NAUGHTY BABE – CAPITOLO 14

Incubo

Tacha non aveva bevuto una goccia di alcol, ma l’odore alcolico proveniente da Hia Yi fece battere il suo cuore in modo incontrollabile. Dopo che la sua timidezza si era calmata, Hia Yi era entrato nella stanza con occhi stuzzicanti e un guizzo di sorriso sulle labbra… Phayak era un playboy, come aveva detto Kuea. Il suo migliore amico gli aveva detto che Hia Yi era probabilmente come Hia Lian. Quando intensificava il suo gioco… era una tigre pronta a divorare la sua preda, valeva a dire Tacha.

«Come dovrei affrontarlo?»

«È difficile. Ho perso contro Hia Lian in ogni modo. Tieniti forte.» 

Quello era tutto il consiglio del suo migliore amico… Tacha pensava di essersi preparato, ma quando Hia Yi si abbassò sul bordo del letto, divenne imbarazzato. Hia Yi lo fissava così intensamente che il suo viso bruciava.

«Nong Diaw.»

«Sì…»

«Aiutami a fare la doccia.»

«V…Va bene.»

Khon Diaw poteva aiutare Hia Yi a fare la doccia come al solito, ma questa volta non era facile. Si avvicinò al fianco della figura alta e gli sbottonò la camicia. Le sue piccole mani tremarono perché Hia Yi si era piegato più vicino fino a poter sentire il suo respiro caldo sulla sua guancia. La punta del naso di Yi gli toccò la guancia prima di allontanarsi… solo un po’.

«Hia…io n…non riesco a muovermi.»

«Perché Nong Diaw ha un odore così buono?» 

«Ho fatto la doccia. Avrai un buon odore anche tu dopo la doccia.»

Hia Yi ridacchiò prima di indietreggiare, lasciando che Khon Diaw gli togliesse la maglietta. Era cattivo e si rifiutava di ricevere aiuto, ma ora continuava a chiamare il nome di Khon Diaw. I suoi occhi brillavano sempre… Hia Yi era un playboy adesso!

La doccia questa volta fu impegnativa perché Yi non si era accigliato come al solito. Hia Yi…stava flirtando. Giusto, sembrava che Phayak stesse flirtando con lui, presentando il suo corpo, e prendendo in giro Khon Diaw, facendogli strofinare alcuni punti più a lungo degli altri.

«Se è pulito… andrà bene per Nong Diaw. Andrà dentro…»

«Smettila. Lavati i denti!»

Pervertito!

Il viso di Tacha si scaldò, in piedi accanto all’uomo che si lavava i denti. Sebbene avesse avvolto un asciugamano intorno alla vita di Hia Yi, questo pendeva liberamente sui suoi fianchi, rivelando gli addominali, l’ombelico e i peli sottili che scomparivano sotto il tessuto.

L’odore di alcol del respiro di Hia Yi aleggiava nell’aria, facendo arrossire Khon Diaw. Non poteva negare che Hia Yi in quella versione sembrava… delizioso.

Phayak Chatdecha Chen sorrideva alle guance rosse del suo futuro sposo. Il rosso Nong Diaw era così adorabile che voleva mordersi le guance. Se il suo braccio non fosse stato rotto, si sarebbe avventato su quel piccoletto in bagno. Per quanto tempo il suo braccio sarebbe rimasto rotto comunque? Poteva saltare direttamente a quando sarebbe stato guarito? Non poteva giocare con il suo fidanzato o farsi da solo la doccia, ed era difficile mangiare. Quando aveva fatto l’amore con Nong Diaw, aveva dovuto lasciare che il suo fidanzato stesse sopra. Era giusto? Era il protagonista maschile o una comparsa in quella storia? Se lo meritava, eh?!

Phayak sospirò al pensiero, lasciando che il ragazzo più giovane gli prendesse la mano e lo conducesse alla toletta nello spogliatoio. La cabina armadio non era grande perché apparteneva a un uomo. Un lato era occupato da abiti nei colori di base, polo aziendali, abiti casual negli stessi toni e abiti da allenamento. L’altro lato conteneva lo stesso tipo di abbigliamento con sfumature più colorate. C’era un armadio alto fino al ginocchio nell’angolo… per i costumi del cane.

Phayak era rimasto sbalordito da tutti i tipi di abiti da cane che non aveva idea di dove il ragazzo più giovane avesse comprato, ma quando aveva visto Tacha vestire il cane ed entrambi sembravano felici, aveva potuto solo lasciarli fare. Non si sarebbe opposto a tale attività.

«Vuoi un pigiama a righe o a tinta unita?»

Phayak alzò un sopracciglio verso la persona che si divertiva a raccogliere i suoi indumenti da notte. Aspetta, il ragazzo più giovane sceglieva i suoi vestiti con gli stessi sentimenti che provava quando sceglieva l’abito per il cane?

Nonostante la sua esasperazione per essere stato trattato come un cane, l’entusiasmo del ragazzo più giovane nel prendersi cura di lui… andava bene, sarebbe stato solo un cane. Se essere un cane significava essere accudito dal fidanzato, così sia. Con ciò, Phayak permise a Khon Diaw di vestirlo.

«A volte mi chiedo se ami quel cane più di me.» 

«Eh?! Hia, perché l’hai detto?»

«Sto scherzando.»

«Odi Nong?»

Phayak ridacchiò al piccoletto preoccupato che odiasse il cane dagli occhi sporgenti. Lui non la odiava. Era solo un cane… A volte era solo irritato con lei. Era seccato perché lei era una tale leccaculo e il ragazzo più giovane continuava a coccolarla. 

«No. È carina.»

«È super intelligente e molto coccolosa… A volte la penso come la mia bambina.»

Aspetta… vuole essere la mamma di un cane nonostante sia umano? Phayak aveva voglia di riprendersi le sue parole sul fatto che lui non la odiasse. Quel maledetto cane dagli occhi sporgenti, è troppo!

«È come la nostra bambina… hmm. La amerai abbastanza presto. È così carina.»

Le parole, la nostra bambina, spazzarono via la sua irritazione in una frazione di secondo… Hmm… essere il papà di un cane suona abbastanza bene.

************

Aver vissuto in un’altra casa per anni aveva reso Phayak possessivo della gentilezza di Tacha. Il ragazzo più giovane si prendeva cura di lui in modo impeccabile. Lo frustrava il fatto che non potesse usare entrambe le braccia. Anche se Phayak cercava di non prendersela con Tacha, ci dovevano essere momenti in cui il ragazzo più giovane era a disagio con il suo malumore. Il minimo che Phayak poteva fare per ripagare la gentilezza di Tacha era essere riconoscente.

«Grazie.»

«Eh?»

Le manine, che lo coprivano con la coperta, si fermarono. 

«Grazie per non avermi lasciato.»

Cosa poteva esserci di meglio del sorriso del ragazzo più giovane? Sembrava che ci fossero milioni di stelle nei suoi grandi occhi rotondi dopo aver ricevuto parole di gratitudine. Il suo Tacha non aveva mai desiderato altro che la piccola attenzione che non gli aveva mai dato.

«Sdraiati accanto a me.»

Le labbra di Phayak si arricciarono mentre il piccolo ragazzo riposava lentamente il suo corpo nel suo braccio. Khon Diaw si muoveva un po’ nel sonno… A giudicare dalle notti precedenti, Phayak aveva scoperto che il posto preferito del ragazzo più giovane era sulla sua spalla. Accarezzò i capelli morbidi con i suoi naso aguzzo e non poté fare a meno di morderlo giocosamente.

«Hia…»

«Hmm?»

«Sei… come un sogno. Scomparirai quando mi sveglierò?»

«Cosa te lo fa pensare, eh?»

«Non avrei mai pensato che saremmo stati insieme.»

Phayak si bloccò a causa della voce solitaria della persona nel suo braccio, i suoi occhi pieni di sensi colpa. Strinse il braccio. La ferita nel cuore del ragazzo più giovane faceva ancora male.

«Nong Diaw… sono qui.»

«Sì. Per favore, non lasciarmi più. Io… non sarò in grado di sopportarlo.»

«Non lo farò. Non vado da nessuna parte.»

La paranoia di Tacha non si sarebbe placata facilmente. Phayak doveva essere l’unico a creare fiducia per il ragazzo più giovane finché non potesse guarire la ferita nel suo cuore. Avrebbero potuto volerci giorni, mesi o addirittura anni. 

«Da quando sei tornato a casa, ho dormito bene tutte le notti.»

«Di solito no?»

Phayak aggrottò le sopracciglia alla nuova informazione. Khon Diaw soffriva d’insonnia? Era occasionale o costante al punto che aveva bisogno di fare affidamento sui sonniferi come faceva Phayak?

«No… ho avuto incubi ricorrenti. Da quando ho perso la memoria, succede quasi ogni notte.»

«In cosa consiste?» chiese Phayak con voce roca, il cuore che gli si stringeva dolorosamente. 

Se era successo da quando il ragazzo più giovane aveva perso la memoria all’età di sette anni e si era ripresentato per diciotto anni, doveva essere…

«Ho visto un puma, grosso. Mi è saltato addosso e il sangue mi scorreva su tutto il corpo, ma… non era il mio sangue. Ho sentito uno sparo. Qualcuno gli ha sparato. Quella persona era dietro… Lui ha ucciso il puma. Faceva paura… Non riuscivo a dormire allora perché avevo paura di quell’incubo. Ora che sei qui, non appare più.»

Il sorriso del ragazzo più giovane fu un coltello che trafisse il petto di Phayak, grondando sangue ovunque.

**********

Phayak macinò una delle innumerevoli sigarette che aveva fumato nel posacenere. Tutto quello che sapeva era che lì dentro era pieno di mozziconi di cicche. Le ceneri si riversarono sul tavolino di vetro, alcune volarono nel vento che soffiava contro la finestra. Accanto al posacenere c’era il suo bicchiere che veniva svuotato immediatamente ogni volta che si riempiva.

I suoi occhi arrossati e acuti fissarono la strada illuminata con alcune macchine che passavano alle tre del mattino.

Phayak era seduto lì da quando Khon Diaw si era addormentato. Era divorato dalla sensazione insopportabilmente tormentosa che c’era dentro. I suoi occhi erano spalancati con le nuove informazioni che aveva appreso. Il mostro dentro lo stava rosicchiando, lasciando brutte ferite. Indipendentemente da ciò, Phayak poteva solo stare seduto lì, fumare e bere alcolici, bicchiere dopo bicchiere, sperando che alla fine venisse messo fuori combattimento e non sentisse nulla.

La bottiglia vuota rotolò e colpì la gamba della sedia. Phaya ingoiò l’alcol nella bottiglia semivuota. L’ultima sigaretta nel pacchetto veniva ridotto in cenere mentre guardava indietro a diciotto anni prima.

Il giorno in cui Lele fu spaventato dall’urlo e saltò su Tacha. Il giorno in cui aveva sparato e ucciso Lele con le sue stesse mani. Il giorno in cui il ragazzo più giovane era rimasto scioccato, era svenuto e si era svegliato senza alcun ricordo dell’incidente. Il giorno in cui furono separati l’uno dall’altro. Il giorno in cui Tacha era volato in Inghilterra.

Tutto… era tutto per trasformare Phayak in un estraneo e far dimenticare a Tacha quelle cose orribili in modo che quando si fossero riuniti… avrebbero potuto ricominciare da capo.

Phayak aveva accettato che il suo destino fosse quello di ricordare tutto e di esserne ferito al punto da soffrire di insonnia. Sperava solo che il ragazzo più giovane dall’altra parte del mondo sarebbe stato felice, ma, a quanto sembrava, non era così.

Nessuno sapeva quanto fossero orribili gli incubi più di Phayak. Nessuno sapeva quanto fosse tortuoso essere svegliati di soprassalto di notte, madidi di sudore e incapaci di respirare… e Tacha aveva vissuto tutto ciò.

«Hic…»

La felicità del giovane dall’altra parte del mondo non era mai esistita. Tutto era una bugia. Khon Diaw aveva sopportato tutto da solo. Persino Phayak stesso non riusciva quasi a sopportarlo.

Lanciò il bicchiere contro il muro della finestra e lo frantumò. Frammenti di vetro furono sparsi sul pavimento. Uno dei pezzi appuntiti volò in alto e gli tagliò la guancia, ma Phayak non si curò di asciugarsi il sangue.

Dov’era Phayak le notti in cui Tacha aveva gli incubi…? Quando Tacha si svegliava nel cuore della notte senza nessun altro ma il cane… dov’era? In quei giorni in cui Khon Diaw era solo… Phayak era annegato nei propri sentimenti, occupato dai propri pensieri, senza mai considerare cosa doveva sopportare il ragazzo più giovane.

Nessuno sapeva che Phayak era quello che aveva causato gli incubi di Tacha.

************

Tacha si svegliò di soprassalto. Il vuoto accanto a lui fece sentire il suo cuore terribilmente vuoto. La camera da letto era completamente al buio mentre si precipitava ad accendere la luce… La sua schiena era madida di sudore. I suoi occhi erano spalancati per l’incubo… che sembrava diverso.

Il puma gli era saltato addosso come al solito e lo sparo aveva risuonato come le altre notti, ma la figura indistinta in fondo era più chiara che mai.

…Hia Yi… Era Hia Yi quando era più giovane. L’adolescente Yi intorno ai quattordici o quindici anni… Era stato Hia Yi a gridare il suo nome con gli occhi spalancati.

«Hia Yi… non… non piangere.»

Le ginocchia si piegarono, Khon Diaw si lasciò cadere davanti alla porta. Le sue lacrime caddero come se stesse piangendo con Hia Yi nell’incubo. Quel puma… Khon Diaw conosceva quel puma. Solo che… non riusciva a ricordarlo.

Khon Diaw si strinse la maglietta sul lato sinistro del petto e urlò a causa di quel dolore palpabile ma indescrivibile. Hia Yi piangeva perché aveva dovuto sparare a quel puma. Hia Yi era gentile. Anche se si comportava come se fosse infastidito da tutto ciò che c’era nel mondo, non era una persona violenta. Che si trattasse di Khon Diaw o Nong, con cui Hia Yi era visibilmente infastidito… li trattava con gentilezza. 

Il puma era dovuto morire poiché era saltato su Khon Diaw. Hia Yi lo aveva ucciso e ne aveva sofferto. Il sogno leggermente più chiaro aveva fatto capire a Khon Diaw che si trattava di un malinteso. Nel frammento di ricordi che non riusciva a cogliere appieno… sentiva che il puma non faceva paura… Khon Diaw non aveva paura del puma nel suo sogno. Era dispiaciuto per la sua morte… e per Hia Yi, che non aveva avuto altra scelta che ucciderlo. Togliere la vita a qualcuno o a un animale in così giovane età… come doveva essersi sentito Hia Yi?

«Hia Yi… Hia Yi.»

Se… Se il sogno era reale, perché nessuno gli aveva detto che una volta si conoscevano? L’incidente era avvenuto prima che suo padre lo mandasse in Inghilterra. Perché tutti si erano comportati come se avesse incontrato Hia Yi per la prima volta alla cerimonia di fidanzamento?

Il sogno non era un incubo. Se fosse stato un tipico incubo non si sarebbe ripetuto fino ad ora. Era stato un incidente dimenticato, una ricordo perso. Si conoscevano molto tempo prima.

Qualcuno aveva tenuto segreto l’incidente a Khon Diaw. Quando aveva perso la memoria, perché anche Hia Yi era scomparso? Perché Yi si era presentato solo quando si erano fidanzati? Perché… gli avevano portato via Hia Yi? Perché… non si erano conosciuti di nuovo subito dopo l’incidente?

Dopo l’incidente d’auto, Hia Yi aveva detto di ricordare Khon Diaw all’età di sette anni… Intendeva quella volta? Yi non aveva mai perso quella memoria, giusto…? Phayak ricordava ancora di aver sparato al puma con le sue stesse mani, vero…? Come aveva vissuto con quel ricordo fino ad ora?

Hia Yi aveva pianto… era collassato quel giorno. C’era qualcuno al suo fianco? Qualcuno l’aveva abbracciato…? Hia Yi aveva avuto lo stesso incubo fino ad ora?

La persona che ricordava tutto e quella che aveva dimenticato tutto…soffrivano di diversi livelli di dolore.

Khon Diaw non aveva mai desiderato il passato tanto quanto oggi. Non solo il suo passato dimenticato, ma anche quello di Hia Yi. Si alzò da terra con i palmi delle mani, si asciugò le lacrime con il dorso delle mani e barcollò fuori dalla camera da letto.

«Hia… Hia Yi.»

Khon Diaw si protese nell’oscurità, cercando a tentoni gli interruttori della luce. Continuò ad accendere le luci finché l’intero posto non fu luminoso. Vide Nong seduta davanti alla porta a vetri del balcone per fumatori. Con le orecchie basse, lei gli rivolse i suoi occhi tristi e sporgenti verso di lui.

Khon Diaw si diresse lì… La figura fuori dalla porta a vetri si raggomitolò, sembrava esausta e debole e non assomigliava al Phayak Chatdecha Chen con cui aveva familiarità. Per non parlare di quelle spalle tremanti. Il grido represso suonava doloroso e faceva altrettanto male a Khon Diaw. Tra il vetro in frantumi, Hia Yi sembrava fragile e sul punto di crollare.

Khon Diaw spinse fuori la porta a vetri e Hia Yi sussultò sorpreso. Si asciugò le lacrime con la sua unica mano utilizzabile. Non aspettando che Hia Yi dicesse una parola, Khon Diaw si fece avanti e abbracciò forte l’alta figura, senza preoccuparsi dei frammenti di vetro che gli tagliavano i piedi.

L’odore dell’alcol e del fumo non facevano che aumentare il suo senso di colpa. Hia Yi era diventato così perché aveva parlato del sogno? L’aveva menzionato involontariamente poiché non sapeva che la persona nel suo sogno fosse lui.

Khon Diaw lanciò i suoi grandi occhi rotondi su Hia Yi, che sembrava terribilmente fragile. Non appena i loro occhi si incontrarono, Khon Diaw capì tutto… Hia Yi non aveva l’amnesia. Si ricordava tutto. E poiché lo faceva… era torturato dal passato che li aveva trasformati in estranei.

«Hia… hic… va bene. Adesso va bene. Stai bene… Dev’essere stato difficile per te, vero? Non devi più sopportarlo… Va tutto bene… Lo è davvero… Per favore, non incolpare te stesso… Devi perdonarti, ok? È tutto nel passato… Sono qui. Non vado da nessuna parte. Sarò con te per sempre.»

«Nong Diaw…»

«Mi dispiace di essere così in ritardo… Non devi proteggermi più. D’ora in poi, ti proteggerò io.» 

Qualcuno doveva assumersi la responsabilità.

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