EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 19

L’Atmosfera tra di noi

-Vee Vivis-

Guardai la persona accanto a me e sorrisi. Quanto tempo era passato da quando mi ero sentito così felice da non poter smettere di sorridere? Forse era la prima volta da quando avevo rotto con Ploy o forse no, era stato ancora più tempo addietro, prima ancora che Bar avesse una relazione. Avevo sempre desiderato amare completamente la persona al mio fianco, ma dentro di me c’era sempre un qualcosa a bloccare i miei sentimenti. Ora, però, non c’era più. La nostra storia era cambiata.

«Ummm …» Mark mi chiamò scuotendomi la spalla. Non eravamo più chiusi nella nostra stanza e non eravamo nemmeno sdraiati sulla spiaggia, ma su un treno.

Sorprendentemente Mark non aveva mai preso i mezzi pubblici prima. All’inizio, voleva tornare in aereo, ma io avevo puntato i piedi a terra e mi ero categoricamente rifiutato. Aveva idea di quanto costasse un biglietto aereo? Soprattutto quando si volava dalla campagna alla città?

Inoltre rifiutava l’idea di considerare il fatto di stare seduti su un lento e comune treno come una nuova esperienza. Osservare il panorama, fuori dal finestrino, mutare alla velocità del treno e così anche i tuoi pensieri. 

«Quando arriviamo?» Chiese Mark.

«Siamo partiti solo da un paio d’ore.» risposi strizzandogli il naso. Si guardò intorno sia dentro che fuori dal treno, prima di fissarmi di nuovo.

«Saremmo dovuti tornare con i nostri amici.» Disse sussurrando.

«E che differenza c’è? Comunque dovevi startene seduto per ore sull’ autobus.»

«Ma l’atmosfera sarebbe stata migliore di questa, non credi?» L’atmosfera sul treno era un po’ caotica. Di fronte c’era una signora che stava parlando dei suoi figli e di quale scuola avrebbero dovuto scegliere. La sua voce era così alta che potevamo sentirla anche a tre posti di distanza. Di fianco a noi c’era una madre che allatta il suo bambino e poi c’erano un sacco di persone giovani e anziane, in età lavorativa, neonati. Lo guardai di nuovo e sorrisi al ragazzo accanto a me.

«È una bella esperienza cambiare atmosfera.» dissi continuando a sorridere. Sospirò e poi si mise le cuffie per ascoltare la musica e ignorarmi. «Sei arrabbiato con me?» Chiedo mentre gli tolgo un auricolare.  «Ti comporti come se non fossi molto felice.» Continuai a dire. 

«Beh … ho fame.» A quelle parole cercai di non far volare la mia mente a certe fantasie, ma seriamente, lui aveva fame e quello era il modo in cui faceva i capricci?

«Ecco.» dissi dopo aver in borsa alla ricerca degli spuntini. Gli passai il latte e il pane che sapevo che gli piacevano.

«Non chiedere se ce n’è ancora.» continuo dandogli anche due caramelle per poi vederlo mangiare in silenzio. Gli piaceva mangiare il pane con il latte. Non sapevo quando l’avevo scoperto, lo sapevo e basta. Non chiedetemi quando avevo iniziato ad osservarlo così tanto. Sapere che mi importava di lui a me bastava, senza sapere di preciso da quando.

«Se sapevi che avresti avuto fame perché non hai portato qualcosa da mangiare?» Chiesi. 

«Beh … credevo che saremmo tornati in aereo.» Si girò e mi porse il latte per condividerlo.

«Beh, sono povero.» risposi e mi voltai a guardarlo. «Perché, non puoi accettare che lo sia?» Chiesi.

«Si certo. « Rispose irritato. Gli sorrisi rendendolo ancora più scocciato.

«Tu!»

«Perché?» Si voltò per chiedere.

«Carino. « gli sussurrai all’orecchio con la mia mano appoggiata sulla sua testa. Per poco non si strozzò quando il cibo gli andò di traverso e io dovetti sbrigarmi a trovare un tovagliolo ed una salviettina, per fortuna li avevo già preparati per pulirgli le mani. 

Mi guardò solo per un secondo, le sue orecchie erano di un bel rosso vivo.

«Basta … basta.» Tirò via le mani, mise la spazzatura in una busta di plastica e la posò ai suoi piedi in attesa di differenziarla. Quel suo gesto gentile mi fece sorridere.

«Ti diverti a far credere di essere un tipo superficiale.» confessai. 

«Non posso prenderti un po’ in giro anche io?» disse scuotendo la testa e lo guardai come a volerlo punire da un momento all’altro.

La mia relazione con Mark era diventata più chiara da quando avevo deciso di infrangere tutte le mie regole. L’avevo accettato nonostante stessi ancora con Ploy al momento. Mi stava già facendo sentire possessivo. Quando Ploy aveva deciso di lasciarmi, non mi ero preoccupato di inseguirla o di lottare per lei, ma ero andato da Mark. 

Probabilmente a quel tempo, lo avevo già pienamente accettato.

Mi era sempre piaciuto il suo sorriso quando lo vedevo sorridere agli altri sia che fossero solo suoi Senior sia che fossero i suoi amici.

Eppure era parecchio ovvio che diventavo geloso quando lo vedevo con North. Non ero stupido al punto da non capire di essere geloso o da non realizzare ciò che c’era nel mio cuore, eroo stato solo abbastanza stupido da non volerlo accettare prima.

Vidi la persona accanto a me addormentarsi di nuovo. Non sapevo che potesse dormire così facilmente, forse succedeva solo quando era con me. Sapevo che era felice. 

Non credevo che confessare i propri sentimenti sarebbe stato così bello, per entrambi. 

Sollevai il telefono prima di sistemare Mark sulla mia spalla. Non voleva ancora che tutti sapessero di noi ed io non ero il tipo a cui piaceva sbandierare le cose ai quattro venti. Sapevo che era preoccupato di essere visto come la persona che aveva rovinato la mia ultima relazione, ma non avrei lasciato che accadesse e dovevo assicurarmi che lo sapesse.

Presi il telefono per scattare un selfie e postarlo sui social. Feci in modo di mostrare anche un po’ di Mark, inquadro solo i suoi capelli e le cuffie, una nel suo orecchio e l’altra nel mio. Stava ascoltando una canzone straniera che non conoscevo, ma sembrava bella.

pVnn

4 minuti

Lascia che la nostra storia sia come un viaggio.

23 mi piace 7 commenti

Forse era perché la mia foto e la didascalia sembravano poetiche, ma da quando avevo rotto con Ploy non avevo più caricato una foto così e nemmeno scritto una frase che descriveva appieno come mi sentivo. Non avevo intenzione di dire che era Mark, ma lo stato mostrava chiaramente che avevo qualcuno e dimostrava come Mark significasse qualcosa per me.

YiWa: Rhino (TN è un modo di dire Thai molto comune per indicare che si sta nascondendo qualcosa)

Fuse for fun: Oh! Completamente nascosto!

The answer is that the House has a lamp bigger than the tank : adesso non sembra più così strano che tu non sia tornato con noi.

Pandora: io non voglio sapere chi sia, ha!

Ping ping soo: quindi quello che ha chiuso la relazione è stato V non Ploy?

Northh: non rimproverare il tuo amico. Ancora non ha detto che stanno insieme.

Mu Mizara: chi è lui, Vee?

Che stronzo sei North.

Giuro che il mio amico mi stava facendo incazzare. Dormire insieme significava molto chiaramente che stavamo insieme. Volevo sfogare la mia rabbia nei commenti.

Non ci aveva messo molto. Vidi la chiamata in arrivo e sorrisi. Pensavo che il post sui social fosse abbastanza ma a quanto pare avrei dovuto spiegarmi chiaramente anche a lui.

«Che vuoi?» dissi all’altra persona non appena rispose.

[Cosa stai facendo stronzo?] Sorrisi ascoltandolo mentre imprecava. Come se non sapesse già da YiWa o non lo avesse capito vedendo il post. Sapeva chi piaceva a Mark.

«Perchè ti interessa?» risposi con un piccolo sorriso.

[Quando avete iniziato a parlarvi?] Chiese arrabbiato.

«Allora tu, di preciso, quando hai iniziato a provarci con la mia persona?»

«Ummm …» Mark borbottò in segno di protesta, stava ancora dormendo e gli avevo stretto accidentalmente la mano troppo forte.

Pensare a quello che aveva fatto North mi faceva arrabbiare ogni volta.

«Shhh torna a dormire.» Cercai di calmarlo, strofinandogli delicatamente il dorso della mano in modo che si addormentasse di nuovo.

[Dove sei.] Chiese North con voce torbida.

«Di ritorno in treno.» risposi.

[Farai meglio a prenderti cura di lui. Meglio che tu non stia pensando solo a divertirti. Non farlo se è solo per lo sfizio di farlo con un ragazzo. Te lo sto dicendo non perché abbia smesso di piacermi, ma perché ora che so che sei tu che gli piaci, ho deciso di tirarmi indietro. Ti avverto, però, se lo ferirai, io sarò lì.] Mi sedetti dritto annuendo ad ogni sua parola e risposi con un lieve grugnito prima di chiudere la chiamata.

«Alla gente piaci più di me.» Pensai mentre tenevo la mano di Mark in grembo. Mi resi conto solo in quel momento quanto fosse sempre stato serio North. Più ripensavo al suo tono e alle sue parole, più non volevo lasciar andare la mano di Mark. 

«A molte persone piaci, ma a te piaccio solo io, vero?» Sussurrai alla persona che dormiva sulla mia spalla. Gemette delicatamente, prima di tacere e lasciarmi ai miei pensieri.

Non volevo solo provare, Mark non era un breve passatempo. Anche ora, anche se non avevamo chiaramente stabilito che tipo di relazione era la nostra, il mio cuore sapeva cosa eravamo.

Arrivammo nei pressi dell’Università quando ormai era sera. Scendemmo dal treno e andammo a sederci ad aspettare. Lo vidi massaggiarsi delicatamente le gambe e mi sentii in colpa.

«Mi dispiace.» dissi, allungando la mano per fermare la sua.

«…che cosa?» Chiese piano.

«È stato faticoso per te.» borbottai tenendogli la mano e massaggiandolo. «Volevo solo che tu sperimentassi qualcosa di nuovo, non volevo costringerti. «continuai a massaggiargli le mani.

«Non mi hai costretto.» rispose gentilmente.

«Non mentire…»  ribattei prima di mettere le mani sulle sue gambe.

«Se lo farò più spesso mi abituerò.» disse, facendomi sorridere.

Non potei fare a meno di alzare la mano per accarezzargli i capelli e vidi i suoi occhi che sfrecciarono a destra e sinistra facendomi ridere.

«Non c’è nessuno.» sussurrai prima di lasciarlo andare.

«Quindi adesso che facciamo?» Chiese.

«Chiama tua zia.»

«Huh?»

«Yiwa.»

«Perché non la chiami tu?»

«Ehm, puoi farlo tu.» La verità era che avevo già chiamato Yiwa, ma lei aveva attaccato a farmi una ramanzina, avevamo discusso ed avevo riattaccato. Era meglio se chiamava Mark perché con lui non avrebbe mai osato essere scortese.

«Pronto. Ciao YiWa.» Non era mai stato così gentile con me. Girai la testa e lo lasciai continuare a parlare. Aveva chiesto se poteva venire a prenderlo, ma non mi aveva mai menzionato. 

«Sarà qui tra 15 minuti.»  Si voltò per dirmelo.

«Pensi che YiWa mi ucciderà?» Chiesi.

«Forse potrebbe provare davvero.» Sussurrò.

«Se cerca di farmi del male devi proteggermi, ok?» Gli parlai e gli accarezzai la testa come un bambino.

«Perché dovrei farlo?»

«Quindi non ti importa di diventare vedova, Mark? Se tuo marito viene ucciso, questo fa di te una vedova.» Si voltò a fissarmi, ora le sue orecchie erano diventate rosse. «Di nuovo timido?»  continuai grattandogli il mento come se fosse un gatto. Mi allontanò la mano, ma non disse nulla.

«Nong…»

«Maledetto.»

«Che cosa?» Si girò per minacciarmi quando passai al suo orecchio. Mi allontanai, ma poi mi chinai e dissi piano a quell’orecchio: «Così carino!» e mi allontanai di nuovo per vederlo arrossire dal collo in su.

Il suono del clacson mi fece sussultare e vidi YiWa abbassa il finestrino. Ecco che stava per partire un’altra ramanzina: «Avete intenzione di tornare a casa o semplicemente vi va di dormire qui fuori?»  

Quello fu tutto ciò che disse, quindi prendemmo rapidamente le nostre cose e salimmo in macchina. Mi sedetti sul sedile posteriore prima di Mark. Era titubante, non sapendo se sedersi vicino YiWa o con me dietro, quindi rimase lì a guardarmi a disagio.

«Perché non ti sei seduto davanti?» Chiese.

«Oh, non vuoi nemmeno tu? Allora vieni a sederti con me.» Dissi allungando la mano verso la sua schiena.

«Non sono il vostro autista. Mark vieni a sederti accanto a me.» Replicò YiWa e cosí tolse la mano dalla mia e si sedette davanti. Sul serio?

«Prendi la mia persona solo perché non riesci a trovarne una tua.» Mi lamentai a bassa voce, ma abbastanza alta da essere sentita. Mark si voltò e mi fissò, non era una battuta felice ed YiWa mi maledisse giocosamente.

«Stai zitto bello, vuoi un passaggio a casa o no?» YiWa si girò per chiedermelo.

«No.» dissi trovando una patatina sul sedile e mettendola in bocca. Veniva dalla macchina dei miei amici, quindi chi se ne fregava?

«Allora dove dovrei portarti?»

«La stanza di mia moglie …»

«Oh, ed è lo stesso dormitorio del mia code-line giusto? La torre di tua moglie con la tua bellissima stella?» Disse vaga. Guardai Mark che aveva uno strano sorriso, prima di guardare YiWa.

«Ho solo una moglie.» risposi per farle sapere la verità.

«Sì, ho tanta fiducia in te, bastardo.»

«Ehi, mi chiamo Vee, non bastardo.»

«E non sei quasi morto quando Ploy se n’è andata?» YiWa imprecò sollevando il dito medio.  Hmmm, in realtà, probabilmente sarei morto a causa della sua guida.

«In realtà ieri sono quasi morto a causa di Mark.» 

«Vee.» Mark pronunciò il mio nome subito dopo e si voltò a guardarmi ferocemente. Sollevai le sopracciglia poi guardai YiWa che si morse le labbra rendendole rosse ma non rosse come le orecchie di Mark.

«Sto solo dicendo la verità.» borbottai prima di mettermi in bocca una caramella trovata sul sedile in macchina. 

«Faresti meglio a essere serio e non farmi arrabbiare con il mio Nong. Non fargli del male.»  Disse YiWa.

«Sono già stato castigato da North al telefono.»

«North ha chiamato?»

«Dormivi.» Guardai Mark che mi fece un’espressione scontenta.

«Beh, è ​​meglio essere seri, non pugnalare il cuore di qualcun altro.» Non sapevo che cosa stesse pensando Mark, avrei voluto saperlo, ma non era possibile.

«Ho solo Mark.» dissi.

Stavo per entrare nell’edificio con Mark, dopo aver salutato YiWa e il suo veicolo schifoso. Meglio levarsela di torno quando era così arrabbiata. Mark non aveva detto nulla da quando era sceso dalla macchina, camminava tranquillo e io lo seguivo. Non sapevo se era arrabbiato, imbarazzato o cosa.

«Mark?» lo chiamai dopo che entrò nella stanza.

«Huh?» Sentii rispondere, ma non si girò a guardarmi. Andò in camera da letto e buttò la sua borsa sopra di esso. Lo seguii dopo aver posato la mia borsa sul divano.

«Sei arrabbiato?»

«Riguardo cosa?» Mi guardò con le sopracciglia sollevate.

«In macchina.» risposi guardandolo e lui si morse le labbra guardandosi i piedi.

«Beh …»

«Se non ti piace che dica certe cose, non lo dirò più.»  Capii che non era mai stato la ‘moglie’ di qualcuno. Io ero il primo per lui, in passato era sempre stato dall’altra parte. Capivo che fosse stressato e non era strano che ora fosse arrabbiato. Purtroppo la mia bocca si era mossa più velocemente del mio cervello.

 «Io …»

 «Mi dispiace.»  Mi avvicinai afferrandolo per un braccio e tirandolo a me, premendogli la testa sulla mia spalla.

«Non sono arrabbiato.» Disse, la voce attutita leggermente dalla mia spalla.

«Allora perché non mi guardi da quando siamo scesi dalla macchina?» Chiesi e lui si staccò dalla mia spalla.

«Ecco …»

«O sei timido?»

«A dire il vero…»

«Ti sento lo stesso, Mark.» dissi seriamente.

«… l’hai detto davanti a YiWa.»  Parlò pianissimo, mi passò accanto e andò a sedersi sul letto. Lo seguii con lo sguardo puntato sui suoi piedi.

«E allora? Non posso dirlo alla gente?»

«Non ho ancora detto a nessun altro che abbiamo qualcosa insieme.» Disse e smise di guardarsi le mani.

«D’ora in poi lo dirò a tutti quelli che lo chiederanno. Se non ti importasse, l’avrei già pubblicato su Facebook.» risposi.

«Solo ai tuoi amici è abbastanza.» disse guardandomi.

«Lo dirò a tutti i miei amici. Soprattutto a North.»

«Sei pazzo da legare.» Mark imprecò piano, ma io sorrisi sentendo i suoi insulti.

«Tu mi hai fatto impazzire.» parlai mentre mi voltai per sedermi accanto a lui. Si girò a guardarmi con certi occhi che mi resero il viso caldo.

«Ed io sono diventato pazzo perché mi hai fatto aspettare così tanto.»

«Baby …» sussurrai dolcemente, prima di distendermi sul letto, guardando la sua schiena larga non potei fare a meno di essere imbarazzato. Le parole e gli occhi pazzeschi di quella persona avevano il pieno controllo su di me.

«Timido?» Chiese saltellando sul letto spostandosi su di me. Distese le gambe su entrambi i lati, si mantenne sui gomiti con la testa appoggiata sulle sue mani e mi guardò.

«Non guardarmi in quel modo Mark.» dissi prima di provare a voltarmi, ma mi prese il viso attaccandosi a me.

Si poggiò sul mio petto prima di piegarsi delicatamente verso il basso, la sua bocca sulla mia, senza muoverla. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata, batteva così forte perché i suoi occhi erano incastrati nei miei. I suoi occhi erano fissi, ma così chiari. Pensando al passato, ero consapevole di così tanti sentimenti guardandoli. Mi succhiò delicatamente il labbro inferiore prima di allontanarsi.

«In questo momento non mi dispiacerebbe appartenere a te.» Parlò sulle mie labbra, facendo gonfiare il mio cuore. Sorrisi ampiamente premendo dietro al collo per portarlo giù per un altro bacio.

Esprimevamo tutti i nostri sentimenti non a parole, ma con i nostri corpi e le nostre bocche, attraverso ogni tocco, ogni movimento, tutto trasudava passione e mi rendeva così felice.  Stare con Mark non era sbagliato. Non era sbagliato credere fermamente in questo.

 Non era affatto sbagliato dimenticare Ploy ed amare Mark invece.

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