DARK BLUE KISS – CAPITOLO 26

Il vero uomo

La Facoltà di Ingegneria

Università N

«Non pensi che sia stranamente silenzioso?» chiese Pete a Kao mentre si dirigevano verso il parcheggio dopo essersi separati dai loro amici. Gli studenti non si trovavano tutti al piano terra della facoltà come al solito, anche se avevano finito la lezione prima perché Kao doveva aiutare sua madre con il suo lavoro. Aveva detto di non riuscire a valutare gli esami e finire di lavorare sui suoi documenti in tempo. Preoccupato che sua madre lavorasse troppo e si ammalasse, Kao aveva promesso di darle una mano quando la sua lezione fosse finita.

Naturalmente, Pete si era offerto volontario per dargli un passaggio non appena l’aveva saputo così Pete poteva dare una mano a sua madre come un figlio amorevole qual era.

«No perché?»

«Non intendevo la facoltà. Parlo di Anon.»

Pete aprì la sua macchina. Le sue parole fecero fermare di colpo Kao, la sua mano rimase sospesa sopra la maniglia della portiera dell’auto. Si era appena reso conto che Anon non aveva fatto alcuna mossa ed era stranamente silenzioso come aveva detto Pete.

Kao era preoccupato che Anon avrebbe fatto la spia dopo che avevano litigato quel giorno, e il preside avrebbe rimproverato sua madre, di conseguenza sua madre gli avrebbe chiesto cosa fosse successo.

Ma… sua madre non gli aveva detto niente.

Kao era sollevato che non fosse successo niente all’inizio, ma si sentiva turbato dentro. Poteva percepire la terra tremare sotto i suoi piedi. La sua preoccupazione si era intensificata con le parole di Pete… Anon stava escogitando un piano per infastidirli?

«Lo pensi anche tu, vero?» chiese Pete, ma Kao salì in macchina senza rispondere. Pete si mise al posto di guida e partirono. La sua espressione pensierosa preoccupava Kao come nient’altro.

«Pensavo che lo avrebbe detto a destra e a manca quel giorno, ma non l’ha fatto, quindi mi sono sentito sollevato. Ma con il passare dei giorni, penso che sia stranamente tranquillo. Un idiota come lui deve aver fatto qualcosa dopo esser stato preso a calci in culo in quel modo.»

Pete consultò Kao, che era preoccupato per la stessa cosa.

«Sono preoccupato per tua madre.»

Se si fosse verificato un problema, per sua madre sarebbe stato difficile. Il preside era il suo capo, colui che valutava la sua prestazione lavorativa. Sarebbe stato terribile se fossero finiti in cattivi rapporti.

«Anch’io sono preoccupato.» ammise Kao. «Se mia madre venisse ripresa dal preside e scoprisse la nostra relazione, rimarrebbe doppiamente scioccata. Temo che non sarebbe in grado di sopportarlo.»

La voce mite di Kao fece voltare Pete. Sapeva che Kao si stava preparando da molto per il momento in cui sua madre lo avrebbe scoperto ma non ci riusciva, probabilmente non voleva che accadesse il peggio.

Pete provava lo stesso, ma doveva essere più difficile per Kao, lui era il suo figliolo.

«Dai, potrebbe non essere poi così grave.» Pete consolò Kao, una mano che gli faceva dondolare dolcemente la testa, mentre l’altra mano era sul volante. Fece a Kao un sorriso confortante.

«Lo sapremo questo sabato.»

«E se lei non ci accettasse e ci dicesse di rompere? Cosa faremmo?»

«Te l’ho già detto, noi non ci lasceremo.» insistette fermamente Pete.

«Potremmo dover mantenere le distanze, non passeremo la notte insieme. Aspetteremo che lei capisca prima di tornare insieme.»

«A te sta bene mantenere le distanze l’uno dall’altro?»

«Potrebbe accadere, ma non è che non ci vedremo più. Continuerò a venirti a prendere e riaccompagnarti come prima. Saremo insieme in facoltà e “possiamo farlo” in altri posti.»

«Stronzo! Non sono preoccupato per questo!» Kao urlò, incapace di credere che Pete menzionasse il sesso in una situazione così seria. «Sei troppo ossessionato da questo, pervertito!»

«Meglio pensarci in anticipo. Dobbiamo pianificare tutto meticolosamente.» Pete rise divertito.

Kao alzò gli occhi al cielo. Stava per dire che Pete era carino, ragionevole, affidabile, ma l’ultima frase lo aveva lasciato senza parole… Per l’amor del cielo! Come poteva Pete pensare ad alcune cose senza preoccuparsi del tempo e del luogo?

*********

Quella sera

Ufficio Affari Accademici, Scuola B

«Vado a comprare il caffè. Vuoi qualcosa da bere?

Vedendo Kao sbadigliare ripetutamente mentre digitava i punteggi, Pete si sentì male, quindi decise che avrebbe comprato del caffè per Kao e sua madre.

«Prendo un cappuccino. Grazie, Pete.»

«Prego.»

Pete sorrise a Kaew e si rivolse a Kao senza parlare «Torno subito.»

Uscì dalla stanza e si avviò verso la sua macchina parcheggiata davanti all’edificio. Si stava dirigendo verso un bar lì vicino.

Kao non si era accorto che sua madre aveva guardato Pete che se ne andava prima di tornare al lavoro.

«Non è adorabile?» parlò sua madre.

I suoi occhi erano fissi sullo schermo, concentrandosi di più sul suo lavoro che sulla conversazione, ma fece impallidire il colpevole. Si voltò verso sua madre mentre lei alzava lo sguardo.

«Stai bene, figliolo? Perché sei così pallido?»

«Niente. Immagino di non aver dormito abbastanza, quindi mi sono sentito un po’ stordito.»

«Dovresti riposare.»

«Va tutto bene. Adesso mi sento meglio.»

«Pete è così gentile anche con altri amici?»

Sua madre aveva citato di nuovo Pete. Kao aveva un brutto presentimento al riguardo.

«Lo è, accompagna sempre Sandee a casa.» Kao inventò una scusa in modo che sua madre non pensasse che Pete fosse particolarmente e stranamente gentile con lui. «Offre sempre un pasto a June e Thada.»

«Ricordo che hai detto che era un piantagrane. Non lo è più, vero?»

«No, è un bravo ragazzo adesso. Suo padre gli fa persino complimenti costantemente.»

«Ha una ragazza? Non l’ho mai sentito parlare di ragazze. Come fa a trovare una ragazza quando è sempre con te in questo modo?» La sua domanda poteva non significare nulla agli occhi degli altri, ma Kao si sentì come se fosse sotto interrogatorio. Era terribilmente preoccupato e aveva paura che sua madre lo avesse scoperto o iniziasse a insospettirsi.

«Deve pur frequentare qualcuno. È un tale playboy… E tu? Esci con qualcuno? Non ti ho mai sentito parlare di ragazze.»

Kaew gli sorrise. Kao la guardò e si sforzò di ricambiare il sorriso… Non voleva mentire, ma era troppo spaventato per dire la verità.

«Puoi dirmi tutto. Non mi dispiace. Una volta ho anche detto a te e Gib di vostro padre.»

Kao riuscì solo a fare un piccolo sorriso, senza dire nulla, pensando che la loro relazione fosse molto diversa da quella dei suoi genitori. Non era sicuro che sua madre avrebbe sorriso o continuato a pensare che Pete fosse adorabile dopo aver appreso la verità.

«Buona sera, Kaew.» Kao era felice che qualcuno fosse entrato, quindi non avrebbe dovuto più parlare di Pete con sua madre. Ma… Kao fu sbalordito quando alzò lo sguardo. La persona che era entrata nel suo ufficio era qualcuno che non avrebbe voluto mai più incontrare.

Esatto… quella persona era il preside Noppakorn.

Kao non riusciva a pensare a cosa avrebbe dovuto fare in quel momento!

«Oh! Buonasera. Siete ancora qui?» Kaew salutò il preside con un sorriso.

Il preside sembrò normale, quindi Kao pensò che non avrebbe detto a sua madre di lui e Pete. Kao non era del tutto sollevato, però, perché Anon non avrebbe lasciato stare la faccenda senza fare nulla.

«Stavo per andarmene, ma ho visto che tuo figlio è qui per aiutarti, quindi ho pensato di venire a salutarti.» disse il preside e si rivolse a Kao. Kao si alzò per salutarlo con rispetto, cercando di comportarsi normalmente, dicendo a se stesso che non c’era nulla di cui preoccuparsi. «Grazie per aver fatto da tutor ad Anon.»

«Prego, signore.»

«Ma non devi più fargli da tutor.» disse il preside con un sorriso, mentre il modo in cui guardava Kao era freddo e offensivo. In quel momento, Kao capì perché era andato lì lui stesso per dire a Kao di smetterla di fare da tutor a Anon.

Doveva aver scoperto che Kao era gay. E quello che gliel’aveva detto doveva essere stato Anon!

«C’è qualcosa che non va?» chiese Kaew, guardando Kao confusa, poi si rivolse al preside, chiedendo spiegazioni. Il preside che diceva a Kao di smettere di fare lezioni ad Anon nonostante fosse stato lui a chiedere il suo aiuto, significava che Kao non era riuscito a fare il suo lavoro. Kaew era abbastanza fiduciosa che suo figlio non avrebbe fallito.

Kao era responsabile e faceva sempre del suo meglio in tutto. Non la deludeva mai.

«Non c’è niente che non va. Potrebbe sembrare che io abbia una mentalità ristretta, ma non voglio che Anon si associ a tuo figlio, altrimenti verrà trascinato giù per fare qualcosa di vergognoso.»

«Ma Kao non si è mai comportato male. L’ho cresciuto bene.»

«Cosa sai di lui?» Il preside fece un sorriso imbarazzato. «Non sai che tuo figlio è gay, vero? E il suo migliore amico appiccicoso è il suo amante. Cosa potrebbe accadere dopo?»

Le parole del preside stordirono Kaew. Si girò verso Kao, l’espressione sul viso era illeggibile, e questo fece piangere Kao. Le parole del preside non lo avevano ferito tanto quanto il modo in cui aveva deluso sua madre… Aveva così tanto da dire, ma faceva così male che le parole non riuscivano ad uscire fuori.

Kao ammise che Pete aveva sbagliato a usare la violenza, ma Anon aveva iniziato tutto. Era così peccaminoso avere una relazione omosessuale?

Essere gay era una cosa naturale, non poteva cambiarlo. Non era giusto essere irragionevolmente insultati da una persona eterosessuale come lui.

«Sono così deluso da te e tuo figlio… che peccato.»

«Ammetto di aver preso a pugni tuo figlio!» Pete si presentò all’improvviso, scioccando tutti, specialmente Kao. Non aveva mai pensato che Pete avrebbe risposto al preside. «Ma tuo figlio ha iniziato. Inoltre… Kao e io siamo come tutte le altre coppie. Non abbiamo mai causato problemi.»

«Non hai mai causato problemi?» Il preside fece una risata forzata.

«Mai! Non abbiamo mai fatto qualcosa di terribile o vergognoso come ci accusi.»

«Non capisco i giovani di oggi. Perché parlano delle questioni private in questo modo?» Colpito da qualcuno giovane come suo figlio, il preside si arrabbiò. Guardò Pete e Kao con occhi pieni di avversione. «I tuoi genitori non hanno detto nulla sul tuo comportamento vergognoso e poco virile anche se sei nato uomo?»

Atteggiamento poco virile!?

Pete strinse i pugni, infuriato. Anon doveva essersi infuriato per quel pugno, quindi aveva sbandierato la loro relazione poiché non aveva il coraggio di combatterli da solo. Che codardo! Li aveva attaccati alle spalle. Quanto era stato virile lui?

«Pete, calmati.»

Kao afferrò la mano di Pete, allontanandolo dal preside, temendo che Pete potesse colpirlo. Pete era più furioso di quando aveva litigato con Anon, e Kao capiva come si sentiva Pete. Il preside aveva esagerato. Non aveva insultato solo Pete ma anche suo padre, che non aveva fatto niente di male.

«Guarda tuo figlio, Kaew. Ha il coraggio di comportarsi così in tua presenza.»

«L’ho visto, preside.» parlò Kaew dopo un lungo silenzio. Kao non riusciva a capire cosa stesse provando sua madre. Aveva paura che lei fosse delusa e incapace di sopportarlo. Lui era suo figlio, ma l’aveva fatta sentire umiliata e disprezzata.

«E non ho mai visto questi ragazzi comportarsi male o fare qualcosa di vergognoso e poco virile come lei ha appena detto.» disse con calma.

«Kaew!» Il preside urlò perché sembrava che si fosse schierata dalla parte del figlio.

«Penso che dovresti cambiare il tuo modo di pensare. Nessuno disprezza gli altri a causa della loro sessualità in questi giorni. Se giudichi qualcuno in base alla loro sessualità come vergognoso… penso che quel tipo di prospettiva sia medievale. Un dirigente non dovrebbe avere un tale punti di vista.»

«Hai il coraggio di parlarmi così?!»

«Voglio solo che ci pensi. Inoltre, se non è virile essere gay, allora immagino che anche suo figlio sia poco virile, perché anche Anon è gay. Devono aver litigato perché suo figlio stava cercando di provarci con mio figlio.»

«Kaew!» Il preside divenne rosso di rabbia.

«Per favore, chieda a suo figlio di dirle cosa è successo di nuovo.»

Fece un inchino e alzò gli angoli della bocca. Il preside li guardò, incapace di discutere, poi si precipitò fuori dalla stanza, infuriato e umiliato. Tuttavia, quelli più scioccati erano Kao e Pete. Non si aspettavano che Kaew sapesse tutto da così tanto tempo. Aveva persino contrattaccato il preside in modo feroce e diretto in ogni punto… Pete non si chiese più come una donnina come lei fosse riuscita a crescere Kao e Gib tutta da sola.

Kaewkam era una donna rispettabile, più forte e più audace di quanto pensasse!

**********

Quella notte

Kao e Pete avevano aiutato Kaewkam con il suo lavoro fino a quando non erano quasi le otto della sera e lei aveva suggerito loro di andare a casa. Pete si era offerto volontario per dar loro un passaggio, quindi lei gli aveva proposto di cenare insieme e di restare a casa perché era una perdita di tempo andare avanti e indietro ed era pericoloso guidare di notte. Inoltre, l’indomani Pete avrebbe comunque dovuto dare un passaggio a Kao per andare in università.

Pete voleva rifiutare il suo invito in un primo momento perché non avevano più menzionato quella questione dopo il litigio con il preside. Si era comportata come se non fosse successo niente, il che aveva fatto preoccupare Kao e Pete. C’era una cosa che li preoccupava.

Giusto… Erano preoccupati che potesse davvero non essere in grado di sopportarlo.

Nonostante ciò, Pete aveva accettato il suo invito. Aveva chiamato suo padre, dicendogli che sarebbe rimasto a casa di Kao, e a suo padre andava bene. L’ansia di Kao e Pete fece cadere nel silenzio il loro viaggio verso casa.

Si consultarono attraverso gli sguardi. Pete, incapace di sopportare, iniziò a parlare.

«Kaew…Oggi…»

«Dì solo quello che hai in mente.» Kaew sapeva quanto si sentissero a disagio e ma allo stesso tempo morissero dalla voglia di sollevare l’argomento.

«A proposito di Kao e me …»

«Lo so da un po’.» tagliò corto la madre.

Kao e Pete si guardarono confusi e scioccati. Kaew ridacchiò e spiegò meglio.

«Mi chiedevo perché voi due eravate così vicini, quindi ho continuato ad osservarvi finché non ho capito che stavate insieme. Non ho detto niente perché stavo aspettando che tu me lo dicessi, Kao. Ho provato a farmelo dire oggi ma non hai detto niente. Avevi intenzione di dirmelo dopo la laurea, eh?»

«Mi dispiace. Una volta ho provato a dire a Kao di dirti la verità perché non volevo mentirti, ma lui è…» disse Pete dato che Kao era molto sorpreso. Era senza parole come se il gatto gli avesse mangiato la lingua.

«Paura che non sarei stata in grado di accettarlo?» chiese Kaew.

«Sì.» rispose Kao quella volta. «I tuoi studenti ti ammirano e tu hai un solo figlio.»

Kaew sospirò. «Non sono così all’antica. In che anno siamo? Tonnellate dei miei studenti sono gay. Alcuni di loro mi hanno persino chiesto consigli sull’amore.»

«Vedi? Te l’avevo detto che tua madre è così gentile.» disse Pete a Kao.

«Sì, che figlio amorevole.» Kao arricciò le labbra infastidito. Se avesse saputo che sua madre aveva una mentalità così aperta, glielo avrebbe detto molto tempo prima. «Mi dispiace che tu sia stata insultata a causa mia, mamma.»

«Il preside è fatto così. Invecchia solo e non cambia mai il suo atteggiamento. In realtà è gentile tranne quando si tratta di questa faccenda. Non devi scusarti con me. So che è così. In realtà ho pensato molto quando mi ha detto che voleva che tu facessi da tutor a suo figlio, poi ho capito che non aveva importanza. Dovremmo usare i nostri talenti. Speravo che avrebbe pensato positivamente al riguardo se l’avesse scoperto, ma…» Non continuò la frase perché sapevano tutti com’era andata a finire.

«Come fai a sapere di Anon, però?» chiese Pete curiosamente.

«L’ho capito quando mi ha chiesto di voi due e ha cercato di convincermi che voi due siete molto vicini l’uno all’altro. Perché le persone dovrebbero improvvisamente chiedermi cose del genere? Non avevamo nemmeno un rapporto così confidenziale con lui.»

«Sei così forte.» disse Pete francamente.

Quando il preside li aveva offesi, Pete era così incazzato che non sapeva cosa fare. Kaew era lì, quindi aveva ancora più paura che le sue parole l’avrebbero influenzata, ma non avrebbe mai pensato che lei li avrebbe difesi con forza e calma. Le sue parole avevano perfettamente senso, il preside era rimasto senza parole.

«Kao, sei mio figlio, ti amo qualunque cosa succeda. E Pete è buono con te, me e Gib… non abbiamo motivo di odiarlo. Voi due potete stare tranquilli d’ora in poi. A proposito di Gib, diciamoglielo quando sarà un po’ più grande. I ragazzi di questi tempi sono di mentalità aperta, però. Non credo che avrà problemi.»

«Sì, mamma. Metterò alla prova il mio valore. Non permetterò a nessuno di dire che sono di nuovo sfigato.»

«Non farti pressione.» Kaew gli rivolse un sorriso confortante. «Sei sempre stato un bravo ragazzo e hai reso orgogliose me e Gib. Non devi metterti alla prova per farti accettare.»

Pete e Kao si guardarono. Capivano perfettamente cosa intendesse la madre di Kao, stava dicendo che qualunque fosse la loro sessualità, tutti avevano il diritto di vivere liberamente allo stesso modo.

Kao fece un sospiro. «Che sollievo. Avrei dovuto dirtelo molto tempo fa.»

Sorrise a sua madre. Pete borbottò come per dire «Vedi? Te l’avevo detto.» 

Infastidì Kao, ma non gli importava molto perché era così felice in quel momento. Non importava cosa pensassero gli altri di lui. Finché la persona che amava e la sua famiglia lo accettavano così com’era… non chiedeva altro.

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.