EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 18

Bravo ragazzo

– Praram –

Ero fidanzato con P’Nuea da un mese ormai. Erano arrivate le vacanze del primo semestre, ma lui in quel periodo aveva ancora molto da studiare. Spesso saltava le lezioni per stare con me o per andare in giro a visitare posti diversi insieme. Tuttavia queste cose gli presero molto tempo e ciò significó che doveva recuperare molto studio. Sì, ero contento di come si prendeva cura di me ma non volevo diventasse un’abitudine. Non appena ci allontanavamo iniziava a lamentarsi dicendo di sentirsi solo, il che mi faceva sentire terribilmente in colpa e quella cattiva abitudine si ripeteva continuamente.

Quel giorno aveva un progetto da presentare insieme a Bar e Vee, quindi mi aveva detto che avrebbe finito per mezzogiorno e poi sarebbe venuto da me. Gli avevo impedito di farlo, quella volta sarei andato a trovarlo. 

Avevo cucinato un piatto semplice, lo avevo preparato usando la ricetta di quel libro che avevamo scelto insieme quella volta in libreria. Era una carbonara di pollo e per dopo presi anche della frutta. Ero abbastanza sicuro che fosse a stomaco vuoto perché, quando quella mattina l’avevo chiamato, andava di fretta. Era quasi ora di pranzo e io controllai di avere tutti gli ingredienti giusti per la preparazione prima di iniziare. Una volta finito, guardai con orgoglio il mio lavoro prima di avvolgerlo nella stoffa e metterlo in borsa. Pensai a Pralak; se solo mi avesse visto fare tutto questo per Nuea, sicuramente mi avrebbe preso in giro chiamandomi “casalinga”. Tuttavia il mio gemello in quel periodo mi ignorava, sosteneva che dato che avevo un fidanzato non era più necessario che si prendesse cura di me. 

Fermi tutti! Da quando era lui ad occuparsi di me? Semmai era l’esatto contrario!

«Non hai ancora finito?» chiese Pralak mentre scendeva le scale con in mano le chiavi della macchina di nostra madre. 

In quel momento la mamma era impegnata e stressata perché intenta ad aprire una drogheria o una farmacia, o una roba simile che sia in linea con la sua laurea. Non lavorava da molto tempo, era sempre rimasta a casa per prendersi cura di noi figli. Probabilmente in quel periodo ci riteneva abbasta responsabili, dunque aveva deciso di riprendere a fare quello che la appassionava. Portò con sé nostra sorella, ed io rimasi a casa da solo con Pralak. 

«Ho finito.» risposi prendendo la borsa con il pranzo. 

«Oh!…» 

«Non prendermi in giro! Se vuoi guidare fallo e basta.» esclamai prima di accompagnare Pralak fuori casa.

«A che ora vorresti tornare?» domandò Pralak dopo essere entrato in macchina. 

Avevamo diciotto anni quindi, anche se da pochi mesi, avevamo la patente e potevamo guidare. Prima di prendere la patente, però, andavamo in giro di nascosto per le strade isolate della Thailandia, in scooter, senza che i nostri genitori lo scoprissero. 

«Non lo so, credo che dopo che P’Nuea abbia finito tutti corsi mi accompagnerà lui.» 

«Beh, vorrei ricordarti che mamma tornerà alle quattro mentre nostro padre verrà per cena.» Pralak mi rammentò che era venerdì. Quel giorno la mia famiglia si sarebbe riunita perché  era l’unico giorno di quella settimana in cui mio padre era libero. Era importante, dovevo esserci perché nostro padre aveva bisogno del sostegno morale dei figli per affrontare le future giornate di lavoro. 

«Tornerò alle tre del pomeriggio, così potrò aiutare a preparare la cena per papà.» acconsentii.

«Oh! Quindi è per nostro padre che avevi bisogno di esercitarti a cucinare qualcosa per la tua persona speciale.» 

«Pensavo avessi detto che non mi avresti mai più preso in giro.» lo accusai aggrottando le sopracciglia. 

«Io non ho detto proprio nulla, sei stato tu a chiedermi di smetterla di stuzzicarti.» rispose beffardo.

«Perché fai così?» Posai il cibo. «Tu per che ora pensi di tornare?» chiesi quindi al mio gemello.

«Adesso vado, ma posso passare a prenderti quando avrai finito.» 

«Se verrai tu allora P’Nuea non potrà riaccompagnarmi a casa.» 

«Hai creato proprio un piano perfetto, fratellino.» Mi sorrise con un ghigno malefico.   

«Si, sono molto fiero di me per averlo escogitato.» 

«Solo tu puoi pensare a una cose del genere Praram.» 

Pralak mi lasciò davanti la facoltà di P’Nuea, prima di avviarsi verso il centro città. A volte preferiva stare solo e staccarsi da me; diceva che lo faceva per non mettersi in mezzo, per questo motivo decideva di andare alla ricerca di un posto tranquillo dove passare il tempo. 

Ero contento, anche se negli ultimi tempi non avevamo più trascorso tanto tempo insieme le cose non erano cambiate; continuavamo a dirci tutto e a confrontarci. Sapevamo sempre dove fosse l’altro e cosa l’altro provasse. 

Mentre aspettavo Nuea davanti la caffetteria le persone che erano lì, o quelle che semplicemente erano di passaggio, continuavano a fissarmi ma non ci badai molto, ormai per me era diventata un’abitudine. Non ero mai andato in caffetteria da solo, di solito ero sempre in compagnia di Nuea oppure dei suoi amici. 

«Nong, stai aspettando P’Nuea?» Era la voce di un senior in compagnia di alcuni amici, mi voltai e gli sorrisi gentilmente. 

«Si!»

«Accidenti, questo ragazzino delle superiori è davvero bravo.» Bisbigliarono i suoi amici. Ovviamente il tono della loro voce non era affatto basso, il loro intento era quello di farmi sentire le loro parole mentre continuavano a fissarmi con uno strano luccichio negli occhi. 

«Mh… stai aspettando qui da molto tempo?» chiese il ragazzo che si era avvicinato.

«Beh, hai bisogno di qualcosa?» domandai di rimando.

«Oh, no. Volevo solo dirti che oggi devono presentare un progetto quindi potresti aspettare più del solito. Allora ho pensato che magari potresti aspettare con me. Ok?» Mi sorrise, ma il suo era un ghigno che non riuscivo a interpretare. Non era un sorriso gentile come quello di YiWa o Tee, o come quello caldo e dolce di Nuea. Quel sorriso non mi convinceva affatto, perché il suo sembrava ancor più diabolico di quello di Nuea quando era intento a escogitare qualcosa ai tempi in cui mi stava corteggiando. 

«Non preoccuparti, va bene così.» risposi restituendo un breve sorriso di cortesia.

«È molto meglio aspettare con gli amici.»

«Posso aspettare da solo.» rimarcaii non appena si accomodò vicino a me. 

«Ah! Oh andiamo! Non c’è bisogno di fare l’innocente, non siamo qui per violare la tua purezza! Sei seduto tra amici, non hai da temere per la tua virtù.» 

«Sono davvero curioso di vedere la reazione di P’Nuea, quando ti vedrà con il suo bambino.» Uno dei suoi amici ridacchiò mentre si accomodava, senza preoccuparsi minimamente di chiedermi il permesso.

«Probabilmente farà quello che ho fatto io, prenderà il suo ragazzo e lo porterà via.» Se doveva prendersi cura già di qualcun altro, perché era lì?

«Ha paura.» disse poi il suo amico.

«Mi chiamo Shane. Sono un vecchio amico di Nuea.» Il ragazzo di nome Shane mi porse la mano continuando a tenere gli occhi fissi sul mio viso.

«Non essere maleducato Nong Praram. Presentati anche a noi altri senior.» Parlò un altro ragazzo prima di guardare la mano di Shane, quest’ultimo continuava ad osservarmi e sorridermi. 

«Praram.» Mi presentai toccando dolcemente la sua mano, ma lui mi afferrò bruscamente, sfregando il dorso con il pollice. 

«Sono molto contento di conoscerti.» 

«Per favore… lasciami andare.» Lo implorai di lasciar andare la mia mano, ma lui la strinse ancora di più.

«Shane!!» Era la voce di Nuea che stava arrivando con gli altri ragazzi. Dall’espressione sul suo volto era palese il suo sconcerto, quando i nostri occhi si incrociarono vidi chiaramente quanto fosse sconvolto. 

«Oh! Guardate. Il ragazzo possessivo è arrivato.» Shane lasciò andare la mia mano per portarla sotto il suo mento, scrutando Nuea. 

«Perché mi hai chiamato?»

«Cosa stai facendo a Praram?» Nuea prese le mie difese, si avvicinò e posò delicatamente la sua calda mano sulla mia spalla, quel gesto mi fece sentire subito al sicuro.

«Ci stavamo salutando con una semplice stretta di mano.» 

«Tu…!!» Strinse la presa sulla mia spalla, la pressione su di essa sparì solo quando lo guardai per calmarlo. 

«Va tutto bene.» lo rassicurai.

«No, non va affatto bene. Non con lui.» 

«Con me cosa? Cosa dirai al tuo ragazzo?» Shane con un scatto si alzò in piedi per essere allo stesso livello di Nuea. «Gli dirai che ci hai provato con il mio ex ragazzo? Gli dirai anche che io sono stato il tuo primo ragazzo?» Appena quelle parole uscirono dalla bocca di Shane, istintivamente portai lo sguardo verso di lui, era davvero lui la sua prima volta?

«Shane e che cazzo!!»

«Come te la caverai con questo adesso, eh Nuea?» Shane continuava ad avere lo sguardo teso verso Nuea.

«Cosa dovrebbe dire? So già che sei un suo ex.» Mi alzai in piedi, tenendo lo sguardo fisso verso Shane, prendendo delicatamente la mano di Nuea, caduta poco prima dalla mia spalla.

«Che tu sia il suo primo ragazzo, o qualsiasi altro ragazzo, anche se non sono stato io il primo; tu resti solo un suo ex. Se tutti gli ex fidanzati fossero stati così bravi, a quest’ora non ne avrebbe già trovato un altro.»  

«Ai…» Sembrava stesse per avventarsi verso di me violentemente, ma per fortuna uno dei suoi compagni lo fermò.

«Pensi davvero di essere meglio del mio amico o di tutti gli altri con cui è stato in passato? Credi davvero di poterlo tenere stretto a te così a lungo? Ai’Nuea è un esperto nell’adescare altri ragazzi.» Quella volta furono i suoi amici ad accanirsi su di me, guardandomi dall’alto in basso.

«Il mio amico è stato con lui per un anno.» Si vantò un altro amico di Shane. 

«Ma forse non sai che durante quell’anno Nuea era già alla ricerca di qualcun altro con cui stare. Se credi che il tuo amico sia stato abbastanza bravo, allora perché Nuea non si è fermato a lui?» Vee prese le difese del suo amico.

«È vero Praram e Nuea sono fidanzati solo da qualche mese, ma lui è riuscito a conquistare Nuea tanto che ha completamente smesso di parlare o cercare qualcun altro. Ha smesso perfino di uscire con noi di sera, perché è completamente dipendente da lui.» aggiunse Pound.

«Nuea.» Gli occhi duri e pieni di ira di Shane si indebolirono. Quando guardava Nuea, i suoi occhi brillavano, non riusciva ancora a nascondere quanto fosse turbato. «Mi dispiace che tu abbia avuto così tanti problemi. Mi dispiace che quando ho avuto un nuovo fidanzato lui abbia amato te. Mi dispiace di non riuscire a dimenticarti dopo tutti questi anni, ma… davvero ti piace questo ragazzino, Nuea?» Gli occhi di Shane mi guardarono solo per qualche secondo prima di tornare a posarsi sulla figura di Nuea.

«Shane.» Prima che Nuea continuasse a parlare, mi afferrò di nuovo la mano e le nostre dita si intrecciarono. «Adesso io sono felice. Dovresti lasciarmi andare e provare ad esserlo anche tu.»

«Come posso farlo Nuea? Ovunque vada vedo te. Sono venuto a studiare qui per stare al tuo fianco, sono dannatamente arrabbiato con te. Ti odio così tanto, ma ti amo ancora.» Lo sguardo di Shane si spostò sulle nostre mani.

«Ora è Praram che amo. Lo amo davvero tanto. In passato ho amato anche te in questo modo.» Gli occhi di Shane vennero inondati di lacrime, che copiose iniziarono a rigargli il volto. Mi girai verso Nuea e… i suoi occhi erano vuoti. 

«P’Nuea.» Lo chiamai quando mi resi conto che le parole che aveva pronunciato poco prima, erano troppo dure per Shane. Non riuscì a fare a meno di pensare a come si potesse sentire in quel momento, immaginai che se fossi stato al posto di Shane mi sarei sentito sicuramente sconvolto. 

«Non è vero.» Il ragazzo disperato guardò Nuea. «Lo ami più di quanto tu abbia mai amato me.» Poi guardò me. 

«Shane tu…» L’ex fidanzato venne chiamato da un suo amico. 

«Non ci sono molte persone a questo mondo che riescono a vedere il lato buono di Nuea. Forse ci sarà solo una persona che riuscirà ad avere il suo vero amore, quindi prenditene cura con tutto te stesso.» Sentii che le parole di Shane venivano dal profondo del suo cuore. Il ragazzo si stava allontanando da noi, ma potei vedere chiaramente il sentimento di resa nei suoi occhi.

«E quand’è che siete stati insieme, Nuea?» Kla prese a parlare prima di sedersi dove prima era Shane. 

«È stato lui ad essersi avvicinato a me.» rispose la persona accanto me, lasciò andare la mia mano prima di sedersi. 

«Si, ma quando esattamente saresti uscito con lui? Pensavo foste solo amici intimi.» incalzò Kla.

«Hai davvero bisogno di saperlo qui, davanti a Praram?» si intromise Tee.

«Voglio saperlo anche io.» risposi impavido. Sentii Nuea sospirare prima di rispondere. «Dal liceo; poi siamo venuti qui insieme, ma abbiamo frequentato corsi differenti.» 

«Proprio adesso gli hai parlato in modo così rude.» Ero dispiaciuto per Shane.

«Sei così ingenuo Praram.» si intromise Bar scuotendo la testa. 

«In passato avrebbero litigato peggio di così.» 

«Ma ha detto che ti ama ancora.»

«Io invece no! Hai detto che ti piacciono le persone oneste. Beh, io ho cercato di essere il più sincero possibile.» mi rispose Nuea ed io accettai le sue parole annuendo. 

«Perché sei arrabbiato?» mi sussurrò all’orecchio mentre si avvicinava a me portando la sua mano sul mio capo. Mi piaceva quando accarezzava in quel modo i miei capelli, mi faceva sentire bene. Ripensai agli occhi tristi ed il volto pieno di lacrime di Shane, rammaricandomi all’istante.

«Sono dispiaciuto per lui.» risposi sinceramente a Nuea. «Ma questo non vuole dire che ti lascerò andare da lui.»    

«Quindi ti senti in colpa?» continuò a chiedere Nuea.

«Si.» annuii semplicemente.

«Perché ti senti colpa per lui? Sono stato io il primo avvicinarmi a te, mi sei piaciuto per primo. Ti ho amato per primo. Tu non hai fatto nulla se non essere te stesso.» La sua calda mano mi sfiorò ancora una volta il capo per poi sorridermi con dolcezza. 

«La tua onestà ha reso anche me una persona leale; perciò non hai fatto del male a nessuno.» Osservando il suo sguardo potevo sentire l’autenticità delle sue parole. Gli piacevo davvero per quello che ero, si era realmente innamorato di me; io non avevo fatto nulla per portarlo via a qualcun altro.

«Phi, grazie.» Erano le uniche parole che riuscii a dirgli. In quel momento gli ero davvero grato per aver dichiarato i suoi sentimenti, per avermi affidato il suo cuore, e per la cieca fiducia che aveva in me; nonostante fossi ancora un ragazzo alle prima armi. 

«Grazie per avermi fatto capire che per quanto ci provi, Praram non mi noterà mai.» La voce di Tee era carica di gelosia.

«Ti ha guardato una sola volta Tee e anche se ti mettessi davanti a lui, Praram continuerebbe a vedere solo Nuea.» rispose Kla seccato.

«Questo perché la persona accanto a lui è speciale.» intervenne Nuea prima di avvolgere il suo braccio intorno alle mie spalle.

«Ok! Io vado a cercare qualcosa da mangiare.» si intromise Pound, cercando di uscire da quella situazione.

«Vengo con te.» Vee seguì il suo amico. Quanto agli altri senior… si limitarono a guardarci scuotendo la testa prima di andarsene.

«Nuea.»

«Hhm…»

La suoneria rumorosa del telefono di Bar fece sobbalzare entrambi. Il ragazzo di mio fratello mi sorrise divertito facendomi diventare timido; avevo completamente dimenticato che lui fosse ancora lì. Pensavo fossimo rimasti solo io e Nuea.

«Vado a cena con Kan, porta tu Praram a casa.» Prima di andarsene Bar mi accarezzò la testa per salutarmi. 

«Non sei l’unico dipendente dal suo ragazzo.» gli urlò Nuea mentre Bar stava andando via.

«Davvero non andrai da nessuna parte?» gli chiesi inclinando la testa una volta rimasti soli. 

«Parlo con te tutti i giorni, quando avrei il tempo per andare da qualche parte? E poi mi hai detto che non volevi che io uscissi.»  

«Sei un bravo ragazzo.» dissi alzando la mano poggiandola sulla sua guancia e accarezzandolo dolcemente. 

«Hey, c’è molta gente qui.» mi sorrise senza alcun imbarazzo. Mi guardai intorno ed all’improvviso notai che tutti ci guardavano sorridenti. Imbarazzato presi a fissare il pavimento. Perché ero diventato timido tutto d’un tratto?

«Questo dolce ragazzino ha una ricompensa per questo bravo ragazzo?» Quello sfacciato ragazzo mi sussurrò vicino al mio orecchio facendomi sussultare, volevo tornare a casa in quel momento. 

«Ti ho preparato questo.» gli porsi il cestino del pranzo. 

«Davvero?» esclamò felice come un bambino che aveva appena ricevuto della cioccolata. Il braccio che avvolgeva le mie spalle si precipitò ad aprire la scatola dove all’interno c’era il cibo da me preparato. 

«Potrebbe non essere molto buono.» lo avvertii prima che lo assaggiasse.

«Se la persona che lo ha preparato è un delizioso bocconcino, allora questo dovrebbe essere molto gustoso.»

«P’Nuea!» urlai quasi il suo nome per l’imbarazzo.

«Mi stavo giusto chiedendo perché non si fosse alzato per andare a prendere qualcosa da mangiare. Adesso ho capito. Ha già qualcuno che cucina per lui.» esclamò Pound mentre si accomodava. 

«Non solo mi ha portato il pranzo, ma mi imboccherà anche.» rispose Nuea al suo amico.

«Chi ti ha detto che l’avrei fatto?» replicai di rimando.

«Gli piace dire cose a vanvera, non farci caso.» Era arrivato anche Vee prendendo posto accanto a Pound, seguito da Mark. Quest’ultimo si voltò a guardarmi e mi sorrise.

«Quando sei arrivato P’Mark?»

«Proprio adesso. Sono venuto per vedere Vee e prendere qualcosa da mangiare.» mi rispose lui subito dopo avergli fatto la domanda.

«Non cambiare argomento. Questo tenero ragazzino deve dare una ricompensa al bravo ragazzo.» 

[N/T: Praram ha chiamato Nuea con “Kon dee” che letteralmente vuol dire “Bravo ragazzo”. Tuttavia Nuea interpreta quella parola come un vezzeggiativo, quindi: tesoro, dolcezza…etc.]

«Aspetta. Adesso è così che vi chiamate?» Mark spalancò gli occhi dalla sorpresa, la sua espressione non era diversa da quella dipinta sulla faccia degli altri.

«No, non lo chiamo così.» mi affrettai a rispondere, ma per mia sfortuna le guance mi diventarono rosse all’istante contraddicendo quello che avevo appena detto. 

«Mi hai chiamato in quel modo un attimo fa.» si giustificò Nuea guardandomi.

«Non sapevo l’avresti mai detto davanti a tutti. Bravo ragazzo… sei così tenero.» commentò Pan.

«Non l’ho chiamato così!» continuai a ribattere.

«Ok, va bene, ma non è molto carino da parte tua.» 

«Oh! Guarda adesso mette il broncio.» disse Kla.

Mi voltai ad osservare la persona vicino a me. Aveva le braccia conserte, il volto imbronciato come un bambino offeso. Dovevo davvero riconciliarmi con Nuea solo perché si comportava in modo infantile? Presi della carbonara di pollo con la forchetta e la offrii al ragazzo imbronciato, il quale fece finta di essere disinteressato. 

«Apri la bocca bravo ragazzo.» Anche se ero timido e tremendamente in imbarazzo, se a lui piaceva, l’avrei fatto senza problemi.

«Bravo ragazzo.» ripeté Nuea prima di aprire la bocca ed accettare il cibo che gli avevo offerto.

Ancora una volta portò la sua mano sul mio capo, prendendo ad accarezzare piccole ciocche dei miei capelli. Iniziai a sentire caldo, soprattutto quando lui mi sorrideva a quel modo. Ogni volta che i suoi occhi indugiavano su di me, mille emozioni mi travolgevano, rendendomi timido. 

Non lascerò mai che Nuea sia il bravo ragazzo di qualcun altro.

Lui è e sarà solo il mio bravo ragazzo. 

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