DARK BLUE KISS – CAPITOLO 4

Apri il tuo cuore

Blue Sky Cafè

Rain tornò al bar di buon umore. Era riuscito a vedere Manao e la sua casa. La sua famiglia sembrava piuttosto ricca. Era dolce, carina ed educata, proprio il suo tipo. Anche se era così giovane, ma non troppo da sembrare che la stesse prendendo in giro. Aveva solo qualche anno in più.

Questo è così giusto…

«Ci hai messo troppo tempo.»

«Ho incontrato qualcuno che conosco.»

Rain posò le cose che aveva comprato sul bancone e trascinò una sedia per sedersi. Non riusciva a smettere di sorridere a se stesso, e suo fratello lo guardava irritato. Sembrava più che si fosse imbattuto in qualcuno che gli piaceva, non qualcuno che conosceva semplicemente. 

«Ti comporti in modo strano da ieri. Sei innamorato?»

«Come fai a saperlo?! È perché anche tu sei innamorato?» Rain guardò suo fratello, quello che faceva svenire tutte le ragazze. Sun stava bene anche in abiti casual, il suo aspetto rubava l’attenzione di tutti ovunque andasse, nonostante facesse di tutto per non essere sotto i riflettori.

Anche così… Sun era single da anni ormai. Tutti si chiedevano perché non fosse uscito con nessuno da quando aveva rotto con la sua ex ragazza al terzo anno di università. Non sembrava neanche essere rimasto ferito, dal momento che pareva essere d’accordo con la loro rottura. Anche se Sun e la sua ex erano ancora buoni amici.

«È strano per te rimanere single così a lungo. Le ragazze vengono qui ogni giorno cercando di conquistarti. Non ti interessa?» chiese di nuovo Rain incuriosito. In realtà prendeva in giro Sun in quel modo molte volte, ma Sun non gli aveva mai dato una vera e propria risposta.

«Non esco con i miei clienti.»

«Oh, sì? Non è perché stai vedendo qualcuno e me lo stai nascondendo?»

«Non ficcare il naso nei miei affari, ragazzino!»

«Va bene, va bene. Adesso la smetto.» Rain alzò le mani in segno di resa quando suo fratello lo guardò torvo, ma capiva perché a Sun non importava molto dell’amore. Sun si era preparato ad aprire il bar prima della laurea e lavorava fin da quel momento. Era impegnato ogni giorno, non aveva tempo per pensare all’amore.

«Va bene! Vado a bere con i miei amici stasera.»

«Di nuovo?» Sun alzò gli occhi al cielo dopo aver sentito le parole del suo fratellino.

«Di nuovo cosa? Non esco da giorni. E tu sei andato al bar qualche giorno fa.»

«Sono più vecchio di te. Quanti anni hai per voler bere?»

«Argh! Sun… I ragazzi più piccoli di me vanno persino in discoteca. Stasera è il compleanno di Bon. Si arrabbierà se non ci vado.» Rain usò tutte le scuse possibili e immaginabili per convincerlo. Quello che aveva detto era vero. Era normale che gli adolescenti uscissero di notte e non avrebbe creato problemi.

«Prometto che non litigherò con nessuno.»

«Chi altro ci sarà?»

«Io, Bon, Golf e Mork… Perché me lo chiedi?»

«Niente. Stai solo attento quando sei con questa banda, specialmente con il tuo migliore amico.»

«Mork si è trattenuto molto ultimamente, sai.»

«Va bene! Non tornare a casa tardi.»

«Sì, papà.» Rain unì le mani e le sollevò sopra la testa in modo estremamente sarcastico. Dopo che la loro conversazione finì, Rain rimase seduto, per poi sorride di nuovo tra sé e sé perché pensava a Manao. Come poteva Sun non pensare che suo fratello fosse innamorato?!

**********

Quella notte…

Mork accompagnò Rain a casa quasi all’una di notte. Non aveva bevuto molto, sapendo che doveva dare un passaggio a Rain a differenza di quest’ultimo che sbuffava come un matto. Se Sun li avesse visti conciati in quel modo, Mork aveva paura che li avrebbe sicuramente rimproverati fino al mattino.

Rain viveva in un complesso residenziale. Era una casa abbastanza grande, a due piani e ben arredata, a indicare quanto fosse ricco il proprietario di quella casa. Rain viveva con Sun, solo loro due, perché i loro genitori avevano divorziato quando erano piccoli. La madre si era risposata con un ricco straniero mentre il padre lavorava all’estero da quando Sun era alle medie. Ma i loro genitori li sostenevano sempre finanziariamente e Sun si era preso cura di Rain come se fosse suo padre.

Non mi sorprende che Sun si comporti più come un padre che come un fratello!

«È tardi. Puoi dormire qui.» balbettò Rain. Era completamente ubriaco, ma aveva ancora un po’ di coscienza per preoccuparsi del suo amico. «Ti ho dato fastidio chiedendoti di accompagnarmi a casa. Ho paura che tu possa fare un incidente nel tornare a casa.»

«Non sono messo male come te.»

«Perché dici così quando sono solo preoccupato. Vieni, vieni, vieni, fermati qui.»

«No. Non voglio ascoltare le lamentele di tuo fratello.»

Mork si rifiutava di restare senza pensarci due volte. Era rimasto lì molte volte. Non gli interessava quanto Sun lo assillasse, non gliene era mai importato, tranne nei giorni in cui era troppo stanco per provocare Sun. Ma… dopo che Sun lo aveva portato a casa quel giorno, non aveva voglia di vederlo. Si era ubriacato da solo e quel giorno era stato comunque rimproverato.

Quella sera erano entrambi ubriachi. Sun sicuramente si sarebbe lamentato finché le loro orecchie non sarebbero esplose.

«Sun non ti rimprovererà. Da quando l’hai aiutato quella volta, lui pensa a te in modo più positivo. Non te ne accorgi? Si lamenta perché è preoccupato per te. Vedi come tormenta me?» Rain cercò di spiegare in modo che Mork considerasse il fastidio di suo fratello una cosa positiva. Non faceva sentire meglio Mork, ma era comunque vero.

Se Sun non fosse preoccupato, non si lamenterebbe né si preoccuperebbe tanto da rimproverarlo. 

«Lascia che ti tormenti allora. Che razza di fratello è? Ti sta rimproverando come un papà.»

«Quindi davvero non rimarrai qui? È l’una del mattino. Sun starà già dormendo ormai.»

Con tutta quella pressione da parte di Rain, Mork iniziò a esitare. In realtà era troppo stanco per tornare a casa in moto e ci avrebbe impiegato circa un’ora per arrivarci. Era così assonnato in quel momento, quindi alla fine accettò di restare.

Rain aprì il cancello di casa, Mork parcheggiò la sua moto in garage e seguì Rain in casa in silenzio. Non voleva svegliare Sun solo per sorbirsi un’altra lezioncina.

Non aveva idea che… Sun fosse ancora sveglio!

Una volta entrati in casa, entrambi si fermarono alla vista di Sun seduto sul divano in soggiorno. Sun li guardò con occhi penetranti, che indicavano che il motivo per il quale era ancora sveglio, non era a causa di un film, ma era perché stava aspettando qualcuno che era rientrato a casa troppo tardi. 

E ovviamente, entrambi sembravano ubriachi.

«Sun… Tu… Sei sveglio?» balbettò Rain, perché non era pronto a gestire Sun. Era così ubriaco da essere stordito, ma guardando il volto del suo “secondo padre”, stava iniziando a diventare un po’ sobrio!

«Guardavo un film.» Sun diede una risposta breve.

«Oh…. Giusto! Mork resta stanotte.» Sun guardò la persona accanto a suo fratello senza dire una parola. Anche Mork era tranquillo. Se fosse accaduto tempo prima, Sun si sarebbe già arrabbiato, lo avrebbe rimproverato e Mork avrebbe sicuramente contrattaccato, ma adesso c’era qualcosa tra di loro, non… era più la stessa cosa. «Si è comportato bene, Sun. Ha bevuto solo un po’. Io sono quello che si è ubriacato e riuscivo a malapena a camminare. Se non mi avesse portato qui, avrei dormito al bar.» Rain difese il suo amico, aveva paura che suo fratello lo sgridasse.

Rain non voleva che Sun rimproverasse Mork al punto da farlo star male e farlo smettere di venire a casa sua. Rain stesso non si era mai arrabbiato, non importava quanto duramente veniva rimproverato. Sapeva che Sun lo faceva per preoccupazione.

Sun si prendeva cura di lui al posto dei genitori da anni. Era naturale che Sun si comportasse ogni giorno sempre di più come un padre.

«Allora andiamo a letto adesso.» disse Rain, annuendo alla persona accanto a lui e conducendolo nella sua stanza prima che Sun potesse sgridarli. Mork lo seguì senza dire nulla a Sun, ma poteva stranamente sentire gli occhi di Sun incollati alla sua schiena.

Non era mai stato colpito dagli occhi di Sun, ma in quel momento non aveva idea del perché quegli occhi gli dessero questa sensazione inquietante. E il suo cuore batteva così velocemente!

«Tu e Sun vi state comportando in modo strano.» affermò Rain dopo essere entrati nella sua camera da letto dando così voce ai suoi pensieri.

«Come?» chiese Mork, chiudendo la porta, con gli occhi sulla persona caduta sul letto.

«Non so. È difficile da dire.» Rain guardò Mork con sospetto. «State litigando segretamente?»

«Quando sarebbe successo? L’avresti saputo se avessimo litigato.»

«Penso di sì, ma sento che lo stai evitando. Però, non perché lo odi.»

Mork non disse niente e semplicemente  si mise a giocare con il suo telefono, senza alzare lo sguardo, anche se non era un tipo dipendente dal telefono. Da quando Sun e Mork avevano iniziato a pensare l’uno all’altro in modo positivo e dalla notte in cui Sun lo aveva portato a casa, Mork poteva sentire che Sun aveva fatto molto spesso qualcosa di “insolito”. All’inizio pensava che fosse tutto nella sua testa, ma sembrava che anche Rain lo vedesse

«Sun si è comportato in modo strano, chiedendo sempre di te nel bel mezzo delle conversazioni.» disse Rain, senza pensare molto, ma Mork era rimasto perplesso da quelle parole. «Di solito mi rimproverava come un matto quando ero ubriaco in questo modo, ma questa volta… non ha detto una parola.»

«Potrebbe essersi stancato di tormentarti.»

«Anche il modo in cui ti guardava era strano.»

Il cuore di Mork saltò un battito, ma non lo diede a vedere. Quando alzò lo sguardo, Rain stava già dormendo dopo aver fatto cadere una bomba nel suo cuore… Mork ci pensò attentamente, ma scosse la testa perché poteva essere solo un discorso delirante da ubriaco di Rain, la cosa strana era il suo cuore che batteva.

Stupido!!

Mork imprecò contro se stesso, prendendo un asciugamano in più e dei vestiti che aveva lasciato lì, poi andò in bagno. Non era ancora stanco, quindi si fece una doccia prima di andare a letto. 

Subito dopo Mork si lasciò cadere sul letto. Dopo un po’ il suo stomaco iniziò a brontolare, perché non aveva mangiato molto a cena. E non riusciva a dormire con lo stomaco vuoto!

«Perché ho fame adesso?!» Mork borbottò tra sé frustrato, poiché l’orologio segnava l’una e mezza di notte. Si sdraiò accanto a Rain, che era già nel mondo dei sogni, cercando di dormire, ma ancora non ci riusciva.

Il suo stomaco avrebbe continuato a brontolare sicuramente se non l’avesse riempito con   qualcosa.

Mork guardò l’orologio diverse volte. Si erano fatte quasi le due del mattino. Decise di uscire dalla stanza per cercare qualcosa da mangiare. Tutta la casa era in silenzio dato che anche Sun era andato a letto. Invece di avere paura dei fantasmi o della quiete, sospirò di sollievo. Sarebbe stato strano se Sun fosse stato ancora in soggiorno mentre lui cercava qualcosa da mangiare in cucina.

Mork sapeva che a Sun non importava molto di lui, ma non poteva fare a meno di sentirsi a disagio.

Ad essere sincero, se doveva scegliere tra Sun e fantasmi… senza dubbio avrebbe scelto i fantasmi!

«Non c’è niente da mangiare?» mormorò Mork mentre apriva il frigorifero non trovando nulla di pronto per riempirgli lo stomaco. C’erano verdure, frutta e carne… tutte crude. Avrebbe dovuto cucinare o semplicemente mangiare spaghetti istantanei.

Mork sospirò di nuovo perché non sapeva cucinare. La sua cameriera lo faceva sempre per lui. Ma se non mangiava… il suo stomaco avrebbe continuato a protestare finché non lo avrebbe riempito con qualcosa.

«E noodles istantanei siano.» disse Mork aprendo l’armadietto. Ricordava vagamente che gli spaghetti istantanei erano depositati lì. Quando dormiva a casa del suo amico e aveva fame di notte, Rain gli preparava spesso spaghetti istantanei. Ecco perché conosceva questa cucina.

Ma… poiché Mork non era bravo in cucina ed era piuttosto sbadato, la sua mano fece cadere accidentalmente una pentola e questa cadde a terra. Quasi imprecò irritato.

Fortunatamente non era un piatto di vetro o di ceramica, altrimenti avrebbe dovuto perdere tempo a ripulire con lo stomaco ancora vuoto.

«Cosa fai?» Una voce ruppe il silenzio, costringendo la persona chinatasi a raccogliere la pentola a rialzarsi in tutta la sua altezza. Mork si girò e vide Sun che lo osservava silenziosamente dalla porta della cucina.

La mano che teneva la pentola divenne improvvisamente fredda.

«Ho fame, quindi stavo cercando qualcosa da mangiare, ma non c’è niente nel frigo.» rispose  subito Mork. 

Era meglio che stare in silenzio e lasciare che l’altro lo guardasse. Sun annuì, aprì il frigorifero e versò l’acqua in un bicchiere. Mork credeva che fosse sceso a prendere dell’acqua e che lo avesse visto far cadere la pentola… Non si erano mai trovati accidentalmente da soli in cucina insieme prima, ma era successo e basta.

«Dov’è Rain?»

«Dorme.»

«Noodles istantanei?» 

Mork alzò le spalle come risposta.

«Li hai mai fatti?»

«Posso farcela. Non dovrebbe essere troppo difficile.» Mork si grattò timidamente il collo, come non aveva mai fatto prima. Sun soffocò una risata. Sapeva che Mork non sapeva cucinare o svolgere compiti delicati. Era bravo solo con… la lotta e la violenza.

«Siediti. Li faccio io.»

«Va bene. Ce la posso fare.»

«Siediti e basta. Mi rovinerai la cucina.»

La voce di Sun era così severa che Mork non potè fare a meno di appoggiare la pentola sul bancone e sedersi su una sedia. Immaginava che Sun avesse davvero paura che gli rovinasse la cucina. Ecco perché si era offerto volontario per cucinare per lui.

Bene, c’era un’alta possibilità che Mork rovinasse la cucina!

La cucina cadde in  silenzio e Mork non sapeva di cosa parlare. Se si odiavano ancora come prima poteva semplicemente provare a far incazzare Sun, ma ora non erano esattamente in buoni o cattivi rapporti. Non sapeva come comportarsi e il cambiamento di comportamento di Sun lo rendeva strano.

Ecco perché… stava evitando Sun. “Sun si sta comportato in modo strano, chiedendo sempre di te nel bel mezzo delle conversazioni.”

Le parole di Rain lo fecero pensare di nuovo troppo. Pensava fosse tutto nella sua testa, ma… se anche Rain, il fratello di Sun, riusciva a sentirlo, significava che Mork non si stava inventando le cose.

Sun era cambiato così tanto, ma Mork non sapeva perché.

«Hai sempre fame di notte?»

Sun iniziò una conversazione mentre cucinava. Stava facendo bollire l’acqua e lavando i gamberetti, un ingrediente aggiuntivo per i noodles istantanei Tom Yum Kung*. Guardandolo da dietro, Mork poteva dire che Sun era bravo a cucinare e sembrava proprio un casalingo.

(*N/T: Tom Yum Kung è una marca di noodles istantanei tailandesi.) 

«Non so.»

«Cosa intendi?»

«Non è che io abbia sempre fame di notte. Ogni volta che ho fame, trovo sempre qualcosa da mangiare in frigo. Il frigo di casa mia ha sempre qualcosa pronto per me a differenza del tuo. Che diavolo? Non c’è proprio niente.» borbottò Mork. La sensazione di disagio iniziava a placarsi da quando avevano iniziato a parlare. Inoltre… conversare era davvero meglio che stare seduti in silenzio.

«Quindi ti viene fame così spesso che la tua famiglia deve conservare il cibo in frigorifero per te.»

«Penso che la tua famiglia sia strana per non avere niente da mangiare in frigo.»

«Non abbiamo fame di notte.»

Mork serrò le labbra, perché si sentiva come se Sun lo avesse appena rimproverato, ma poi si ricordò di quando era a casa e aveva fame, dovevano sempre cucinare.

Rain gli aveva detto che Sun amava il cibo fresco. Cucinava solo quanto bastava per ogni pasto e odiava tenere gli avanzi in frigorifero, perché gli odori a volte fuoriuscivano anche quando il cibo era avvolto correttamente.

Mork osservò Sun cucinare piano. Quest’uomo stava davvero bene in qualunque cosa facesse.

Così fastidioso…

«Fatto.» Disse la persona “fastidiosa”, mentre portava una ciotola di deliziosi spaghetti istantanei pieni di gamberetti e verdure e la metteva davanti a Mork, facendogli venire ancora più fame.

«Grazie.»borbottò Mork, ma Sun lo sentì chiaramente.

«Quindi sai parlare bene, eh?» Mork pensava che Sun se ne sarebbe andato e lo avrebbe lasciato mangiare, ma… Sun si sedette di fronte a lui, facendolo fermare mentre prendeva una forchetta e un cucchiaio.

Mork alzò lo sguardo, confuso.

«Perché non mangi? Non hai detto che hai fame?»

«Puoi andare a letto prima. Mi occuperò io dei piatti dopo che avrò finito.»

«Va tutto bene.»

«Cosa intendi?»

«Me ne occuperò io. Non sembri uno che pulisce da solo.»

«Che gentile.» Mork era sarcastico, ovviamente, ma la sua fame distoglieva la sua attenzione dalla persona che lo stava guardando. Mork prese forchetta e cucchiaio e iniziò a mangiare. Era perché aveva fame o qualcosa del genere? Perché gli sembrava che gli spaghetti fossero stranamente super deliziosi?

«Rain ha detto che ti sei trattenuto dal litigare. È vero?» chiese Sun. 

Appoggiò il mento sul palmo della mano, osservando la persona che si gustava i noodles. Non poteva fare a meno di sorridere. Quando si osserva qualcuno che si gode il cibo che fai… ti senti felice.

«Non farmi la predica adesso. Mi sto godendo il cibo.»

«Sto solo chiedendo. Non ho detto niente.»

«Io non inizio mai una rissa.»

«Sì…? Ma mi provochi sempre.»

«Chi provoca chi? Dillo chiaramente, penso che tu sia quello che mi sta provocando in questo momento.»

Mork alzò lo sguardo verso il bel viso e rimase sorpreso nel vedere Sun che lo guardava mentre mangiava, come se fosse uno spettacolo da cui non riusciva a staccare gli occhi.

In quel secondo, il suo cuore batté di nuovo veloce proprio come quando Sun lo aveva guardato appena entrato in casa…

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