EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 9

La tigre è la preda del gatto

– Nuea –

Rammie ram – Ieri
Bugiardo!
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Yiwaa: Non parlare così del mio amico, lui è sincero.

Tonkla: Forse non ha capito di aver sbagliato. 

Toot Lien learns mechanics: Perdona l’imbecillità dei miei amici. 

Pond Pawee: Vai a trovare il mio amico.

Lucky man: Perdona la stupidità del mio gemello. 

Rammie ram: Non ho menzionato nessuno. Se hai frainteso, mi dispiace.

Paul pepper: Perché non ne so nulla? @Luckyman Rammie ram.

TOSSAKAN: Cos’è successo?

Lucky man: Praram vuole attenzioni.

Rammie ram: Cosa vorresti insinuare?

TOSSAKAN: Appena mi libererò, tornerò a casa.

Lucky man: Continua a coccolare P’Bar. Nostro fratello è solo confuso.

Rammie ram: Io non ho detto nulla. 

Continuavo a leggere ciò che Praram aveva postato, più e più volte. Dal giorno precedente i miei occhi continuavano a scorrere sulle parole di quel post e oggi, ancora steso nel letto, cercavo di capire cosa avessi sbagliato. Vee continuava a dire che non avrei dovuto fare quello che avevo fatto, ma davvero non capivo a cosa si riferiva? Volevo solo vedere Praram, tutti i giorni. Non avrei più potuto insegnargli, Mark era la soluzione migliore.

I miei amici ritenevano che Praram si comportasse in quel modo perché si sentiva offeso, fino ad essersi arrabbiato. Sapevo che si stava comportando in modo strano, mi chiedevo se fosse davvero così sconvolto. Magari avevo troppa fiducia in me stesso, tuttavia le mie azioni avevano realmente una tale influenza su di lui?  Oppure… era turbato per quello che era successo davanti la porta del bagno?

I pensieri continuavano a navigare nella mia testa, mentre continuavo a pensare al suo post. Più ripetevo quella parola più avevo timore che fosse serio, dovevo essere cauto. Anche suo fratello iniziava ad essere protettivo e possessivo nei suoi confronti. Continuai a scorrere tra i commenti, finchè non cliccai sulla chat di Praram. 

Ero così codardo che non riuscivo ad essere abbastanza coraggioso nemmeno da scrivergli un “ciao”.

Cosa potevo dirgli? Ci stavo pensando troppo e magari nel frattempo, lui si stava lamentando di me con qualcun altro. Perché ero così spaventato? Di solito ero io la tigre coraggiosa. E se lo avessi salutato e lui mi avesse ignorato? Praram era un maestro in quello. 

Rammie ram: Come posso vedere P’Mark?

Ero incredulo. Dovetti aprire maggiormente le palpebre ed avvicinare la faccia allo schermo del telefono. Mi aveva scritto per primo, perché mi aveva fatto quella domanda? Non potei fare a meno di aggrottare le sopracciglia.

Nnorthh: Perché vuoi vederlo?

Rammie ram: Mi hai detto di fare tutoraggio con P’Mark, e si sta avvicinando la data dell’esame.

Nnorthh: Se non ti senti a tuo agio, possiamo trovare qualcun altro.

Rammie ram: Perché dovrei sentirmi a disagio?

Nnorthh: Perché prima mi piaceva.

Rammie ram: Quanto?

Nnorthh: Cosa?

Rammie ram: Quanto ti piaceva?

Lessi di nuovo l’ultimo messaggio. Di sicuro era scrupoloso, mi misi a sedere ed iniziai a riflettere. Il suo desiderio di ricevere una risposta rapida, rese il tutto a mio favore. Mi stava dando delle speranze.

Rammie ram: Ti piaceva quanto ti piaccio io adesso o no?

Rammie ram: Se ti piaceva così tanto, non ci andrò perché non vorrei doverlo guardare.

Rammie ram: Ma se ti piaccio di più, forse ci andrò, perché voglio che tu mi veda.

Rammie ram: Anch’io voglio vederti. 

Nnorthh: Praram…

Il mio cuore prese a battere come non mai. Se dovessi paragonare Praram con Mark, il mio cuore batteva più spesso con Praram, e volevo che continuasse ad essere così. Con Mark ero consapevole che prima o poi avrei dovuto smettere, non sarebbe mai stato felice con me. Ero prevenuto su questo e mi andava bene così, pertanto non ero mai stato troppo serio nei confronti di Mark. Ma Praram… non potevo lasciarlo scappare altrimenti P’Lee avrebbe provato a prendere mia moglie. 

Nnorthh: Possiamo incontrarci alla pasticceria dietro l’Uni? 

Gli chiesi di uscire e, sebbene avesse visualizzato, non avevo ancora ricevuto una risposta. Andava bene così, avrei aspettato. 

Nnorthh: Possiamo organizzarci per incontrare anche Mark.

Rammie ram: Pralak è impegnanto.

Nnorthh: Allora vieni e basta.

Rammie ram: Come incontrerà P’Mark?

Nnorthh: Lascia perdere Mark, voglio solo vederti.

Nnorthh: Risponderò a tutte le tue domande. 

L’esca aveva abboccato all’amo, aveva accettato di incontrarmi. Cambiammo il luogo nel quale vederci in centro città, perché per lui era più comodo. Avevo solo quindici minuti. Praram non era in ritardo, ma fui io ad arrivare prima dell’orario stabilito, ero così emozionato. Dopo essere riuscito a trovare le parole giuste per invitarlo ad uscire, mio cervello ormai era andato fuori uso. 

Incontrare Mark, usare come scusa le lezioni? Finalmente quello sarebbe stato il nostro prima appuntamento. 

«P’Nuea.» Mi voltai non appena la persona che aveva pronunciato il mio nome, picchiettò con le dita sulla mia spalla.

«Non c’è bisogno di punzecchiarmi la spalla, se non ti piaccio come dici puoi semplicemente chiamare il mio nome.» Sorrisi prima che la persona davanti a me si muovesse.

«Avevo paura che ti saresti spaventato.»

Continuai a sorridere al liceale. Il ragazzo davanti ai miei occhi, sembrava più giovane di me nonostante la sua altezza. La sua pelle era fresca e giovanile come quella di un fanciullo in tenera età, anche il suo abbigliamento era talmente carino da sembrare un dolce bambino. 

Indossava una semplice maglietta rosa chiaro, pantaloncini e scarpe da ginnastica neri. Perché quegli abiti lo facevano sembrare più carino che mai?

«Mi fissi così tanto da farmi venire il diabete.»

«Riesco davvero a farti venire il diabete?»

«Non essere sciocco…» Il volto del ragazzo diventò rosso sulle guance, proprio come ogni volta che ci vedevamo, ma in quel momento sembrava più rosso del solito. 

«Beh… sei molto carino oggi.»

«Pralak mi ha costretto ad indossarla.» disse indicando la maglietta rosa chiaro. 

«Non è molto diverso da ciò che indossi di solito.» Aveva sempre un bell’aspetto, era davvero bello. Ad essere onesto non volevo che cambiasse. Sapevo di non aver nessun diritto per dirgli cosa indossare dato che alla fine lo stavo solo corteggiando. Ma in fondo al mio cuore ero segretamente geloso.  

«Davvero? Pralak ha detto che sarebbe andata bene.» Mi guardò con quei suoi occhi grandi. 

«Mi ha anche dato il burrocacao, mi ha detto di copiare P’Kan ed applicarne un po’ per essere bello.» disse mostrandomi il prodotto. Non gli risposi perché non c’era modo di negare la sua bellezza. Era così carino da sembrare uno di quei modelli che solo a vederli vorresti saltargli addosso per riempirli di baci, mentre catturano il tuo cuore. 

«Beh… carino.» risposi ammirando le sue bellissime guance, ingoiai la saliva a fatica. 

«Gli avevo detto che non avrei dovuto vestirmi così.» Si fermò per un istante per poi continuare. «Ma Pralak mi ha detto che se avessi avuto un bel aspetto, allora tu avresti…»

«Avrei…?» Alzai le sopracciglia per invitarlo a continuare. 

«Insomma se mi fossi vestito bene, ti sarei piaciuto.»

«Te lo ha detto Pralak?» Rimasi immobile, anche se il mio cuore stava per esplodere. 

«Si, non so perché l’ho fatto in realtà. Ma ho voluto provarci perché voglio essere diverso da tutte le altre persone che ti sono mai piaciute.» Mi guardò negli occhi. 

«Vuoi farmi totalmente perdere in te più di quanto già non sia, Praram?» gli sorrisi.

«Ancora non so se sei così preso da me.» rispose timido. 

«Sono molto preso da te, adesso ancora di più che quasi mi sento male.» dissi di rimando.

«Non sei l’unico a sentirsi in questo modo…»

«Cosa?» chiesi quando sentì parlare quella dolce voce, che non riuscì a capire cosa avesse detto.

«Ho chiesto dell’appuntamento, dunque dov’è P’Mark?» Praram si guardò intorno cercando Mark.

«Mark non è qui.»

«Oh…»

«Ha detto che è occupato.» gli mentì. In realtà non avevo la minima idea di dove fosse o cosa stesse facendo Mark, non lo avevo nemmeno contattato. 

«E le mie lezioni?»

«Beh, puoi discuterne con me e poi riferirò tutto a Mark.» gli dissi e lui si sedette di fronte a me accigliato. 

«Se le cose stanno così, allora perché mi hai fatto venire? Sarei dovuto andare con Pralak da mia zia.» Dal tono delle sue parole sembrava irritato. 

«Em… non sapevo che fossi occupato. Puoi parlare con me e poi andartene, spiegherò tutto a Mark.» Mi sentivo in colpa, avrei dovuto chiedere prima come mai Pralak fosse impegnato, quei due erano inseparabili. 

«P’Nuea sei proprio un idiota. Se avessi voluto lasciarti parlare con lui, non sarei venuto.» spiegò.

«Eh?» 

«Beh, voglio dire, non voglio che tu vada a parlare da solo con Mark, posso parlargli io stesso.» chiarì.

Cosa stava dicendo? Non riuscivo più nemmeno a stargli dietro. 

L’ultima volta che ci eravamo visti, aveva spazzato via le mie speranze, si era comportato come se non sentisse nulla per me. Invece quella volta stava dicendo che non voleva che io e Mark ci vedessimo? Che voleva essere diverso da chiunque altro mi sia mai piaciuto, e voleva che mi piacesse solo lui. Avevo bisogno di riflettere un secondo, perché era diventato un bambino così crudele? 

All’inizio pensavo fosse un tenero gattino e che sarebbe stato carino prenderlo in giro. Tuttavia, all’improvviso aveva cambiato radicalmente il suo modo di fare. Come mai non me ne ero mai accorto? Sapevo già che avrei fatto fatica a capire in quale direzione sarebbero andate le cose. 

«Se parli in questo modo, allora comincerò a pensare che certe cose riguardino solo noi, è così Praram?»

«Riesci ancora a pensare con la tua testa? Io non ci riesco più da quando ti ho incontrato.»

Ammetto che Tossakan e Bar mi avevano confuso. Non ero mai riuscito a comprendere come potessero in qualche modo, distorcere e modificare quello accadeva intorno a noi, come se l’intero mondo appartenesse a loro. In quel momento avevo la risposta. 

Del perché le cose cambiassero non ne ero molto certo, ma se mi avessero chiesto perché mai mi comportassi o sentissi come se avessi conquistato il mondo… beh, la mia risposta sarebbe stata Praram. Praram era il mio intero mondo. Non appena pronunciò quelle parole, capì che mi aveva accettato, ed in quell’esatto momento era come se possedessi l’intero mondo. 

Mangiammo insieme e chiacchierammo del più e del meno. Parlammo dei suoi studi e del suo lavoro futuro. Sua madre voleva che si laureasse in medicina o comunque una facoltà affine. Mi spiegò che avevano un bel rapporto familiare, e non voleva andare contro i desideri dei suoi genitori. Mi piaceva il suo modo di essere, perché nonostante volessere rispettare i voleri dei suoi genitori, non intendeva seguire tutto ciò che gli imponevano. Desiderava renderli orgogliosi, ma allo stesso tempo rendere orgoglioso se stesso. 

«Allora per il tuo percorso di studi, in quale facoltà vorresti entrare?» gli chiesi una volta che eravamo abbastanzi sazi delle pietanze ordinate, ed iniziammo a parlare degli studi futuri. 

«Vorrei tanto diventare un veterinario, ma probabilmente dovrò cambiare se non riuscirò a passare l’esame.» mi rispose triste in volto. 

«Devi avere più fiducia in te stesso. Ho sentito che sei davvero bravo nello studio.» cercai di tirarlo un po’ su di morale. 

«Non sono poi così tanto intelligente. Non ce l’avrei mai fatta senza Pralak.»

«Anche Pralak sceglierà la facoltà di veterinaria?» chiesi, ma lui sollevò il capo scuotendo la testa. 

«No, lui vuole entrare nella facoltà di odontoiatria.»

«Ohi! Nella vostra famiglia ci saranno solo dottori.»

«Beh… ecco, mi piace vedere mio padre lavorare, ma mi piacciono anche gli animali, per questo ho pensato di diventare un veterinario. Ma Pralak non vuole farlo con me. Mi va bene così, anche se siamo gemelli non dobbiamo per forza fare le stesse cose.»

Ascoltando la sua risposta non potei fare a meno di pensarla in modo diverso. Facevano quasi tutto insieme, andavano sempre d’accordo, quindi se si fossero separati…

«Davvero?» chiesi scettico.

«Non voglio dire niente perché so che Pralak sentirà sicuramente la mia mancanza finché non lo sopporterà..»

«Ho compassione per Pralak.»

«Perché?»

«Beh, gli mancherai finchè non riuscirà a sopportarlo, è così doloroso. Il tuo gemello deve soffrire così tanto.» Alzai gli occhi per guardarlo meglio. Praram aveva un cucchiaino in bocca che mordeva tra i denti, mentre assottiglió gli occhi per osservarmi meglio.   

«Non hai bisogno di dire tutte questa smancerie ogni minuto, Phii. Lo so che ci stai provando con me.» mi sorrise dolcemente. 

«Avevo paura lo dimenticassi.» risposi dopo aver riso piano. 

«Nuea!»

«Jinny?» Avrei voluto storcere gli occhi al cielo, quelle strane coincidenze avvenivano troppo frequentemente nell’ultimo periodo. La persona che mi aveva appena salutato, era una di quelle con la quale aveva chattato tempo fa. La questione si concluse senza intoppi, anzi eravamo amici. Tuttavia sembrava che la persona di fronte a me non la pensasse esattamente allo stesso modo. 

«Sono qui ad aspettare P’Bom. Sei qui per mangiare con il tuo Nong?» chiese con una dolce vocina, anche se non suonava come una vera e propria domanda.

«Ah si, questo è Praram.» Le presentai il ragazzo seduto al mio tavolo. 

«Ciao mi chiamo Jinny e sono un’amica di Nuea, è un piacere conoscerti Praram.» Jinny era una brava persona, anche se era la prima volta che ci incontravamo in un modo così… strano.

«Ciao.» Anche la persona seduta di fronte a me era educata, quindi rimase seduta lì tranquillamente. A quanto sembrava quello che aveva detto Tossakan era vero, aveva davvero un modo tutto suo di fare le cose. 

«Tuo fratello è così bello Nuea, anche se non vi somigliate molto.» disse stranita Jinny. 

«Non è davvero mio fratello minore.» spiegai.

«Come?» Le sue grazione sopracciglia erano accigliate, ed aveva gli occhi socchiusi su di me. 

«Beh, Phii in questo caso non vuol dire fratello.»

[N/T: “Nong”, vuol dire fratello minore, ma lo si usa anche per chiamare una persona più piccola di noi in modo formale.

“P’” vuol dire fratello maggiore, ma lo si usa anche per chiamare una persona più grande di noi in modo formale.]

«Eh?»

«Come daddy non vuole dire papà. Ne hai mai sentito parlare?» 

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Zara

Aspettavo solo di leggere questa frase BOOM, intendo l ultima frase

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