ECLIPSE – EP. 4 CAPITOLO 2

Coma

Un sospiro stanco seguì il rumore della sedia che strusciava contro il pavimento. Era stata spostata per permettere al ragazzo di alzarsi in piedi dietro al suo banco.

«A una certa temperatura il soluto si dissolve nella soluzione e a quel punto non potrà più sciogliersi. Si tratta di una soluzione satura. Quindi, l’unico modo per renderla insatura è aumentare la temperatura, giusto?» Non appena Ayan finì di parlare l’insegnante concordò, a bassa voce, come se lo stesse prendendo in giro: era la sesta volta che lo aveva chiamato per rispondere alle domande.

È giusto. Akk che aveva il compito di contare il numero di quesiti che i professori delle varie materie facevano ad Ayan. Invece di essere soddisfatto, si sentiva avvilito.

Tuttavia, la frustrazione maggiore non era dovuta al fatto che Ayan non fosse in grado di rispondere, ma perché … si sentiva vittima di bullismo.

Perché dovrebbe interessarmi!?

Secondo la “richiesta di aiuto” del professor Chadok, tutti gli insegnanti della classe 4/1 dovevano porre ai nuovi studenti almeno 10 domande a lezione e fin qui andava tutto bene. Fino a quando Ayan non mi chiederà aiuto, perché si renderà conto di essere stupido!

Ecco come far perdere l’ego a questo bambino, che pensa di essere forte, e aiutarlo ad adattarsi con i suoi nuovi amici!

Sorrise, dopo aver visto il professor Chadok e la professoressa Sani lodare il suo comportamento. Questa volta quel bastardo si vergognerà e si arrenderà!

Già, Akk pensava che Ayan sarebbe stato confuso, turbato, che avrebbe trovato le lezioni difficili, e che poi, alla fine, si sarebbe arreso capendo che la vita era più facile quando seguiva le regole e sottostava alle autorità!

Non pensavo che il piccoletto accanto a me rispondesse in modo così educato e veloce a tutte le domande, stava mostrando il meglio di sé! Alcuni insegnanti, che trovavano le risposte di Ayan interessanti, continuavano a chiamarlo per poter creare una conversazione. Ma gli altri, gli facevano domande passive, poiché infastiditi dalle sue risposte sempre corrette. Sembrava volesse sfidare i professori.

Questo è strano, ma da dove viene? Akk lo trovava un comportamento offensivo. Le risposte di Ayan trasudavano arroganza e non se ne vergognava mai. Tuttavia, Akk stesso ne era affascinato e aveva l’impressione che il professore stesse facendo qualcosa di sbagliato.

Si, un sentimento non è un pensiero. Un fatto è un pensiero. Akk capiva perché il professor Chadok avesse detto una cosa del genere.

Oppure, era a causa dell’atmosfera che aleggiava nella stanza in quel momento?

Era la prima volta che gli studenti della classe provavano una sensazione così strana, ma allo stesso tempo divertente, perché quando gli insegnanti si infastidivano o si sentivano a disagio, si aveva la sensazione di essere minacciati, ma in realtà nessuno lo era per davvero.

Akk pensava fosse un modo per affrontare i professori. Ma siccome era seduto accanto a Ayan, sentiva che cominciava a stancarsi, bastava che Akk facesse un segnale all’insegnante…

«Prossima domanda….  Ah, Ayan rispondi tu.»

Sembra che l’insegnante non si sia sbagliato… Pensavo che non avesse completato le 10 domande!

Il ragazzo dalla testa riccioluta si alzò sospirando piano, mentre si risentiva il rumore della sedia che scivolava sul pavimento.

Akk lo guardò con la coda dell’occhio, infastidito dal fatto che non gli avesse nemmeno chiesto perché l’insegnante lo avesse appena chiamato.

Pensa che questo sia un gioco. Akk credeva di aver trovato la risposta e si sentì ancora più frustrato!

«Ayan non sa rispondere a questa domanda. Qualcuno vuole aiutarlo?» L’insegnante si girò e osservò la classe con un sorriso trionfante.

Il professore aveva vinto. Era una domanda così vaga, chi sarebbe stato in grado di rispondere? Inoltre, non aveva ancora insegnato quelle cose! 

«Nessuno …?» domandò l’insegnante ridendo: «Va bene, se nessuno sa rispondere, faremo una verifica!»

La classe si riempii di mormorii, ma il professore continuò: «Mi dispiace … Ma è colpa di Ayan. Se saprà rispondere, non ci sarà nessun test!»

Tutta la classe guardò Ayan con occhi supplicanti. Akk lo fissò, ma quando si accorse che anche l’altro lo stava guardando distolse lo sguardo e si voltò di nuovo verso il professore.

Con espressione perplessa Ayan si girò verso Akk, solo per vederlo trasalire e contrarre le labbra.

Le sopracciglia di Akk si aggrottarono, mentre teneva in mano il foglio del compito che la persona di fronte a lui gli aveva dato. Ma anche in quel momento non poté fare a meno di sentire il suo cuore, solitamente arido, rasserenato.

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