DARK BLUE KISS – CAPITOLO 10

Il ragazzo dell’inferno

«Cosa c’è che non va?» chiese Pete confuso quando Kao guardò il suo studente come se si fossero già incontrati prima.

«Niente, è solo che non mi aspettavo che sembrasse così indisciplinato.» rispose Kao con lo stesso tono. Quel ragazzo pareva davvero indisciplinato. Non sembrava un liceale ma più uno studente universitario.

«Sì, sembra difficile da gestire.»

«Non litigare con lui.»

«Non lo farò, a meno che non cerchi di darmi sui nervi.»

Pete osservò lo studente di Kao con occhi privi di emozioni, anche se in realtà era irrequieto. Non solo Pete odiava quel ragazzo già dal primo incontro, ma anche il modo in cui guardava Kao lo turbava. Questo non è il modo in cui guardi un conoscente. Sembrava più che quel ragazzo fosse particolarmente interessato a Kao.

Il suo sesto senso gli diceva che sarebbe andato tutto male. 

«L’hai incontrato. Ora vattene. Ci vediamo quando avrò finito.»

«Muori dalla voglia di liberarti di me?»

«Esatto! Vai via.»

Kao spinse Pete di nuovo in macchina, non volendo che Pete litigasse con il suo studente il primo giorno. Pete aveva una boccaccia, mentre quel ragazzo era davvero una rottura di scatole. Se avessero cominciato a litigare… sarebbe stata la fine.

A giudicare dal modo in cui Pete lo guardava, sapeva che Pete lo odiava dal primo istante.

«Sei qui per istruirmi?»Lo studente di Kao salutò con un sorriso così dolce che in qualche modo lo faceva sentire insicuro.

«Sì.» Kao annuì e la domestica lo invitò a entrare. Kao entrò al fianco del proprietario di casa. Non gli piaceva quel ragazzo da quando si erano conosciuti, ma cercava di non mostrarlo.

Perché si sarebbero visti per un bel po’, almeno fino a quando lui non farà l’esame di ammissione.

«Sono Kao. Come ti chiami?»

«Non.» Non si presentò e fece a Kao un sorriso civettuolo non necessario.

«Sai che sono andato a trovarti al bar dopo quel giorno? Ma non sono riuscito a trovarti. Ho pensato che fossi senza speranza. Invece sono così fortunato. Sei venuto a casa.»

«Non volevo. Tuo padre mi ha assunto.»

«Sì, questo è sicuramente il destino.» Non guardò Kao negli occhi di proposito. Se fosse stata una ragazza, avrebbe creduto che Non ci stesse provando con lui.

«Perché volevi vedermi?»

«Davvero non lo sai?»

«Uh…» Kao si sentì a disagio, ma disse a se stesso che ci stava pensando troppo. Al preside non piaccevano le persone omosessuali, non era possibile che Non fosse gay e volesse corteggiarlo.

Quel ragazzo lo stava solo prendendo in giro!

«Il ragazzo che ti ha lasciato proprio ora, in che rapporti siete?»

Una volta entrati, dopo aver raggiunto il tavolo da studio, Non chiese improvvisamente di Pete. 

Kao si fermò come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Non si aspettava che Non facesse quella domanda al loro primo incontro.

Oppure sapeva che Kao e Pete non erano solo amici…?

Non è possibile!

Kao si rifiutava di crederci. Come poteva Non saperlo quando aveva visto Pete per tipo… tre minuti? E non si erano nemmeno comportati come una coppia. Nessuno poteva scoprirli, non importava quanto fossero acuti i loro gaydar. June e Thada erano con loro tutti i giorni, ma non ne avevano idea. Inoltre, Kao era determinato a non far sapere a nessuno della loro relazione… specialmente a quella famiglia.

Inoltre, il padre di Non aveva pregiudizi nei confronti dei bisessuali, quindi Kao non doveva farglielo sapere.

«Cosa c’è che non va? Stupito dalla mia domanda?»

«Sono sbalordito perché hai fatto una domanda del genere a qualcuno che conosci appena.»

«Voi due sembrate stranamente vicini, ecco perché. È un segreto…? Mi chiedo solo se è tuo amico o tuo fratello, tutto qui.» Non gli rivolse un sorriso malvagio, guardandolo con aria interrogativa. Kao iniziò a pensare che quel ragazzo non era solo un rompicoglioni, ma anche pericoloso. «Oppure… è qualcos’altro?»

«È mio amico!» Kao ricambiò lo sguardo irritato.

Non lo stava prendendo troppo in giro. Era un suo studente, che diritto aveva di chiedergli della sua vita personale?

«Ecco fatto. Giusto! Penso che la prossima volta dovremmo studiare da qualche altra parte. È noioso a casa. Qualche caffetteria andrebbe bene dato che ti piace il caffè, giusto? Sarà il mio regalo.» disse Non, scrollando le spalle, chiedendo poi alla domestica di portare fuori degli spuntini e dell’acqua. Kao sospirò di nuovo, sapendo che Non aveva menzionato di proposito una caffetteria. Non era più sicuro di riuscire a superare quella sessione di tutoraggio poiché il suo studente era una vera palla al piede.

Urgh… Riuscirò a superare tutto questo?!

**************

Manao sarà in casa?

Rain parcheggiò la bicicletta davanti alla casa di Manao dove l’aveva lasciata l’ultima volta. Aveva portato i biscotti dal bar speranzoso… Rain si sentiva come se stesse affrettando le cose, presentandosi all’improvviso a casa sua in questo modo, ma aveva cercato nella sua scuola e al supermercato dove Mork aveva detto di averla aiutata con quei teppisti. Tuttavia, Rain non riusciva a trovarla da nessuna parte.

Se non fosse andato lì, avrebbe perso un’occasione per sviluppare la loro relazione e avrebbe impiegato troppo tempo.

«Oh sei tu.» Manao aprì il cancello dopo che Rain aveva suonato il campanello e aveva aspettato per quasi dieci minuti. Lo salutò con un sorriso luminoso, come il sole del mattino. Lo fece sorridere subito a sua volta.

Era così felice di riuscire a vederla dopo aver aspettato a lungo.

«Cosa ti porta qui, Rain?»

«Oh, sono di passaggio, quindi ti ho portato dei biscotti.»

«Davvero?» Manao lo guardò sospettoso. Non erano nemmeno vicini, perché aveva portato i biscotti per lei proprio a casa sua?

«Beh… ehm… il bar ha provato una nuova ricetta, quindi te ne ho portato un po’ come campione. Puoi fare una recensione, che sia buono o meno.» spiegò Rain per nascondere la sua timidezza e le porse un pacchetto di biscotti.

Voleva parlarle più a lungo, ma aveva detto che era solo di passaggio. Inoltre, sarebbe strano se le chiedesse di invitarlo a entrare perché si erano incontrati solo poche volte.

«Grazie.» Manao prese il pacchetto e guardò dietro Rain.

«Ah… sei venuto qui da solo?»

«Sì.» Rain annuì «Perché?»

«Niente. Pensavo che anche Mork fosse qui. Ha detto che è tuo amico.»

«Oh! Probabilmente è a casa dato che è sabato.» affermò Rain, sorridendo anche se stava mentendo. Non voleva dirle che Mork era al bar, poteva renderla triste.

In fondo, Rain si sentiva davvero deluso dal fatto che Manao volesse vedere il suo amico, non lui.

«Sto solo chiedendo, però…» Manao parlò, ma il suo viso arrossì quando pronunciò quelle parole.

«Beh… voglio solo ringraziarlo per avermi salvato quel giorno.»

«Glielo dirò per te.»

«Grazie.» Manao sorrise timidamente, era totalmente diverso dal suo sorriso per Rain. Potrebbe non avere molte esperienze con l’amore e le ragazze, ma questo poteva capirlo chiaramente.

«Gotcha! C’è un ragazzo che viene a trovare Manao a casa sua.» Due delle sue amiche si affacciarono dalla porta e la presero in giro. Manao si voltò per guardarle accigliata, il suo viso carino arrossì dall’imbarazzo, Rain la guardava completamente colpito.

Carina… Carina… Carina…Carina!

La sua testa era piena di quella parola.

«È Mork? È piuttosto carino.»

«No, non è lui!» disse Manao a voce bassa e con un sguardo fece segno alle sue amiche di tornare in casa, ma le sue amiche non tornarono dentro, continuavano a guardare lei e Rain, sorridendo. Le sue parole fecero svanire lentamente il sorriso dalle labbra di Rain.

La mente di Rain era piena di un’enorme delusione… Doveva essere così presa da Mork al punto da aver parlato di lui alle sue amiche, proprio come Rain aveva parlato di lei a Mork, giusto?!

«Uh…me ne vado, allora.»

«Va bene. Grazie per i biscotti.» Rain salì sulla bicicletta. Manao sorrise e aspettò che se ne fosse andato, poi tornò dentro, non sapendo che… Il viso sorridente di Rain era lentamente scomparso.

In quel momento, si sentiva stranamente irrequieto.

Quindi a Manao… piace Mork!

**************

Blue Sky Cafè

«Che cosa?» chiese Mork alzando lo sguardo verso la persona alta che stava vicino al suo tavolo e che gli offrì da bere anche se non aveva ordinato niente. E quella persona non era altro che il tizio che si era fatto prendere a pugni sul viso la mattina stessa.

«Frappè alla banana… Non è il tuo preferito?»

Con quella risposta, Mork fissò Sun con sospetto, non fidandosi di lui. La prima cosa era, come faceva Sun a sapere cosa gli piaceva? La seconda cosa era che non l’aveva ordinato. Sun aveva messo un lassativo nella bevanda per vendicarsi di lui dopo il loro litigio di qualche momento prima?

«Non ho messo un lassativo.»

Intelligentone!

«Non l’ho ordinato.»

«L’ho fatto per te.»

«Sei così gentile, eh?»

«Beh, mi stai aiutando e hai persino curato il mio livido… Anche se sei stato un po’ duro.»

«Non ti sei lamentato quando sei stato preso a pugni, ma non puoi stare zitto solo perché ho curato il tuo livido.»

Nonostante quelle parole dure, Mork afferrò il bicchiere e bevve il milkshake alla banana.

«Invece di tormentare la persona che ti sta curando, dovresti andare a picchiare quello stronzo.»

«Ti stavo solo avvisando di come ti stessi comportando da testa calda…» 

«È perché stai assillando la persona sbagliata. Aggredisci chi ti ha preso a pugni, non chi ha curato il tuo livido.»

«Farsi male da uno sconosciuto non è doloroso come farsi male da qualcuno vicino a te.»

«Da quando siamo vicini?»

«Beh…»

Sun guardò Mork con occhi significativi. Prima che potesse pronunciare una parola, la porta del caffè venne aperta. Lui e Mork si girarono da quella parte e furono sorpresi di vedere Rain entrare imbronciato. Sembrava molto radioso quando se ne era andato.

«Hai litigato con qualcuno? Perché sembri arrabbiato?» Sun chiese a suo fratello.

«Non è niente.» rispose Rain infastidito cercando, senza riuscirci, di nascondere la sua preoccupazione.

«Sei sicuro di non aver litigato con nessuno?»

«Con chi posso litigare, Sun?»

Rain sospirò, osservando Mork, la causa del suo umore attuale, e si diresse verso il frigorifero dietro il bancone per bere dell’acqua fredda per raffreddare la sua rabbia.

Sun guardò Mork come se gli stesse chiedesse se sapesse qualcosa. Mork scosse la testa, anche se poteva immaginare che Rain si stesse comportando in quel modo a causa di Manao.

Ha litigato con quei teppisti…?

Un cliente arrivò prima che si possa rispondere alla domanda di Mork. Sun andò a prendere l’ordine al bancone mentre Rain, che si era calmato, si sedette con Mork al tavolo e lo fissò.

«Perché diavolo mi stai fissando…?» chiese Mork, sbalordito.

«Ho qualcosa da chiederti.» confessò Rain seriamente. Sapeva che non era colpa di Mork se a Manao piaceva, quindi doveva parlare con il suo amico per prevenire problemi futuri.

«È così grave?»

«Sì! È una questione di vita o di morte, voglio prima chiarire le cose con te.»

La sua voce era dura come la sua espressione e anche Mork si sentiva ansioso. Rain era uscito per un po’ ed era tornato come uno che portava sulle spalle il peso di una nazione.

«Quindi?»

«Sono andato a trovare Manao e lei ha chiesto di te.»

«E allora?»

«Davvero non ne hai idea?»

«Non girarci intorno. Dì quello che vuoi dire.»

«Penso che potresti piacere a Manao.» Mork divenne così silenzioso, Rain sentì che anche il bar era silenzioso, anche se i clienti stavano ancora chiacchierando. «Voglio sapere se lei… ti piace.»

La frase successiva rese tutto ancora più tranquillo. Mork lanciò un’occhiata a Sun inconsciamente e vide Sun che li stava già fissando… come se avesse sentito tutto

E ora… anche Sun aspettava di sentire la sua risposta!

«Si?» Rain chiese dopo che Mork era rimasto in silenzio per diversi secondi. Mork distolse gli occhi da Sun e si rivolse al suo migliore amico. 

«Beh..non è un grosso problema. Abbasserò le mie speranze se ti piace.»

«Sei davvero serio con lei, eh?»

«Non posso?» Rain fissò Mork, aspettando la sua risposta. Ammise che gli piace davvero Manao e voleva corteggiarla seriamente dopo non averlo fatto per molto tempo. Ma se a Mork piaceva davvero, si sarebbe tirato indietro, non avrebbe mai voluto litigare con il suo migliore amico.  Inoltre, non voleva litigare con Mork a causa di una ragazza

«È fantastico che tu sia serio. Non si farà male.»

«Quindi lei ti piace?»

«Come può piacermi, quando ti piace così tanto?»

«Puoi se ti piace. Non preoccuparti per me.»

«Che carino da parte tua.» disse Mork seccato con sarcasmo. Rain era entrato nel bar imbronciato, ma ora aveva un ampio sorriso stampato in faccia. «Non mi piace in quel modo. Non preoccuparti.»

«Suona meglio ora che te l’ho sentito dire.»

Rain divenne ovviamente felice. La risposta di Mork non solo lo mise a proprio agio, ma fece anche sentire sollevata la persona che stava ascoltando. Se a Mork piaceva Manao, Rai non sarebbe stato l’unico ad essere ferito.

Ma anche Sun… sarebbe stato male!

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