EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 11

 

-Vee Vivis- 

Mi sdraiai a guardare la persona che aveva appena terminato l’esame senza sapere cosa avrei dovuto fare. In realtà, non c’era davvero niente che potessi fare se non stringerlo in un abbraccio. Mark aveva appena sostenuto il suo ultimo esame e mi aveva detto che non era andato molto bene. Aveva detto di essere stato sbadato in un certo senso perché pensava che l’insegnante non fosse troppo severo e che fosse nelle sue capacità, ma quando era andato effettivamente a fare l’esame, non era andato come si aspettava.

Doveva essere andata proprio così, perché quel ragazzo non aveva passato tanto tempo su quell’argomento e si era impegnato di più su altre materie che pensava fossero più importanti. Era normale che gli studenti avessero alcune materie in cui erano bravi e altre in cui non lo erano. Non sempre andavamo bene in tutto.

“So che sei sveglio.” dissi, tirandogli delicatamente la spalla.

“Ancora un po’.”

“Sei stanco?” Mi chinai per chiedere.

“Stavo solo cercando di venire a patti con la cosa.” disse e mi guardò.

“Beh, non puoi fare niente adesso, no? Hai già sostenuto l’esame.” risposi massaggiandogli leggermente la testa.

“Se non lo passo?”

“Non prenderai una F.” dissi, perché gli altri voti che aveva ottenuto prima di questo esame, dovevano essere sufficienti per non fargli prendere un’insufficienza. 

“Sono davvero dispiaciuto.”

“Sei già molto intelligente.” sussurrai accarezzandogli la testa per confortarlo, perché era tutto quello che potevo veramente fare. Anche la persona che non aveva superato l’esame sapeva che quello era tutto ciò che voleva.

“Quando ti daranno la laurea, non avrò nulla da fare, quindi potrò stare con te tutto il giorno.” disse.

“Sì, e il giorno delle prove?” Chiesi di rimando.

“Durante le prove devo portare il cibo ai senior in facoltà, ma è tutto, devo solo lasciarli alla facoltà e loro li prepareranno.” Annuii in risposta. Non era diverso da quando facevo quei lavori, tranne che in quel periodo avevo dovuto occuparmi anche del negozio per i professori.

“Puoi stare con me il giorno delle prove?”

“Beh, non è quello che facciamo di solito?” Chiese, quindi io mi limitai a sorridere e ad annuire in risposta.

“Ho bisogno di vedere YiWa, abbiamo un appuntamento.”

“Sì, vedo che l’intero gruppo di senior si è organizzato per riunirsi nello stesso momento.”

“Si.”

“Allora cosa hai organizzato?” Chiese.

“Cosa ne pensi?”

“Come al solito.” disse Mark consapevolmente facendomi ridere. Era sempre così. In un giorno o due, avevamo dovuto scattare foto professionali, l’altra mezza giornata era stata trascorsa a scattare foto di gruppo e il resto del mio tempo libero era stato usato per socializzare con le persone del mio gruppo.

“Ho dovuto pensare molto intensamente. Allora, come farai ad arrivare alle prove la mattina presto?” Dissi. 

“Non berrò troppo.”

“Ne sei in grado?”

“Io posso farcela.”

“Beh, se è così, allora ti porto con me così puoi sederti e vegliare su di me.”

Continuammo a parlarci. Si diceva che l’appello per la nostra cerimonia di laurea fosse incontrare persone che avevo già conosciuto. Non ero contrario, ma non avevo avuto la possibilità di incontrare tutti. Ci sono così tante persone e così poco tempo ogni giorno.

Per questo motivo, avevo dovuto dividere il mio tempo giorno e notte.

“Il giorno in cui ti diplomerai sarai davvero stanco.” disse Mark mentre mi stavo cambiando dalla mia uniforme scolastica alla mia bella camicia preferita che indossavo spesso. Poche ore prima, avevo terminato la nostra celebrazione del codice e in pochi minuti saremmo dovuti uscire per incontrare i miei amici più stretti.

“Vieni con me e dì loro che dobbiamo partire alle due del mattino.” dissi.

“Domani hai le prove al mattino presto.” rispose Mark.

“Sì, dalla mattina al pomeriggio. Quando avrò finito ti porterò fuori a mangiare.” Era vero che Mark ed e io eravamo sempre insieme, ma in quel momento mi sembrava di aver passato molto tempo con i miei amici, al punto che mi ero dimenticato di quand’era stata l’ultima volta che avevo portato il mio ragazzo a mangiare fuori. 

Sì, eravamo sempre insieme. Mark mi aveva accompagnato quasi ovunque, conosceva anche la maggior parte dei miei amici, ma non gli avevo mai chiesto se gli piaceva davvero o no, o se volesse mangiare da solo con me. In quei pochi giorni in cui i diplomati stavano lentamente affluendo, la mia vita era diventata periodicamente più colorata, l’incontro con gli amici, l’atmosfera che mancava da molti mesi, mi aveva fatto sentire davvero felice.

“Non mangi con i tuoi amici? Non hai già organizzato qualcosa?”

“Solo con Neua e Pond, ma posso cancellarlo.” dissi.

“Va bene se vuoi andare con loro, posso venire anche io, giusto?” Chiese Mark.

“Va bene, ma devo anche stare con loro, quindi potrei non essere in grado di prendermi cura di te.”

“Pensi troppo. Questo è il momento per il tuo gruppo, devi passare più tempo possibile con loro prima che se ne vadano.”

“Stai bene?”

“Sto bene. Non è come se non fossi affatto con te.” Disse sorridendomi.

“Ho solo paura che ti sentirai solo.”

“Come posso essere solo quando il mio ragazzo è intorno a me tutto il tempo?” Disse Mark colpendomi leggermente la spalla un paio di volte.

Era bello stare seduti al bar. Dopo diversi mesi, quella sera ero lì con un grande gruppo.

Erano arrivati ​​tutti, alcuni non erano soli, come me, Bar e Neua, ma gli altri erano da soli come al solito. In realtà ero davvero confuso perché avevamo finito l’università da diversi mesi e i miei amici avevano fatto vari lavori per tutto questo tempo, quindi perché non avevano ancora un partner?

“Mi manca l’università così tanto, volevo tornare dalla scorsa settimana, ma potevo prendermi solo quattro giorni di ferie.” Disse Pond.

“Sì, volevo davvero tornare, mi mancava anche questo.” disse Kla.

“Ti manca l’Uni o è qualcos’altro a mancarti?” Pin si voltò per chiedere a Kla.

“Oh! Beh, mi manca tutto.”

“Flirterai con qualcuno o no?” Disse Neua guardando con la coda dell’occhio.

“Non ne ho bisogno, dal momento che tutto quello che devo fare è sedermi qui e guardare voi ragazzi essere dolci l’uno con l’altro in questo modo, mi si consuma la vista.” Rispose lui.

“Quando verrà il mio Junior?” Chiese Bar guardandosi intorno in cerca di Fuse.

“Deve andare a prendere sua moglie.”

“Sono così stanco che tutti abbiano un marito o una moglie che vegli su di loro.”

“Ciao. Aspetti una bella persona?” Disse Tee entrando nello stesso momento di Li ed entrambi voltarono le loro facce per guardarmi.

“Ciao matricola, che appartiene all’anziano che si sta diplomando.” disse Li, sorridendo a Mark, che sorrise timidamente di rimando.

“Ciao.”

“Perché ci hai messo così tanto tempo?” chiesi.

“C’è stato un ingorgo.”

“Veramente?”

“È vero bellezza, è stato bloccato fuori finché non sono arrivato.” Tee disse prima di sedersi.

“Quando siamo arrivati ​​qui ha cominciato a diventare davvero pazzo.” disse Mark.

“Pensavi che non me ne sarei accorto?” Dissi guardandolo in faccia.

“Ohh ho, con sua moglie ha una voce così dolce e dolce, ma con me è come se volesse alzarsi e colpirmi.” affermò Li.

“Beh, voi ragazzi siete stati così lenti che il ghiaccio si è completamente sciolto” Risposi.

“Allora possiamo ordinarne dell’altro.”

“Il modo dei ricchi.” dissi.

“Oh, beh, se vuoi essere ricco, dovresti imparare ad andare a lavorare.” Dissero voltandosi a guardarmi.

“Vuoi avere un marito?” Chiesi di rimando.

“Lo voglio, papà.”

“Allora devi imparare a comportarti bene e parlare meglio e non spettegolare su altre persone” Risposi.

“Vee!”

“Bastardo.”

Non c’era nient’altro da fare se non stare seduti lì a bere e chiacchierare del nostro passato. Mi sedetti ad ascoltare i miei amici parlare del lavoro e del vivere la vita che dovevo ancora sperimentare. Sentimenti che dovevo ancora capire, o che non avevo ancora  riconosciuto. Lo descrivevano come se fosse difficile, ma erano anche orgogliosi di quello che stavano facendo, dal passato fino ad oggi. Viaggiare per lavoro, stare nei dormitori, fare gli straordinari. Quanti soldi guadagnavano, i vantaggi ecc. Non era solo un progetto finale o un esperimento.

Non riuscivo ancora a comprenderlo.

“È quasi l’una di notte.” mi sussurrò Mark.

“Hmm? Oh.” Distolsi la mia attenzione dalla storia che Pond stava raccontando e guardai l’ora. 

”Vuoi restare ancora un po’?” Chiese Mark.

“Quando partite ragazzi? È già l’una di notte.” Chiesi a loro.

“Chi parte può andarsene, ma tu no.” disse Pan prima di afferrarmi il braccio. Perché le piaceva così tanto toccare il mio corpo?

“C’è qualche motivo?” Dissi torcendo il braccio.

“Oh hoh, si tratta di essere insoddisfatti, è la paura del nostro bellissimo amico, come farai a rimediare?” Mi chiese Li, facendomi sospirare.

“Che cosa?” Chiesi di rimando.

“Non ci hai ancora detto cosa stavi facendo.” disse Pan.

“Cosa c’è da dire? Sono stato qui, sono stato con lui tutto il tempo.” Dissi appoggiando il braccio intorno al collo di Marks.

“Oh? Stai con lui o con tua moglie?”

“Lui è mia moglie.” risposi alzando le sopracciglia verso il mio amico.

“Basta.” disse Mark staccandomi il braccio dalla spalla. Ogni volta che eravamo insieme e lo chiamavo mia moglie avevo paura di offenderlo, ma cosa avrei dovuto fare? Volevo solo mostrare che lui era davvero mio, che fosse moglie o no.

“Mark, è un bene che ti lasci abbracciare, altrimenti potresti semplicemente prenderlo e baciarlo proprio qui.” disse YiWa.

“Cosa stai facendo?”

“Be ‘, questa è tua moglie, vero? Laggiù c’è la tua ex moglie.” YiWa disse, prima di guardare dietro di me. Mark ed io ci voltammo entrambi a guardare nello stesso momento.

Ploy era a tre tavoli da noi, intenta a guardare dalla nostra parte. Quando mi girai, ci scambiammo uno sguardo e lei sorrise, così io sorrisi di rimando. Erano già finite le cose tra noi, solo quel bacio che aveva chiesto, dopo di che non l’avevo mai contattata, né l’avevo vista di nuovo. Non avevo cercato notizie su di lei e anche i miei amici non avevano detto più niente su di lei.

“Ai Vee.” mi chiamò Neua, così mi voltai a guardare Mark. Lui mi guardò di rimando e io gli sorrisi. 

Era diverso, il sorriso che avevo destinano a Ploy da quello che avevo per Mark. Era stato diverso già da molto tempo. Non solo dal giorno in cui ero +tornato per chiarire le cose tra me e Ploy, ma in realtà era stato diverso per molto più tempo. Misi la mia mano sulla sua testa e lo guardai negli occhi per dargli fiducia.

“Cosa c’è che non va?” Chiesi sorridendo, anche se sapevo quanto si sentisse ansioso.

“…”

“Dimmi, cosa c’è?” Gli chiesi di nuovo quando non mi rispose.

“… io sono la moglie.”

“Sììììììì!!”

“Cosa urli!”

“Sei pazzo!”

“Dieci su dieci.” I miei amici applaudirono alla risposta sommessa di Mark, e tutto quello che potevo fare era ridere di gioia con loro.

Abbassai la mano sul collo della persona che stava arrossendo, prima di tirarlo indietro verso il mio gruppo di amici per continuare a parlare e a rispondere alle loro domande. Mark non si voltò di nuovo a guardare Ploy, e forse lei si era già voltata dall’altra parte, però non potevo saperlo, perché non mi ero più girato nella sua direzione. Anche perché tutto quello che mi interessava erano i miei amici che erano proprio lì con me e la persona a cui volevo prestare attenzione era quella accanto a me.

Alla fine tornammo alle due del mattino. Arrivammo in camera e facemmo una doccia, ed una volta finito erano ormai le tre. L’indomani dovevo alzarmi presto e ancora non ero sicuro di quando sarebbe finito. Secondo il programma della mattina, non sarebbe dovuto finire oltre le 15:00. Dopodiché probabilmente avrei continuato ancora una volta con la mia facoltà.

“Cosa fai domani?” Chiesi a Mark mentre usciva dal bagno e veniva ad asciugarmi.

“Non dovresti usare la parola “oggi” visto che sono già le tre del mattino? Perché non dormi?” Mi disse. 

“Vieni qui.” dissi, prima di afferrare l’asciugamano che stava usando per me, per asciugare lui.  

“Voglio andare a dormire nello stesso momento.” gli dissi, facendolo tacere.

“Prendo l’asciugacapelli così è più veloce.” Disse, prima di voltarsi per andare a prenderlo, per poi porgerlo a me.

”Cosa c’è che non va?” Chiesi. 

Mark non si comportava in modo insolito finchè che non avevo notato qualcosa, le sue parole, i suoi gesti e le sue espressioni erano le stesse di sempre. Quello che mi fece capire che qualcosa non andava bene erano i suoi occhi. Non evitava mai il mio sguardo. Ogni volta che lo guardavo, ricambiava lo sguardo sempre, in quel modo potevo vedere l’ansia che gli attraversava lo sguardo. 

“Niente.”

”Stai pensando troppo.” dissi dopo aver finito di asciugarmi i capelli. Lo tirai e lo avvicinai a me, cosa che lo fece lamentare. 

”Andiamo a dormire.” Disse, dopo che eravamo rimasti in silenzio per un po ‘.

“Ti amo. Ti amo così tanto, lo sai vero?” Dissi vicino al suo orecchio e lui annuì lentamente. Non avevamo bisogno di parlare o farci problemi sul passato. Entrambi sapevamo di cosa stavamo parlando in quel momento, era qualcosa che magari avrebbe potuto preoccuparlo, quindi dovevo ribadirlo, chiarirlo e assicurarmi che fosse sicuro di essere l’unica persona che mi apparteneva.

“Ho solo paura che tu non mi ami poi così tanto.” disse.

“Come posso non amarti?” Risposi sciogliendo il mio abbraccio.

“P’Vee.” I suoi bellissimi occhi si mossero a guardarmi, e mi limitai a guardarlo anche io, raccontandogli tutto attraverso i miei occhi, assicurandogli ogni parola d’amore, ogni parola che lo pregava di fidarsi, ogni parola per dargli fiducia, ogni frase che avevo già detto ai suoi genitori.

“Non ti farò mai più del male.” dissi prima di baciarlo dolcemente sulla fronte. Rimasi così per un po’, prima di allontanarmi lentamente.

“Non devi dispiacerti mai più, ok? Ma non smettere mai di amarmi.” Disse.

“Non mi fermerò mai.” dissi, prima di sdraiarmi e tirarlo accanto a me, abbracciandolo stretto.

“Molto bene.” Quelle furono le nostre parole prima di andare a dormire. Non avevamo bisogno di dire sogni d’oro, perché solo avendo Mark accanto a me mi sentivo già più che  bene. 

Non avevamo bisogno di dire di sognare l’altro, perché eravamo già insieme tutto il tempo. Quello che volevo dire, l’avevo già detto prima. Sia attraverso i miei occhi che attraverso la mia bocca. La mia bocca che una volta aveva baciato qualcun altro, ma che da quel momento avrebbe baciato solo lui. 

**********************

Nel pomeriggio uscii dalla sala dei diplomi. Le prove di oggi non erano state poi così male, in realtà, non pensavo di aver ancora bisogno di provare a camminare, la cosa in cui avevo bisogno di più pratica era non addormentarmi prima di aver ricevuto questo maledetto diploma. Stare seduto per mezza giornata, e poi dover salire a riceverlo per tre secondi, quanto potevo sopportare?

“Vee, Mark è riuscito a contattarti o no?” Disse Neua avvicinandosi e dandomi una gomitata, facendomi alzare le sopracciglia verso di lui.

“Se non riesce a contattarmi, perché ti ha chiamato?”

“Bastardo! Non mi ha chiamato. Tua moglie è insieme a mia moglie, e così me l’ha detto Praram.” Mi spiegò Neua. 

”Oh.”

“Sei ancora geloso di Neua?” Chiese Pond.

“Beh, sono geloso di tutti.” dissi facendoli sospirare.

“Ma di me?” Neua rispose. 

Ovviamente capivo che avesse già qualcuno, ma ero comunque geloso. Non era così strano, vero?

“Sì.” risposi mentre sollevavo il telefono per chiamare Mark, così potei evitare di parlare con gli altri per un po’.

[Non sono riuscito a contattarti.] Mi disse.

“Ecco perché ti richiamo.”

[Sei già lì e non hai preso la macchina.]

“Volevo aspettare così che tu potessi venirmi a prendere.” dissi sorridendo, pensando a come avrebbe risposto.

[Allora perché non me l’hai detto così non avevo da aspettare? Pensavo avessi preso la macchina, e così sono rimasto seduto qui ad aspettare pensando che sarei andato con il mio amico. Ci vorranno anni per ottenere la loro, dannazione! Non sono preparato per questo.] Scoppiai quasi a ridere quando mi resi conto che le cose che stava dicendo erano del tutto diverse da quelle che avevo pensato.

“Ti lamenti come moglie o come madre?”

[Una moglie. Non ti ho partorito.] Disse mentre udii la portiera della macchina chiudersi.

“Non guidare troppo velocemente.”

[Lo so.] Disse prima di riattaccare. Sorrisi al telefono, dimenticandomi completamente di non essere solo.

“Quindi, in conclusione, proprio ora, era tua moglie o tua madre?” Chiese Kla.

“Moglie.” Risposi.

“Bastardo. Vieni e ti comporti così dolcemente, ma non hai tempo per i tuoi amici.” Disse Pin, facendomi sospirare lentamente.

“Quando non vi ho dedicato il mio tempo?”

“Ok, fino alle quattro del pomeriggio potete andare, me ne vado per tornare a letto.” disse Yoo prima di salutare con la mano. Più tardi in serata saremmo dovuti andare a fare foto di gruppo prima dell’indomani, perché era allora che sarebbe iniziato il vero lavoro, e non avremmo avuto tempo perché sarebbero arrivati tutti i genitori e i parenti di ognuno.

“Ok, quindi ci vediamo in facoltà?” Chiese Pond.

“Ebbene, dove se non in facoltà?” Disse Kla, sospirando profondamente.

“Lo stesso tavolo?” Disse Bar sorridendo, ci voltammo tutti e ci guardammo comprensivi.

Nei nostri cuori, le nostre amicizie non erano affatto scomparse. Anche se era passato del tempo, e non ci vedevamo da un po’ , ma in quel momento avevamo solo pochi giorni e quindi stavamo cercando di assorbire l’amicizia il più a lungo possibile. Dopo quello, saremmo andati verso strade separate e non sapevo quando ci saremmo rivisti di nuovo. Non avevo la stessa paura di perderli dopo l’università come loro, però volevo comunque incontrarli.

Non avevo aggiornamenti da fare. Non avevo quelle sensazioni di cambiamento o di non avere nulla. 

Laurearmi per me era la stessa cosa di quando stavamo studiando, era un qualcosa che doveva essere fatto e finito, e poi si sarebbe andati avanti. Delle volte vedevo i miei amici e conoscevamo le storie l’uno dell’altro tramite i social media, quindi non mi sentivo così distante. Per quel che riguarda i miei amici, però, immaginavo che avessero incontrato cose nuove e quindi avessero perso la vecchia atmosfera, il che era comprensibile.

“Vuoi mangiare qualcosa?” Chiese la persona accanto a me, così alzai lo sguardo dal mio telefono verso di lui.

“Voglio fare un pisolino, e poi alle 4 del pomeriggio devo andare a fare foto di gruppo” dissi a Mark.

“Non hai fame?”

“No, non ho fame e tu?” Gli chiesi io.

“Ho già mangiato.”

“Va bene, allora torniamo a letto così posso abbracciarti.” Dissi, e lui ha fece una smorfia.

“Perché un abbraccio?”

“Voglio abbracciarti perché domani devo andar via di nuovo presto.”

“Quanto presto?”

“Possiamo fingere che tu sia quello che mi segue in giro portandosi appresso il mio programma, ok ?” Gli risposi facendolo ridere.

“Bene, domani posso andare a prendere qualcosa.” disse.

“Beh, sì, deve essere così.”

“Hai chiesto a Thew se sarà lui a fare le foto, giusto?”

“Sì.” risposi facendolo sorridere.

“Perché stai sorridendo?”

“Non va bene che sia Tew e non qualcun altro?” disse.

“Non farmi sapere che è più di quello.”

“Cos’altro sarebbe?”

Eravamo saliti in camera come al solito dopo esserci fermati a comprare un cestino per il pranzo solo nel caso in cui si fosse svegliato e avesse fame. Davvero, non avremmo passato molte ore a dormire, quindi non ero sicuro se fosse il caso di dormire davvero, o se avrei preferito infastidire Mark fino a farlo diventare feroce.

“Quando ci svegliamo, possiamo mangiare.”

“Se aspettiamo fino ad allora non avrà un sapore così buono.”

“Ma è anche …”

“Vee ka.” Mark e io ci voltammo per guardare nella direzione del suono. La persona della stanza accanto ci aveva chiamato, e sì, era Ploy che chiamava il mio nome.

“Ploy.”

“Sì… Ploy.” Lei rimase lì, davanti alla stanza in cui eravamo stati insieme una volta, con aria sbalordita, mentre i suoi occhi si spostavano dal mio viso, poi su Mark, prima di fare un sorriso forzato.

“Entro prima io?” Domandò Mark, ma tirai il suo braccio per tenerlo lì.

“Non ce n’è bisogno. C’è qualcosa o no Ploy?”

“No, volevo solo dirti che ho preso questa stanza e rimarrò qui, ma non intendo disturbarti.” 

disse, torcendosi le mani, così mi limitai ad annuire.

“Va bene se rimani lì, non mi dà fastidio.” Risposi.

“Ma volevo solo spiegarlo al ragazzo…”

“Capisco, P’Vee mi ha già detto tutto.” disse Mark prima di guardarla direttamente.

“Mi dispiace.” replicò Ploy.

“Mi scuso anche per il fatto che …”

“Non hai fatto niente di male.” dissi prima che Mark potesse finire. Gli piaceva pensare di avermi portato via da Ploy, gli piaceva incolpare se stesso per essere stato il motivo per cui io e lei ci eravamo lasciati. Ma non era così perché era tutta colpa mia. Ero stato io a dare fastidio a Mark, ero stato io a distanziarmi da Ploy, ed ero stato io il primo a ferirlo e a non mettere un limite, non il mio dolce Mark.

“Vee …”

“Mark non ha fatto niente di male. Come ho già detto, Ploy, sono stato io a sbagliare e mi dispiace.”

“Sì, beh mi sbagliavo anch’io.” Disse Ploy.

“Va tutto bene. In questo momento sono molto felice e pensavo che lo fossi anche tu.” Dissi catturando i bellissimi occhi della persona che avevo guardato una volta. Non brillavano di tristezza, ma non indicavano nemmeno felicità per il fatto che fossi in piedi accanto a Mark, ma non in un modo che dicesse che mi voleva indietro.

“Sì, prenditi cura di Vee, Mark.”

“Sì.” Mark disse solo questo, ma i suoi occhi dicevano molto di più. Molte volte Mark era qualcuno che diceva molto poco, o faceva molto poco, ma i suoi occhi erano capaci di raccontare tutto.

“Se domani voglio fare una foto con te, allora dirai qualcosa, Vee?”Chiese Ploy, ma continuai a guardare Mark.

“No, puoi farlo.” disse Mark, sbalordendo Ploy poichè Mark era qualcuno che poteva parflare al posto mio.

In passato, io e Ploy ci amavamo davvero molto, ma non eravamo mai stati coinvolti negli affari l’uno dell’altro, non avevamo mai fatto storie su nulla e non avevo mai permesso a Ploy di prendere decisioni che mi riguardassero. Era però diverso con Mark, perché a lui davo tutto, compresa la mia intera esistenza, Mark poteva determinare cosa sarebbe successo. 

Qualunque cosa mi avesse detto Mark, lo l’avrei fatta senza sbagliare.

Mark e Ploy erano diversi.

Era diverso da molto tempo.

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