TONHON CHONLATEE – CAPITOLO 1

«Mamma!… Ton è single!»

«Perché stai urlando? Mi spaventi!»

«Ton è single, mamma!»

«Allora?»

«Oh, Mamma! Adesso è single. Se la persona che segretamente amo non sta con nessuno, posso ammirarla e venerarla senza sensi di colpa.» Chonlatee spiegò il motivo e prese a sfregare con la guancia il display del telefono, senza mai smettere di sorridere mentre guardava sua madre. Quando era bambino suo padre era scomparso, lui e sua madre erano sempre stati insieme e il loro rapporto era speciale. Chonlatee poteva parlare con lei di qualsiasi cosa, lei era la sua più importante confidente. Le raccontava tutti i suoi segreti, compreso il suo vero orientamento sessuale, e ovviamente il suo amore unilaterale per Ton.

«La mamma lo sa già. Ieri ho parlato con zia Tai (mamma di Ton) e mi ha detto che questa volta si sono veramente lasciati. La zia Tai ha persino detto che la sua ragazza l’ha chiamata per salutarla dato che la loro relazione è durata sette o otto anni.»

«Dannazione, peccato. Mamma tu non potresti dire a zia Tai di far venire Ton qui? Così lo potrò consolare io.» Prese posto sulla sedia accanto a sua madre prendendo una mela che era presente in un piatto. La sbucciò e la tagliò, prima di mangiarla. «Per favore, di a zia Tai che può anche prendere e mettere Ton in un sacco e poi gettarlo qui.»

«Potrai prenderlo subito quel sacco… tra pochi giorni tornerà alla porta accanto.»

«Se Ton mi incontrasse in questo momento, scoprirebbe subito che sono gay!» La mela che stava tagliando a metà cadde immediatamente sul tavolo. I suoi grandi occhi marroni si voltarono verso la persona che aveva appena parlato: «Mamma, cosa hai detto?»

«Nella casa accanto, perché sei sorpreso? Quella è casa sua, non c’è da stupirsi che voglia tornare a casa sua.»

«Mamma dici sul serio? Non stai scherzando, vero?» chiese in preda al panico.

«Perché mai dovrei scherzare? Ma immagino che se ci vedesse ora, rimarrebbe scioccato. Puoi toglierti la bandana rosa adesso? È più grande della tua faccia.»

«Penso che sia abbastanza caruccia.» Chonlatee balzò dalla sedia, raccolse in fretta un piccolo specchio non lontano da lui e lo tenne in mano.

Non si erano visti per anni. Lui era davvero cambiato, in passato era come qualsiasi altro ragazzo, all’inizio non si rese nemmeno conto di essere attratto dagli uomini. Ma trascorso un po’ di tempo dopo che Ton si trasferì a Bangkok, si rese conto che non aveva mai guardato o provato interesse per una donna. Si era sempre sentito più a suo agio nello studio e fino ad allora, era determinato nel sentirsi finalmente attratto dalle donne, cosa, di cui era stato sempre orgoglioso.

Aveva occhi grandi che da anni portavano sempre lenti a contatto invece di occhiali, rendevano il suo viso più carino e luminoso. Il bel ragazzo aveva anche un naso affilato, labbra sottili, guance paffute con una pelle bianca naturalmente liscia. Il suo aspetto sicuramente non era mai sembrato quello di una ragazza, ma soffermandosi a guardarlo da vicino, non c’era una figura maschile bella e aggraziata come lui in tutta Chon Buri.

«Mamma secondo te, come ho detto prima, Ton scoprirà che sono gay?»

«Non lo so amore. Anche io non lo vedo da anni.»

«Ho paura che P’Ton non possa accettarlo e non voglia più starmi vicino. In realtà non oso sperare più di tanto, il solo poter stare al suo fianco e amarlo segretamente è più che sufficiente per me.»

«Oh, mio ​​povero ragazzo. Ascolta figliolo, se fossi in te lo attaccherei immediatamente. Io non riuscirei solo a restargli accanto. Come sai, anche io ho usato questo metodo per sedurre tuo padre.»

«Oh Mamma… ma sei tu, non io. Aaah! Non voglio parlare di ipotesi. Meglio andare al salone e tagliarsi i capelli, sono troppo lunghi e sembro una ragazza.» 

Chonlatee si tolse la grande bandana con un nastro rosa dalla testa e si pettinò i capelli con le dita aperte sorridendo ampiamente prima di alzarsi.

«Chon con quale macchina vai?»

«Pink Milk.» Questo era il nome della sua auto preferita. Una Volkswagen New Beetle… rosa.

«Stai attento alla guida, non correre. È pericoloso!»

«Sì, Mamma… Lo so.»

**********

La lussuosa auto attraversò la strada costiera nella provincia di Chon Buri. La musica in macchina suonava ad alto volume, accompagnando il proprietario dell’auto che cantava di buon umore. A Chonlatee era sempre piaciuta quella strada, perché da un lato poteva vedere il mare riflettere la luce del sole scintillante e dall’altro poteva ammirare le vetrine dei negozi che mostravano lo stile di vita della società odierna.

Quel giorno, all’inizio aveva solo intenzione di sdraiarsi sul letto e guardare i drama coreani, ma dopo aver sentito che Tonhon sarebbe tornato a casa entro pochi giorni, aveva pensato che sarebbe stato meglio se si fosse tagliato i capelli, fatto trattamenti per il viso e comprato vestiti nuovi. Ovviamente avrebbe dovuto esserci qualcuno ad accompagnarlo, e quel qualcuno era sicuramente la persona a lui più vicina; vale a dire Gam, la sua amica.

Chonlatee parcheggió l’auto davanti a una casa ma non spense il motore, prese il telefono e iniziò a comporre un numero. Non ci volle molto, quando apparve una ragazza con un corpo snello e un bel viso che si avvicinò per aprire la portiera della macchina e si sedette accanto a lui.

«Cos’è questo? Come mai mi inviti improvvisamente a uscire e non mi dai nemmeno il tempo di truccarmi? E perché porti gli occhiali? Chi mi ha sempre detto che non li porterà mai più?» 

Pang tirò la cintura di sicurezza, confusa nel vedere Chon indossare gli occhiali invece delle lenti a contatto a cui non rinunciava da anni.

«Ehi, con le lenti a contatto, pensi che sia più carino? Devi essere onesta, non nascondere nulla. Dimmi, così posso prepararmi prima che arrivi il mio uomo.»

«Chi? Chi sarebbe l’uomo di Chonlatee?»

«C’è solo un bell’uomo con muscoli perfetti e il tatuaggio di un’ancora sul petto.»

«Stai parlando di Ton? È il tuo uomo, ma è anche il marito di qualcun altro. Quando hai ripreso ad apprezzare qualcuno che ha già una ragazza? Sei bello e molto ricco, non devi andare dietro a qualcuno che ha già una ragazza.»

«Si sono lasciati. La madre di Ton lo ha confermato alla mia.»

«Allora cosa? Stai cercando di conquistare Ton, Chon?»

«Sei pazza? Ton è etero.»

«Oh! Che anno è, che epoca è? Alle persone a cui sono sempre piaciute solo le ragazze non è detto che non gli piaceranno mai i ragazzi. Hai buone possibilità, perché non provi ad approfittare di questa situazione? Sfodera le tue armi, Sugar Baby!»

«Cosa ti fa pensare che approfitterò di questa situazione? No, mai. A parte l’acquisto di un cesto di frutta che invierei come ben tornato a Ton, non comprerei mai niente per un altro uomo.»

«E che dire dei biglietti per i concerti e per gli incontri con i fan delle celebrità, ah! E dei regali che hai comprato per quegli idol del K-Pop? Non è più di un semplice prendere un regalo anche per Ton? Quindi dovresti essere in grado di fare molto di più.» Chonlatee tolse dal volante una mano per mostrare il cartellino del parcheggio in modo che la sbarra si alzasse, poi girò l’auto per entrare nell’area del centro commerciale e parcheggiare l’auto.

«Devi stuzzicare Ton, devi!»

«Non potrei mai farlo.» Scosse la testa in segno di diniego.

«Sei proprio senza alcuna speranza… allora, guardati intorno! Ci sono molti uomini intorno a te. Perché sei solo impressionato da quella persona?»

«Non lo so.» Chonlatee non rispose direttamente alla domanda di Gam, ma sorrise leggermente iniziando a rievocare i suoi ricordi passati.

Chonlatee aveva solo due anni meno di Ton, ma dall’asilo a parte del liceo erano andati a scuola insieme. Fin dall’infanzia, Ton era sempre stato molto figo. Era più alto dei suoi coetanei, quindi spesso diventava il leader studentesco.

I ricordi dell’infanzia con Ton gli tornavano molte volte alla mente, come quando erano alle elementari e lui veniva preso in giro dagli studenti più grandi perché era troppo carino e con un bel viso. A quel tempo Ton avrebbe difeso e sfidato chiunque per proteggere quel bambino a scapito di qualunque ritorsione contro di lui. Ecco perché nessuno osava più stuzzicare Chon. Oppure quando stava giocando in giardino e venne punto da un’ape che lo rese incapace di camminare, Ton gli era stato accanto e lo aveva anche riportato a casa da solo.

Molti erano i ricordi che aveva conservato; tutti bei ricordi che aveva sempre custodito con attenzione e, come un controllore, li passava in rassegna tutti, ogni giorno, affinché il suo sentimento di amore unilaterale rimanesse costante.

«Chon, Chon. C’è un parcheggio vuoto laggiù. Ferma la macchina lì.»

«Ehm…»

«Hoi… ti sei perso di nuovo.»

«Scusa, mi sono perso nei miei pensieri per sbaglio. Gam, cosa vuoi comprare? Ho pensato che oggi acquisterò alcune cose da portare nella stanza che prenderò a Bangkok.»

«Non lo so. Credo che ci penserò più in là. Dov’è il tuo appartamento? Mi dispiace di non poter frequentare la tua stessa università. Però possiamo condividere la casa.»

«Non lo so ancora, ma ho detto a mia madre di voler vivere nello stesso edificio di Ton; solo che non so se ci sono ancora stanze vuote.»

«Perché non vai a vivere con lui? Potreste condividere un appartamento insieme? Chissà che in futuro non ci sia una giornata così bella in cui Ton si avventa accidentalmente su di te mentre vuole giocare alla lotta! Cosa ne pensi?»

«… Beh, buona idea.» Chonlatee roteò gli occhi mentre girava la testa per guardare la sua migliore amica. Dopo essere arrivato al centro commerciale, si toccò il petto pensando alle precedenti parole di Gam. «Quando mi sveglio, posso finalmente vedere Ton come marito.»

«Sei così audace?»

«Assolutamente no! Ho solo pensato che se potessi rimanere in città, starei molto più vicino a Ton rispetto a ora.»

«Hai bisogno del mio aiuto?»

«Ehm…»

«Hai bisogno che finga di essere la tua ragazza in modo che non si insospettisca?»

«Non c’è bisogno, ho paura che il karma mi faccia morire colpito da un fulmine.» rispose scherzosamente mentre il volto di Pang si accigliò.

«Ehi, penso che quel ragazzo assomigli a Ton.»

Chonlatee vide un uomo alto in piedi davanti a un café. Inizialmente avrebbe voluto entrare nel bar per comprare qualcosa di dolce e caldo, ma prima che potesse metterci piede, trovò una figura alta con un bel viso in piedi davanti al negozio.

Occhi acuti, naso affilato e labbra carnose leggermente ondulate.

Dei del cielo!! Come aveva fatto a non riconoscerlo?! Era davvero Ton, anche la sua voce era reale. Non lo stava vedendo, di nuovo, attraverso lo schermo del cellulare o del laptop. Era così bello e virile, anche se con indosso solo una maglietta bianca che, però, si adattava perfettamente al suo corpo muscoloso nascosto sotto la maglietta e abbinata a costosi jeans casual e scarpe da ginnastica con un motivo tropicale.

Chon diede un’occhiata al suo look: camicia rosa oversize alla coreana con pantaloncini abbinati. Oh no! Chon non voleva assolutamente che Ton lo vedesse così. Prese in un lampo la borsa per coprirsi la faccia, perché in quel momento, Chonlatee era a Chon Buri ed era ancora una persona carina e dolce.

«No, no, non posso farti vedere da Ton ora. Questo non è il momento giusto per incontrarvi.» esclamò Gam.

«Mia madre ha detto che sarebbe tornato tra pochi giorni, perché Ton è già qui? Oh, cosa dovrei fare adesso?» Chonlatee prese la mano della sua migliore amica, in modo che Ton non lo vedesse. La ragazza si voltò a guardare Ton in silenzio, poi si accigliò.

«Andiamo, non voglio farmi vedere adesso.»

«Ehi Chon, dove stiamo andando?»

«Non possiamo restare qui, andiamo via adesso!»

«Che cosa?»

Pang continuò a protestare per tutto il tempo. Prima di scoprire il problema, si rese conto di essere stata trascinata lungo la scala antincendio. Lì, Chonlatee si lasciò cadere su uno degli scalini e in preda ad un attacco d’ansia iniziò ad ansimare.

«Ton è così bello… più bello di come è in foto.»

«Quale sarebbe? Non l’ho visto?»

«La persona con la una camicia bianca con un viso bellissimo davanti al bancone del bar.»

«Oh!…» esclamò Pang ricordando ciò che era appena accaduto nel bar. Ricordava l’aspetto ruvido di Ton, anche se non era riuscita a vederlo in faccia, ma la sua figura era molto alta e anche molto attraente.

«Era alto come un palo, Chon!»

«Non avrei mai pensato che Ton sarebbe stato così alto.» Chonlatee cercò di controllare il proprio respiro. Allungò una mano e prese quella minuta di Pang e se la mise sul cuore.

Bum-Bum-Bum merda… è come essere colpito da un fulmine.

«Il mio cuore batte così forte, come se stesse per saltarmi fuori dal petto.»

«Allora perché sei scappato?»

«Non sono scappato! Sono corso via perché non volevo che Ton mi vedesse con questo outfit. Non volevo che vedesse i miei capelli lunghi, insieme a una maglietta rosa con il mio look Melody.»

[N/T: Tyranno Melody è un personaggio di un film d’animazione giapponese: My Melody.]

«E se mi avesse visto? Oddio se mi avesse visto così, non avrò mai più il coraggio di guardarlo in faccia.»

«Perché hai così tanta paura se dovesse scoprire che sei gay?»

«Prima che Ton si trasferisse, ero solo un ragazzino come tutti gli altri. Ho capito che mi piacevano gli uomini solo dopo che se n’è andato.»

«Quindi, non vuoi che sappia che sei cambiato perché hai paura che non vorrà vederti di nuovo?»

«Si, c’hai preso in pieno.»

«Allora, cosa hai intenzione di fare? È già qui.»

«Tagliare i capelli secondo i piani, farei un acconciatura che mi renda più virile, poi comprare dei vestiti che siano anche più virili. Ah, prima di tornare a casa, dovresti aiutarmi a comprare più vestiti per i prossimi giorni.»

«Allora, non abbiamo il tempo per sederci qui e riposare.»

I due migliori amici si guardarono l’un l’altro e poi fecero un breve sospiro insieme.

Sarebbe tornato a casa con l’aspetto di un uomo più virile. Un uomo che meritava di essere visto da Ton!

**********

Dopo aver accompagnato Pang a casa, la VW New Beetle rosa venne parcheggiata silenziosamente nel garage pieno assieme ad altre auto di lusso. Chonlatee era consapevole che la sua era una famiglia facoltosa, una delle famiglie più influenti della provincia. Nessuno stupore quindi, a scoprirlo rimuginare in quale stanza avrebbe fatto meglio a dormire per non essere scoperto. Quel giorno però, vedendo la facciata esterna della sua casa, per la prima volta non gli sembrò così grande. Forse ciò era dovuto all’aver visto un’altra auto di lusso, che non faceva parte della sua collezione, parcheggiata davanti casa sua. 

Certo era così. Perché quella era l’auto di Tonhon.

In precedenza, sua madre lo aveva informato tramite LINE che Ton era già a casa e aveva organizzato una cena con loro. Forse era quella la ragione per cui sentiva che la sua casa di colpo non fosse così grande come aveva sempre pensato. Così sentì che anche tutto il suo corpo sembrava rimpicciolirsi nel mezzo di quella casa.

Vista da fuori quella era una cosa esilarante: avrebbe dovuto intrufolarsi e strisciare di nascosto in casa sua, come un ladro. Sentì il suo battito cardiaco accelerare man mano che  dal garage si avvicinava alla porta di ingresso. Poi quando udì una voce impegnata in una conversazione con sua madre, il suo cuore prese a battere ancora di più veloce.

Non si sentiva abbastanza coraggioso da entrare in casa, perché aveva ancora indosso quei vestiti che sarebbero sembrati molto strani a Ton. Anche se aveva acquistato dei vestiti… diversi, alla fine aveva scelto di indossare una camicia oversize bianca a righe rosa acceso con sotto una maglietta grigio scuro con un accenno di colore bianco; il tutto abbinato a jeans lunghi dello stesso colore della camicia. Anche i suoi capelli erano stati tagliati più corti del solito. In effetti vestito così e con quei capelli si vide allo specchio davvero bello, un po’ troppo virile, ma comunque un ragazzo molto carino.

Sembrava che, qualunque cosa facesse, non si sarebbe mai del tutto separato dall’immagine carina che gli si addiceva.

«Chon… sei già a casa, perché non entri? E perché ti stai intrufolando così di soppiatto?» La voce familiare lo sorprese.

Ehi, Mamma, perché mi chiami? Non sono ancora mentalmente pronto!

Era molto nervoso tanto che le sue mani diventarono fredde, ma poiché non voleva destare alcun sospetto, si affrettò a rispondere. «Sì, Mamma.»

Era così grande che non poteva più riconoscerlo. Era solo un ragazzino quando partì per Bangkok.

«Questo è Chonlatee? Wow, sei diventato così grande che non riesco a riconoscerti.»

«Sì… Ciao Ton.» salutò mentre stringeva tra le mani il grande cuscino del divano. Dall’inizio alla fine potè solo fissare i suoi piedi non osando guardarlo direttamente in faccia. Soprattutto dopo aver sentito quella voce morbida, non riusciva a controllare il suo cuore e, nella sua mente, molti altri pensieri continuarono a vorticare prima ancora che osasse guardarlo.

Dopo averlo incontrato accidentalmente e dopo essere corso via da lui al centro commerciale, per tutto il tempo Chon aveva pregato che Ton non avesse visto quell’idiota con indosso quella ridicola maglietta rosa. Ma ora lui era là, seduto di fronte a lui.

«Raramente abbiamo l’opportunità di incontrarci. Ton ti ricordi ancora di me? Quando ero piccolo, ti seguivo sempre.»

«Se ci fossimo incontrati fuori, forse non ti avrei riconosciuto.» disse Ton, poi gli sorrise.

Quel sorriso sembrò meno radioso degli altri. Forse perché il proprietario aveva ancora il cuore spezzato. Come poteva, del resto, sorridere felice adesso?

«Carino, vero? Ton ti chiedo di prenderti cura di lui.»

«Come?»

«Mamma!» Chon sentì tutto il suo corpo pietrificarsi, strabuzzò più volte gli occhi da dietro gli occhiali mentre fissava sua madre.

Chiedere una cosa del genere… Mamma come hai potuto!!!

«Oh! Ho dimenticato di dirti che Chon studierà nella tua stessa università. Spero tanto che tu possa aiutarlo e che ti prenderai cura di questo piccoletto. Manca poco e io ancora non ho avuto il tempo di trovargli un appartamento. C’è un’unità vuota nel tuo edificio? Se vivrete nello stesso edificio, sarà più al sicuro e io mi fido solo di te. Mi preoccupo per lui che dovrà vivere lì, da solo, e lontano dalla mia supervisione.»

Oh! Mamma… WOW!… Questa è la cosa migliore che avresti mai potuto fare per me. Grazie per avermi aiutato ad avvicinarmi a Ton!

«Non ne sono sicuro. Signora, se lei e Chon non avete nulla in contrario, può venire a stare da me per tutto il primo semestre. Dopotutto la mia stanza è grande. Zia Nam l’idea è stata di mia madre. Tu la conosci, lei ha paura che io possa distrarmi stando da solo o cose così, lo sai le piace pensare troppo. Però se Chon vuole stare con me non ci sono problemi, anzi… solo non so se Chon possa sentirsi a suo agio o meno.»

Bravissima zia Tai… ti voglio un bene dell’anima!

«Ovviamente no!» Chon rispose ad alta voce, riuscendo a malapena a fermare la sua eccitazione quando seppe che la madre di Ton gli aveva chiesto di essere il suo coinquilino.


«D’accordo allora. Chon può stare da te per il primo semestre. Avete fame voi due? Ho già chiesto a zia Aew di cucinare per noi. Mentre vado a controllare, voi ragazzi potete fare due chiacchiere. Quando la cena sarà pronta, verrò a chiamarvi.»

«Va bene zia, mamma.» rispose Chon, cercando di trattenere la gioia mentre ammirava di nascosto la persona che aveva amato per anni. Prima che sua madre e zia Aew si avvicinassero e gli sussurrassero qualcosa che solo loro tre potevano sentire.

Mamma e zia Tai hanno aperto la strada, Chonlatee! Ora tocca a te comportati da uomo! Attaccalo! Tocca a te conquistarlo. Questa opportunità è molto rara, sarebbe fantastico se riuscissi ad avvicinarti ancora più a lui.

«Hey. Non ci vediamo da molto tempo. Perché non sei cresciuto? Non mi arrivi nemmeno alla spalla.»

«Sembra che sia tu quello che è cresciuto troppo.» Chonlatee quasi smise di respirare quando Ton camminò e si fermò a 20 cm da lui. Poggiò persino una mano sulla sua testa per misurare la sua altezza. Con quella distanza ravvicinata… Chonlatee sentiva che stava per svenire, soprattutto ora che non c’era nessun altro nella stanza, solo loro due.

Guardando Tonhon così da vicino, poteva vedere chiaramente che il suo viso sembrava molto più bello.

Era così affascinato… 

«No! Il mio amico più basso ha quasi la mia stessa altezza. Anche la mia ragazza è più alta di te.»

Guardò silenziosamente l’espressione di Ton diventare malinconica dopo che aver pronunciato la parola “fidanzata”. In fondo avevano appena rotto e sembrava che Ton non si fosse ancora abituato a essere di nuovo single. Chon pensò che aiutare Ton a guarire il suo cuore spezzato fosse un suo dovere. Sperando di poter aiutarlo a dimenticare il prima possibile, così da poter vedere Ton di nuovo felice, cambiò rapidamente argomento e continuò a chiacchierare con lui.

«Phi si sente stanco per aver guidato fin qui?»

«Non troppo stanco, ci sono abituato. Inoltre, sono con gli amici di Nan*.»

[N/T: Nan è una provincia rurale nel nord della Thailandia, al confine con il Laos, famosa per i suoi parchi nazionali.] 

«Non sono mai stato a Nan.» replicò cogliendo l’occasione per ridurre la distanza con lui e continuò: «Mamma mi aveva detto che saresti tornato tra qualche giorno. Sono rimasto sorpreso e un po’ spiazzato quando lei mi ha inviato un messaggio su LINE dicendomi che eri a casa.» 

In verità, a scioccare Chon non fu tanto il messaggio quanto la sensazione di essere braccato fin dal primo pomeriggio al centro commerciale.

«Non sapevo dove andare. Quindi ho pensato che era meglio tornare a casa e rilassarmi guardando il mare, avrebbe di certo migliorato il mio umore.»

«Esattamente.»

«Allora, non sarà imbarazzante se vivremo insieme tra un po’?»

«No.»

«Se ti senti a disagio, puoi dirlo. Sono una persona con cui è molto facile vivere insieme. Eh si, dopo averti rivisto noto che anche la tua casa è cambiata molto. Non torno qui da anni.»

«Sì, non ci vediamo da anni. Di solito la zia Tai passa sempre a trovarci. E allo stesso tempo, mi chiedo sempre perché tu e lo zio non siate tornati a casa per così tanto tempo.»

«Ogni vacanza estiva, papà mi portava sempre all’estero; ma questa volta gli ho chiesto di lasciarmi riposare qui per curare il mio cuore spezzato.» rispose con una risata amara.

«Presto andrà tutto bene, vedrai.»

«Grazie.»

«In realtà, Phi hai preso la decisione giusta. Venendo a casa mia e incontrandomi quando ancora hai il cuore spezzato, mi da la possibilità di aiutarti a guarire. Comunque, qui non ci sono montagne. Vedrai solo il mare.»

[N/T: La montagna si riferisce alla ex ragazza di Ton, (non è difficile capire cosa siano le montagne in una donna…) mentre con il mare si sta riferendo a se stesso (Chonlatee = Mare.]

Quando Chonlatee finì di parlare, udì la risata di Tonhon che contemporaneamente alzò la sua grossa mano e gli scompigliò i capelli, che erano disposti ordinatamente in un ciuffo ondulato.

«Ton, i miei capelli adesso sono in disordine. Li ho appena tagliati.»

«Sei molto carino.»

«Perché sarei carino?»

«Va tutto bene, stai bene con i capelli corti. Vanno bene per te.»

Invece di arruffare i capelli di Chon come prima, Ton li accarezzò delicatamente e gli sorrise. Continuò a farlo finché non rivelò i suoi denti bianchi e puliti.

Chonlatee non poté fare altro che ammettere la sconfitta e perdersi nei suoi sentimenti; perché l’uomo che da sempre aveva amato, gli stava accarezzando delicatamente i capelli e gli sorrideva in quel modo… 

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