tavolo, poi ci dividemmo per sederci, lasciando andare la mano l’uno dell’altro. 

«Cosa vuoi mangiare? Vado a comprartelo.» Sean si girò per chiedermi. 

«Lascia che lo compri io, va bene.» risposi. Non volevo fare casini con Sean. 

«Non muoverti troppo.» Dannazione, ricordai il motivo e il mio volto si riscaldò. Mentre Sean lo diceva, Gram strinse la carta che aveva in mano e la sbatté sul tavolo tra Sean e me, facendo un forte rumore. 

«Ehi, ehi. Smettetela di ignorare la mia esistenza. Smettila di vantarti!» La faccia di Gram sembrava molto gelosa. 

Accidenti… Si comporta come un bambino che litiga per i giocattoli.

«Ignorarti? Mi sto occupando del mio ragazzo.» 

«Anch’io voglio prendermi cura del tuo ragazzo. Allora gli comprerò dell’acqua.» Yok, che era rimasto seduto in silenzio per un po’, improvvisamente si alzò per comprare l’acqua. 

«Allora andrò a comprarti del cibo. Sean, se vuoi qualcosa, puoi comprartelo da solo.» Gram scoccò qualche frase a Sean, poi sorrise e si alzò dopo Yok. Sean si limitò a fissare i due.

«Dannato seduttore.» sentii Sean dire in modo brusco. 

«Sean⁓ Tu puoi andare a prendere da mangiare. Lasciami fare la guardia al tavolo.» In effetti, non avrei mai pensato che un giorno avrei dovuto usare questo tono così dolce e imbarazzante con qualcuno, ma poiché Sean non parlava in modo brusco quando era con me, mi sentivo anche in imbarazzo a parlargli come prima. Ecco perché lo avevo chiamato in modo così intimo.  

«Bene.» Sean annuì, si alzò in piedi e andò a cercare qualcosa da mangiare. Così tirai fuori il mio telefono e aprii Instagram per cercare nuovi feed fino a quando vidi che Sean aveva postato una foto sul suo profilo il giorno prima e, vedendola, roteai gli occhi. 

Dannazione, aveva segretamente fatto delle foto mentre dormivo! E le aveva pubblicate con la didascalia: [Bella mogliettina. Hai l’età per mangiare e poi dormire…]

Cosa… Ho la tua stessa età!!!!! 

Molte persone gli avevano messo mi piace, raggiungendo le migliaia. Pazzesco. Anche il numero di commenti era molto grande. Anche Gram e Yok avevano commentato brevemente. 

[Gram: Aspetta un po’ e sarà la tua ex-moglie.]

[Yok: Fanculo.]

Sean aveva ignorato i commenti dei due ragazzi senza rispondere. Ma sul suo profilo c’erano un sacco di ragazze che “urlavano”. Nella sezione commenti chiedevano per lo più perché fosse con sua moglie così presto, che stavano ancora aspettando, ecc… 

Nella foto, stavo dormendo e coprendo metà del mio viso con una coperta. Solo la mia fronte era visibile, i miei occhi chiusi, e le mie lunghe e folte ciglia sembravano quelle di una ragazza addormentata, così nessuno aveva chiesto perché Sean avesse un ragazzo o qualcosa del genere. Ma c’erano alcune persone che mi insultavano perché non ero carino. 

Grazie per il complimento. Beh, nessun uomo vuole essere carino. 

«Ecco qui. Riso fritto con pollo al basilico. Puoi mangiarlo?» Gram mise un piatto di riso davanti a me. L’odore del cibo risvegliò il mio appetito. All’inizio non avevo molta fame, ma quando il riso fu messo improvvisamente davanti a me, iniziai ad averne tanta. 

«Certo che lo mangio.» risposi e lo presi in mano. Gram era seduto a guardarmi e ridacchiava dolcemente, come qualcuno di buon umore. Pochi istanti dopo anche Yok e Sean tornarono al tavolo. 

«Ecco il tuo tè.»

Yok mi porse un bicchiere di tè al gelsomino, il che mi fece voltare e sorridere. 

«Ah! Non ho mai detto a nessuno che mi piaceva, come fai a saperlo?» Io ero quello a cui piaceva bere il tè al gelsomino che era freddo, ma non dolce. Era molto rinfrescante. Ma a Black non piacevano molto quel genere di cose. Non l’aveva mai assaggiato, ma quando lo avevo invitato a provarlo aveva cambiato faccia. Poi, da quando ero andato a studiare lì, non avevo mai ordinato quella bevanda. Se l’avessi bevuta regolarmente, Yok avrebbe potuto intuire che mi piaceva. Ma lì non l’avevo mai fatto, come faceva a saperlo? Se Yok non avesse detto la parola “tè”, avrei pensato che l’avesse comprato a caso, perché nell’altra mano aveva invece un bicchiere di acqua gassata. 

«Lo so e basta.» rispose e mi fissò in silenzio, facendomi improvvisamente sentire stranamente confuso… Non dirmi che il mio segreto è di nuovo rivelato… Ma Yok non è Sean. Secondo la sua personalità, se sapesse chi sono, mi darebbe sicuramente fastidio e direbbe che lo sto ingannando. Starà sicuramente pensando a qualcosa!? 

«Ah, mangia, mangia. Smettetela di parlare o faremo tardi per la lezione!» Gram zittì Yok. Per quanto riguarda Sean, non disse nulla, aveva solo preso tranquillamente un cucchiaio e una forchetta e rubato i fagiolini dal mio piatto. E Sean, anche questo ragazzo… Sa tutto… 

Non gli avevo mai detto che non mangiavo i fagiolini. Davvero non capivo a chi sia venuta l’idea di aggiungere fagiolini e mais al riso fritto. Il riso fritto con pollo al basilico doveva essere solo riso fritto con pollo e foglie di basilico.

«Cosa stai guardando, baby? Non hai mai mangiato i fagiolini prima, vero?» disse Sean quando mi vide guardare la sua faccia. 

«Sai troppo, eh?!» Incrociai le braccia, sarcasticamente. 

«Io so tutto. Se non so cosa piace a mia moglie, allora chi altro dovrebbe saperlo?» Sean mi prese di nuovo in giro. 

Oiii, comunque non posso discutere con te. 

Iniziai a chinarmi per mangiare il mio riso, ignorai l’uomo che aveva ordinato del semplice riso al pollo, ma che mi aveva aiutato a mangiare i fagiolini che aveva preso dal mio piatto. Dovevo davvero ammetterlo. Sean era così dolce, era sempre attento, interessato ai più piccoli dettagli su di me. Soprattutto quando avevo capito che sapeva che ero White, non nascondeva nemmeno la sua preoccupazione per me. Non capivo proprio come facesse a sapere tutto questo, era un dettaglio molto piccolo. C’erano cose che forse nemmeno mio fratello sapeva. 

Dopo aver mangiato andammo a lezione, naturalmente entrammo di nascosto perché eravamo quasi mezz’ora in ritardo. 

Pensavo che sarei stato rimproverato per il ritardo, ma il mio professore era addirittura 10 minuti in più in ritardo di noi, quindi non fummo rimproverati perché era venuto fuori che eravamo entrati prima di lui. Ascoltai la lezione, prendendo appunti seriamente. Sean, invece, aveva tranquillamente incrociato le braccia per ascoltare la lezione senza prendere appunti, mentre Yok dormiva e Gram sbirciava di nascosto l’iPhone sotto il banco, ridacchiando a causa di un video divertente. 

«Ehi, non stai studiando?» sussurrai a Gram.

«Questo video è così divertente, proprio come Lucky.» Gli avevo detto di studiare e lui, accidenti, mi aveva invitato con calma a guardarlo insieme. Ma quando Gram mi diede le cuffie, non rifiutai. Misi le cuffie e guardai i video con lui. Immediatamente mentre guardavo il video, non potei fare a meno di ridere. Quel Husky era assolutamente il tipo di cane più rumoroso che io avessi mai visto. Abbaiava molto forte e poi scattava indietro ogni volta che il suo padrone lo rimproverava. Mentre guardavo e ridevo, Gram mi parlava del suo cane. 

«Ti ricordi? Ogni volta che tornavo a casa tardi, lui teneva il broncio. Litiga anche con me in questo modo.»

«Ricordo. Il tuo cane è testardo, sta sempre a litigare.»

«Il mio cane è carino come me.» Gram si elogiò in modo sfacciato. 

«Non solo è testardo e aggressivo, è geloso quanto te.» dissi. Gram fece subito una faccia imbronciata e infastidita. 

«Non sono affatto quel tipo di persona.»

Ecco, ha detto che non è così, ma ora sta litigando.

«Ahh…» allungai la voce. 

«Mi piaci davvero.» Gram aveva improvvisamente detto che gli piacevo, la cosa strana era che non sentivo nulla e mi sentivo normale, per nulla imbarazzato dalle sue parole. Così diverso da quando l’aveva detto Sean. Anche se lui non diceva apertamente che gli piacevo, spesso flirtava di più e mi prendeva in giro, ma ogni volta che lo faceva, mi imbarazzava.

Quando parlavo con Gram, Sean non sembrava troppo felice e cominciava a cercare dei modi per attirare un po’ la mia attenzione. Mi ero seduto tra loro due e Yok si era seduto di fianco a Gram. 

L’uomo più alto appoggiò la testa sul mio braccio, dopo che mi voltai a guardare, Sean allungò immediatamente la mano per afferrare la mia sul banco. La mano strofinò il dorso della mia mano giocando avanti e indietro felicemente, ma non disse nulla. 

Anche se Sean non lo diceva, sapevo anche che non gli piaceva che io prestassi più attenzione ad altre persone. Perché, dopo tutto, ero il suo ragazzo. Permetteva solo a Yok e Gram di flirtare con me, ma non voleva che facessero cose folli alle sue spalle. Inoltre, un giorno, quando la verità verrà svelata, potrei non piacere più a loro due.

Non credo di piacere a Gram… Gli piace mio fratello, ma ancora non sa che non sono lui. 

Tutto quello che Gram diceva che mi piaceva era quasi tutto quello che piaceva a mio fratello. Si ricordava quasi tutto. Ma non riusciva a capire la differenza tra me e lui. Non era affatto strano, perché la faccia di Black e la mia erano esattamente uguali, non c’era alcuna differenza. 

Sono molto scettico. Ma Sean lo sa fin dal primo giorno, no? 

Mi tolsi le cuffie e le restituii a Gram, poi mi voltai per parlare con Sean. Nonostante avessi visto un accenno di tristezza negli occhi di Gram, avrei dovuto rivolgere di più la mia attenzione a Sean… Perché era lui il mio fidanzato. 

«Sean, posso chiederti una cosa?» sussurrai dolcemente in modo che solo noi due potessimo sentire, lui mi guardò. 

«Cosa?»

«Come si fa a capire la differenza? Come puoi vedere la differenza tra me e Black? Come fai a sapere che non sono lui?» La mia voce era così bassa che fece accigliare Sean. 

«Non riesco a sentirti. Parli troppo a bassa voce, baby.» Afferrai il suo collo e gli feci abbassare la testa, in modo che fossi vicino al suo orecchio. Le sue mani erano sulla mia vita e mi accarezzavano dolcemente, cercando di ascoltare la mia domanda. 

«Uh…» alla fine rispose quando sentì chiaramente quello che avevo detto. 

«Come?» chiesi di nuovo. 

«Beh… Così.» Sgranai gli occhi dopo aver sentito la sua risposta. Sean mi guardò negli occhi. «Visto che mi piaci da così tanto tempo, come potrei non saperlo? Ah… Penso fosse molto tempo fa.» 

«Ci siamo già incontrati prima?» Mi accigliai un po’ e Sean scosse la testa, sorridendo. 

«Non mi hai mai incontrato. Ma io ti ho visto e osservato tutto il tempo.» 

«Umm… Mi hai visto?» 

«Sì.» Sean annuì. 

«Dove?» Strizzai gli occhi verso di lui: «Non dirlo in sogno, ti picchio davvero!!!» Lo minacciai per primo. 

Non so se si prenderà gioco di me o non mi dirà la verità… 

«Ovunque tu vada, ci sono anch’io.» Si mise a ridere. 

«Sean, sei uno stalker pervertito?» Non potevo davvero fare a meno di chiedergli: «… Che razza di scherzo è questo? Seguirmi ovunque io vada? Non posso crederci.» 

«Mmh, qualcosa di più di un fanboy.» disse Sean con una risata. 

«Huh!!!» allungai la voce. Quel giorno, quando mi aveva chiesto di essere il suo ragazzo, aveva anche portato una rosa rossa. Non sapevo come facesse a sapere che mi piaceva, perché a Black non piacevano i fiori. Mio fratello diceva che non avevano senso, i fiori erano adatti solo per le ragazze, non per i ragazzi, a quanto pareva. Ero così confuso nella mia mente. Sean, sapeva davvero tutto di me. 

«Ti ho seguito per così tanti anni, come può piacermi qualcun altro?»

Meeeeh. Mi mette sempre in imbarazzo! 

«Basta. Basta parlare. Concentrati sullo studio.» Spinsi il braccio di Sean che era intorno alla mia vita e continuai a prendere appunti. Anche se sapevo che mi stava fissando, potevo solo fingere di non saperlo e non voltarmi. Non sapevo perché, ma era troppo imbarazzante. 

Dopo la lezione, noi quattro lasciammo la classe insieme, ma un compagno di classe ci corse incontro e disse che il professore stava cercando Sean, quindi aveva dovuto separarsi e andare da solo per primo.

«Allora baby, vai con Gram.» mi disse Sean. 

«Sì, va pure dal professore. Ti aspetto.» risposi. 

«Non devi preoccuparti. Posso prendermi cura di lui.» Gram allungò il tono e guardò volutamente Sean con occhi sornioni. 

«Certo.» Non alzò nemmeno le sopracciglia. 

«Lasciate che ve lo dica.» disse Sean, indicando le due persone: «… Anche se permetto a voi due di inseguire il mio ragazzo, sappiate anche che mi fido molto di voi come amici.» Sia Yok che Gram rimasero in silenzio. Ma guardavano tutti Sean con facce serie, come se fossero d’accordo con lui anche se non si dicevano nulla. 

«Non rendermi triste. Non tradirmi.» Dopo che Sean finì di parlare e mi diede una leggera pacca sulla spalla, si allontanò per andare dal professore. 

Guardai la figura alta da dietro ed ero un po’ preoccupato. Non volevo che Sean pensasse troppo. Anche se era assolutamente impossibile che Yok e Gram potessero flirtare con me, dopotutto dovevo essere più attento e prudente. Non volevo far star male Sean. 

«Allora sediamoci e aspettiamolo.» suggerì Gram. 

«Dove?» chiesi. 

«Merda, ci sono pochi posti a sedere sotto l’edificio della facoltà. Non dovrebbe esserci molta gente in questo momento.» suggerì Yok. 

«Ma se tardiamo, ci sarà sicuramente molta gente.» 

«Ok, ok. Quindi possiamo aspettare fino ad allora.» Noi tre aspettammo Sean sulla panchina sotto l’edificio della facoltà su richiesta di Yok. Durante quel momento, parlammo come se non fosse successo nulla. Ero una persona abbastanza brava a non far sentire a disagio chi mi circondava quando era con me. 

«Voglio chiedervelo seriamente. Non state pensando di trovare qualcuno da conquistare davvero?» chiesi.

«Lo sto facendo. Ti sto corteggiando.» Gram rispose con un sorriso molto dolce. 

«Quando crescerai? Lo riferirò a Sean.» Yok scherzò. 

«Non fare così, è uno scherzo.» Scossi la testa: «Sei troppo bello, Gram. Sei ancora single fino ad ora, perché non trovi qualcuno da amare.» 

«Sei tu la mia anima gemella*, non ti lascerò andare.» Gram mi guardò dritto negli occhi e dopo un breve momento di silenzio aggiunse: «Dico sul serio, carne alla griglia.»

*(N/T: è un gioco di parole tra anima gemella e carne alla griglia, in thailandese hanno una pronuncia simile.)

Yok rise alle parole di Gram, e non potei fare a meno di ridere anch’io. 

«Dannazione. Mi prendi in giro?»

«Un po’, è la mia natura.» Gram rise felicemente cercando di farlo come al solito, ma potevo sempre capire che Gram cercava di nascondere qualcosa. Per quanto riguarda Yok, anche lui non disse molto, solo sputando qualche parola per prendere in giro Gram di tanto in tanto. Ma dal profondo del suo sguardo, quando ci guardavamo per caso, potei vedere Yok che si lamentava di me con un pizzico di senso di colpa. Anche se quel sentimento sarebbe scomparso rapidamente. 

Vedendoli così, anche un bambino di tre anni avrebbe capito che entrambi stavano nascondendo qualcosa nel loro cuore, ma sembrava che non avessero davvero intenzione di dirlo. 

Stare in questa situazione è davvero stancante. 

Lo squillo del mio telefono interruppe la nostra conversazione. Tirai fuori il mio cellulare. Quando vidi il nome del chiamante, mi girai inconsciamente a guardare Yok per un po’ prima di rispondere alla chiamata. 

«Pronto?» 

[White, dove sei?] 

Era P’Dane, l’ex ragazzo di Yok.

«Seduto sotto l’edificio della facoltà.» risposi in modo brusco, così P’Dane chiese immediatamente. 

[Con Yok?] Sembrava sapere che stavo facendo il maleducato di proposito, in modo che gli altri non sospettassero nulla, così continuai a parlare con P’Dane in modo informale. 

«Sì.» confessai. 

[Aspetta un attimo, vengo a cercarti. Ma davanti a loro, va bene se parli come il mio amico. Dopo tutto, sei Black, non te stesso.]

«Ah…» P’Dane riattaccò dopo aver sentito la mia risposta. Ero anche un po’ sorpreso, non capendo perché P’Dane fosse venuto a trovarmi. 

«Chi ti ha chiamato?» mi chiese Gram. 

«Non ti impicciare.» disse Yok. 

«Non vuoi saperlo?» Gram alzò un sopracciglio e chiese a Yok. 

«Lo voglio.» Yok rise così forte che i suoi occhi si strinsero. 

«Eh, allora qual è la differenza? Sei un ficcanaso anche tu.» rispose Gram. 

Continuarono a discutere tra di loro, ma non fino a quando colui che aveva chiamato e che volevano conoscere, apparve di fronte a noi. Quel giorno, Dane indossava una camicia verde scuro, in contrasto con la sua pelle bianca, dei jeans di colore scuro che si adattavano perfettamente al suo corpo, ma la camicia che indossava era lunga fino al ginocchio sopra i pantaloni. Più allentata era la camicia, più piccolo sembrava il corpo di P’Dane, inoltre i primi bottoni della sua camicia erano sbottonati rivelando le sue clavicole. I suoi capelli neri che erano spettinati e disordinati in ogni modo, sembravano ribelli, proprio come il suo stile. 

Oggi P’Dane sembra sexy e casual. Yok guardò P’Dane, stordito per un momento, il suo viso iniziava a sembrare arrabbiato. 

«Perché diavolo sei venuto?» borbottò imprecando, ma lasciando volutamente che P’Dane lo sentisse. 

P’Dane era ancora più provocatorio. Si avvicinò e si sedette accanto a me.

«Vuoi sapere perché sono venuto?» Alzò un sopracciglio e chiese a Yok. 

Yok non rispose, si limitò a fissarlo. 

«Chiedilo a tuo padre.»

Whoa! P’Dane è appena arrivato e la guerra inizia già da ora come al solito! 

«Tu, bastardo. Fai attenzione o te lo leccherò finchè non sarà duro.» Le dure parole di Yok mi fecero arrossire, raramente usavo parole così volgari. 

«Non ho mai visto la tua capacità di fare quello che dici.» P’Dane sorrise di rimando. 

«Vuoi provare un’altra volta? Non ho ancora dimostrato pienamente le mie capacità.» Yok si spinse la lingua contro la guancia mentre guardava Dane con occhi come se volesse mangiarlo crudo. 

«Sono un umano, non un tester. Come puoi provarlo gratuitamente?» P’Dane rispose ancora a Yok con un’espressione che non era minimamente pietosa, impaziente. Cominciai a sentirmi a disagio insieme a Gram. 

«Posso anche pagarti.» 

Ok, partita finita… Yok è davvero crudele. 

Il viso di P’Dane divenne improvvisamente spaventoso subito dopo aver sentito Yok fare un commento denigratorio. Pensai che ci sarebbe stata sicuramente una rissa se Yok non si fosse fermato. 

«I soldi non possono comprarmi.» disse P’Dane con disinvoltura. 

«Davvero?» chiese Yok inarcando un sopracciglio. 

«Beh, se non è abbastanza…» 

Guardai il comportamento di P’Dane. «Dane. Sei venuto a cercarmi per qualcosa?.» Cambiai velocemente argomento prima che Yok e P’Dane litigassero più di così. 

«Mi mancavi. Non posso venire da te?» P’Dane si voltò a guardarmi.

«A qualcuno come te mancano anche le altre persone?.» Yok sorrise debolmente. «…Pensavo ti ricordassi solo di te stesso.» 

Maeeehh, che diavolo stanno facendo questi due ragazzi! 

«Ricordati. Proprio come quando sono con te, mi mancano sempre le altre persone.» 

«Maledetto Dane!»

Yok sbatté il pugno sul tavolo e si alzò. 

«Cosa?!» P’Dane non mostrò alcuna debolezza e si alzò. 

«Ehi, quanto duramente avete intenzione di litigare?! Dopo aver rotto, gli altri possono fare quello che vogliono! Perché vi insultate a vicenda? O i vostri cuori si stanno ancora facendo pressione l’un l’altro? Siete degli hardcore che amano i dolci senza zucchero? Francamente state solo flirtando tra di voi.» 

Gram sicuramente non riusciva a trattenere tutto, così disse tutto questo con un lungo sospiro. Proprio così, Yok e P’Dane si sedettero immediatamente con un lungo sospiro, senza guardarsi l’un l’altro.

«Ehi, ho tanta sete. Aspettatemi, vado prima a comprare dell’acqua.» 

«Gram, vieni con me.» Totalmente incapace di sopportare quell’atmosfera tesa, decisi di trascinare Gram a comprare l’acqua con me. Anche se sembrava confuso, anche lui accettò di alzarsi e seguirmi. Mentre camminavo con lui, pensavo a molte cose. Sospettavo che Gram non avrebbe parlato o scherzato con me, così aprii la bocca e gli chiesi di parlare. 

«Tu… Come sta Lucky ultimamente?» 

«Ancora in salute, mangia molto.»  

«Ti piace mangiare come un ragazzino*?» Stavo scherzando, ma Gram si limitò a sorridere e mi diede una breve risposta. 

*(N/T: nel capitolo 18 viene chiamato così da Black.) 

«Sì, ma non ho mangiato molto ultimamente.» Quando Gram cadde in quello stato come se avesse mille pensieri nel suo cuore, non sapevo cosa fare, ma cercai comunque di migliorare le cose. 

«Ora che ci penso, voglio venire a dormire a casa tua di nuovo. Voglio mangiare noodles istantanei alla porta del 7-Eleven con l’aria fresca e i cani carini.» Guardai poi in silenzio Gram sperando che mi seguisse come al solito. Non solo Gram non lo fece, ma improvvisamente smise anche di camminare, facendomi fissare con sorpresa: «E tu?» Gram continuava a non rispondermi. Si comportava come una persona confusa che non sapeva cosa dire. 

«Gram?» Lo chiamai di nuovo. 

«Niente.» Infine, sorrise con riluttanza ed evitò la mia domanda. Feci un respiro profondo. 

«Penso che dovremmo trovare un posto tranquillo per parlare. Dobbiamo chiarire.»

Alla fine, io e Gram trovammo un posto vicino al bancone dove avevo comprato dell’acqua. Comprammo un bicchiere di tè verde, bevemmo qualche sorso, ma non sembrava conoscerne il sapore. 

«Comunque, me lo puoi dire? Cosa c’è che non va?» Iniziai io per primo: «Sei una persona che di solito parla molto. Lo sai anche tu, vero? Quando diventi così, significa che hai qualcosa nel cuore. Perciò, ti prego, non mentire dicendo che non hai niente in mente.» 

Quando mi vide dire questo, Gram mise le mani sulle ginocchia, abbassando leggermente la testa. Poi cominciò ad esprimere i propri sentimenti. 

«Non so cosa sto facendo.» 

Lo ascoltai in silenzio e con attenzione.

«Non so perché sto facendo queste cose. Quando lo scoprirò non importa, probabilmente continuerai ad amare Sean.»

La confessione di Gram mi rese un po’ triste. Anche se non avevo altri sentimenti verso di lui, non potevo nemmeno essere felice di vedere qualcuno triste. Quando vidi Gram triste in quel modo, avrei voluto solo dire la verità. 

Ma il problema era che Black era scomparso e nessuno sapeva quando sarebbe tornato. Sean diceva che c’erano molte cose che avrei saputo una volta tornato mio fratello. Aspettavo che questo accadesse per poter sistemare le cose. 

«Gram, io… Voglio tirarti su il morale.»

«Non c’è bisogno, non c’è bisogno di confortarmi… Non ce n’è bisogno.»

Non sapevo cosa dire.

«Se mi consoli, è solo un conforto, ma la realtà non cambierà.» Gram mi guardò negli occhi. Era la prima volta che vedevo un’espressione e uno sguardo così serio da qualcuno come lui. Di solito era sempre allegro e si comportava come se non fosse successo niente di brutto nella sua vita, anche se sapevo che nascondeva molte cose.

Avevo appena scoperto che in momenti come quello, quando l’umore di un ottimista diminuisce, anche il sentimento della persona accanto comincia a farlo. 

«Mi dispiace solo per me stesso. Sapevo fin dal principio che qualsiasi cosa avessi fatto… Stavo solo ingannando me stesso. Non importa quanto ti abbia persuaso, ma tu non hai sentimenti per me. Ti perderò comunque.» 

Continuai a rimanere in silenzio.

«Persino io so che questa è una stronzata, ma sono troppo debole, non ho il coraggio di tirarmi indietro e andarmene. Solo perché ho paura di non poter più vedere il tuo viso. Questo è tutto.»

«Se un giorno, scopri qualcosa, puoi odiarmi… Puoi semplicemente odiarmi.» dissi e poi sorrisi un po’, ma Gram si accigliò come se non capisse affatto. 

«C’è un motivo per cui dovrei odiarti? Non riesco a immaginarne la ragione.» 

«Prova a immaginare. Se qualcuno di cui ti sei sempre fidato, ti mente, la tratterai ancora bene e vorrai comunque amarlo o no?»

Non mi rispose.

«Sono davvero la persona che ti piace? Gram, guardami meglio.» Gram, confuso, roteò gli occhi: «Ti piace quando sono così o ti piacciono le cose che ho fatto in passato?» 

Feci delle domande per aiutarlo a vedere meglio il suo cuore. Cercando di dirgli che la persona che gli piaceva non ero io. 

«Ti piace qualcuno che è gentile con te e non ha mai bisogno di te. Oppure ti piace una persona rude e dal cuore tenero che ha bisogno di te quando è debole. Che tipo di persona ti piace?» Le labbra di Gram si strinsero mentre affrontava la mia domanda. Alzò gli occhi per guardarmi. 

«Ma non importa che tipo di persona. Quella persona sei sempre tu, Black.» 

«Pensaci, posso dirti solo questo.» 

Sembrava che io avessi lasciato un mistero nel cuore di Gram, ma in realtà sapevo solo un po’ più di lui. Sapevo solo che non ero Black e c’erano delle ragioni che non conoscevo che mi avevano portato a venire qui. Fino ad ora, tutto era un casino. Proprio come Gram, anch’io avevo bisogno di risposte. 

Tutto quello che posso fare ora è aspettare, giusto? 

La sera io e Sean tornammo a casa come al solito, ma non sapevo dove fossero andati Yok e P’Dane. 

Non posso contattare Dane, non so se combattono fino alla morte…

E Gram, sembrava troppo perso nei suoi pensieri, così non ci parlavamo quasi più. 

Ma oltre a dovermi preoccupare dei sentimenti di Gram, in quel momento anche il mio ragazzo mi preoccupava. Da quando aveva incontrato il professore, Sean aveva sempre fatto una faccia nervosa, non sapevo nemmeno cosa gli fosse successo. Non appena tornai al dormitorio, gli chiesi subito.

«C’è qualche problema, Sean?»

«Niente.»

«Mi nascondi di nuovo qualcosa?» gli chiesi. I miei occhi mostravano chiaramente sfiducia verso quella risposta: «Quanto ancora hai intenzione di nascondermelo? Non mi dici niente, vero? Sono soffocante.»

«Aspetta, questo non ha niente a che fare con te. È solo un mio problema.» Sean mi guardò dritto negli occhi. 

«Quindi… Riguardo al college? O l’insegnante ha chiamato perché c’era un problema con la lezione?» Sean scosse la testa alla mia domanda. 

«La mia istruzione non è un problema. I miei voti sono tutti buoni, ma forse è perché sono così buoni che ho questo problema.»

«Problema?» ripetei confusamente: «Perché?»

«Il professore mi ha chiesto aiuto per dare delle ripetizioni di inglese a suo nipote che deve sostenere il test IELTS per poter andare a studiare negli Stati Uniti dopo la laurea. Ma il problema è che il ragazzo è terribile in inglese, non ha mai superato l’esame IELTS. Se non ce la fa questa volta, probabilmente non verrà accettato all’università.» 

«Allora aiuterai il professore, vero?» Gli diedi una pacca sulla spalla: «Oppure anche tu non sei sicuro del tuo livello d’inglese?» Anche se lo avevo chiesto in quel modo, sapevo anche che il problema non era la conoscenza dell’inglese di Sean. Era molto bravo, si poteva anche dire che non era diverso da un madrelingua inglese. 

«Sono andato al campo estivo in America e ci sono anche nato. L’inglese non è un problema. È che non voglio fare da babysitter al nipote del professore, ma non posso neanche resistere perché una volta Yok e Gram si sono messi in un tale pasticcio che sono stati quasi espulsi. Sono stato io a chiedere aiuto al professore per risolvere il problema in modo da poter continuare gli studi. Ho un debito con il professore, quindi non posso rifiutare.» 

«Allora insegna. Essere in grado di condividere la conoscenza con altre persone è una buona cosa. O non vuoi insegnare gratis?» scherzai con lui, perché sapevo che la famiglia di Sean non era a corto di soldi.

«Anche i docenti pagano per corsi costosi.» 

«Allora fallo studiare con me, voglio più soldi.» stavo scherzando. Pure il mio inglese era abbastanza buono ed era anche simile a quello di Sean, perché mio padre mi portava nei campi estivi all’estero per risolvere i problemi di alloggio, vestiti, trasporto, ecc. quindi avevo dovuto praticare molto l’inglese. Oltre a studiare fin da bambino, l’università in cui ero entrato era anche un’università internazionale, quindi non era strano che io capissi l’inglese. 

«Ovviamente non puoi!» borbottò Sean. 

«Perchè?» 

Credo che… Dev’esserci qualcosa che lo fa sentire a disagio… Il mio sesto senso mi dice che c’è qualcosa in più.

«Sean…» Quando vidi che Sean era silenzioso, lo chiamai di nuovo. Infine, Sean disse brevemente: «Kumpha.»

«Cosa?» esclamai con sorpresa. 

«Il nipote del professore è Kumpha. Il professore non gli permette più di andare in una scuola speciale perché non poteva imparare nulla dopo aver pagato più di centomila baht. A volte non si preoccupa nemmeno di frequentare le lezioni.» 

«Il professore pensa che avendo la sua stessa età, forse gli farà scattare l’amore per l’inglese.»

«Kumpha è il figlio del proprietario del mercato Yu Charoen?» ripetei la domanda per avere conferma. 

«Sì.» annuì Sean. 

«Allora, dove insegnerai a quel ragazzo?»

«C’è un’alta probabilità che venga qui. Se non viene regolarmente, lo lascerò andare via piangendo.»

Vedere l’espressione feroce di Sean mi fece sorridere goffamente. Ma anche Kumpha sembrava malvagio. Dannazione, iniziai a pensare che di sicuro avrebbero fatto saltare in aria il dormitorio. 

Oh mio Dio, la mia vita si sta incasinando.

************************

POV di Gram 

Flashback

«Black, non hai davvero pensato di venire a casa mia e vivere con me?» 

«No.» 

«Perché?» 

«Vado a stare da Sean. Gli ho detto che sarei stato il suo compagno di stanza. Anche lui ha una stanza del dormitorio prenotata.» 

«Perché?»

«Ti avevo già detto che sarei andato da lui. Di cosa sei curioso, Gram? Sei sordo?» 

«So cosa vuoi dire, che starai con Sean. Ma quello che mi chiedo è perché deve essere sempre lui?» 

«A volte fa male anche me.» 

Fine Flashback

I ricordi di una mia precedente conversazione con Black mi balenarono nella mente. Erano  le 23 passate, ma giacevo con gli occhi spalancati, fissando stranamente il soffitto. A quanto pare era dalle 9 di sera che, dopo essermi fatto la doccia e vestito, mi ero sdraiato così.

Non lo so. Non riesco a dormire come al solito…

Stavo pensando alla storia di Black. Sia la nuova che la vecchia storia mi circondavano ancora come un fantasma, facendomi seguire le orme di Black e facendomi stare male così tanto che non riuscivo a scappare. Proprio come oggi, le sue parole mi avevano fatto entrare nel panico. 

«Ti piace quando sono così o ti piacciono le cose che ho fatto in passato?»

«Ti piace qualcuno che è gentile con te e non ha mai bisogno di te. Oppure ti piace una persona rude e dal cuore tenero che ha bisogno di te quando è debole. Che tipo di persona ti piace?»

«Che diavolo vuoi dire?» mormorai, arruffandomi i capelli con fastidio. 

Qualcuno che è gentile con te ma non ha mai bisogno di te al suo fianco o qualcuno con una bocca tagliente ma dal cuore tenero che ha bisogno di te quando è debole. L’ha detto come se avesse due personalità diverse. Allora perché venire a parlare e far pensare molto la mia semplice mente? 

«Haizz… Se non c’è molto a cui pensare in questo momento, va bene divertirsi tutto il giorno come facevamo da bambini.» borbottai tra me e me, poi chiusi gli occhi cercando di addormentarmi. Dopo alcuni momenti di stanchezza con un sacco di cose in corso, una buona notte di sonno mi spinse a dormire con un sogno nel profondo della mia mente… 

Flashback/sogno 

«Black!» Come al solito, abbassai la testa per invitare il mio compagno di classe. Anche se sapevo che ogni volta che giocavamo tra di noi, lui mi faceva male.

Black era un bambino molto arrogante e violento, amava far scappare piangendo gli altri bambini che giocavano con lui. 

Sapevo bene tutto questo, ma ero disposto a giocare con lui perché quasi ogni sera, potevo vederlo di nascosto. Vedevo sua madre picchiarlo e sgridarlo ogni volta che scopriva che usciva con il suo gemello. 

Mi sentivo molto male per lui, anche se non sapevo come fosse avere un fratello e una sorella, visto che ero figlio unico; ma quando avevo visto le lacrime su quel viso carino, non mi era affatto piaciuto.

Così ogni volta che vedevo Black da solo, andavo a giocare con lui, o durante la pausa pranzo o la sera mentre lui aspettava che sua madre venisse a prenderlo. Ma quel Black era silenzioso, mi sentivo strano e stavo per avvicinarmi per vedere quando abbassò la testa come se cercasse di evitarmi. 

«Cosa c’è che non va?» chiesi e trascinai la mia sedia vicino a lui. «No, non voglio giocare oggi. Vai dove devi andare, va via.» Quel suo tono che sembrava soffocante, mi fece sentire a disagio. 

«Ma voglio sapere perché Black deve chinare la testa. Mio padre dice che gli uomini che chinano la testa sono dei codardi.» Lo provocai di proposito perché volevo che mi guardasse. E funzionò molto bene, perché Black alzò la testa e mi gridò: «Non sono un codardo, ragazzino.» Rimasi scioccato nel vedere i lividi sulla faccia di Black e mi arrabbiai perché non sopportavo la vista. 

«Chi ti ha fatto questo?» Mi costrinsi a chiedere nel modo più calmo possibile. Ma Black incrociò le braccia e distolse lo sguardo. Sicuramente non sapeva quanto strettamente stavo stringendo i pugni in quel momento. 

«Quei due della classe più grande. Si sono arrabbiati quando ho provocato gli altri, così hanno trovato delle persone per vendicarsi contro di me.» Black scrollò le spalle: «Ovviamente volevano “giocare” con me.» 

«Spaventoso, chi sono?»

«Beh, i tipi di Tew. Ma non preoccuparti, li ho colpiti anche io, non aver paura che vengano da te. Io ti proteggerò.» 

Black mi abbracciò il collo, ma non sapeva…

Non sapeva cosa avrei fatto dopo.

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