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GHOST MARRIAGE – CAPITOLO 4 (M)

Attenzione: il seguente capitolo presenta scene di sesso non consensuale.

Fang Guo era mezzo addormentato, in grado di percepire il mondo esterno, ma ancora stordito. Non riusciva a raccogliere le forze e camminava come se fosse in alto tra le nuvole, con ogni passo debole e flaccido. Decise che stava sognando.

Nella sua distrazione, tutto intorno a lui era rosso, un colore festoso.

La luce delle candele tremolava, a volte intensa, a volte buia.

Fuori sembrava che ci fossero fruscii e frammenti di conversazione, il ronzio echeggiava, come topi nascosti nell’oscurità, abbastanza rumoroso da provocare mal di testa.

All’improvviso si udì un leggero passo. La conversazione interrotta scomparve in un istante, e ritornò il silenzio che sarebbe dovuto esistere di notte.

La fronte aggrottata di Fang Guo si rilassò e, nella sua confusione, aveva solo il pensiero che avrebbe potuto finalmente dormire.

Purtroppo questa idea stava per rimanere insoddisfatta.

La porta della camera nuziale fu spalancata, e chi entrò per iniziativa fu una gamba con una scarpa di stoffa nera e suola bianca. La porta si chiuse e quella persona entrò, fermandosi alla luce delle candele, per guardare dall’alto Fang Guo, la sua sposa.

La sua schiena era rivolta alla luce e il suo volto nell’ombra, reso indistinto. C’era solo una sagoma approssimativa, eppure era affascinante. Il suo corpo era alto e magro e indossava una giacca guazi nera sopra un changpao rosso scuro, il tessuto morbido e scivoloso. I polsini, il colletto e l’orlo della giacca erano ricamati con motivi scuri, piuttosto delicati e ornamentali.

Quegli abiti che indossava erano dello stesso set dell’abito da sposa che ora indossava Fang Guo.

Gli abiti del drago e della fenice per un rito nuziale.

Fang Guo aveva un aspetto delicato e carino, e indossando l’abito e la corona della fenice, con il viso truccato, era diventato in realtà una sposa delicata.

L’uomo rimase lì e per un bel po’ non si mosse, finché fuori non risuonò il suono del gong della guardia notturna, che segnalava la seconda guardia*.

*(N/T: Il periodo di tempo tra le 21 e le 23.)

Si voltò e si avvicinò al tavolo.

Sul tavolo erano stati posti una bottiglia di vino e dei calici, che lui riempì e portò verso il letto.

Aiutando Fang Guo ad alzarsi, fece sì che l’altro reggesse un calice. Lui stesso fece poi il gesto delle coppe nuziali, e il volto profondo e stranamente inquietante esposto alla luce delle candele si fissò sugli occhi socchiusi di Fang Guo.

Avvicinandosi all’orecchio dell’altro, sussurrò: «Fang Guo, Guoguo. Ti ricordi di me? Si?»

Fang Guo emise un respiro pesante, allontanando la testa con un certo disagio.

Voleva dormire.

Vedendolo così, l’uomo fece una risata, che esprimeva una certa affettuosa indulgenza.

«Molto bene, fin dall’inizio non mi conoscevi…» All’improvviso, quella ridente indulgenza si fece estremamente cupa e fredda: «Ma ora tu ed io siamo sposati, quindi devi ricordarti di me. Ricordati di me, Guoguo, il mio nome è Wei Ran. Il fratello maggiore di Wei Wei, Wei Ran.»

Quella voce sembrava portare con sé un po’ di magia, ipnotizzando Fang Guo e facendogli ricordare il nome, pretendendo di inciderlo profondamente nel suo cuore e senza mai dimenticarlo, nemmeno se morisse.

«Sono tuo marito, Wei Ran.»

«Marito?»

«Sì. Tu sei mia moglie, Guoguo.»

Fang Guo fissò lo sguardo su Wei Ran e ridacchiò.

Non capiva assolutamente nulla.

Un’espressione impotente si rivelò sul bel viso di Wei Ran: «Non importa. Va bene anche se non capisci. Devi solo ricordare che Fang Guo e Wei Ran si sono sposati. D’ora in poi saranno una coppia sposata.»

Wei Ran bevve il vino in entrambi i calici e si sporse in avanti per nutrire Fang Guo da bocca a bocca.

Fang Guo fu colto di sorpresa e lo ingoiò. Il suo cervello originariamente stordito, ora era ancora più confuso.

Dopo un attacco di vertigine, ricadde sulle lenzuola di broccato rosso.

Con gli occhi semiaperti, ciò che entrò nella sua vista fu la luce rossa e tremolante delle candele, che illuminava le lenzuola attaccate alla sua guancia. Sulle lenzuola era ricamato un disegno di anatre mandarine che giocavano nell’acqua, che in quel momento aveva un fascino dubbio.

Dita belle e sottili si protesero in avanti, slacciando il bottone del mandarino sul collo di Fang Guo. Le sue dita erano molto agili, eppure l’azione di allentare il bottone era lenta ed elegante. Quando arrivò il momento di sfilare la giacca, rivelando la biancheria intima di seta bianca, la aprì solo per una sbirciatina.

Quella mano esplorò il suo corpo, mentre l’altra mano aiutò Fang Guo a girarsi. Fang Guo si appoggiò quindi al letto, con un lato della biancheria intima aperto, esponendo un petto bianco con un accenno di rosa.

La mano di Wei Ran vagava dappertutto, la sua temperatura corporea era leggermente calda, come una creatura a sangue freddo. L’intero corpo di Fang Guo si surriscaldava e non poteva fare a meno di muovere il corpo, seguendo quel freddo conforto.

Sulle coperte di broccato rosso, il corpo pallido era come lo sbocciare di un fiore ammaliatore, portatore di un profumo incantevole. Nessuno poteva resistervi.

Wei Ran non aveva espressione sul viso, solo i suoi occhi, scuriti a un livello spaventoso. Quegli occhi erano vitrei di possessività e ossessione più terribile e spaventosa dell’abisso: voleva possederlo, la sua ossessione verso quella persona vivente era più profonda dell’oceano.

Tantissimo tempo prima, mentre giaceva sul letto da malato, aveva sentito sua sorella minore parlare di quel giovane di nome Fang Guo.

La sua ossessione emerse così all’improvviso, desiderosa di possedere quella giovinezza calda come il sole. Le profondità della sua ossessione, solidificandosi nella sua anima dopo la sua morte, lo aveva costretto a subire un matrimonio fantasma. Finora e nel tempo a venire era stato concluso il patto matrimoniale predestinato, che sarebbe rimasto indelebile per sempre.

Wei Ran si voltò, rivolgendo lo sguardo verso la bottiglia di vino dietro di lui.

All’interno era stato aggiunto un afrodisiaco, e anche se era roba che li faceva sentire entrambi a proprio agio, la cosa dispiaceva comunque a Wei Ran.

Ogni medicina aveva il suo effetto collaterale, lui non poteva essere più informato al riguardo.

E se si fosse verificato un incidente?

Wei Ran non avrebbe assolutamente permesso che accadesse nemmeno il più piccolo incidente a Fang Guo. Tuttavia per quella notte non ci avrebbe pensato.

Perché quella sarebbe stata la loro prima notte di nozze.

Wei Ran si chinò, chiudendo le labbra di Fang Guo arrossate dal rossetto. Al contatto, sembrava aver assaggiato le prelibatezze del mondo, impaziente e pruriginoso mentre succhiava quelle labbra, feroce e prepotente.

«Wu…»

Fang Guo era pieno di proteste, tentando di respingerlo, ma il suo corpo era stretto e la sua mascella serrata da Wei Ran, quindi poteva solo spostarsi verso l’alto e con difficoltà, ma non poteva sfuggire al bacio di Wei Ran.

I suoi fluidi corporei fuoriuscivano dalla sua bocca, insieme a gemiti e sospiri. Fang Guo si accigliò, emettendo un gemito di disagio, come una piccola creatura che provocava tenerezza nelle persone.

Wei Ran si chinò, sfilando i pantaloni di Fang Guo e prendendo un po’ di lubrificante da chissà dove, tracciando la piega delle natiche per spalmarlo nella depressione infossata, muovendosi avanti e indietro decine di volte, finché non si ammorbidì completamente, prima di sollevare la vita di Fang Guo.

Mettendo entrambe le gambe di Fang Guo intorno alla vita, sollevò l’altro, faccia a faccia, e gli strinse le labbra in un altro bacio. Allo stesso tempo, la parte inferiore del suo corpo si mosse, irrompendo in quel luogo nascosto. Così furono veramente sposati e la loro relazione divenne realtà.

Sebbene i preliminari fossero stati preparati accuratamente e non sarebbe stato ferito, essendo uomo, il suo corpo non era fatto per giacere sotto, e nell’istante in cui si vece avanti nell’ingresso non poteva evitare il disagio e il dolore. Fang Guo emise un gemito, che fu inghiottito mentre si mescolava con le labbra e la lingua di Wei Ran.

L’interesse di Wei Ran fu stimolato e quindi non si comportò più come un gentiluomo. Era più simile a un saccheggiatore prepotente e irragionevole e, indipendentemente dalle suppliche piagnucolose di Fang Guo, iniziò a invadere ed espandersi in quel territorio. Si spinse avanti finché Fang Guo abbracciò Wei Ran in una supplica continua e, gradualmente, il tono cambiò.

Ne aveva tratto piacere e così cominciò a goderselo.

Le candele del drago cremisi e della fenice si erano consumate fino a un terzo, con gocce di cera che si accumulavano alla base dei candelabri. Fuori suonò il gong del terzo turno di guardia e il cielo si era un po’ schiarito. In casa i lamenti e le suppliche sembravano spezzati, di frequenza intermittente, ancora miserabili.

La luce delle candele illuminava le ombre sul muro, due ombre, quattro arti intrecciati, che si toccavano strettamente. Una persona era in ginocchio, chinata in avanti, l’altra si aggrappava alla sua vita, scontrandosi continuamente e spingendo da dietro.

Il giovane inginocchiato aveva macchie rosse intorno agli angoli degli occhi e le lacrime scorrevano incontrollate. La saliva gli colava dall’angolo della bocca, e le sue labbra sembravano imbrattate di rossetto, la sua lingua premeva contro i suoi denti, estendendosi un po’ quando la spinta diventava feroce.

I suoi occhi si velarono, emise un lamento che non poteva più sopportarlo,

«Haaa, haa…»

Risuonarono dei sussulti grossolani, poiché implorare innumerevoli volte non aveva funzionato, non poteva comunque fare a meno di supplicare. La sua voce portava un accenno di pianto, sembrava essere stato tormentato troppo.

Wei Ran si chinò, appoggiandosi alla schiena di Fang Guo. Poggiò un dolce bacio sulla nuca di Fang Guo, ma il suo corpo inferiore continuava a spingere feroce. Non diede nemmeno il minimo respiro, era spietato e crudele.

«Bravo Guoguo, caro Guoguo, sopporta ancora un po’. Solo un’altra volta.»

Fang Guo singhiozzò, veramente addolorato.

Non era la prima volta che la persona dietro di lui diceva quelle parole, ma ogni volta non manteneva mai la parola data.

Era naturalmente addolorato, esausto fin dall’inizio. Già diverse volte non gli era stato permesso di addormentarsi, e anche se era quasi ora che il cielo si schiarisse, non c’era ancora alcun segno che gli fosse permesso di riposare.

Fang Guo si sentì estremamente offeso e per questo pianse.

Solo che il grido, detto a bassa voce, non sembrava un lamento ma più un capriccio. Un gemito qui, un gemito là, come di gioia, come uno spirito maligno che avesse sedotto qualcuno e non permettesse alcuna sosta né fuga.

Era già arrivato a questo punto, come poteva Wei Ran controllarsi?

All’inizio aveva avuto una profonda ossessione per Fang Guo, e ora che lo status di coppia sposata era stato stabilito, e il fatto del loro matrimonio era giusto e inalterabile, avrebbe naturalmente dovuto divertirsi appieno.

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