DARK BLUE KISS – CAPITOLO 17

Pazienza

Mercoledì sera
La Facoltà di Ingegneria
Università K

«Rain si è affezionato al bagno.» Mork borbottò mentre aspettava Rain sulla sua moto, preparandosi a riportarlo a casa, ma la persona che aveva chiesto a Mork di dargli tre minuti per usare il bagno ne aveva già impiegati cinque. Rain usava sempre il bagno prima, dopo e talvolta durante la lezione. I loro amici addirittura lo prendevano in giro, dicendo che aveva una vescica piccola.

[Vieni al bar oggi?] Sun aveva mandato un messaggio a Mork mentre scorreva il suo feed di Facebook e Twitter… Da quando Sun gli aveva confessato i suoi sentimenti, l’atmosfera tra loro era migliorata così tanto che avevano dimenticato i loro litigi passati, ma mantenevano un profilo basso, senza dirlo a nessuno.

Nemmeno Rain lo sapeva.

Mork credeva che fosse meglio così. Non era pronto a dirlo a nessuno. Se Rain lo avesse scoperto, Mork non avrebbe più potuto guardarlo in faccia né sarebbe riuscito a spiegarsi. Inoltre, la sua relazione con Sun non era ancora chiara. Se avesse dovuto dirlo a Rain da solo, preferiva farlo quando tutto sarebbe stato più chiaro.

Odiava nascondere le cose al suo amico, ma preferiva non metterlo a disagio.

«Non lo so!»

[Come fai a non saperlo?]

Mork sapeva che questo era il modo in cui Sun lo metteva sotto pressione… Sun chiedeva sempre se sarebbe andato al bar quando Sun voleva vederlo. Se Mork si fosse rifiutato, Sun avrebbe cercato di ottenere la sua motivazione, invece di assillarlo o supplicarlo. Era una tattica strana ma Sun era così.

Che uomo orgoglioso.

Da quando si erano aperti l’un l’altro, avevano parlato molto. Si scrivevano ogni giorno, non sempre ma almeno ogni mattina e prima di andare a letto. Non flirtavano, si raccontavano semplicemente come erano state le loro giornate. Mork si sentiva abbastanza bene con il modo in cui avevano iniziato.

Se Sun avesse usato parole dolci e flirtato con lui ogni giorno o avesse detto quanto gli mancava, Mork avrebbe avuto i brividi e avrebbe disprezzato parlare con Sun. Quel genere di cose non facevano per lui

«Devo vedere se sono libero!»

[Sei sempre venuto qui.]

«Quando sarei venuto sempre? Perché…? Vuoi che venga lì?»

Mork sorrise a se stesso quando Sun non rispose. Voleva sapere quale sarebbe stata la risposta di Sun. Avrebbe ammesso di volere che Mork andasse al bar?

«Che seduttore.»

Ma… la risposta di Sun face scaldare il viso di Mork, stuzzicandolo e lasciandolo senza parole. Quando si riprese, digitò rapidamente una risposta. Ma allora! Successe qualcosa di ancora più sorprendente.

Qualcuno aveva strappato il telefono dalle mani di Mork e l’aveva gettato a terra prendendolo alla sprovvista. Mork si alzò. Guardò il suo telefono rotto e si girò verso la persona che si era avvicinata a lui.

«Di nuovo tu!»

Mork non riusciva a credere che quei teppisti continuassero a molestarlo. Erano persino venuti alla sua università. Cosa avrebbe dovuto fare per porre fine a quel fottuto casino?

Il padre di Manao aveva già sporto denuncia, ma non aveva importanza per loro?

«Meno male che ti ricordi ancora di me dopo giorni.» Parlò Ton con un sorriso beffardo. Stava lì con le mani in tasca, inclinando la testa, fissando Mork minaccioso. «Come stai, fratello?»

«Ragazzi non vi fermerete, eh?»

«Com’è facile dirlo. Mi hai preso in giro e ti aspettavi che lasciassi perdere!»

«Che cazzo di logica è?!» Disse Mork irritato. «Perché non dai un’occhiata a quello che hai fatto? Chi cazzo ti ha incasinato?»

«Questo stronzo è una spina nel fianco ogni volta che ci incontriamo.» Lo scagnozzo di Ton urlò in faccia a Mork.

«Dobbiamo dargli una lezione, Ton?» Un altro teppista era pronto a tirargli un pugno.

«Sì! Lo prenderò a calci in culo. Se non sarà carne morta… non ce ne andremo.» Urlò Ton.

Mork non rispose, ma strinse i pugni dopo aver sentito quella minaccia. Non vedeva l’ora che loro cominciassero per primi, ma… in quel momento, la sua promessa saltò fuori all’improvviso nella sua testa

«Me lo prometti o no?»

«Questa è una promessa.»

«Sii un uomo… mantieni la tua parola.»

Quelle parole suggerivano a Mork di reprimere la sua rabbia nel miglior modo possibile. Fissò Ton, il viso arrossato, gli occhi pieni di rabbia come se fosse pronto a combattere da un momento all’altro.

Se fosse accaduto prima, non si sarebbe tirato indietro anche se fosse stato picchiato a morte. Il suo motto era “combattere fino alla morte” e avrebbe combattuto per il suo orgoglio fino all’ultimo momento piuttosto che abbassare il suo orgoglio e inginocchiarsi davanti a qualcuno.

Ma oggi… non voleva deludere Sun e infrangere la loro promessa.

Alla fine, Mork decise di fare ciò che contraddiceva il suo motto… Si tirò indietro cercando di andarsene, anche se odiava perdere il suo orgoglio ed essere il perdente.

Ton, però, non lo lasciò andare. Tirò la spalla di Mork, quest’ultimo si voltò e scosse subito la mano di Ton. Mork quasi non riuscì a controllare il suo temperamento quando vide il ghigno di Ton. Sapeva che Ton lo stava guardando dall’alto in basso, pensando che fosse spaventato, e stava per ridere di lui.

«Sei spaventato?» Ton scoppiò in una risata: «Vuoi andartene così?»

«Deve aver paura, visto che l’ultima volta è stato un disastro.»

«Giusto! Che schifoso del cazzo.»

Ton e i suoi tirapiedi lo stavano prendendo in giro. Mork stringeva i pugni così forte che le sue unghie affondarono nella pelle dei suoi palmi. Strinse i denti, contando da uno a dieci in silenzio. Mork non avrebbe mai pensato che una lotta con se stesso sarebbe stata così difficile.

Una parte di lui gli diceva di tirare un pugno in faccia a Ton e di togliergli il ghigno dalla bocca per aver osato deriderlo, ma un’altra parte di lui gli disse di sopportarlo. Se fosse rimasto calmo, si sarebbero annoiati e sarebbero anche andati via.

Quella promessa e il volto speranzoso di Sun erano le cose che facevano sopportare a Mork gli insulti di un bastardo come Ton in quel momento. Decise di fare marcia indietro, ma… i due tirapiedi di Ton gli bloccarono la strada.

Sembrava che non lo avrebbero lasciato andare finché uno di loro non fosse morto per sempre!

«Se sei così spaventato, allora inginocchiati davanti a mio fratello e ti lasceremo andare.»

«Giusto! Inginocchiati e implora per la sua pietà.»

Inginocchiarmi davanti una merda come te?

Mork tremava di rabbia e i suoi pugni stavano per finire in faccia a qualcuno. Non aveva paura e non si sarebbe mai tirato indietro per paura. La promessa era l’unica cosa che gli faceva sopportare gli insulti.

Questi stronzi non dovrebbero essere così pieni di se stessi.

«Pensavo ce l’avessi dentro, ma in realtà sei un fottuto idiota.»

«Giusto! Testa di cazzo!»

«Inginocchiati davanti a mio fratello se hai paura! Fallo, velocemente!»

Ogni parola stava abbattendo a poco a poco il suo muro di pazienza. Mork non riusciva a credere di potersi trattenere così tanto. Se fosse stato il Mork di prima, quei bastardi non sarebbero stati in grado di insultarlo per più di tre frasi.

«Volevo davvero lasciarti andare, ma l’ultima volta ci hai incasinato parecchio.» Disse Ton, dirigendosi verso Mork. Non ricevendo ancora risposta, Ton divenne troppo sicuro di sé. «Oggi avrai ciò che meriti!»

Ton spinse la spalla di Mork per provocarlo, ma Mork cercò ancora di controllare la sua rabbia. Stava già per contare fino a cento, ma la sua compostezza fece solo infuriare Ton ancora di più.

Ton iniziò una rissa colpendo la faccia di Mork così forte che la sua testa si girò, il sangue che colava fuori dall’angolo strappato della sua bocca. Mork toccò la ferita e si asciugò il sangue con il dorso della mano, cercando di non rispondere, pensando che se ne sarebbero andati dopo averlo preso a pugni senza che lui reagisse.

Ma… il risultato fu contrario a quello che si aspettava.

«Non hai reagito. Sei fottutamente spaventato?!» Ton rise di Mork e gli tirò il colletto della camicia. «Ti ho sopravvalutato, eh? Perché sei un tale stronzo?»

«Immagino che si comporti da duro solo di fronte alle ragazze.»

Ton spinse via Mork, colpendolo in faccia e tirandogli un pugno violento allo stomaco. Gli angoli della bocca di Mork si lacerarono, il sangue iniziò ad uscire fuori. Il suo stomaco faceva così male per tutti i pugni, ma il dolore fisico non poteva essere paragonato al suo orgoglio ferito.

Mork quasi stava per tirargli un pugno, ma i tirapiedi di Ton gli bloccano entrambe le braccia. Poiché Mork era stato colpito più volte e il suo corpo non si era ancora completamente ripreso, la sua forza per combattere era notevolmente diminuita. Ton sfruttò l’occasione per colpirlo ripetutamente e continuamente Mork si piegò in avanti, dolorante dappertutto, ma non emise un solo gemito.

«Lasciatelo!» Ton ordinò ai suoi tirapiedi, ma ciò non significava che lo stessero lasciando andare, e i suoi scagnozzi lo sapevano bene. Gettarono Mork a terra e lo calpestano,Mork poteva solo raggomitolarsi e usare la mano per proteggersi, ma lo stavano ancora picchiando spietatamente come se fossero arrabbiati da oltre dieci anni.

«Ehi! Cosa stai facendo al mio amico?!»

Rain gridò mentre si lanciava in avanti con altri due amici. Erano scioccati dalla vista perché Mork non aveva mai perso in un combattimento come questo.

«Andiamo! Deve essere quasi morto.»

Ton gridò ai suoi tirapiedi sputando su Mork con aria sdegnosa, poi si allontanarono per salire sulle moto che avevano parcheggiato nelle vicinanze e se ne andarono così velocemente che Rain e i suoi amici non riuscirono a raggiungerli. Tuttavia, Rain e gli altri amici decisero di non seguire quegli uomini perché più preoccupati per la persona ferita che giaceva a terra. Corsero verso Mork per controllarlo.

«Mork! Mork!» Rain gridò, ma Mork era privo di sensi. «Ragazzi! Portatelo in ospedale!»

Rain cercò di aiutarlo con l’altro amico che lo sosteneva. L’altro amico aveva chiamato un taxi per portare Mork in ospedale il più velocemente possibile poiché non avevano idea di quanto fossero gravi le sue condizioni.

«Accidenti!» Rain non aveva mai pensato che avrebbe visto Mork in quello stato.

************

Blue Sky Caffee

«Perché non sono ancora qui?» Sun guardò l’orologio. Erano quasi le 18:00, ma Mork e Rain non erano ancora arrivati ​​anche se di solito erano lì ​​prima delle cinque. Sun pensò all’ultimo messaggio, quando Mork aveva improvvisamente smesso di rispondere e di leggere. Iniziò a pensare che Mork fosse arrabbiato con lui.

Ma… il messaggio non era duro o altro, se non si fossero avvicinati dopo la sua confessione, Sun non avrebbe mai avuto il coraggio di mandare messaggi a Mork in quel modo. Ma andavano d’accordo e si erano avvicinati molto nell’ultimo periodo. Sapevano cosa dire e cosa non dire. Ecco perché Sun credeva che Mork non fosse così arrabbiato da non andare al bar solo per quel genere di cose. Inoltre… anche suo fratello non era ancora tornato.

È successo qualcosa?

Se Mork fosse stato l’unico a non venire al bar, probabilmente sarebbe stato perché era arrabbiato e cercava di evitarlo. Ma anche Rain non si vedeva da nessuna parte. Preoccupato, Sun chiamò subito Rain.

Ma… Rain chiamò Sun prima che potesse farlo.

«Ehi, perché non sei ancora arrivato?» Chiese Sun preoccupato.

«Beh…» Rain tacque, non era pronto a dirgli la verità.

La reazione di Rain preoccupava ancora di più Sun.

«Probabilmente non posso aiutarti oggi al bar.»

«Perché?! Che è successo?»

«È accaduto qualcosa.»

«Che cosa? Dimmelo subito.»

«Sono con Mork in ospedale.»

«Che cosa?!» Sun urlò al suo telefono, non perché non riuscisse a sentire Rain, ma era scioccato e a disagio. Cosa diavolo era successo? Perché Mork era stato portato improvvisamente in ospedale? Aveva litigato di nuovo, vero? Ed era così grave che era stato portato in ospedale?

La loro promessa non aveva alcun significato?

Più Sun pensava, più si preoccupava e si arrabbiava. Mork non si prendeva cura di se stesso, ne ascoltava i suoi avvertimenti e tanto meno aveva mantenuto la loro promessa. Sun camminò avanti e indietro, la sua espressione era severa, rendendo nervoso il suo dipendente.

«Beh… Mork è stato aggredito.» Rain cercò di spiegare con calma, la sua voce era morbida. Non voleva che Sun si arrabbiasse in quel modo. Rain si sentiva già scoraggiato. «È ferito piuttosto gravemente, quindi l’ho portato in ospedale.»

«Quale ospedale?»

«Ummh…»

«Dimmi subito!»

Sentendo la voce dura e tagliente di Sun, Rain gli disse dove si trovavano e il numero della stanza. Sun riattaccò, dicendo al suo impiegato di occuparsi del bar, precipitandosi fuori dal locale con ansia

Molte domande invadevano la sua mente. Sun era agitato, diventando molto arrabbiato e preoccupato. Non capiva perché Mork si fosse messo in pericolo e avesse litigato con le persone al punto da essere gravemente ferito.

Non si preoccupava affatto di se stesso?!

***************

Ospedale M

«Come ti senti?»

Rain si fece avanti verso il letto d’ospedale quando Mork si svegliò. Quando aveva portato Mork in stato di incoscienza in ospedale, era così preoccupato che aveva quasi perso la testa.

Meno male che gli altri due amici continuavano a dirgli di rimettersi in sesto.

Mork era stato mandato al pronto soccorso non appena erano arrivati ​​in ospedale ed era stato curato immediatamente. Il dottore aveva detto che Mork era gravemente ferito ma non c’erano danni ai suoi organi interni. Tuttavia… Mork doveva sottoporsi ai raggi X quando si sarebbe svegliato solo per essere sicuri.

Rain si sentiva un po’ sollevato dal fatto che Mork non fosse gravemente ferito. Gli altri due amici dovettero andarsene quando Mork fu portato in una stanza di degenza, quindi Rain si offrì volontario per stare con lui. Non aveva chiamato i genitori di Mork e aveva aspettato che il suo amico si svegliasse prima, pensando che se lo avesse fatto Mork si sarebbe cacciato nei guai.

«Ancora vivo.» Rispose debolmente Mork.

«Si, lo so.» Dal momento che Mork poteva ancora scherzare, Rain si sentì sollevato. «Quei due mi hanno aiutato a portarti in ospedale, ma sono andati via prima che ti svegliassi perché i loro genitori li hanno chiamati e hanno detto loro di andare a casa.»

«Ehm…» Mork annuì.

Era felice che anche i suoi amici gli stessero accanto.

«Non ho chiamato i tuoi genitori.»

«Bene.» Mork forzò un sorriso. Se i suoi genitori lo avessero visto privo di sensi, sarebbero stati così scioccati da non sapere cosa fare. Era meglio per loro vederlo sveglio. «Cosa ha detto il dottore?»

«Devi essere ricoverato per una notte. Penso che tu dovresti comunque dirlo ai tuoi, altrimenti saranno preoccupati.»

Rain gli voleva bene, sapeva che i genitori di Mork lo amavano così tanto, Mork poteva essere un ragazzaccio, ma era ancora il loro prezioso unico figlio. «E il conto dell’ospedale non deve essere uno scherzo.»

«Chiamali quando riesco a pensare in modo chiaro.»

«È così incasinato questa volta. Quegli stronzi sono…»

Anche se Mork non aveva detto a Rain cosa era successo, Rain poteva capire chi fossero quei teppisti e Mork non iniziava mai a litigare. Quei ragazzi avevano avuto il coraggio di aggredire Mork anche se il padre di Manao aveva presentato una denuncia.

«Quei bastardi dovrebbero imparare la lezione in prigione.»

«Fanculo. Parliamone dopo che mi sarò ripreso.»

«Quando i tuoi genitori lo scopriranno, sono sicuro che sporgeranno una denuncia.»

«Dovrebbero farlo. Non li fermerò questa volta.»

Mork evitava sempre di sporgere denuncia alla polizia quando litigava. A volte lo nascondeva persino ai suoi genitori, pensando che fossero solo risse tra bambini. Non voleva che le cose peggiorassero, il che avrebbe solo preoccupato i suoi genitori. Ma allo stesso tempo desiderava che quegli idioti imparassero la lezione una volta per tutte.

«D’accordo! Quegli stronzi non dovrebbero solo essere feriti, ma anche messi in prigione.»

«Comunque, tuo fratello non ti rimprovererà perché non sei ancora tornato a casa? Vai veloce.» Disse Mork, preoccupato. Non voleva che litigassero o che Sun sapesse cosa era successo oggi.

Sun sarebbe rimasto deluso dal fatto che Mork aveva finito per litigare di nuovo.

«Gli ho detto che sono qui con te.»

«Eh!»

«Andiamo. Andrà tutto bene. Preoccupati prima di te.»

«C… cosa ha detto?»

«Non molto.»

Rain non aveva intenzione di dire a Mork quanto si fosse arrabbiato Sun, non voleva che il suo amico ci pensasse troppo. Le sue condizioni erano già così gravi. Mork avrebbe dovuto rilassarsi e riposare sia fisicamente che mentalmente per migliorare rapidamente le sue condizioni, altrimenti i suoi genitori si sarebbero preoccupati.

Si, erano già preoccupati troppo per Mork.

«E…» Mork stava per chiedere di più su Sun.

Ma, prima che potesse porre la domanda, la porta venne aperta. Mork e Rain rimasero sbalorditi e sorpresi dalla velocità con cui Sun era arrivato qui.

«Non ti stai occupando del bar? Cosa…»

«Quante volte ti serviranno per imparare la lezione?» Sun ignorò la domanda di Rain. Spinse via la spalla di suo fratello poiché gli stava bloccando la strada e si diresse verso il letto. Sun guardò infuriato Mork, vedendo l’amico di suo fratello in quello stato, divenne ancora più preoccupato e arrabbiato perché Mork aveva ignorato il suo avvertimento. Quanto era stata pericolosa la faccenda per ferire Mork così terribilmente?  

«Hai mai pensato alle persone che ti vogliono bene? Hai mai pensato ai tuoi genitori?

Eri un disastro l’ultima volta, e ora sei addirittura finito in ospedale. Perché non diventi un cadavere la prossima volta?!»

«Sun! Perché stai dicendo tutto questo? Non vedi che si è fatto male?!»

Rain tirava via Sun dal letto, temendo che suo fratello scuotesse troppo il corpo di Mork per sfogare la sua rabbia. Mork si sentiva già abbattuto per essere stato picchiato in quel modo, ma suo fratello non aveva nemmeno chiesto come si sentisse Mork quando era arrivato scagliandosi direttamente contro Mork. Non era troppo crudele?

«Devo rimproverarlo perché è ferito. Forse il tuo amico si riprenderà e smetterà di litigare. L’ho pregato molte volte di essere calmo e come è andata? Il tuo amico mi ha mai ascoltato?!» Più Rain ascoltava, più diventava furioso. Spinse il petto di Sun per farlo smettere di comportarsi come un’idiota e scuotere Mork irragionevolmente. Rain sapeva che Sun era davvero preoccupato per Mork, ma le sue parole ferivano solo i sentimenti di Mork… Il suo cuore doveva essere ferito come il suo corpo?

«Se non conosci la situazione, allora stai zitto e vattene!»

Rain guardava torvo Sun, cercando di contare in silenzio da uno a dieci, stringendo i pugni per reprimere la rabbia. Aveva sempre lasciato che Sun lo rimproverasse e gli facesse la predica senza lamentarsi, ma quella volta non riusciva a sopportarlo. Mork era in quello stato, a causa di Sun.

Rain sapeva tutto da un po’ di tempo.

Il giorno in cui Mork aveva salvato Manao da quei stronzi, Rain era così preoccupato per Mork. Aveva chiamato Sun dopo aver guidato la moto di Mork come gli era stato detto.

Quando aveva saputo che Sun aveva accompagnato Mork a casa loro invece che a casa di Mork, Rain aveva detto al lavoratore di prendersi cura del bar e se ne era andato per vedere se il suo amico stesse bene.

Rain rimase sbalordito nel vedere Sun e Mork baciarsi!

Rain non era entrato, temendo di rendere la situazione più imbarazzante. Li aveva osservati in silenzio e ascoltava la loro conversazione. Aveva scoperto cose che non aveva mai saputo… la relazione romantica di Pete e Kao, e Sun e Mork potevano provare dei sentimenti l’uno per l’altro. Anche la promessa!

Rain era piuttosto scioccato e non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, ma doveva accettarlo. Mork era il suo migliore amico e Sun era il suo caro fratello… Se erano innamorati, doveva essere felice per loro.

La sessualità non aveva importanza perché Rain non era sessista o omofobo. Dal momento che Mork e Sun avevano scelto di tacere, Rain si era comportato normalmente e aveva finto di non sapere nulla. Voleva che glielo dicessero loro stessi, fino ad ora… il giorno in cui Mork era stato picchiato così violentemente che era quasi morto.

Erano in tre nella banda, Rain sapeva che Mork poteva gestirli, e se Mork avesse scelto di contrattaccare, non sarebbe stato ferito così anche se avesse perso. Ma… Mork aveva scelto di trattenersi questa volta

Mork aveva scelto di non usare la violenza a causa di quella promessa!

Rain sapeva che la violenza non era una buona soluzione, ma non voleva che Sun fustigasse il suo amico senza chiedere informazioni sulla situazione. Se Sun anziché amare e prendersi cura del suo amico, avesse continuato a ferire i sentimenti del suo amico in questo modo, non lo avrebbe sopportato a lungo.

Anche se Sun era suo fratello!

«Rain…»

«Non parlare più con Mork. È ferito così tanto perché non ha reagito a quegli stronzi proprio come ti aveva promesso. Che cazzo c’è che non va in te, però? Non gli hai chiesto cosa è successo e l’hai semplicemente rimproverato. Ti importava di come si sarebbe sentito? E non dire che sei preoccupato per lui, cazzo. Se continuerai a parlare di stronzate in questo modo, è meglio che non ti preoccupi per lui!»

Rain urlò, perdendo le staffe. Le parole che uscivano dalla sua bocca lasciarono Sun senza parole. Anche se Sun non disse nulla, Rain era ancora furioso. Pensava che Sun avrebbe capito di più Mork, ma no… Sun si comportava come un adulto che usava il suo pregiudizio per giudicare gli altri senza conoscere l’intera storia e fare la predica a coloro che pensava fossero immaturi senza preoccuparsi dei loro sentimenti.

Anche Sun non si comportava bene quando era giovane. Era intelligente e bravo negli sport, ma i suoi comportamenti davano mal di testa ai suoi insegnanti. Sun litigava con altri studenti un sacco di volte da giovane.

Rain ricordava che quando era al liceo, Sun andava a salvarlo ogni volta che era vittima di bullismo dai suoi compagni di classe. Quando i loro genitori avevano divorziato, Sun lo aveva comunque protetto facendosi del male tutto il tempo. Un giorno, Sun e i bulli avevao litigato e erano stati arrestati mentre Rain era rimasto solo a casa.

Pioveva forte quel giorno. L’intero complesso residenziale aveva avuto un blackout. Quando Sun tornò a casa, Rain scoppiò in lacrime. In quel momento, Sun si rese conto che era sbagliato rischiare e mettere la propria vita in pericolo, e se gli fosse successo qualcosa, Rain sarebbe rimasto solo senza la sua protezione o senza nessuno che si prendesse cura di lui… Sun smise di litigare.

Rain amava così tanto Sun. Rispettava Sun come un padre, ma quel giorno era anche arrabbiato con suo fratello,

«SEI DAVVERO STUPIDO!»

Rain non riuscì a pensare ad un’altra frase se non quella!

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.