NEVER LET ME GO – CAPITOLO 14

Palm era stato ricoverato nello stesso ospedale della madre di Diao, che lo aveva seguito fino alla porta del pronto soccorso. La tragedia aveva provocato almeno tre morti. Supakit, un uomo al suo servizio e un poliziotto. Palm, un altro uomo di Supakit e un altro poliziotto erano rimasti gravemente feriti, soprattutto a causa dell’eccessiva perdita di sangue.

L’erede della famiglia in quel momento era come una formica che strisciava su una pentola bollente. Andava avanti e indietro. Aveva cercato di non colpevolizzarsi, ma non riusciva a smettere di pensarci. Se non fosse stato per lui, non sarebbe finita in quel modo. 

Se Palm fosse morto, Nuengdiao come avrebbe potuto continuare a vivere? Come avrebbe potuto spiegare a Chanon la morte di suo figlio? Il solo pensare alla parola ‘morte’ gli faceva venire i brividi.

«Nuengdiao!» Sussultò spaventato.

«Calmati.» Si voltò per guardare Ben che cercava di rassicurarlo. Chopper gli afferrò la mano e la strinse.

«Palm starà bene.» Disse senza mezzi termini. Tuttavia, lo aiutò a sedersi lentamente e a pregare gli dei.

«Fai del tuo meglio per salvare Palm.» Dopo un po’ si spensero le luci e il medico uscì dal pronto soccorso. Nuengdiao si mise subito in piedi.

«Dottore, che succede?» 

«Il proiettile è entrato nell’addome e ha colpito gli organi interni. Al momento l’èquipe medica ha rimosso chirurgicamente il proiettile. Il prossimo passo sarà monitorare e aspettare che riprenda conoscenza. Superato questo ostacolo, sopravviverà.»

Il cuore di Nuengdiao si sentiva come trafitto da un coltello. La persona di fronte a lui continuava a parlare, ma nella sua mente aveva premuto il pulsante pausa. Ben e Chopper continuarono a chiedere informazioni sulla situazione, poi si sedettero sulla sedia. Palm sarebbe riuscito a sopravvivere solo superando il coma. In caso contrario, cosa sarebbe successo? Il solo pensiero lo lasciava senza fiato.

«Calmati.»

Quando tornò in sé, il dottore già non c’era più. Ben gli afferrò il gomito e lo incoraggiò. Il dolore era così forte che non riusciva a respirare. Riusciva a pensare solo a cosa sarebbe successo se Palm fosse morto.

«Vai a ripulirti la faccia, e medica la ferita.» Disse Chopper.

Nuengdiao quindi andò in bagno e guardò il proprio riflesso nello specchio. Il suo volto era deformato e cupo, il ponte del naso era rosso, sporco di sangue secco, la bocca aveva ancora un cattivo odore di ruggine. Anche l’uniforme scolastica era sporca di sangue. Aveva cercato di lavarla ma non c’era riuscito. I suoi vestiti erano bagnati a causa dello sfregamento troppo forte, così li tolse. Il corpo nudo che vide riflesso nello specchio, gli ricordò quella notte a Surat Thani. Nuengdiao si voltò per guardarsi allo specchio, anche metà del tatuaggio era macchiato di sangue.

Si sentiva come un bambino maledetto. Chiunque si avvicinava a lui non faceva una bella fine. Suo padre, sua madre, la madre di Palm e Palm. Si lavò il collo, sfregando con forza come se volesse rimuovere il tatuaggio. Guardò la propria immagine con tristezza, le lacrime gli salirono agli occhi.

Nuengdiao si rimise la camicia sporca. I suoi piedi barcollavano come una fiamma persa nel buio, sulle colline tortuose. Continuava a borbottare, i ricordi si aggrappavano a lui come vecchie bobine sbiadite, riproponendo sempre le stesse tragedie.

Non sapeva quanto tempo fosse rimasto sul tetto, finché il vento non gli soffiò in faccia. Le sue mani afferrarono con forza la fredda ringhiera. Nuengdiao si spaventò, ma subito dopo si sentì stranamente sollevato, come se il vento freddo lo stesse chiamando. Inconsciamente guardò in basso, ricordando il giorno in cui si trovava sul tetto dell’edificio abbandonato. Ma un caldo abbraccio lo riportò indietro.

«Non avevi detto che saresti rimasto con me?»

L’immagine di un ragazzo che gli sorrideva sinceramente gli apparve nella mente. Erano compagni, nella vita e nella morte, sarebbero rimasti sempre insieme. Una voce roca gli risuonò nelle orecchie. Palm non aveva mantenuto la promessa. Aveva detto che sarebbero rimasti insieme, ma perché in quel momento tutto stava andando male?

La mano che reggeva la ringhiera tremò. Nella sua testa c’era un sussurro costante che continuava a mescolare sogni e realtà. Le sue gambe si sollevarono lentamente. Sentì la voce di Palm che lo chiamava: «C’è una pista da ballo. Poi ti insegnerò a nuotare e tu mi insegnerai le arti marziali.»

«Uno…Due… Tre…» Nuengdiao contava lentamente, come gli aveva insegnato suo padre quando giocavano a nascondino.

«Preparatevi!» Sentì un urlo alle sue spalle. Non sapeva che cosa stesse facendo, ma quando si svegliò il suo corpo era disteso a terra. Il suo respirò tremò, riportandolo al mondo reale. Il pavimento del tetto era gelido, circondato da tre membri del personale medico che lo tenevano stretto. Nuengdiao sentì Chopper che gli parlava, portandogli speranza.

«Palm è fuori pericolo.»

*******

Palm si svegliò due giorni dopo. Il sole del mattino faceva appena capolino attraverso le tende. Nuengdiao dormiva sul divano accanto al letto d’ospedale. Una mano gli accarezzò delicatamente il viso, svegliandolo. Vedendo Palm alzarsi dal letto, esclamò sorpreso: «Perché ti sei alzato?»

«Volevo guardarti meglio.» Il ragazzo dalla mascella spigolosa sorrise, un sorriso molto bello che gli era mancato davvero. Avrebbe voluto vederlo per tutta la vita. La mente di Nuengdiao non ebbe il tempo di pensare, il suo corpo si precipitò ad abbracciare la persona che aveva davanti. Il tempo che aveva passato senza Palm era freddo, come nuotare in solitudine nel vasto oceano, senza riuscire a vedere la riva per molto tempo, ma per quanto fosse stanco, non poteva fermarsi.

Solo quando la persona di fronte a lui si svegliò, si rese conto di quanto gli fosse mancata. Il suo cuore sembrò riempirsi, riuscì addirittura a dormire di nuovo serenamente con un senso di sicurezza al suo fianco.

«Non ti lascerò morire, capito?» Disse Nuengdiao con le lacrime che ancora scendevano. La persone ferita che si era appena svegliata lo tirò sulle sue ginocchia e poi gli accarezzò dolcemente la testa. Non riusciva a trattenere le lacrime, ma quella volta era pieno di gioia. Era come una persona immersa a lungo nell’acqua che finalmente esce a riprendere fiato.

«Non sono ancora morto.»

«Allora perché hai dormito così a lungo?» Sussurrò Nuengdiao contro il petto dell’altro. Palm lo capiva, anche lui aveva pensato di morire più e più volte.

«Ero preoccupato, lo sai?»

«Cosa hai detto?» Palm allontanò Nuengdiao dalle sue braccia, lo guardò con un enorme sorriso e socchiuse gli occhi tanto che il suo cuore saltò un battito.

«Se non sei morto, non devi dormire.»

«No, la frase successiva.»

«Che hai dormito a lungo.»

«No, la frase dopo ancora.»

«Fai preoccupare le persone in un modo assurdo.» Nuengdiao mise il broncio, ma ripetè comunque la frase. Avrebbe fatto tutto il possibile per far tornare indietro la sua guardia del corpo.

«Le persone? Tante persone?» Palm fece finta di essere confuso. Se l’altro non fosse stato ancora dolorante, Nuengdiao lo avrebbe colpito sul braccio.

«Io. Io. Io, sono abbastanza?»

Palm rise e tirò a se Nuengdiao, abbracciandolo nuovamente. I due si sedettero l’uno accanto all’altro, ignorandolo i tubi di trasmissione dei liquidi che si aggrovigliavano.

«Nuengdiao.»

«Cosa?»

«Ho dormito troppo a lungo, ho la bocca troppo secca. Hai un balsamo per le labbra? Mettilo sulle mie.» Disse Palm con voce roca. Era alto e muscoloso, ma le sue parole erano diverse. Nuengdiao finse di non capire.

«Sì, vuoi che lo applichi sulle tue labbra?»

Palm annuì sorridendo.

«Mettilo su tutte le mie labbra.»

Nuengdiao avvicinò la persona di fronte a lui e premette le labbra sulle sue. Palm rspose al bacio come se cercasse del cibo, pieno di nostalgia e desiderio. Come se le labbra di Nuengdiao fossero un dolce da mangiare, ancora e ancora.

«Mi sei mancato tanto.» Le loro labbra si separarono, rilasciando un sussurro.

«Le persone che dormono così, per alcuni giorni di seguito, non ricordano nulla. Poi, quando si svegliano, impazziscono. Non dicono che ti proteggeranoo per sempre e poi si fanno colpire così facilmente dai proiettili.» Nuengdiao fece una smorfia, facendo ridere Palm.

«Sei fortunato ad essere vivo.» Palm si avvicinò e pizzicò la guancia di Nuengdiao, che mise il broncio e con un dito sfiorò leggermente le labbra umide dell’altro. 

«Non morire. Questo è un’ordine.» Poi si chinò su di lui, ignorando se Palm stesse soffrendo o meno. In quel momento voleva solo il calore del corpo di Palm, non poteva farne a meno.

«Per uno come me, la vita è molto difficile. O meglio, la mia vita è molto brutta, tutta quelli che mi circondano spariscono.» Palm sorrise e tirò Nuengdiao sopra di se. Con la sua grande mano gli accarezzò il viso dolcemente.

«Ti amo, lo sai?» Posò le labbra sui capelli di Nuengdiao, poi sussurrò dolcemente, ma la sua voce era abbastanza forte da riempire il cuore di chi lo ascoltava, come se stesse nutrendo il suo cuore arido.

«Io ti amo di più, non opporti.»

«Non mi oppongo. Ma voglio chiederti una cosa… tu ci credi davvero?» Nuengdiao lasciò andare le braccia di Palm. I due si guardarono in silenzio.

«Ho detto che ti amo, perché ti amo davvero, non perché sono obbligato.» Nuengdiao sfoggiò un sorriso smagliante, ma lo ritrasse immediatamente quando se ne rese conto.

«Non ci credo, dovrai dimostrarlo.»

«Quanto tempo ci vorrà prima che tu mi creda?»

«Trent’anni.»

«Sei così crudele, perché ti è così difficile fidarti degli altri?» Palm borbottò con voce bassa e roca, ma la sua espressione era diversa dalle sue parole. Al contrario, il suo umore era molto buono.

«No, trent’anni sono troppo pochi.»

«Allora quanto?»

«Per sempre.»

Nuengdiao rimase indifferente, poi prese il viso della persona amata con entrambe le mani, lo osservò in silenzio, come se gli ordinasse di non dimenticare le sue parole.

«Qual è la ricompensa? Le tue guardie del corpo sono costose.» Pizziccò la guancia dell’altro, scuotendola da una parte all’altra. Dopo essere scampato alla morte, la sua lingua era diventata più libera, a differenza di prima, così brontolò con disappunto.

«Tutto quello che vorrai.»

«Davvero?» Mentre lo chiedeva, la mano di Palm gli accarezzava la schiena. Nuengdiao gli diede uno schiaffo sul braccio, facendo ridere Palm.

«Ti ho sempre amato tanto, lo sai?»

«Lo sapevo da molto tempo, ma facevo finta di non saperlo.»

Palm lo tirò nuovamente a sè, con la voglia di baciarlo per liberare la nostalgia. La guardia del corpo era diventata cattiva dopo essere scampato alla morte o era sempre stato così, solo che in passato nascondeva troppo bene il suo lato cattivo? Il contatto tra loro sembrava portare via tutta la sofferenza.

«Non scappare più. Se mi lascerai, ti ucciderò io stesso.» Nuengdiao sussurrò ogni parola alla persona che aveva di fronte. Palm non rispose a parole, ma lo fece con un bacio.

*******

Nuengdiao aveva rilevato tutte le attività di famiglia all’età di 20 anni.

La madre si era risvegliata dopo la morte dello zio. Dopo due mesi di coma, la signora Tanya aveva finalmente ripreso conoscenza. Tuttavia, le sue condizioni di salute erano notevolmente peggiorate, quindi non poteva lavorare come prima, doveva fare fisioterapia quasi ogni giorno. Tuttavia, era pur sempre la madre di Nuengdiao, il capofamiglia, il suo pensiero e la sua determinazione erano sempre gli stessi. Dopo aver saputo che il cognato era morto, si era limitata a un sorriso e aveva stretto la mano del figlio, come a dire che un giorno tutte le difficoltà sarebbero finite.

Nuengdiao aveva terminato solo il terzo anno di università, ma non era un problema, perché aveva invitato i migliori insegnanti per fargli da tutor. Non aveva bisogno di una laurea, gli bastava la conoscenza. Nella sua classe c’era solo un compagno, Palm, che non era mai cambiato. Sia lui che sua madre erano d’accordo sul fatto che l’attività di famiglia fosse troppo disordinata, avevano gradualmente spostato le attività commerciali all’estero, vendendo alcuni beni per ottenere denaro da investire in altri luoghi. Nel giro di due anni, la famiglia Kiattakulmaetee era passata dal nero al grigio, e stava quasi diventando completamente bianca.

Ben e Chopper avevano deciso di trasferirsi e diventare indipendenti.

L’omofobia del padre di Ben non poteva essere cambiata, ma neanche lui poteva cambiare per gli altri. Dopo la laurea, Ben decise di allontanarsi da casa. Insieme, i due si erano trasferiti a Taiwan, si erano sposati e avevano iniziato una nuova vita insieme. I quattro erano comunque rimasti in contatto, Nuengdiao chiedeva spesso a Palm di andare a trovarli. Ben lavorava come ingegnere del suono, mentre Chopper si occupava di scienze ambientali. Anche se, in realtà, il patrimonio di Chopper, unito alla sua mente brillante, gli avevano permesso di guadagnare da solo i soldi fin dalle scuole superiori, tanto da non doversi preoccupare troppo.

Chanon aveva ripreso il suo lavoro come autista personale della famiglia, ma come guardia di Tanya, perché Nuengdiao aveva già un autista e una guardia del corpo professionista, Palm, che lo seguiva ovunque. I due erano l’uno l’ombra dell’altro. All’inizio delle trattative, Nuengdiao aveva dovuto negoziare molte volte con affari piuttosto pericolosi, aveva perso il conto di quante volte Palm lo aveva protetto in tempo. Con Palm al suo fianco, Nuengdiao non doveva preoccuparsi più di niente, credeva che nessuno al mondo fosse in grado di proteggerlo meglio di lui.

Per quanto riguarda Tanya, dopo aver scoperto che il figlio di Chanon era passato dall’essere a guardia del corpo all’essere il fidanzato di suo figlio, era molto felice. Il che faceva sentire sollevati i due. Da tempo voleva Palm come un altro figlio della famiglia, ma lui si rifiutava, era obbediente, rispettoso e continuava a considerarsi sempre e solo come il figlio dell’autista. Solo quando i due erano da soli, Palm svolgeva il suo ruolo da fidanzato. Palm si comportava in modo tale che nessuno della famiglia sapesse della loro relazione.

«Ehi, ci sposiamo?» Chiese Nuengdiao a bassa voce, di fronte a lui c’era il cielo azzurro e limpido di Bangkok, la vista attraverso la finestra quadrilatera era fin troppo familiare. Ma quel posto non era più lo stesso di prima. Nuengdiao lo aveva demolito e ricostruito completamente. La casa abbandonata aveva ripreso vita e lui aveva mantenuto la promessa fatta a suo padre.

«Vuoi sposarti?» Chiese Palm, cigendogli le braccia da dietro.

«Sì, tu non vuoi?»

«Se tu lo vuoi, lo voglio anche io. Dipende tutto da te, io sarò sempre con te.»

Nuengdiao sorrise, ancora un po’ contrariato dal fatto che Palm, fino a quel momento, si era comportato come un fedele subbordinato, ma nel profondo del suo cuore sapeva che non era solo quello. Non aveva mai considerato Palm come un suo inferiore, ma come un amico che era nato e morto per lui.

«Hai il coraggio?»

«Perché non dovrei? Se vuoi che lo faccia, lo farò.»

Nuengdiao si voltò per guardare l’uomo di fronte. Si sentiva grato per tutto, soprattutto che aver ancora Palm.

«Davvero?»

«Non posso lasciarti.»

«La tua bocca è molto più sciolta adesso, dove hai imparato queste cose?» Si comportava come un bambino testardo che lo prendeva sempre in giro e rideva di lui. In quel mondo, non c’era più nulla da temere. Finché sua madre e Palm lo capivano, anche se il resto del mondo non lo capiva, a lui non importava. Gli interessava solo delle persone che amava.

«È solo che qualcuno qui mi ha detto che vuole sposarsi. Non so chi lo abbia detto, ma non voleva far sapere agli altri del nostro amore, perché altrimenti sarebbe diventato una debolezza. Mi sbaglio?»

Nuengdiao lo colpì immediatamente sulla spalla e Palm si mise a piagnucolare.

«La situazione è cambiata adesso.»

«Parli come se nessuno adesso volesse farti del male.»

Nuengdiao sorrise. In molti volevano ucciderlo, dopo l’incidente erano sopravvissuti a innumerevoli altri proiettili. Ma per fortuna, niente di grave come quella volta.

«È perché non sei all’altezza del tuo lavoro di guardia del corpo.»

«Sei stato ferito per caso? Io sono stato in ospedale così tante volte, non riesco a contarle.» Palm si lamentò, mentre Nuengdiao si limitò a ridacchiare, scuotendo la testa con aria allegra. Ogni volta che doveva usare la forza, non lo fermava nessuno. A volte bastava solamente alzare l’arma per spaventare l’avversario. Ma Palm preferiva usare il pugno, era la sua passione.

«Comprerò un’assicurazione per te, otterrò sicuramente dei soldi.»

«Tu sei la mia assicurazione.» Disse con un sorriso smagliante. Guardando quel sorriso, Nuengdiao sentì improvvisamente un calore diffondersi in tutto il suo cuore: «Se non morirai tu, non morirò neanche io.»

«Sì, non devi morire davanti ai miei occhi, ricordati questa promessa.»

Una volta aveva ordinato a Palm di non morire per nessun motivo e lui aveva risposto: «Certamente.»

Nuengdiao lo abbracciava ogni volta che pronunciava quelle parole. Anche Nuengdiao sapeva che nulla al mondo era certo, soprattutto quando si trattava di vita e morte. Ma allo stesso tempo, la promessa che l’altro gli aveva fatto riscaldava il suo cuore, come se un miracolo lo stesse proteggendo.

Nuengdiao avvicinò le labbra alle sue, Palm le stava già aspettando. Il tocco morbido e dolce delle labbra era la promessa di due innamorati, che non si sarebbero separati in nessun caso, dal primo all’ultimo giorno, senza sapere da quando, Palm era fermamente convinto di quella promessa. Come era convinto che il sole sorgeva sempre a est e tramontava sempre a oves.

Quello era il sapore della vita.

Si nasce, si cresce, si muore e poi si ricomincia da capo.

Palm era la risposta di Nuengdiao, Nuengdiao era la risposta di Palm. La loro storia d’amore era una storia d’amore romantica che si svolgeva come nei romanzi senza fine, che sottolineava il fatto che il vero amore esisteva sempre e poteva essere raggiunto. Il loro amore sarebbe durato per sempre, proprio come l’esistenza della sala da ballo, che sembrava essere dimenticata nel tempo.

Per sempre.

L’amore era ancora lì. L’ultima promessa continuava ad esistere, esisteva, per delle persone come loro.

FINE
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