TRIAGE – CAPITOLO 5

Loop 5

«Dottor Tihn.» Sentii la voce della specializzanda Pin vicino al mio orecchio. «Dottor Tihn, sono quasi le 8 del mattino. Sveglia!»

Sentii come se tutto il mio corpo venisse scosso. Aprii gli occhi a causa della luce intensa della lampada da soffitto e dopo un istante misi a fuoco il viso di Pin. Mi guardo intorno. Avevo dormito nella stanza degli specializzandi e l’orologio sul muro segnava le 7:50.

«Ehi!» Mi misi a sedere sul letto. Mi sentivo eccitato e felicissimo. Era finita, vero?! Finalmente ero uscito da quell’inferno infinito! Guardai Pin con una faccia estremamente felice e la abbacciai stretta.

«Dottor Tihn! Cosa stai facendo?» Si lamentò Pin cercando di spingermi via.

«La scorsa notte è stato un dannato incubo.» Abbracciai di nuovo Pin per alcuni secondi prima di lasciarla andare. «Ho sognato più e più volte il turno incompiuto di ieri per 3-4 volte di seguito, anche il tempo passava più lentamente che nella realtà. È stata una tortura estrema.»

Pin rise: «Credo che tu sia stressato. Ma perché stavi dormendo qui? Hai lavorato fino all’alba alla presentazione per la conferenza, giusto?»

«No, mi sono addormentato appena finito il turno pomeridiano. La presentazione c’è stata ieri mattina.»

«Eh? Dottor Tihn, non farai la presentazione oggi?» Pin guardò la bacheca degli annunci in cui era affisso un foglio con la pianificazione di tutte le attività in programma. «Oggi è il 18… ecco qua, il tuo nome. Presentazione del Dottor Tihn.»

Rimasi a bocca aperta. «Ti stai sbagliando. Oggi è il 19.»

Pin si girò a guardarmi. «Oggi è il 18.»

«Eh?» Spalancai gli occhi e mi alzai velocemente dal letto per prendere lo zaino che tenevo su di uno scaffale. Presi il telefono per vedere la data. Era il 18 marzo. Ore 7:53. Rimasi in silenzio per dare il tempo al mio cervello di elaborare il tutto. La mattina del 18. Quella mattina avrei dovuto presentare alla commissione il caso che stavo studiando. La sera prima non ero andato a casa, ma avevo deciso di riposare nella stanza relax in attesa del momento della presentazione. Avevo presentato il caso alle 8 del mattino e avevo anche avuto problemi con il professore. Dopodichè ero tornato al pronto soccorso per il mio turno mattutino delle 9, avevo coperto anche il turno pomeridiano e poi…

Infilai velocemente la mano in tasca. Il foglietto che avevo scritto, piegato e riposto in tasca prima di addormentarmi era scomparso.

Che sta succedendo adesso?

Avevo dormito nella sala relax, mi ero svegliato lì, ma quella volta era esattamente come avevo fatto prima che quel loop iniziasse. Avevo dormito nella stanzetta relax degli specializzandi e mi ero svegliato esattamente allo stesso modo! 

Sono tornato ancora più indietro dell’ultima volta!

«Merda.» Imprecai ad alta voce. Presi in fretta il telefono e mi diressi verso l’auditorium situato non lontano dal reparto. Aprii rumorosamente la porta scorrevole e tutti nella stanza si girano a guardarmi. La sala era gremita di studenti, medici e professori che aspettavano di ascoltare la presentazione quel mattino. Era mio dovere essere là a presentare il caso del giorno.

Dovrò rifare l’intera presentazione, di nuovo? Sul serio?

«Oh! Tihn è arrivato proprio al momento giusto. Va bene, allora possiamo iniziare adesso.» La professoressa e dottoressa Sureerat guardò l’orologio: «Il professore vuole che tu non superi un’ora.»

Non superare l’ora per la presentazione. Era la stessa identica frase che la professoressa mi aveva detto anche l’ultima volta. Andai dritto al computer sul tavolo davanti all’auditorium. Il file con la presentazione che avevo creato per tutta la notte prima era salvato sul monitor. Feci un respiro profondo. Non mi sentivo molto bene.

«Tihn sembra molto pallido.» Una specializzanda del quinto anno sussurrò alla sua amica e anche se le due cercavano di parlare a bassa voce riuscii comunque a sentirle. Quella era una cosa nuova e diversa. L’ultima volta nessuno aveva detto che il mio viso sembrava pallido durante la presentazione.

Sì. Dovevo provare a creare un cambiamento. Forse, se avessi provato a farlo nel modo giusto sarei riuscito a spezzare quel loop. Dopotutto quella volta ero tornato ancora più indietro nel tempo rispetto alle volte precedenti. Quella avrebbe potuto essere la mia occasione.

Se avessi finto di essere malato, se avessi combinato un disastro durante la presentazione, come sarebbe andato tutto il resto? 

«Salve a tutti. Professore, residenti e studenti di medicina.» Cominciai. Ero in piedi, ma iniziai a indietreggiare per appoggiarmi al muro dietro di me.

«Ecco… Oggi vi aggiornerò… In merito alla cura di un paziente che ha ingerito un fungo velenoso… Al pronto soccorso….»

«Ti senti bene Tihn?» Mi chiese il professore preoccupato.

Alzai la mano per dire di stare bene, ma allo stesso tempo mimai una smorfia di dolore.

«Professore…» Smisi di parlare. Rimasi immobile e guardai a lungo per terra finché gli studenti in prima fila iniziano a fuggire e presi a far scorrere la prima slide. «Questa è la statistica dei pazienti arrivati al pronto soccorso dopo aver ingerito funghi velenosi nell’ultimo anno…»

Bene, allora. Era il momento di diventare una Drama Queen. Feci un respiro profondo e mi accovacciai sul pavimento. Alzai la testa e sentii qualcuno gridare: «Ehi!» Alcuni studenti di medicina si alzarono rapidamente e corsero a controllare le mie condizioni. Feci un gesto con la mano per allontanarli. Il professore si era alzato e stava camminando verso di me. Vidi sul suo volto un’espressione molto preoccupata che davvero si addiceva poco a un professore di medicina bello e crudele.
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«Ora vai a riposare al pronto soccorso. Farai la presentazione in un secondo momento. Ragazzi, aiutatemi a portare Tihn a letto.» Ordinò agli studenti di medicina accorsi ad aiutarmi nell’alzarmi. Mi scortarono nell’area dietro il pronto soccorso dove vi erano i posti letti per casi non in gravi condizioni. Gli specializzandi più giovani portarono un misuratore di pressione e un monitor per l’ECG che in modo solerte mi attaccarono facendomi sentire in colpa per aver fatto finta di essere gravemente malato.

Ma sono fiducioso che ogni evento di oggi cambierà.

Stavo bene quando il professore mi aveva ordinato un mio prelievo del sangue per controllare il livello di glucosio e i sali minerali, ma mi accigliai quando l’infermiera puntò un ago nel mio braccio. Sing, un mio amico, apparve tra la folla. 

«Sei quasi morto?» Sing mi sorrise sfacciato. Il giovane con un paio di occhiali sul bel viso era un dottore come me. Lui e io avevamo flirtato con la stessa infermiera due anni prima, ma entrambi rimanemmo delusi nello scoprire di non avere alcuna possibilità contro un professore di chirurgia e così avevamo lasciato perdere. Da allora Sing e io diventammo amici. «Hai avuto una notte difficile?»

«Sì. È stata faticosa. Sono rimasto sveglio fino all’alba. Come si lavora velocemente?» Mi massaggiai la tempia e feci una facca esausta.

«Va bene. Ora riposati e dormi. Ti copro io; farò io il turno di mattina al posto tuo, in cambio di quando tu mi hai coperto nel turno della scorsa settimana.»

Quasi saltai giù dal letto nel sentire pronunciare quelle parole da Sing, ma dovetti trattenermi e continuare a fingere di essere davvero malato. «Non è un problema. Mi basterà riposare e dormire per un paio d’ore.» Era giunto il momento di mettere fine al dramma. 

«Non se ne parla. Devi dormire. L’ultima volta mi hai aiutato anche se non era il tuo turno e hai salvato il mio paziente. Lascia che ricambi.» Sing allungò una mano e mi strinse una spalla. «Se lasci il letto, ti prendo a calci le uova.»

«Ehi…» Reagii tenendomi l’inguine e Sing rise. Presi a imprecare buttando fuori una raffica di parolacce fino a rimanere senza fiato mentre il mio amico lasciava tranquillo la stanza. Iniziai a chiedermi cosa sarebbe potuto accadere a quel punto. Se un’altra persona si fosse trovata al pronto soccorso al mio posto quella sera, il giovane paziente avrebbe avuto una possibilità di sopravvivere o forse no? Ma chiedere a Sing di coprirmi anche per il turno pomeridiano costringendolo a rimanere in servizio al posto mio fino a mezzanotte, forse era un po’ troppo. Avrei dovuto avere una moglie a cui poter chiedere qualcosa del genere.

Rimasi sdraiato e fissai il soffitto in silenzio per molto tempo. Cosa sarebbe accaduto ora al paziente? Forse in quel momento il ragazzo era in facoltà per studiare, o era in biblioteca, o forse se ne stava seduto a mangiare oppure era uscito con una ragazza. 

Sarà consapevole che la sua vita avrà fine stanotte? Un giovane studente di bell’aspetto con un futuro lontano davanti a lui e sta per affrontare un incidente mortale.

Balzai improvvisamente a sedere sul letto. Se io ero consapevole che sarebbe dovuto morire quella sera, avrei potuto avvertirlo, gli avrei detto di guidare con cautela o se possibile, gli avrei detto di non uscire di casa quella sera. 

Questa è probabilmente la cosa migliore che mi viene in mente al momento.

Mi alzai velocemente dal letto. Fortunatamente, il professore non aveva ordinato di somministrarmi una soluzione salina così potei sgattaiolare facilmente al computer al banco degli infermieri. Avevo bisogno del nome del paziente per trovarlo, ma solo guardando il monitor di fronte a me mi venne in mente che probabilmente lì non c’erano i nomi dei pazienti del futuro.

«Merda.» Esclamai e un infermiere seduto vicino a me scattò guardandomi sorpreso.

«Dottor Tihn, cosa ci fai qui?! Non torna a letto?»

Quel paziente… Com’è che si chiamava? Nella mia mente il caos fino a quando non riuscii a ricordare il suo nome. Iniziava in modo familiare, S-Sala… Supphakon, Supphachai… qualcosa del genere. Età più di 20 anni, forse 23. Indossava un’uniforme studentesca, ma non sapevo di quale università e nemmeno in quale facoltà fosse.

Colpii leggermente la tastiera irritato. Cercare una persona che avevo incontrato una volta nel futuro avrebbe potuto essere impossibile e fuori dal mondo. Ricordavo il volto del paziente e i dettagli dell’incidente. Ricordavo il tempo e il processo di pompaggio del cuore. Ma non riuscivo a ricordare il suo nome.

Lo saprò quando incontrerò di nuovo il paziente.

E questo significava anche che dovevo tornare di nuovo a quell’ora esatta solo per ottenere il nome del paziente. C’era un modo per ridurre il tempo e balzare direttamente al momento in cui era stato portato in ospedale? Se avessi dormito nella sala relax, il mio tempo sarebbe trascorso normalmente. 

Sicuramente mi sveglierò nel preciso momento in cui l’infermiera Aim verrà a cercarmi.

Se non provo, non lo saprò.

«Infermiere Toy, hai un sonnifero?» Mi girai per chiedere all’infermiere di mezza età.

«Non ce ne sono.» L’infermiere cercò nella scatola dei farmaci solo per il personale e approvata dai medici. «Non riesci a dormire? Chiedi al dottor Sing di dartene uno. Ti procurerò un letto tra un momento.»

Annuii con la testa e andai da Sing che stava controllando un paziente. Dopo aver preso la medicina, sgattaiolai di nascosto e mi addormentai al tavolo da pranzo. 

Per avessi avuto fortuna, mi sarei svegliato durante il turno e avrei ricordato il nome del paziente; se possibile, avrei ottenuto anche sufficienti informazioni dai suoi genitori, se avessero accettato ancora di parlare con me. Poi sarei tornato a dormire nella stanza dei medici come la sera prima. 

Ragazzo non mi importa davvero come ti chiami, ma ti cercherò e ti incontrerò. Devi sopravvivere così possiamo andarcene da questa notte infinita.
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Eccoci con un nuovo capitolo! La strada di Tihn però è ancora lunga 😭

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