DARK BLUE KISS – CAPITOLO 9

Risolvere i problemi come un idiota

«Sarei io a bloccare la strada? Ho guidato come si deve. Sei tu che non guardi dove vai e per poco non hai urtato la mia macchina. Vedi?»

«Questa è la corsia d’uscita. Hai sbagliato strada.»

Sun spiegò con calma. L’altro uomo fece una smorfia dopo averlo sentito, ma Sun mantenne ancora la calma poiché non voleva discutere. Se solo quell’uomo avesse spostato l’auto, per Sun sarebbe andato tutto bene.

Ma quell’uomo continua a guardarsi intorno, cercando di trovare una prova. Quando vide il segnale di uscita come aveva detto Sun, rimase in silenzio per tre secondi e si voltò a fissare Sun minacciosamente.

«Avresti dovuto dirmelo gentilmente.»

Sun era confuso, non credeva che il modo in cui l’aveva detto fosse poco gentile. Immaginò che l’uomo si stesse comportando in quel modo per salvarsi la faccia

«Puoi per favore spostare la tua macchina dalla strada?»

«E se non lo facessi!?»

«Cosa tu…»

«Cosa?! Cosa farai?!» Il volto dell’uomo divenne ostile. Spinse il petto di Sun così forte che dovette fare un passo indietro. Sun contò da uno a dieci nella sua testa per reprimere la sua rabbia. Non andrà a finire bene se continua a comportarsi in questo modo.

«Bene allora…»

Sun sospirò, guardando quell’uomo con dispiacere. Non volendo litigare, Sun decise di tornare alla sua macchina, pensando che sarebbe stato meglio spostare la sua auto, altrimenti la discussione non sarebbe mai finita. L’uomo tirò il braccio di Sun, ma Sun gli allontanò automaticamente la mano per autodifesa.

«Mi stai prendendo per il culo!?»

Con la sua mano che veniva spazzata via in quel modo, l’uomo si arrabbiò ancora di più. Prima che Sun se ne accorgesse, venne preso a pugni in faccia, barcollando di tre passi indietro. Era sbalordito e confuso sul perché lui era l’unico ad avere la colpa quando quell’uomo aveva provato a litigare per primo.

«Che diavolo sta succedendo?!»

Sun non aveva mai incontrato una persona così ridicolmente irragionevole. Non aveva ammesso il suo errore e aveva iniziato persino a litigare con lui.

«Questo è quello che ottieni quando non tieni a bada la tua bocca!» L’uomo abbaiò contro Sun, sorridendo. «Piccolo stronzo! Non prendermi in giro se è tutto ciò che sai fare. Ragazzi come te si fanno prendere a calci in culo da me tutto il tempo.»

«Anche i ragazzi come te si fanno prendere a pugni la bocca da me tutto il tempo!»

Non era la voce di Sun, ma quella di Mork, sbucò dal nulla e diede uno strattone alla spalla dell’uomo da dietro. Sun stava per dire a Mork di fermarsi, ma era troppo tardi, perché non appena l’uomo si girò, venne colpito subito in faccia.

Il suono di un pugno che si scontrava con il viso era incredibilmente forte.

«Cazzo! Che diavolo?!»

L’uomo urlò dopo che Mork lo aveva spinto via e si coprì il naso sanguinante con la mano.

«Tu!» Indicò Mork furiosamente, scioccato da quello che era successo. Stava ribollendo di rabbia ed era così spaventato che non riusciva a fare nulla perché stava affrontando “il vero problema” mentre Mork non pensava minimamente di arrendersi, non aveva affatto paura

«Vieni a prendere un altro pugno se vuoi!» Mork urlò, stringendo i pugni con gli occhi pieni di rabbia.

«Vieni a prenderlo, merda… Hai ancora voglia di parlare!?»

Più parlava, più si arrabbiava. Mork aveva cercato di calmarsi. Aveva visto cosa era successo prima che scoppiasse la rissa dopo essere uscito dal supermercato con le cose che aveva comprato.

Aveva assistito a tutto e aveva registrato un video, nel caso le cose gli fossero sfuggite di mano. Poteva essere una prova e una conferma che Sun non aveva iniziato la lite.

Mork aspettò con calma per vedere come Sun avrebbe risolto il problema, ma Mork la perse dopo aver visto quanto fosse irragionevole quell’uomo. Come poteva fare un errore e incolpare Sun per quello?

Non era solo quello! Quell’uomo aveva persino colpito Sun. Se Mork non gli avesse dato una lezione, avrebbe continuato a pensare come un tale idiota, a pensare che tutti dovrebbero arrendersi a lui e continuare a comportarsi in quel modo verso le altre persone.

Mork aveva bisogno di dargli una vera lezione!

«È abbastanza.»

Sun afferrò la spalla di Mork, quest’ultimo era così incazzato che stava per dare all’uomo un altro pugno. Sapendo che non poteva competere con Mork, l’uomo indicò la faccia di Mork prima di risalire in macchina e partire.

Mork cercò di calmarsi per qualche minuto, poi si voltò verso Sun, liberandosi dalla stretta del più grande.

«Stai bene?»

«Io sto bene.» Sun guardò Mork con occhi seri. «Dovrei essere io a chiederti se stai bene.»

«Sono tutto intero. Non mi ha colpito.»

«Non intendevo questo. Voglio dire, se ti sei calmato?»

disse Sun stancamente, rendendo la faccia di Mork insensibile. «Quando smetterai di fare a botte? Se quell’uomo avesse avuto una pistola o avesse chiamato i suoi amici in aiuto, non saremmo nei guai?»

«Tu…» Mork fissò Sun, così esasperato da rimanere senza parole. Aveva aiutato Sun senza preoccuparsi di nulla, ma era stato rimproverato invece di essere apprezzato e ringraziato.

Quindi quello che aveva fatto non aveva significato per Sun!?

«Puoi non avere lividi sul viso per almeno un mese?»

«Per quanto tempo continuerai a brontolare?! So di essere irascibile, ma quello stronzo ti stava venendo addosso, vero? Aveva torto, ma ti ha comunque insultato e preso a pugni. Ti aspettavi che io restassi immobile a guardare?»

Mork rispose di scatto, gli occhi pieni di dolore e il viso arrossato, era sia incazzato che deluso, pensando… se fosse stato colpito da quello stronzo, non sarebbe doloroso come le parole di Sun in quel momento.

«So che volevi solo aiutare, ma puoi non risolvere i problemi con la violenza?»

Sun fissò Mork seriamente e Mork ricambiò lo sguardo. Sun non usava un linguaggio volgare, ma a Mork faceva più male che essere insultato con le parole più disgustose del mondo.

Sun stava dicendo che era così stupido da dover usare la violenza?!

«Giusto! Sono stupido e so solo usare la violenza. Posso proteggerti solo in un modo sciocco come questo.»

Mork si allontanò. Non voleva più vedere la faccia di Sun e ferire i propri sentimenti. Qualunque cosa facesse, comunque, non andava bene per Sun.

Sun doveva aver dimenticato quante volte un ragazzo violento come lui, lo aveva salvato dal pericolo.

«Mork!» Sun gridò, ma Mork non si voltò mai indietro. Rimase lì frustrato e, in fondo, si sentiva in colpa per aver detto quelle cose dolorose a Mork anche se Mork lo aveva appena salvato.

Sun aveva cercato di parlare gentilmente con Mork, ma più parlavano, più litigavano.

Forse… lui e Mork non avrebbero mai potuto  essere in buoni rapporti.

***************

Blue Sky Café

Mork spalancò la porta del bar con rabbia. Dopo il litigio con Sun, aveva pensato di tornare a casa. Ma proprio quando stava per avviare la moto, Rain lo aveva chiamato dicendogli di correre al bar. Alla fine, Mork aveva deciso di andarci anche se non era pronto per vedere Sun, non era nemmeno sicuro se avrebbero litigato quando si sarebbero rivisti.

«Cosa ti turba? Sembri pronto a prendere a pugni qualcuno.» salutò Rain felice.

«Mi hai preso alla sprovvista. Te l’avevo detto che non volevo venire, ma mi hai comunque costretto.» Mork lanciò un’occhiata al suo amico e si guardò intorno nel bar. Sun non era nei paraggi e sospirò di sollievo poiché aveva ancora tempo per prepararsi prima che Sun arrivasse.

«Aiuta il tuo amico, per favoreeeee. Il tuo amico vuole avere una ragazza.»

«Cosa c’entro io?»

«Sono tuo amico. Non vuoi che il tuo amico sia felice? Andiamo… Ti offro un pasto domani.»

«Pensa ad oggi prima di pensare al domani.»

«Non spaventarmi. Tu e Sun non sarete mai in buoni rapporti? Voi due siete andati d’accordo solo di recente, vero? Perché sei arrabbiato con lui all’improvviso? Non puoi risparmiare mio fratello?» Rain disse scherzando.

Se Rain avesse saputo che avevano litigato solo una decina di minuti prima, lo avrebbe di sicuro tormentato.

«Chiedilo a tuo fratello.»

Non appena lo disse, Sun entrò nel bar. Li guardò e non disse niente come se non gli importasse. Rain rimase scioccato quando vide un livido sul viso di suo fratello.

«Chi diavolo ti ha preso a pugni? Stavi bene prima di partire.» disse Rain preoccupato

«È successo qualcosa, ma ora va tutto bene.» Sun rispose con voce calma.

Si comportava come se avesse appena incontrato un amico, non come se fosse appena stato picchiato da uno sconosciuto.

«Bene? La tua bocca sanguina.» Rain si arrabbiò con Sun.

«Ho detto che sto bene, quindi sto bene!»

Sun scattò per farlo tacere. Rain non aggiunse altro perché non voleva litigare con suo fratello prima di andare a trovare Manao. Inoltre, sapeva che quel livido non era niente per Sun.

«Cura la tua ferita velocemente, allora.»

«Dove stai andando?» Sun fissò immediatamente suo fratello.

Rain si comportava come se fosse preoccupato per lui, ma subito dopo se ne andò.

«Devo andare da qualche parte. Mork ti aiuterà al mio posto.»

Sun guardò la persona che lo avrebbe aiutato, ma Mork distolse lo sguardo come se non potesse sopportare di vederlo. Quell’atteggiamento indicava a Sun che Mork era venuto lì solo perché suo fratello lo aveva pregato di farlo.

«Mork può aiutarti a curare il livido. È bravo in questo dato che spesso cura i suoi.»

«Non avevi intenzione di vedere Manao? Sbrigati e vai, allora.» Mork rimproverò Rain.

Se Sun si fosse curato quel livido da solo probabilmente sarebbe peggiorato.

«Sì, sì, per favore prenditi cura di mio fratello, amico.» Disse Rain con sarcasmo e andò via. Era già un miracolo non vedere Mork e Sun litigare, figurarsi vedere Mork prendersi cura dell’altro ragazzo.

Sun non rivolse neanche una parola a Mork anche se desiderava scusarsi per avergli parlato troppo duramente, ma c’erano altre persone, clienti e un cameriere nel bar, inoltre non era proprio il momento giusto per chiarire le cose o parlare a proposito.

Sun prese tutto ciò che aveva trovato nel kit del pronto soccorso e si sedette dietro il bancone.

«Il pugno è stato piuttosto forte, giusto? Il livido non è affatto leggero.» Il cameriere vide Sun che si asciugava il sangue dall’angolo della bocca prima di andare per prendere l’ordine da un cliente.

Mork incrociò le braccia al petto, guardando Sun che medicava goffamente il suo livido finché non ce la fece più.

«Lasciati aiutare…»

La persona che nascondeva la sua preoccupazione si avvicinò e trascinò una sedia per sedersi davanti a Sun. Fissò Mork, incapace di credere che Mork si fosse offerto volontario per curarlo.

Se pensava che Mork si stava preoccupando per lui…  era troppo presuntuoso?

Mork non chiese e non disse una parola, ma i suoi occhi si riempirono di preoccupazione. Anche Sun rimase in silenzio, ammise che era davvero bello che Mork non fosse freddo con lui, anche se aveva evitato Sun per giorni e Sun aveva ferito i suoi sentimenti quasi mezz’ora prima.

Mork versò su un batuffolo di cotone dell’alcool denaturato e pulì l’angolo della bocca di Sun.

«Ahi! Sii gentile.» Piagnucolò Sun, ma Mork continuò. Lo premette anche più forte, il suo viso era indifferente al dolore di Sun. Sun pensò che Mork stesse cercando di peggiorare il suo livido, non di aiutarlo.

Se Sun avesse detto a Mork che lo avrebbe fatto da solo, si sarebbe sentito come… Era meglio sopportare il dolore e lasciare che se ne occupasse Mork. Ma sarebbe stato carino se Mork fosse stato un po’ più gentile con lui!

«Mi stai aiutando o mi stai facendo del male?» chiese Sun, guardando Mork con occhi acuti ma imbronciati. Tuttavia, Mork lo ignorò come se non potesse sentire la sua voce,

«Sto parlando con te.» disse Sun ad alta voce.

Mork si limitò a guardarlo in faccia e continuò a curare il livido… senza delicatezza come sempre.

«Sei sempre così duro quando medichi i tuoi stessi lividi? Posso farlo da solo se mi stai aiutando contro la tua volontà.»

«Ehi! Mi senti?»

«Mork! Sto parlando con te.»

Sun non avrebbe mai pensato che sarebbe stato così irritabile, ma gli dava davvero sui nervi quando Mork lo ignorava, si comportava come se non sentisse nulla e non aveva alcuna reazione in quel momento…Sun notò qualcosa di strano, e capì perché Mork non aveva risposto.

Questo teppista!

Sun pensò infastidito mentre allungava la mano per togliere i tappi per le orecchie dalle orecchie di Mork, costringendolo a fissarlo. Non disse ancora niente, lo fissò e basta.

«Ti sei comportato come se non potessi sentirmi a causa di questi, eh?» chiese Sun minaccioso, in qualche modo irritato dal fatto che Mork odiasse sentire la sua voce così tanto.

Quella era la prima volta da quando era nato che vedeva qualcuno così disgustato al punto che aveva bisogno di tappi per le orecchie… Non era troppo?!

«E allora?» rispose Mork, chiaramente cercando di dare sui nervi a Sun.

«Tu…» Sun era a corto di parole. Aveva pensato che Mork fosse carino per non più di tre minuti, ma poi voleva di nuovo urlare contro Mork.

«Dovresti ringraziarmi per aver cercato di porre fine alla nostra guerra, in realtà.»

«Indossando questi tappi per le orecchie?»

«Giusto. Dal momento che non riesco a sentirti, almeno non mi arrabbierò e litigherò di nuovo con te.»

«Non dirmi che hai visto la rissa perché sei passato a comprare questi tappi per le orecchie.»

«E sono molto utili.»

Mork li riprese e se li rimise alle orecchie. Sun strinse i denti così forte che si poteva udire il suono, perché Mork stava alimentando la sua rabbia. Quello non era per porre fine alla loro guerra poiché Mork stava sicuramente cercando di iniziarne una.

Piccolo mostro!

*****************

Pete si offrì volontario per accompagnare Kao a casa del preside Noppakom, ma per tutto il tragitto, la persona a cui era stato rubato il tempo con il suo ragazzo continuava a brontolare. Kao non aveva idea se avrebbe dovuto essere arrabbiato o ridere.

Kao in realtà aveva detto a Pete di non accompagnarlo lì e di non preoccuparsi che facesse da tutor al figlio del preside perché lo avrebbe fatto solo dalle 9 del mattino alle 12 nei fine settimana.

Di solito Pete dormiva nei fine settimana

Al termine del tutoraggio, Kao avrebbe trascorso con Pete per il resto della giornata come al solito. Kao aveva risolto il problema perdendo volentieri il suo tempo ozioso sul letto per fare da tutor al figlio del preside in modo da poter avere tempo per Pete come prima. Perché Pete continuava a brontolare, però?

Beh… il fatto era che Pete aveva detto che aveva un brutto presentimento e aveva insistito sul fatto che doveva vedere la casa e lo studente di Kao. Ecco perché Pete si era offerto volontario per dare un passaggio a Kao.

Dato che la sessione di tutoraggio iniziava così presto, Pete si era dovuto svegliare ancora prima, il che lo aveva reso ancora più fastidioso. Kao si chiese se Pete avesse preso questa abitudine da Sandee. Pete si lamentava di come Sandee si comportava come la loro mamma, ma ora Pete sembrava come il padre di Kao.

Non quel tipo di “papà”, però, era come un papà che tormenta suo figlio!

«Quella casa.» disse Kao quando arrivarono quasi a destinazione.

«Sei venuto già in questo posto?»

«Una volta sono venuto qui a prendere il lavoro per mia mamma.»

«Devi fargli pagare molto per far valere il mio caffè e la mia benzina.» Pete parcheggiò l’auto davanti alla grande casa di Noppakom. Lo guardò attraverso la finestra e strinse le labbra.

«Cosa c’è che non va nella tua faccia?» Kao rise.

«Una casa così grande e lussuosa. Può sicuramente assumere un tutor per suo figlio.»

«Sei così odioso.» Kao simulò un morso con la bocca. «Te l’avevo detto che suo figlio odia studiare con qualcuno di vecchio. Vuole qualcuno che abbia quasi la stessa età così possiamo parlare come amici.»

«L’hai incontrato?»

«No. Lo incontro oggi.»

«Lo incontro con te, allora.»

Pete sbadigliò, non poteva essere evitato… perché Pete andava sempre a letto dopo mezzanotte. Si era svegliato presto quel giorno per andare a prendere Kao e portarlo lì, quindi aveva dormito solo poche ore.

«Puoi andare via prima. Verrò a trovarti dopo che avrò finito.» Kao si sentì male a vedere Pete in quel modo.

«Se avessi voluto andarmene prima, perché ti avrei accompagnato qui?»

«Aspetti qui fino a mezzogiorno?»

«Non posso?»

«Sei pazzo?»

«Che cosa?»

«Mi aspetterai dentro? Mi distrai.»

«Allora aspetto in macchina.»

«Che esagerato.» Kao scosse la testa. Pete si era aggrappato a lui troppo seriamente. «Comunque… il caffè di Sun non è lontano da qui. Puoi aspettare lì. Chiamo una moto taxi 

quando ho finito.»

«Penso quale sia peggio, aspettare qui o aspettare in quel caffè.»

Pete aveva pensato di aspettare al Blue Sky Cafè, ma era strano visto che non era mai andato lì da solo. Non era vicino a Rain e Sun come lo era Kao, e una volta aveva litigato con entrambi. Adesso erano in buoni rapporti, ma comunque…

«Hai ancora problemi con lui?»

«No, ma probabilmente lui ha un problema con me.»

«Non credo che abbia un problema con te. Sei tu…»

«Sei sempre con me quando lo vediamo. Potrebbe trattenersi di fronte a te per mantenere la sua buona immagine. Potrebbe essere completamente diverso se fossi solo.» spiegò Pete.

«Sun non è come te che litiga sempre con le persone.»

«Proteggi qualcun altro ma insulti il ​​tuo ragazzo?»

«Hai paura di lui?»

«Pensi che abbia paura di qualcuno?»

«Sì, che figata.» Kao increspò le labbra verso l’uomo senza paura. Pete rimase ferito tutto il tempo perché era sempre stato così. «Sun non ti infastidirà più in quanto è Mork il suo bersaglio adesso.»

«Giusto, è piuttosto intenso.»

Pete pensò al modo in cui Mork e Sun si beccavano l’un l’altro e non poté fare a meno di ridere perché quei due erano i suoi nemici. Improvvisamente si rese conto di avere molti nemici.

«Aspettami al caffè di Sun, va bene?»

«Ehm… va bene.»

Quando Pete annuì, Kao si tolse la cintura di sicurezza e scese dall’auto. Pete lo seguì.

«Perché mi stai seguendo?»

«Fammi incontrare prima il tuo studente.»

Kao scosse la testa, ma non lo fermò. Se Pete non avesse incontrato il suo studente, probabilmente non si sarebbe sentito a suo agio. Una domestica aprì il cancello in quel momento. Kao era sconvolto quando vide la persona che camminava dietro la cameriera… Si erano incontrati una volta, ma Kao lo ricordava bene

Questo ragazzo era piuttosto sorprendente e un tale indimenticabile rompicoglioni. Sì… era stato lui a sbattere contro Kao quel giorno al bar dell’università!

Il… Il mondo sta diventando troppo piccolo!

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