KINNPORSCHE – CAPITOLO 28

Domande

-Porsche-

La scena davanti a me aveva spinto la mia pazienza al limite mentre chiudevo con forza la porta dietro di me. Anche se avevo visto Kinn alzarsi dal divano mentre me ne stavo andando, non mi aspettavo che mi seguisse. Comunque non c’era segno che mi stesse cercando. Uscii di casa con il cuore tremante e le nocche quasi bianche per la stretta dei pugni.

Dannazione! Mi sentivo come se fossi stato brutalmente colpito da un ceppo.

Se fosse uscito per spiegare che avevo frainteso la scena che avevo visto poco fa, avrei potuto trattenermi ed ascoltarlo. Ma no, non sarei diventato pignolo e eccessivamente drammatico come un’eroina in un dramma thailandese.

Provai a camminare con calma e cercai di elaborare l’immagine che avevo appena visto. Cercai tutte le ragioni logiche poiché ciò che vediamo non è sempre ciò che pensiamo…

Ma se il dolore era arrivato fino a quel punto e Kinn non era venuto a darmi spiegazioni, senza nemmeno uscire per dirmi che avevo frainteso, allora forse le cose dovevano essere proprio com’erano.

Dannazione! Fa così male!

Ma a pensarci bene, Kinn non aveva l’obbligo di spiegarmi niente e dirmi cosa era successo o di uscire allo scoperto e farmi capire.

Maledetto bastardo! Sei stupido, Porsche! Quello che provi in ​​questo momento è disgustoso. Non vedi come erano Tawan e Marsh? Come osi confrontarti con loro due?

Non era una novità per me che Kinn fosse un playboy. Come potevo fidarmi facilmente di quel maledetto bastardo? Come potevo credere di piacergli e che provasse lo stesso nei miei confronti quando sapevo fin dall’inizio che era un dannato giocatore?!

Mi odio! Lo odio! Questo è imbarazzante!

Mentre cercavo di sopportare quella situazione di merda ed accettare i miei sentimenti per lui anche se volevo dimenticarlo, lo volevo ancora di più.

«Dove vai, Porsche?» mi chiese Arm mentre attraversavo il cancello senza rispondere alla sua domanda.

Non potevo più stare lì. Se fossi rimasto più a lungo, avrei provato sentimenti che volevo sforzarmi di dimenticare.

Faceva male, cazzo. Mi stava rendendo le ginocchia deboli come se stessi per crollare a terra. Volevo rilasciare tutta quell’energia che stava traboccando dal mio petto. Volevo liberarmi da quei sentimenti di merda.

Mi costrinsi a reggere le gambe e a percorrere il breve tratto verso di strada, non osando nemmeno a sembrare debole di fronte alle guardie sconosciute al cancello. Sarebbe stato troppo imbarazzante.

Presi il taxi e mi feci portare verso la casa di Tem con solo il telefono in tasca. Volevo andare a casa, ma a quel punto volevo stare con qualcuno per sentirmi meno solo.

Perché avevo ceduto così facilmente con Kinn? Quella sensazione era così reale che potevo sentirla fluire in ogni cellula del mio corpo. Quella era stata la prima volta che mi era successo. Amare qualcuno non solo fisicamente ma anche mentalmente. Potevo onestamente dire che non avevo mai dedicato i miei sentimenti a nessuno in modo così profondo. Anche se avevo avuto delle amiche, non mi ero mai sentito così perso. Completamente perso. Non avrei potuto combattere tutto quello che avevo in mente. Kinn era in tutto il mio sistema. Era come un ladro nella notte, scavalcava le mie mura, poi chiudeva l’uscita e mi lasciava rinchiuso all’interno. Era qualcuno che avrebbe potuto rompere i sentimenti nel mio cuore.

Era diventato una persona così speciale che dovevo provare quel dolore atroce a causa sua. Sembrava che qualcuno avesse preso una pietra e mi stesse martellando continuamente il petto.

Mi avvicinai alla porta di Tem, era una fortuna che il tassista potesse accettare pagamenti via telefono, quindi non fu un grosso problema. Sapevo che sarei potuto apparire davanti a lui come una persona morta, inoltre, ero arrivato lì senza dirgli nulla  e senza informarmi se fosse stato o meno a casa.

Bussai alla porta in stato confusionale. Dovevo affrontare da solo quella sensazione?

«Ah…» Tem corse fuori senza fiato con un largo sorriso prima di tacere rapidamente quando vide la mia faccia.

«Sei occupato?» chiesi al mio amico, guardandomi intorno.

«Cosa ci fai qui?» Era un po’ stordito prima di domandare con preoccupazione.

Così entrai nella stanza e mi sedetti stancamente sul divano. «Dovrei chiederti un favore, posso restare qui stanotte?» chiesi a voce bassa, con la testa appoggiata al divano chiudendo gli occhi.

«Va bene, cosa sta succedendo?» Si avvicinò rapidamente e si sedette accanto a me.

Non risposi perché non sapevo da dove cominciare. Cosa sentivo? Tristezza? Dispiacere? Il cuore spezzato? Di queste tre cose, quale avevo il diritto di provare? Tristezza? Mi ricordava Kinn.

Dispiacere perché lo avevo visto con qualcun altro? O avevo il cuore spezzato? Perché pensavo tra me e me che…

Fermati!! Maledetto idiota!

Più mi sentivo tradito, più mi sentivo stupido.

«Stai bene? Prima appendo i miei vestiti.» Tem mi strofinò leggermente la spalla e uscì dal balcone per stendere i suoi vestiti. Ogni tanto mi lanciava qualche occhiata.

Mi sentivo esausto. Cosa devo fare dopo quello?

Presi il telefono per controllare, speravo nel profondo del mio cuore che almeno tentasse di contattarmi, ma non c’era niente. Solo il messaggio di mio fratello che riportava dove e cosa stava facendo. Era un bene che avesse dormito a casa di un suo amico, altrimenti mi sarei preoccupato di lasciarlo solo in quella casa.

Quindi cosa dovrei fare? Non voglio tornare lì.

Se fossi tornato indietro, non avrei potuto dimenticare quella sensazione folle. E non potevo più sopportare di vedere la faccia di quel bastardo perché c’erano così tante cose a cui pensare. Riguardo alla persona che aveva cercato di rapirmi, forse la sfiga e la sfortuna che stavo avendo erano dovute al fatto che conoscevo quella casa. 

«Beviamo un po’ di alcol!» dissi a Tem che sembrava un idiota che girava per casa aggiustando tutto ciò che vedeva inadatto.

«Dove stiamo andando?» rispose d’accordo alla mia proposta.

«Voglio bere ma non voglio andare da nessuna parte.» dissi, appoggiandomi disperatamente allo schienale del divano.

«… Allora… fammi chiamare Jom così lo facciamo venire qui.»

Annuii in accordo con l’idea del bastardo. Riuscì a chiamare Jom e ordinare del liquore online.

Uscirono vari tipi di alcol. Tem preparò i bicchieri ei piatti mentre io mi sedetti con la testa incasinata dai miei pensieri, per questo non mi ero mosso per aiutare.

Presto, Jom arrivò, non gli importava di essere stato beccato dal custode e continuava a portare l’alcool nella sua borsa nera. Stavo fissando con sguardo assente il muro che non mi ero nemmeno accorto che Jom mi stava salutando con la mano. Entrambi mi videro immobile e privo di reazione, ma non osarono prendermi in giro o altro. Invece, preparano da bere.

In passato, non avevo mai capito che quelle anime perse venissero ferite dopo una rottura. Non avevo mai provato un male così forte prima, quindi non avevo idea di come affrontare quel dolore lancinante. Sembrava che ci fosse un nodo nel mio petto, ma cercai di trattenermi per non sembrare più patetico. Alzai il bicchiere di alcool e lo buttai nella mia gola mentre i miei amici mi riempivano ancora il bicchiere. Non era mai rimasto vuoto, nemmeno per una frazione di secondo. Tem si muoveva come se lavorasse al club, mescolando bevande. Come sembrava impertinente.

Quindi questo è ciò che si prova ad avere il cuore spezzato, eh?

Lavorando al club, avevo visto molti clienti entrare per riparare un cuore spezzato e sembravano morire per quello. Un tempo ridevo e li deridevo per quanto fossero deboli, ma ora sapevo com’era morire di angoscia.

Sembrava davvero di morire! Dannazione!

«Va bene se vuoi sfogarti, siamo qui per ascoltarti.» disse Jom alzando un bicchiere per me. Quel bastardo. Non prendevo Jom sul serio a causa del suo atteggiamento divertente, ma ora vedevo l’altro lato di lui, quello serio.

Guardai il vino nella mia mano ma non riuscivo a metterlo a fuoco, così distolsi lo sguardo all’istante. Il mio mento atterrò sullo schienale del divano con le ginocchia piegate sui cuscini.

«Prima, non ho mai capito un cuore spezzato. Sono solo una persona senza importanza per lui, perché devo essere triste?»

Poiché il potere dell’alcol era riuscito a farmi dire sciocchezze, la mano di Jom si congelò a mezz’aria mentre stava per fare un sorso di vino ed entrambi mi guardarono all’unisono.

«Cos’è successo? Che cosa hai fatto?» Lo stronzo chiese severamente. Appoggiò il bicchiere sul tavolo e mi guardò con serietà. Ripensai a quello che avevo fatto per ritrovarmi in quella situazione ed il solo pensiero della faccia di Kinn nella mia mente faceva male.

«Non sei mai stato così. Porsche, cosa hai fatto?» chiese ed io strinsi forte le labbra.

Sì, non ero mai stato così perché mi aveva cambiato. Kinn mi aveva cambiato. Mi aveva fatto sentire speciale, importante e aveva apprezzato la mia esistenza in quel mondo. Ero rimasto solo ed ero diventato insensibile da quando i miei genitori erano morti, ma Kinn aveva tirato fuori il sorriso dalle mie labbra. Mi aveva fatto sentire protetto. Ero stato indifeso e solo per tutta la vita, ma da quando l’avevo incontrato, era diventato quella persona che era sempre accanto a me.

Anche se era troppo bello e civettuolo da non potermi fidare di lui, stare con lui mi aveva fatto sentire sollevato, come se finalmente avessi avuto qualcuno su cui contare. Qualcuno più forte di me. Mi aveva aperto gli occhi e avevo cominciato a vedere la vita da una prospettiva diversa. Mi aveva fatto capire cosa si provava ad innamorarsi di qualcuno davvero, davvero tanto.

Avevo trovato preziosa la parola Amore grazie a lui, ma quella stessa parola mi stava facendo male in questo momento.

«L’ho fatto a me stesso. Sono stato stupido. Idiota!! Perché devo essere così debole?» dissi lasciando andare i miei sentimenti e allungai la mano per prendere una bottiglia di vino, versarla nel bicchiere, mescolarla con noncuranza e berla immediatamente finché i miei amici sussultarono e mi gridarono.

«Ehi! Calmati, cosa c’è che non va?»

«Non dirmi che c’è qualcun altro? O ti ha lasciato? Dimmelo, o vado a picchiarlo subito!» disse Jom arrabbiato.

«Ora ha qualcun altro, non devo più fare niente con lui.» dissi e cominciai a scuotere la testa per dissipare l’effetto di intorpidimento dell’alcool. Le lacrime iniziarono a raccogliersi ai lati dei miei occhi ma non osai lasciarle andare davanti ai miei amici.

«Ma prima eravate inseparabili. Stavate anche per morire insieme, cosa è successo? Che cos’era? Un gioco tra ragazzi? Allora chi è l’altra persona?»

«Ero come tutti gli altri. Si è annoiato e mi ha lasciato per qualcuno di nuovo. Cosa c’è di nuovo? Cosa c’è di così difficile da capire?» Mentre parlavo versai altro alcool nel mio bicchiere. 

«Ehi, hai sbattuto la testa e ti sei arrabbiato?» esclamò Jom scioccato e Tem lo schiaffeggiò forte.

«Eh? Forse?» sogghignai di me stesso perchè quello che aveva detto era corretto. Kinn sembrava essere un playboy e tuttavia, avevo scelto stupidamente di amarlo e di fidarmi ciecamente di lui.

Non c’era bisogno di dire molto, potevo comunque interpretarlo. I suoi gusti erano molto lontani da me. Probabilmente doveva aver pensato di star giocando e che io fossi stato eccitante.

Volevo dimenticare tutto quello che era successo, ma il mio cervello ricordava l’immagine che avevo visto prima. Era come un cerchio nella mia testa che continuava a farmi male.

Bevvi un bicchiere dopo l’altro per attutire il ricordo, sperando che ogni bicchiere che ingurgitavo mi aiutasse almeno a dimenticare per poco. Volevo dimenticare il dolore. Cominciai a sentire l’intorpidimento che si espandeva per tutto il mio corpo, ma la ferita era ancora lì.

Volevo dormire e svegliarmi con la vecchia versione di me. Il tipo di persona a cui non era mai importato di nient’altro che di se stesso. Qualcuno a cui non importava di nessuno. Chi non sente niente e chi non sente la mancanza di qualcuno è così fottutamente forte. Volevo essere qualcuno che non ricordasse nemmeno quella persona. Ero stanco. Ero così dannatamente stanco. Avrei dovuto smetterla.

********************

Il giorno successivo

Mi svegliai con le vertigini e la testa mi sembrava così pesante. La mia gola e le mie labbra erano così secche che mi gettai dal divano sul cadavere del bastardo steso sul pavimento. Tazze, piatti e bottiglie di alcool erano sparsi ovunque. Le briciole della civiltà erano disseminate nella stanza come se la notte scorsa fosse stata attraversata da una guerra mondiale. Aprii il frigorifero e presi dell’acqua fredda da bere prima di guardare l’orologio sul muro per vedere che era già tardo pomeriggio e quasi sera. Quanto ero incasinato ieri sera? Un’altra immagine mentre ero ubriaco mi venne in mente.

Camminai con cautela e presi il pacchetto di sigarette di Jom che era accanto a lui. Presi una sigaretta e mi diressi verso il balcone per fumare. Era abbastanza presto e stavo riempiendo i miei polmoni di fumo.

Meno male che era domenica pomeriggio, altrimenti per me sarebbe stata la fine. Dove cazzo era Tem? Non lo vedevo da quando mi ero svegliato, quindi cercai il mio telefono per mandargli un messaggio se mai fosse uscito. La porta del bagno era aperta, quindi era sicuramente uscito. 

Ma prima ancora che le mie dita potessero scivolare su Line, apparve una notifica da Facebook e mi bloccai. Usavo raramente quell’ app, quindi mi chiedevo perché fossero improvvisamente spuntate così tante notifiche, così entrai velocemente per controllare di cosa si trattasse.

Che cazzo? Cos’è questo?

Aggrottai le sopracciglia, mi chinai a fissare lo schermo del telefono per vedere chiaramente il mio stato. Ieri sera, quando l’avevo pubblicato? Dannazione!

PORSCHE PACHARA

Cuore spezzato, non importa quanto bevo, non scomparirà comunque. Vivere sembra come morire. Non ne posso più.

*con l’immagine sfocata di un bicchiere di alcool*

Cosa ho fatto? Fottuto bastardo!

Non potevo incolpare Tem né Jom per quello perché li vedevo sullo sfondo, il che significava che quella foto era opera mia.

Porsche di merda! Cosa stai facendo?!

PETE PONGSAKORN: Dove sei?! Richiama subito!

ARM A-ARM: Così triste…

BEAM UDO DO: A volte dobbiamo arrenderci e far male al fegato e ai reni per far riposare il cuore.

T-TEAM: Tifo per te!

BOSS BUSI: Parlando di alcol, voglio fare una pausa. Parlare d’Amore. Oh!

Merda!! Entrambi gli amici, i senior ed i junior del gruppo si erano radunati per mettere mi piace e commentare affinché tutti potessero vederli. 

Perché sto facendo così? È così imbarazzante!

Uscii da Facebook ed entrai su Line dove c’erano molte notifiche, ma ciò che mi rese stordito ed incapace di levare gli occhi dallo schermo era l’unico nome per cui ero così tanto incazzato.

[KINN: Dove sei?!]

[KINN: Porsche! Dove sei?]

[KINN: Non puoi uscire di casa così!]

[KINN: Cosa?!]

*In allegato una foto del mio post e didascalia*

KINN: *Chiamata in arrivo senza risposta*

La mia faccia diventò calda per l’imbarazzo quando capii che Kinn aveva visto il mio post e aveva letto la didascalia. Non volevo nemmeno sapere cosa stesse provando in quel momento. Doveva essere stato soddisfatto per avermi messo in quel pasticcio. Ma allora, perché avrebbe dovuto chiedere dov’ero? Perché avrebbe dovuto interessarsi ad una mia risposta o se ero morto da qualche parte? Voleva fare qualcosa di pazzo? O forse aveva chiuso con Marsh? Volevo insultarlo così tanto!

Dannazione! Basta! Smettila di pensare a lui! Sta solo giocando con i tuoi sentimenti del cazzo!

«Dove sei andato?»

Tornai nella stanza e vidi Tem che entrava dalla porta con il pranzo.

«Ho comprato da mangiare per noi. Vai prima a lavarti la faccia e poi mangiamo.» disse Tem mentre usava il piede per scalciare e svegliare Jom. Mi lavai la faccia in bagno e poi vidi Jom sdraiato a terra. Era ancora profondamente addormentato nella stessa posizione, immobile.

«Ho portato riso di maiale fritto, puoi mangiarlo.»

«Non ho voglia di mangiare.»

«Dovresti.»

Annuii e mangiai anche se non ne avevo voglia. Avevo i postumi di una sbornia e stavo ancora cercando di resistere all’impulso di pensare ai messaggi di Kinn. Volevo agire in modo normale, risoluto e indifferente il prima possibile. Non volevo rimanere bloccato con cose indesiderate nella mia testa per molto tempo. Ma anche allora, l’avevo visto con Marsh e Tawan e non potevo sfuggire alla realtà.

«Ehi, stai bene?»

«Oh.» risposi senza guardare il mio amico che venne a sedersi accanto a me.

«Non so cosa dire. Non ti ho mai visto così.» disse.

«Va tutto bene, mi passerà presto.» Ero sorpreso dai sentimenti traboccanti in me.

«Tu… Tu lo ami?» chiese Jom. La sua mano prese il riso e iniziò a mangiare anche lui. Mi irrigidii al solo accenno a Kinn.

«Non avrei dovuto dirlo. Ma ieri sera eri così incasinato.»

Anche se non me l’avevano detto, sapevo in che condizioni ero la notte scorsa.

«Cosa ho fatto?» sentii il coraggio di chiedere i dettagli. Mi guardarono con sospetto ed ebbi la sensazione che avrebbe detto qualcosa su Kinn.

«Beh, continuavi ad insultarlo.» Il bastardo si trattenne senza andare oltre, non sapevo cosa dire. 

«Che altro?» chiesi con fermezza.

«Hai detto, Kinn… Come hai potuto farmi questo? Ancora e ancora così.» Feci un profondo sospiro, lo odiavo ancora di più.

Smettila di pensare a quel bastardo! Accidenti! Cosa dovrei fare?

«Se vuoi dimenticare tutto, fallo e basta.»

Se fosse stato così facile, lo avrei già fatto. Non volevo più sopportare il dolore, pensavo di impazzire.

«Ma altri dicono che se vuoi dimenticare qualcuno, devi trovare un nuovo amore.» Jom sembrava sapere qualcosa, quindi suggerì rapidamente un metodo per superarlo.

«Allora, cosa devo fare per trovare qualcuno di nuovo?» chiesi innocentemente.

I miei sentimenti verso Kinn sono fioriti senza che me ne accorgessi. E adesso mi stai dicendo di trovare un nuovo amore? Ma stai scherzando?

«Cerca di aprire la tua mente, se riesci a pensare a un’altra persona più di lui, allora potresti dimenticartene.»

«A chi penserò allora?» chiesi qualcosa di stupido come un bambino ritardato che aveva appena imparato a conoscere l’amore e improvvisamente aveva avuto il cuore spezzato.

«Nong Ploy, primo anno, o Nong Som? Abbastanza bella.» Posai il cucchiaio prima di sedermi sulla sedia, appoggiandomi debolmente all’indietro. Pensando a loro rimasi scioccato. Non potevo più guardare le donne allo stesso modo. Non sembrava lo stesso di prima. Ci avevo provato così tante volte, ma mi sembrava di non avere più quell’impulso verso le donne.

Dannazione!

«Credo di non poter avere una ragazza.» dissi onestamente. I bastardi si scambiarono uno sguardo, poi si voltarono verso di me. C’era stato un cambiamento in me. Mi sentivo diverso.

«Allora vai con gli uomini.» Guardai male Jom non appena finì la frase. Avevo accettato Kinn, ma mi veniva la pelle d’oca solo al pensiero che altri uomini mi potessero fare certe cose.

«Non c’è modo!»

«Non fottermi. Stai dicendo che ti piace solo Kinn? Non è possibile se dici che ti senti diverso con le donne significa solo che ti piacciono gli uomini. Dovresti aprire la tua mente.» disse Jom serio e io immediatamente scossi la testa in disaccordo. Non ero così sporco! Non potevo accettarlo.

«Non lo farò.»

«Ehi! Te lo dico io, se lui può avere qualcun altro, allora puoi farlo anche tu!» Tem lo disse come se stesse preparando un buon piano.

«Vendetta?»

«No, non proprio. Lo farai bene. Cosa provi per lui? Occhio per occhio, amico. Feriscilo nel modo in cui ti ha ferito. Dimostragli che non ti importa affatto e che non è qualcuno che potrebbe ucciderti.» Continuavo a pensare a quello che aveva detto, ma non era diverso dalla vendetta. Allora come potevo fare? Se nessuno suscitava il mio interesse, quel piano era destinato a fallire.

«Flirta con qualcun altro, cerca di dimenticarlo e comportati normalmente. Giusto?»

«Hai bisogno di aiuto per capire quello che stiamo dicendo? Idiota.» Jom posò il cucchiaio e mi guardò infastidito.

«Di chi parli?»

«Hmm, diamo un’occhiata a qualcuno più vicino, vero?» Tem cercò di pensare. Lo dicevano come se fosse così facile trovare qualcuno.

«Voi?» gli chiesi. Il bastardo Kinn era interessato a quel tizio, o era il contrario?

«Eh! Disgustoso!» Si strofinò le braccia in preda al panico come se le formiche gli camminassero sulla pelle. Dovevo aver detto la parola sbagliata.

«Allora chi?»

«Jom.»

«No, non fa la doccia. Non ci penso neanche.» dissi abbassando il naso.

«Allora, Earth ti sta bene? Conosci il tipo rumoroso della porta accanto?» Indicò il muro della stanza con il dito mentre io scuotei frettolosamente la testa. Al tizio della stanza accanto piaceva portare le persone in casa ed urlare. Probabilmente era uno psicopatico.

«Hmm, Beam? Un po’ prepotente, ma lo farebbe.»

«È come scegliere un pesce al mercato. Non sto dicendo che posso farlo con chiunque.»

Non ero come Kinn che quando era in vena poteva andare con chiunque.

«Non vuoi nessuno, quindi qual è la tua preferenza?» Tem non rinunciò all’idea di trovare qualcuno con cui flirtare. Sentivo che non avrebbe funzionato, la logica era pazzesca!

«Ricco!» dissi scherzando. Nella mia testa pensai, cosa mi piaceva di Kinn? Ricco? Beh, era ​​un buon pagatore, ma era figo! Mi mancava di nuovo.

Oh! Fanculo!

Dovevo trovare qualcuno come aveva detto Tem? La mia mente era confusa.

«Oh! Questa persona è quello che stiamo cercando!» esclamò Tem guardando il mio telefono che vibrava a causa di una chiamata in arrivo. Presi il telefono e fissai lo schermo con decisione quando vidi il nome Vegas chiamare.

«Ciao?»

[Ciao Porsche, sei occupato?]

«Che cosa succede?»

[Riguarda la tua moto. Il meccanico chiede dove portarla.]

Oh dannazione! Mi sono dimenticato di mia figlia! Beh, se Vegas non avesse chiamato, me ne sarei dimenticato.

«Uhm, sarebbe comodo portarla nel dormitorio vicino all’università?» chiesi incuriosito.

[Sì, va bene. Lo farò subito per te.]

Riattaccai e condivisi la mia posizione. Presi in prestito dei vestiti da Tem in modo da sembrare almeno presentabile. Ovviamente la sua taglia era completamente diversa dalla mia, quindi trovai una maglietta oversize e pantaloni larghi della tuta. Mi sentivo come se stessi indossando il pigiama o come qualcuno che non usciva molto. Ma avevo capito che non avrei avuto bisogno di niente di meglio dato che sarei solo andato a prendere le mie chiavi da Vegas.

Aiutai quel bastardo a pulire la stanza ed esortai Jom finché non accettò finalmente di fare una doccia. Dopo un po’ Vegas arrivò e mi chiamò per informarmi che lui e il meccanico erano fuori. Allo stesso tempo, Jom scese con me per chiamare un taxi.

Quando arrivai di sotto, il meccanico e Vegas erano in piedi mentre il ragazzo mi guardava sorridendo. Salutai Jom e dopo che il taxi se ne andò, tornai da Vegas ed il meccanico. 

Non avrei mai pensato che sarebbe venuto di persona, mi aspettavo che il meccanico mi portasse la moto.

«Ho fatto cambiare al meccanico il motore con l’ultimo modello. Poi l’abbiamo lavata e lucidata per te.»

Rimasi lì stordito a guardare mia figlia che sembrava essere una moto nuova di zecca. Sembrava nuova e molto più fresca. Il nuovo colore era fantastico, pulito e la moto era stata aggiornata all’ultimo modello che era piuttosto costoso.

«No… Perché l’hai fatto… Forse è…» dissi grattandomi il mento. Mi sembrava troppo, ma quel bastardo mi aveva fatto sentire intimidito. 

Ma cazzo! Penso che mi piaccia in questo momento! Improvvisamente il mio vecchio cesso di una moto si è trasformata in una nuova di zecca.

«Un po’. La vecchia moto aveva molti problemi, il meccanico ha detto che avresti potuto usarla ancora per poco perchè alla fine sarebbe stato necessario farla riparare di nuovo, quindi ho preso l’iniziativa di cambiarla con un nuovo modello. Spero che non ti dispiaccia.» Vegas disse con orgoglio. Non mi aveva consultato ed avevo sentito una sorta di prepotenza. Ma aveva pagato lui per quello? O dovevo farlo io? Se dovevo pagare, accidenti, avrei detto loro di portarsela via in fretta.

«Quanto costa?» chiesi.

«Niente, ho pagato io.» Vegas disse sorridendo ed io alzai immediatamente un sopracciglio.

«Scusa?»

Aveva esagerato in tutto e quello mi metteva a disagio, ma le mie labbra si contrassero in un sorriso. Adoravo le cose gratis! Stavo osservando quella moto da un po’ di tempo, ma non potevo permettermi di acquistarla perché era così costosa. 

Quindi, solo per oggi, la accetterò.

Il meccanico iniziò a spiegare le modifiche che aveva fatto a mia figlia, insieme a come prendersi cura e mantenere la moto. Anche Vegas era rimasto lì ad ascoltare. Ci volle molto tempo prima che il meccanico mi mostrasse gli aggiornamenti tra cui testare il motore, girare l’acceleratore e cambiare marcia fino a quando non rimasi molto soddisfatto del risultato.

«Se si verificano problemi o qualsiasi cosa tu voglia chiedere, puoi sempre portarla in officina. Se non c’è altro, mi scuso.» Il meccanico fece firmare a Vegas alcuni documenti prima di salire sulla sua macchina ed andare via.

«Porsche, vuoi provare il motore?» Vegas si rivolse a me, così mi resi conto che non ero abbastanza preparato per guidare.

«No, meglio la prossima volta.» Anche se stavo cercando di comportarmi normalmente, il mio mal di testa mi stava uccidendo e non avrei osato guidare in quel momento.

«Hai bevuto molto ieri sera? Allora posso provarlo io su strada? Tu stai solo seduto dietro di me, così senti la potenza del motore.»

Scossi subito la testa. Inoltre, com’ero vestito non era molto idoneo Sembravo uno che andava a una settimana della moda e poi guidava su una moto? Ero come un idiota vestito di stracci.

«Credo che la prossima volta sarebbe meglio.»

«Oh, andiamo! Voglio provarla anch’io. Voglio sentire quanto è bello guidarla.» Vegas implorò.

«Ma sembro un…» Allargai le braccia e mi guardai dall’alto in basso. Non avevo un aspetto gradevole e non ero abbastanza a mio agio.

«Stai bene. Stavo per dirti che ti sei vestito carino oggi.» Vegas fece scorrere i suoi occhi sul mio corpo e sorrise scherzosamente. Mi stava prendendo in giro!

«Se vuoi fare un giro di prova, puoi farlo da solo. Non sono proprio dell’umore giusto.» Gli diedi le chiavi e Vegas mise immediatamente il broncio. Era bello, il broncio su di lui lo faceva sembrare carino. Se fosse stato Jom a farlo, sarebbe sembrato esilarante.

Che cazzo sto pensando?

«Allora vieni con me. Voglio provare a guidarla per il proprietario.» Vegas mi guardò supplichevole. Non avevo idea di cosa volesse da me e come potevo evitarlo. Volevo tornare nella stanza di Tem e dormire un po’ di più perchè la testa mi faceva male.

Il mio telefono vibrò improvvisamente dalla tasca dei pantaloni, quindi lo presi e risposi alla chiamata quando vidi che era Tem.

«Che cosa succede?»

[Ahhmm, finirai presto?] Il bastardo chiese dolcemente.

«Oh, sto per salire.»

[Eh? Cosa stai facendo?] Il bastardo sembrava confuso.

«Che cosa c’é?»

[Uhm, puoi andare in un centro commerciale vicino per un po’? Ho bisogno di tempo.] Il bastardo non riusciva a parlare ad alta voce. Sorrisi perché sapevo cosa intendeva.

«Aspetta, perché dovrei farlo?» Provai a stuzzicarlo.

 [Io, uh… Ho una piccola faccenda da sbrigare… Posso?]

«Eh, basteranno due ore? Un giro? Due?» chiesi scherzosamente finché non lo sentii urlare all’altro capo della linea.

[Accidenti. Vai!] 

Sospirai mentre guardai le condizioni dei miei vestiti.

«Okay, ma ti dispiacerebbe se resto lì stanotte? O dovrei andare da Jom?»

[No, stanotte sarò solo, va bene se resti. Dammi solo due ore. Vai prima a fare una passeggiata.]

«Ti dirò quando torno.» dissi e chiusi la chiamata. Non pensavo nemmeno di chiedergli con chi uscisse, anche se lo volevo sapere ogni giorno sempre di più. Si comportava in modo strano ma avrei fatto meglio ad aspettare che si aprisse da solo.

«Cosa è successo?» Vegas mi guardò in attesa. I suoi occhi brillavano.

«Dove stiamo andando?» Mi arresi agli eventi e alla fine accettai di andare con Vegas. Non c’era altra scelta se non andare con quel testardo maledetto. Non potevo incolpare Tem, stava solo chiedendo un favore. Accettai perché mi serviva qualcosa da fare in quelle due ore.

Anche se mi sentivo imbarazzato a girovagare indossando qualcosa del genere, qualcuno vestito adeguatamente come Vegas era con me, quindi non avrei dovuto problemi, giusto? Avrebbe attirato gli sguardi di tutte le persone, quindi andava bene.

«Un centro commerciale vicino? Penso che a quest’ora non sia affollato.» Vegas disse scherzando. Aveva detto che ero carino e poi mi stuzzicava così? Non potevo credere che Vegas avesse un lato divertente.

Poi si offrì volontariamente di guidare la moto e mi disse di sedermi dietro di lui. Sembrava un bambino entusiasta di provare il suo nuovo giocattolo.

«Sai guidare?» chiesi prima di mettermi a cavalcioni sul sedile della moto.

«Sì, ho chiesto spesso a mio padre di comprarmi una moto ma non l’ha mai fatto, quindi spesso usavo quella di un amico.» disse mentre mi porgeva un altro casco, preso in prestito da una moto parcheggiata accanto alla nostra.

Che coraggio! Beh, non potevo biasimarlo, avevo solo un casco.

«Basta andare piano, che la mia ragazza corre.» gli ricordai. Ero preoccupato che uno come lui, senza un’adeguata esperienza di guida, potesse danneggiare la mia moto appena riparata.

«Va bene, tieniti forte.» Si voltò verso di me e sorrise. Annuii, poi aspettai che girasse l’acceleratore e mettesse la marcia.

«Hey!!» Non appena girò l’acceleratore, la mia faccia sbatté completamente contro la sua schiena. Gli afferrai senza paura la spalla con entrambe le mani e Vegas rise della sua stupidità, poi ricominciò. Sembrò così imbarazzante che dovetti istruirlo su come abbassare i toni dell’acceleratore.

Dopo un po’, poteva guidare bene senza interruzioni ed era anche uno studente abbastanza veloce. Guardai Vegas attraverso lo specchietto laterale e sembrava anche lui piuttosto affascinante. Un ragazzo alto e ben vestito che guidava una motocicletta e faceva contorcere le ragazze per strada.

Anche se mi era sembrato diverso quando avevo guardato Kinn, Vegas era ugualmente bello. Non poteva farmi tremare il cuore come faceva Kinn semplicemente sedendosi di fronte a me, ma Vegas era stato buono con me e ora potevo capire il motivo dietro le sue azioni nei miei confronti.

Dovrei credere che gli piaccio?

La mia mente tornò a Kinn e mi sentii a disagio a essere lì con Vegas. Perché mi sentivo in colpa? Non stavo facendo niente di inappropriato come lui! Fanculo!

Ma era vero che potevo dimenticarlo aprendo il mio cuore a qualcun altro? Non aver pensato a Kinn per un po’ mi aveva fatto rilassare ed il tumulto dentro di me si era un po’ calmato.

«Vuoi mangiare? O fare una breve passeggiata?» Vegas chiese quando raggiungemmo il parcheggio.

«Qualunque cosa.» risposi.

«Allora andiamo a mangiare. Non ho ancora mangiato niente.» Vegas disse dopo avermi sorriso ed io annuii in risposta.

«Che ne dici di questo ristorante?» Vegas indicò un ristorante italiano abbastanza elegante. Socchiusi gli occhi per guardare la vetrina e mi voltai ad osservarlo.

«Pagherai tu?» chiesi sarcasticamente. Quel ristorante sembra buono e costoso, quindi se mi voleva lì, doveva sapere che non avrei speso un centesimo.

«Ho già pagato per la riparazione della tua moto, giusto? Ed è stata molto più costosa, quindi, ovviamente, pago io.» rispose sorridendo. Avevo dimenticato che la sua famiglia era ricca e spendevano i soldi come se niente fosse.

«Va bene.» replicai.

Poi ci dirigemmo verso il ristorante con Vegas che mormorava su quali cibi ordinare. Sembrava davvero affamato, ma il suo piede non era nemmeno entrato nel negozio quando una figura familiare gli si avvicinò.

«Vegas!» Un viso luminoso si fermò sorridendo di fronte a Vegas, che fece un’espressione imbarazzata e sbalordita prima di sorridere ampiamente.

«Quando sei tornato?» Alzò la mano per salutare il nuovo arrivato. Rimasi immobile, stordito, a fissare la figura magra di fronte a noi. Sembrava allegro e raggiante, diverso da quando lo avevo visto giorni prima.

«È passata una settimana da quando sono tornato.»

I suoi occhi severi si spostarono nella mia direzione prima di vederlo aggrottare la fronte. Mi fissò e scrutò dalla testa ai piedi. L’immagine di lui con Kinn mi balenò davanti agli occhi e digrignai i denti infastidito dal modo in cui mi pizzicava il cuore. Sapevo che dal modo in cui mi stava guardando, voleva prendermi in giro per i miei vestiti. 

Che cazzo stai guardando?

«Perché la guardia di Kinn è con te in questo momento?» Tawan incrociò le braccia e mi guardò.

«Oh, Porsche è mio amico. L’hai già incontrato?» disse Vegas innocentemente. Mantenni il mio sguardo altrove, non potevo guardarlo e non volevo torcergli il bel collo. Lo sguardo nei suoi occhi era offensivo e l’ultima cosa che volevo fare era provocare una scenata e mettere in imbarazzo Vegas che era con me.

«Oh, l’ho visto con Kinn l’altro giorno, e ora è con te. Non avevo idea che gli uomini di Kinn fossero così.» disse come se sapesse esattamente del conflitto tra le due famiglie. Stava parlando a Vegas come se io non fossi lì. Perché mi trattava così? Non avevo alcun ruolo nella loro relazione, non avevo nemmeno interferito tra loro.

«Capisco. Sei qui per una passeggiata P’Tawan?» Vegas sembrò rilevare la crescente tensione e cercò di attirare la sua attenzione su un argomento diverso.

«Hmm, che ne dici di te? Andate a fare una passeggiata, solo voi due? Kinn non è con voi?» chiese socchiudendo gli occhi verso di me. Quel bastardo mi stava insultando, l’intenzione era troppo ovvia.

Cosa sapeva? Cosa voleva da me? A Kinn stesso non sembrava importare che io fossi fuori dalla sua vista, quindi qual era il suo problema?

Se vuoi così tanto vedere Kinn, vai a chiedere a Marsh! O forse i suoi altri giocattoli? Smettila di perdere tempo con qualcuno insignificante come me.

«P’Tawan, perché sei qui? Sono venuto qui a cena con Porsche.» Vegas rispose con un sorriso. Guardò Tawan e me alternativamente, il suo viso sembrava a disagio.

«Dov’è Kinn?» disse direttamente a me, avvicinandosi. La sua pelle liscia e luccicante ed il suo fisico minuto mi fecero prudere i piedi. Volevo prenderlo a calci in faccia!

«Non siamo vicini di casa.» dissi stancamente. Se non fosse stato per i passanti e la piccola folla intorno a noi, la sua faccia arrogante sarebbe finita sul pavimento già da tempo. Quel bastardo stava mettendo alla prova la mia pazienza, che non era il massimo in quel momento.

«Quindi questo significa che Kinn è a casa. Allora lo andrò a trovare adesso.»

Perché devi dirmelo in faccia? Ovunque tu vada, e qualunque cosa tu faccia, dipende da te! Che cazzo ha a che fare con me?

Qualcosa di doloroso mi afferrò il petto e cercai così tanto di mantenere la mia posizione mentre sentivo le ginocchia cedere per le emozioni che scorrevano lungo il mio corpo. Ero riuscito a comportarmi nel modo più normale possibile.

«Lascia che te lo chieda… e se non rispondesse?» Lo fissai e la mia fronte si sollevò inconsciamente. Gli angoli della sua bocca si contrassero in un sorriso di superiorità. Anche se non avrei dovuto farlo, volevo ribattere male alla sua provocazione. Le persone come lui avrebbero probabilmente avuto paura di perdere la faccia. Lo avevo detto scherzosamente per stuzzicare il bastardo e vedere la sua faccia irritata ed era stato abbastanza soddisfacente.

«Va tutto bene, Kinn risponderà alla mia chiamata.» disse mentre l’irritazione si fece sentire nelle sue parole.

«Bene, allora fai quello che vuoi. E digli di smettere di mandarmi messaggi. Tornerò a casa quando voglio.» dissi con sicurezza con un sorriso beffardo, ma nel profondo, il mio cuore si stava spezzando. Non importava quante parole fastidiose lanciassi a Tawan, il dolore al petto continuava a diventare sempre più grande e profondo. Da ieri sera Kinn non mi aveva più contattato ed anche se non volevo, aspettavo il suo messaggio per chiedere dov’ero, come stavo o perché non ero ancora a casa. Ma non mi aveva più scritto e la cosa mi faceva schifo.

Il silenzio cadde tra me e Tawan, rimanemmo lì a fissarci l’un l’altro.

«P’Tawan, scusaci, per favore. Porsche, ho fame.» Vegas tirò il mio braccio nel ristorante, girando la testa verso Tawan in segno di saluto. Mi spinse a sedermi sulla sedia finché non mi accomodai. Cercò di parlare di qualsiasi cosa e deviò l’argomento per alleviare l’irritazione causata dall’incidente appena avvenuto. Ordinò un sacco di cibo e mangiammo in silenzio. Riuscivo a malapena a concentrarmi sul cibo di fronte a me, mi sentivo uno sciocco a comportarmi così. Era come litigare con l’ex ragazzo di qualcuno con cui stavo attualmente uscendo, cercando di prenderci per il collo l’un l’altro per un uomo che piaceva a entrambi, ma ne valeva la pena? Perché mi ero comportato così? Non era affatto da me.

Come potevo dimenticarti se tutti i miei ricordi erano in agguato intorno a me?!

Se avesse parlato con il vecchio me, non avrebbe potuto guardarmi dall’alto al basso neanche per dieci secondi prima di venire pestato. Dannazione!

Basta! Niente più pensieri su Kinn d’ora in poi! Basta Porsche, ne hai abbastanza! Smettila di pensare a lui, smettila di annegare nella tristezza! Tu sei un uomo! Cos’altro c’è da rimpiangere? Ti ha trattato come un oggetto, fai la stessa cosa anche tu! Dato non sono niente per te, devo proibirti di influenzare così tanto la mia vita!

«Prova questo, lo adoro. È delizioso.»

Era un taglio costoso di manzo wagyu di alta qualità infilato nella mia bocca da Vegas. Allungai la mano per tirare la carne a me, ma la sua mano non lasciò andare la forchetta, girandola come se stesse cercando di darmi da mangiare. E a malincuore aprii la bocca.

«È deliziosa?»

Annuii masticando. Onestamente, non avevo potuto apprezzare il cibo, tuttavia avevo cercato di ipnotizzarmi per concentrarmi sulla cena ma proprio non ci riuscivo. Mi comportai normalmente, ma nel profondo del mio cuore, mi stavo disintegrando.

La tensione al petto persisteva. Stavo pensando a cosa stavano facendo Tawan e Kinn in quel momento? Era andato a casa di quel bastardo? Stavano insieme? Stavano facendo…?

No! Smettila, Porsche!

Dopo la cena, camminai per un po’ con Vegas che parlava allegramente e io che ascoltavo e facevo domande qua e là. Sorrideva sempre, ma io mi sentivo ancora più triste. Più cercavo di seppellire la sua immagine, più mi era chiara nella mente.

Più sentivo l’amore che avevo per lui, più mi sentivo stupido e più faceva male.

Dovevo accompagnare Vegas al dormitorio di P’Beam per prendere alcune cose che mi servivano per la gara di judo del giorno dopo. Tutte la mie uniformi e l’equipaggiamento erano a casa di Kinn e non avevo intenzione di tornare presto a casa. Così chiamai per prendere in prestito le cose di P’Beam, compresa l’uniforme universitaria. 

«Perché siete venuti insieme?» P’Beam scese portando la roba. Guardò me e Vegas con sospetto, poi sorrise scherzosamente.

«Abbiamo appena cenato.» disse Vegas, evitando ovviamente di rispondere alla domanda.

«Oh, immagino di averti chiesto spesso di venire in palestra ultimamente.» Beam mi lanciò uno sguardo luccicante ma io mantenni un’espressione ferma e presi in fretta le cose dalle sue mani.  

«Grazie P’Beam, ci vediamo domani.» dissi in fretta e saltai alla moto. Per quanto riguardava Vegas, si girò per alzare la mano verso Beam, accese la moto e poi si avviò.

«Come conosci P’Beam?» Tenni la mia faccia sopra la spalla di Vegas e glielo chiesi.

«Eh? Cosa?» Vegas aprì la visiera del casco e si voltò leggermente verso di me.

«Come hai conosciuto P’Beam?» Gridai forte contro il vento che mi colpiva il viso e mi avvicinai al suo orecchio.

«Oh, P’Beam flirtava con Macao. Veniva spesso a casa nostra, quindi ci siamo avvicinati.» Vegas disse scherzando.

Quanto a me, rimasi sbalordito. P’Beam? Non dirmi che anche tu…? Perché tutti intorno a me hanno gli stessi gusti?

«Eh! P’Beam?» dissi incredulo.

«Oh, ma non sa come corteggiare. Haha.»

Non riuscivo a immaginare P’Beam che corteggiava Macao, quel ragazzo dalla faccia da idiota che avrei voluto schiaffeggiare. Perché il mondo era così?

«E adesso? Ha smesso di flirtare con tuo fratello?» Divenni improvvisamente curioso. Vegas girò la testa per ascoltare la mia voce più di prima.

«No, lo fà ancora. Vedi, è innamorato pazzo.» Non riuscivo a immaginare P’Beam con Macao che sembrava un cucciolo di cane.

«Divertente.» dissi ridacchiando.

«Sì, Macao lo ha già insultato diverse volte. E non mi sono mai messo in mezzo a loro.»

Pensavo che Vegas fosse il primo ad esserne confuso, ma parlò di P’Beam con grande entusiasmo. Ascoltai più da vicino finché non appoggiai inconsciamente il mento sulla sua spalla.

«Non posso crederci.»

«Indovina, P’Beam comprava cose per Macao ogni giorno.»

«Non riesco a immaginare.»

Cercai di seguire le parole di Vegas. Era stata descritta come una scena che mi aveva fatto venire la pelle d’oca.

P’Beam, non avrei mai pensato che potessi essere così coraggioso!

«Dove vuoi andare dopo?» Vegas mi sorrise mentre si fermava al semaforo rosso e si voltò verso di me prima di sistemarmi il casco. Dondolò per toccarmi leggermente la fronte, finché non mi resi conto che era troppo vicino, quindi mi ritirai indietro e misi un po’ di distanza. 

«Puoi restare, va bene.» Vegas mi lanciò un’occhiata rassicurante indicandomi che era giusto appoggiare il mio mento sulla sua spalla. Ma non lo feci. Insultai me stesso per essere stato avventato, ero stato così preso ad ascoltare le sue storie su P’Beam da aver dimenticato le buone maniere.

«Puoi riportarmi al dormitorio di Tem.» dissi mantenendo la faccia ferma mentre aspettavo che il semaforo diventasse verde.

«Non possiamo restare ancora un po’?» Vegas sbirciò attraverso il suo casco ma io non risposi e mi girai dall’altra parte fingendo di non aver sentito la sua domanda.

«Grazie.»

Vegas parcheggiò la moto nel parcheggio. Mi tolsi il casco, scesi dalla moto e mi misi accanto a lui.

«Se un giorno vuoi un autista, chiamami quando vuoi.» Vegas spense il motore.

«Se ti piace così tanto, perché non ne compri una?» dissi piano mentre mi porgeva il casco che aveva preso al legittimo proprietario accanto a noi.

«E se ne comprassi una, verresti lo stesso con me?»

Che cazzo?

Mi lanciò uno sguardo civettuolo e non ero ingenuo per capire cosa intendesse. Io non sono stupido! Cosa ne pensi di me?

«Ho capito. Grazie mille per l’aiuto.» Salutai in fretta e furia e rientrai nell’edificio. Anche se Vegas non era una cattiva scelta, i sentimenti non potevano essere manipolati facilmente in quel modo. E poi, sembrava un po’ prepotente.

Il suono della notifica di Facebook mi fece prendere il telefono dalla tasca e guardarlo.

Vegas Korawit ti invia una richiesta di amicizia.

Mi voltai a guardare verso il parcheggio attraverso la parete di vetro dell’edificio. Vegas aveva alzato il telefono per confermare che mi aveva aggiunto come amico, così confermai senza pensarci troppo.

Continuai a sfogliare la mia bacheca mentre aspettavo che l’ascensore scendesse.

Vegas Korawit
adesso

Puoi restare? Non lasciarmi andare. Sai che il mio cuore è con te ora.

Sorrisi al suo stato, non aveva niente a che fare con me, ma non potevo fare a meno di sorridere. Pochi secondi dopo, il nome a cui piaceva il suo status mi colpì agli occhi: Kinn Anakin.

Non appena era scomparso dai miei pensieri, ecco che tornava di nuovo, facendomi pizzicare il dolore al petto. Solo vedere il suo nome sullo schermo mi fece venire i brividi. Mi allungai in avanti verso l’ascensore e premetti il ​​numero del piano di Tem. Quindi sentii il suono di una notifica

[KINN: Perché sei tornato di corsa al dormitorio? Perché non sei andato fino in fondo con lui?]

[PORSCHE: Non sono come te stronzo!]

Non sapevo perché mi fossi precipitato a leggere il suo messaggio come un idiota. Le emozioni confuse bollivano dentro al mio petto al punto che mi sembrava di voler vomitare. Non appena raggiunsi la porta di Tem, volevo buttare via il mio telefono. 

Perché dovrebbe scrivermi adesso? Dopo avermi fatto sentire come se non fossi niente del genere, cosa vuole adesso?

[KINN: Vieni giù. Sono di sotto.]

Bussai alla stanza di Tem e non appena aprì la porta, lo superai precipitosamente entrando nella stanza. Buttai i vestiti che avevo indossato sul divano prima di rispondere frustrato a Kinn.

[PORSCHE: Non sei mio padre, non darmi ordini.]

[KINN: Vieni giù o vuoi che ti trascini?]

[PORSCHE: Perché? Hai paura che Vegas mi faccia tradire la tua famiglia? Se è così, vieni a cacciarmi. Oh, non devi licenziarmi, me ne vado io, così non devi disturbarti in questo modo.]

Digitai una lunga risposta mentre le lacrime iniziavano a bagnarmi il bordo degli occhi. Maledetto bastardo!

Non sapevo quando era venuto al palazzo di Tem ma doveva avermi visto con Vegas. Mi stava rimproverando come prima e non mi piaceva per niente. Quella situazione avrebbe dovuto soddisfarmi come avevano detto Tem e Jom, giusto? Ma aveva solo aggiunto altro dolore a quello che stavo già provando. Doveva essere solo preoccupato che io tradissi la sua famiglia. Non gli importava affatto di me.

Smettila di pensarci Porsche!

Il telefono iniziò a squillare e il nome di Kinn apparve sullo schermo finché non lo dovetti spegnere e crollare sul divano. Non riuscivo a spiegare quello che stavo provando in quel momento. Ero confuso, ferito e dolorante, ma volevo anche vedere Kinn, così tanto da voler sbattere la testa contro il muro.

Il bussare alla porta sorprese sia me che Tem. Ci guardammo con stupore finché non si fece avanti per aprire.

«Tem, non voglio vederlo adesso.» Tem guardò me e la porta da cui proveniva il continuo bussare, sapendo bene chi era

«Vai prima nella mia stanza. Mi prenderò cura di lui da solo.» Gli feci un cenno col capo, poi mi alzai ed entrai nella stanza, chiusi a chiave la porta e mi sedetti sul letto.

Cosa devo fare per liberarmi di questa sensazione? Quanto tempo ci vorrà per smettere di pensare a lui? Mi ha seguito questa volta perché è arrabbiato per Vegas? Dovrei essere felice ma non lo sono. È perché si è sentito solo? Tawan è andato via? Che ne dici di Marsh? Quindi, si è ricordato di me perché ora si sente solo? O no?

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Anna Maria

Questi capitoli sono così intensi che la frenesia di leggere, non lascia tempo per il commento!
So Sorry! Cmq grazie per questo lavoro di traduzione!!!😘😘😘

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