EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 30

Niente

-Vee Vivis-

Dormivo e mi svegliavo, mi riaddormentavo e mi svegliavo di nuovo. Continuavo a guardare il mio telefono, ma non c’era nessuna notifica, nessun aggiornamento. L’ultima cosa che avevo postato era stata la fotografia su IG, qualche giorno fa. Era una foto che mi piaceva molto e volevo metterla anche su Facebook.

Chiusi e aprii un’altra app per controllare il profilo della persona che stavo guardando nella foto, ma nulla. Nonostante oggi fosse vacanza per noi ed ormai era pomeriggio, perché nessuna notizia da Mark? Possibile che non avesse nemmeno aperto i social?

Non potei far altro che sospirare mentre mi rigirai nel letto prendendo a calci l’aria dalla frustrazione che provavo. Cercai di resistere, non dovevo essere il primo a contattarlo, anche se sentivo costantemente la sua mancanza.  

Decisi allora di andare sulle impostazioni dell’account per modificare il nome e la mia immagine del profilo, per quanto riguarda il mio stato, avevo scritto di essere single molto tempo fa.

 Vee Vivis

 2 minuti

 Le immagini hanno il potere di mostrare i nostri sentimenti.

 Foto di M

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Forse era per l’ora, o per l’immagine in sé o per la didascalia che avevo scritto ma qualunque fosse la causa, tutti i like e i commenti che ricevevo mi fecero scattare a sedere sul letto dallo stupore. Però ero contento perché volevo che Mark vedesse questo post, stavo morendo dalla voglia di sentirlo.

YiWa: chi è M?

Pch Porsche: Vee é tornato

Pin Pinna: Bellissimo e burlone come sempre. Chi è M?

Pond Pawee: Vee è stupido scriverlo in inglese. Devo proprio chiedertelo, chi è M?

Dadida Mihk: mi manca Vee.

Polla Maty: Ritorna a combattere!

Tonkla: Hai cambiato il nome su Facebook.

James reads that James is not James: M

Future for fun: M

Kampan house has a lamp bigger than a tank: M

Smisi di leggere quando vidi i commenti degli amici di Mark. Speravo presto che quel ragazzo vedesse il post e mi contattasse anche solo per salutarmi. Sapevo di essere io quello che stava provando a riconquistarlo, cercando di farmi perdonare da lui, ma avevamo ricominciato a parlarci e a da un po’ ci frequentavamo di nuovo, perché per un volta non poteva essere lui a contattarmi per primo?

Guardai lo schermo per vedere l’ultima storia di Mark, era una foto in piscina di tre giorni fa. ERa una foto della sua schiena, una schiena che conoscevo bene e che per fortuna era in parte coperta da un asciugamano altrimenti, mi conoscevo, sarei già esploso contro di lui chiedendogli di eliminarla. Non volevo che gli altri la vedessero. Conoscevo il corpo di Mark, non importava se si tratta del petto, della vita, dell’addome o delle gambe. Avevo visto tutto… e ne ero molto possessivo.

Continuai a saltare da Facebook a IG, ma lui rimase in silenzio, quindi uscii dal suo profilo e tornai alle homepage.

TOSSAKAN

2 hrs

Per essere un atleta hai bisogno di raggiungere dei risultati! Se vuoi annusare le guance del tuo fidanzato cosa dovremmo fare allora?***#TeamB***Fighting Swimmers and Medical Faculty.

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Dal post che pubblicava sembrava che stesse incoraggiando un amico ad allenarsi, ma in realtà stava flirtando con Bar. 

Daen what Daen: Rispetto! Riesci a parlare nello stesso post di due cose completamente scorrelate.

Vee Vivis: se vuoi imparare ad attirare la sua attenzione, chiedi a Gun. Se invece volete solo amarvi, allora prendi un numero.

TOSSAKAN: sei tornato a girare su Fb Vee Vivis

Pond Pawee: non so bene cosa guardare prima, se la storia di Kan, o quella del nostro nuotatore o se notate che Vee ha cambiato il suo nome.

Risposi al commento dopo Dan, le emozioni di una persona libera. Kan mi scrisse sulla chat privata facendomi mille domande sul mio ritorno all’uso di facebook. Ero solo tornato a scrivere su Facebook, perché le persone erano così scioccate? Gli dissi che ero di nuovo online perché ora sapevo che c’era un speranza che io e Mark saremmo tornati insieme e che saremo stati in grado di ricominciare daccapo la nostra storia.

Mi stavo ancora stupidamente rigirando sul letto, il display del mio telefono mostrò chiaramente che Mark è online eppure non apparve il suo nome nelle mie notifiche in alto. Chiamai Bar per invitarlo fuori da qualche parte, ma lui mi rispose che non poteva, il suo ragazzo non lo lasciava venire. Come si dovrebbe sentire un ragazzo a cui era stato proibito di fare qualcosa? Io ero giorni che non vedevo Mark eppure non potevo far altro che strarmene seduto ad aspettare che fosse lui finalmente interessato a contattarmi per primo.

Perché Mark era così testardo?

L’improvvisa vibrazione del telefono mi fece scattare a sedere sul letto in un attimo, tanto velocemente, che il telefono mi scivolò dalle mani e finì ai piedi del letto. Raddrizzai la schiena pronto a rispondere, ma riuscii solo a fare una faccia delusa quando lessi il display.

[YiWa: stasera, usciamo insieme.]

Lessi e capovolsi il telefono a faccia in giù senza rispondere a nulla. Eroo più che sicuro che volesse essere messa al corrente di tutti gli ultimi sviluppi tra me e Mark. Ma non c’era niente da sapere, era esattamente quello che si vedeva: io che lo rincorrevo costantemente. Nonostante questo però, ero io quello che ora era in perenne attesa. Delle volte mi scoraggiavo e mi sentivo così stanco, ma non avrei cambiato di una virgola il mio comportamento, non mi sarei mai stancato di fare esattamente quello che stavo facendo.

Vee Vivis
Ora

Continuerò a seguire il mio cuore, non importa quanto lontano lui vada.

Tinkle bel: il tuo cuore è davvero così lontano? Vee Vivis

Yiwaa: stai delirando e non hai la forza di rispondermi ?

Nnorthh: ha bisogno di attenzione

Gay sarawin: mi piace Vee quando è innamorato

Sorrisi per i tanti commenti che vidi sotto il mio stato, poi bloccai il telefono e mi alzai dirigendomi in bagno per lavarmi il viso. Se Mark non era davvero interessato, probabilmente avrei dovuto cercare qualcos’altro da fare.

Quando uscii dal bagno avevo ancora l’asciugamano in una mano mentre con l’altra presi il telefono per controllare le notifiche. Le notifiche lasciate da amici e fan erano talmente tante che solo per pura fortuna non mi sfugìe una notifica di soli cinque minuti fa. Una notifica da Mark.

[Mark Masa: M?]

[Vee Vivis: già che c’eri potevi aspettare domani per chiedermelo.]

Mentre gli risposi ecco che riapparve sul mio viso il solito sorriso .., da ebete. Le spunte mi dissero che aveva letto la mia risposta e mi rispose dopo un minuto.

[Mark Masa: taglio di capelli.]

[Vee Vivis: dove?]

[Mark Masa: Zen.]

Brevi risposte a cui annuii.

[Vee Vivis: quali di queste parole devo prendere come un invito?]

[Mark Masa: Mi sto solo tagliando i capelli.]

[Vee Vivis: Non dire solo, qualunque cosa ti riguardi, non importa quanto sia piccola, per me è importante.]

[Mark Masa: Dannazione Vee.]

[Vee Vivis: vuoi sapere chi è M?]

[Mark Masa: Non lo voglio sapere.]

[Vee Vivis: sì, non è importante.]

[Vee Vivis: mi puoi chiamare? Sono troppo pigro per scrivere.]

Non mi aspettavo certo che chiamasse, ormai mi ero abituato al fatto che non rispondeva ai miei messaggi. Quando volevo attirare la sua attenzione mi limitavo a mandargli degli stickers.

Rimasi immobile quando sentii che qualcuno mi stava chiamando, le mie dita si erano bloccate quando lessi di chi era la chiamata. Mi fiondai sul telefono per rispondere, ma la chiamata era già terminata.

[Masa Mark: ehi, perché non hai risposto?]

A leggere quelle poche parole il mio cuore prese a battere come un pazzo. Non riuscii a controllare i miei sentimenti, stupore, gioia e felicità nel sapere che non solo mi aveva chiamato, ma voleva che gli rispondessi. Quindi lo richiamai immediatamente.

«Anche tu vuoi sentirmi.» Dissi in risposta al suo messaggio.

[… devi specificare ogni volta?] Rispose dopo un po’.

«Temo che possa scocciarti.»

[… perché questo timore?] Replicò, stava sussurrando…non ero nemmeno sicuro, eppure era come se potessi sentirlo qui vicino a me.

«Ho sempre il terrore che un giorno tu possa scomparire di nuovo.»

[… sciocchezze.] Mark era sempre Mark. Una persona che non ti scriveva messaggi che sembravano poemi, ma piuttosto telegrammi. Eppure con poche parole riusciva sempre ad esprimere a pieno i suoi sentimenti.

Solo una parola, eppure mi bastò sentire il tono con cui la disse per capire cosa mi stava davvero dicendo.

«Sono pazzo per colpa tua, Mark.»

Quando andò alla cassa per pagare mi mise in attesa. Quando riprendemmo a parlare, parlammo del più e del meno. Si lamentò per il carico di studio della settimana, non parlava molto e rispondeva in maniera pragmatica, quasi a monosillabi, ma non importava perché anche solo quello mi rese felice.

«Possiamo parlare fino al mattino?» Chiesi dopo un po’.

[Ma sono solo le cinque.]

«Potremmo anche parlare di persona, non trovi?» Ci provai.

[Sarò costretto a vedere la tua faccia tutto il giorno e tutta la notte?]

«Anche noi qualche volta semplicemente ci addormentiamo abbracciati.» Risposi a bassa voce, non ero sicuro che l’avesse sentito. Una parte del mio cuore voleva che lui fosse sempre consapevole dei miei sentimenti. Credevo però che non gli piacesse sentirmi parlare così, credevo che fosse ancora spaventato da cosa sarebbe potuto succedere tra noi.

[Ma in questo momento non è normale.]

«Allora quando sarà normale?»

Chiesi quello che c’era nel mio cuore, ma invece si limitò a tacere. Volevo sapere come si sentiva in questo momento, se ero più vicino a lui o se era sempre lo stesso. 

«Se puoi essere la persona che eri prima con me, allora dimmelo. Se non puoi, devi dirmelo in ogni caso.» Avevo capito perché mi aveva detto parole simili in passato. Quando mi aveva chiesto chiarimenti all’epoca, il mio cuore era oppresso proprio così. 

[… Non sono una persona nuova.] Parlò lentamente dopo essere rimasto in silenzio per un po’. [Sono la stessa persona.] Il mio cuore che sembrava si stesse stringendo si liberò gradualmente quando sentì le sue parole. Sorrisi così tanto fino a quando pensai che la mia bocca si sarebbe lacerata. Volevo urlare ad alta voce, ma per ora riuscivo a tenere sotto controllo questa sensazione.

«Mark…»

[Che cosa?]

«Posso venire a trovarti?» Non disse niente, era così silenzioso che non potevo sopportarlo. «Pensavo di andare a farmi tagliare i capelli.» Lo dissi mentre me li toccavo, potevo tagliarli un poco anche se ero andato dal barbiere insieme a Nuea solo due settimane fa. 

[Ti aspetto qui.] Sorrisi quando lo disse.

«Aspetta finché non ti chiamo.» Dissi prima di riattaccare.

Camminai e aprii l’armadio, scelsi vestiti che pensavo mi stessero bene e mi cambiai. Mi guardai allo specchio e mi pettinai un po’ di più i capelli. Sorrisi ai miei capelli scuri e li salutai nel mio cuore.

Scesi al piano di sotto dove papà stava guardando un’auto per un cliente. Non ero sicuro di dove fosse mia mamma. Yoo era seduto in mezzo alla stanza a montare un modellino. Che cos’era? Arricciò le sopracciglia, lasciò andare uno sbuffo frustrato togliendosi la frangia dagli occhi e sospirò prima di guardarmi. 

«Ehi Khun Chai*, sei fuori dalla camera da letto?» Mi salutò prima di tornare al suo modello.

(N/T: Love by chance insegna che Khun Chai vuol dire tipo ‘signorino’ ) 

«Cosa stai facendo esattamente?» Chiesi allontanandomi gradualmente. Una volta avevo accidentalmente rotto un piccolo pezzo del suo modello e lui si era lamentato con me per una settimana.

«Lavoro. Dove vai? Il sole non è ancora tramontato.»

«Idiota …» imprecai di rimando.

«Beh, ti vesti come se stessi andando ad un appuntamento piuttosto che a bere, quindi ho bisogno di chiedere nel caso il mio fratellino sia stato indotto a fare qualcosa di stupido.» Disse.

«Vado a tagliarmi i capelli.» Risposi prima di uscire sul davanti della casa.

Smisi di guardare la mia moto e iniziai a usare il mio cervello per elaborare. Se avessi usato la moto, sarei dovuto tornare a casa ma se avessi trovato qualcuno che mi avesse portato, allora sarei potuto tornare con Mark e usare la scusa che non avevo la mia moto. Dopo averci pensato, mi voltai verso casa. Mio fratello che amava tenere così tanto a me, stava costruendo di nuovo il suo modello. Feci un respiro profondo e poi andai da lui.

«Yoo …»

Anche se ero in piedi proprio vicino a lui, non rispose perché era più interessato al suo modello. Se avesse avuto un partner, sicuramente si sarebbe arrabbiato con lui. 

«Ai Yoo!»

«Non sono il tuo P’, dannazione? Non posso … sicuramente no.» Mi insultò prima di tornare al suo modello.

«Portami al centro commerciale.» Chiesi dopo averlo fatto lamentare.

«Io?» Alzò lo sguardo e chiese.

«Si.»

«E cosa ne ricavo?» Domandò.

«Ottieni Mark come cognato.» Risposi sorridendo, ma lui si limitò a fissarmi con la bocca aperta.

«Perché sorridi? Hai una moto perché non puoi andare da solo?»

«Voglio tornare con Mark.» Risposi maliziosamente dato che mio fratello sapeva tutto e quindi sicuramente avrebbe capito.

«Questo piano è troppo.»

«Portami.» Lo supplicai avvicinandomi.

«Va bene, ma stasera mi devi aiutare con questo modellino.» Replicò con un sorriso malvagio.

«…Va bene.» Risposi sorridendo anche peggio di lui.

In verità, non avevo intenzione di tornare a casa quella sera.

*************

Entrai nel centro commerciale dopo essermi separato da Yoo, presi il telefono e chiamai Mark che mi aveva detto dove mi stava aspettando prima di riattaccare. Prima andai in bagno per assicurarmi che i miei capelli fossero ancora belli prima di incontrarlo.

Mark aspettava accanto all’ascensore, era un ragazzo alto con una maglietta bianca ed i pantaloncini corti. Aveva alcuni orecchini ed un orologio al polso. Sembrava così bello che anche i passanti lo notavano. Mi fermai e mi guardai, indosso un paio di jeans chiari e una maglietta, niente di diverso da Mark. Sorrisi pensando alle parole di mio fratello.

È come un vero appuntamento.

«Mark …» Chiamai la persona che mi stava dando le spalle. Mark si voltò prima di allontanare un po’ la testa data la mia vicinanza. Sorrisi alla sua paura prima di allontanarmi di qualche passo per evitare che si sentisse a disagio.

«Così lento.» Si lamentò gentilmente prima di voltarsi dall’altra parte.

«Volevo essere più veloce ma sono senza mezzo.» Risposi.

«Non hai usato la moto?»

«Ce l’ha Yoo.» Oggi vedevo i vantaggi di non vivere in una famiglia ricca. Se potevo usare scuse stupide perché Mark si dispiacesse per me, allora lo avrei fatto.

«Dove sta andando?» Mi accigliai quando Mark chiese di mio fratello.

«Se sei interessato a me, allora preoccupati per me.» Scelsi di dire invece di rispondere alla sua domanda e di richiamare invece l’attenzione su di me.

«Beh…»

«Beh, cosa? Sai che sono molto possessivo con te.»

«P’Vee …» Sorrisi di sbieco quando sentii la sua voce, sembrava si stesse arrabbiando.

«Ok, non dico più nulla.» Alzai le mani in segno di resa e mi avvicinai un po’. «Dove stiamo andando?» Chiesi quando vidi che non avevo alcuna reazione da lui.

Mark si girò e camminò mentre io sorrisi di nuovo. Lo osservai mentre si allontanava, la camicia un po’ larga svolazzava ad ogni suo movimento. La sua vita, le sue gambe, tutto in lui mi sembrava perfetto. Ammisi che assomigliavo proprio ad uno psicopatico durante una sessione di stalkeraggio, ma sorrisi ancora perché solo la persona davanti a me aveva quel potere.

Quando oltrepassammo la porta del negozio mi accorsi che era il salone del barbiere mi aveva fatto i capelli per il concorso di Luna. Non ero sicuro che il titolare si ricordasse ancora di me. Ricordavo il negozio e al momento non era troppo affollato. Solo un cliente che stava lavando i capelli. Salutai l’addetto alla reception e mi accomodai in attesa del mio turno. Mark andò a sedersi sul divano.

«Oh mio Dio! Mi è stato detto che ho un bellissimo ragazzo che aspetta di tagliarsi i capelli, ma di tutte le persone a cui ho pensato, non avrei mai immaginato che sarebbe stato Nong Vee.» Il proprietario del negozio mi venne incontro, si avvicinò e mise la mano sul bordo della mia sedia.

«Sono felice che anche P’Toey mi abbia riconosciuto.» Risposi sorridendo.

«Una persona così bella, naturalmente, mi ricordo. È solo un taglio?» La sua voce e le sue parole, ma soprattutto i suoi modi rendevano chiari i suoi gusti. Si voltò a guardare Mark, chino sul telefono che alzò lo sguardo prima di abbozzare un sorriso al titolare per poi tornare al telefono. 

«Bello, ottima scoperta.» Sussurrò vicino al mio orecchio, ma le sue parole erano già troppo per me.

«Mark! Vieni e scegli un taglio di capelli per me.» Di rispondere a P’Toey non mi importava nulla per questo chiamai Mark, lo guardai attraverso lo specchio, lo vidi guardare in alto, prima che le sue sopracciglia si uniscano e mi parlò a bassa voce.

«Lascialo scegliere a lui, cosa ne so io?» La sua risposta mi spiazzò, ci fissammo attraverso lo specchio, ma lui rimase immobile, una statua.

«Oh, conosco quegli sguardi. Non c’è bisogno di essere gelosi l’uno dell’altro, capisco che voi due stiate insieme.» Toey agitò la mano mentre parlò.

«Non è…»

«Non c’è bisogno di scuse, bello. Gli occhi di Vee dicono tutto.» Disse P’Toey a Mark e sorrise. «È quello che penso, non è bello?» Il barbiere si chinò a sussurrarmi all’orecchio mentre sorrisi attraverso lo specchio poi alzai la testa e sorrisi a Mark.

«Sì.» Gli risposi, ma i miei occhi incontrarono Mark che rimase immobile, prima di ricadere lentamente a guardare il suo telefono come prima.

«Mio Dio, non sapevo che ti piacessero anche i ragazzi. Perché non me l’hai detto due anni fa?» Misi il broncio prima di toccarmi i capelli.

«Mi piace solo lui.» Risposi e il barbiere mi fece una faccia strana.

Non impiegò molto per tagliarmi i capelli e non mi interessava nemmeno lo stile che aveva scelto, continuai a guardare attraverso lo specchio per vedere cosa stesse facendo quella persona. All’inizio giocò sul suo telefono, ora stava leggendo una rivista. Sembrava un po’ stranito, ma non era andato via e non sembrava molto scocciato.

«Ti piace leggere?» Le mie sopracciglia si sollevarono quando vidi qualcuno che camminò verso Mark. Lui alzò lo sguardo per vedere la persona che lo stava salutando ed il ragazzo quindi si spostò bloccando completamente la mia visuale di Mark.

«Sì?»  Potei solo sentire la risposta di Mark e vedere l’ampia schiena della persona che gli parlava.

«Devo tagliarmi i capelli, puoi aiutarmi a scegliere uno stile?» La voce profonda continuò, anche se la mia persona rimase tranquilla.

«Te l’avevo detto che è bello. Quando è venuto prima per tagliarsi i capelli, non è sfuggito agli occhi di uomini e donne.» Pensai a quell’immagine descritta da Toey e nella mia testa rimbalzò la parola: possessivo.

«Penso…»

«Mark!» Non sapevo cosa stesse per rispondere e dopo averlo chiamato non sapevo che altro dire, sapevo solo che volevo interrompere la loro conversazione.

Il ragazzo si allontanò da lui e mi guardò. Anche Mark mi guardò confuso, prima di alzare le sopracciglia come per chiedermi perché l’avevo chiamato.

«Tutto ben fatto.» Disse P’Toey a bassa voce togliendomi il grembiule da salone e spazzolando via i capelli in eccesso.

«Ho … finito.» Risposi a Mark, prima di guardare P’Toey che si limitò a sorridere in un modo come per dire ‘so cosa stai facendo’.

«Adesso me ne vado.» Disse Mark iniziando a muoversi.

«Il tuo nome è Mark? Il mio nome è Thew.» Mentre pagava sentii quel ragazzo ricominciare a parlare con Mark. 

«Sì.»

 «È un bel nome. Sono felice di conoscerti.» Felice sto cazzo! Pensai prima di pagare e dirigermi verso Mark che mi stava aspettando.

«Grazie.» Li avevo quasi raggiunti ed ero sul punto di cavare gli occhi a quel tizio e di strappare via da lui Mark quando gli sorrise. Sapevo che era solo un sorriso di circostanza, secondo le buone maniere, ma ero comunque geloso. Tutti i sorrisi di Mark erano così belli e li volevo solo per me.

«Mark.» Lo chiamai con voce ferma e lui mi guardò e questo gli bastò per sapere come mi sentivo.

«Oh, vieni con tuo fratello maggiore? O un amico?» All’inizio avevo pensato di lasciar perdere, ma non ora.

«Beh …» La rabbia in me stava iniziando a montare e dovetti fare un respiro profondo per cercare di calmarmi. Mi avvicinai a Mark e gli misi un braccio intorno alle spalle.

«Non so quale sia il tuo problema, ma non sono né fratello né un suo amico.» Risposi e guardai negli occhi l’altra persona, che mi fissò con risentimento.

«Ummm … il prossimo cliente per favore, adesso c’è un posto libero.» P’Toey chiamò, si voltò a guardarmi prima di guardare di nuovo Mark.

«Non voglio più un taglio di capelli.» Thew si girò verso Toey prima di sbattere contro la mia spalla.

«Scusa P’.» Dissi a Toey sorridendo.

«Oh! Non preoccuparti. Oggi sono ricco. E con quello che è successo non mi sarebbe piaciuto tagliargli i capelli.»  Rispose agitando il braccio avanti e indietro. «Il tuo braccio non lo lascerà andare, giusto?»

«Ehm …» Mark  fece per allontanarsi, ma io gli strinsi il braccio intorno alle spalle.

«Non lo lascerò per molto tempo.»

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Nadia

Troppo bella questa novel l’avevo già letta ma la sto rileggendo con piacere….grazie mille <3

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