BIG DRAGON – CAPITOLO 16

Dammi il tuo cuore

Una Jaguar sfrecciava per le strade di notte e Big si accigliò quando non svoltò per tornare all’università. Pertanto, si girò a guardare la persona alla guida del volante.

«Dove stai andando?»

Magari tutto quello che ho vissuto fino ad ora era solo una mia allucinazione? Adesso mi porterà di nuovo a cena fuori come fa ultimamente? Questo peluche gli somiglia un pò troppo… pensò Big osservando il peluche e stringendo con la mano sinistra la coda del draghetto per nascondere le sue emozioni.

«Ti accompagno a casa.» Dragon rispose senza guardare Big, prima di accendere la freccia per segnalare agli altri automobilisti che avrebbe svoltato a destra in direzione dello svincolo autostradale che conduceva davanti alla casa di Big.

«Ma la mia macchina!… La mia macchina è ancora all’università.»

«Vai a prenderla domani.» disse Dragon continuando a guidare ed evitando gli ingorghi fino a quando non arrivarono davanti casa sua. 

Big tacque e decise che avrebbe usato quella scusa per una futura discussione, nel frattempo decise di stritolare il peluche per alleviare la sensazione di frustrazione per essere caduto di nuovo nella trappola di Dragon.

«Domani mattina verrò a prenderti e andremo insieme all’università.»

Alla fine della frase Big, che stava per parlare, tacque improvvisamente, non mostrò dispiacere… al contrario parlò con sarcasmo: «Non ne vedo la necessità. Sono abbastanza grande da andare all’università da solo.» 

Sussultò ancora mentre le sue due braccia tenevano stretto il peluche del drago verde.

«A che ora hai lezione domani?» Dragon ignorò le parole sarcastiche di Big.

«La prima lezione è alle 10.»

«Oh, allora verrò a prenderti alle 9 in punto.»

All’interno dell’auto calò il silenzio. Big guardava Dragon con occhi che sembravano esprimergli tutto il suo fastidio, ma teneva nascosto un piccolo sorriso allo sciocco draghetto verde che teneva in grembo. Quando la Jaguar si fermò davanti alla porta d’ingresso di casa sua, Big aprì la portiera della macchina, ma Dragon lo afferrò per un braccio prima che potesse uscire.

«Che diavolo!»

Dragon si avvicinò a Big tirandolo per una mano e improvvisamente prese con entrambe le mani il viso di Big, per poi baciargli la parte superiore della bocca. Quello era solo un dolce bacio sulle sue labbra… Le labbra di un bambino viziato che venivano fugacemente schiacciate da Dragon.

Un istante dopo, Dragon lo lasciò andare ed entrambe le guance di Big divennero immediatamente rosse e il suo petto cominciò a pulsare pesantemente.

Anche se i due avevano già assaporato le rispettive lingue, arrivando a ispezionarsi le reciproche gole fino alla laringe, si erano morsi, leccati e morsi ancora a sangue le labbra molte volte durante il sesso, Dragon aveva da sempre rbadito che che niente di tutto ciò aveva un valore sentientale. Così anche Big aveva provato a interpretarlo in quel modo. 

Quella era la prima volta che loro due si baciavano senza che entrasse di mezzo il sesso. Big rimase con le labbra socchiuse mentre le lunghe dita affusolate di Dragon si soffermarono ad accarezzare teneramente gli angoli della sua bocca. Seduti in macchina rimasero a fissarsi a vicenda, ma nei loro sguardi non vi era alcun segno di disprezzo reciproco. Quello che era appena accaduto era qualcosa di strano, diverso, ma totalmente commovente.

Big ne rimase così sorpreso da non sapere come reagire, rimanendo seduto lì immobile come una statua. 

«Perché? Ma i baci… non avevi detto che non erano niente di speciale?» chiese Big quando fu di nuovo in grado di reagire.

«Ho detto che baciarsi non è niente speciale, ma sei tu ad essere magnifico.» rispose Dragon riformulando così le sue parole.

Big di rimando fece una sciocca linguaccia a Dragon prima di allungare una mano per aprire la portiera della macchina ed uscire in fretta dal veicolo, precipitandosi davanti alla porta di casa sua.

Le parole di Dragon erano ormai volate via nella notte, ma rimbombavano ancora nella testa di Big che stava ancora arrossendo. Correndo, salì in fretta in camera sua senza parlare con nessuno in casa.
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La mattina dopo, la governante che si occupava della cucina rimase sorpresa quando nell’entrare vide il signorino Yai tagliare diligentemente il pane, canticchiando di buon umore. Si trattava davvero del signorino Yai, giusto? Il Padroncino Yai era pigro e non gli piaceva sporcarsi le mani, quindi trovarlo intento a preparare un pasto abbondante era qualcosa di… speciale.

«Stia attento con il coltello, Signorino Yai.»

«Lo vedo.» Big rispose alla cameriera intenta a sostituirlo. Big aveva tagliato perfettamente i bordi del pane, preso il burro, imburrato il pane prima di metterlo in una padella sul fuoco.

Quando il pane fu tostato, lo fece raffreddare dopodiché prese a farcirlo con la salsa di pomodoro, seguita da lattuga fresca, fette di pomodoro, cipolla, fette di prosciutto e formaggio. Come ultima cosa Big versò una speciale salsa di senape al miele per finire la sua preparazione e quindi aggiunse sopra l’altra fetta di pane. Dopodiché adagió il panino sulle patatine riscaldate e lo confezionò a dovere prima di farne un altro per sé.

Il primo panino intendeva consegnarlo a Dragon per attirare la sua attenzione quella mattina.

Quel giorno Big si era svegliato alle sette. Dopo aver preparato la colazione era andato a farsi una doccia, lavarsi i denti per indossare alla perfezione l’uniforme dell’università e controllare ogni dettaglio davanti al grande specchio nella sua stanza. Big tornò al suo armadio per un po’ di profumo, guardando la fila di boccette. Le passo una ad una prima di scegliere quale fragranza avrebbe indossato quel giorno.

Aspetta…ma cosa sto facendo? Andremo solo all’università insieme e basta.

Alla fine Big si lavò le mani con una faccia felice e quando diede un’occhiata al suo orologio da polso, lesse che erano le otto passate. Così mise entrambi i panini in un sacchetto e uscì per sedersi all’ingresso, vicino alla porta.

Suo padre Borom, vestito in completo e con una borsa da lavoro, accompagnato da una segretaria che lo seguiva passo passo su per la scala a chiocciola, quando vide il volto ansioso di suo figlio, seduto sulla soglia di casa, non poté fare a meno di salutarlo.

«Seduto sorridente e nervoso così presto al mattino. Anche se mai una volta sei stato pronto prima del necessario per andare all’università.»

«Sto aspettando che qualcuno venga a prendermi, Padre. Puoi andare a lavorare adesso?» disse Big, agitando dolcemente la mano per mandare via il padre.

«Chi viene a prenderti, la tua ragazza?»

Big a quelle parole era completamente imbarazzato, ma la sua bocca continuò a negarlo  ostinatamente. «Niente affatto.»

«Beh, qualcuno mi ha detto che il signorino Yai è andato in cucina a preparare dei panini questa mattina presto. Non lo hai fatto per la tua ragazza?»

Big si avvicinò e spinse la schiena di suo padre per farlo entrare nella Bentley parcheggiata davanti casa. Borom rise sapendo che suo figlio era molto imbarazzato. Dopo aver mandato suo padre a lavorare, Big si sedette sul divano aspettando Dragon. 

Esattamente alle nove e cinquantacinque minuti dopo, però, di Dragon non c’era alcuna traccia. Big prese il telefono e si preparò a chiamarlo, ma alla fine non fece partire la chiamata.

Se ora lo chiamo, Dragon saprà che l’ho aspettato fino adesso.

Big guardò il sacchetto dei sandwich e cercò di calmarsi. Dopo un po’, arrivò una chiamata da Dragon.

[Dove sei? Credi che aspetterò finché le radici non saranno germogliate!] urlò Big, guardando verso la porta d’ingresso sperando di vedere una grande Jaguar o Land Rover, ma nessuna macchina si fermò davanti casa.

[Big, sono venuto all’università da solo oggi. Ho una questione urgente da risolvere.]

La voce udita all’altro capo della linea fece battere forte il cuore di Big. Poi il sorriso all’angolo della sua bocca scomparve in un batter d’occhio. Se avesse voluto chiedere il chiedere perché? Certo, ma Big non sapeva cosa dire così da quella strana posizione in cui si era ritrovato; si limitò a serrare le labbra e a terminare la chiamata. Dopodiché Big chiamò Phak perché lo accompagnasse all’università. La sua faccia candida era così imbronciata che la governante con cui aveva parlato quella mattina presto non osó avvicinarsi a lui. Da allora, il signorino Yai era cambiato improvvisamente nella sua modalità graffiante.

«È molto tardi. Sei in ritardo, perché?»

Big era furioso quando salì su una Mercedes Benz di lusso.

«Mi scusi, ho dovuto prendere Pong.» disse Phak, mostrando Pong seduto sul sedile anteriore, che si voltò per sorridere al suo padroncino Yai.

«Dove eravate voi due? Dove stavate andando? Sto pensando di persuadere mio padre per una riduzione del vostro stipendio.» urlò Big.

«Signorino Yai, si calmi per favore. Oggi dobbiamo andare a vedere i lavori di ristrutturazione del pub che lei stesso ha desiderato iniziassero diversi mesi fa dopo averlo fatto smantellare.» Pong aveva sottolineato il nome della persona che aveva ordinato la demolizione del pub senza alcun motivo. Entrambi i suoi subordinati erano oberati dal pieno svolgimento dei lavori. In più quel giorno avevano dovuto abbandonare tutto per tornare indietro a occuparsi di Big.

«Signorino Yai, questo sabato verrà al pub per vedere come sta procedendo? È quasi finito.» chiese Pong.

Big aggrottò la fronte: «Ci penserete voi due. Prendete tutti gli accordi per me, sono impegnato!»

Pong e Phak si guardarono impotenti, prima di annuire al comando del signorino Yai.

«Ma non riferite a mio padre che di solito non vado al pub.» Big si era appena ricordato di qualcosa di importante e dopo averlo intercettato, si appoggiò allo schienale del sedile. I suoi occhi guardavano il sacchetto con i panini che aveva preparato quella mattina. Avrebbe dovuto lasciarlo a casa, ma niente, continuava a rigirarlo tra le mani. Mentre l’auto girava per parcheggiare davanti alla Business School, Big prese il sacchetto dei panini e lo porse ai due subordinati.

«Prendete e mangiateli pure. Li ho fatti io.»

Entrambi gli uomini si guardarono e alzarono le sopracciglia. Mangiare il cibo preparato dal proprio capo era una cosa in un certo senso interessante. Almeno Phak non disse niente mentre prendeva il sacchetto dei panini, porgendolo a Pong per tenerlo al sicuro.

Nel vedere che almeno qualcuno avrebbe approfittato del cibo che aveva preparato con cura, Big scese dall’auto per entrare nell’edificio della facoltà ed iniziare la prima delle sue lezioni.

Big era di ottimo umore all’inizio della giornata. Il fatto era che poi era diventato del tutto irritabile per il resto di essa.

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vegasarawatxx
Le parole di Dragon erano ormai volate via nella notte, ma rimbombavano ancora nella testa di Big che stava ancora…" Leggi il resto »

siamo d’accordo sul fatto che dragon è LA red flag che però non si può effettivamente odiare? (avrei detto vegas, ma c’è gente che davvero lo odia, non so come)

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