TONHON CHONLATEE – CAPITOLO 6

La mattina dopo, Chonlatee si svegliò indolenzito e del tutto scoraggiato. La notte precedente aveva dormito malissimo. A voler essere precisi, non era proprio riuscito a chiudere occhio, assalito dal dubbio se in realtà Ton la notte scorsa fosse sveglio quando lo aveva baciato, o se invece avesse agito nel sonno, tipo sonnambulo. Chon ci aveva ripensato tutta la notte, rivivendo ancora e ancora quello che era successo… 

Loro si erano baciati, non un semplice bacetto, ma si erano scambiati un vero bacio da adulti, nonostante Ton lo considerasse solo un fratellino. Chon poteva ancora assaporare sulla punta della sua lingua il sapore dolce mescolato a quello aspro delle sigarette della bocca di Ton. Il ricordo suscitava in Chon una sensazione di conforto e di gioia, però incompleta, molto difficile da descrivere. Chonlatee non si sarebbe mai trovato a combattere quei costrantanti sentimenti se solo la notte prima non avesse cercato di rubare un bacio a Ton mentre dormiva.

«Ti sei svegliato molto presto.» Chon venne sorpreso dalla voce della persona stesa accanto a lui.

«Ah… T.. .Ton… ehm… bu… buongiorno.»

«Come mai improvvisamente balbetti?»

«Non è niente. Ton per caso hai sognato o sentito qualcosa di strano la scorsa notte?» chiese Chonlatee. In attesa di una risposta le sue mani sotto la spessa coperta inconsciamente strinsero forte il lenzuolo. Vedendo comparire l’espressione confusa e stupefatta sul volto di Ton, Chon era così spaventato che alla fine pensò di chiedere dei fantasmi. «Hai visto un fantasma?» Chon continuò.

«No, avevo talmente sonno che ho dormito come un sasso, solo… ho sognato che all’improvviso ti trascinavo a dormire con me e poi mi sono ritrovato a parlare con le radici dell’albero di mango.»

Chonlatee si sentì sollevato dopo aver sentito la risposta di Ton, prima di iniziare lentamente a inventare la sua storia.

«Ciò significa, ehm…»

«Chon, c’è qualcosa che non va?»

«Ecco… ehm… io… ehm.»

«Vuoi confessare qualcosa o che altro?»

«Non lo so.» Chon si coprì la bocca con la mano, in quel momento odiava davvero se stesso perché proprio non riusciva a smettere di balbettare.

«I tuoi occhi… sembra che tu stia nascondendo qualcosa.»

«Ah! È già mezzogiorno?» Chon cercò di cambiare argomento.

«Sono le sei.»

«Hai deciso a che ora partire?» Chon tentò di rimanere il più calmo possibile, cercando di non pensare a quello che era accaduto la scorsa notte, dato che molto probabilmente l’opzione migliore sarebbe stata quella di omettere la cosa a Ton, almeno per il momento.

«Prima devo finire di preparare le mie cose. Credo che partirò dopo pranzo. Stavo pensando se tornare prima a casa o andare direttamente al dormitorio, ma se torno al dormitorio sicuramente i miei amici saranno lì.»

«La prossima settimana anche io sarò lì. Però se ti senti solo Ton, puoi chiamarmi e io verrò a farti compagnia.» Chon desiderò prendere a schiaffi quella sua boccaccia perché improvvisamente, senza pensarci, aveva fatto quella strana proposta a Ton e col pensiero più volte si maledì da solo.

Sembrò proprio però che Ton diede tanto peso alle sue parola, diversamente da quello che pensava Chon, poichè si limitò ad annuire in silenzio e dopo essersi messo a sedere sul letto diede a Chon una pacca sulla schiena prima di alzarsi per andare in bagno, sempre rimanendo in silenzio. Chon si rilassò constatando che Ton non ricordava nulla della scorsa notte, ignorando completamente il fatto che loro due si erano baciati.

Chon così, riprese a essere felice perché poteva ancora sentire il sapore di quel bacio e delle dolci labbra di Ton.

Dopo aver finito di fare le valigie Ton accompagnò Chon a casa sua per salutare la madre di Chonlatee prima della partenza. Ton però non disse addio a Chon ma gli accarezzò solo la testa e, mentre scherzosamente arruffò i capelli del giovane amico, disse «Ti aspetto al dormitorio.»

Chonlatee rimase in piedi davanti a casa sua con lo sguardo fisso sulla macchina familiare che si allontanò fino a che non sparì completamente dalla sua vista. Dopodiché, si voltò e con molta grazia si incamminò verso casa. Una volta entrato vide sua madre lì in piedi guardarlo con occhi strani.

Sua madre sicuramente stava rimuginando su di lui e sembrava pronta a prenderlo in giro.

«Cosa c’è che non va mamma?»

«Chon, non sei andato a Bangkok.»

«Forse ci andrò presto, mamma.»

«Come? Hai fatto qualcosa al figlio dei vicini?» sua madre continuò.

«Non è così mamma!» Chon scosse la testa e si precipitò in casa ma sua madre, imperterrita, lo seguì e continuò ad esporre la sua teoria.

«Ma sei sempre stato con quel ragazzo negli ultimi giorni! Hai trascorso così poco tempo con me che ho quasi dimenticato la tua faccia.»

«Ton si sentiva solo… non riusciva a dormire bene.»

«Oh è così?» La madre di Chon pronunciò quella domanda con un tono chiaramente sarcastico. «Ton poteva restare a casa sua o continuare a rimanere al dormitorio con i suoi amici. Perché mai ha deciso di venire qui se aveva paura di non riuscire a dormire da solo? Molto strano.»

«Forse perché gli hanno spezzato il cuore, quindi voleva un cambiamento radicale.»

«Quindi ora sta tornando a casa o al dormitorio?»

«Non lo so mamma.»

Stanotte forse Ton dormirà da solo. 

Pensando questo Chon si sentì un po’ strano. Per lui era straziante immaginare Ton che dormiva da solo. 

Magari se stasera lo chiamo, forse riuscirò a far scomparire la sua insonnia. 

«Accidenti! Sto impazzendo.» disse a se stesso. Alla fine Chon scelse di andare a cercare un film da guardare per non parlargli più.

Chonlatee scosse la testa, concluse la conversazione con la madre e salì subito le scale. La voce di sua madre dietro di lui però, era ancora chiaramente udibile.

«L’intimità tra due persone è la cosa più potente che esista, specialmente nei giorni in cui una delle due ferita dall’amore. Se ho ragione, Ton in questi giorni è diventato dipendente dalla tua presenza e Chon, ti vorrà nella sua vita. Vedrai, ti chiamerà sicuramente stasera.» 

No, non sono io quella persona. Ton è ancora dipendente dalla presenza di qualcun altro… 

Chonlatee osservava pensieroso il panorama fuori dal balcone della sua camera da letto, guardando il cielo al crepuscolo. Guardò la casa dove aveva dormito per circa tre settimane. Sorpreso dalla constatazione che sebbene le loro case fossero vicine avevano un’atmosfera completamente diversa.

La casa di Ton era circondata da alberi e da un giardino con bellissimi fiori. Non era grande quanto casa sua ma era a due piani con il giardino intorno molto grande, rendendola adatta a essere definita una villa. Inoltre, lo aveva fatto sentire a proprio agio nelle settimane precedenti.

La casa di Chon era molto più grande e più moderna con alcuni piccoli alberi intorno. La maggior parte del giardino era ricoperto di erba e separata da quella adiacente da un alto muro bianco.

Mentre era ancora in piedi e assorto nei suoi pensieri, il suo cellulare iniziò improvvisamente a squillare facendo ritornare Chon alla realtà. Aprì la porta-finestra e una volta dentro la richiuse per impedire che l’aria fresca, prodotta dal condizionatore, fuoriuscisse.

Le gambe snelle camminarono lentamente, passo dopo passo, ma quando Chon lesse il nome del chiamante sullo schermo del cellulare, il suo cuore prese improvvisamente battere forte.

Ton non lo stava semplicemente chiamando; quella da parte sua era una videochiamata e a solo poche ore di distanza dalla loro separazione!

Alzò gli occhi dal telefono e scrutò la stanza dalle pareti rosa pastello che era disseminata da peluche e da molte altre cose carine come la collezione di figure Sanrio*. La sua stanza era rosa, cioè il suo colore preferito, non poteva rispondere alla videochiamata di Ton lì dentro.

*[N/T: l’azienda produttrice di Hello Kitty, My Melody etc.]

Dopo averci riflettuto per un istante, Chonlatee decise che il balcone era il posto migliore per parlare con Ton. Uscì immediatamente all’aperto e alzò il telefono che continuava a squillare.

Una volta cambiato ambiente accettò la videochiamata; pochi istanti dopo un paio di occhi acuti apparvero sullo schermo del cellulare.

«Molto lento.»

«Ero in bagno.»

«Ancora sveglio? Non sei a casa?»

«No, sono sul balcone.» Chon sorrise alla persona sullo schermo. Chon capì che Ton era nella sua stanza perché come schienale aveva un cuscino e quello stava a indicare che Ton era seduto sul letto.

«Qual è il problema? Come mai mi hai chiamato?»

«Volevo solo parlare… va bene?»

«Va bene, ma questo è strano.»

«Tsé! Anch’io mi sento strano. Non riesco a dormire, non ho nemmeno un po’ di sonno. Ma ora che ti vedo e che sento la tua voce, comincio ad avere sonno.»

«Oooooh… il piccolino si sente solo!» Chon lo prese in giro.

«Come osi chiamarmi piccolino, eh? Se solo fossi qui con me, la pagheresti cara! Hey Chon, ho appena notato che il tuo viso è molto bello. Ma non bello bello, direi più carino… come il viso di una ragazza.» Vide Ton aggrottare la fronte e avvicinarsi allo schermo.

«Molte persone dicono la stessa cosa. Ma alla fine, sono un bell’uomo.»

«A me sembri comunque carino. Sono felice di vedere la tua faccia, ora potrò andare a dormire e fare sogni tranquilli come prima.»

«Ehm! Buona notte.»

Non appena finì di parlare Ton riattaccò la chiamata lasciando Chon con una sensazione di disagio. Alla fine la previsione di sua madre si era rivelata esatta. Ton lo aveva chiamato prima di andare a dormire ma forse era perché il ragazzo più grande si sentiva solo, non perché era diventato dipendente da Chon.

All’improvviso, lo schermo del telefono nella sua mano vibrò di nuovo. Con una mano tremante Chon sollevò il telefono e vide una nuova notifica. Scoprì di essere stato nuovamente taggato da Ton.

La foto era stata scattata durante la loro videochiamata. Il viso di Chon riempiva l’intero schermo mentre quello di Ton appariva in un un piccolo angolo in basso a sinistra. C’era anche una didascalia.

“La prima foto insieme.”

Chon non ebbe nemmeno il tempo di premere mi piace o altro perché Nai, l’amico di Ton, aveva già commentato come al solito.

Nai: Nong è molto carino. #teamChon

Ton: l’hai detto a Yang?

Nai: Devo essere morto quando l’ho vista… Oh no! Non ho fatto testamento.

Chonlatee sorrise nelle leggere quella discussione. Mise un mi piace alla foto e poi tornò a sdraiarsi sul letto.

Stare su questo letto oggi dà una strana sensazione… forse perché nessuno sta dormendo accanto a me.

Era molto difficile per Chon smettere di pensare e cercare di ritornare a considerare il suo un amore unilaterale e impossibile. Non riusciva più a controllare il suo cuore quando erano insieme. Voleva fermarsi per non soffrire troppo ma non ci riusciva.

Proprio non riusciva a smettere di amare Ton. Nonostante si sforzasse di non pensarci, ricordava perfettamente tutte le attenzioni ricevute da Ton nelle tre settimane passate insieme. Questo però andava contro il suo intento, avrebbe sicuramente fallito se continuava a ripensare a loro due insieme ancora e ancora.

**********

«Hey tu… Fino a quando vuoi startene lì seduto con la testa tra nuvole? Guarda, il gelato si sta sciogliendo. A cosa stai pensando?» chiese Gam mentre erano in un café.

«Voglio che Ton sia la mia forchetta.»

[N/T: Fork si riferisce alla parola marito che significa guardia/protezione.]

Gam, che stava sorseggiando dell’acqua da una bottiglia, per poco non si strozzò quando le andò di traverso per lo shock nel sentire le parole dell’amico, facendo sì che tutti nel café si voltassero a guardarli.

«Hai sempre detto che ti bastava amarlo segretamente e che per te era abbastanza anche solo poter restare al suo fianco.»

«Quando ci siamo avvicinati, non volevo più lasciarlo andare… volevo trasformarlo in mio marito.»

«Allora vai, ti sosterrò sicuramente.» lo incoraggiò, prendendo un fazzoletto per asciugarsi il viso.

«Ma gli ho promesso di essere un buon fratello! E poi non gli piacciono gli uomini.» Chon ricordava ancora il giorno in cui, guardando il tramonto insieme, promise che sarebbe stato un bravo fratello.

«Sei sicuro di poterlo gestire?»

«Non so proprio come nasconderlo. Inoltre, condivideremo una stanza mentre saremo lì.»

«Davvero non sei ferito? Senti, potrei non avere alcuna esperienza con l’amore a senso unico, però credo di capire come ti senti.»

«Fa male ma è meglio che essere odiati. Sto bene con Ton. Voglio solo mantenere segreto quello che ho fatto. Non avrei mai pensato di arrivare a tanto.»

«Tanto… quanto?»

«Solo un bacio.»

«Oh mio Dio!» esclamò a bassa voce Gam, spalancando gli occhi per poi fissare incredula Chon. «Che tipo di bacio è stato?»

«Solo sfiorare leggermente le sue labbra, non è considerato un bacio, non è vero?» rispose piano mentre con le dita toccava le proprie labbra, rendendo la sua voce ancora più bassa.

Chon aveva detto la verità. Lui aveva solo sfiorato le labbra di Ton. Era stato Ton, delirante nel sonno, che aveva trasformato quel tocco leggero in un bacio profondo, divorando le sue labbra.

«Oh Chon! Pensavo che non avresti mai osato farlo, l’hai baciato di nascosto! Quindi non dovrebbe essere difficile rendere Ton tuo marito.»

«Sei pazza?! Smetti di dirlo. Un’altra cosa… a Ton non piaccio per niente.»

«A me pare che Ton si preoccupi molto di te, molte volte ti ha taggato e ti ha anche scattato delle foto per caricarle sul suo Facebook.»

«Beh, siamo come fratelli che giocano insieme.» Chon la interruppe.

«Ma segretamente ci speri ancora, dì la verità? Credi di darmela a bere?» Chonlatee le lanciò un’occhiataccia, odiando Gam per come lo conosceva così bene.

«Beh, lo spero davvero ma è solo una speranza.»

«Lo devi sedurre abilmente, dovrai farlo cadere nella tua trappola.»

«No, aspetta. Così perderò anche il suo affetto fraterno.»

«Al momento potrai avere da lui solo quello. Inoltre là avrete sempre molte persone intorno. Ecco perché devi essere abile, Chon. Devi flirtare con lui senza che le persone si accorgano che ci stai provando.»

«Preferisco usare il Nam Man Prai; è molto più facile.»

[N/T: Nam Man Prai è il termine usato per tutti i tipi di pozioni magiche a base di oli.]

«Mio padre conosce uno sciamano. Vuoi che gli chieda di presentartelo?»

«No grazie. Ma cosa significa flirtare con lui senza che lui lo sappia? Spiegati meglio.» Chonlatee si mise la maggior parte del gelato in bocca ma tutta la sua attenzione era su ciò che Gam stava per dire.

«Devi sfruttare le relazioni e le convinzioni di Ton. Avvicinati a lui come fai ora, continua come stai facendo. Prova a fare qualcosa che gli piace e in questo modo ti avvicinerai ancora di più a lui. Ad esempio, a ogni ragazzo piacciono le persone che si prendono cura di loro e, cosa più importante, non attaccare briga con nessuno e tantomeno non causare problemi.»

«Ma se non ho mai offeso nessuno!»

«Devi parlare e stare con lui ogni giorno finché non si sarà abituato. Quando scomparirai per un po’, lui sentirà che nella sua vita manca qualcosa. Alla fine, non importa quante donne gli ronzino intorno, non andrà in confusione e alla fine è te che sceglierà.»

«Ehm, non per contraddirti ma al momento già parliamo letteralmente ogni giorno.»

«Devi dimostrare a chi lui appartiene, dovrai eliminare tutti i nemici e sbaragliare la concorrenza!!»

Chon rimase seduto ad ascoltare attentamente quando venne sorpreso dall’improvviso urlo di Gam che lo fece sobbalzare, il suo gelato finì in parte sul tavolo e l’altra metà nella tazza, posta davanti a lui, con un sonoro splash! 

«Capisci quello che sto cercando di dire?»

«Uhm.» rispose Chon anche se avrebbe tanto voluto dire alla sua amica che non aveva capito nulla.

«Devi rendere Ton simile a te se vuoi davvero conquistarlo.»

«Facile a dirsi. Se avessi potuto farlo, lo avrei fatto molto tempo fa.»

«DEVI farlo. Ah già! Ho dimenticato una cosa. Devi cercare di renderlo geloso di te. Sii più carino e lascia che gli altri ragazzi vedano la tua dolcezza.»

«Perdonami, ma ci sono nato bello e carino.»

«Ma sentilo! Se non fosse per me, per la nostra amicizia di anni, non ti aiuterei con questo piano. Ascoltami bene, dobbiamo pianificare tutto con cura e nei minimi dettagli.»

«Spero proprio che il tuo diabolico piano non rovini niente.»

«Hey, guarda che ancora non abbiamo fatto niente di male. La prossima settimana andrai a  vivere nel dormitorio con lui. Mi assicurerò che tutto fili liscio.»

«Certo, le tue parole sono molto convincenti. Ma se poi faccio qualcosa di sbagliato e Ton mi odierà?»

«Credi in te stesso, Chon! Quando permetti a qualcuno di starti vicino di solito lo fai perché ti piace. Quando si renderà conto di quanto sei carino, scappare sarà l’ultima cosa a cui Ton penserà.»

«Non ne sono così sicuro.» Chon tirò fuori dalla scatola un fazzoletto e si asciugò la fronte coperta da piccole gocce di sudore anche se la temperatura all’interno del caffè era bassa; prese poi a ripulire il tavolo dalle macchie di gelato.

Il piano di Gam avrebbe funzionato?

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.