EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 27

-Vee Vivis-

“Non voglio tornare là.” La frase che pronunciò Mark non appena presi la direzione che si allontanava da Bangkok e ci stava portando verso il punto in cui Mark sarebbe dovuto andare.

“Allora dove vuoi andare? Devi tornare indietro e studiare.”

“So che devo tornare a studiare, so che non è buono perdere così tante lezioni e per così tanto tempo, ma… voglio stare prima con te.” disse e la sua voce che in precedenza sembrava forte, poi cominciò a indebolirsi.

“Mark.”

“Prima non posso venire a Chon Buri con te per un paio di giorni?”

“…” Il tono della sua voce ed i suoi occhi mi resero di nuovo molto confuso.

“Per favore.” Mark si voltò per chiedere.

“Non posso farlo.” Mi voltai anche io per sgridarlo cercando di essere serio.

“Per favore.” disse sottovoce. Avevo già svoltato dalla parte opposta rispetto al mio posto di lavoro a Chon Buri, ma finii per portarlo con me… tutto a causa dei suoi occhi supplichevoli e del suono dolce della sua voce. Anche se gli avevo che per tornare al campus ero stato completamente sconfitto da lui, solo con dai suoi begli occhi e dal suo dolce sorriso che mi supplicava, il mio cuore era davvero così debole?

Mark era una persona molto fredda e caparbia, ma quando mi parlava in quel modo, diventavo completamente tenero in pochi secondi. Inoltre, più lo guardavo in faccia più constatavo che stava lasciando andare tutto quello che era successo; lui sembrò illuminarsi ed io non potei più resistergli così decisi di portarlo al mare. Come avrebbe potuto resistere uno come me?

“Domani è lunedì e devo lavorare.” 

“Allora posso tornare martedì perché ho un test mercoledì.” rispose ed io mi voltai a guardarlo.

“Anche se non hai affatto studiato?”

“Voglio stare con te prima.” Dovetti trattenermi perché il mio cuore stava per indebolirsi di nuovo a causa di Mark.

“Bene, allora ti porto al campo martedì a mezzogiorno.” risposi con una voce calma.

 “Sì.” disse semplicemente, ma il suo sorriso mi fece capire che la sua risposta era molto di più. Capivo anche perché non voleva tornare subito al campus. Capivo quanto doveva essere difficile venire a patti con quella nuova realtà, ma ero felice che stesse camminando verso il suo futuro anche se ci sarebbe voluto ancora un po’, ma la mia mente stava contraddicendo il mio cuore che batteva forte.

Per lui era più facile perché mi aveva accanto.

Parcheggiai la macchina nel parcheggio di casa mia e presi le nostre cose, incluso quello che mi aveva dato la mamma di Mark, tutto il cibo e gli utensili di cui non pensavo avessimo bisogno, ma lei aveva insistito che li prendessimo.

“Ho fame.” disse Mark una volta che finii di mettere tutto nel frigorifero.

“Cosa vuoi mangiare?”

“Voglio i gamberetti.” disse Mark.

“Di nuovo?” Gli porsi quella domanda perché l’ultima volta che era venuto da me aveva chiesto i gamberetti e li voleva di nuovo.

“Beh, i gamberetti sono i miei preferiti.” Affermò ed io non sapevo come rispondergli. Tutto quello che diceva Mark andava bene, tutto quello che chiedeva era ciò che gli piaceva ed io avrei sempre cercato di trovarlo e darglielo.

La sera uscimmo per mangiare i gamberi alla griglia e capii che la dolcezza e l’aroma, oltre all’atmosfera, erano fantastici. Ecco perché a Mark piaceva mangiarli. Davanti a me l’oceano e la spiaggia, ma prima ancora c’era Mark, bellissimo. Mark che era seduto e mangiava gamberetti di fronte a me.

Sentii il suono di uno scatto fotografico.

“Tu.” Mi voltai per individuare la fonte del suono e quando vidi chi era, quasi mi alzai per afferrargli il colletto della camicia se Mark non mi avesse fermato e non si fosse alzato per primo.

“Non litigare.” disse Mark.

“Lui…”

“Mi dispiace, è così bello che non sono riuscito a trattenermi.” Si scusò quel ragazzino. 

“Cosa fai?”

“Accidenti!” Imprecai perché non ero felice, la cosa non mi piaceva ed ero furioso. Quel maledetto ragazzino che era riuscito a confondere Mark, fino a quel giorno da allora eravamo andati così lontano eppure ecco che ce lo ritrovavamo di nuovo davanti. Nella mia testa, pensavo a molte cose, ma soprattutto perché Thew  lui si trovava là. Si erano forse messi d’accordo per incontrarsi? Non ero abbastanza bravo da consolarlo? Si stavano ancora incontrando segretamente? Anche se ero più che sicuro al cento per cento di essere l’unico e che Mark non avrebbe fatto una cosa così stupida, era vero che in passato l’aveva fatto ed io quindi avevo paura. Ripensandoci la paura mi spaventò di nuovo e mi infuriai perchè temevo che fosse la verità.

“Vee calmati.” Mark si girò cercando di calmarmi, ma io non mi calmai nemmeno un po’.

“Perché diavolo dovrei calmarmi?”

“Non ho pensato a niente con P’Mark.” La frase era così familiare che dovetti alzare gli occhi al cielo. ‘’Non sto pensando a niente con P’Bar’’ Mark una volta mi aveva detto la stessa cosa e come era andata a finire? Ero debole così gli credetti finché lui non entrò nel mio cuore e avevo sempre pensato che sarebbe rimasto con me. Poi era arrivato quel ragazzino e anche se era dispiaciuto per lui, sapeva che Mark non avrebbe mai potuto amarlo perché aveva già un ragazzo proprio come era accaduto quando Mark era venuto da me.

“Si tratta di te.” dissi prima di distogliere lo sguardo da Mark che mi seguiva.

“Vee. Non ci sta pensando.”

“Non è abbastanza Mark? Perché devi schierarti con lui? Perché dire qualcosa per farlo sembrare buono?”

“Non lo stavo dicendo per farlo sembrare buono, stavo solo cercando di calmarti.” Spiegò Mark.

“Non sono calmo.” Risposi.

“Ok, ammetto che mi piace Mark e lo desidero molto.”

“Ehi!” Mi girai per urlargli contro.

“Ma ho anche visto che non ho mai avuto nemmeno la possibilità di poter fare nulla. Mark una volta si è lasciato avvicinare, ma oltre quello non c’è stato più niente. E in questo momento sto anche male perché vedo quanto vi amate, sto cercando di accettarlo a modo mio.” disse Thew.

“Beh, lo stai dannatamente seguendo, altrimenti per quale altro motivo dovresti essere qui?”

“Sono venuto a trovare un mio amico e ho trovato inaspettatamente un raggio d’amore che mi ha colpito, non ho resistito e sono venuto a vederlo. Poi quando ho visto i miei senior non sono riuscito a non scattare una foto da tenere per me.” Disse Thew anche se la cosa non mi interessava affatto. 

“Non ti lascio fare una foto.” Dissi.

“Aspetta un attimo, te la mando.”

“Vee pensi davvero che me ne andrei? Credi davvero che ti lascerei e andrei con lui?” Mark mi guardò, i suoi occhi delusi mi fecero fermare di colpo.

“Io…”

“Quindi tutto quello che ho fatto non ti ha fatto credere per niente in me?” Continuò a chiedermi a Mark.

“Ti credo, ma non mi fido di lu.” Dissi guardando Thew.

“Non ti fidi di me? Allora cosa posso fare? Anche se mi piace Mark non ho provato a fare chissà cosa.”

“Stronzo!”

“Vee.” Mark mi prese per il braccio e si guardò intorno. Era un bene che non ci fossero molte persone, ma quel ragazzino si stava anche comportando in modo inappropriato cercando di provocare una rissa in quel momento.

“Non gli sto facendo niente e tu ti preoccupi così tanto.” Risposi con impazienza.

“Sai qual è la differenza tra te e Thew?” chiese Mark guardandomi in faccia.

“…”

“È quello che mi ha detto una volta  Bar.”

“…”

“La differenza è che io ti amo, non amo lui.”

“Ma hai sentito qualcosa.” risposi non interessato alla faccia di Thews.

“Ma ora non la sento.” Disse lui di rimando con i suoi occhi che mi imploravano di prestargli attenzione e di seguire quello che stava dicendo e io capii, pensai di aver capito. Solo che una persona che aveva un carattere forte come me, trovava difficile pensare razionalmente quando si trovava una situazione come quella. E perché quel bastardo e la sua bella faccia erano lì vicino a me?

“Ci proverò Vee, credo davvero di non avere possibilità.”

“Che cazzo vorresti provare?” Se quello non fosse il fratello di Dew, sarebbe già stato messo sotto terra.

“Cercherò di fermare ciò che provo per Mark.”

“Beh, sbrigati.” Dissi.

“Si.”

“E quella foto… puoi inviarmela.”

Avrebbe potuto sembrare strano il mutamento fulmineo del mio umore, ma non ero neanche lontanamente vicino a parlargli in maniera garbata. Volevo solo fargli vedere, fargli capire quanto noi due ci amavamo e che anche se aveva cercato di mettersi in mezzo, non ci era riuscito. Volevo che sapesse che ci amavamo come nessun altro.

“Ti sei calmato adesso, vero?” Chiese Mark, la sua mano non si era mai allontanata dal mio braccio, stringendo invece più forte per farmi avere fiducia in lui.

“Sì.” dissi prima di sedermi di nuovo allo stesso posto.

“Uff. Ho quasi pensato che sarei stato preso a pugni.” Thew mormorò piano.

“Sei solo polvere che si è alzata in giro.”

“Vee…”

“L’ho inviata.” Mi informò il ragazzino così tirai fuori il telefono per dare un’occhiata alla foto. Stavo guardando Mark, seduto a mangiare gamberetti, ed i miei occhi indicavano quanto lo amavo.

“Non potrai mai fare quello che faccio io. Ti ho già detto che anche se foste in dieci, nessuno comunque potrebbe farlo come me.” Dissi dopo aver guardato la foto.

“Proprio perché lo so e anche se ho detto che mi piace, non c’è niente che io possa fare.”

Non gli risposi, mi limitai a lanciargli un’occhiata feroce e anche lui sembrava d’accordo con me. Non poteva negarlo, non c’era niente che lui potesse fare.

“Quale amico sei venuto a trovare, è Vespa?”

“No, si chiama Fon. Studia da queste parti e quando è libera mi chiede di andare a fare qualche scatto insieme.” 

“Khon Kaen è abbastanza vicino a Chon Buri da poter effettivamente dire di essere libero quando le lezioni sono appena iniziate?” chiesi io.

“Non ho ancora iniziato a studiare.”

“Giusto, quindi starai lì per molto tempo? Tornerai a sederti o te ne andrai?” Gli chiese Mark. 

“Posso sedermi?” Domandò Thew guardandomi con cautela quindi sospirai.

“Vee vieni a sederti accanto a me.” disse Mark.

“Si.” Così mi alzai dalla sedia proprio come mi aveva detto, dimenticando facilmente che un istante prima avevo cercato di intimidire quel ragazzino, invece di fare quello che mi era stato detto.

“Quindi mi siedo qui e aspetterò il mio amico…”disse Thew sedendosi dopo che ebbi annuito.

Il silenzio calò al tavolo quando ognuno di noi si concentrò nel fare le proprie attività era normale per me e Mark, ma Thew era seduto lì tenendosi occupato controllando la sua macchina fotografica, e se non sbagliavo, stava scattando ancora foto a Mark. In ogni foto che avrebbe scattato sicuramente ci sarei stato anche io, perché ero proprio accanto a Mark, i nostri corpi si toccavano.

Masa Mark ti ha taggato in un post

Masa Mark
Ora

Non preoccuparti. Vee Vivis

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La mia testa si alzò di scatto catturando gli occhi del ragazzo che aveva appena premuto un cuore su quella foto e che aveva annuito verso di me. La foto era di me e Mark seduti lì. Aveva taggato anche me e pensai che la persona che aveva scattato la foto doveva essere Thew.

Stavo scartando i gamberetti per Mark e la mia testa era china a guardarli, ma Mark mi stava osservando sorridendo felice. Nessuno dei due stava guardando l’obiettivo, essendo completamente ignaro che qualcuno ci stesse scattando una foto. Il fotografo non aveva preparato nulla e dovetti ammettere che Thew aveva scattato una foto davvero bella. La naturalezza di me e Mark mi fece notare quanto fosse bravo il fotografo.

Future forfun: La nostra università si trova nella regione a nord-est.

Kampans house has a lamp that is bigger than a tank: Vedi di tornare presto o i tuoi amici daranno fuoco alle tue cose.

Vespa: Riuscite ad amarvi l’un l’altro in modo così naturale.

Tewpai Prompong: È anche il fascino dell’oceano, non solo quello di Vee.

“Ehi…solo quello?” Esclamai dopo aver letto il commento di Thew.

“Vee, non prenderla sul personale, sto solo dicendo la verità.” 

“Giusto…”

“Ehi!”

“Oh, beh, questo è la mia amica Fon.” Disse Thew alzando la mano verso la bella donna che era appena arrivata.

“Ciao.”

“Molto bella” Disse Mark ed io annuii in accordo.

“Fon è una modella, quindi deve essere bella.”

“Di che parte siete?” chiese Fon.

“Non di qui, ci stiamo solo salutando.”

“Oh, possiamo andare adesso? È pronto.” Mi voltai a guardarla dopo la sua frase e vidi un piccolo set per delle riprese allestito in attesa di scattare qualche foto non troppo lontano da dove eravamo.

“Ora me ne vado.” disse Thew.

“Questo è davvero una buona notizia.” Risposi io.

“Non vorrei essere davvero bravo nel farlo.” Disse lui guardando Mark e facendomi sapere cosa intendeva.

“È quello in cui vuoi essere davvero bravo che è assolutamente impossibile. È impossibile perché per Mark ci sono io e basta.”

“Vado ad aspettarti là.” disse Fon.

“Vee controlla anche i tuoi messaggi.”

“Ci vediamo al campus.” disse Mark e Thew si limitò ad annuire prima di allontanarsi.

“Sono geloso.” borbottai verso Mark.

“Lo so, ma sai anche che non c’è assolutamente nulla.” continuò Mark.

“Beh, è ​​perché lo so e ricordo che mi ami. Ma non ho avuto quella sensazione da lui.” dissi guardandolo.

“Sì. Allora perché ti ha detto di controllare i tuoi messaggi?”

“Mi ha mandato una foto.” dissi prima di aprire il telefono e lasciargli dare un’occhiata.

“Si.” 

Pagammo la cena prima di alzarci per fare una passeggiata per digerire, ma non avrebbe funzionato perché Mark aveva portato con sé l’acqua di cocco e stava continuato a mangiare. Era un bene che mangiasse di più perché in quel periodo era diventato molto più magro.

“Perché dobbiamo fare una deviazione per arrivare alla macchina?” Chiesi scherzosamente.

“Non stiamo deviando, volevo solo camminare e vedere il panorama.” Puntualizzò lui.

“È davvero molto bello.”

“L’oceano è davvero bellissimo.” Sorrisi quando Mark lo disse perché era bello quando era lì con me. Se non avessi avuto Mark non sarei mai andato in quel posto.

“Verrai spesso adesso?”

“Vuoi che venga spesso a trovarti?”

“Sì, ma se hai da fare allora verrò a prenderti oppure verrò io da te. Non ti lascerò solo.” Dissi.

“Beh, in quel periodo dovevi anche andare a trovare mio figlio.” disse Mark tristemente.

“Beh, ora sarai tu a portare il bambino da me.” Mi fermai e mi voltai a guardarlo.

“Come?”

“Beh, lui è ​​proprio qui con te.” dissi toccando il suo cuore.

“Vee…” mugolò Mark guardandomi in faccia.

“Dovrai portare il bambino a vedere anche suo padre.” continuai sorridendogli. Fu un bene per me sorridere perché in quel momento Mark era molto timido.

“Vee dannazione!”

“Che cosa?”

“Prima ti sei comportato come se ancora fossi arrabbiato con me.”

“Ben prima ero sicuro di me e avevo fede.” dissi di nuovo.

“Se eri così sicuro di te, perché hai parlato in quel modo?”

“Oh! Beh, se avrò dei bambini e loro diventeranno così grandi, li amerò ancora di più. Chi potrebbe fare qualcosa al riguardo?” 

“Credo che sia un buon modo di pensare.”

“Ma dannazione quel ragazzo è bravo.” Dissi prima di guardare di nuovo la foto.

“La foto è davvero bella.” replicò Mark guardando il suo telefono su cui era ancora aperta la foto di noi due.

“Sono un buon modello o cosa?” Chiesi. 

In realtá non ero così presuntuoso, ma ero bello da ogni punto di vista, lo dicevano tutti e anche Mark lo aveva sempre detto.

“Uff.” Sospirò come se avesse finito con me.

“Ehm, cosa?”

“Sei presuntuoso.”

“Sono tenuto a rispondere che sono molto più ossessionato da te che dal mio aspetto.”  Dissi e allo stesso tempo inclinai il mio corpo verso di lui, così Mark strinse gli occhi.

“Non ce n’è bisogno.” risposi spingendo via la mia faccia.

“Cosa? Gun gioca con Bar, accidenti, e lui diventa timido.” Dissi annoiato.

“Ti chiami Gun? Tua moglie si chiama Bar?”

“No, il mio nome è Vee e mia moglie si chiama Mark.” risposi immediatamente e mi alzai per sorridere alla persona che mi stava ascoltando.

“Allora non fare come Gun, quei due sono più che infantili.”

Vedendo che Mark era felice, gli scattatai una foto senza che se ne accorgesse e proprio come ogni volta che gli scattavo una foto di nascosto, non era niente di speciale, ma ogni volta si trattava di Mark ed era qualcosa che volevo custodire.

“Non sei stato affatto furbo, hai dimenticato di togliere l’audio.”

“Perché dovrei disattivare l’audio?” Chiesi di rimando mentre preparavo la foto da pubblicare.

“Sei così divertente.” Parlò prima di muoversi per prendere il mio telefono, ma non ci riuscì perché lo tenni stretto.

“Beh, è ​​lo stesso di te decidi di pubblicare una foto, non è divertente?”

“Vee…”

“Non pensare troppo, a meno che tu non stia pensando di rimanere nudo, allora puoi farlo.”

“Vee!”

Lo presi e lo baciai prima di alzare le sopracciglia. “Di nuovo, ne vuoi un altro?” Lo sfidai e lui poté solo aprire la bocca e guardarmi come se fosse infastidito.

“E’… Urgh.” Riuscí a dire prima di allontanarsi, poi si fermò e tirò fuori il telefono.

“Perchè ti sei fermato?” chiesi facendo un giro e chinandomi a guardare il suo telefono.

Vee Vivis
Ora 

Siamo felici. Masa Mark

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“Vee…” La sua mano rimase nella stessa posizione ed i suoi occhi si voltarono prima a guardare la foto che avevo scattato e poi me.

Come sempre i miei occhi guardavano Mark. Osservai le sue reazioni e guardai l’immagine anche se era su un telefono diverso, era la stessa. Potei percepire tutti i sentimenti che provava, quanto fosse timido e felice. Ero molto felice perché Mark lo era.

“Perché mi hai chiamato?” Chiese.

“Vee dannazione!” Disse severamente prima di premere un cuore sulla foto che avevo caricato.

“Dannati commenti!” imprecai quando vidi i commenti dei miei amici.

YiWa: siate felici.

Pandora: No YiWa ‘noi’ perché il loro mondo comprende solo quel ‘noi’.

Tonkla: ‘noi’ sta per solo Vee e Mark.

Pond Pawee: ‘noi’ sta per solo Vee e Mark.

Pin pinna: ‘noi’ sta per solo Vee e Mark.

U unun: ‘noi’ sta per solo Vee e Mark

Tootsi Li studies mechanics: ‘noi’ vuol dire single.

Hittee doesn’t just hit iron: ‘noi’ significa solo loro due.

Tewpai Prongpong: non hai postato la foto che vi ho scattato.

Bar Sarawut: Non siate più melensi di cosi.

YiWa: intendi VeeMark Bar Sarawut.

Bar Sarawut: No, dicevo a voi ragazzi.

“Sempre i soliti commenti.” disse Mark.

“Sei arrabbiato? O non ti piacciono. Posso dirglielo.”

“No, non è che non mi piaccia.”

“Quindi ti piace?”

“Mi piacciono i commenti, ma meno della didascalia.” Disse Mark alzando i suoi begli occhi per guardarmi. Pensavo di poter vincere, ma alla fine dovetti cedere a causa dei suoi occhi imploranti.

“Tu…”

“Io cosa?” Avvicinai il mio viso al suo come se fossimo una cosa sola.

“Ami le mie didascalie, proprio come sono, perché significa che ti amo.”

“Vee.” Quel mio ragazzino si comportava come se fosse così buono, ma quando era così…rimaneva in silenzio perché non poteva continuare oltre.

“Ti amo Mark.”

“Vee.” Sorridi quando lo vidi di nuovo imbarazzato.

“Perché? Non c’è nessun altro in giro adesso, giusto?”

“Non c’è.” Mark abbassò timidamente la testa.

Ragazzino.” Alla fine mi scappò anche se era un adulto e anche se avrei dovuto essere una persona matura, Mark era era il mio ragazzino, il mio piccolo, il mio cucciolo. 

“Cos’è questo ragazzino?” 

“Il mio ragazzino, quindi devo amarlo. Più cresce e più devo amarlo molto.”

“…”

“Capisci?” Ripetei e gli strofinai i capelli delicatamente, come se volessi solo mangiarlo. Non avevo mai pensato che avrei potuto amare quella sua sfumatura, ed avere un punto di vista che mi permetteva di essere gentile nei confronti della sua puerilità, una sfumatura amabile. Non so se Mark riusciva a percepirlo o meno, ma volevo che sapesse che mi piaceva quando si comportava così e tanto. Per quanto infantile fosse era comunque carino e brillante proprio come lo era sempre stato.

“Capisco,” rispose guardandomi negli occhi ed io ricambiai il suo sguardo con una promessa. Quegli occhi luminosi che stavano rispondendo mi stavano anche facendo la promessa che lui avrebbe sempre mantenuto la sua luminosità e la sua felicità. Mark sapeva perfettamente che lui era la mia felicità e voleva che io fossi felice. Lo stava facendo per me perché gli piaceva che io fossi felice.

“Anche quando si tratta della mia felicità, quando tu sei felice, allora io sono felice.”

“Sei il mio amore e quindi sono felice per questo.”

Le parole potevano sembrare confuse, non importava perché per quante volte avessimo provato a  spiegarlo, sarebbe stata comunque una cosa difficile da capire. Ma il mio cuore l’aveva capito, era davvero così, come se io e Mark ci capissimo e per noi bastasse solo l’un l’altro. Eravamo solo noi due, nessun’altra oltre la nostra promessa, solo i nostri occhi che non si separarono.

La mia testa cadde sulla spalla di Mark ed anche il mio viso si avvicinò a lui. Dietro di noi c’era l’oceano e il sole arancione del tramonto. Davanti a noi l’auto di Mark bagnata dal sole. Lì eravamo solo noi. Esprimemmo i nostri sentimenti attraverso le nostre labbra invece di usare le parole, il ritmo delle nostre bocche era la migliore delle spiegazioni.

Ci dicemmo quanto felici eravamo in quel momento e ci promettemmo che avremmo continuato ad essere così felici.

Promettere all’altro di essere felice ‘per sempre’ era difficile, non potevo essere tanto certi da dirlo, ma non mi importava se il nostro tempo insieme sarebbe stato lungo o breve, perché era quello il per sempre

Saremmo rimasti insieme in ogni momento, se la distanza ci avrebbe allontanato non ci saremmo lasciati influenzare, e anche se avesse potuto separarci, alla fine, il nostro amore avrebbe fatto sì che il nostro rapporto tornasse quello di un tempo. Non avevamo bisogno solo di amore, volevamo anche che il nostro amato fosse felice ed era una fortuna che io e Mark eravamo diventati la felicità l’uno dell’altro.

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