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GHOST MARRIAGE – CAPITOLO 5

Quando Fang Guo si svegliò, era già circa l’una del pomeriggio.

La luce del sole entrava dalla finestra, splendendo sulla sua pelle. Era passato molto tempo, quindi sentiva un caldo cocente.

Fang Guo si alzò, ma il dolore fortissimo alla vita lo fece sdraiare di nuovo, solo dopo una lunga pausa riuscì ad adattarsi con difficoltà a quel dolore quasi lancinante. Si alzò, e tutti e quattro gli arti erano rigidi, insensibili e doloranti, soprattutto attorno al coccige, risalendo lungo le sue regioni intime, dove risiedeva un dolore pulsante ancora più feroce.

Aprendo la porta e uscendo, il volto di Fang Guo divenne immediatamente pallido come la morte.

Eretti, direttamente di fronte alla casa, c’erano una tavoletta di pietra e un tumulo funerario.

In realtà c’era una tomba di fronte alla casa! Una tomba contenente una persona morta!

Fang Guo in realtà conservava i suoi ricordi di quello che era successo la notte precedente: quell’immagine intricata, di essere stato rigidamente imbavagliato, schiacciato e occupato con la forza, il piacere di raggiungere l’apice dell’orgasmo, e i vergognosi pianti e suppliche, insieme a gemiti che non potevano essere soppressi. Inoltre, quando si fu completamente svegliato, la sua memoria muscolare gli disse che quello che pensava fosse un sogno, era realmente accaduto.

Un ‘matrimonio fantasma*’, quando un giovane moriva celibe o desiderava essere sepolto con le ossa di una donna morta.

*(N/T: Questa pratica è stata dichiarata illegale nel 1949.)

Inizialmente doveva essere un matrimonio tra due persone decedute, ma richiedeva anche un sensale, le tre lettere e le sei etichette e una sontuosa cerimonia. Eppure era una persona vivente, che era stata palesemente indotta a sposarsi con un uomo, ed era entrata inspiegabilmente nella camera nuziale.

Ciò lasciò Fang Guo incapace di accettarlo, tanto che la sua rabbia superò la sua paura.

Si avvicinò alla stele, che conteneva la fotografia e il nome dell’uomo.

Wei Ran.

Il fratello maggiore di Wei Wei, un uomo che Fang Guo non aveva mai visto prima, e ora era il suo marito fantasma.

Una volta che Fang Guo ci pensò, la vergogna e la rabbia salirono dal suo cuore… soprattutto rabbia.

C’erano banconote, incenso, candele e altri oggetti posti davanti alla lapide. Pensò persino di scavare la tomba e distruggere la stele, ed esporre il cadavere nella bara al sole e alla natura selvaggia, sperando che scomparisse nel nulla.

Era un peccato che fosse un bravo studente universitario e che dopo aver lavorato per un anno fosse solo un impiegato. Secondo l’antico detto, era considerato uno studioso senza forza. Inoltre, data la sua attuale condizione fisica, l’ampiezza dei suoi movimenti era un po’ troppo poca: riusciva solo a rompere le banconote e le candele d’incenso e a provocargli dolori simili a crampi.

Fang Guo non ebbe altra scelta, si voltò e vide che la stanza centrale era ancora decorata con i caratteri della ‘felicità’ in rosso e bianco, e sentì subito un’esplosione di scherno.

Un matrimonio fantasma era una cerimonia di matrimonio con il defunto, classificata come matrimonio in bianco e rosso*. Le decorazioni nella stanza, infatti, erano per metà bianche e per metà rosse, il che sembrava particolarmente strano. Inoltre all’interno della stanza c’era solo lui, senza altri rumori, era abbastanza silenziosa da mandarlo nel panico.

*(N/T: 红白喜事 – in realtà un idioma generale per matrimoni e funerali, ma in questo caso l’idioma è usato come termine specifico per i matrimoni fantasma, perché questi sono in parte matrimonio e in parte funerale.)

Fang Guo ritornò nella sua stanza, facendo del suo meglio per ignorare il letto disordinato, trovò il suo bagaglio e tirò fuori il contenuto per assicurarsi che nulla fosse stato perso. Poi tirò fuori le valige per partire, e lungo la strada passò accanto ad alcuni piatti di frutta secca, con una tavoletta spirituale sul tavolo.

Su di essa il nome di Wei Ran era reso in caratteri dorati… Quella era la tavoletta di Wei Ran.

Ieri aveva compiuto i riti nuziali con quella tavoletta.

Fang Guo rinsavì e ignorò la tavoletta, portandosi in fretta il suo bagaglio per andarsene.

Non era che fosse troppo codardo per interrogare gli abitanti del villaggio, ma invece di arrabbiarsi era più razionale. Quello era un remoto villaggio di montagna e aveva le proprie leggi e regolamenti. Basandosi sul semplice fatto che potevano permettergli, da adulto, di contrarre un matrimonio fantasma, cosa che equivaleva a danneggiare vite umane, sapeva che questo villaggio non aveva molte persone caritatevoli.

Quindi se qualcuno avesse osato sfidare le regole del villaggio o danneggiare gli interessi degli abitanti, sarebbe stato sicuramente attaccato dalle masse.

Fang Guo avrebbe potuto non avere grandi ambizioni su molte cose e per certi aspetti era molto innocente. Eppure questo non significava che non avesse visto il lato oscuro della vita, e questo il più delle volte irrompeva in luoghi arretrati e remoti, pieni di ignoranza.

La defunta nonna di Fang Guo era una medium e in passato aveva aiutato le persone prevedendo il destino romantico e misurando la fortuna delle persone in cambio di soldi. Una volta era stata invitata da una grande famiglia di proprietari terrieri nel villaggio vicino, dicendo che la loro famiglia era stata colpita da una maledizione, che i disastri si erano verificati senza motivo.

Era andata a controllare e poi era andata a vedere la tomba di famiglia del proprietario terriero. Al ritorno disse che era al di là delle sue capacità e convinse il proprietario terriero a trovare un maestro di fengshui.

Avendo esortato in particolare un maestro di fengshui, significava che si era verificato un problema con il fengshui. In generale, quando si verificavano disastri inspiegabili in quel tipo di famiglie, si trattava di un problema con il fengshui della residenza o con il fengshui della tomba ancestrale.

Dopo essere tornata, la nonna aveva mormorato «Che peccato.». Per capriccio, gli aveva anche spiegato il motivo.

Gli disse che la tomba di famiglia del proprietario terriero era un punto raramente visto di libellule che sfiorano l’acqua, e che gli antenati avevano usato la sepoltura rituale con una fornitura d’acqua su entrambe le estremità per bilanciare. Originariamente avrebbe dovuto permettere ai discendenti di prosperare e lasciare che tutto andasse liscio, eppure il terreno della tomba era ricoperto di calce bianca.

La calce bianca assorbiva l’acqua e la proteggeva dalla corrosione, quindi in realtà molte tombe avrebbero avuto calce bianca sparsa lungo la periferia. Eppure non era adatto per un punto di libellule che sfiorano l’acqua, perché se la calce bianca avesse assorbito tutta l’acqua, non avrebbe avuto modo di toccarla.

Così quel punto era diventato un luogo danneggiato, portando sventura ai discendenti.

All’inizio si trattava solo di fallire gli affari fino a dichiarare bancarotta per evitare calamità ed era improbabile che si arrivasse al punto di danneggiare vite umane. Ma peggio ancora, per coincidenza quella lapide era stata schizzata del sangue di cane nero.

Come diceva il detto: “sangue di cane nero davanti alla tomba, un chiodo di tre pollici dietro la tomba” era un fengshui dannoso, mirato a porre fine a vite umane e un metodo con cui un maestro aveva familiarità.

Così sua nonna aveva lasciato che la famiglia dei proprietari terrieri trovasse un maestro di fengshui.

Ora che ci penso, ieri, quando hanno seppellito Wei Wei, non hanno spruzzato sangue di cane nero e sparso anche calce bianca?

Sebbene non sapesse cosa stesse succedendo, Fang Guo lo trovò strano.

Non pensava che il maestro di fengshui stesse danneggiando di proposito il villaggio della famiglia Wei, e che avrebbe dovuto usare qualche altro metodo.

Dopotutto quel posto era un buon posto per il fengshui, ma non un posto per libellule. Eppure anche il sangue di cane nero e la calce bianca non erano nulla di buono: il sangue di cane nero sopprimeva gli spiriti maligni, e, mentre la calce bianca preveniva la corrosione e gli insetti quando veniva sparsa alla periferia delle tombe, se sparsa su un tumulo aveva il significato di coltivare un cadavere.

Sia coltivare un cadavere, sia sopprimerlo, era strano, non importava come lo guardasse.

Fang Guo non voleva restare più a lungo nel villaggio della famiglia Wei, desiderava solo andarsene velocemente e non tornare mai più.

Uscendo di casa, scoprì che quel posto si trovava a metà della montagna; i suoi dintorni erano pieni di alberi sinistri, silenziosi, mortalmente silenziosi, senza alcuna presenza umana.

Fang Guo abbassò la testa e si affrettò. Non sapeva se era la sua mente a fare brutti scherzi o qualcos’altro, ma si voltò indietro per guardare la residenza. Con stupore vide che era una casa di carta e che nonostante avesse trascorso la notte dentro di essa, non se ne era assolutamente reso conto.

Solo dopo che se ne fu andato lo trovò strano.

Nella sua paura, Fang Guo corse via, e dopo essere sceso ai piedi della montagna e guardato indietro, vide quella casa bruciata da incendio che toccava il cielo, essendosi inaspettatamente acceso da solo. Indossava pantaloni larghi e, guardando dai piedi della montagna, il suo campo visivo era ampio e senza ostacoli, tanto da poter individuare un uomo in piedi ai cancelli della residenza.

Un uomo?

Fang Guo era così spaventato che indietreggiò di due passi, non osando restare oltre, e corse via.

Il sentiero che prese non portava al villaggio, ma una piccola strada che lo evitava. Facendo un giro per uscire dal paese, per coincidenza si imbatté nell’autista dell’autobus, e così salì a bordo per partire.

L’autista lo condusse alla fermata dell’autobus e, dopo aver preso i suoi soldi, esitò prima di dire: «Giovanotto, dopo essere tornato a casa, se hai dei contatti, trova qualcuno che ti dia un’occhiata, rimuova l’influenza malvagia.»

Fang Guo mantenne stretta la maniglia del suo bagaglio e chiese senza battere ciglio: «Cosa sai?»

L’autista sembrava nascondere un importante segreto e disse: «In futuro non prenderò mai quella strada per il villaggio della famiglia Wei. Ti ricordi quelle tre persone che camminavano con noi lungo la strada quella notte?»

Fang Guo annuì: «Non hanno preso il tuo autobus il giorno successivo per proseguire?»

L’autista diede una pacca sul volante: «Esatto, è questa la cosa strana! Quel giorno siamo partiti, fermati davanti a un tratto di montagna, e loro dicevano che scendevano, mi è sembrato strano. In questa zona desolata, perché hanno voluto scendere? Non ci ho pensato molto, erano clienti. Chi sapeva che una volta scesi e preso il sentiero di montagna, i soldi che avevo ricevuto all’improvviso si sarebbero trasformati in carta gialla?! Maledetti soldi! Mi sono arrabbiato, ho alzato lo sguardo e… Quei tre si erano già trasformati in persone di carta. Sai di cosa si tratta? Gli uomini di carta bruciati vivi. Mi sono spaventato e sono corso via, poi ho scoperto che quel posto era dove erano sepolti gli antenati della famiglia Wei. Dimmi, un posto pieno di gente morta, con persone di carta che tornavano vive e vanno lì… Cosa stavano facendo se non…»

Fang Guo, che probabilmente era appena uscito da quel pezzo di montagna, disse: «Fare… fare cosa?»

«Un matrimonio fantasma!»

Fang Guo rimase sorpreso: «Cosa?»

«Non hai visto come erano vestiti quei tre allora? Metà bianco e metà rosso, oltre ad un felice funerale non poteva che essere un matrimonio fantasma!» L’autista scosse la testa e schioccò la lingua: «Matrimonio fantasma… Quella cosa manca di virtù, chissà se la signorina era disposta a farlo. Un matrimonio diretto, se non riescono ad andare d’accordo da vivi c’è comunque il divorzio, dopo la morte non rimarranno uniti?»

Fang Guo fece un sorriso forzato e scese.

Dopo essere salito sull’autobus successivo e aver trovato un posto, Fang Guo immediatamente chiamò il capoclasse. La cosa strana fu che il telefono originariamente bloccato riuscì a rispondere immediatamente in breve tempo, e senza aspettare che l’altro parlasse, Fang Guo iniziò a lamentarsi: «Capoclasse, cosa è successo alla partecipazione al funerale di Wei Wei? Perché ti sei tirato indietro?»

Dall’altra parte il capoclasse aveva uno sguardo assente, poi diede una risposta sconcertata: «Che cosa hai detto? Sei Fang Guo, giusto?… Oi, Fang Guo, non ci contattiamo da anni e ti sei arrabbiato una volta che ci siamo sentiti, hai preso la medicina sbagliata?»

Fang Guo sussultò e continuò: «Non mi hai mandato una lettera di invito al funerale di Wei Wei? Non mi hai invitato a prendere parte alla sepoltura?»

«No, chi è Wei Wei?»

Fang Guo aprì la bocca: «La nostra compagna di classe del liceo.»

«Sei stupido? Durante i tre anni di liceo, potevo ricordare tuttii compleanni dei nostri compagni di classe e ora ti inventi una certa “Wei Wei” dal nulla. Mi stai prendendo in giro?»

Fang Guo fu completamente colto di sorpresa, cercò di pensare se avesse sbagliato da qualche parte.

«Pronto? Fang Guo, sei lì? Ehi, dì qualcosa.»

Fang Guo si riprese e disse in fretta: «No, ho qualcosa da fare. Riattacco per prima.»

Dopo aver parlato, riattaccò. Poi, riprese l’autobus per tornare a casa, durante tutto il percorso ci pensò bene: non importava se i suoi ricordi avevano un problema o se fossero quelli del capoclasse ad averlo; non importava chi fosse esattamente Wei Wei… Aveva deciso di dimenticare tutto.

Aveva solo bisogno di dimenticarlo e di considerarlo come un sogno.

Fang Guo si consolò in questo modo, ma quando aprì il suo bagaglio, le fondamenta psicologiche che aveva costruito iniziarono a crollare completamente.

All’interno del bagaglio c’era una tavoletta nera, e su di essa inciso in caratteri dorati c’era un nome.

Wei Ran.

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