KINNPORSCHE – CAPITOLO 19

Dispersi
0
Commentix

-Porsche- 

Il cielo cominciava a schiarirsi. Non sapevo che ore fossero e quanto tempo avessi dormito. Sapevo solo che la mia febbre aveva iniziato a migliorare solo dal giorno prima. Anche se il mio corpo era ancora rigido ed avevo diversi tagli sulla pelle causati dallo sfregamento contro i rami degli alberi, mi sentivo molto più energico.

«Ti sei già svegliato?» La voce alle mie spalle sembrava assonnata. Kinn iniziò a muoversi, ma continuava a non staccare le mani dal mio corpo. «Hai dormito bene?»

«Sì.» risposi dolcemente.

Non volevo ammetterlo, ma il suo abbraccio mi faceva sentire al caldo.

«Allora, puoi muoverti? Inizio ad avere i crampi.» disse Kinn in tono leggermente scherzoso.

«Lasciami andare!» risposi, muovendomi per aprire le sue mani e allontanarmi dal suo corpo.

«Hahaha.» Kinn ridacchiò e si sedette. Si stiracchiò, poi si alzò per prendere la sua maglietta e lanciò anche a me la mia, che indossai immediatamente.

«Dove stai andando?» chiesi a Kinn che stava uscendo dall’entrata della caverna.

«Vedo se il cielo è ancora nuvoloso o no. Aspetta qui. Torno.»

Non risposi e rimasi seduto fissando le sue spalle che stavano iniziando ad allontanarsi. La notte prima mi aveva tenuto stretto fino al mattino, facendomi dormire come se fossi su un soffice materasso. Il calore trasmesso dai nostri corpi, mi aveva dato la sensazione di una coperta che mi ricopriva, quindi sapendo che la mia febbre sarebbe peggiorata, non avevo saputo resistere. Sì, forse era per quello che mi ero lasciato abbracciare.

Cercai delle foglie per rimuovere le ceneri mentre pensavo che dovevamo assolutamente trovare una via d’uscita dalla foresta. 

Era passato così tanto tempo… perché Kinn non era ancora tornato. Dov’era? Quella foresta era molto fitta e temevo che se si fosse allontanato troppo, non sarebbe stato in grado di tornare indietro. Cosa avrei dovuto fare?

In quel momento, dovevo essere spaventato, ma in qualche modo non mi sentivo troppo preoccupato, perché almeno non ero solo. Continuai a cercare Kinn per un po’, ma non c’era alcuna traccia di lui. 

È possibile che sia scappato e mi abbia lasciato solo in mezzo alla foresta? È possibile? Ha pensato a me come un peso ed è scappato per sopravvivere?

Rendendomi conto, provai a seguirlo. Mi guardai intorno, a destra e a sinistra mentre continuavo ad esplorare il sentiero. I miei passi si fermarono per un momento, ero sorpreso perché mi era sembrato di sentire il suono dell’acqua e di legna che sfregava, anche se non era troppo forte. Da un lato, volevo andare verso fonte del suono per scoprire se fosse Kinn o meno, ma dall’altra parte avevo paura che potessero essere degli animali pericolosi, mi avrebbero ritrorvato morto in quel caso. 

Accidenti! Bene, devo camminare lentamente mentre mi nascondo per essere sicuro.

«Cazzo!Merda!» Mi avvicinai e mi fermai di fronte a quella persona e vidi Kinn alzare lo sguardo mentre era impegnato a fare qualcosa con un lungo ramo di un albero, chiedendomi cosa stesse facendo.

«Ancora affamato?» Domandò mentre guardavo quello che stava facendo con attenzione.

«Si.» risposi.

«Oh, aspetta un attimo. C’è un piccolo ruscello qui, puoi lavarti gli occhi e la faccia.» Annuii un po’ confuso perché non volevo disturbarlo.

Grattò via l’estremità di un ramo, poi lo sollevò e ne misurò l’acutezza, e ripeté goffamente il gesto. Non potevo fare a meno di chiedermi cosa stesse facendo! Mi accovacciai in riva al fiume per lavarmi il viso e gli occhi. L’acqua era molto fredda, ma piuttosto rinfrescante.

Alzai la testa e guardai di lato, osservando Kinn in piedi con una faccia seria, fissava intensamente il fiume con un lungo bastone appuntito in mano e poi conficcò il bastone nell’acqua.

«Che diavolo stai facendo!» urlai perché si comportava in modo strano.

«Voglio prendere un pesce.» rispose senza guardarmi in volto. I suoi occhi continuavano a guardare, esplorare e conficcare il bastone nell’acqua.

«Eh! E quale pesce pensi di catturare?» chiesi, sorpreso.

«Siamo intrappolati nella foresta. Non hai mai giocato a giochi di sopravvivenza nei boschi?» Rimasi sbalordito dalla risposta.

Ero un po’ imbarazzato a pensare se Kinn fosse in trance? E quel tipo di Kinn, quel bastardo, migliorava davvero il mio umore.

Come mai? Il ricco mafioso, che era cresciuto nelle comodità ed otteneva facilmente le cose, al momento stava lanciando un pezzo di legno nell’acqua per pescare. E quale pesce sarebbe troppo stupido da farsi catturare?

«All’inizio cercavo dei polli. Ma dopo un po’, non sono riuscito a trovarne. Merda, dove diavolo sono i pesci?» 

Mentre lui pescava, io ero quello che beveva al fiume. Il drama che avevo visto l’ultima volta era “Angkor”, giusto? Oh! Sono davvero nervoso.

Lasciai il fiume e andai a raccogliere le banane che mi era capitato di vedere sulla strada. Kinn stava ancora facendo la caccia al pesce che sembrava infinita.

Notai che Kinn stava davvero cercando di prendere un pesce e non potevo fare a meno di ridere nel vedere un giovane maestro cercare di procacciarsi il cibo in quel modo. Rimasi a guardarlo seduto su una roccia non lontana da lui, era come guardare una commedia. Era molto divertente.

«Merda! Non vedo nessun pesce.» disse irritato Kinn.

«Allora cosa stavi infilzando?» chiesi con un sorriso.

«Riesco a vedere nell’acqua e pensavo che i pesci ci nuotassero dentro. Scusa ma cosa stai facendo?» Kinn gettò il legno nell’acqua come se avesse rinunciato, prima di voltarsi e vedermi mangiare una banana. Mi guardò con un’espressione imbronciata. Indicai il banano e lui emise un profondo sospiro.

«Allora perché non mi hai detto che c’erano banane da mangiare?» disse Kinn e si diresse verso di me.

«Beh, tu vuoi pescare e mangiare pesce. Quindi non volevo interferire.» diedi un morso alla banana mentre lo dicevo. Kinn venne ad asciugarsi vicino a me e mangiare una banana.

«Perché trovi così facilmente una soluzione?» alla sua domanda quasi soffocai con la banana.

«Perché sono intelligente.» risposi leggermente.

«Dai, sbrigati! Troverò una via d’uscita. Il cielo è ancora nuvoloso, sembra che pioverà di nuovo, maledizione!» disse Kinn mentre mi lanciava la buccia di banana in testa.

Così mi voltai per rimproverarlo, il Kinn della scorsa notte sembrava essere sparito, lasciando posto a quello fastidioso!

«Ricordi la strada che abbiamo preso la scorsa notte?» chiese. Mi guardò con espressione seria per un momento, prima di esplorare le ferite sulle mie braccia e sulle mie gambe, alzando la mano come se contasse qualcosa. 

«Come mai non te la ricordi? Non sei stato attento?»

«Cosa ti aspettavi, bastardo! Non stavo bene in quel momento e quando ci siamo inoltrati  nella foresta ti avevo avvertito che era molto buio, ma non ti è importato.»

«Sei guarito, vero?» chiese Kinn mentre mi metteva una mano sulla fronte per misurare la mia temperatura corporea e confrontarla con la sua. Rimasi scioccato dalle sue azioni, ma restai in silenzio.

«Il mio corpo si sta riprendendo… sto bene, dobbiamo muoverci.» Non sapevo perché, ma cercavo di non pensare molto.

Mentre mangiavamo, pensai a com’era stato mentre mi portava in spalle lungo la strada. Ero sicuro che l’avesse fatto perché ieri sembrava che fossi incosciente e non ricordassi nulla.

«Buona!» Rimasi in piedi con le gambe che erano ancora deboli.

Dopo un po’, notai che Kinn sembrava esitante su qualcosa ed iniziai a chiedermi se avremmo resistito e saremmo mai usciti dalla foresta. 

Kinn si mosse in modo goffo, fece tre passi avanti e poi quattro indietro. Si voltò a destra, poi a sinistra e girò su se stesso per guardarsi di nuovo intorno. Mi stavano vedendo le vertigini a guardarlo.

«Uh … sembra che mi ricordi questo albero.» Mentre indicava il grande albero, alzai stancamente le sopracciglia.

«Certo che te lo ricordi, siamo passati davanti a questo albero tre volte, bastardo!» avevo risposto così perché ero frustrato.

Il giovane maestro che aveva agito da grande sapiente, alla fine non ci aveva portato da nessuna parte. Non avrei dovuto lasciargli prendere il controllo, almeno sarebbe stato più facile trovare un modo per sopravvivere. Ed in quel momento era come se stessimo vagando in un labirinto.

«Beh, se continuiamo ad andare a nord, troveremo una via d’uscita.» si voltò per dirmelo e continuò a camminare.

«E dov’è il nord?» chiesi di nuovo.

«Da questa parte.» Mi mostrò il percorso che avevamo appena attraversato. Sospirai, volendo urlare per la frustrazione.

«Come lo sai?» gridai forte e subito smisi di seguirlo. 

Bastardo! Vedi quanto è nuvoloso il cielo? E stiamo camminando sempre nello stesso posto, è pazzesco! 

Sembrava che ci stessimo dirigendo sempre più nelle profondità della foresta. Vidi le vene sulle tempie di Kinn pulsare maggiormente, sembrava che quella situazione fosse molto preoccupante per il giovane maestro. Non volevo sbagliarmi, ma la situazione quella volta ci stava sfuggendo di mano, ed eravamo molto più frustrati di quello che cercavamo di mostrare. Continuai a pensare e camminare dietro a Kinn senza accorgermene. All’improvviso si fermò e mi fece sbattere la testa contro la sua schiena. Barcollai pericolosamente, ma per fortuna Kinn mi afferrò il polso.

«Merda! Perché ti sei fermato all’improvviso?» Dissi irritato. Iniziai a sentirmi accaldato e stanco, stavo camminando da giorni senza un segno di una via d’uscita.

«Lo devo dire? Perchè non ti ricordi anche tu dove andiamo?» Kinn si voltò e disse ad alta voce, finché non sbuffai. 

«Lasciarmi andare!» Cercai di divincolarmi dalla sua presa al polso, ma lui mi teneva ancora.

«Lasciati tenere per un momento per ricordare qualcosa. Andiamo!» 

Cazzo, cosa sarebbe questo?

Kinn mi afferrò il polso, mi trascinò e si rifiutò di lasciarmi andare. 

Provai un paio di volte a divincolarmi, ma mi teneva stretto così saldamente che ero troppo pigro per combattere. Va bene, sembrava che dovessi risparmiare le mie energie per camminare, quindi lasciai che mi tenesse in quel modo.

«Corriamo, okay? Magari così riesco a ricordare la strada.» Kinn si voltò per chiedermelo. Oh! In conclusione, non riusciva proprio a ricordare il percorso!

«Non voglio correre! Sono stanco.» Kinn rise e continuò a trascinarmi.

«Adesso giriamo.» disse e poi si incamminò verso destra. «Svoltiamo a sinistra, poi svoltiamo di nuovo a sinistra ed andiamo dritti.» Lui continuò.

«Perché continui a dirmelo!» scattai irritato

«Avanti! Aspetta, non mi hai appena detto di dirti ogni passo che faccio?» E lui rise.

Continuavo a camminare, ero stanco, assetato e sentivo di perdere gradualmente le energie. 

Ma da quando la mano di Kinn era scivolata dal polso per afferrare la mia mano e unire le nostre dita? Mi aveva stretto forte la mano ed io avevo fatto lo stesso … 

Non sapevo da quando e perché avevo lasciato che mi tenesse la mano in quel modo senza che mi ribellassi. Ma una cosa era certa, tenere la mano di qualcuno nei momenti di paura e spavento, mi faceva rilassare e mi infondeva calma. 

«Merda, Kinn! Se non lo sai, allora dì che non lo sai!» urlai ad alta voce, poi gli tirai la mano per smettere di camminare.

«Sei arrabbiato?» chiese Kinn con un sorriso. In questa vita, non ero mai stato così ansioso! 

E a te piace farmi incazzare, bastardo!

«Te la ricordi o no la strada?» Lo colpii.

«Va bene, andiamo!» disse Kinn. Dal gesto che aveva fatto, potevamo chiamarla una battaglia tra di noi! 

«Andiamo, cosa? Siamo tornati al punto di partenza due volte, bastardo!» Ero così incazzato.

Avevamo continuato a camminare tornando sempre al punto di partenza. Di fronte a me c’era lo stesso fiume in cui mi ero lavato la faccia la mattina, ed ormai stava già facendo buio. 

Merda! Abbiamo camminato per tutto questo tempo nello stesso posto!

«Va bene, allora, dormiremo nello stesso posto. Domani si ricomincia.» 

Giuro che domani troverò una via d’uscita. Non gli permetterò di prendere nuovamente il comando!

«Ora lasciami andare!» Lo guardai male, ma lui mi osservò e sorrise.

«Pensavo di non lasciarti andare.»

La versione selvaggia di Kinn e la versione da Giovane Maestro erano completamente diverse. Notai la differenza nel suo gesto e sul suo volto, in quel momento, sembrava ancora più simpatico del solito. Anche se era la stessa persona.

«Ho fame!» Camminai per andare a raccogliere delle banane. Se il banano avesse potuto parlare, ci avrebbe chiesto: dove siete stati tutto il giorno e perché siete tornati?

Stupido bastardo Kinn!

«Sono affamato!» Si accarezzò lo stomaco e si fermò accanto a me. Rimasi scioccato dal fatto che la persona a cui stavo pensando fosse improvvisamente accanto a me.

«Mi annoiano le banane. Voglio mangiare qualcos’altro!» disse Kinn guardandosi intorno.

«Intendi?»

«Sono annoiato, non mi piace mangiare le stesse cose.» disse senza pensare. Mi stavo scocciando per quello che aveva detto, sembrava che la modalità giovane Maestro fosse tornata. 

«E cosa vorresti, pesce o pollo?» chiesi sospirando irritato!

«No! Mangerò quello.» Kinn indicò un grande albero, aveva foglie fitte e rossicce. Strizzai gli occhi per la sorpresa, che diavolo!

Prima ancora che dicessi qualcosa, Kinn si tolse le scarpe e si arrampicò goffamente sull’albero. Ad essere onesto, non ero nemmeno preparato ad accettare quel lato di Kinn. Lo avevo detto che era un gran bastardo!

Spero che suo fratello più giovane, Kim, non sia arretrato come i suoi due fratelli.

Kinn si arrampicò lungo il tronco dell’albero, i suoi movimenti erano così goffi e scoordinati che accidentalmente mi fece sorridere. In passato, dovevo essere stupido a rispettare qualcuno come lui. E questo mi faceva davvero ridere. 

Pazzo, se gli uomini ti vedessero in questo modo, ne saranno sicuramente scioccati.

«Hmmpphhh.» Cercai di trattenere la risata e di osservare ogni suo movimento, oltre che il suo viso, sembrava così determinato. Doveva salire anche abbastanza in alto. 

«Thunderbird*!» gridò saltando davanti a me, imitando i movimenti di un uccello che spalancava le ali.

*(N/T: Il thunderbird  è un uccello leggendario che produce tuoni, fulmini e pioggia secondo la credenza popolare di molti popoli indiani del Nord America.)

«Hah!» scossi subito la testa.

Possiamo mangiarlo o no? Potrebbe essere velenoso al punto da farci morire.

«Cos’è questo?» chiesi e guardai l’oggetto che aveva in mano.

«Ciliegie selvatiche.» sorrisi debolmente. Era così stupido. Sembrava una ciliegia, ma ovviamente non lo era.

Come facevano ad esserci dei ciliegi nella foresta? Quando vide che esitavo a mangiarlo, ne prese uno e lo assaggiò

«Bleah!» Lo sputò velocemente ed io scoppiai a ridere. Era molto divertente. 

Si precipitò al fiume e si lavò rapidamente la bocca. Povero lui, aveva faticato ad arrapicarsi per raccoglierli, ma non erano commestibili. 

«Che roba è? Perché è così acido!» si lamentò.

Se mi fossi perso nella foresta, in un posto diverso, sarei potuto sopravvivere perché avevo capacità di sopravvivenza molto elevate, ero stato abituato a combattere da solo per la maggior parte della mia vita. Ma Kinn? Probabilmente sarebbe morto dal primo giorno. Sembrava affidabile, ma le sue capacità di sopravvivenza erano pari a zero. Chi era andato a prendere i frutti di Shisua in mezzo alla foresta?

«Perché stai ridendo?» protestò guardandomi.

«Eh, come potrei non farlo mentre ti vedo faticare per arrampicarti a raccogliere dei frutti inutili?» dissi scherzando.

«Beh, ne è valsa la pena… almeno ti ho visto ridere.» Aveva parlato così piano che non ero riuscito a sentirlo ma non importava, le banane erano comunque migliori. 

«Sembra che ti piaccia mangiare le banane.» Kinn si avvicinò e sorrise.

«Almeno sono deliziose e commestibili. Perché?» Pensai di non poter scegliere il cibo da mangiare mentre stavo morendo di fame, no?

«Anche io ho una banana, ed è meglio di quella che hai in mano.»

«Bastardo!» Gli lanciai una banana in faccia. Gli piaceva sempre farmi battute ambigue.

«Porsche, sono il tuo capo!» Gridò irritato.

«Ma quale capo!» Risposi voltandogli le spalle, ero pigro e non avevo voglia di guardarlo. Ma all’improvviso si fermò dietro di me e abbassò la testa vicino al mio orecchio finché non mi venne la pelle d’oca.

«Chiamami capo.» Disse freddamente.

«Non sei il capo, ma sei il mio fardello, bastardo!» Mi voltai per spingerlo con tutta l’energia che avevo, lui barcollò e sorrise di nuovo.

«Il cielo si sta facendo più scuro. Vuoi scendere e lavarti il ​​corpo?» chiese Kinn.

Tuttavia aveva ragione, mi sentivo appiccicoso dopo aver camminato e sudato tutto il giorno nella foresta. Lanciai una leggera occhiata a Kinn, nella foresta c’era buio e non osavo immergermi nell’acqua. Inoltre c’era Kinn, non mi fidavo. 

«Adesso mettiti comodo. Fammi accendere prima il fuoco.» Kinn sembrava sapere cosa volevo dire. Sarebbe andato via e mi avrebbe lasciato stare in privato, ma… anche se volevo stare da solo, in quel momento non ne avevo voglia. Il cielo si era oscurato e dovevo immergermi da solo nel fiume. No, non potevo perchè, lo ammisi, avevo paura dei fantasmi!

«Aspetta!» Lo chiamai subito, Kinn si voltò e inarcò le sopracciglia con aria interrogativa. «Comunque… no… va bene… vattene.» dissi ad alta voce, non volendo chiedere aiuto a persone come lui, ma …. quella era un’emergenza che non poteva essere evitata. 

«Hah?» Voltò la testa con sospetto. Prima di guardarsi intorno per osservare l’atmosfera circostante. «Oh, oh … hai paura?» Lo chiese in tono scherzoso.

«Non sono spaventato!» ribattei con forza.

«Allora io vado.» E si voltò immediatamente.

«Aspetta!» Lo chiamai ancora una volta, finché non si voltò e mostrò un sorriso beffardo.

Vedendo com’era fastidioso, iniziati ad irritarmi. Forse non dovevo lavarmi? 

«Ahah, paura dei fantasmi?» Rideva e mi prendeva in giro. Aggrottai leggermente la fronte e gli lanciai un rametto contro.

«È solo che non voglio stare da solo. E se ci fosse una bestia?» Non volevo che si rendesse conto della mia paura. In realtà, ero segretamente imbarazzato da quella situazione.

«Qualcuno come te non ha paura di niente? Hahaha … Calmati se c’è una tigre, puoi chiamarmi.» disse Kinn, poi si sedette sulle rocce accanto alla riva del fiume.

Accidenti! Anche se incontrassi una tigre, uno come te non sarebbe in grado di fare nulla, idiota!

«Voltati! Non guardarmi!» Iniziai a pensare se fossero più terrificanti i fantasmi o Kinn? 

«Sul serio?» Sbuffò prima di fare quello che avevo detto. Controllai per sicurezza che si fosse voltato prima di togliermi tutti i vestiti tranne i boxer. 

Merda! Siamo uomini. Perché devo continuare a sentirmi vigile e sospettoso come se fossi una bambina?

«Ah, freddo!» Entrai in acqua, era fredda ma mi sentivo abbastanza a mio agio. 

«Non stare troppo a lungo, altrimenti la febbre tornerà.» mi disse Kinn mentre ci davamo le spalle. 

Io stesso, sebbene immerso nell’acqua e ad una certa distanza da lui, non osai affatto guardarlo, temendo che l’immagine di quell’incidente tornasse nella mia mente. Inoltre, ero completamente nudo, se mi avesse infastidito, sarebbe stato davvero brutto. Attraversai il fiume per andare dall’altra parte, alza le mani per salutare l’albero prima di occuparmi dei miei affari. Nella foresta di notte, era molto silenzioso, buio e spaventoso. Mi precipitai ad immergermi nell’acqua e pulirmi. Per fortuna quella sera c’era una luna in cielo che faceva un po’ di luce.

«Kinn.» Lo chiamai per controllare se fosse ancora lì perché era così silenzioso che non c’era alcun suono.

«Uff … cosa?» disse di nuovo. Ero sollevato nel sapere che era ancora nello stesso posto. «Sbrigati …»

«Sono in acqua da meno di cinque minuti.» Protestai. «Kinn …..»

«Cosa! Sono ancora qui.» Sentii un po’ di irritazione nella sua voce ed accidentalmente , sorrisi. Beh, mi stava davvero aspettando, non era fastidioso come al solito. 

Avevo quasi finito di fare la doccia, Kinn era rimasto in silenzio per un po’ e non c’era alcun rumore o suono di movimento. Iniziavo a sentirmi preoccupato.

«Hey Kinn.» aspettai una risposta ma non c’era segno di lui! Lo chiamai con una voce leggermente più alta. Cominciai a sentirmi a disagio, il mio corpo iniziò a irrigidirsi e non ebbi il coraggio di muovermi. La paura mi stava divorando …

«Kinn, non scherzare!»

Onestamente, avevo paura, rimasi fermo finché le mie gambe non incominciarono a tremare nell’oscurità, non riuscivo nemmeno a vedere nulla. L’atmosfera era molto tranquilla, ciò facilitava l’apparizione e la scomparsa dei fantasmi.

All’improvviso, qualcuno uscì dall’acqua il più velocemente possibile, afferrandomi i capelli da dietro. «Aaaahhh!»

«Merda!» Scioccato e spaventato, gridai ad alta voce. Mi sentivo così spaventato che il mio corpo si era congelato e non avevo potuto fare niente, tranne sentire una risata. 

«Allora, hai paura dei fantasmi! Haha.» Kinn scoppiò a ridere.

Feci un respiro profondo, sopprimendo le mie emozioni prima di voltarmi per spingerlo a tutta forza.

«Dannazione! Ho quasi avuto un infarto, dannazione!» Provai a torturarlo picchiandolo e spingendolo continuamente, ma Kinn mi prese la mano e la tenne stretta finché non lo spinsi con forza, quando il suo corpo cadde all’indietro, anche il mio corpo che era nell’acqua fu tirato nella sua presa, finché non affondai un po’.

Tossii, Kinn mi tirò con sé e le sue braccia mi strinsero forte.

«Lasciami andare!» cercai di divincolarmi nell’acqua mentre gridavo. 

A Kinn non sembrava importare, mi stava ancora osservando in volto. Io stesso, accidentalmente, lo guardai, i nostri volti erano molto vicini l’uno l’altro. Ed il mio cuore iniziò a battere molto veloce. 

No! Non era giusto. La sua faccia si abbassò verso di me, quindi dovetti nascondermi maggiormente. 

«Ehi Kinn, lasciami andare! Non voglio ricordare cose del genere!» dissi onestamente cosa pensavo.

Camminare tutto il giorno me lo aveva fatto dimenticare per un po’, ma quello mi avrebbe riportato di nuovo quei ricordi alla mente.

«Porsche, ascoltami …» Sospirò e sembrò serio. Le sue braccia mi strinsero forte. Ricordavo bene ogni suo tocco e questo rafforzava i ricordi di quello che era successo quella notte. Tutto ciò peggiorò la mia situazione e sentimenti di dolore e paura si insinuarono di nuovo nella mia mente.

I miei occhi non potevano far a meno di guardarlo. Era sempre così, ogni volta che lo guardavo negli occhi. Sembrava che un incantesimo mi stesse trattenendo. Tutto intorno a me si fermava e l’unica cosa che riusciva a muoversi violentemente era il mio cuore che si agitava e si spaventava allo stesso tempo.

«Non intendevo farti questo. Non pensavo che quell’incidente ti avrebbe ferito così tanto.» disse Kinn in tono colpevole.

Doveva aver sentito il mio corpo tremare un po’ perchè la sua voce si fece più morbida e più fluida di prima. «Ho dimenticato di pensare a come ti senti … So che è terribile. Ma dico sul serio.» Le parole di Kinn erano forti e gentili.

La voce echeggiò nella mia testa. I suoi occhi erano seriamente intenzionati a sfondare l’oscurità in cui credevo veramente.

«So che potresti sentirti a disagio con me. Ma questo non può aggiustare niente … Se potessi tornare indietro nel tempo… non voglio che tu mi odi.» sussurrò.

«Posso chiederti di non andartene?» aggrottai la fronte alla domanda che mi aveva appena fatto.

«Non andarmene? Perché?»

«Per favore, non andartene.» disse tranquillamente Kinn.

Avrei voluto domandargli nuovamente il perché; si sarebbe trattato di una sola guardia del corpo, perché avrebbe dovuto preoccuparsi tanto? Ma, di contro, credevo stesse cercando di farmi cambiare idea, inoltre, era così difficile trovare qualcuno come me da spingerlo a supplicare in quel modo? Voleva davvero che non andassi da nessuna parte?

Non te ne puoi andare se non te lo dico io… é così? 

Ma le sue ultime parole mi fecero battere il cuore, non mi ero accorto che si fosse inclinato verso l’angolo della mia bocca, rimasi immobile, impotente, pieno di confusione nel cuore.

«Scusa…»

Era solo una parola, ma mi scaldò il cuore. Finita la frase, Kinn appoggiò delicatamente le sue labbra alle mie, non capivo nulla, rimasi confuso dall’imperversare dei miei sentimenti; volevo protestare e oppormi, ma un’altra parte di me mi ordinò di accogliere quelle sensazioni. Chiusi gli occhi lentamente e accettai il suo dolce bacio.

Fece un leggero sorriso, prima di infilare la lingua nella mia bocca e iniziare a stuzzicarmi, esplorando ogni angolo di essa. Dolcemente ci saziammo l’uno delle labbra dell’altro. La confusione si impossessò nuovamente di tutto il mio corpo.

Quel bacio fu differente dai precedenti, non c’era nessun desiderio egoistico, nessuna volontà di vincere e dimostrare chi fosse al comando. Quel bacio sembrava amplificare attraverso le sensazioni il significato delle parole dette prima.

Da quanto tempo mi sono nuovamente perso in questi sentimenti senza riuscire a rendermene conto?

Rimasi immobile mentre continuai a concentrarmi su quello che sentivo. Dovetti ammettere che in quel momento il mio cuore si stava sforzando di non esplodere, perché batteva così forte che avevo paura potesse saltare fuori dal mio petto ed essere trasportato via dalla corrente del fiume.

«Hai freddo?» Kinn si staccò, ma la sua fronte era ancora appoggiata alla mia, non sapevo esattamente a che punto Kinn avesse lasciato il mio corpo per prendere il mio viso tra le mani, le sue dita mi stavano delicatamente spostando i capelli dalla fronte.

«Si.» dissi a bassa voce.

«Vai su e aspettami. Mi farò un bagno.» disse, allontanandosi ancora un po’ da me.

«Ok.» Risposi, prima di uscire dall’acqua.

Non riuscivo a comprendere me stesso, ero confuso, nulla era al suo posto.

Merda, perché ho accettato il bacio senza dire nulla? Avrei dovuto protestare e andare su tutte le furie. Bastardo!!! Perché? Perché? Che mi sta succedendo? Perché questo sentimento mi confonde?

Odio questa sensazione! Mi spaventa ed è disgustosa. Porsche, sembra una cosa seria! Santo cielo!

«Mi vesto, voglio indossare dei vestiti.» Kinn fece un sorriso tenero, poi si voltò alla mia frase. Mi tolsi immediatamente i boxer usati e indossai pantaloni e maglietta.

«Perché è così silenzioso?» Mormorò.

«Quanta affluenza ti aspettavi in una foresta? Non siamo mica in centro a Bangkok.» Risposi mentre strizzavo i miei boxer.

«Pensavo che almeno non fosse così isolata.» Non riuscivo a cogliere la logica.

Dove pensi che siamo? Secondo te fare l’agricoltore ti farebbe emettere dolci ninne nanne?

«Urla e canta, così sembrerà meno solitario.» Risposi. 

Conversare in quel modo, creò molto entusiasmo nell’atmosfera.

«Ok, lo farò davvero.» disse scherzosamente.

«Um.» Pensai che la sua voce fosse meglio di niente e quello che avrebbe fatto almeno avrebbe rotto il silenzio della notte. Mi sedetti e lo attesi sulla riva del fiume, fino a che non sentii un suono arrivare da lui.

«Sentilo! Oh, oh, ohhh, aaahhh!» Per poco non presi le mie scarpe per tirargliele in testa. Maledetto Kinn! Emise quel suono che mi stava perseguitando dal giorno dell’incidente, si stava prendendo gioco di me, maledizione!

«Merda, Kinn! Non puoi fare nient’altro? Bastardo!» 

«Hahahah. Certo, dovremmo preoccuparci delle zanzare prima di tutto. Non sappiamo se le zanzare qui portano la malaria o altro.» Mormorò Kinn.

Dopo un po’, rimase in silenzio. Ascoltavo il rumore dell’acqua, magari stava facendo la pipì dove l’avevo fatta io. 

Non mi piace l’atmosfera di questo momento, voglio andare a casa e dormire.

Dormire? Sembra che dove dormiamo sia anche peggio della notte precedente.

Ok, ok, Ti ha abbracciato tutta la notte per la febbre. Oggi quale sarà la ragione?

Non dovrei pensare a come uscire dalla foresta? E dove sono le guardie del corpo di Kinn? Non hanno notato la sua assenza, non sono riusciti a capire dove ci troviamo?

Lasciai che il silenzio durasse qualche secondo, pensando a quello che Kinn aveva appena cantato…

«Non vedo l’ora di vedere il tuo viso. Più mi sorridi, più esito. Devo continuare a lottare…»

Mi sentii meglio sentendo una voce rompere l’oscurità e il silenzio. La voce di Kinn non era il massimo, ma non era male nonostante tutto.

«Non riesco a trattenermi ogni volta che ci incontriamo. È sbagliato guardarti negli occhi in segreto? Cosa dovrei fare? Puoi dirmelo?» 

Quella versione di Kinn sembrava molto solare rispetto a prima, mi stavo abituando. In quel luogo potevo osservare molte cose, vedere le molte sfaccettature di Kinn per la prima volta. Per esempio, avevo scoperto che era molto più imbranato di quanto pensassi.

«Che c’è?» chiese.

«Ascolti questo tipo di musica?» chiesi, sorpreso. Dalla sua faccia e dal suo stile, pensavo ascoltasse solo Jazz o cose di quel genere.

«Si, ma di solito ascolto musica internazionale. Ma se cantassi quella, ti potresti mettere a piangere perché non riusciresti a tradurla.»

Aggrottai la fronte per riordinare e digerire le parole che aveva appena detto.

Merda… Mi ha dato dello scemo, vero?!

«Maledizione!» Risposi immediatamente e lo sentii ridere. Avevo sbagliato con la relazione in inglese e mi aveva sgridato per averlo fatto.

Poco dopo, Kinn uscì dall’acqua e si rimise i vestiti. Stava diventando sempre più buio e l’aria sempre più fredda. Ci dirigemmo verso la caverna.

Precedentemente Kinn aveva radunato una pila di legnetti e foglie e le aveva accese con l’accendino, vantandosi del fatto che non fosse la prima volta.

Chi è che viene nella foresta per sopravvivere davvero? Hai trovato facilmente il mio accendino per accendere il fuoco. Guardalo com’è orgoglioso di se stesso!

«Cosa stai facendo, Pete!?»

«Perché hai detto di chiamare Pete? Probabilmente non sa della tua scomparsa perché era con Khun. Perché non ti sei ricordato di chiedere a Big nella speranza che venisse in tuo aiuto?» Chiesi incuriosito.

Visto che Pete al momento non dipendeva da lui e il capo delle sue guardie del corpo ero io.

Ma eccomi qui! Quindi avrebbe dovuto chiamare Big. Kinn fece una pausa prima di rispondermi.

«Hmm. Come ti pare. Che qualcuno mi salvi!» urlò affannato in maniera scherzosa.

«Non ti ho mai visto così.» dissi senza guardarlo in faccia mentre prendevo una foglia per lanciarla nel fuoco.

«Così come… Hehhe?» Rispose con una risatina.

«Così come sei adesso.»

«Come ti aspettavi che fossi?» Alzò le sopracciglia.

«Voglio dire, non sei troppo serio e sei rilassato.» Fece un sorriso alla mia risposta. Sperai in una risposta ma nulla, era solo stupito.

«Beh, qualche volta voglio sentirmi a mio agio. Tu hai ventidue anni e io ventitrè, ho solo un anno in più di te. Pensi che io sia rigido come un vecchio, giusto?» disse appoggiando la schiena alla parete rocciosa, poi sospirò con un’espressione rilassata.

«Infatti la tua faccia è così vecchia.» dissi scherzosamente. Era vero, si vedeva tutta la stanchezza di quello che era successo nella foresta.

«Huh, quella tua boccaccia! Spesso devo portare sulle spalle molte responsabilità e sono un punto di riferimento per questa e quell’altra cosa. Vorrei vivere una vita da ragazzo normale come fanno tutti, proprio come te. Kim viene a casa raramente, pensi che mio padre non abbia mai pensieri? Non voglio che torni a casa e si vergogni di me, voglio essere qualcuno di cui lui possa andare fiero. Comunque lo sai anche tu come si comportano quei due bastardi i Kim e Khun nella mia famiglia.» Kinn stava sfogando i suoi sentimenti fino a che non mi sentii leggermente sbalordito.

Nella sua lunga frase, avevo appena appreso del fatto che Kinn non avesse l’opzione di essere un ragazzo come tutti gli altri; in più proveniva da una famiglia mafiosa e doveva affrontare talmente tante cose che ogni tanto mi dimenticavo che fosse solo un anno più grande di me. 

Ma la sua vita non sembrava semplice la sera, dopo l’università, aspettava suo padre per parlare d’affari. Per quanto riguardava la gestione degli affari, tra tutti i fratelli, mi resi conto che Kinn era quello che li gestiva meglio.

«Um.»

«Sono anche molto annoiato. Devo avere una faccia seria per farmi rispettare. Se non facessi così, crollerebbe tutto il sistema.»

«Perché non puoi farlo?»

«Perché è così che si fa da sempre, quindi non posso. Vedi per esempio te oggi che sei diventato timido e viziato.» disse Kinn scherzosamente. «Non voglio che la gestione della casa peggiori ulteriormente, rovinerebbe l’immagine verso i partner in affari e i nostri avversari. Voglio dare l’impressione che le persone sotto di me mi rispettino e siano ai miei comandi, così che non possano minacciarmi o farmi del male con facilità.» Annui, ero d’accordo.

Funzionava così, l’immagine era importante. Dovetti ammettere che il pensiero era davvero maturo.

«E non ti senti in imbarazzo? Dicendomi di fingere di vederti solo in quel modo?» chiesi.

«Almeno quando sono con i miei amici, sono me stesso… e… ora io…» Kinn mi guardò. «Più tardi, quando mi guarderai, comportati come prima.» Non capii il significato della sua ultima frase, ma non ero disgustato da quello che stava per riverlarmi. Mi faceva sentire bene, perché non era così imbarazzante guardarlo.

«Oh, va bene.» Risposi.

«Huh. Sai che stai sorridendo più spesso?» La versione sfacciata di Kinn continuava a blaterare.

«Beh, rido della tua stupidità.» Risposi sinceramente.

«Non è magnifico?»

«Cosa? La tua idiozia?»

«Dovrei trasferirmi nella foresta? Mi piace già questo posto.» disse con stupore.

«Puoi restarci da solo!» Mi appoggiai dall’altro lato della roccia e iniziai a dormire.

«Dormiamo.» Diede una pacca sul suo petto e in risposta alzai il dito medio.

«Maledizione! Non voglio!»

«Dillo a te stesso… Ohhh oh ohhh!» Mi affrettai a coprirmi le orecchie quando Kinn emise quel suono volutamente.

«Maledizione!» Immediatamente interruppi la risata di Kinn.

«Forza, sbrigati, ahahahahah…» Mi voltai dalla parte opposta, senza smettere di premere le mani contro le orecchie, quindi Kinn continuò a gridare.

«Oh,oh, oh, oh, ohhh!» Serrai gli occhi il più  possibile e tappai le orecchie al massimo, volevo girarmi per insultarlo, ma rimasi attonito quando lui si avvicinò e la mia faccia si scontrò con il suo petto.

«Che cosa fai!» Lo spinsi ancora più lontano.

«Oh, oh oh oh oh!» Alzai le mani per tapparmi le orecchie e Kinn colse l’occasione per infilare il suo braccio intorno al mio collo tirandomi verso il suo petto.

«No! Merda!» Cercai di dimenarmi, ma aveva avvolto il mio corpo in un abbraccio molto stretto, mentre se ne stava appoggiato comodamente alla roccia, poi fece finta di chiudere gli occhi.

Sentii il suono del vento che fischiava provenire da fuori e guardai verso l’ingresso, improvvisamente mi sentii spaventato e in ansia, quindi lasciai che Kinn l’avesse vinta e non opposi alcuna resistenza.

«Hey! Apri gli occhi!» Lo scossi. Lui annuii e mi guardò sorridendo.

«Perché?»

«Non addormentarti subito. Aspetta che io mi addormenti.»

«Vuoi che ti canti una ninna nanna?»

«Cantarmi una ninna nanna?»

«Oh…Oops!» Gli chiusi immediatamente la bocca con la mano. Soffocò una risata in gola prima appoggiare la mia testa sul suo petto.

Maledizione! E se qualcuno mi trovasse in queste condizioni? Due uomini, delle nostre proporzioni con corpi come bufali, che si abbracciano? ORRIBILE!

Mi sentivo davvero confuso in quel momento, ma era molto accogliente e mi addormentai profondamente.

Ok, come avevo già detto, finché eravamo lì, avrei dimenticato l’odio che avevo nel mio cuore, ma una volta usciti, ricomincerò ad odiarlo come prima. 

A dire il vero, mi piace questa versione di Kinn, mi fa sentire molto più a mio agio…

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
tania

“…se il banano potesse prlare…” ahahaha mi fa morire!!!!

tania

“anche io ho una banana…” adoro l’ironia di kinn è davvero molto affascinante e divertente.

Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.