A TALE OF THOUSAND STARS – CAPITOLO 1

In questo mondo, oltre al potere e al denaro, esisteva un’altra cosa chiamata miracolo.

Dopo che Tian Sopasitsakun, il figlio più giovane dell’ex-generale, venne portato d’urgenza in ospedale per uno scompenso cardiaco, anche se l’ambulanza avrebbe potuto salvargli la vita ed medici avrebbero potuto fargli riprendere conoscenza, il cuore del ragazzo aveva già superato i suoi limiti. Gli effetti del cattivo stile di vita condotto non avevano fatto altro che peggiorare le cose. L’unico modo per salvargli la vita era un intervento chirurgico, un  trapianto di cuore.

Un’emergenza come quella spinse l’ospedale a contattare immediatamente la Croce Rossa thailandese ed allora accadde qualcosa di inaspettato. Il Centro Donazioni di organi riferì che meno di un’ora prima era arrivato un donatore, rimasto vittima di un incidente stradale. Dai risultati degli esami, le condizioni generali degli organi da donare ed il gruppo sanguigno erano compatibili con le condizioni di Tian.

Il paziente attaccato ad un respiratore doveva essere preparato in fretta insieme altri dispositivi medici necessari per l’intervento chirurgico. Fuori dalla sala operatoria, in attesa, la signora Lalita ed il generale Theerayut rimasero seduti con un’espressione preoccupata mentre una donna sulla trentina, con un trucco molto pesante, sembrava essere a disagio. Anche se non voleva darlo a vedere, nel profondo, vi era un accenno di preoccupazione per suo fratello.

«Prima che l’operazione finisca, passeranno delle ore. Papà, mamma dovreste riposare. Appena l’intervento sarà concluso, qualcuno verrà ad avvisarci.» La donna esortò i suoi genitori perchè desiderava davvero struccarsi il viso.

«Come puoi parlare così Pim? Tuo fratello sta lottando tra la vita e la morte lì dentro.» La signora Lalita guardò a sua figlia furente di rabbia.

Data la grande differenza d’età di oltre 10 anni, Pim non aveva un legame forte con il suo fratello minore, inoltre, la donna era incapace di mostrare la sua apprensione per il fratello. Quando si incontravano Pim si lamentava sempre delle cattive abitudini del fratello e questo li rendeva ancora più distanti. Finivano sempre per litigare.

«La scelta è tua mamma. Mentre aspettiamo, andrò a sdraiarmi nella sala d’attesa.» Dopo aver chiesto il permesso a sua madre Pim se ne andò immediatamente, ignorando lo sguardo deluso del genitore.

Cinque ore dopo, in uno stato di incertezza e di spossatezza, quando videro un’ombra, proveniente dall’interno della sala operatoria, avvicinarsi alla porta, la vecchia coppia scattò immediatamente in piedi ed attese davanti l’ingresso alla sala operatoria. Pochi minuti dopo, un medico uscì dalla sala operatoria. Sorrise alla famiglia del paziente che stava aspettando con speranza.

«Non c’è bisogno di preoccuparsi. L’operazione è andata bene, ma il paziente ha bisogno di riposare. Passerà da 5 a 7 giorni in terapia intensiva. Dobbiamo monitorare i suoi progressi. Dobbiamo essere molto cauti per evitare il rischio di infezione.»

«Dottore, questo significa che mio figlio guarirà?» Ora il grido della signora Lalita era carico di una profonda gratitudine, mentre metabolizzava il fatto che suo figlio fosse scampato alla morte.

«Adesso, la cosa più importante è la voglia che suo figlio ha di vivere. Signora, deve essere ben chiaro che suo figlio dovrà assumere medicinali per il resto della sua vita. E’ necessario per ridurre al minimo il rischio di un rigetto che il corpo potrebbe sviluppare nei confronti del nuovo organo. Tali farmaci, però, potrebbero far ammalare facilmente suo figlio. Pertanto, anche se il paziente potrà condurre una vita normale, bisogna comunque essere molto attenti.» Il famoso chirurgo descrisse in maniera approssimativa lo stile di vita che bisognava tenere dopo quel genere di intervento chirurgico, che seppur poteva essere definito normale, richiedeva sempre la massima cura e attenzione.

La madre del paziente tacque. Ripensando alle abitudini di suo figlio in passato, non poteva promettere nulla. Poteva solo sperare che suo figlio avrebbe vissuto una vita migliore in segno di gratitudine per la sua vita e per quella del donatore che era morto.

Tian non aveva mai dormito così a lungo prima. Delle volte desiderava svegliarsi, ma qualcosa lo riportava a dormire. Un corpo magro e così inerte mentre giaceva sul letto d’ospedale, prese lentamente a muovere le mani che non venivano usate da parecchio tempo. Dopo aprì i suoi occhi castano chiaro e sbatté più volte le palpebre prima di guardarsi intorno nella stanza anche se la sua vista era leggermente offuscata. Lo scenario intorno a lui era pieno di così tanti strumenti per il sostentamento vitale, attaccati a lui, che lo resero incapace di muoversi e capire bene dove si trovasse.

Al suo polso erano stati attaccati due tubi, uno per la soluzione salina e l’altro per il sangue. Gli sembrava di essere in ospedale. Certo, pensò, quella doveva essere sicuramente una camera d’ospedale. Tian, una volta riacquistata la piena coscienza, ricordò. Era stato infuso con una borsa piena di soluzione salina e sangue. Era in un ospedale. Non era morto. Il suono insolito del cardiofrequenzimetro e quello del monitoraggio degli organi vitali, destarono l’attenzione dell’infermiera di turno. Immediatamente accorse al letto di Tian.

«Signor Tian si calmi. Cerchi di respirare lentamente.» La giovane infermiera aiutò Tian a respirare lentamente e regolarmente prima che Tian si agitasse molto e nel caso inalasse troppo ossigeno ad ogni respiro. Il giovane seguì le indicazioni dell’infermiera, ma era diventato difficile farlo quando sentiva il cuore nel suo petto battere così forte come se quel cuore non fosse parte del suo corpo!

Dopo alcuni minuti la situazione era sotto controllo grazie all’effetto dei medicinali. Con difficoltà Tian prese a respirare regolarmente come qualcuno che aveva appena finito di esercitarsi molto duramente.

«Cosa è successo? Io ricordo…» Una voce bassa e roca sorprese Tian. 

«Ha appena subito un trapianto di cuore. Non si  preoccupi, va tutto bene. Ora è sotto trattamento.» La donna che indossava una camicia bianca gli sorrise incoraggiante prima di riferire le condizioni di Tian al team medico appena arrivato, ignorando il paziente giacente sul letto con un’espressione ancora scioccata. Lentamente quegli occhi a mandorla socchiusi guardarono il petto, che si muoveva su e giù, in sintonia con la sua paura.

Tum- Tum  [N/T: suono del battito cardiaco]

Tum- Tum 

Tian sentì il pulsare dell’ organo che pompava il sangue in tutto il suo corpo. I suoi polpastrelli divennero freddi, quando si rese conto che quello non era, non era come il suo cuore!

********************

Dopo che il medico confermò che non c’era nessuna infezione per la precedente operazione di Tian e che il suo corpo aveva reagito bene al nuovo organo, il medico gli permise di tornare a casa con una nota dove lo obbligava a regolari e periodici controlli.

Erano trascorse circa tre settimane dall’inizio della sua nuova vita e Tian cercò di dimenticare la strana sensazione che provava per il suo nuovo cuore. Nonostante la domanda che affollava la sua mente su a chi poteva appartenere quel cuore, Tian era ben consapevole delle ferree regole sulla donazione degli organi e sulla riservatezza riguardo l’identità del donatore. I motivi erano diversi, ma uno di quelli era evitare la compravendita a scopo di lucro.

Il giovane paziente, vestito con un camice da ospedale, fissò la finestra e la spalancò per far entrare aria fresca. La sua pelle non era più pallida al sole, su di essa era visibile una sfumatura rosa che indicava che il corpo di Tian aveva ricevuto il nuovo cuore. Tian osservò le sue mani che non erano più magre, ma avevano un aspetto migliore grazie alla buona alimentazione che l’ospedale aveva sempre fornito.

Ascoltò in silenzio i discorsi dei medici su quanto fosse fortunato dato che lui non necessitava di ulteriori cure che gli richiedessero di sottoporsi ad un’altra operazione. Inoltre il medico che lo aveva operato più volte gli ripeté i rischi che avrebbe corso se Tian non avesse ricevuto in tempo l’operazione. Quei suoi occhi a mandorla erano luminosi mentre osservavano la sala VIP piena di regali che erano da parte non solo dei suoi amici, ma anche del professore con cui aveva studiato. Tian si era reso conto che nessuno, però, era andato a trovarlo e non incolpò nessuno per quello. Era stato lui ad allontanarsi da tutti i suoi amici quando si diffuse la brutta notizia sulla sua condizione cardiaca. Tian aveva perso la speranza pensando di non avere più un futuro.

Allora che dire degli amici mondani del club automobilistico? Le labbra di Tian si incurvarono in un sorriso beffardo. Non trovava affatto strano che a tutti quelli che avevano desiderato essergli amico per i soldi e per le bravate non importasse nulla di lui. Era troppo debole e non aveva avuto la forza di causare problemi. Aveva anche pensato che non aveva alcun senso uscire con qualcuno.

Tian guardò l’orologio, poi si accigliò sorpreso. Il tempo di visita per sua madre era scaduto. «Dov’è la mamma? Ha detto che avrebbe parlato per poco e che sarebbe tornata subito.» Tian iniziò a sentirsi a disagio, pensando che forse ci fosse qualcosa che non andava nel suo corpo e che il dottore non lo avrebbe lasciato andare a casa quel giorno.

La voce gentile proveniente dalla porta della stanza dei trattamenti incuriosì Tian che si alzò per scoprire di cosa parlasse. Si alzò dal letto, trascinò con la mano l’asta della flebo e lentamente raggiunse la porta della sua stanza che aprì quel tanto che bastava per poter origliare la conversazione che stava avvenendo all’esterno.

«Davvero, non posso dirvelo. Anche se voi chiamaste la Croce Rossa Thailandese, loro non vi direbbero nulla.» Il professore di medicina diede la stessa risposta dell’infermiera ai genitori di Tian. Quella era una questione di codice di condotta.

«Ma vogliamo ricambiare il favore.» Lo supplicò la signora Lalita. Sapeva che il donatore aveva scelto di donare i suoi organi spontaneamente, eppure desiderava restituire almeno parte della generosità ricevuta anche solo donando dei soldi alla sua famiglia. Voleva dimostrare con quel piccolo gesto quanto era preziosa la scelta di diventare un donatore. Il professore sospirò, da una parte comprendeva le buone intenzioni di Theerayut, ma dall’altra non c’era molto che potesse fare.

«Prenda questo, le dirà dove si è registrato il donatore. Forse può scoprirlo dall’esterno.» Il vecchio professore finalmente si ammorbidì. Quindi il padre di Tian contattò un conoscente influente per informazioni. Donatori? Le mani magre di Tian afferrarono immediatamente il petto che improvvisamente saltò un battito per un momento.

Tian, ancora in piedi dietro la porta, vide due infermiere che stavano chiacchierando. « Sai chi è il donatore?» Una delle infermiere chiese alla sua collega. «Non lo so. Il professore custodisce i documenti riguardanti i donatori con grande cura; però il personale della Croce Rossa che ha portato qui gli organi, ha detto che provenivano da una vittima di un incidente stradale, morta nello stesso momento in cui Il signor Theerayut ha avuto un infarto ed è stato portato in ospedale.»

Tian deglutì lentamente mentre il sudore freddo gli imperlò la fronte. Stava cercando un modo per controllare il suo nuovo cuore affinché non si sforzasse troppo. Non sapeva se fosse giusto per lui ascoltare quelle informazioni, sapeva che l’avrebbe reso ancora più curioso di ciò che non avrebbe dovuto sapere.

La lussuosa residenza della famiglia Sopasitsakundel si trovava in uno dei quartieri più ricchi nel cuore della città. Per qualcuno che era stato via per così tanto tempo, vedere quella casa circondata da uno splendido giardino lo rese alquanto entusiasta. Provava una strana gioia nell’essere di nuovo in quella casa. Un’infermiera, assunta dalla famiglia, aiutò il paziente a scendere dall’auto di lusso per sedersi su di una sedia a rotelle. Poiché le condizioni di Tian erano ancora deboli, tutta l’attrezzatura di cui avrebbe avuto bisogno venne trasferita nella camera degli ospiti al piano terra,così che Tian e il personale medico avrebbero avuto un più facile accesso alla camera.

I genitori di Tian decisero che per lui sarebbe stato meglio prendersi un congedo temporaneo dal college prima dell’inizio del suo terzo anno. Il dottore aveva detto che ci sarebbero voluti alcuni mesi prima che Tian tornasse alla sua vita normale. Quando Tian lo scoprì, poté solo alzare le spalle con indifferenza; anche se significava laurearsi dopo i suoi amici, alla fine, era grato di poter vivere fino a quel giorno.

La signora Lalita entrò nella stanza di suo figlio e prese posto accanto al letto di Tian per controllare come stesse. Accarezzò dolcemente la fronte di suo figlio, ricoperta da lunghe ciocche di capelli, notò che il colore di Tian, un marrone caldo, contrastava con quello della  tintura rossa.

«La mamma chiamerà il barbiere, okay? Voglio che mio figlio ritorni bello come prima.»

La madre sorrise felice quando vide il suo figlio più giovane sembrare più sereno e vivo.

Tian annuì guardando negli occhi di sua madre. All’improvviso sentì i suoi occhi ardenti. In passato, la sua delusione e la disperazione per il proprio destino lo avevano spinto a ferire la persona che più lo amava al mondo. «Mamma…» Il giovane strinse la mano calda di sua madre. «Mamma, sei arrabbiata?»

La padrona di casa sorrise ironicamente. «Sono molto arrabbiata con me stessa. Se solo mi fossi preoccupata di più di te, forse avremmo scoperto molto prima la tua malattia e ti saresti sottoposto alle cure molto tempo fa.»

«Anche se lo avessimo scoperto molto tempo prima era comunque una cosa impossibile da curare.» rispose Tian rassicurandola, così, che quanto accaduto non era colpa di nessuno.

«Sono felice. La malattia è scomparsa. Ora, Tian devi ritornare ad essere lo stesso Tian di prima e smetterla con tutte quelle bravate.» La signora Lalita si riferiva soprattutto al suo vizio del fumo e all’alcool. Aveva perso il conto delle volte in cui aveva dovuto recarsi alla stazione di polizia negli ultimi due anni.

«Lo so.» Tian era un po’ seccato perché non voleva più ricordare quei suoi giorni bui. «Riguardo al donatore …» quando Tian provò a chiedere, le parole gli morirono in gola.

«Qual è il problema?»La madre si preoccupò immediatamente nel vedere il suo bambino improvvisamente tacere. Il giovane ricco si morse il labbro prima di prendere una decisione poi scosse la testa e rispose: «Non è niente, mamma. Voglio riposarmi. Dopo aver preso le medicine mi sento assonnato.» Tian cercò di cambiare argomento e si sdraiò. 

«Sì, lo farai. Quando ti sveglierai, ti porterò del porridge.» La signora Lalita rimboccò la coperta a suo figlio prima di uscire dalla stanza per poi lasciare che il suo pargolo ancora malato riposasse serenamente. Dopo aver sentito il suono della porta che si chiudeva Tian aprì immediatamente gli occhi. Era ansioso di schiaffeggiare quella sua bocca per aver detto quelle sciocchezze, ponendo domande scortesi a sua madre.

Tian non sapeva a chi appartenesse quel cuore, saperlo o meno non gli avrebbe fatto perdere nulla, eppure, si chiedeva se le cose sarebbero rimaste le stesse nel caso in cui lo avesse scoperto.

***************

Da più di un mese, Tian era tornato a casa sua. Sotto la stretta supervisione di un nutrizionista e di un fisioterapista, quel giovane era molto più forte di prima. I suoi capelli ben tagliati rivelavano il suo bel viso prima nascosto, facendolo sembrare molto più giovane. Era passata più di mezz’ora da quando Tian, sul tapis roulant, aveva iniziato a correre; molto diverso da prima quando, dopo solo dieci minuti di esercizio, Tian sarebbe stato così stanco da svenire.

La sala fresca e climatizzata che in origine era piena di DVD e videogiochi era stata trasformata in una palestra temporanea. Al suo interno vi erano un’ampia varietà delle più recenti e costose attrezzature sportive. 

Un giovane che era appena entrato nella stanza scosse la testa. Con indosso gli occhiali sembrava bello ed educato ed indossava un paio di le cuffie sopra le orecchie. Il giovane si sporse in avanti, guardando la tabella degli esercizi posta sul monitor del tapis roulant, ma si tolse le cuffie prima di iniziare a parlare: «Qui dice che non è consentito fare esercizio per più di mezz’ora al giorno.» Il visitatore prese il foglio degli esercizi per il paziente e lo sventolò.

«Tay. » Tian di riflesso aggrottò le sopracciglia quando vide apparire qualcuno all’improvviso nella stanza. Taeshin, studente di medicina all’ultimo semestre, nella stessa università di Tian, era anche figlio di un caro amico del padre. I due si conoscevano molto bene. 

Taeshin si avvicinò a Tian e spinse il pulsante d’arresto sul tapis roulant dove Tian si stava esercitando.

«Non esagerare. Non far lavorare troppo il tuo nuovo cuore, sforzandolo in questo modo.» Tian si fermò. Sollevò l’asciugamano da sopra la spalla e si asciugò il sudore sul collo e sul viso.

«Mia madre ti ha chiesto di vegliare di nuovo su di me?» Anche se Tay non era così grande quanto il fratello maggiore di Tian, ​​la signora Lalita gli aveva sempre chiesto di tenerlo d’occhio fin dall’infanzia.

«Non dire questo. Sono venuto qui perché volevo farti visita.» Taeshin era in realtà uno specializzando in un ospedale regionale fuori città e raramente tornava nella capitale.

«Tay fino a quando rimarrai? Portami fuori domani, okay? Sto quasi morendo dalla noia a furia di stare sempre a casa.» Tian non era solito supplicare in quel modo altre persone, ma quello era Tay, lo studente di medicina estremamente talentuoso che sua madre ammirava e a cui voleva bene, l’unico a cui avrebbe osato chiedere di uscire di casa.

«Un mio superiore mi ha chiesto un cambio di turni, quindi resterò qui per qualche giorno. Per quanto riguarda domani, prima chiederò il permesso a tua madre.» Lo studente di medicina rispose in tono gentile. Pensandoci meglio, da quanto tempo Tay non era tornato a casa? Riflettendoci bene erano passati più di due anni nei quali lo aveva visto raramente. Ogni volta che si incontravano non parlavano molto. Tian, del resto, era cambiato molto dopo aver saputo di essere malato. Gli occhi di Tian presero a brillare pieni di oscurità.

«Tay sei venuto da solo?» Chiese Tian, ​​bevendo dalla bottiglia che aveva appena aperto. 

«No, sono venuto con mio padre. Ho visto che portava dei documenti importanti.»

« Quale documenti?»  

Taeshin sembrò sorpreso prima di rispondere esitante «Non lo so. Perché me lo chiedi?»

«Nulla. Sto solo chiedendo.» Non era difficile indovinare cosa avesse portato il padre di Taeshin, doveva essere collegato ai problemi di famiglia. Per persone come la famiglia di Tian ​​le cose potevano essere risolte molto facilmente, come far uscire Tian di prigione un paio di volte, non era stato un grosso problema.

«Aspetta qui. Voglio fare una doccia, cambiarmi e poi continuare a chiacchierare, okay?» Tian cambiò immediatamente argomento prima che la mente arguta di Tay potesse rendersi conto di qualcosa.

«Ti aspetto al parco. Anche io voglio fare due chiacchiere con te.»

Dopo aver usato il suo bel viso e il suo tono più gentile e stucchevole per persuadere la signora Lalita, a Tian venne finalmente concesso il permesso di uscire il giorno successivo. Per l’uscita, dopo due mesi di reclusione, Tian aveva scelto di indossare dei jeans ed un’ampia maglia a righe e non dimenticò di sistemare i suoi capelli castano scuro con il gel. Il suo buon umore si rifletteva sul suo bel viso e un sorriso non lasciò mai le sue labbra. 

La sua nuova vita era finalmente arrivata.

Quando sentì bussare alla porta, Tian capì che Tay era arrivato a prenderlo. Afferrò in fretta lo zaino. Tay, che aveva aperto nel frattempo la porta della stanza di Tian, ​​lo salutò.

«Sei pronto? Sbrigati prima che tua madre cambi idea.»

«Pronto. Andiamo!» Impaziente, Tian trascinò per il braccio Tay fuori dalla sua stanza. Temeva che se non si fosse sbrigato, non sarebbe mai più uscito di casa.

Finalmente Tian prese posto sul sedile del passeggero e lasciò che Tay lo portasse a fare un giro e poi a pranzo in un lussuoso centro commerciale nel centro della città. Tian entrava e usciva dai più svariati negozi, dai vestiti alle scarpe senza distinzione di marca, divertendosi un mondo a far scorrere la sua carta di credito nelle varie boutique, acquistando dalle ultime sneakers alle cinture in edizione limitata di Armani. Tay, osservando Tian, scosse semplicemente la testa. Lo aveva seguito per tutto il tempo trasportando tutti i suoi acquisti. Tian, però, non aveva ancora finito. Entrò in un famoso negozio di occhiali da sole, in cerca del paio perfetto che avrebbe completato il suo look.

«Che ne dici di questi Tay?» Tian si voltò per chiedere l’opinione al suo amico. Osservando la scena da fuori, si poteva facilmente immaginare Tay nel ruolo di sugar daddy impegnato nel portare il suo piccolino a fare shopping; ma la verità era che Tian era fin troppo ricco.

«Belli.» rispose Tay alzando in alto il pollice. Tian, a quel responso, consegnò immediatamente il prodotto alla commessa per concludere l’acquisto.

«Tay, sicuro di non volere niente? Mi hai anche aiutato a uscire di casa.» Tian scherzò e Tay rise piano.

«No grazie, sono solito fare la spesa al mercato delle pulci.» Nell’udire le sue parole, Tian socchiuse gli occhi guardando Tay.

«Come sei spiritoso, ma non mi interessa. Ho i soldi.» Tian alzò le spalle.

«Se sai di avere così tanto denaro…» Tay alzò la mano indicando le borse piene dei vari oggetti di lusso « Dovresti smetterla di sprecarlo. Puoi fare beneficenza. Donarlo ai bambini poveri che non sono fortunati come te.»

Tian ignorò le parole di Tay e nello stesso istante l’addetto alle vendite portò il conto che doveva essere pagato da Tian: ​​10.000 baht. Tian pagò l’intera somma con un un unico colpo di carta di credito, come se fossero stati pochi spiccioli, niente di ché. [278 $]

Tay rivolse un’occhiata pietosa al figlio dell’ex generale militare. D’altro canto non poteva nemmeno biasimarlo perché Tian era cresciuto così fin dall’infanzia.

«Quanto bene puoi fare con tutto questo?»

«Tay, smettila di parlare di questa merda. Inoltre, non ci credo. Fare o sacrificare qualcosa per qualcun altro. Come può renderti felice?»

Tay alzò la mano in segno di resa e cambiò immediatamente argomento. «Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa in particolare?»

«Cibo giapponese.»

«Okay. Ma andremo in un ristorante comune. Prima devo prendere il libro che il mio senior ha ordinato, al quarto piano.» Tian si limitò ad annuire pensando al cibo e ciò lo rese ancor più affamato.

Entrato in libreria, Tian prese le proprie borse, ma subito dopo preferì lasciarle in un angolo del negozio mentre si avvicinò ad uno degli scaffali per dare un’occhiata. Nell’attesa pensò di leggere qualcosa ed i suoi occhi caddero su dei settimanali riguardanti notizie e pettegolezzi dei personaggi di alta classe e di artisti famosi. 

Una notizia riguardava l’incidente automobilistico nel quale era coinvolto il figlio di un uomo d’affari d’oro, con molte filiali sparse in tutto il paese. Il terribile incidente aveva causato una vittima, circa due mesi fa, ma lo scandalo riguardava la facile corruzione della polizia per insabbiare il caso. La notizia era accompagnata da alcune foto sfocate della scena dell’incidente. Questo spinse Tian a sfogliare rapidamente la rivista in cerca di quella notizia. Più dettagli Tian leggeva più il suo volto diventava pallido.

Il sudore gli imperlò la fronte ed anche il cuore prese a battere molto velocemente. Tian trasalì quando sentì una mano toccargli delicatamente la spalla. Tay, visto il viso pallido di Tian, ​​non poté fare a meno di andare nel panico.

«C’è qualcosa che non va? Stiamo camminando troppo? Sei stanco? Non hai dimenticato di prendere le medicine, vero?» Il futuro dottore pose una serie di domande, molto preoccupato.

Tian si alzò con l’aiuto di Tay e si fermò per un momento prima di insistere per parlare. «Devo…vado in bagno.»

Senza aspettare la risposta di Tay, Tian rimise in fretta al suo posto la rivista che stava leggendo e andò di corsa in bagno. Entrò in uno dei gabinetti e lo chiuse a chiave. Prese il cellulare e controllò l’elenco dei contatti dei suoi amici. Contattò subito un amico che gli era vicino. Un attimo dopo, una voce familiare e roca rispose alla chiamata di Tian.

«Ciao .. sono io Tian.»

«Tian? Cosa c’è che non va? Stai facendo progressi? Mi dispiace di non aver potuto farti visita. Ho combinato dei casini e sono stato spedito all’estero da mio padre. Sono appena tornato, tre giorni fa.»

«Sto migliorando.» Tian rimase in silenzio prima di chiedere cosa fosse successo.

«Sai dell’incidente d’auto di Wasan?»

«Lo sapevi? Anche io stavo correndo su quella strada, ma non sono stato sfortunato come Wasan. Ha colpito qualcuno.» La voce all’altro capo del telefono scomparve come se stesse ricordando quello che era successo quel giorno.

«Ho chiesto di gareggiare per primo, quindi Wasan ha preso il mio posto in gara. Devo ringraziarlo perché se non mi avesse sostituito, forse avrei investito io quella persona.» Tul voleva scherzare senza sapere che la persona con cui stava parlando era quasi svenuta in bagno.

I pezzi del puzzle avevano iniziato a incastrarsi uno ad uno. Il giovane rampollo si massaggiò le tempie come se la sua testa stesse per esplodere. «Dove posso ottenere dettagli sull’incidente?»

«Eh?»Tul alzò la voce sospettoso. «Perché sei curioso proprio di questo?»

«Ho i miei motivi. Puoi aiutarmi?» Tian sapeva che quella era la specialità di Tul. Lui aveva molti contatti ovunque, con il cerchio grigio era come un nightclub ed il gioco d’azzardo era gestito dalla sua famiglia.

«Va bene, visto che spesso mi hai aiutato nei miei affari, questa volta ti aiuterò gratuitamente. Domani verrò con le informazioni.»

«Grazie.» Dopo aver terminato la chiamata con il suo amico, Tian batté la testa contro la porta, irritato per aver fatto qualcosa di così stupido.

Quando sarebbe venuto a conoscenza di quello che era accaduto, cosa avrebbe fatto?

Nella sua mente non vi fu alcuna risposta a parte il suono del suo cuore che batteva.

Tum-tum.

Tum-tum.

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