LOVE COURSE – CAPITOLO 4

Alle otto di martedì mattina, Prem parcheggiò la sua moto sotto l’edificio del Fourth Learning Center. Si avviò lungo il marciapiede fiancheggiato da alte siepi poste da entrambi i lati. Forse perché era ancora mattina presto, ma tutta la strada era vuota. Le lezioni sarebbero iniziate alle otto e mezza.

Il cellulare nella borsa di Prem vibrò. Mise la mano nella tasca e cercò il cellulare un po’ di fretta.

Whoosh!

«Accidenti!» il giovane scattò indietro finché la sua schiena non fu premuta contro un alto cespuglio sul lato destro. Di fronte a lui c’era un cespuglio alto sul lato sinistro, con due braccia che sporgevano come nei film dell’orrore. Prem sussultò, e fu ancora più scioccato di prima quando la persona spuntò con la testa con un forte boato.

«Tu…» vedendo quel volto, Prem si ricordò subito: «Sei la persona con la quale mi sono scontrato quella volta!»

«Buongiorno!» Un viso carino sorrise innocentemente, prima che l’esile corpo cercasse di uscire dai cespugli. Prem tornò in sé e si precipitò ad afferrare la parte superiore del corpo dell’altro per aiutarlo a uscire fuori.

«Ah, grazie mille!» il ragazzo scosse la testa che era piena di foglie e si voltò: «Sei tu. Ci incontriamo di nuovo!»

Prem annuì e sgranò gli occhi per la consapevolezza: «Oh è vero, quasi me ne dimenticavo. Ti era caduta la tessera dello studente, eccola qui.» Prem mise la mano nella tasca e gliela porse.

L’altra persona spalancò gli occhi: «Oh grazie mille, l’ho cercato a lungo.» sorrise ampiamente: «Mi chiamo Metha e mi sto laureando in matematica, e tu?»

«Prem, Facoltà di Agraria, Dipartimento di Economia Domestica.» rispose lo chef, poi chiese: «Allora, perché sei apparso così?»

«Oh, beh, stavo camminando dritto dal dipartimento, ma poi ero troppo pigro per fare il giro, così sono passato da questa parte.» rispose Metha con un sorriso: «Viviamo nello stesso dormitorio, scambiamoci l’ID Line.» il giovane invitò alla conversazione in modo fluido. A poco a poco l’atteggiamento naturale dell’interlocutore lasciò Prem sbalordito.

«Ecco.» Prem prese il cellulare e scambiò l’ID Line con il nuovo amico. In quel momento si rese conto che qualcuno lo aveva chiamato poco prima. Prem premette sullo schermo e vide che era Dynamite. Dopo aver salutato Metha, il piccolo chef richiamò il suo amico: «Che c’è?»

[Dove sei?]

Prem alzò le sopracciglia e si guardò intorno: «Davanti al dipartimento di scienze sociali.»

[Non hai letto nel gruppo, vero?]

Gli occhi di Prem si spalancarono: «Dove siete?»

[Nell’edificio del laboratorio. Stanno parlando della festa di addio dell’insegnante di medicina. Non sono riusciti a trovare un accordo, aspettano che tu venga a decidere.] spiegò Dynamite e Prem si mise a ridere.

«Va bene, arrivo.» riagganciò la chiamata e indossò il casco salendo sulla moto.

Nella sala conferenze al piano terra dell’edificio Ruamlab, gli studenti del primo anno delle due facoltà stavano discutendo. Al centro della folla c’erano Samsi e un altro studente di medicina, tutti intenti a litigare.

«Se vogliamo che tutti ballino, non c’è bisogno di un palco grande. Possiamo avere solo un pavimento come pista da ballo e una piccola piattaforma, con il presentatore che parla al centro.» suggerì Samsi.

Lo studente di medicina aggrottò le sopracciglia, e senza guardarlo negli occhi rispose: «Ma senza un palco non sarà altrettanto grandioso.»

«Il palco occupa spazio. L’abbiamo tolto perché era uno spreco, lo abbiamo sostituito con la piccola piattaforma al centro sulla pista. Chiunque voglia ballare può unirsi. Intorno, possiamo mettere dei tavoli con i tendoni per ogni gruppo. Così, durante l’evento notturno, potranno ripararsi dall’umidità.»

Samsi spiegò con calma il ragionamento e l’altro rispose: «Ma non ci saranno troppi tendoni? Perché non organizzarlo con un grande palco e cibo a buffet?»

«Allora, ci sono circa venti tendoni disposti in fila a semicerchio intorno al piano centrale. Sono dieci persone per tendone, e il gruppo della vostra facoltà è una trentina di ragazzi. Gli studenti di tutti e 6 gli anni, inclusi i docenti, sono circa 200 persone. Non arriveranno nemmeno a cento. Per quanto riguarda il cibo, possiamo fare un buffet.»

«Allora perché non c’è un grande palco?»

«Cosa c’entra questo palco? Chi è stato a dire di volere un’atmosfera amichevole e calda? Perché portare un palco? Si tratta di un concerto?»

Le persone nella stanza rimasero a guardare i due che discutevano tra loro con sguardo vuoto. Tay guardò a sinistra e poi a destra. Non appena Prem aprì la porta quasi urlò. Tuttavia era ancora più lento di Dynamite.

«Maledizione Prem!» un giovane dai capelli biondi corse verso di lui. Quasi prese in braccio lo chef e lo mise al centro del tavolo: «Decidi tu, così possiamo lavorare insieme.»

«Che decisione?» Prem era ancora confuso. Fu costretto a sedersi tra Samsi e lo studente di medicina e gli vennero mostrati due fogli di carta, si trattava dello schizzo di un luogo diverso. Prem decise di indicare quello che teneva Samsi e disse: «È meglio così. Sembra più accessibile e ha un’atmosfera più calda.»

Tutti rimasero in silenzio per quella decisione. Lo studente di medicina chiese ancora: «E il grande palco?»

«Questo…» Samsi perse la pazienza: «Ascolta, questa è la festa di addio di un insegnante, non un concerto. Il palco lo farebbe sembrare troppo formale, ed è il contrario del concetto di ‘caldo e amichevole’ che gli altri hanno richiesto. Lo capisci?»

«Basta così, facciamo come dice Samsi.» Tay finalmente arrivò a mediare, sentendo la pressione delle persone intorno, che lo fecero arrendere impotente.

Prem annuì quando la situazione si calmò: «Bene, dividiamoci il lavoro.» si girò e agitò il dito verso Samsi. Prima di ciò, era stato consegnato un grosso rotolo di carta su cui era scritto il riassunto dei dettagli del lavoro. Prem con un colpo di polso aprì il rotolo e disse: «Il gruppo di Irin è responsabile dei biglietti d’invito e dei souvenir. Per quanto riguarda lo spazio, se ne occuperanno gli altri studenti del nostro anno con l’aiuto di quelli del secondo. Per il cibo, i responsabili saremo io e Samsi.» Prem fece una pausa e poi borbottò: «Per quanto riguarda i tavoli e i musicisti…»

Dynamite si intromise: «Me ne occuperò io con alcuni ragazzi del secondo anno. Ho chiesto e mi hanno detto che conoscono un negozio qui vicino.»

Allora Prem chiese: «Quindi avete affittato i tavoli?»

«Beh, il cibo lo prepariamo da soli, risparmieremo molto.» disse Dynamite.

Prem posò il foglio che aveva in mano e disse: «In conclusione… qualcuno ha delle domande?»

Uno studente di medicina alzò la mano. Prem si voltò e annuì: «Cosa?»

«Allora, noi cosa dobbiamo fare?»

«…Cosa dovete fare?» Prem rimase sbalordito dalla domanda e cercò di rispondere: «Ragazzi, seguite semplicemente quello che avete pianificato. Il cerimoniere ha altre attività da svolgere? Il cibo e il luogo saranno un nostro problema, il resto…»

L’organizzatore guardò il programma che aveva in mano e gridò: «Esatto. Si comincia con la cerimonia di apertura alle 18. Poi ci sarà l’esibizione del gruppo di medicina del primo anno. Poi? La pista da ballo apre alle 20. Lasceremo che l’ambasciatore scelga il suo partner per il ballo?»

Prem aggrottò le sopracciglia. Seguirono poi gli applausi delle persone che stavano intorno. Prem si voltò a guardare Samsi: «Cosa gli succede?»

«Alcuni hanno appena scoperto il programma. Probabilmente sono emozionati.»

Quello che aveva detto Samsi era vero, ascoltando attentamente si potevano sentire le urla delle ragazze: «L’ambasciatore sceglierà me!» seguite da: «Oh, voglio essere abbracciata da quelle braccia forti. Dev’essere davvero soddisfacente…»

«…»

Prem sbatté le palpebre, poi si schiarì la voce e disse: «Ok, continuate ad ascoltare. Una volta che la sala sarà aperta, tutti potranno unirsi a loro piacimento. Sarà un momento di libertà. L’evento si concluderà con il discorso del capoclasse. Il tutto dovrebbe concludersi per le undici di sera.»

Tutti presero nota prima di andare per la propria strada per discutere i dettagli in base alle rispettive parti. Tay si avvicinò e chiese: «Prem, vorremmo fissare un appuntamento per discutere sulla musica per lo spettacolo.»

«Dovrete chiederlo al secondo anno. Sono loro i responsabili della musica.» Prem si rivolse a Dynamite: «Ragazzi, chi del secondo anno si sta occupando della musica?»

«Il gruppo di Fern, con Tan. Dove sei Tan? Taaan, vieni qui!» Dynamite si voltò e urlò.

Una ragazza paffuta, dalla pelle bianca, con i capelli lunghi e l’apparecchio entrò nella stanza con un’espressione confusa sul viso: «Che cosa è successo?»

«Per la musica…»

«Oh, Fern mi ha appena mandato un messaggio per chiedere informazioni sulla sequenza d’apertura. Arriveranno tra poco.» rispose Tan semplicemente, aggiungendo: «Ci penserò io a loro, voi pensate a cucinare.»

Tay, sentendo quelle parole, sorrise e si avvicinò alla ragazza: «Tan, il mio nome è Tay. Vorremmo un po’ di musica d’accompagnamento durante l’evento.»

«Oh, che musica volete?» la ragazza annuì prima di allontanarsi per prendere accordi con Tay. Tutti nella stanza erano ora impegnati con il lavoro che avevano ricevuto, cosìPrem sfuggì al caos. 

A proposito, non aveva ancora incontrato il medico…

«Piccolo Chef!»

Prem trasalì e si voltò di scatto a suono della voce, guardando l’alta figura davanti a se in modo scioccato.

Ten indossava il camice bianco, entrando nell’aula con i libri di testo. Ciò che attirava l’attenzione erano gli occhiali senza montatura che portava direttamente sul naso alto e appuntito. Gli occhi ovali si illuminarono prima che il ragazzone si avvicinasse, afferrasse Prem e lo abbracciasse: «Mi sei mancato.»

Era diventato un comportamento familiare. Anche Prem lo abbracciò dolcemente e disse: «Uhm…»

«Ehm…» risuonò una voce accanto a lui, facendo trasalire Prem prima di voltarsi: «Dannazione, mi hai spaventato!» si allontanò da Ten, facendo si che quest’ultimo cedesse anche se controvoglia.

«Sei amico del piccolo chef?» chiese Ten e Prem annuì.

«Uhm, vi siete già incontrati, ma lascia che vi presenti di nuovo. Ten, questo è Dynamite, il mio amico… Lui è Ten, è qualcuno che… ugh, mi ha chiesto di insegnargli a cucinare.»

Dynamite rise: «Oh, me lo ha già detto Fai.» poi sorrise a Ten: «Piacere di conoscerti.»

Ten fissò l’altro: «I tuoi capelli sono… d’oro.»

Dynamite sollevò un sopracciglio passando una mano tra i capelli e sorrise: «Esatto, perché…» prima che potesse finire di parlare, Ten lo afferrò improvvisamente per la testa, lasciandolo sorpreso quando lo vide aprire la bocca.

«Ehi, non puoi mangiarlo!» Prem lo fermò immediatamente.

Dynamite gridò: «Prem, per favore, aiutami!»

I tre divennero poi parte nel caos della sala riunioni.

***********

Giovedì pomeriggio, gli studenti del primo e del secondo anno di Economia domestica si erano riuniti davanti al cortile della Facoltà di Medicina. Samsi era seduto a disegnare lo schizzo del luogo in disparte. Nel frattempo, Tan e uno studente del secondo anno stavano spiegando la posizione e l’ordine della musica. Gli altri studenti erano seduti a tagliare nastri, a incollare biglietti d’invito e a legare fiocchi ai souvenir intorno al campo. Tutti erano impegnati nei loro compiti. Prem stesso stava progettando il menù del buffet con Code.

«L’antipasto sarà il pollo alla griglia, poi maiale al rabarbaro e antipasti cinesi.» suggerì Code, aggiungendo poi: «Per quanto riguarda la zuppa, sarà il Tom Kha di pollo, che è delizioso. L’ho già mangiato prima.»

Prem scosse la testa sorridendo: «Per quanto riguarda i cibi caldi?»

«Anatra stufata, pollo saltato in padella con zenzero, pesce ai tre sapori, pollo fritto con aglio e pepe, calamari ripieni. Poi… cavolo riccio e maiale croccante.» scelse il cibo dal menù che Prem gli aveva proposto: «Per quanto riguarda il riso, facciamolo fritto, è facile.»

«Va bene.» rispose Prem, per poi proseguire: «C’è ancora da decidere per verdure saltate in padella e i dessert.»

«Verdure miste saltate.» la ragazza del secondo anno lesse il foglio che aveva in mano: «Per quanto riguarda il dessert, puoi decidere tu, Prem. La torta al burro è ottima, morbida.» suggerì guardandosi intorno. Nel cortile in quel momento c’erano alcuni operai che stavano montando i telai dei tendoni.

Code si rivolse poi a Prem: «Mi piace molto questa atmosfera.»

«Sei nei guai, Phi.» rise Prem.

La ragazza sorrise: «È divertente, mi piace.» Era nell’area ricreativa ma le piaceva quel genere di cose. Si voltò e chiese: «Gli studenti di medicina non sono venuti oggi?»

«Domani sera saranno liberi, la loro lezione è stata cancellata. Per quanto riguarda oggi, avranno lezione tutto il giorno.» Prem fece riferimento all’orario delle lezioni di Ten. 

Code allora continuò a chiedere: «Quindi, continuerai a studiare?»

«Sì, abbiamo il laboratorio sugli alimenti come sempre.»

Code annuì in segno di comprensione: «Ok, allora parlerò degli ingredienti con il mio amico, quando sarà tutto deciso, ti contatterò su Line.»

«Grazie mille.» Prem guardò l’altra persona, poi il suo cellulare cominciò a squillare. Lo schermo mostrava uno strano numero, ma Prem rispose comunque: «Pronto?»

[Prem, sono Fai.]

«Oh, che succede?» chiese Prem.

[C’è un bambino che vuole parlare con te.] Fai rispose all’altra estremità. Ci fu un momento di silenzio, prima che una voce familiare e monotona fece capo all’altra linea del cellulare: [Ciao.]

Prem chinò appena la testa e, all’improvviso e senza motivo, si ritrovò imbarazzato: «Ciao…»

[Mi mancavi.]

«Uhm…» le guance del cuoco erano calde. Non sapeva perché doveva essere così imbarazzato per una frase stupida come quella. 

Poi l’altra parte continuò dicendo: [Non ho lezioni questa settimana, piccolo chef.]

«Davvero?» Prem guardò la scena caotica intorno a lui. In realtà sapeva già che era libero.

[Stasera ho le prove per lo spettacolo e domani ci saranno le prove per il ballo.] disse Ten.

Prem annuì: «Concentrati sul fare bene il tuo lavoro.»

[Ma io voglio vederti, piccolo chef.] lo implorò con voce profonda.

Prem si grattò la testa, non sapendo dove mettere la mano: «Ci vediamo questo sabato.»

[Voglio anche abbracciarti, piccolo chef.]

«Oh…» Prem chiuse gli occhi. Era così facile dire una frase così imbarazzante?

[Piccolo chef, è arrivata la professoressa, devo chiedere. Ci vediamo sabato.]

«Uhm, ci vediamo sabato.» Dopo aver detto ciò, Ten chiuse la chiamata. Prem abbassò il viso sulle proprie ginocchia, la brezza soffiava dolcemente come per calmare la strana sensazione che stava nascendo nel suo cuore.

*******

Il venerdì pomeriggio, il cortile della facoltà di medicina era gremito di gente. Fortunatamente il professore del corso di laboratorio alimentare era in riunione, così il gruppo di Prem era stato in grado di aiutare gli studenti del secondo anno. I ragazzi di entrambe le facoltà erano raggruppati in modo coordinato in base al loro compito. Gli operai stavano continuando a montare le tende nel cortile e il giorno seguente sarebbero arrivati anche i tavoli.

Alcuni studenti di medicina del primo anno si erano divisi per distribuire biglietti d’invito agli studenti dell’ultimo anno e ai professori. Alcuni di loro erano andati a esercitarsi con Tan, che era il supervisore del suono. Gli studenti che non avevano un vero compito, avevano aiutato a decorare il cortile, secondo il progetto di Samsi.

«Prem, è quasi pronto. Domani ci sarà anche un altro tavolo di musicisti. Per quanto riguarda l’attrezzatura audio che stavamo usando per l’esibizione di oggi, Tan la conserverà nell’edificio di medicina.» riferì Dynamite.

In quel momento Prem vide passare Irin: «Preeem! La carta colorata è finita. Prendo in prestito la tua auto per andare a comprarla.»

«Va bene, ecco le chiavi.» Prem le porse a Irin, che lo ringraziò dolcemente prima di andare via con un altro studente.

Prem guardò il cortile: Samsi stava discutendo con lo stesso studente di medicina sulla posizione del tavolo del buffet. Scosse la testa ridendo, fiducioso che il suo amico avrebbe vinto la discussione. Il giorno successivo sarebbe andato in cucina con Samsi, quindi quella sera non sarebbe tornato a casa fino a quando non avrebbe finito tutto il lavoro. 

Il piccolo chef poi osservò l’atmosfera circostante: era arrivato il momento di lavorare con il suo gruppo. Anche se era caotico, era davvero divertente, soprattutto se si parlava della musica di “DJ Tan”. La ragazza sapeva scegliere saggiamente canzoni divertenti per creare l’atmosfera giusta per lavorare. 

Lavorarono tutti fino a tarda sera, poi, quando arrivò il momento, si dispersero e tornarono a casa.

Tutti si riunirono presto il giorno dell’evento. Dynamite portava una borsa di souvenir dalla moto che stava guidando Irin, passò davanti ad un gruppo di medici del primo anno che facevano le prove per l’esibizione, e poi c’era un gruppo di tendoni allineati in semicerchio intorno alla pista da ballo. Gli operai stavano ancora disponendo lentamente i tavoli, ma l’allestimento era per lo più già pronto.

Prem, i suoi amici e altre cinque ragazze indossavano uniformi da cuoco e stavano cucinando già dalle prime ore del mattino. Avevano scelto di usare la cucina della mensa della facoltà di medicina secondo il coordinamento di Tay. Da quel luogo, guardando attraverso la finestra, potevano vedere il luogo dell’evento. Era una visuale che offriva una visione perfetta della pista da ballo e dei musicisti.

La musica che la band suonava ad alto volume richiamò la coscienza di Prem, che era concentrato a cucinare. Erano già le sei e le cinque ragazze stavano portando fuori il pollo alla griglia, il maiale al rabarbaro e i ravioli cinesi. Prem friggeva il riso e accanto a lui c’era Samsi che stava cuocendo l’anatra. Dall’esterno si udì un suono di un applauso e gruppi di persone cominciarono ad arrivare per salutarsi l’un l’altro mentre si avvicinava l’orario di apertura della cerimonia.

Prem sentì la voce di Tay mentre controllava il microfono; il dottore salutò tutti con voce chiara e allegra. Mentre stava preparando il pollo allo zenzero saltato in padella, si rese conto che Tay aveva un accento piacevole all’udito.

«Il pollo fritto all’aglio e pepe è pronto.» Sansi versò la grande casseruola di pollo in un vassoio rettangolare e profondo, poi, rivolgendosi alle sue compagne, chiese: «Ragazze, avete già finito di tagliare il cavolo riccio? Devo saltarlo in padella.»

«Per favore, taglia il pollo e aggiungilo alla zuppa di Tom Kha. Versa i condimenti man mano, così come sono già stati predisposti. Ah, ma non aggiungere ancora il limone.» disse Prem alla ragazza che era libera, poi corse a continuare a preparare la salsa di pesce ai tre sapori. Un’altra ragazza, invece, stava cuocendo a vapore i calamari e a preparare il ripieno.

«Qualcuno è libero per fare le verdure saltate in padella?» chiese Samsi, non riuscendo a resistere al fumo del cavolo riccio e del maiale croccante di fronte a lui: «Chi ha tempo libero per farlo, lo faccia…Oh, che male.» gridò Samsi, poi una ragazza entrò nella stanza: «Ci penso io a friggere le verdure.»

«Grazie mille.» annuì Prem con la testa, poi guardò Samsi e disse: «Vuoi andare prima a lavarti la faccia e gli occhi?»

«Oh, beh, andrò in bagno quando avrò finito di friggere questo.» disse Samsi, piangendo lacrime pietose. In quel momento, nella zona cucina, si avvicinò un gruppo di donne.

«Ragazzi, ci vorrà un’altra ora prima che inizino le danze. Oh, voglio davvero che l’ambasciatore scelga me.» disse una studentessa a bassa voce e con un’espressione sognante.

«Voglio stare tra le sue braccia per una volta.» disse un’altra.

Prem alzò lo sguardo e fece sobbollire la zuppa di pollo con una faccia impassibile, senza esitare a lanciare un’occhiata alle ragazze in cucina. Era un gruppo selezionato con cura, nessuna avrebbe lasciato il posto di lavoro per stare con l’ambasciatore: alle ragazze piaceva rimanere nell’ombra, quindi Prem poteva lavorare con tranquillità.

«Non hai intenzione di andare a trovare l’ambasciatore?» chiese Samsi con gli occhi iniettati di sangue. 

Prem sembrò spaventato a quella vista e scosse la testa: «No, non ho più energia per fare niente… Vai a lavarti il viso e gli occhi.»

Samsi annuì sconsolato prima di lasciare la cucina. Prem guardò verso il cortile, vedendo che tutti si stavano divertendo a lavorare sorrise.

Venti tende bianche erano disposte a forma rettangolare erano aperte su un lato. Il centro era coperto da uno spesso tappeto rosso e sul prato c’era la pista da ballo. Lanterne bianche quadrate pendevano dagli alberi soprastanti e il cielo notturno con la luna piena faceva da sfondo.

I musicisti suonavano nell’angolo sinistro e dietro il microfono montato su un supporto al centro del cortile c’era Tay, che stava tenendo un discreto discorso di apertura. Prem lo guardò e sembrava ipnotizzato.

In quel momento, il campanello d’allarme giallo suonò forte e si udì il suono delle grida delle persone. Lo chef aggrottò le sopracciglia, premette ‘Accetta’ dal walkie talkie e disse: «Dalla zona ristorazione, è Prem che parla. Cosa sta succedendo?»

[Dalla zona della musica, parla Tan. Prem, il cantante che avrebbe dovuto cantare ha avuto un incidente stradale.]

«Cosa!?»

[Per il momento mandiamo la musica d’apertura, quindi non sarà un problema. Ma dopo che faremo?] La ragazza cercò di controllare la voce, in modo che non tremasse. 

Prem si massaggiò le tempie e le sue orecchie sentirono un allarme rosso: [Tan, aspetta solo un momento.]

Il ragazzo accettò l’allarme rosso e riempì la voce con un tono calmo: “Qui parla Prem, dimmi.”

[Sono Irin. Prem, non ci sono abbastanza souvenir…]

«Si sono persi?»

[Eh sì… mancano sette pezzi. Prem, che cosa devo fare?] la voce di Irin tremava.

Prima che anche lui potesse scoppiare, Prem fece un respiro profondo e disse: «Irin, aspetta solo un minuto.»

Improvvisamente Prem venne afferrato da dietro.

«Ehi! Chi diavolo è? Lasciami andare!» Prem si contorse. 

Le cinque ragazze urlarono prima di correre verso la porta, ma era troppo tardi quando qualcuno si fermò davanti a loro e parlò con una faccia sfacciata: «L’obiettivo è stato raggiunto. Missione compiuta.»

Il proprietario della voce era un giovane liceale, che si rivolse alle studentesse: «Ah, ragazze non pensate nemmeno di scappare.», prima che loro si avvicinassero per salutare Prem in modo amichevole: «Ciao, ci vediamo.»

Prem guardò a destra e sinistra. Notando che oltre alla persona che aveva di fronte c’erano altre due persone che si somigliavano inequivocabilmente. Inoltre, le persone che lo tenevano erano molto forti, per un totale di quattro sconosciuti. Lo chef spalancò gli occhi: «Che cos’è tutto questo? Sono occupato! Non posso perdere tempo a giocare con dei bambini come voi.»

«Siamo qui per aiutarti.» sorrise il ragazzo. A Prem ricordava qualcuno. «Jin, portalo via.»

Dopo questo, Prem venne afferrato da un uomo grande e grosso che lo caricò sulle spalle. Prem non poté fare altro che urlare: «No, per favore, non posso! Per favore, ho un sacco di lavoro da fare. Non ho tempo per giocare con voi, ragazzi…»

Il ragazzo alto annuì ritmicamente e disse in modo divertito: «Ah, ci penso io.»

«Ascolta…» Prem chinò la testa cercando di negoziare: «Non so chi siete o dove mi state portando, ma ho ancora dei problemi da risolvere. Io sono il capo, e devo vedermela io. Non posso lasciare che siate voi a gestire la cosa.»

«Possiamo risolvere i tuoi i problemi, non ti preoccupare.» disse il ragazzo più alto toccandosi l’orecchio con il mignolo.

Prem gridò ad alta voce: «Non-puoi-farlo!»

Fu allora che il ragazzo più avanti del gruppo si voltò verso i gemelli che stavano in fondo, e sorrise minaccioso.

«Siamo qui per renderlo possibile.»

Di che diavolo sta parlando?

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.