KINNPORSCHE – CAPITOLO 6

Giusto o sbagliato

-Porsche-

Guardai i documenti davanti a me, lessi ogni frase insieme al vecchio con un’espressione calma sul viso mentre l’alta figura di Kinn, che era seduto a gambe incrociate, mi guardava accigliato. 

Quando lo guardai mi trattenni per non picchiarlo. Volevo prendere il vaso che era sul tavolo e spaccarglielo in testa per sapere se poteva sopravvivere.

In quel momento, la mia posizione era stata superata dall’offerta allettante e dalle parole che uscivano dalla bocca di un vecchio dalla personalità convincente. A prima vista, avevo capito che quella persona era un grande uomo d’affari.

Khun Korn, o semplicemente, il padre di Kinn, era riuscito a convincermi. 

Durante la notte ero di nuovo nello stesso posto. Una grande casa con innumerevoli guardie allineate ad ogni angolo. La casa era arredata in modo lussuoso, il che faceva sapere a chiunque che con quel livello di ricchezza, il proprietario molto probabilmente possedeva un casinò o un intero edificio commerciale, che da come la vedevo io era un’ottima soluzione. 

«Se sei d’accordo, puoi firmare questo.»

Il messaggio sulla carta includeva l’assicurazione sulla vita. Se fossi morto, avrei dovuto elencare chi sarebbe stato l’erede che avrebbe ricevuto tutti i soldi dell’assicurazione. Leggere quella pagina mi fece venire le vertigini. 

Cosa dovevo fare? Oltre all’assicurazione sul foglio vi erano scritte varie regole, sia per quando si entrava in casa che per quando si usciva. 

– Ispezione delle armi.

 – Almeno un minimo di 1 anno di lavoro, se la rescissione del contratto viene anticipata, il lavoratore sarà soggetto ad una multa di 200.000 baht.

– In un mese, i giorni di ferie accumulati da utilizzare sono due. Il contratto di lavoro prevede 5 giorni lavorativi settimanali. 

– La possibilità di poter scegliere che giorni lavorare. 

Quello però era un problema per me.

«Per quanto riguarda i giorni lavorativi, sto ancora studiando, quindi non riuscirò a lavorare cinque giorni a settimana…» Dissi piano, usando una penna per sottolineare ciò che pensavo di non poter rispettare.

«Non è un problema, puoi fare il turno di notte …»

«Posso anche scegliere l’ora?» I miei occhi si spalancano per la sorpresa.

«Ci sono guardie del corpo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il turno è mattutino dalle 6:00 alle 18:00, quello notturno è dalle 18:00 alle 6:00.» Khun Korn mi spiegò. 

Pazzo! Avevo intenzione di lavorare come guardia del corpo o come staff dell’11 settembre?! Potevo anche cambiare turno, dovevo fare la guardia del corpo anche quando Kinn dormiva, perché qualcuno sarebbe potuto venire ad ucciderlo. Quello era troppo!

«Ma se faccio il turno di notte e di giorno devo studiare, quando posso dormire?» chiesi onestamente perchè non ero Iron Man ma una persona normale che aveva assolutamente bisogno di dormire, volevo riposare anche io!

«Sembra che qualcuno stia inventando scuse …» Gridò rabbiosamente Kinn. «Puoi farlo? Se non puoi, dimmelo!»

«Sei sicuro di non poterlo fare? Kinn mi ha detto che lavori in un night club?» Chiese Khun Korn.

«Lavoro solo dalle 8 di sera alle 2 del mattino e inizio a chiudere il negozio, poi vado a casa a dormire e la mattina vado a lezione. Inoltre, lavoro nel negozio di Jade solo dal giovedì alla domenica, il resto dei giorni resto a casa.»

«A che ora vai all’università la mattina?»

«Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì pomeriggio ho lezione.» Risposi un po’ più educatamente perchè mi sentivo davvero preso in considerazione da quel vecchio strano. Stavo spiegando il tempo effettivo che mi serviva per studiare, il mio programma era molto pieno e si poteva dire che potevo riposare solo sabato e domenica. Mentre dal lunedì al mercoledì ero notevolmente occupato dalla mattina alla sera.

«Allora lavora dal giovedì alla domenica.»

«Papà!» Disse Kinn a bassa voce, guardando suo padre.

«Perché gli dai così tanta libertà di scelta?» Le sue proteste continuarono mentre i suoi occhi feroci mi fissavano. Tutto quello che potevo fare era tenere la mia faccia voltata dall’altra parte.

«Prima ascolta … ma il sabato e la domenica ti chiedo di lavorare dalle dieci del mattino a mezzanotte. Pensa a come cambiare i tuoi altri giorni lavorativi.»

Stavo ancora pensando e calcolando se la cosa andava a mio vantaggio o meno. Continuavo a pensare ai vantaggi del lavoro notturno. Quello avrebbe dovuto mettermi più a mio agio perché pensavo che il bastardo Kinn non uscisse troppo di notte.

«Ci stai ancora pensando?»

«E quali sono i miei doveri come guardia del corpo?»

Facevo ancora fatica a farmi un’idea di cosa dovevo fare come guardia del corpo. Seguirlo come un’ombra con una faccia crudele e arrabbiata, guardando tutti coloro che gli si avvicinavano?

«Devi solo seguire Khun Kinn ovunque in modo che non si faccia male. Ma se rimane a casa, puoi aiutare a gestire i suoi affari.» Disse il segretario, ma perché qualcosa mi suonava strano?

«Aiutarlo a …..?»

«Ad esempio, controllare i documenti dell’azienda, preparare quello che vuole mangiare e preparare i vestiti che indosserà. Poi aiutarlo a studiare.»

«Devo studiare anche io. Ma aspetta, questo lavoro è ben oltre la mia età!» Mormorai tra me e me ma all’improvviso mi resi conto di tutto ciò che veniva detto, solo seguendo Kinn, ero abbastanza imbarazzato da apparire come una guardia del corpo che lo seguiva. 

Ma l’ultima cosa che aveva detto, erano impazziti tutti?

«…»

«È quello che fanno le guardie del corpo? … non è troppo?» Dissi quello che avevo in mente e che fece sorridere Khun Korn. Il segretario, mi fissò con critica. Come se quello che avevo detto fosse inappropriato.

«Questo è troppo! … Papà lascialo andare, sono così incazzato adesso!» Esclamò Kinn, il suo volto diventò cupo mentre si voltava per parlare con suo padre.

«Oh fantastico! Come se volessi!» Dissi in tono profondo. Si voltò e mi guardò serio. Ma non fui infastidito e posai la penna, poi incrociai le braccia e mi voltai a guardarlo.

«Ho mal di testa!» Khun Korn fece un respiro profondo.

«L’ho detto perché hai chiesto di essere il capo delle guardie del corpo. Per essere il capo, devi essere vicino e sempre al suo fianco. Fare cose che potrebbero aiutarlo.»

Merda! Cominciavo a chiedermi se la mafia fosse zoppa o cosa? Perché dovevo preparare le cose e fare tutto  io? Se voleva che lo servissi in quel modo, non era necessario che  aspettasse il mio ritorno!

«Davvero, non è affatto difficile. L’importante è tenere Khun Kinn al sicuro, del resto ci si occuperà di conseguenza.»

«Qual è ‘il resto’ di cui ci si dovrebbe occupare di conseguenza?»

Avevo un brutto presentimento al riguardo. Sembrava che mi stessero nascondendo qualcosa per ingannarmi usando la parola guardia del corpo. Era da un po’ che la pensavo in quel modo. 

L’atmosfera nella stanza era tesa, tutti mi fissavano, tranne quel bastardo Kinn, che stava ancora fingendo di fissare il muro come se avesse paura che crollasse.

«Uh … l’atto di proprietà della casa ed i documenti di mutuo.» Lanciai un’occhiata mentre il segretario in un angolo del tavolo sollevava una cartella e me la metteva davanti.

«Se accetti tutte le offerte, Khun Korn annullerà i documenti di trasferimento e te li restituirà.»

Lo ammetto, tutto quello era molto allettante. Guardai il documento e poi rivolsi il mio sguardo al contratto da guardia del corpo davanti a me. Mi fermai un attimo, prima di sospirare e appoggiare lentamente la punta della penna sul documento, poi tracciai una linea e firmai il contratto.

Strinsi i denti e pregai in silenzio che quello che avevo appena fatto fosse la decisione giusta.

Guardai Khun Korn ed il segretario che sorridevano insieme. Khun Korn firmò i documenti e li timbrò, poi mi restituì tutti i fogli. Il certificato di proprietà della casa era tornato tra le mie mani, mi venne in mente all’improvviso, se avessi ignorato il contratto in quel momento, mi avrebbe ucciso? Ma quello mi venne in mente solo quando Khun Korn tirò fuori il documento che avevo appena firmato per esaminarlo bene.

«Phachara … significa diamante, giusto? Bel nome, buona fisionomia.» Khun Korn guardò il foglio ed alzò il viso per guardarmi in faccia.

«Sei un indovino?» Lo dissi involontariamente ma con un tono molto più calmo combinato ad uno sguardo ridicolo, face sì che l’intera stanza mi guardasse come se avessi appena commesso un errore. Ehi … sto solo chiedendo!

«Cerca di usare le buone maniere. Khun Korn è il capo e devi imparare ad essere più rispettoso.»

Ehi, cosa c’è con quel segretario? Perché mi sta fissando così violentemente?! È un angelo della morte!

«Hahaha, al diavolo, inizia a lavorare domani.» Khun Korn disse ridendo.

«Eh? Domani? Non è troppo presto?» Protestai.

«Aspetti che tuo padre tagli il nastro?» La voce di Kinn mi interruppe con un tono infastidito poi sbuffò e mi fissò con uno sguardo acuto. Rimangiai tutto quello che avevo detto prima sul suo bell’aspetto. Perché a me non sembrava altro che un demone con due corna che gli spuntavano sulla testa.

«Accidenti!!» Dissi a bassa voce, ma i miei occhi saettarono su di lui.

«Chan, portalo a vedere la sua stanza, ho mal di testa e andrò a riposare.»

Ingoiai tutte le domande che avevo quando Khun Korn uscì dalla stanza non appena finì di parlare, incluso Kinn, lasciando solo un uomo di nome Chan. A giudicare dalla sua faccia, doveva essere più grande di me. Nessun dubbio. Poi accelerai il passo per seguirlo.

«Dove mi stai portando?»

Tenevo l’atto di proprietà della mia casa vicino al mio corpo e lo seguivo velocemente. Quella casa era enorme. C’era un ingresso, una sala da pranzo, uno spazio di lavoro e così via. Quella volta camminammo per un po’ senza che vedessi la fine.

«Ti porto in camera tua.» Smise di camminare e si voltò verso di me.

«Quale camera?»

«La tua.»

«È necessario? Io vorrei andare a casa mia. Non posso tornare a casa dal lavoro secondo i miei orari?»

Diventò tutto ancora più strano quando mi avevano preparato una stanza come se dovessi restare lì. Erano un gruppo di truffatori? Qualcuno mi aveva chiaramente ingannato con la faccenda della guardia del corpo!

«Ci sono molte persone qui. Quando finisci il turno mattutino, puoi andare a studiare con Khun Kinn. Ha bisogno di aiuto, sai … i suoi voti.»

«Ehi, chi ha detto che l’avrei fatto?» protestai subito. 

«Frequenti la stessa università di Khun Kinn, giusto?»

«Non lo so.»

Sì, certo, sembrava così, ma perché dovevo farlo?

«Ora, ecco qua … dormi qui nei giorni feriali. E ehi, non metterti nei guai troppo spesso. Alla gente qui piace la pace e la tranquillità.» P’Chan mi lanciò un’occhiataccia. 

Al diavolo tutti voi, non permetterò a nessuno di guardarmi così! Questa è una casa o una prigione? Perché sono così prepotenti?

«Ma nei giorni in cui non ho un dovere, non dormirò qui.»

«Come ti pare!» Disse con una faccia piatta, sembrava così fastidioso che volevo lanciargli una bomba in faccia. Accidenti!

«P’Chan … Dove stai andando?» Stavo per alzarmi e protestare perché non riuscivo a smettere di dire la mia opinione. Dovevo essere fermato! Dio, io e la mia boccaccia.

«Khun.» Senza guardarmi, l’arrogante segretario abbassò la testa, facendomi sorridere direttamente alla figura in vestaglia che mi guardò con sospetto. Pensavo di vedere un gemello di Kinn. Osservandolo da lontano sembrava normale ma avvicinandomi a lui, sentivo che c’era qualcosa che non andava.

«CHI SEI?» Mi chiese il nuovo arrivato puntando il dito contro di me. Il suo aspetto era luminoso, con le guardie del corpo che lo seguivano, fissandolo nell’oscurità.

«Il nuovo capo delle guardie del corpo di Kinn … Questa è Porsche. Rappresenta tuo fratello minore, Khun Kinn.» Rispose Chan. Alzai le sopracciglia, guardando pensieroso la figura davanti a me. Pensavo fosse suo fratello; beh, la sua faccia assomigliava molto alla faccia di merda di Kinn.

«Wow, wow … figo! Anche tu hai un tatuaggio, sembra spaventoso.» Disse mentre si avventava sul mio braccio tatuato, pizzicandolo e facendomi quasi spaventare. Quindi, sollevò immediatamente il mio arto più vicino ai suoi occhi e guardò i dettagli del mio disegno.

«Fantastico … fantastico! Voglio averne uno come questo. Sembra bello, deve essere spaventoso! Ragazzi andiamo domani. Voglio averne uno così. Mi piace!» 

Vidi i volti delle sue guardie del corpo sbiancare. Quel bastardo era davvero ‘qualcosa’!

«Khun …» Chan sospirò rumorosamente prima di camminare per farmi allontanare da lui.

Girai per la villa e notai che c’erano dozzine di porte disposte in una lunga fila. Sembrava nuovo, pulito ed era  circondato da un legno ombroso e levigato.

Quelle persone erano particolarmente brave a scegliere belle cose! P ‘Chan aprì la porta dell’ultima stanza in fondo. L’interno della stanza era spazioso. Sembrava un normale dormitorio studentesco con un bagno minuscolo, letto e materasso di metallo, ma senza cuscini e lenzuola. C’era un armadio usato, ma non sembrava squallido e soprattutto c’era un condizionatore d’aria attaccato alla parete laterale più lontana.

«Quindi è tutto così bello qui?» Chiesi leggermente. Pensavo che sarebbe stato come in un film, dove la camera da letto sarebbe stata squallida. 

Entrai, accesi l’aria condizionata, misi le cartelle importanti sul letto e mi guardai intorno.

«Sei fortunato perché il vecchio proprietario della stanza aveva l’aria condizionata.» Disse Chan.

«Dov’è andato il proprietario della stanza?» Domandai a bassa voce.

«Morto.» Rimasi sorpreso dalle sue parole. Guardandolo di nascosto, si comportava come se non sapesse niente, lasciandomi dormire nella stanza di un morto. 

Come sarebbe a dire??

Cazzo, avevo ancora più paura dei fantasmi. Avrei cercato di dimenticare quello che aveva detto Chan poiché l’atmosfera non era spaventosa in quella stanza, non mi sarebbe importato. Comunque non avrei dormito lì quando non ero a lavoro. 

Chan mi lasciò le chiavi e poi si voltò a chiamare qualcuno prima di uscire.

«Big!» P’Chan chiamò qualcuno e mi sorrise. Era soddisfatto nell’avermi fatto incazzare? Ciascuna delle guardie del corpo sembrava che avesse un sorriso sul volto. O avevano una regola che impediva loro di sorridere?

«Sì, P’Chan …» Si avvicinò e mi guardò. Era ancora più frustrante di prima, era lui che ieri aveva minacciato di uccidermi. Aspetta un minuto!

«Puoi portare Porsche a dare un’occhiata alla casa, vado a trovare il padrone …»

«No, P’ è meglio che lo chiedi a qualcun altro.» Fece una faccia disgustosa mentre mi guardò.Mi sentivo frustrato e non mi interessava se non gli piaceva la mia faccia perché il sentimento era comunque reciproco.

«Questi sono i miei uomini?» Chiesi a bassa voce. All’improvviso si voltò a guardarmi.

«Cosa stai guardando, dannazione!» Scattò in tono aspro.

«…» Non risposi, mi limitai a ridere.

«Non essere arrogante solo perché sei il nuovo capo delle guardie del corpo, non lo accetto.» Fece un passo avanti e si chinò verso di me. Non mi tirai indietro e continuai a guardarlo. 

«Le persone come me non abbasseranno la testa né rispetteranno qualcuno come te, non essere troppo pieno di te!»

«Allora, cosa hai intenzione di fare al riguardo?» Dissi in tono sommesso, mostrando un lieve sorriso. 

«Huh! Le persone come te non appartengono a questo posto.»

«Ma io sono qui.» Lo sfidai con un’espressione fredda che gli fece perdere la calma.

«Le persone come te non saranno mai leali. Sii sincero, un giorno tradirai il capo, non ti lascerò restare qui!»

«Allora se restassi … significherebbe che ti arrabbieresti a morte?» Mi chinai verso di lui e parlai con un tono molto irritante. Al punto che Big sembrò incapace di resistere nello stringere il pugno tremante prima di sollevarlo pronto a colpirmi.

«Ma scusami, non sai chi sono? Non lo sai ancora? Sono la persona che il tuo capo vuole. Come puoi colpirmi in faccia così facilmente?»

Mi allontanai da quell’enorme pugno per tuffarmi in avanti, arrabbiandomi ancora di più. Si preparò ad alzare il pugno, voltandosi per iniziare a colpirmi. Sollevai la gamba per prenderlo a calci con forza prima che la sua mano colpisse il muro. Non lo lasciai andare, usai il mio piede sul suo petto per tenerlo fermo.

«Merda!»

«Non c’è da stupirsi del fatto che Kinn abbia bisogno di una nuova guardia del corpo. Sei come un passero, un debole.»

Dopo aver finito di parlare, Big mi scostò violentemente la gamba e mi tirò un secondo pugno, cercando di colpirmi. Bloccai le sue braccia e girai il suo corpo finché non lo misi a faccia in giù sul pavimento. Il mio ginocchio poggiava su un lato del suo corpo, poi lo lasciai contorcersi. Tirai fuori una sigaretta dalla tasca e la portai in bocca, l’accesi con un fiammifero e poi espirai facilmente.

«Merda !! Lasciami andare, bastardo! Ti ucciderò sicuramente!» Urlò.

«E morirai provandoci!»

Gli bloccai le braccia fino a che la mia sigaretta non si spense, poi lasciai cadere il mozzicone per terra e lo liberai. Mi feci da parte e mi preparai per allontanarmi da quella distrazione. Forse avrebbe dovuto prenderla come lezione. Ma mi sbagliavo, perché non appena mi feci da parte, il rumore di passi si precipitò di nuovo dietro di me. Mi voltai e vidi che Big teneva in mano un grosso pezzo di legno per colpirmi. Non sembrava aver imparato dall’esperienza. Lo presi di nuovo a calci, poi quando cadde a terra, mi avventai su di lui. Gli diedi un pugno in faccia finché il sangue non uscì dalla sua bocca.

Mi misi su di lui a cavalcioni e gli diedi un secondo un pugno con tutta la forza che avevo, senza avere il pensiero di fermarmi. In preda alla rabbia, sarebbe morto proprio lì  se non fosse stato per la voce che mi fermò.

«Fermati! Cosa stai facendo?» 

Venni afferrato da tre o quattro guardie del corpo che avevano assistito all’incidente. Ero pieno di rabbia mentre Big era disteso a terra da qualche parte, mezzo svenuto e dolorante. 

Una grande porta di legno si aprì. Big ed io venimmo portati lì dentro da qualcuno. Non mi ci volle molto per capire dove eravamo mentre il mio sguardo si scontrò con la figura alta che era comodamente seduta con il telecomando della TV tra le mani.

«Stavano combattendo, Khun Kinn.» Disse una guardia del corpo. Allontanai il braccio dalla presa del suo subordinato. I suoi occhi sembravano piatti, mi guardò un po’, poi osservò la grande TV davanti a lui.

«Khun Kinn … ha cominciato per primo.» Big con voce balbettante disse immediatamente. Come si scoprì, oltre ad essere un bullo, era anche un bugiardo adulatorio e un spia.

«Non hai ancora iniziato a lavorare e già crei problemi. Non sei stanco di combattere?» Disse Kinn con una voce dolce, senza neanche guardarci.

«Eh … voi uccelli senza cervello.» Dissi guardando il corpo di Big che teneva una mano sullo stomaco per sopprimere il dolore. Non avevo paura di niente.

«Merda!» Sputò Big a bassa voce mentre io continuavo a fissarlo.

Il suono del telecomando che sbatteva contro il tavolo di vetro, mi fece voltare di scatto la testa per vedere da dove provenisse il suono. Kinn si alza di colpo e poi iniziò a camminare, fermandosi davanti a me. Restai in piedi senza farmi intimidire, anzi assunsi una posizione dritta, che emanava maggiore forza. 

Gli lanciai uno sguardo gelido, ma lui mi fissò incessantemente. L’immagine di ieri, quella in cui mi stava soffocando così forte da farmi quasi morire, inondò la mia mente. Non osavo sfidare oggi la stessa sorte. Ammetto di essere stato segretamente un po’ spaventato perché i suoi occhi erano difficili da leggere e quando lo guardavo il mio battito cardiaco accelerava, smettevo quasi di respirare. 

«Non mi piace avere casino in casa … e questo non è un posto dove puoi muoverti in modo così sfacciato.»

«Ma io non … i tuoi uomini sono venuti e mi hanno sfidato per primi.» Kinn non sembrò credermi. Lanciò un’occhiata a Big e continuò a guardarmi. «Se ti sgrido e non mi ascolti, sai che punizione ti darò?» Quella voce calma risuonò intorno a me. Deglutii la saliva mentre il suo sguardo cadeva sul mio collo ancora rosso. Le impronte erano visibilmente chiare, così come il dolore.

«…»

«Non dimenticare dove sei. Devi imparare a scegliere le parole giuste da usare con me.»

«… Perché devo darti retta?» Lo interruppi immediatamente. Kinn fece un passo verso di me e io immediatamente indietreggiai.

«Ti ho avvertito.»

«Se non sarai soddisfatto, mi licenzierai?»

«Eh … non ti caccerò via così facilmente. Dovrai restare finché … non sarò soddisfatto.»

Si avvicinò di nuovo a me. Mi sentivo a disagio vedendo i suoi gesti ed il suo sguardo, ma cercai di non fargli capire che ero ancora in soggezione. Quindi, inclinò appena la testa contro il mio orecchio.

«Che cosa hai intenzione di fare?» Chiesi balbettando un po’.

«Domani arriva in orario …» Sussurrò dolcemente. Kinn sorrise appena e scostò la testa prima che deglutissi rigidamente.

«Bastardo!» Lo guardai ed imprecai piano. 

Dannazione! Lo odio davvero. Cerca di dominarmi usando il suo sguardo per sottomettermi.

Non sopportavo quell’atmosfera. All’improvviso mi ricordai del contratto che avevo firmato. La mia decisione era stata giusta o sbagliata?

Tornai a prendere alcuni documenti importanti nella mia stanza prima di precipitarmi dove avevo parcheggiato la moto, vicino al posto di guardia anteriore della casa e mi diressi subito verso il dormitorio del mio amico dove c’era ancora Chè.

C’era un altro problema che dovevo affrontare quel giorno, come spiegare al Chè come avevo fatto a riscattare così velocemente la casa. Non riuscivo ancora a pensare a cosa dire a mio fratello.

«Ehi … come siamo tornati in questa casa?» Mi chiese mio fratello non appena i suoi piedi toccarono il pavimento di casa nostra.

«Beh … sono andato a prendere dei soldi in prestito da Jade.» Mentii. In quel momento, non ero pronto a dire la verità perché se lo avesse scoperto, probabilmente si sarebbe arrabbiato. Mi avvicinai per accendere l’interruttore di alimentazione e iniziai a mettere in ordine tutte le cose sparse per la casa.

Dall’incidente successo quel giorno, non eravamo più tornati. 

«Ehi …» Chè represse la voce bassa e si alzò muovendosi verso di me.

«Che cosa?» Finsi ancora di pulire ripetutamente la casa. Cercai di ignorarlo e sapevo che sarebbe stato un disastro.

«Siamo solo noi due a vivere insieme ora …» Sospirai mentre abbassavo la testa per fare disfare i bagagli.

«So quanto siamo vicini gli uni agli altri … so che non potresti mai mentirmi.» Chiusi gli occhi e buttai fuori un lungo sospiro, prima di affrontarlo.

«…»

Guardai il viso di mio fratello, cercando ancora di organizzare le mie parole. Stavo pensando a una scusa per non sentirmi male per la decisione che avevo preso.

«Perché? Perché hai accettato?» La sua voce tremante, sul suo viso c’era una tale delusione. 

«Ummm … si, ho accettato.» Ringhiai piano, confermando le sue parole con dolcezza.

«Perché l’hai fatto?» Alzò la mano per afferrare la mia con forza prima di stringerla con rabbia.

«Chè … farò tutto per te.»

«Se lo fai davvero per me, allora devi ascoltare quello che ho da dire …» Mio fratello serrò le labbra e le lacrime gli rigarono il volto. Quando le vidi mi pentii subito, mi facevano sentire a disagio. 

«Siamo solo noi due! Se vai a lavorare con loro e ti succede qualcosa … chi rimarrà con me allora?» Le lacrime gli scorrevano su entrambi i lati delle guance. Il mio cuore si incrinava di dolore ad ogni sua parola. La persona che amavo di più odiava la mia decisione.

«Scusa … ma prometto che starò bene.» Dissi dolcemente. Alzai la mano e gliela misi sopra la testa, ma fui immediatamente respinto da lui.

«Se ti succede qualcosa di brutto, mi arrabbierò con te … non ti perdonerò mai e lo farò …»

Prima ancora che finisse le sue parole, lo presi tra le braccia.

Chè non mi era mai sembrato così debole e di solito non mostrava mai quel tipo di affetto. Non ci eravamo mai parlati a cuore aperto, non avevamo mai dovuto esprimere così tante parole e sentimenti. Sappiamo entrambi quanta cura e amore avevamo l’uno per l’altro, perché lui aveva solo me e io lui su questo pianeta.

«Ho promesso che non morirò facilmente.»

Mi colpì forte la schiena mentre l’altra mano mi serrava i vestiti.

«Prometti che manterrai la tua parola?» Chiese con tono tremante. Le mie spalle erano bagnate di lacrime. Sentii un suono lamentoso e non volevo quasi vedere il suo volto in quel momento. Cercai di reprimere le mie emozioni in modo che non sapesse che anch’io mi sentivo spaventata e debole.

«Chè … non ti lascerò mai, credimi.» Lo abbracciai più forte che mai, come a raccontargli i miei sentimenti attraverso quell’abbraccio, per fargli sapere che quello che avevo detto era vero. Non lascerò che mi succeda niente di brutto, continuerò a difendermi e ricorderò che mio fratello era la mia unica protezione.

«…»

Il silenzio era intorno a noi mentre continuavo ad abbracciarlo in quel modo prima che lui alzasse la testa dalla mia spalla e mi guardasse. Gli occhi rossi di mio fratello mi fecero mordere forte il labbro. Non volevo assolutamente vederlo così.

«Devi davvero farlo, eh?»

«Hmm …» Annuii.

«Se muori, dissotterrerò il tuo corpo per insultarti e non brucerò offerte per te. Ti lascerò morire di fame una seconda volta … Non ti farò merito.»

Sorrisi un po’ vedendo il suo volto serio che mi minacciava senza fine.

«Lo so, ho sempre detto che non morirò facilmente! Non devi preoccuparti, vivrò e lavorerò, poi farò i soldi per il tuo college e tu potrai sempre giocare quanto vuoi!» Dissi accarezzando la testa di mio fratello che aveva ancora il broncio. 

«Per favore, promettimelo! Dimmi di sì.»

«Sì.»

«Quindi oggi posso comprare altri giochi?»

«Merda!» Gridai scuotendo la testa. Anche se parlava così, le sue lacrime scorrevano ancora. 

Gli afferrai delicatamente la testa, promettendogli che sarei stato bene e non lo avrei mai più fatto piangere.

Prometto che farò qualsiasi cosa, anche se sarà difficile, non mi arrenderò facilmente e non morirò neanche facilmente.

**********************

[Giovedi]

Eh …

Era difficile. Sospirai per la centesima volta dopo aver finito la mia lezione pomeridiana. Avevo guidato dall’università alla grande casa in cui ero andato l’altro ieri.

D’ora in poi probabilmente ci sarei andato spesso. Girai quasi tre volte prima di entrare. Mi ci volle molto tempo per trovare il coraggio di affrontare di nuovo Kinn.

Sapevo benissimo che il mio destino d’ora in avanti non sarebbe stato facile.

Eh … in conclusione … ho fatto la decisione giusta o no?

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mihwa

…perchè è così divertente !!!!

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