DARK BLUE KISS – CAPITOLO 11

Esprimi il tuo amore

«Quindi ci siamo riuniti tutti qui.» Disse Rain quando vide l’auto di Pete fermarsi davanti al caffè e il proprietario scendere dall’auto. Aveva detto “tutti” perché Pete e Mork una volta avevano litigato, Pete odiava Sun, e Mork e Sun si disprezzavano a vicenda.

Ora che Pete era lì… Il caffè era diventato un luogo d’incontro per vecchi nemici.

Anche Rain in realtà una volta aveva combattuto con lo stesso Pete.

#PeteIlBravoRagazzoDaiMilleNemici

«Perché sei qui da solo?» Chiese Rain mentre Pete entrava nel locale. Pete si unì a loro al tavolo così per non sedersi da solo. Si era scontrato spesso sia con Rain che con Mork, ma ora si sentiva abbastanza a suo agio da quando avevano fatto pace. Pete è il tipo di ragazzo che non nutre rancore dopo aver chiarito le cose.

A parte… Qualche caso.

«Kao sta facendo da insegnante a un bambino in questo quartiere, quindi sono venuto qui ad aspettarlo.»

«Quando finirà?»

«Mezzogiorno.»

«Non sei un bravo ragazzo? Lo accompagni ogni giorno.» Rain lo lodò scherzosamente

«Bene.»

Pete lanciò un’occhiata a Mork per un secondo senza volerlo. Aveva la sensazione che Mork sapesse della loro relazione. Meno male che Mork rimaneva in silenzio e lo nascondeva persino al suo migliore amico,

«Non posso farci niente! Devo ancora fare affidamento su di lui. Ecco perché devo essere gentile.»

«Sì, sì, bene. Andare d’accordo è meglio che odiarsi come prima.»

«Smettila di riportare alla mente i brutti ricordi!»

Mork e Pete avevano parlato simultaneamente. I brutti ricordi non li facevano infuriare, semplicemente li mettevano in imbarazzo. Ripensando a quando avevano litigato, potevano sentire quanto fossero imbarazzanti, idioti e infantili anche se non era passato molto tempo.

Bene! Il tempo probabilmente non poteva misurare la crescita mentale. Era un’esperienza che insegnava loro a crescere e sviluppare la maturità.

Un singolo e breve evento potrebbe cambiare il tuo modo di pensare per sempre.

******************

Lunedì mattina
Casa di Kao

Pete accompagnava Kao a casa di Non e anche quell’ultima domenica era andato a prenderlo. Dal momento che avevano dei compiti in scadenza per il lunedì, Pete aveva sfruttato quell’occasione per rimanere a casa di Kao. E quel giorno sarebbero andati insieme all’università.

Proprio come ogni mattina con Pete, la vita di Kao era particolarmente caotica prima di partire per andare all’università

Ovviamente era così! La scorsa notte Pete aveva continuato a infastidirlo e c’era stato un round mattutino, oziavano a letto fino a oltre l’orario prestabilito e ogni volta arrivavano in ritardo in classe.

«Pete, bastardo! Ti ho detto di stampare il nostro compito. Perché stai giocando?»

Kao uscì dal bagno dopo essersi fatto la doccia, avvolgendosi un asciugamano alla vita, e guardò Pete che aveva fatto la doccia prima di lui e aveva indossato un completo elegante. Pete però non aveva fatto ciò che gli era stato ordinato.

«La stampante non funziona, quindi sto aspettando che lo faccia tu.»

Pete rispose, indifferente. Si rivolse alla persona, che era appena uscita dal bagno, con un buon odore. Vedendo lo stato disordinato di Kao, le curve del suo corpo e la seducente pelle chiara… Pete iniziò di nuovo ad avere “pensieri sporchi”.

«Come può non funzionare? Ieri ho stampato i fogli con gli esercizi per le lezioni di Non.»

«Davvero non funziona, ma possiamo invece andare in copisteria.»

«Non ce la faremo in questo modo. Dobbiamo consegnare i compiti stamattina. E mi hai infastidito così tanto che siamo in ritardo.»

Kao borbottò per la frustrazione mentre si avvicinava alla sua scrivania, ignorando lo sguardo di Pete. Pete sorrideva tra sé e sé quando Kao si avvicinò a lui, spinse via la sedia su cui era seduto e si chinò per prendere il mouse.

Pete poteva sentire l’odore debole e gradevole di Kao. Guardava i succhiotti che gli aveva lasciato sulla pelle chiara e pulita di Kao e non riusciva fare a meno di ripensare alla sera precedente.

Solo il pensiero di quello che era successo nel letto, il cuore di Pete iniziò a battere e il suo corpo si eccitava. Devette dire a se stesso di calmarsi, altrimenti avrebbe potuto spingere Kao sul letto, avrebbero saltato la lezione di nuovo e non sarebbero stati in grado di consegnare il loro compito in tempo.

Dannazione… non ne aveva mai abbastanza di Kao!

«Pete!»

Il suo cervello gli diceva di calmarsi, ma il suo corpo non ascoltava. Le sue mani si muovevano d’istinto e, in pochi secondi, tirò Kao a sedersi sulle sue ginocchia.

Due ragazzi seduti sulla stessa sedia davanti a una scrivania erano piuttosto imbarazzanti, ma Pete pensava che questa posizione fosse ottima. Era sicuro della qualità di quella sedia, perché l’aveva comprato per Kao il mese prima. Aveva scelto quella con una struttura forte e durevole. Il prezzo non era importante, ma Kao si era lamentato del fatto che fosse troppo costosa.

Ma… Si era impegnato proprio per questo motivo.

Se poteva avere quei momenti con Kao, avrebbe pagato anche centomila euro!

«Che diavolo stai facendo? Non vedi che siamo in ritardo?»

Kao si dimenò e diede una gomitata a Pete, ma quest’ultimo non lo lasciò andare facilmente.

«Solo un po’.» Le mani di Pete cominciarono a muoversi, non si fermarono più sulla vita di Kao, ma scesero fino alle sue cosce… «Il professore di questa classe non prende le presenze. Possiamo fare tardi.»

«Non saremo in grado di consegnare il nostro elaborato in tempo.»

«Possiamo farlo alla fine della lezione. Il professore è gentile.»

La testa di Kao cominciò a pulsare, stufo di litigare con questo astuto bastardo. Quando Kao perdeva la lezione, doveva recuperarla, prendere le dispense da Sandee e perdere tempo a fare da tutor a Pete.

Kao non sapeva se la sua vita fosse migliorata o peggiorata da quando aveva iniziato ad uscire con Pete perché era sempre stato sfruttato!

«L’abbiamo fatto stamattina, Pete. Lasciami andare adesso. Sto stampando il nostro compito.»

La voce di Kao era dura. Lasciò andare il mouse per afferrare le mani di Pete che stavano accarezzando il suo asciugamano. Se Kao fosse stato in ritardo anche di un secondo, quell’astuto bastardo potrebbe averlo tirato fuori e lasciarlo cadere a terra.

«Odori di buono.»

«Pete, stronzo!»

Kao urlava perché Pete non ascoltava più. Era diventato così lussurioso che non avrebbe mai lasciato andare Kao o gli avrebbe mai permesso di stampare le loro dispense. Pete iniziò a baciare il collo di Kao, spostandosi sul lobo dell’orecchio, respirando sulla sua pelle, mordicchiandogli le orecchie giocosamente. Le sue mani accarezzano Kao dappertutto, facendogli rizzare i capelli.

Kao sapeva che se avesse lasciato fare Pete, le cose sarebbero diventate più intense in meno di tre minuti.

Pete era molto attivo e si eccitava facilmente, sarebbero finiti senza dubbio a letto, o lo avrebbero fatto semplicemente su quella sedia!

«Pete… Basta così.»

Kao cercava di fermarlo, la sua voce era debole perché il tocco di Pete aveva effetto su di lui. Muoveva le sue labbra su tutta la schiena di Kao, premendole forte e leggermente in un modo imprevedibile, lasciando dei succhiotti sulla pelle pallida di Kao, leccandole finché Kao non si sentì improvvisamente caldo.

«Non ne ho mai abbastanza di questo.» Borbottò Pete, le sue parole erano indecifrabili perché la sua bocca era ancora attaccata alla pelle di Kao. Era troppo assorbito da quello per preoccuparsi dei compiti da svolgere o di quanto erano in ritardo.

In quel momento, voleva solo Kao… solo e soltanto Kao.

«Ti eccitati troppo facilmente.»

Kao gridò con la poca coscienza che gli era rimasta. Se Pete non avesse smesso di attaccarlo in quel modo per altri due minuti, Kao non era sicuro che sarebbero riuscito a fermarsi. Era un essere umano con dei sentimenti.

Non sono una pietra!

«Diventerai duro e eccitato anche tu. Ricorda la mia parola.» Disse Pete con sicurezza, un braccio avvolto strettamente intorno a Kao, bloccandolo in quella posizione. Stava trascinando la sua mano dalla coscia di Kao fino a quella parte… Il suo volto era ancora sepolto nella pelle di Kao inesorabilmente, la sua barba ispida che solleticava Kao, che non poteva fare a meno di imprecargli contro per non essersi rasato quella mattina.

Pete potrebbe aver lasciato di proposito la barba lunga in modo da poterlo infastidire in quel modo!

«Pete, non farlo. Faremo tardi. Fermati.» Kao prese la mano di Pete prima che toccasse quella parte. Se Pete ci fosse riuscito davvero… entrambi non sarebbero andati a lezione.

«Smetterò quando avrò finito.»

Quando si fermerà allora?

Più pensava, il suo mal di testa diventava forte. Kao iniziò a farsi prendere dal panico poiché Pete non voleva davvero ascoltare, rispondere o fermarsi.

Poi… come un campanello qualcuno bussò alla porta come per salvarlo in tempo. Perché qualcuno sta bussando alla porta?

«É arrivato qualcuno!»

Kao avvertì Pete, la sua voce tremante. Cercava di spingere via Pete e di alzarsi, ma Pete era come un ubriaco, incapace di tornare in sé, perché sembrava non riuscire a fermarsi.

Pete! Pervertito.

«Pete!» Kao urlò e si alzò proprio quando la porta venne aperta. Il suono riportò immediatamente Pete in sé. Entrambi si irrigidirono e guardarono verso la porta dove si trova Gib.

Kao e Pete sudavano, non sapendo cosa dire o spiegare. Gib… doveva aver visto cosa stavano facendo!

«Uh… Perché mi guardi? Qual è il problema?» Chiese Gib. Kao e Pete, scioccati come se fossero stati pugnalati al petto, sospirano di sollievo.

Fortunatamente per loro, Kao si era alzata dal grembo di Pete un secondo prima che Gib aprisse la porta, ecco perché non li aveva visti pomiciare. Anche se il corpo di Kao era pieno di succhiotti ed entrambi si comportavano come se avessero fatto qualcosa di sbagliato, Gib era ancora innocente e inesperta, quindi non ci pensava molto.

«Qual è il problema, Gib? Perché hai aperto la porta all’improvviso?» Chiese Kao, cercando di distrarla, mentre Pete rimaneva in silenzio, senza nemmeno aiutarlo a parlare

«Mamma mi ha detto di chiamarti per fare colazione. Ho bussato ma nessuno ha risposto, quindi ho pensato che non ti fossi alzato.»

Ci siamo alzati, cazzo!

Pensò Kao e si rivolse a Pete, che si era alzato qualche secondo prima.

«Aspettaci di sotto. Verremo subito. Lasciami vestire prima.»

«Sbrigati. Ho fame.»

«Allora dovresti mangiare per prima.»

Kao finse di ridere e chiuse la porta dietro a Gib, maledicendosi silenziosamente per essersi dimenticato di chiudere a chiave la porta la scorsa notte. Erano stati fortunati che Gib non li avesse visti pomiciare.

Altrimenti la loro relazione sarebbe stata scoperta.

Kao non era davvero pronto a dirlo a sua madre e sua sorella.

«Continuiamo…?»

Pete si girò sulla sedia con un sorriso e Kao rispose con un cipiglio. Dopo quello che era successo, Pete gli stava ancora chiedendo di continuare? Pete dovrebbe considerarsi fortunato che Kao non l’avesse strangolato.

Pervertito! Eri troppo pervertito da farci quasi beccare… Non ti vergogni affatto?!

******************

La Facoltà di Ingegneria

Università N

Kao e Pete arrivarono ​​in classe tardi quella mattina. Fortunatamente, anche il professore era in ritardo e la lezione era iniziata solo qualche minuto prima, quindi Kao aveva recuperato del tempo e non aveva dovuto prendere e cercare troppo appunti. Andarono a mangiare in mensa dopo la fine della lezione, poi al parcheggio perché dovevano andare in un cantiere edile e tutti accettarono di usare l’auto di Pete.

«Perché ancora non vengono?»

Kao borbottò mentre aspettava che Sandee comprasse il caffè mentre June e Thada erano andati in bagno. Non voleva essere lì in ritardo, altrimenti il ​​loro punteggio sarebbe diminuito se il professore avesse preso le presente.

«Perché ti lamenti? Saranno qui in un secondo.»

«L’attesa è noiosa.»

«Vuoi fare qualcosa per uccidere la noia?»

Pete sorrise sornione. Kao si sentiva un po’ insicuro e aveva ragione. Non appena Pete lo aveva detto, si rivolse a Kao e si avvicinò… Gli occhi di un lupo che erano fissi sulla bocca di Kao gli dicevano cosa aveva in mente di Pete.

«Non osare!» Kao fece dei passi indietro finché non venne premuto contro la portiera dell’auto, le sue mani spingevano Pete. Se Pete avesse iniziato a baciarlo non sarebbe finita facilmente.

Se June e Thada o chiunque altro tranne Sandee li avessero visti, la loro relazione non sarebbe stato più un segreto. Non era che Kao volesse nascondere le cose ai suoi amici, ma si sarebbero trovati in una situazione difficile se gli altri lo avessero scoperto. Sandee e Thada non erano poi così male dato che dato che loro avrebbero tenuto la bocca chiusa.

Ma June… Non aveva ottenuto il soprannome “June lo sa, il mondo lo sa.” senza un motivo.

Era vero che June non aveva mai avuto intenzione di spettegolare o maltrattare i suoi amici, ma era loquace. Le cose scivolavano sempre fuori dalla sua bocca. Kao odiava che le persone li tenessero d’occhio e attirare l’attenzione su di loro.

Non essere troppo rumoroso, uscire in segreto in questo modo era abbastanza buono.

«Non ti ho rimproverato per questa mattina, e stai ancora cercando di creare problemi.» disse Kao severamente.

«Sgridarmi per cosa?»

«Tu…» Kao stava per sputare fuoco.

Kao aveva bisogno di ripeterlo? Pete non era infastidito da cosa era successo quella mattina?

«Per fortuna Gib non ci ha visto farlo, altrimenti lo avrebbe saputo anche mia madre.»

«Beh, non l’ha scoperto. Stai pensando troppo.»

«Dovresti pensare di più.»

«Hub, gli altri lo scopriranno perché reagisci sempre in modo esagerato.»

«Stai zitto.»

Kao non avrebbe reagito in modo esagerato se Pete non lo avesse infastidito. A Kao non importava se Pete lo disturbava o si aggrappava a lui quando erano soli, ma Pete doveva trattenersi quando erano in pubblico.

«Gli amanti dovrebbero esprimere il loro amore, altrimenti penserai che non ti amo.»

«Non l’ho mai detto.»

«Non l’hai fatto, ma manterrai il broncio se non esprimo il mio amore.»

Pete pizzicò la morbida guancia di Kao. Non avrebbe pasticciato con Kao se Kao non avesse reagito. Ma quando Kao lo rimproverava di nascondere la sua timidezza, arrossiva e si agitava, aveva paura che le persone lo scoprissero… Pete si divertiva e voleva scherzare con Kao ancora di più!

Nessuno poteva aiutarlo. Perché Kao era così carino quando era in panico?

«Tieniti a distanza quando siamo fuori. Ti sto implorando.»

Pete rise, ma non c’era modo che si fermasse. Si avvicinò e baciò Kao sulla guancia. Quando Kao face delle smorfie , strofinava la guancia di Kao con il mento e la barba ispida, ridendo divertito.

I colpi al finestrino fecero irrigidire il corpo di Kao mentre Pete si fermò come se si fosse spento… Si girarono entrambi da dove proveniva il rumore e videro June guardare l’auto confusa.

«June, merda…»

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