KINNPORSCHE – CAPITOLO 31

Edit

-Kinn-

«Signor Kinn, perché non va a riposarsi prima? La aggiorneremo sui progressi più tardi.» Pol si avvicinò a me con la terza tazza di caffè della notte. Ero seduto rigidamente, controllando e ricontrollando tutto attentamente, indipendentemente da quanto tempo fosse passato. Entrambi avevamo controllato i documenti e guardato attraverso le telecamere di sorveglianza intorno alla casa alla ricerca di prove che avrebbero catturato il colpevole il prima possibile, in modo che non potesse fuggire.

«La telecamera a circuito chiuso è stata hackerata due settimane fa. Sto cercando di recuperare i dati cancellati, ma la persona che l’ha fatto deve essere ben informata e molto brava. È uno schifo perché i file sono stati cancellati e non è rimasto quasi nulla.» Arm disse stressato.

«Dannazione, sono sfinito! Riordina solo i file. Abbiamo comunque perso solo documenti. Qualcuno potrebbe aver fatto un lavoro interno su di noi, Kinn. E deve essere stato a casa nostra per molto tempo. Altrimenti, non sarebbe stato così intricato. Per come la vedo io, penso che sia stato pianificato con cura.» Kim sbatté duramente i fogli davanti a lui.

Tutti si erano riuniti nel mio ufficio e si erano messi in fila per ordinare i documenti delle spese. Scavavano nelle transazioni passate, fino a dieci anni prima, nel caso ci fossero indizi, per trovare il colpevole dai resti dei documenti aggiuntivi.

Credo che Porsche non abbia assolutamente nulla a che fare con questo. E mi assicurerò di dimostrarlo. Troverò l’impostore e lo punirò.

Succedeva spesso in altre società e ogni volta che una persona che si era concentrata esclusivamente sull’essere discreta veniva catturata facilmente, doveva essere un ciarlatano o qualcosa del genere. Avevo pensato che se uno dei nostri dipendenti di vecchia data che aveva lavorato qui per anni avesse saputo come funzionava la nostra attività, uno di loro doveva essere la mente. E dovevo ammettere che quei documenti mancanti ci avevano colpito molto. I file rubati contenevano informazioni sulla nostra attività su merci illegali come armi e beni immobili di confine, comprese le fatture del pagamento. Se quelle informazioni fossero trapelate, i nostri clienti avrebbero perso la fiducia in noi per aver rivelato la loro identità segreta.

Era tutta una questione di mercato nero. Tutte le informazioni dovevano essere altamente riservate, inclusi i nomi, il terreno, l’atto di proprietà e l’importo ordinato. Si occupava di tutti gli atti illeciti, quindi la sicurezza era stata compromessa.

E se i concorrenti in possesso di quei documenti fossero dei cattivi, il fatto che la polizia potesse prenderli per noi sarebbe stata la fine.

Ecco perché quello era un problema molto grave per noi. Anche se potevamo comprare spesso la polizia, quel tipo di illegalità su larga scala non poteva essere coperto dalle autorità dalla nostra parte. La mancanza di documenti significava anche che eravamo vulnerabili. Avremmo potuto perdere la nostra reputazione e la fiducia dei nostri clienti che erano pronti a voltarci le spalle ogni volta che rischiavamo di rovinare tutto. Avremmo perso molti soldi e la possibilità di andare in bancarotta era alta.

«Kim, scrivi tutto, che tipo di informazioni vengono perse e chi ne trarrà beneficio.» Mi rivolsi a mio fratello che continuava a sfogliare i documenti.

«Ok, lascerò che Anon prenda appunti.»

Avevo chiesto l’aiuto di mio fratello riguardo a quella faccenda, quindi erano tutti seduti nel mio ufficio. Non potevo usare nessuno dei miei sottoposti, ecco perché anche loro si erano allontanati. Le guardie che erano fuori dalla porta si erano agitate perché non avevo permesso a nessuno di loro di aiutarmi, il che significava che sospettavo di loro.

Poiché la maggior parte dei documenti mancanti erano sotto la mia giurisdizione, la gente di Kim non ne sapeva nulla. Avevamo problemi solo con i dipendenti che lavoravano per me, quindi quando avevo ordinato loro di evitare il controllo dei file, tutti avevano abbassato la testa e lo avevano accettato. Il mio ordine era stato assoluto, per essere onesto con tutti.

Mi sedetti e sospirai per la centesima volta. Non importava quanto freddo fosse il condizionatore, il sudore mi scorreva continuamente lungo il collo e la schiena.

Erano quasi le cinque. Dopo che Porsche aveva fatto le valigie e aveva annunciato di dimettersi senza ascoltare nessuno, avevo immediatamente reclutato delle persone per venire a scovare qualche prova. Era un business su larga scala, non volevo che Porsche fosse il sospettato. Inoltre, stavano incolpando un’anima innocente, quindi avrei dimostrato a tutti che Porsche non aveva nulla a che fare con la faccenda. 

Credevo nelle sue parole, e dopo quella giornata avevo deciso di ascoltarlo di più. Speravo che nonostante tutto quello che era successo tra di noi, compreso il tumulto emotivo e il problema negli affari, non avrebbero influito sulla nostra relazione. Gli avrei mostrato la mia sincerità e quanto ero serio con lui.

Puoi aspettarmi? Per favore ascoltami e dammi la possibilità di spiegare.

Non importava cosa, non gli avrei mai più fatto del male. A causa di quello che era successo, ero rimasto ferito anche io. Non mi annoiavo di lui, mi mancava tanto e volevo andare a fare pace, avrei voluto seguirlo ma non avevo abbastanza tempo. Anche se lo avessi inseguito in quel momento, sarebbe stato inutile se non avessi ripulito il suo nome. Avrei aspettato finché non si fosse calmato e gli avrei fatto vedere cosa stavo facendo per lui. Speravo solo che non fosse troppo tardi.

«~Non sono sicuro del tempo e non ho afferrato il cuore della signora Wan Laeng Dang. Non riesco a intrappolare il suo cuore. Mi dispiace per la proprietaria del cuore che non ho mai guardato. Non lo senti? ~»

La voce stridula del mio pazzo fratello mi strappò dai miei pensieri. Guardai la scena con disgusto, il bastardo giaceva a faccia in giù sul pavimento con una pila di carte. La musica di Lukthung suonava in sottofondo dal suo telefono insieme alla sua terribile voce che cantava sulla melodia, alternata alle voci di Arm, Ai Pol e Jet che lo seguivano rumorosamente come un fottuto coro pazzo.

Per quanto riguardava Pete, all’inizio aveva aiutato con i documenti, ma ora li stava impilando per usarli per sostenere la testa. Stava dormendo accanto a Khun, avevo usato anche le sue guardie, quindi dovevo sopportare quella follia.  

«Mr. Vegas… Mr. Vegas è uscito.» Pete mormorava di tanto in tanto, mi faceva tenerezza. Di giorno doveva seguire Vegas e di notte doveva aiutarmi con quei documenti. Si sarebbe davvero addormentato a quel ritmo e anche se non volevo stancarlo così tanto, non avevo molta scelta. Pete era una delle persone più fidate che avevo.

Mio fratello Khun, sentì il suo mormorio, si voltò per fare da genitore a suo figlio e accarezzò il sedere di Pete come per farlo addormentare profondamente.

«Oh vai a dormire shhh…»

Kim e io ci guardammo e non potemmo fare a meno di scuotere la testa. L’atmosfera nella stanza era tesa, ma poiché Tankhun era lì, in un certo senso la allentava. Le altre guardie ondeggiavano a ritmo della canzone come idioti, sembravano divertenti ma cazzo, dovevano fare i seri. Se l’azienda fosse andata in bancarotta, avremmo perso tutto. 

«Puoi spegnere la musica? Sto impazzendo!» Kim si voltò con un’espressione seccata sul viso.

«Perché? Vi sto facendo sentire più rilassati, ecco perché ho acceso la musica. Cosa c’è che non va in te, Kim?» Khun si alzò e rimproverò Kim.

«Beh, i tuoi gusti musicali sono atroci e mi stanno rendendo insensibile i timpani! Puoi stare zitto?»

«Stai calmo. Tutti si stanno divertendo. Accidenti, dimmi che canzone vuoi, la metterò.» Si guardò intorno e si fermò sugli uomini di Kim che guardarono mio fratello minore e scossero lentamente la testa. «Io…non mi piace nessuna canzone.» Anon rispose pensieroso.

«Cosa?! Va bene, quindi da quale provincia vieni? La mia playlist contiene tutte le regioni.» Khun mostrò con orgoglio lo schermo del suo telefono.

«Dal nord.»

«Bene! La settimana scorsa sono andato al pub di Jaye Yok. Ho anche questa canzone. Mi piace un sacco. Pol, Arm preparatevi!»

Io e Kim ci guardammo confusi.

«Accendi la musica, ho imparato due nuove parole dalla regione settentrionale.» Dopo di che, la musica rimbombante risuonò in tutta la stanza.

«Salendo la montagna per rendere omaggio al Buddha, venendo dalla città ho imparato due parole. Jug Kim e TokTok. Un jughead è una lucertola e un TokTok è un geco. Sono dovuto diventare adulto per sapere che un geco e una lucertola sono due cose diverse. Ehi! Esatto! Geco è un geco… Lucertola è una lucertola! Ehi! Esatto!» Iniziò a cantare.

Oh, cazzo!

Mi premetti la tempia con la mano mentre i bastardi di Pol e Arm si alzarono e ballarono a tempo insieme al ballerino Khun. Chi avrebbe mai creduto che il capo e i subordinati di una famiglia mafiosa potessero scherzare così?

«Basta! Anon, prendi la pagaia per me.» Kim prese il telefono dalla mano di Khun e spense immediatamente la musica.

«Perché vuoi la pagaia?» chiese.

«Ti picchierò in testa!»

«È così cattivo. Il signor Kim picchierà davvero il signor Tankhun?» disse scherzosamente Arm. Non era che non avesse paura di rispondere a Kim, ma il legame che avevamo creato faceva capire loro quando scherzare e quando fare sul serio. Poteva diventare impertinente in quel modo e farla franca.

«Arm! Tu, traditore! La mia musica è spenta perché glielo hai lasciato prendere!» Si voltò, imprecò contro Arm, poi riprese il telefono dalla mano di Kim.

«I tuoi gusti sono cambiati. Chi ti ha insegnato ad ascoltare queste canzoni?»

«Beh, la persona che ha aperto il mio mondo a questo tipo di musica è Porsche. Eh, parlando di Porsche, credo… Porsche…» Khun mi guardò di traverso, sapeva che io e Porsche non eravamo in buoni rapporti in quel momento, ma non mi aveva mai confortato. Per lo più mi aveva rimproverato per averlo ferito.

«~Oh! A proposito di Porsche.. ahi! Fa male! Mi fa male tutto il cuore.. Perché lo sopporti ancora? ~» Si mise la mano sul petto sinistro e si contorse come in agonia. Volevo alzarmi e prenderlo a calci in quel momento. Se non fosse stato mio fratello, avrei preferito sparargli in faccia e dare a lui la colpa perché era fastidioso. 

«Mi fai male alle orecchie. Non hai sonno? Devi dormire figlio di puttana!» disse Kim con rabbia.

«Solo perché sei tornato a casa, non puoi darmi ordini in questo modo…» Khun inarcò le sopracciglia verso Kim, comportandosi da superiore.

«Che cazzo c’è che non va in te? Sono così arrabbiato con te!» Kim si guardò intorno e vide che il resto delle guardie lo stava fissando con sospetto. Li guardò ferocemente mentre abbassavano rapidamente lo sguardo.

Che diamine? Da che parte stai veramente?

«Aspetta e vedrai. Dirò a Porsche che hai già rivendicato suo fratello. Ti picchierà a morte. Non morirai facilmente, vero Kim?»

«Smettila di parlare! Dannazione!» Kim tirò un calcio ad una pila di fogli, potevo sentire l’odore di problemi in arrivo. Quelli che sedevano a terra schivarono i fogli volanti.

Mi voltai  e guardai Kim confuso. Se quello che diceva Khun era vero, allora Porsche potrebbe essere arrabbiato con me non solo perché gli avevo fatto male, ma per un’altra cosa!

 Accidenti! Ottimo lavoro Kim! Maledetto fratello!

«Ragazzi, basta così. Siamo seri.» dissi a entrambi mentre Kim smise deliberatamente di uccidere Khun con il suo sguardo mortale e si rivolse invece a me. «Qualunque cosa stesse dicendo, non devi ascoltarlo.» replicò Kim a bassa voce.

«Non fare nulla che possa farmi vergognare.» puntai una penna verso la sua faccia. La mia relazione non era ancora chiara, se aveva una storia con il fratellino di Porsche, ero decisamente nei guai più di prima.

Onestamente, ero piuttosto sorpreso da quello che era successo prima, quando il freddo e indifferente Kim era esploso di rabbia quando il Chè era stato spinto da Big. Aveva picchiato a sangue quel bastardo e sinceramente non avevo voluto approfondire perché temevo che Porsche lo avrebbe scoperto. Avevo un presentimento su quello che stava succedendo, ma questa cosa doveva essere gestita in seguito.

Kim è una brava persona ma flirta fino alla morte! È molto più un giocatore di me. Sono davvero morto!

«Non ti stressare. Porsche non tornerà comunque da te.» Khun disse allegramente e gli tirai quasi addosso una pila di fogli.

«Non provarci nemmeno… potrei scappare in tempo.» mi minacciò, guardando il mucchio di documenti tra le mie mani.

«Colpisci quel bastardo!» Kim fissò Khun poi si voltò a guardarmi. «Sei sicuro che non sia stato Porsche?»

«Sì, sono super sicuro.» risposi senza esitazione.

«Chi pensi che sia?» Kim chiese nervosamente ed io ci pensai per un momento.

«Davvero non lo sai?» chiese Khun con le sopracciglia alzate. L’intera stanza calò nel silenzio mentre tutti fermarono qualunque cosa stessero facendo e guardarono Khun. «Pensi che sia molto difficile da indovinare? Guardando da Marte, si vede benissimo chi è.» disse sarcasticamente.

«Chi è?» chiese Kim.

«Quel bastardo di Big.» disse mio fratello senza battere ciglio. Le guardie si guardarono l’un l’altra incredule. «Chiunque qui può dire che sospetto di lui, ma posso assicurarti che è lui.» disse con sicurezza, indifferente a qualsiasi altra cosa. Non che io non gli credessi, sospettavo anche di Big, ma dovevo trovare prove concrete. Per catturare lui e tutti i suoi subalterni, doveva essere colto in flagrante.

La notte in cui aveva cercato di molestarmi, Khun me ne aveva parlato, ma avevo cercato di ignorarlo. Non importava quanto fossi arrabbiato nel profondo, dovevo mantenere la calma perché se mai avessi trovato le prove, non volevo dargli la possibilità di scappare.

«Se stai pensando quello che sto pensando io, dobbiamo trovare quella prova in modo che non possa scappare.» Kim disse poi si girò di nuovo per sedersi e continuare a lavorare.

«Kim, posso prendere in prestito Anon per farmi aiutare con qualcosa?»

«Va bene.» Kim rispose

«Anon, da domani, pedina Porsche per me.»

«Perché? Credevo che non sospettassi Porsche?» chiese Kim.

«No. Deve essere andato a casa adesso, voglio solo essere sicuro che sia al sicuro. Anon, per favore, dai un’occhiata.»

Kim e Anon annuirono comprendendo.

«Sì, signor Kinn.»

Il tempo passava e dal tardo pomeriggio arrivò l’alba. Tutti nella stanza erano andati a letto la mattina presto, lasciandomi ancora concentrato sulle lettere davanti ai miei occhi.

Nella mia testa, solo il viso di Porsche tremolava costantemente. Anche se ci eravamo visti il giorno prima, perché mi mancava così tanto?

Mi sdraiai sulla sedia e chiusi gli occhi per riposarmi un po’, cercai di rilassarmi e alleviare lo stress represso che mi teneva imprigionato in una morsa.

«Signor Kinn…»

Non sapevo quando mi ero appisolato, ma mi sembrava di essere svenuto per un po’ di tempo. Non avevo mai dormito bene la notte dall’ultima volta che Porsche e io avevamo dormito insieme. Non riuscivo nemmeno a ricordarmi di essermi addormentato a causa delle cose che mi stavano dando fastidio.

Quando aprii gli occhi, capii che Big era entrato nella stanza e aveva avvicinato il suo viso al mio.

«Che cosa?» dissi sorpreso. Mi raddrizzai velocemente e aggiustai la mia posizione sulla sedia.

Big si staccò e spostò il vassoio del cibo sul tavolo davanti a me. «Il signor Kinn non ha mangiato niente da stamattina, quindi ho portato del porridge e del succo.» Big mise un cucchiaio nella ciotola del porridge poi versò il succo nel bicchiere.

«No, non ho fame.» dissi velocemente e girai la testa per guardare lo schermo del computer. Ho ridotto a icona tutte le finestre del documento che stavo esaminando per nasconderlo nel caso in cui Big avesse dato un’occhiata.

«Ma il signor Kinn non può bere un caffè da solo.»

«Puoi andare.» dissi freddamente. La mia voce è cupa per la sensazione di paranoia per il suo comportamento. 

Perché cazzo si comporta come la mia tata?

«Mangia un po’ di questo, per favore.» supplicò Big. Prese un cucchiaio di porridge e tentò di darmi da mangiare.

Lo guardai incredulo. A cosa stava pensando? Non vedeva che mi sentivo a disagio con lui? Sì, non dissi sull’incidente che accadde tra noi, ma non lo trattavo più allo stesso modo di prima, il che era abbastanza ovvio. Mantenni le distanze ed evitai di farlo entrare nella mia stanza.

Onestamente, quando aprii gli occhi e vidi la sua faccia, gli stavo quasi per dare un pugno. Volevo aggiungere dei lividi al suo viso già gonfio da ieri grazie a Kim ma devo darmi una regolata. Come osava approfittarsi di me mentre non ero cosciente e, come se non bastasse, aveva osato puntare una pistola contro Porsche. Era stato  fortunato che non ero stato io a picchiarlo.

Comunque, dovevo trovare prove concrete che indiccassero lui come il principale colpevole. Quindi avevo bisogno di tenerlo vicino il più possibile per evitare i danni che potrebbe fare.

«Mangia per favore.» Big mi avvicinò alla bocca un cucchiaio di porridge con una mano posata con cura sotto di esso.

«Lasciare.» dissi gelido mentre allontanavo la sua mano.

Big afferrò improvvisamente la mia mano che allontanava la sua. «Signor Kinn, per favore non farlo.» Rimise il cucchiaio nella ciotola e mi tenne i polsi con entrambi i suoi. Rimasi sbalordito. Iniziavo a sentire che stava diventando troppo. «Il signor Kinn potrebbe dubitare di me, non fidarsi di me, non lasciarmi avvicinare di nuovo a te o altro.» disse con voce tremante e cercò di guardarmi dritto negli occhi come per comunicarmi che qualunque cosa stesse dicendo era la verità. «Ma signor Kinn, deve mangiare qualcosa, per favore? Sono preoccupato per la sua salute. Non voglio vederla così.» Mi prese la mano e la posò sulla sua guancia. Non sapevo perché sentissi improvvisamente la pelle d’oca su tutto il corpo. Non potevo più sopportare che si comportasse così.

All’improvviso bussarono alla porta: «Signor Kinn.»

«Vattene da qui Big!» urlai prima che la porta venisse aperta.

«Kinn, sei occupato?»

Feci un respiro profondo prima di chiudere gli occhi quando realizzai chi era entrato. Big si allontanò immediatamente da me prima di alzare una mano per salutare il nuovo arrivato.

«Esci da qui.» dissi stancamente. Tawan fissava me e Big alternativamente con insoddisfazione.

«Sì, signor Kinn.» Big rispose prima di uscire goffamente dalla stanza.

«Ho portato qualcosa da mangiare. Ti sto disturbando?» Tawan posò il sacchetto sulla mia scrivania.

Dannazione! Che giorno è oggi? Perché le persone vogliono tutte darmi da mangiare all’improvviso?

Se fosse stato Porsche a disturbarmi in questo modo, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Ma le persone che entravano erano quelle che mi avevano causato più problemi. Stavo impazzendo!

«Non sei ancora tornato in Inghilterra?» dissi raccogliendo tutti i documenti sul tavolo e infilandoli nel cassetto.

«L’hai detto come se mi stessi cacciando via.» Misi il broncio e mi guardò perplesso. Avevo sempre pensato che fosse carino quando faceva il broncio in quel modo, ma in quel momento mi dava fastidio.

Se fosse stato Porsche, non mi sarebbe dispiaciuto. Se avessi detto qualcosa di male e mi avesse graffiato la faccia con gli artigli, mi sarebbe andata benissimo. Era davvero diverso. E ora che pensavo a Porsche, mi balenò in testa una cosa. «Sei andato a conoscere Porsche?» dissi, fissando ferocemente il suo viso.

Si bloccò subito, il che confermò la mia affermazione.

«Perché lo stai infastidendo?» chiesi severamente. Più distoglieva lo sguardo da me, più lo trovavo sospettoso.

«Porsche è venuto a dirtelo?» chiese Tawan dolcemente.

«Non è questo il problema. Voglio sapere perché lo infastidisci?»

«È solo una coincidenza.» disse Tawan dolcemente, ma le sue azioni mi irritarono. Era una bugia che sembrava molto facile da vedere. Era una coincidenza che una persona come Tawan potesse incontrare Porsche in quel modo? Non avevo idea di quali minacce stesse parlando Porsche, dato che si era infuriato molto.

Ed ora potevo dire che non provavo più gli stessi sentimenti per Tawan, più lo vedevo e più non volevo che ci fosse.  

«Non so cosa hai detto a Porsche, ma ti avverto, non immischiarti di nuovo con lui.» dissi cupamente mentre lo fissavo.

Si morse forte le labbra, il suo sguardo sembrava insoddisfatto e dopo ciò, la sua espressione iniziò a cambiare. I suoi occhi brillavano di rabbia e il suo viso cominciò a mostrare un’espressione ribelle. Lo sapevo vedendo la sua reazione.

«Perché? Non posso toccare Porsche? Perché lo stai proteggendo?» La sua voce uscì con prepotenza, era molto diversa dal tono dolce che di solito usava per parlarmi. Iniziai a pensare: come avevo fatto a sopportare di stare con lui?

«Voglio dirti che la nostra storia è finita. Non dovresti immischiarti in questioni che non ti riguardano e rendere le cose più complicate.»

«E allora? Non posso credere che tu ti sia già dimenticato di me. Io sono tornato, perché presti attenzione agli altri?»

Mentre guardavo Tawan, iniziai a guardarlo come un pazzo, aveva detto quelle parole come se mi possedesse come se potesse fare quello che voleva, indipendentemente dai sentimenti degli altri.

«Tutto quello che è successo è stato a causa tua. Come osi pretendere?» dissi a denti stretti. Non urlai, non avevo intenzione di urlare affatto, ma le parole uscirono come un taglio di una spada e la persona di fronte a me fece un passo indietro.

«Sei ancora arrabbiato con me? Mi sono già scusato. Desidero solo il tuo ritorno. Se mi chiedi perché sto facendo questo è solo perché ti rivoglio con me.» La sua voce cominciò a tremare, il suo viso si gonfiò come se stesse per piangere.

«Non possiamo tornare come prima. Devi accettare la verità.» Prima che potessi dire altre parole, il telefono squillò.

Guardai lo schermo e il mio cuore iniziò a battere all’impazzata quando vidi il nome registrato sullo schermo.  

«Ciao.» Mi alzai dalla sedia e premetti il pulsante di risposta, indipendentemente da chi fosse nella stanza con me.

[Perché hai ordinato a questo idiota di seguirmi?]

La voce di Porsche mi spezzò quasi i timpani dall’altro capo del telefono. Sembrava furioso ma stranamente allargai un lieve sorriso.

«Porsche..»

[Mi chiedo perché hai ordinato ad Anon di seguirmi, Kinn? Non sono tuo prigioniero! Sei pazzo? Sprechi il tuo tempo per fare cose inutili, dannazione!]

Il mio cuore batteva ritmicamente, come in frenesia. Solo il suono della sua voce mi faceva palpitare di desiderio. Il mio cervello immaginò che espressione avesse, la sua faccia doveva essere rossa in quel momento e per questo continuai a ridacchiare.

«No, sono solo preoccupato. Voglio assicurarmi che tu sia al sicuro.»

[Fanculo! Se non la smetti di incasinare la mia vita, ti ucciderò di sicuro! E non provare mai più a convincere questo idiota a portare il tuo cibo costoso e appenderlo fuori casa mia!]

Feci una risata sorniona, dimenticando quanto ero irritato qualche minuto fa, al punto da dimenticare anche gli occhi di qualcuno erano pericolosamente incollati su di me.

Non mi aspettavo che Porsche si arrabbiasse per quello. Avevo ordinato ad Anon di passare dal mio ristorante preferito e comprare del cibo e poi appenderlo fuori dalla sua porta. Avevo seguito il suggerimento di Khun: per riavere Porsche dovevo accontentarlo.

«Eh, mangia solo il cibo. Scommetto che stai facendo una faccia scontrosa in questo momento. Non prendere a calci le cose intorno a te.» Lo presi in giro perché sapevo che quando Porsche era arrabbiato, tendeva a prendere a calci le cose, il mio divano era la sua vittima preferita.

[Sei pazzo Kinn! Non è divertente. Se mandi ancora persone a seguirmi, io…]

«Kinn, con chi stai parlando?»

Il sorriso sul mio viso si abbassò improvvisamente e guardai Tawan che era furioso.

«Tawan chiede con chi stai parlando.»

Rimasi rimasto scioccato dalla frase che aveva detto e dal fatto che mi strappò il telefono dalla mano. 

«Cosa stai facendo?!» urlai forte.

[Ah! Concentrati solo sul tuo ospite! Vaffanculo, Kinn!] E la linea si interruppe immediatamente.

«Porsche… Porsche…Tawan, perché mi fai questo?!» Mi girai a guardare la persona di fronte a me con furia. Premetti il pulsante per richiamare Porsche, ma come previsto, il telefono era spento. Fanculo!

Lanciai forte il cellulare sulla scrivania. Pensavo che fosse stato troppo da parte sua prendere il mio telefono in quel modo.

«Esci subito dalla mia stanza!!» Gli urlai contro e lui saltò per lo shock.

«Perché sei così arrabbiato?»

Perché sono arrabbiato? Stai stupidamente chiedendo perché sono arrabbiato?

Aveva uno sguardo testardo e dal tono di voce non aveva affatto paura di me. Non aveva il diritto di pretendere di posserdermi!

Feci un respiro profondo per calmare le mie emozioni, gli afferrai il braccio finché le mie dita non affondarono nella sua pelle e lasciarono dei lividi.

«Tawan, ascoltami bene. La nostra storia è finita. Non ti amo più. Amo Porsche. Lo capisci?» Non importava quanto duramente cercavo di reprimere i miei sentimenti, non riuscivo più a trattenere la mia rabbia. Sbattei forte una mano sul tavolo perché alla fine, ero colpevole di aver ingannato Porsche, ma tutto sarebbe stato più facile se Tawan non avesse interferito.

«Kinn…» I suoi occhi tremolarono e la sua voce gracchiò. Se fosse stato prima, non avrei potuto sopportare di vederlo così, ma ora mi irritava e volevo che sparisse immediatamente dalla mia vista.

«Va al diavolo!» dissi senza alcun accenno di gentilezza.

«Kinn sei di nuovo arrabbiato con me, vero?» Tawan si avvicinò per tenermi il braccio che allontanai immediatamente.

«Tawan! Smettila!» Lo presi di nuovo per il braccio e lo trascinai violentemente verso la porta. Non sapevo quanta forza avevo usato ma sembrava che la figura sottile galleggiasse a malapena venendo trascinata.

«Kinn, mi fai male.» 

Non mi interessa un cazzo!

Aprii immediatamente la porta e lo buttai fuori.

«Non interferire con me o Porsche di nuovo. Se non ti fermi, non posso prometterti che non ti farai male.»

«Kinn, cosa sta succedendo?» Kim e Khun salirono le scale fino alla mia stanza.

«Tawan cosa ci fai qui? E cosa hai fatto a Kinn?!» Khun si voltò a guardare Tawan con occhi ribollenti.

«Kinn, sono dispiaciuto.» La sua voce tremava e le lacrime cominciarono a scorrere. Lo fissai seriamente e mi misi una mano sulla fronte per riprendermi.

«Vai fuori di qui.» ripetei

«Mio fratello minore ti ha già cacciato dalla sua vita, perché sei di nuovo tornato? E come sei entrato in casa nostra?» gridò Khun con rabbia.

«Ehi, calmati.» Kim trattenne rapidamente Khun.

Mi sentivo esausto con tutti i drammi e i problemi che stavano accadendo, quindi non ascoltai più la loro discussione. Chiusi subito la porta e mi sedetti sul divano, chiusi gli occhi e mi sdraiai stancamente. Sentii Khun urlare dall’esterno della stanza fino a quando tutto cadde nel silenzio. Presto la porta della mia stanza si aprì ed entrarono i miei fratelli.

«Se n’è andato!» Khun entrò con passo pesante nella stanza.

«Cancella quel bastardo.» Kim venne e si sedette accanto a me.

«Ci sono un sacco di persone come lui. Quando ti vede si mette subito a piangere. È un così bravo attore! Voglio andare a picchiarlo!» Khun fece cenno di uscire dalla stanza e di seguire Tawan, ma Kim lo tirò rapidamente per il braccio.

«Hahaha, davvero fratello. Se sei così arrabbiato, vai a mangiare qualcosa di freddo per calmarti.» Kim scosse la testa esasperato.

«Cosa c’è che non va in te Kinn? Cos’è successo?» Khun si fermò mentre stava per prendere a calci Kim in faccia.

«Ho lasciato che Anon seguisse Porsche, poi mentre Porsche stava parlando con me al telefono, Tawan me lo ha strappato via.» dissi serrando la mascella.

«Hai dimenticato Tawan, adesso?» chiese Kim.

«Sì!» risposi senza esitazione.

«Sono sorpreso, Porsche non è affatto il tuo tipo. Guarda tutti i ragazzi con cui sei uscito prima. Erano tutti teneri, ma con Porsche dovrai usare una certa forza per farti strada.» disse Kim ridendo.

«Beh, non ci credo ancora che mi piaccia.»

Come aveva detto Kim, tutti quelli che avevo avuto nella mia vita erano esili e gentili. Mi piacevano morbidi, dolci e carini ma Porsche aveva un viso virile, muscoli tesi, un bel tatuaggio e una personalità selvaggia. Ma stranamente, quando era con me, pensavo che fosse carino. Sarei riuscito a riconciliarmi con lui?

«Guardando tua moglie, è brutale. Non hai paura di essere picchiato a sangue? Penso che un giorno ti tirerà fuori il sangue dalla testa per lavarsi i piedi.» Kim disse come se avesse la pelle d’oca.

«Chè non è molto diverso da Porsche. Non hai paura anche tu?» Khun strinse gli occhi verso Kim.

«Non è come suo fratello! È più carino.» disse improvvisamente Kim prima di rendersi conto di aver fatto uno scivolone. Si voltò e mi guardò, mordendosi il labbro ma ero troppo pigro per occuparmi di cose così banali. Proprio lo stesso problema a cui non riuscivo a trovare una soluzione.

«Pensi che dovrei andare a prenderlo io stesso?» Riflettei sul dover andare a riprendere o meno Porsche. Volevo spiegargli e fargli capire cos’era successo veramente.

«Oh, meglio di no. Ho chiamato prima Anon ed è stato pestato da Porsche. Non sono quanto ti convenga.» Kim disse preoccupato.

«Eh?»

«Non andare a parlargli adesso. Penso che dovresti aspettare che si calmi un po’.» replicò Khun.

«Ah, allora ok.» annuii in risposta. Se fosse andato subito da Porsche, non avremmo potuto parlare comunque e alla fine mi sarebbe scivolato dalle dita. Era sua abitudine scappare in modo che io non riuscissi a trovarlo.

«Riposati per ora, Kinn. Ai documenti ci pensiamo noi.» disse Kim.

«Va tutto bene, comunque non riesco a dormire.» Spostai la pila di scartoffie e mi sedetti sul divano. Quanto ai bastardi, Kim si muoveva per la stanza con i suoi subordinati che occupavano gradualmente gli angoli della camera, guardando attentamente i documenti.

Quando arrivò la sera, il mio corpo iniziò a protestare. Allungai le gambe e mi sdraiai nella speranza di riposare gli occhi per dieci o venti minuti, così da alleviare il bruciore agli occhi e la schiena dolorante. 

Datemi solo un po’ di tempo per schiarirmi la mente, tutto qui.

Lo squillo del telefono mi fece sobbalzare per lo shock perché ero in un sonno profondo e temevo di aver superato il tempo previsto di riposo.

Fanculo! Sono le nove del mattino?

Diedi un’occhiata all’orologio sul muro prima di scuotere violentemente la testa. Avevo dormito tutto il giorno successivo ed ero avvolto dalle coperte. I membri che erano venuti ad aiutarmi ieri erano ancora tutti lì, ma stavano tutti dormendo nella stanza, incluso Kim che dormiva sul tappeto ma aveva anche una coperta addosso.

Mi affrettai a prendere il mio telefono che squillava continuamente. Tutti iniziarono a svegliarsi uno per uno. Mi stropicciai gli occhi e fissai lo schermo per un buon minuto prima di balzare in piedi per lo shock.

«Porsche!» risposi in fretta alla chiamata dicendo il suo nome.

[Kinn! Dov’è la casa di Tawan?] La voce di Porsche era ansimante e ovviamente in preda al panico dal momento che quasi non sentivo le parole.

«Aspetta un attimo Porsche, cosa è successo?»

[Ti ho chiesto dov’è la casa di Tawan?] iniziò ad urlare senza rispondere alle mie domande.

«Porsche, calmati. Che sta succedendo?» cercai di calmarlo quando iniziai ad avere una brutta sensazione al riguardo.

[Mio fratello è scomparso! A causa del tuo ex! Bastardo! Ti ho detto di smetterla di incasinare la mia vita! Perché trascinare mio fratello in tutto questo?]

«Cosa?! Chè è scomparso? Com’è successo?» Non appena pronunciai quelle parole, Kim, che era sdraiato sul pavimento, si alzò improvvisamente in piedi e si girò immediatamente a guardarmi.

«Cosa sta succedendo Kinn?!» Kim chiese in ansia.

[Dimmi solo dov’è la casa di quel bastardo, dannazione! Se fa qualcosa a mio fratello, giuro che lo ucciderò!]

«Dove sei, Porsche? Vengo subito a cercarti.» dissi. Volevo vederlo terribilmente e assicurarmi che anche lui fosse al sicuro. Ero preoccupato per suo fratello, ma ero più preoccupato che avesse potuto farsi male se avesse fatto qualcosa senza di me al suo fianco.

«Kinn, cosa è successo?!» Kim, che era in piedi davanti a me, mi afferrò la spalla con ansia.

[Ovunque sia, lo troverò anche se non me lo dici.]

«Tawan?» Cercai di collegare gli eventi nella mia mente mentre riflettevo se Tawan avesse qualcosa a che fare con questo.

[Sì! Chi altro lo farebbe?]

«Come mai?» Prima che potessi finire la mia frase, improvvisamente sbottò.

[Oh! Ho dimenticato che non avrei dovuto chiedertelo. È la tua ex moglie che devi proteggere!]

«Andiamo a cercarlo insieme Porsche.»

[Posso trovarlo da solo, idiota!! Non devi dirmi niente!]

«Porsche! Porsche!» Ma la linea venne interrotta. Provai a richiamare molte volte, ma la chiamata si interruppe ogni volta prima che mi accorgessi delle persone intorno a me.

«Chi è scomparso, Kinn? Dimmelo.» Il viso di Kim era cupo e cominciò ad agitarsi.

«Chè è scomparso.»

«Cosa? Dove? Quando?» Kim si tenne la tempia e cominciò a camminare per la stanza.

«La scorsa notte, non mi ha risposto affatto. Pensavo stesse dormendo! Merda! Avrei dovuto sapere che c’era qualcosa che non andava!» Kim scosse la testa irritato, cominciava a sembrare un pazzo.

«Non lo so. Continuo a non capire, dannazione! Porsche ha detto che è stato Tawan a prenderlo.» dissi a Kim tutto quello che sapevo e ancora non capivo perché Porsche fosse così sicuro che fosse stato Tawan.

Non me lo chiedevo perché stavo proteggendo Tawan o cosa, l’unico motivo per cui Tawan sarebbe sceso a quel livello era l’egoismo, ma se mai avesse fatto qualcosa, penso che ci avrebbe pensato attentamente. Si sarebbe assicurato che nessuno lo prendesse facilmente.

Ma siccome Porsche mi aveva detto delle cose strane, avevo detto a Tawan di non scherzare con suo fratello. Oppure Tawan aveva fatto questo per minacciare Porsche? Se era così, allora Tawan era così stupido.

«Accidenti!» Kim imprecò con rabbia.

«Sbrigatevi e preparatevi. Ci vediamo tra dieci minuti fuori. Prima andiamo a cercare Porsche a casa.» Ordinai a tutti i presenti nella stanza.

«Bastardo svegliati! Vai in camera tua a dormire o muori!» Kim si avvicinò e prese a calci Khun addormentato.

«Huh… documenti… documenti…» Non appena aprì gli occhi, Khun strisciò sui documenti davanti a lui.

«No. No, il fratello di Porsche è scomparso!»

«Dove è andato?» chiese incuriosito, era mezzo addormentato e mezzo sveglio.

«Non lo so. Aiutaci a trovarlo!» gridò Kim, poi uscì immediatamente dalla stanza.

«Ehi! È stato rapito?»

Nessuno rispose a Khun e tutti andarono a prepararsi in ​​fretta. Mi lavai il viso e mi pulii con noncuranza il corpo prima di cambiarmi rapidamente i vestiti e prepararmi per uscire di casa. Nel frattempo, non rinunciai a provare a comporre il numero di Porsche e fare diversi tentativi di chiamata. Mentre scendevo le scale, qualcuno all’ingresso mi fece ribollire il sangue.

«Ciao.» Vegas salutò.

«Cosa stai facendo qui?» scattai verso di lui.

«Ho portato i documenti per la firma. Non posso venire?» Le sue sopracciglia si alzarono e un sorrisetto si allargò agli angoli delle sue labbra.

Mi venne voglia di saltargli addosso e picchiarlo in faccia, ma ero preoccupato per Porsche e  le questioni a portata di mano non erano così importanti.

Una chiamata arrivò dal cellulare del bastardo, rispose e il suo volto si aprì in un ampio sorriso quando vide il numero registrato.

«Probabilmente non ha potuto rispondere perché la linea era occupata.» Vegas alzò il telefono e mi mostrò lo schermo dove c’era il nome di Porsche. Strinsi il telefono così forte in mano che avrebbe potuto rompersi in qualsiasi momento. Digrignai i denti con rabbia.

«Sì, Porsche.» Vegas rispose alla chiamata di fronte a me e continuò a guardarmi con fare beffardo.

Mi stava chiaramente facendo arrabbiare. Non importava quanto fosse buono il nostro rapporto prima, non sapevo se saremmo potuti tornare a come eravamo un tempo. Sapevamo entrambi che la linea era stata tracciata.

«Aspettami lì, arrivo velocemente.» Vegas si voltò improvvisamente e si precipitò alla sua macchina, ignorandoci. Immagai che gli fosse stato detto lo stesso problema e non potevo credere che Porsche avesse chiesto aiuto a Vegas. A pensarci, avevo sentito una forte rabbia.

«Cazzo!» Diedi un calcio irritato al grande vaso sul lato delle scale. 

Perché deve essere Vegas?

Porsche era Porsche ma in quella situazione non avevo altra scelta che seguire Vegas.

Perché ti fidi di Vegas? Parli male di me e dici che non ti ascolto, ma non hai mai ascoltato me! La prima persona a cui dovresti chiedere aiuto in momenti come questi sono io! Perché deve essere Vegas?

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.