KINNPORSCHE – CAPITOLO 21

Scosso

-Porsche-

La porta si aprì. Spostai leggermente la testa sentendo i rumori provenire dalla stanza, ma non aprii le palpebre. Riportai il viso sul cuscino caldo, il profumo e il calore avvolsero il mio corpo fino a farmi riaddormentare profondamente.

«Porsche… Porsche…» Una voce dolce mi chiamò accompagnata da un dito che picchiettava sul mio braccio; gradualmente, mi svegliai un po’ infastidito e non potei fare a meno di alzarmi e aprire gli occhi con rabbia, per guardare chi fosse la persona che aveva osato disturbare il mio sonno.

«Cosa…?» chiesi con voce bassa ma tagliente.

I miei occhi iniziarono a mettere a fuoco e cercai di ricordare qualcosa, ma la sonnolenza e la comodità che sentivo mi facevano venire voglia di continuare a dormire.

«…» Kinn non parlò, ma annuì, osservando la porta con espressione seria, prima di lasciarmi andare e posare la sua testa sulla sua mano.

«Merda!» Saltai immediatamente giù dal letto, Kinn spostò una delle braccia che stavo stringendo in precedenza.

«Ehm… Sembra che tu sia occupato, allora vado.» disse la voce accompagnata da uno sguardo sorpreso, alla porta c’erano altre persone: Time, Tae, Mew, Pete e, con mia grande sorpresa, anche Jom e Tem erano con loro.

«…»

Mentre mi alzavo velocemente dal letto, sentii la risata di Kinn, tenni la testa bassa, non osavo guardare negli occhi nessuno. Ero sicuro che la mia faccia in quel momento fosse rossa come un pomodoro, mi vergognavo talmente tanto, che velocemente passai attraverso le persone che stavano fissando me e Kinn a turno.

Non mi importa niente!!!

Avevo voglia di sbattere la testa contro il muro! Merda! Che cosa penseranno?!

Ritornai nella mia stanza e mi precipitai in bagno per lavarmi. Passai molto tempo in bagno pensando a come spiegarlo ai miei amici. Merdaaa! Quello che avevano visto prima li avrebbe sicuramente fatti giungere alla conclusione che Kinn ed io avessimo passato la notte insieme abbracciati.

Cavolo! Cosa dovrei fare?!

Mi appoggiai sul bordo del lavandino, rimasi in piedi a rimuginare per lungo tempo. Maledizione!! Quella cosa non sarebbe mai accaduta se Kinn non mi avesse minacciato.

Il punto era proprio quello, se lui non mi avesse costretto, non avrei mai accettato di dormire insieme tra le sue braccia in quel modo.  

«Dai Porsche, cerca di calmarti!» Cercai di ricompormi e comportarmi più normalmente possibile, poi uscii dal bagno per andare verso il letto senza fare rumore.

Vidi che la colazione era stata servita nel tavolo vicino al letto e cercai di mangiarne un po’.

Dentro di me, il mio cuore stava battendo forte anche se cercavo di calmarmi, dato che c’erano Arm, Tem e Pete in piedi vicino al mio letto, guardandomi come se ci fosse qualcosa che non andava e pieni di domande.

«Hoooiii!» Saltai per la sorpresa, perché improvvisamente la voce di Pete ruppe il silenzio.

«Quindi era questo che Arm intendeva con il fatto che lo avessi ignorato per tutta la notte. Hahahah.» disse Pete ridendo. 

Mi infilai una cucchiaiata di riso in bocca, facendo finta di non aver sentito quello che stava dicendo. 

«Come stai… dopo aver dormito nella stanza del signor Kinn?» disse Tem, le sue braccia erano incrociate. Gli lanciai un’occhiata, poi mi sporsi nuovamente in avanti per mangiare.

«Hey, Porsche!» Cercò di insistere per ottenere una risposta da me.

Siamo in una stanza con l’aria condizionata, ma per quale motivo sto grondando di sudore?

«Ma voi… non avete lezione stamattina?» Cercai di cambiare argomento, poi guardai l’orologio e scoprii che erano le undici di mattina.

«Le lezioni sono finite, stavo per consegnare la relazione quando ho incontrato Time che mi ha invitato a venirvi a trovare tutti insieme.» Rispose Tem, guardandomi. «Non hai ancora risposto alla mia domanda!»

Ingoiai il riso con difficoltà prima di afferrare un bicchiere d’acqua. Pete rise e prese una sedia per sedersi comodamente di fianco al mio letto.

«Sono venuto qui ma non ti ho visto. Pensavo che forse un’infermiera ti avesse portato a fare qualche esame da qualche altra parte, quindi sono andato da Kinn, ma è venuto fuori che voi due stavate dormendo abbracciati l’un l’altro…»

«Cosa!? Che vi è venuto in mente?» 

«Sono davvero sconvolto, Porsche, mi devi un bel po’ di spiegazioni!» disse Tem stressato.

«Cosa? La notte scorsa sono andato a trovarlo e poi ero troppo pigro per ritornare in camera mia perché le mie gambe erano deboli.»

«Hahahhahah.»

«Davvero! L’ho preso a calci!» Alzai il piede, fingendo di calciare Pete, lo stronzo mi guardò in faccia e si mise a ridere a crepapelle.

«Uh-huh… hai finito di mangiare?» domandò Jom, annuii in risposta, dopodiché Tem spostò il tavolino portatile dal mio letto. Vidi che non chiese più nessuna spiegazione.

Mi sentii sollevato, quindi mi appoggiai alla testiera, presi il telecomando e accesi la tv, cercando di trovare un modo per sviare l’attenzione dalla questione di me e Kinn il più velocemente possibile.

«Che stai facendo?!» Insultai la persona che si stava arrampicando sopra il mio letto.

Fortunatamente era una stanza VIP, quindi il letto era extra large.

Ma in ogni caso, cosa vuole fare?

«Oh! L’hai detto tu stesso che non è un problema per due uomini dormire insieme, non è così?» Aggrottai le sopracciglia, mentre Pete e Tem guardavano la scena con occhi sorridenti.

«Ma sono ammalato.»

«Anche Kinn lo è, in più è appena stato operato e ha più ferite di te, ma ti ha lasciato dormire e mi pare che tu non abbia avuto problemi.» Si mise comodo per spiegarmi meglio.

«Per quanto mi riguarda, perché dovresti impedirmelo? Anche se sono un tuo amico, ho sonno anche io, ti va bene se dormo con te no?!» disse nuovamente.

Ero un po’ infastidito, sapevo che mi stavano prendendo in giro di proposito.

«Dormi sul divano, laggiù!» dissi con tono frustrato.

«No, il tuo letto sembra più morbido e confortevole. Comunque, volevo solo dormire. Oppure… sei andato nel letto di Kinn perché…»

«Oh, ok, ok… Se vuoi dormire, dormi!» Lo interruppi velocemente prima che potesse finire la frase. Aggrottai le sopracciglia, incrociai le braccia e voltai lo sguardo verso la tv di fronte a me.

«Ahhh… così comodo.» Jom si girò e tirò il lenzuolo per coprirsi. Non sapevo perchè, ma mi sentii davvero a disagio con Jom disteso sul mio letto. Era un misto di rabbia e fastidio.

Jom si girò, avvicinandosi, poi mi abbracciò. Trattenni le mie emozioni per un bel po’ finché non ce la feci più.

«Ahhhh!» Jom urlò forte quando il suo corpo rotolò giù dal letto perché l’avevo calciato a piena forza fino a che non finì sul pavimento.

«Hahahaha.» Le risate di Pete e Tem erano molto forti.

«Perché mi hai tirato un calcio? Fa male, bastardo!» Jom alzò la testa verso di me, era ancora seduto sul pavimento massaggiandosi il sedere dolorante.

«Yah! Sono incazzato!» urlai in risposta.

«Hey! Con Kinn non ti sei preoccupato di lasciare il suo braccio! Oh, forse era perché…!» Jom mi indicò con un sorrisetto.

«Sei rumoroso! Ragazzi andatevene. Voglio dormire!» Mi infilai velocemente sotto la coperta per coprirmi. Stavano ancora ridendo e non smettevano di prendermi in giro.

Ero infastidito quando Kinn la notte prima mi aveva costretto a dormire con lui, ma quello che aveva fatto Jom sembrò irritarmi ancora di più. Maledizione, non sapevo perché, ma quando l’aveva fatto Kinn, non avevo sentito nulla, era sembrato quasi… confortevole.

Udii il suono della porta della stanza che si apriva e mi venne voglia di sporgere la testa fuori dalla coperta per la curiosità di scoprire chi fosse entrato nella mia stanza, ma non lo feci.

«Time, entra.» disse Tem, rivolgendosi alla persona che era appena arrivata, così capii che era l’amico di Kinn.

Cosa farà? Questi ragazzi sono una frustrazione continua.

«Hey, Kinn mi ha chiesto di portare un dessert per Porsche… eccolo qui.» Sentii il suono di piatti che venivano appoggiati sul comodino, ma non spostai la coperta per vedere.

«Grazie.» disse Pete, dandomi un colpetto sulla schiena.

«Non mangio!» dissi con tono frustrato.

«Beh, Time, hai chiesto come mai il mio amico va nella stanza del tuo a dormire?» chiese Tem. Maledizione, stavano continuando a ridere.

«Perché lo vuoi sapere?» Uscii dalle coperte e mi voltai a guardare tutte le loro facce che mi fissavano, quindi Time mi sorrise.

«Non ho chiesto. Ma se lo sapete…»

«Potreste andarvene? Voglio dormire!» Mi coprii nuovamente con le coperte, più mi prendevano in giro, più non sapevo cosa dire e, un momento… Che cavolo succedeva fra di loro? Da quando erano così in confidenza?

«Non dimenticarti di mangiare il dolce. Il mio amico sarà felice se lo mangerai.» Maledizione, l’aveva detto con un tono di derisione. Dopo un po’, sentii il rumore della porta chiudersi, quindi mi svegliai nuovamente.

«Quindi, come sei entrato così in confidenza con lui?» chiesi infastidito.

«Oh! Ci vediamo abbastanza spesso. Inoltre, ho un sacco di amici oltre te!»

«La torta sembra deliziosa.» La guardai, erano un enorme bignè alla crema e una cheesecake magnificamente impiattati.

«Vuoi mangiarlo? Ti imbocco.» Quindi prese in mano il dolce.

«No!» Dissi ad alta voce.

«Quindi lo mangio io. Sbrigati, Pete.» Si divisero il cucchiaio e misero la torta il bocca.

Hey…Hey…Aspettate un secondo!

Non potei fare a meno di guardare la torta nel loro piatto mentre pensavo…

Hey, Kinn mi ha dato la torta, come potete non condividerla con me? Che state facendo? Perché mangiate la mia torta?

«Datemene un pezzo.» dissi a voce bassa. Pete alzò la testa per guardarmi e sorrise. Mi diede una fetta di cheesecake e del bignè sul piatto, poi spostò il tavolo di fronte a me in modo che potessi mangiare comodamente.

«Con amore e cura dal signor Kinn.» Pete disse con un sorriso e io immediatamente risposi alzando il dito medio.

Presi il cucchiaio e iniziai a mangiare. Wow… era davvero buono. Mi piaccevano abbastanza i dolci al cioccolato come quelli nella camera di Kinn a casa. Era strano all’inizio, ma mi ero talmente abituato a mangiarli che li prendevo spesso in segreto. Se l’avesse scoperto, mi avrebbe sicuramente sgridato.

«Mangi e poi sorridi… Sembra che ti piaccia davvero!» disse Tem mentre teneva il cucchiaio in bocca.

Senza accorgermene, sorrisi a quella frase, non sapevo davvero cosa farci con quel sorriso.

Maledizione! Che cazzo! Che cosa cavolo sei diventato, Porsche!

«Tra Kinn e la persona che te l’ha portato, chi preferisci?» Afferrai il telecomando e lo tirai con forza sulla testa di Pete. «Oh! Giochi duro eh!» disse Pete.

«Fanculo! Dammi le medicine. Vado a letto!» Velocemente mi appoggiai al letto, ma non mi distesi subito anche se il mio cuore voleva dormire velocemente. Mi sedetti a guardare la tv, cercando di capire cosa stesse succedendo sullo schermo, ma il mio cervello continuava a pensare agli eventi della mattina e mi ritrovai a fissare la tv con aria assente.

Pete, Tem e Jom stavano ancora sussurrando e ridacchiando vicino a lato del mio letto, ma non mi importava e cercai di concentrarmi per capire il più possibile di cosa stava succedendo nello show musicale che c’era alla tv.

Udii un suono, chi altro stava arrivando? Arrivato a quel punto, volevo solo rimettermi in fretta per uscire da quel posto. Sinceramente, poteva entrare chi voleva in camera, ma quel giorno ero talmente frustrato da volere un po’ di privacy.

«Hey Porsche,» chiusi gli occhi ed emisi un sospiro stanco.

«Salve, signor Khun.» Risposero tutti, mi voltai anche io mentre alzavo distrattamente la mano in segno di saluto.

Ci sono delle medicine per suicidarsi in questo ospedale? Qualcuno me le può portare?

«Pete, sei qui per mangiare il dolce?»

«Sono qui per fargli compagnia.»

«Ok, per stanotte, ti farò compagnia io.» disse Pol avvicinandosi al mio letto.

«Non devi dormire qui con lui, ha già un compagno di letto.»

Maledizione! Fanculo! Voglio morire! Vi odio tutti!!Che cavolo hanno tutti quanto questi giorni? Perché quello che è successo stamattina ha fatto sì che tutti mi guardino ovunque io vada?

«Come stai? Dove ti sei fatto male?» Si sporse in avanti per stringere e massaggiare il mio corpo, usai i miei occhi per guardare dove stesse stringendo, stava toccando la garza, pensava mi facesse male?

«Fa male qui.» Indicai la mano, tolse velocemente la mano e sorrise.

«Hah! Ho portato qualcosa anche io oggi.» Aggrottai la fronte.

«Tt…Tereeeettt»

Mi sporsi, raddrizzandomi e presi il cesto dalle mani del bastardo.

Era una scatola di cioccolatini dall’aria familiare… cioccolatini che si trovavano di solito nei vari angoli della casa.

«Con amore e cura da Mr.Kindergarten! Arm fai una foto così la posso caricare su instagram.» Ero confuso da quello che stava succedendo, ma guardai verso l’obiettivo e finsi di ricevere il pacco dalle sue mani.

«Dodici foto, signore.» Arm restituì il telefono a Khun per fargli controllare le foto.

«Gli manca sicuramente qualche rotella.» Pete mi sussurrò.

Presi la cioccolata che il bastardo mi aveva dato, la scartai e me la misi in bocca.

Era da parecchio tempo che non assaggiavo uno di questi cioccolatini, a quanto pare mi erano mancati parecchio.

«Ti piacciono? Ho fatto io il pacchetto.» disse e si avvicinò per prendere un cioccolatino e mangiarlo! 

Ma non avevi detto che era per me?

«Vado nella stanza di fianco, aspetta un minuto, Kinn sente la mia mancanza.» Quando Khun uscì seguito dalle sue guardie del corpo, pensai che fosse più agitato del solito.

«L’hai mangiato veramente?» Si avvicinò e prese un cioccolatino dalla forma strana. «Yuck! Solo dalla forma non sembra un granché!»

«Beh, l’ha prima volta che l’ho mangiato o pensato la stessa cosa, ma quando l’ho mangiato una seconda volta, il gusto era molto buono.» Ne presi un altro e appoggiai la testa sulla testiera mangiando.

«Ti piace?» chiese Pete.

«Puoi mangiarlo anche tu.» dissi guardando la carta del cioccolatino nelle mie mani. Ero ancora affascinato dai tre personaggi disegnati, davvero divertente!

«Si! Delizioso! Gustoso…»

«Hey, come mai hanno così tanta cioccolata a casa?» Continuai

«Oh! Sapevi che questa famiglia possiede una fabbrica di cioccolato? Quindi puoi trovare cioccolato per tutta la casa.» disse Pete.

Aggrottai la fronte, sorpreso. Anche se la casa era piena di guardie del corpo, era difficile credere che la grande famiglia mafiosa possedesse una fabbrica di cioccolato.

«Guarda, le facce nella carta, sono il signor Khun, Kinn e Kim.»

«Questo è Kinn?» Indicai il personaggio sulla sinistra, era quello più serio, non mostrava segni di sorriso, risi perché ne vedevo la somiglianza.

«Uhmmm.» disse Pete, poi strinse gli occhi e mi guardò con fare sospettoso.

«La sua faccia fa schifo…» dissi e diedi un altro morso al cioccolatino che avevo in bocca, devo dire che quella cioccolata riusciva a saziarmi.

«Um, hai detto che fa schifo, ma la mangi; la tua bocca dice che non ti piace, ma…dovresti fare attenzione a non rimanerne affascinato senza rendertene conto.» commentò Pete con espressione inquieta.

«Di cosa stai parlando?» Lo guardai sbattendo le palpebre. 

Maledizione, questa conversazione sta già iniziando ad essere troppo incasinata.

«Forza, vai a dormire.» Pete scrollò le spalle e tornò a sedersi con i miei amici.

Ero abbastanza sveglio e rimasi steso a letto tutto il giorno con Tem che si prendeva cura di me, nel frattempo Pete fece avanti e indietro dalla mia stanza a quella di Kinn.

Per quanto riguardava Porschè, quando finiva la scuola, veniva a trovarmi, si informava sulle mie condizioni e parlava senza sosta, fino a che a notte fonda, quando tutti erano andati a casa, Kim veniva a prenderlo come al solito. Chè lo ignorava, ma Kim con pazienza lo inseguiva fino a quando non tornavano a casa insieme. Rimasi solo per un po’, fino a che Pol non venne a farmi compagnia. Nel pomeriggio, dopo che l’infermiera venne a darmi la medicina e a controllare le mie condizioni, mi addormentai.

Mi svegliai che era già notte e mi accorsi che le luci nella stanza erano tutte spente, solo la luce di fronte al bagno era ancora accesa. Guardai l’orologio e mi resi conto che erano già le dieci di sera, voleva dire che avevo dormito solo per due ore, giusto? Quindi presi il telefono per giocarci.

Visto che ero così sveglio, come avrei fatto a dormire ancora? Perchè mai mi ero svegliato! Sentivo come se non riuscissi a dormire bene, la medicina che mi aveva dato l’infermiera conteneva anche sostanze per dormire, così che il mio corpo potesse riposare, ma non sembrava fare effetto. Quando sentii il suono della porta aprirsi, mi girai di scatto. Chi era a quest’ora della notte?

«Stai dormendo?» Aggrottai la fronte e mi misi seduto.

«Perché sei venuto?» chiesi, guardando quello che stava facendo. Camminò lentamente prima di sedersi sul bordo del mio letto. Mi spostai immediatamente sull’altro lato.

«Pol, si è preso cura di te?»

«Um.» Feci un suono con la gola.

«Pol!» Kinn chiamò l’uomo che stava iniziando ad addormentarsi e che si stropicciava gli occhi lentamente.

«Perché svegliarlo?» chiesi con tono depresso.

«Pol!» Kinn lo chiamò con voce più profonda, Pol aprì gli occhi per vedere la sua faccia e sbatté gli occhi ripetutamente prima di saltare dal divano.

«Signor Kinn.» Pronunciò il nome del suo capo e fece un’espressione sorpresa.

«Vai a dormire in camera mia.»

«Hey, Perchè?» Protestai immediatamente contro Kinn.

Perchè aveva dovuto dire a Pol di dormire nella sua stanza?

«Non puoi mica farlo stare qui a vedere noi due che ci facciamo le coccole.» Sussurrò Kinn al mio orecchio, mi immaginai la scena il momento dopo che aveva finito la frase.

«Chi ti lascia dormire qui!» Urlai.

Vidi Pol prendere cuscino e lenzuola per andare a dormire nella stanza di Kinn. «Non andare.» Mi rivolsi subito a Pol, lui si voltò e mi diede un debole sorriso per poi dirigersi subito fuori dalla porta.

«Hehehe.» Kinn fece un sorriso sommesso e si stese immediatamente sul mio cuscino.

«Vai via!» usai le mie mani e i piedi per trattenerlo e spingerlo via.

«Non calciare! Mi stai facendo male di nuovo alla ferita!» Mi voltai che stava ancora parlando, avevamo entrambi un’espressione imbronciata.

«Lo so che non riesci a dormire bene, si sta facendo tardi.»

«Maledizione Kinn!» Urlai, ma una persona presuntuosa come lui non era facile da battere, era disteso di lato, quindi i nostri volti erano uno di fronte all’altro, poi avvolse un braccio intorno al mio petto e l’altro lo infilò intorno al mio collo, ora potevo sentire l’odore familiare e il calore che conoscevo, fino a che non mi ritrovai quasi senza parole, perché dentro di me… il mio cuore stava ruggendo forte e in modo irregolare, ero preoccupato che Kinn potesse sentirlo.

«Dormi bene e non agitarti, se mi fai male, ti farò stare peggio!» Kinn mi minacciò, ma non lo ascoltai e continuai a divincolarmi tra le sue braccia, ero davvero sorpreso da lui.

Aveva appena affrontato un’operazione, ma come faceva ad essere così forte?

Non stava più usando la flebo con attaccata la sacca di sangue e il controllo dei battiti, quindi eravamo solo noi due nella stanza abbracciati in quel modo… mi rendeva così nervoso!

«Lasciami andare, Kinn!» Urlai di volta in volta, prima che lui abbassasse lentamente la sua faccia verso la mia e …Kinn baciò la mia guancia e poi ci premette contro il naso ed inspirò.

Perchè stai baciando la mia guancia?

Mi morsi la bocca con forza, il mio corpo rimase pietrificato per la sorpresa per qualche istante, sentii il suo alito caldo scendere sulla mia guancia fino a non capirci più nulla e potei solo nascondere la mia faccia nel suo petto per evitare si sentire la sua risata crescente.

«Ahahahah»

«Che stai facendo?» dissi con tutta la forza che avevo, inoltre non capivo perché mi sarei dovuto sentire così imbarazzato da dover premere la mia faccia sul suo petto in quel modo!

Che cavolo! Perché proprio sul suo petto? Stupido Porsche! Non potevi trovare un altro posto dove nascondere la faccia?

«Non nasconderti li, altrimenti non riuscirai a dormire.» disse. Alzai immediatamente la testa e la allontanai dal suo petto, ma lui mi bloccò.

Come posso evitarti quando mi trattieni?

«Liberami!» 

«Il tuo cuore batte troppo forte! Devo chiamare un dottore? Sembra esserci qualcosa che non va con il tuo cuore.» disse Kinn.

Sto veramente perdendo la faccia ora, perché il mio corpo non collabora? Corpo fai schifo!

Come osa il mio cuore battere così forte quando ho a che fare con lui? Perché piace così tanto al mio corpo? Che mi sta succedendo?

«Hey! Io riesco a dormire bene, ma tu ci riesci?!» Negoziai, visto che non riuscivo più a muovermi.

«Perché? Sei preoccupato per me?» chiese. Invece di rispondermi con un no, accarezzò delicatamente la mia nuca, apparentemente era un modo per calmarmi, lottai un po’, fino a che Kinn improvvisamente non lasciò andare la mano che mi tratteneva per portarla sulla sua ferita con una smorfia che mi fece preoccupare.

«Se sei preoccupato, smettila di ribellarti contro di me con questa facilità.»

«Fa male? Chiamo un medico?» chiesi mentre mi abbassavo per osservare la ferita.

«Non ce n’è bisogno… devo solo riposare, dormire così già mi sembra abbastanza.»

Immediatamente dopo aver finito la frase, mi tirò a sè per stendersi e appoggiò la mia testa sul suo braccio, poi mi abbracciò come prima.

Beh! Faresti meglio a dormire un po’e a rimetterti presto, se dovessi morire tuo padre se la prenderebbe con me.

Non so da quando il profumo unico che contraddistingueva Kinn mi faceva sentire così a mio agio e al sicuro, sia quando mi toccava che quando mi abbracciava, faceva battere il mio cuore forte, anche quando stavo per addormentarmi il mio cuore continuava a lavorare senza sosta.

No, no, non posso pensare a niente, sono un uomo! Come posso fare questi pensieri essendo un uomo? E questo bastardo mi ha fatto anche perdere il mio orgoglio da uomo, quanto mi ha fatto arrabbiare, dovrei odiarlo, per la miseria!

«Signor Kinn…» Sentii la voce di Pete e iniziai a svegliarmi, ma non osavo guardarmi in giro, spaventato di poter assistere alla stessa situazione del giorno precedente. Merda!

«Hey! Pete!» Kinn allentò l’abbraccio ma rimase disteso e immobile.

«Scusi, tra dieci minuti il dottore verrà per visitarla nella sua stanza.» Pete disse scusandosi.

«Uhhh, aspetta nella mia stanza, arrivo.» disse Kinn, prima di girarsi per abbracciarmi come al solito al che Pete si fermò.

«Svegliati!» parlai a voce bassa, spostandomi leggermente dalle sue braccia.

«Non voglio.» disse mentre mi abbracciava ancora più stretto, allo stesso tempo sentii qualcosa di strano, come qualcosa di solido e duro che mi pugnalava.

«Perché stai premendo il tuo ginocchio sulla mia gamba?» Protestai.

«Huh, quale ginocchio…» Kinn rise prima di parlare con orgoglio. «Sono eretto in onore dell’alzabandiera mattutino.» Deglutii la saliva quando capii il significato della sua frase.

«Cazzo!» Usai le mie gambe per allontanarmi un po’ dal suo “orgoglio”. Quindi Kinn tolse le sue braccia da me e si distese con la schiena sul letto. Mi misi a sedere e guardai Kinn dalla cintura in giù, il suo piccolo bastardo era in piedi fino a spuntare dalla coperta.

«Prenditi cura velocemente del tuo bastardo!» Mi voltai e lo insultai di getto.

«Che ne dici di un piccolo aiutino?» Merdaaa! Urlai dentro di me quando Kinn abbassò la coperta e il piccolo bastardo apparve sotto il camice da ospedale, mi morsi le labbra con forza, un brivido mi scorse per tutto il corpo e dei battiti forti e irregolari resero il mio corpo rigido, ma con forti tremori.

«Merda Kinn!»

«Dai vieni ad aiutarmi con l’alzabandiera, heheh» Rise con un suono gutturale mentre mi lanciava un sorriso malizioso. Quindi tirai su la coperta e me la misi in faccia, prima di scendere dal letto quasi correndo in bagno per sfuggirgli! Bastardo, bastardo, bastardo! Rimasi abbastanza tempo in bagno senza pensare a come fare per uscire.

Maledetto Kinn!Maledetto corpo! Perché reagisco in questo modo? 

Il bussare alla porta del bagno mi spaventò un po’.

«Questa sera, non devi farti assistere da nessuno, dormirò ancora qui.» Urlò Kinn, quindi lanciai il dentifricio contro la porta infastidito.

«Maledizione! Stasera, chiederò ai miei amici e parenti di dormire qui!» Sentii la porta chiudersi, questo significava che Kinn doveva essersene andato, quindi uscii dalla doccia, poi mi rimisi a letto in uno stato di frustrazione, potevo solamente maledire tutto quello che aveva fatto Kinn, e quando vidi la porta aprirsi nuovamente, vidi Pete entrare con un sorriso, quindi mi coprii immediatamente con la coperta e feci finta di dormire.

«Oh! Questa principessa è timida… Svegliati, mangia e prendi la medicina, è lì!» Ero davvero imbarazzato! Maledetto Pete, ti tirerò un calcio uno di questi giorni!

«Muoviti, se dormi in quel modo non riuscirai a respirare.» disse abbassando la mia coperta, quindi mi alzai e mi sedetti ben dritto nel letto, Pete trascinò verso di noi il tavolino con il riso e la medicina, mi abbassai per mangiare senza incontrare la faccia o gli occhi di Pete, non sapevo cosa lo facesse ridere, ma lo sentivo ridacchiare ogni tanto.

Quel giorno, la mia vita continuò come al solito, mangiavo, dormivo e Tem venne a trovarmi di nuovo.

Per quanto riguardava Pete, le guardie mi dissero che era impegnato con alcuni affari, stavo solo aspettando la mattina seguente per poter uscire dall’ospedale. Inizialmente, Tem e Chè avrebbero dovuto dormire con me, ma glielo impedii a causa di Kinn.

Ma, da quello che aveva detto quella mattina, anche se avessi voluto che si fermassero a dormire e a farmi compagnia, a pensarci bene non avrei saputo cosa avrebbe potuto fare una persona come Kinn che faceva quello che gli pareva, non volevo correre il rischio che Tem e Chè vedessero Kinn con la voglia disperata di dormire con me e abbracciarmi di fronte a loro. Beh, sì… ero sicuro che non gli sarebbe importato cosa dicevano le altre persone, quindi meglio mandarli via.

Maledizione! Che stress devo sopportare?

Mi sedetti con le ginocchia alzate e la schiena appoggiata alla testiera, i miei occhi fissavano la porta di tanto in tanto. Sin dal pomeriggio, rimasi seduto con un’espressione corrucciata, le mie mani premevano a caso il telecomando senza che me ne accorgessi.

Bastardo Porsche! Che ti succede?

Mi insultai, perché ogni volta che passava un’ombra sulla porta, il mio cuore iniziava a battere, finchè non divenni frustrato!

Che succede? Perché mi sento come se lo stessi aspettando? Perché mi aspetto che venga e apra la porta? Questo è da pazzi! Sono pazzo… sono diventato completamente pazzo!

No… Avrei dovuto pregarlo di non venire! Avrei dovuto chiedere al medico di iniettargli dell’anestetico per non farlo venire?

Quando sentii il suono della porta aprirsi, mi sedetti ben dritto e incrociai le gambe, quando guardai verso la porta il mio cuore perse un battito.

«Oh…» Sospirai leggermente, vedendo una faccia sorridente con un grande cesto di frutta, che camminò dritto verso il mio letto.

«Perché hai quell’espressione delusa? Stai aspettando qualcuno?»

«Ciao.» dissi lentamente, mise il cesto sul tavolo e spostò una sedia per sedersi vicino al letto, ero in effetti un po’ sorpreso del fatto che mi fosse venuto a visitare.

«Scusa il disturbo così a tarda sera, ho saputo da Beam ieri sera che eri stato ricoverato in ospedale.» Annuii e guardai l’orologio, erano quasi le nove di sera e in effetti mi stava disturbando.

«Va bene… Grazie.» risposi.

«Porsche, hai preso la medicina?» disse Vegas con una voce allegra, annuii in risposta. 

«Sono venuto a trovarti senza avvisare, non ti da fastidio, vero?!»

«Oh… no, certo che no! Ti considero un amico, anche se non siamo molto in confidenza, ci vediamo abbastanza spesso.»

«Ti senti meglio?» Continuò, i suoi occhi stavano studiando il mio corpo.

«Sto migliorando, ma fa ancora un po’ male.» dissi la verità.

«Cosa ti è successo?» Improvvisamente Vegas mi afferrò il braccio con delicatezza, poi toccò la ferita e la accarezzò, rimasi immobile al suo gesto, prima che portasse la sua faccia vicino alla mia ferita.

«Perfetto! Allora rimettiti in fretta.» disse dopo aver baciato i lividi sulle mie mani, poi mi guardò sorridendo; allontanai il braccio d’istinto perché mi era venuta la pelle d’oca e avevo una sensazione strana, i miei amici non facevano questo con me! Forse aveva solo buone intenzioni e se guardato da un altro punto di vista, poteva essere un comportamento gentile per mostrare preoccupazione, quindi non avrei dovuto darci troppo peso.

«Grazie.» Risposi.

«Quindi, mangi frutta? Te la posso sbucciare.» Vegas fece un sorriso alzando l’angolo della bocca, poi rivolse la sua attenzione al cesto di frutta che aveva portato.

«Non ce ne bisogno.» dissi subito.

«Hai sonno? Vedo che i tuoi occhi sono ancora svegli, vuoi guardare la tv mentre mangi la frutta? Te la preparo io.» disse mentre cercava il piattino senza lasciarmi il tempo di rifiutare. Quindi mi sedetti e lo osservai prendere la frutta e lavarla in bagno, il suo aspetto da uomo ricco cozzava con questa azione come Kinn quando eravamo nella foresta.

Parlando di Kinn, quando arriverà?

Ogni tanto guardavo la porta, ma nessun segno del suo arrivo.

«Lascia che la sbucci.» Presi immediatamente il coltello e la mela dalle sue mani prima che iniziasse a sbucciarla. Vederlo maneggiare un coltello era parecchio spaventoso perché non volevo assistere alla possibilità che si facesse male da solo e mi recasse fastidio, perché ero sicuro che questa gente non riuscisse a fare cose così semplici per conto proprio.

«Hmm, ok!» Vegas si avvicinò a me, seduto sulla sedia vicino al mio letto e mi osservò mentre sbucciavo la mela. Poi prese in mano un po’ d’uva e la mangiò, a quanto pare era di suo gradimento, era affamato anche lui?

«Fai attenzione alle mani… c’è qualcosa sulla porta?» Vegas chiese e distolsi gli occhi dalla porta, non sapevo il perché ma continuavo inconsciamente a tenerla d’occhio.

«No, nulla…»

«Ah, beh mangia questo prima, mentre finisci con la mela.» Vegas mi infilò l’uva in bocca, non potevo rifiutarmi di aprire la bocca, era un po’ strano, ma anche a Tem piaceva imboccarmi in questo modo.

«…» Guardai l’orologio, mentre pensavo a qualcosa e le mie mani continuavano a sbucciare la mela, erano le nove passate, perché stavo facendo qualcosa di così pazzo come aspettare il suo arrivo?

«Oh!» Appena la porta si aprì, ero stupefatto e la mano che stava pelando la mela mancò l’obbiettivo quindi finii per tagliarmi il dito che stava sanguinando.

«Hey!» Vegas mi afferrò velocemente la mano.

«Che cosa stai facendo Vegas?» Una voce fredda squillò nello stesso momento in cui il corpo di Kinn venne verso di me. Vegas ed io guardammo Kinn in contemporanea, la sua espressione era seria con le sopracciglia arricciate.

«Secondo fratello, ero solo passato di qui per fare un saluto.» Vegas sogghignò, ma le sue mani non mi lasciarono andare.

«Che stai facendo?» Kinn entrò, fissando la mia mano e Vegas, come se ci stessimo tenendo le mani colti di sorpresa.

«Un piccolo incidente.» Vegas si girò e guardò il mio dito indice, sembrava preoccupato, ma Kinn velocemente mi afferrò la mano e la trattenne.

«Stai bene?» disse Kinn frustrato prima di tornare a guardare Vegas.

«Solo un taglio con il coltello.» Vegas sorrise leggermente. «Farei meglio ad accompagnare Porsche in bagno a lavarsi la ferita.» Vegas stava per avvicinarsi a me, ma la mano di Kinn premette sulla sua spalla.

«Chiedi a Wan, prendi i cerotti e la medicina dall’infermiera.» disse Kinn. Vegas annuì rapidamente a Kinn prima di sorridere ed uscire dalla stanza.

«Cosa ci faceva lui qui?» Appena la porta si chiuse, Kinn parlò ad alta voce.

«Forse era venuto a fare shopping?» 

Oh, dai, siamo in un ospedale ed è venuto a trovarmi, che domanda stupida è questa?

«Non farmi arrabbiare.» Per quale motivo era arrabbiato? Kinn prese un respiro profondo cercando di trattenere le sue emozioni prima di mettere la mia mano sul piattino, poi prese un bicchiere d’acqua e la versò sopra il mio dito per togliere il sangue, ma la mia ferita non era così leggera era abbastanza profonda finché non feci una smorfia.

«Fa male Kinn!» Cercai di spostare la mia mano, ma lui la trattenne e la lavò.

«Da quando sei diventato una persona così debole?» chiese, i suoi occhi fissavano il mio dito.

«Lascia che prema forse sulla tua ferita, fa male o no?» Risposi frustrato. Kinn mi guardò in faccia con espressione tesa.

«Perchè è venuto così tardi?» Kinn stava ancora parlando di Vegas e continuava a farmi domande.

«Come faccio a saperlo?» Tolsi immediatamente la mano quando vidi che aveva finito di ripulirmi.

«Cosa ha fatto?» Emise qualche insulto, mi spinse dall’altra parte del letto e poi si sedette di fianco a me.

«Hey, è tuo cugino. Che c’è di male!» dissi infastidito. Anche Kinn sospirò, pensava a qualcosa.

«Eccolo.» Vegas entrò nella stanza e gli porse il cerotto, Kinn lo prese.

«Se non c’è altro, faresti meglio ad andare a casa. Porsche ha bisogno di riposare.» disse Kinn, fissando Vegas che stava in piedi in silenzio; Vegas fece una pausa e poi annuì.

«Ok, ma prima ti accompagno in camera, secondo fratello.» disse Vegas con una faccia amichevole.

«Non fa niente, tornerò per conto mio.» Vegas sorrise mentre alzava le mani per rendere omaggio a Kinn.

Dalla conversazione che avevano avuto, sembrava come se Vegas non fosse neanche passato a trovare Kinn. Quindi perché era passato prima da me? Perché non andare a trovare il suo secondo fratello prima?

«Rimettiti in fretta, Porsche. Secondo fratello, tu sei capace di guarire velocemente.» Kinn fissò Vegas senza togliergli gli occhi di dosso con un’espressione cupa, fino a che non uscì dalla stanza.

«Cosa ti ha detto?» Kinn sospirò e si voltò verso di me.

«È solo venuto a chiedermi come stavo.» dissi, dicendo la verità, pensavo che fosse preoccupato del fatto che Vegas fosse venuto a chiedermi di lavorare per lui, avevo visto quanto fosse arrabbiato solo un momento fa.

«Solo questo?» Alzò le sopracciglia.

«Um.»

«Durante il…» Guardai l’orologio e scossi la testa «Oh…non riuscivo a sbarazzarmi di lui.» 

Kinn si sedette in silenzio come se fosse sovrappensiero, io mi spostai nella direzione opposta.

Non sapevo come mai, ma in qualche modo percepivo che Kinn odiasse il fatto di vedermi con Vegas.

Ma cosa potevo farci? Inoltre, Vegas era gentile con me, come amico, come potevo odiare un buon amico.

La mano di Kinn scivolò e afferrò il mio polso per poi tirarmi verso di sé, mi trattenni per paura di potermi ferire di nuovamente.

In verità, non faceva così male, ma sentire che qualcuno ti avrebbe fatto del male, equivaleva a paranoia?

«Bene!» disse, prima di usare la bocca per aprire la scatola dei cerotti, poi ne applicò uno con delicatezza sulla mia ferita. Mi trattenni dal ribellarmi appena vidi la gentilezza con cui l’aveva fatto.

«Fa male?» Alzò la testa per domandare.

«Potrebbe fare male quando mi farò la doccia.» Riflettei, di nuovo sorrise con voce scura prima di baciare dove c’era il cerotto.

«Guarisci presto.»

Mi morsi le labbra con forza, sentendomi senza forze e senza capire le sue azioni, mi stava provocando o mi stava dando fastidio?

Ma dentro di me, il maledetto cuore batteva ancora. Hey… Perché era diverso da quando Vegas aveva baciato la mia ferita? In quel momento mi ero sentito davvero in pericolo e spaventato.

«Puoi spegnere la luce? Ho sonno.»

Che succede? Distrattamente si era tolto i sandali e steso sul mio letto. Non capivo cosa stesse facendo, fino a che non dovette ripetersi.

«Spegnamo le luci o passami l’interruttore che le spengo io.»

«Che succede? Non puoi dormire in camera tua?» dissi senza convinzione.

«Mi sento solo!» Rispose con una voce strana, sorridendo. «Veloce, spegni le luci!» Mi spinse fuori dal letto.

«Vai a dormire nella tua stanza!» Irrompere nelle stanze altrui con la forza a fare quello che vuole. Questo bastardo!

Scesi dal letto e rimasi in piedi con gambe leggermente tremanti. 

Merda! Guarda quel coglione che si comporta già come fosse il proprietario della stanza.

«Sbrigati e non pensare di dormire sul divano.» disse minacciosamente, perché avevo lanciato un’occhiata al divano e pensavo che una volta spente le luci mi sarei steso lì.

«Prego perché la tua ferita sia infetta!» Sbuffai e spensi la luce e la tv. 

Pensi davvero che tornerò a letto? Impossibile!

Mi sedetti sul divano con espressione triste.

«Hey!!» Kinn alzò la testa per guardare e rise, mi distesi immediatamente sul divano, anche senza cuscini e coperta.

Il silenzio avvolse la stanza, Kinn sembrava aver lasciato perdere con facilità, ero abbastanza sollevato e non avesse fatto nulla, ma poi…

«Hey tu… sai quanti anni fa è stato aperto questo ospedale?» Lo guardai e poi aggrottai la fronte.

«Chi lo vuole sapere?» dissi con tono grave.

«È un vecchio ospedale… sai quante persone sono morte qui? E stando a quello che dicono…»

«Maledizione Kinn, smettila, non ti crederò!» Deglutii, anche se la storia di Kinn mi spaventava, cercai di non crederci come avevo fatto nella foresta, ma continuai a pensare che l’atmosfera dell’ospedale di notte era molto silenziosa e inquietante.

«Non ci credo ma… solo per tua informazione…»

«Non lo so e non voglio sapere nulla.» Mi tappai le orecchie velocemente, sentii la voce di Kinn che mi derideva.

«Puoi guardare sotto il letto?» disse Kinn, poi girai la testa lentamente, guardando davvero sotto il letto perché il divano era a quel livello, il mio cuore immediatamente batté perché anche se non c’era nulla sotto il letto avevo comunque dato retta alle sue folli parole!

«Smettila!» Urlai maledicendolo.

«Di notte, si sentono dei rumori sotto il letto… come se qualcosa si stesse nascondendo al di sotto.» disse Kinn, iniziai a sudare, sentendo molta paura nel mio petto.

«Fanculo! Bastardo! Maledetto Kinn!»

«Oh! Quindi è meglio che torni nella mia stanza, così puoi dormire da solo nel letto comodo.» Poi si sedette e si rimise i sandali, sembrava stesse per andarsene. Mi alzai immediatamente dal divano e saltai sul letto afferrai il braccio di Kinn e lo abbracciai.

«Resta qui!» Aumentai la presa sul suo braccio.

Figlio di puttana! Mi ero di nuovo perso nelle sue parole, maledizione, ma il mio cuore era già agitato.

«Bene!» disse e si distese nuovamente mettendo un braccio sopra il materasso per poi appoggiarci sopra la mia testa, ma feci resistenza.

«Dormi bene, non c’è bisogno di abbracciarmi, è scomodo!» dissi e mi distesi sulla schiena lasciando un po’ di spazio tra di noi, ma secondo voi un bastardo del genere mi avrebbe dato retta? Si distese di lato e usò una delle sue braccia per abbracciarmi, mi divincolai ma non si arrese.

«Stai zitto!» Quando la mia faccia premette contro il suo petto, Kinn mi abbracciò con forza e mi invitò a smettere di muovermi. «Porsche, cos’è questo suono?» Alzai la testa dal suo petto e sbirciai per la stanza.

«Che suono?» chiesi a voce bassa. La mia mente pensò immediatamente al fantasma sotto al letto.

«Senti, il suono è sempre più nitido. Lo senti?» disse Kinn.

In quel momento, ero più spaventato di quello che pensavo da quegli esseri paranormali. Di riflesso, mi strinsi più forte a Kinn e riportai il mio viso sul suo petto.

«Era così forte, sai cos’era?» Kinn si sporse per sussurrarmi all’orecchio. Scossi immediatamente la testa. 

Per la miseria! Smettila di incuriosirmi! Non voglio sapere nulla!

«Era il suono della confusione.» Kinn fece una voce trascinata e oscura. «È il suono del battito del tuo cuore, hahahahah.» E gettò la testa sul cuscino esplodendo in una risata.

La mia mano colpì il suo braccio a tutta forza, ma lui, mi bloccò con le sue mani e i suoi piedi per impedirmi i movimenti.

Maledetto Kinn! Mi verrà un infarto per colpa tua! Merda!

**************

Mi svegliai la mattina e non vidi Kinn di fianco a me. La notte prima ricordavo di essermi mosso fino a che non fui esausto e mi addormentai. In quel momento, i medici mi stavano nuovamente visitando, mentre Tem e Jom aiutavano a prendere il cibo e si preparavano per andare a casa. Il mio corpo era sano e tutto andava bene, mi sentivo molto emozionato.

«Hey, usciamo per primi e ti aspettiamo al piano di sotto, così possiamo mettere la roba in macchina di Pete.» disse Chè. Annuii in risposta, poi loro si diressero al parcheggio con Pete.

«Il signor Kinn chiede se puoi passare da lui prima di andare.» disse Pete.

«Posso non andare?» chiesi con tono frustrato. Kinn doveva rimanere ancora un paio di giorni prima di poter tornare a casa.

Vorrei davvero che rimanesse ricoverato fino al mese prossimo così da non dover avere incontri faccia a faccia con persone fastidiose.

«Passa un attimo, sei il capo delle guardie del corpo, forse vuole darti direttive sul lavoro.» disse Pete.

Avevo scordato che avrei dovuto lavorare con lui!

Non avevo ancora lasciato l’ospedale, dovevo lavorare? Ma, ok… forse era corretto che io passassi di lì, chissà se quella volta erano davvero gli ultimi ordini che avrei ricevuto prima di andarmene da quella casa.

«Ok, Ok.» dissi.

«Ehm… Porsche…» Pete disse improvvisamente con un tono stressato. «Non voglio infastidirti, ma sono curioso, che mi dici di te e il signor Kinn, in questi giorni?» Pete non aveva il tono giocoso o la faccia che aveva avuto precedentemente; sembrava serio e mi guardava.

«Che cosa? Non c’è nulla tra me e Kinn.» Non risposi del tutto.

«Beh… Non voglio impicciarmi troppo, sai, di solito ti prendo solo in giro per divertimento. Ma ultimamente, mi sembra che voi possiate essere più di quello che io pensavo…» Pensieroso, sospirò prima di continuare. «Non provi nulla di serio, giusto?» Gli occhi di Pete mi guardarono ansiosi.

«NO!» Risposi immediatamente, prima di deglutire.

«Bene… scusa per averti preso in giro!»

«Um.»

«E per il fatto di dormire insieme, avete solo dormito, giusto? Non c’è mai stato nulla, corretto?» Pete chiese.

«Cosa dovremmo fare?» Cercai di sembrare normale.

«Te lo chiedo perché sei un mio amico, la questione è iniziata da quando sei uscito drogato da quella stanza quando eri in hotel, poi vi siete persi insieme nella foresta e ora dormite insieme in ospedale, sono sicuro che tu non abbia nulla con il signor Kinn giusto!?» Mi morsi le labbra di proposito, sentii uno strano calore che mi fece sudare.

«Se vuoi dire qualcosa, dillo!» dissi a Pete. Fece una faccia dubbiosa, pensai che Pete non sapesse nulla di me e il suo capo, stava solo scherzando.

«Solo per ricordarti, che quando ti arrampichi molto in alto, se poi cadi, fa molto male…» Osservai Pete per un po’, cercando di capire cosa stesse dicendo.

Voleva forse dire che Kinn era troppo in alto per qualcuno come me?

«Il tuo capo mi sta solo dando fastidio!»

«Visto che conosco il signor Kinn molto bene, ti metto in guardia… non voglio vederti triste.» Pete disse in tono serio. «Ma credo che tu sia un uomo intelligente, riuscirai a non cadere troppo a fondo, vero?» Pete mi guardò con un’espressione insicura.

«Certo, andiamo e parliamo di quello che posso fare!» Dissi mettendo in spalla lo zaino e camminando verso la porta. Sentii Pete sospirare e poi seguirmi. Sapevo che l’aveva detto con le migliori intenzioni, ma non sapevo se seguire il suo consiglio o meno…

Aprii la porta dell’altra stanza, quando entrai ci fu una breve pausa quando vidi qualcuno che non conoscevo.

«Scusa, non sapevo avessi ospiti.» dissi con voce dolce mentre guardavo Kinn che era seduto a letto.

«Domani, vieni anche tu.» disse Kinn.

I miei occhi osservavano di nascosto lo sconosciuto il quale aprì la finestra e si appoggiò su di essa, buttando fuori una boccata di fumo.

«Perché mi hai mandato a chiamare?» Mi voltai per guardare Kinn con fare interrogativo.

«Oh, lavori ancora per me, ho tutto il diritto di darti ordini.» disse con voce pacata e non potei fare a meno di sospirare.

«Oh.» Risposi con una faccia stupida.

«Mek, stai andando a casa? Se è così, Pete ti può accompagnare subito!» 

Una figura alta, degna di nota, con una bella faccia scura che aveva una barba orribile e uno sguardo penetrante, mi fece venire i brividi, era bello ma aveva un aspetto disordinato.

«Ok allora torno subito.» 

«Dove sono andati i tuoi subordinati?»

«Ho degli affari qui in zona…» Gli occhi dell’uomo chiamato Mek mi fissarono da capo dall’alto in basso, fino a farmi venire la pelle d’oca per tutto il corpo.

«Solo questo giusto? Allora vado a casa.» Guardai verso Kinn, lui annuì in risposta, quindi mi voltai e uscii dalla stanza.

Scesi dopo che tutto era stato sistemato e tutte le spese mediche saldate dal signor Korn.

Pete prese la lussuosa berlina e la parcheggiò davanti all’ingresso, salutai i miei amici che avevo lasciato poco prima e mi sedetti di fianco al guidatore. Chè era seduto dietro.

«Chi era quella persona?» chiesi a Pete mentre partiva.

«Un amico del signor Kinn.» disse Pete con voce pacata.

«Non l’ho mai visto.»

«Non conosco tutti gli amici del signor Kinn, l’ho anche io visto per la prima volta oggi.» disse Pete con tono depresso, non sembra essere di buon umore oggi, vedendolo così non ero in realtà troppo turbato.

«La tua stanza in casa è stata spostata al primo piano vicino alle scale, vicino a quella del signor Chan.» disse Pete incamminandosi verso la nuova camera.

«Perché? Perché devo cambiare stanza? Non capisco!»

«Anche tuo fratello starà qui, la stanza che avevi prima non era abbastanza grande, il signor Korn ha deciso di farvi stare insieme in questa.» La porta si aprì e Pete fece strada, prima di mettere lo zaino sul letto osservai la stanza con attenzione, sicuramente era più spaziosa delle stanze nel retro, c’era un letto a due piazze con tutto il mobilio e il bagno non era granchè ma sempre meglio di averne uno nel retro.

«Puoi riposarti, io andrò a visitare il signor Kinn.» disse Pete uscendo dalla camera.

Ora Pete sembrava ritrovarsi con due lavori, prendersi cura di Kinn e me. Mi chiesi quante ore lavorasse e quale fosse il suo stipendio.

«Hey, davvero non possiamo tornare a casa?» Chè stava sistemando le mie cose.

«Ummm…Non voglio correre il rischio di riportarti lì ora.»

«Prima di tutto questo mi avevi detto che avresti dato le dimissioni, come mai siamo ancora bloccati in questa casa?» Mugugnò Chè. 

Ero troppo pigro per ascoltare le sue lamentele, quindi mi buttai sul letto e mi addormentai.

Mi svegliai di notte e vidi qualcuno che stava giocando ai videogame, urlando così forte che risuonò per tutta la stanza. Rimasi immobile, osservando la persona seduta sul pavimento concentrata nel gioco sul suo telefono, prima di voltarsi per salutarmi con rispetto.

«Sei sveglio? È ora di cena!» disse Arm, annuii e mi alzai per andare in bagno a lavarmi il viso e gli occhi prima di uscire dalla stanza.

«Porsche… stai meglio ora, giusto?» Il signor Korn mi chiamò, immediatamente mi voltai verso di lui per salutarlo.

«Sì, meglio.»

«Devi riposare molto, anche Porschè si sta prendendo cura di te.» disse il signor Korn, sollevando una mano per accarezzare la testa di mio fratello.

«Papà, c’è qualcosa da mangiare?» Una voce dal tono alto provenne dalla porta, tutti immediatamente portammo la nostra attenzione sul nuovo arrivato.

«Nevica per caso!? Ultimamente stai venendo molto spesso…Oh, Mek, ci sei anche tu?» Il signor Korn salutò suo figlio che stava entrando e salutò le altre persone dopo di lui.

Aggrottai leggermente le sopracciglia al vedere nuovamente quella persona, avevo una strana sensazione, ma non sapevo cosa fosse.

«Salve, ho incontrato Kim per caso, quindi sono venuto a trovarti, zio.» disse Mek con educazione, ma la sua faccia era neutra, non traspariva nessuna emozione.

«È bello mangiare insieme, specialmente da quando Kim viene spesso a casa.»

«Perché? La nostra famiglia si è sciolta?» Kim disse con una risata, poi andò diretto verso la cucina.

«Mangiamo insieme, Mek.» Il signor Korn chiese nuovamente.

«Vi seguo.» disse Mek, lasciando che il signor Korn facesse strada. 

Si incamminò, i suoi occhi si fermarono su di me e poi passò oltre.

«Si?» Alzai le sopracciglia con fare interrogativo, perché sembrava avere qualcosa nei miei confronti, le sue labbra si contrassero, rise leggermente, poi allungò la mano per presentarsi.

«Mek.» Ero confuso prima di allungare la mia mano in risposta.

«Porsche.» Risposi, mi guardò per un attimo e poi si incamminò verso la cucina.

«Che cos’è stato?» chiese Pol curioso, gli altri guardarono in direzione di Mek con la stessa curiosità. Rimase ancora un po’ fermo in piedi e poi continuò verso la sala da pranzo.

«Il signor Mek, perchè è venuto a conoscerti?» chiese Arm.

«Non lo so, sono confuso, lo conosci?» domandai.

«So solo che il signor Mek è amico del signor Kinn, ma era tanto che non lo vedevo.» spiegò Arm.

Mi sedetti a lungo rimuginando sul comportamento dell’amico di Kinn, ma non trovavo risposta, mi disorientava, quindi continuai a mangiare, poi ritornai in camera, andai in bagno, presi la medicina e mi misi a letto.

Ero da solo in camera perché Chè era rimasto a giocare con gli altri, dicendo che non voleva disturbarmi perché sicuramente avrebbe urlato molto.

Non mi interessava quindi l’avevo lasciato in compagnia dei miei amici, mi fidavo di Arm.

Rimasi steso al buio per almeno un’ora, ma perché non mi veniva sonno? Giocai con il telefono e ascoltai un po’ di musica.

Perché non riesco a dormire?

Solitamente ci sarebbe stata una delle varie personalità di Kinn distesa vicino a me, era stato così per un’intera settimana, compreso quando eravamo nella foresta, dovetti ammettere che sia la presenza che l’odore del suo corpo riuscivano a farmi dormire ovunque.

Odiavo quando mi abbracciava ancora prima che potessi godermelo, di solito odiavo e andavo in paranoia quando faceva cose che ferivano il mio orgoglio e mi facevano odiare me stesso, non mi accettavo per averglielo lasciato fare altre volte.

In quel momento, il sentimento d’odio era sparito in poco tempo, c’erano ancora molte cose che mi davano fastidio, ma perchè avrei dovuto dimenticare quei sentimenti?

La paranoia, che era quello che mi faceva battere forte il cuore quando si avvicinava e tutte le immagini che continuavano ad affollare la mia mente, non mi facevano sentire poi così male.

Come era stato possibile che le brutte sensazioni di quel giorno fossero state sommerse da così tanti altri colpi al mio cuore?

Quanto poco ci mette l’odio ad essere cancellato? Può sparire in una settimana come sta succedendo ora? Oppure il sentimento che avevo sentito fin dall’inizio non era odio?

Maledizione!!! Cosa c’è che non va in me adesso!

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2 Commenti
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Milena

Ciao, in primis 10000000 grazie per la traduzione. Volevo solo far notare che a fine capitolo manda al 23 saltando il 22

Admin

Abbiamo risolto tutto 🙂

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