TONHONCHONLATEE – CAPITOLO 31

Le graziose sopracciglia di Chonlatee si aggrottarono mentre osservava Ton, di fronte a lui  dall’altro lato del tavolo con la griglia, mentre erano nel suo ristorante preferito.

Dalla brace si alzava il vapore caldo del fumo causato da carboni neri che non erano stati completamente ridotti in cenere, alcuni di essi non erano ancora avvolti dalle fiamme.

«Non sei venuto a vedermi.» disse Chonlatee con un sospiro di sollievo. Bevve un lungo sorso d’acqua dalla cannuccia nel suo bicchiere, causando lo spostamento del ghiaccio al suo interno che emise un fastidioso rumore metallico destando l’attenzione di Ton, che prese la bottiglia per riempire prima il bicchiere al più piccolo e poi il suo.

«Uhm…» rispose Ton con un cenno del capo e solo allora alzò lo sguardo per incontrare quello di Chonlatee.

«Va tutto bene.»

«Non posso far nulla per la finale.»

Chon tirò un sospiro di sollievo. La storia era alquanto semplice. Ton avrebbe dovuto partecipare al torneo di basket e la finale si sarebbe svolta lo stesso giorno del concorso della luna, dove Chon partecipava per il voto popolare.

Ton non era mai andato a vedere nessuna delle sue prove, ma per Chon quello non era un problema. Il fatto era che desiderava ricevere incoraggiamento dal suo fan, gli avrebbe fatto piacere vederlo a una delle sue prove, ma avrebbe voluto anche poter assistere ad una partita di basket del suo fan.

«Forse perderemo prima della finale.»

«Non ho detto questo. Vincete il campionato ogni anno grazie a te… quel giorno devi essere in campo.»

«Così mi ferisci.» Un bel paio di occhi acuti sbatté le palpebre prima che una mano grande si allungasse per prendere quella più piccola di fronte a lui.

«Quello che voglio dire è che non mi interessa del concorso, per me non è così importante. Preferirei venire e vederti giocare a basket quando sei in campo e metti a segno un tiro fantastico. Se poi dovesse arrivare qualche ragazza a tentarti, cosa farai quando non riuscirai a trattenerti?»

«Oh, adesso mi sento come insultato.»

«Scusa.» disse Chon con voce bassa e priva di emozioni.

«Farò in modo che un amico riprenda il match e che un altro venga lì per tenere d’occhio la situazione.»

«Cosa ci sarebbe da tenere d’occhio?»

«Non stringere la mano a altri uomini.» Ton sollevò il sopracciglio sul quale aveva il piercing e con la punta del piede sotto il tavolo prese ad accarezzare la gamba del più piccolo. «Ton…»

«So bene che detesti vedermi in video.» aggiunse Ton che non era una persona smemorata. «Ma se dimentichi quella volta, allora… potrebbe essere bello vederne uno.»

«Naturalmente, non l’ho dimenticato. Anche se fossero i tuoi amici a portarmi i fiori, non sarà mai come riceverli da te. Quindi portami la coppa.»

«Eh?»

«Regalami un trofeo invece di un fiore.» Tirò indietro il polpaccio con forza e sorrise quando riuscì a venir fuori da una situazione a lui sfavorevole. «So bene di non essere mai stato là a tifare per te anche solo una volta, ma so altrettanto bene che il tuo cuore è ancorato al mio, giusto?» Chonlatee alzò le bacchette in direzione del petto sinistro di Ton; sotto la sua sottile maglietta da studente si potevano vedere deboli tracce del suo tatuaggio.

«Vincerò sicuramente.»

«Allora perché ti metti le mani sul viso? Sei imbarazzato? Non ci credo, a cosa stai pensando? Di cosa credevi stessi parlando?» Chonlatee delicatamente prese una mano di Tonhon e la allontanò dal suo viso, poi prese tra le mani entrambe le guance di Ton che divennero rosse, quindi il più grande alzò una mano per coprirsi il viso dando a Chonlatee un primo piano dell’orologio nero che portava al polso. Al contrario di quanto pensasse il più piccolo, non voleva affrontare l’argomento.

«Non devi saperlo.»

«Babe… Dimmelo.» Chonlatee mosse ancora la sua gamba sotto al tavolo e ci volle parecchio tempo prima che Ton accettasse di rispondere.

«Stavo pensando a te con indosso un’uniforme da cheerleader.»

«Eh?»

«Così carino, con quelle esili e candide gambe.»

«Ton…» Anche la sua faccia divenne calda, mentre la sua mano ferma a mezz’aria reggeva ancora le bacchette.

«Fino ad ora avevo fantasticato su te che indossi un’uniforme da dottore, o quella da studente delle superiori, ultimamente pensavo all’uniforme da assistente di volo… Uhmmm.» Ton espresse il suo piacere alzando un pollice verso Chon e mordendosi il labbro inferiore con occhi scintillanti.

Quanto a Chonlatee, l’aveva capito, ma il suo viso era caldo, sia per l’imbarazzato che per la rabbia.

Era tutto…  

**********

Finalmente arrivò il giorno per il concorso del voto popolare.

Chonlatee era stato trascinato nei camerini dalle tre del pomeriggio, guardando gli altri concorrenti che si lasciavano truccare mentre lui si limitava a osservarli.

Se non fosse stato per il fatto che Jean e Dada erano sue amiche, Chon avrebbe passato quel pomeriggio da solo. Per fortuna Jean era sempre andata fuori dai camerini per poi tornare a riferirgli com’era la situazione fuori.

Jean gli aveva detto che non c’era quasi nessuno fuori nell’aula magna dove si sarebbe tenuta la gara perché la maggior parte dei ragazzi era allo stadio. Lo sport era fondamentale nelle relazioni tra le università. I tornei sportivi erano iniziati da tempo e quel giorno ci sarebbero state tante finali.

La finale di basket era tra quelle, ma sarebbe iniziata alle 13.

Quanto a Chonlatee, lui sarebbe salito sul palco per la gara alle 20.

Man mano che la tensione in lui saliva, Chon si ripeteva che la gara per quell’ora sarebbe finita e che lui sarebbe arrivato presto.

«Ecco che arriva l’incoraggiamento per Chon…» Jean usò il gomito per punzecchiarlo al fianco e con la testa gli indicò la porta, segnale che anche Chon avrebbe dovuto guardare in quella direzione. Tonhon in quel momento fece il suo ingresso nella sala e molti occhi si voltarono a fissarlo.   

Fare una faccia così seria, pensi davvero di spaventare qualcuno?

Chon alzò una mano per far capire al suo ragazzo che lui era là e quando Ton lo vide, la fronte aggrottata si distese e sul suo volto comparve un sorriso.

«Chon, io e Dada andiamo a mangiare qualcosa. Sicuro di non volere niente?»

«Qualsiasi cosa…» risposero le due ragazze all’unisono mentre si alzavano e guardavano Chon con gli occhi di chi la sapeva lunga, ma non lo dicessero apertamente. Tutti conoscevano la relazione tra lui e Ton, ma anche allora, quando Chon veniva preso in giro, non poteva evitare di sentirsi ancora in imbarazzo.

«Perché sei venuto così presto? Vai a cercare i tuoi amici, ti avranno detto dove sono.» parlò Chon mentre Ton afferrò una sedia di plastica e si mise a sedere proprio di fronte a lui.

«Non lo so neanche io. Ti hanno chiesto se volevi essere truccato?»

«Forse. Ma io sono troppo pigro per vestirmi e rivestirmi così me ne sto seduto e basta.»

«Sei carino anche senza trucco.» Ton allungò un braccio verso il viso di Chonlatee sporgendosi in avanti, ma rimanendo seduto. «Ti truccherò io.» detto questo prese ad accarezzare una sua guancia.

«Che cosa hai intenzione di fare?» chiese Chon con una strana espressione mentre guardava Ton e i suoi occhi scintillanti. Quel loro luccichio era il segno che qualcosa di spaventoso stava per accadere.

Ogni volta però che Chon vedeva quegli occhi e quel suo sorriso, sapeva che di qualunque cosa si trattasse lui si sarebbe arreso. 

«Niente, ma mi piace giocare.»

Senza aggiungere altro Ton si alzò e si diresse verso un gruppo di ragazzi che era in un altro angolo del camerino.

Una concorrente era nel pieno del suo make up e Ton con espressione e tono serio chiese qualcosa e subito dopo si allungò a prendere dal tavolo del blush col relativo pennello.

Oh… Ha anche preso un rossetto.

«Non uso rossetti colorati, ho il mio balsamo per le labbra nella mia borsa.» riferì Chon mentre l’altro uomo tornava indietro e si sedeva di nuovo di fronte a lui.

«Allora lo metterò da parte per ora e lo prenderemo più tardi.»

«Ok.»

«E dov’è il tuo balsamo?»

Davanti a Chon si aprì una grossa mano. Quel giorno Ton aveva deciso di usare tutta la sua sfrontatezza, attraverso i movimenti fluidi che compiva allungandosi verso di lui per prendere la tracolla di Chonlatee, appesa vicino alla sua sedia, in cerca del balsamo per labbra.

«Non è colorato.»

«No, io lo uso solo per idratare.»

«Questo non dovrebbe essere il momento di baciare le tue labbra. Sono così morbide. Posso applicartelo così da avere anch’io delle labbra morbide?»

«Quella ragazza è già cotta di te.»

«Penso anche io di piacerle.» ammise Ton, seccato dalla sua osservazione poi aprì la custodia d’argento e tirò fuori il balsamo per le labbra, senza badare al suo prezzo… 

«Se ne applichi così tanto, la tua bocca assomiglierà a qualcuno che ha appena bevuto un’intera bottiglia di salsa di soia per fritti.»

«Non ti girare, ma mentre parliamo ci stanno scattando delle foto.» disse Tonhon.

«Vengo sempre bene in foto, quindi hai davvero intenzione di usarne così tanto solo per quello. Credo ne sia rimasto ancora abbastanza perché lo possano usare altre persone. Ahahah.»

«No!»

«E cosa ne farai? Perché è costoso.» chiese Chonlatee.

«Non lo condividerò di certo, ma sarò solo io a usarlo e ti dirò come truccarti.» Ton parlò con voce bassa e autoritaria e dopo avergli fatto un occhiolino, si avvicinò a Chonlatee.

«Ah, cosa vuoi fare?»

«Ci sono molte persone qui…» Chon venne sorpreso dalla sua constatazione e ancor di più dal suo sorriso, come se Ton avesse finalmente raggiunto il suo obiettivo.

«Dannazione… Hai davvero intenzione di baciarmi proprio qui?»

«Prendi la giacca.»

La giacca di pelle nera che Ton teneva in mano venne presa da Chon e in quell’attimo Ton, che si era spalmato il balsamo sulle labbra con un dito, si protese verso Chon che percepì il freddo metallo del suo piercing sulle sue labbra, spingendolo ad allontanarsi subito dall’altro. 

«Ton!» Chon urlò il nome del più grande in un sussurro guardandosi intorno non appena la giacca nera venne adagiata sul tavolo come se niente fosse.

Peccato… Che qui sia pieno di gente che ci sta guardando.

«Le tue labbra sono davvero morbide come la tua bocca, al contrario della tua lingua affilata.» Finito di parlare Ton sollevò il dorso della mano e si ripulì le labbra dal balsamo ormai sbavato ai lati.

Sto per morire, mi vergogno da morire!

«Molto viziato.»

«Chi è che è sempre così carino?»

«Non devi prepararti per la gara? Come sei arrivato qui?» Chon chiese dubbioso mentre metteva con forza le mani sulle gambe dell’altro.

Con quel gesto Chon voleva riprendersi dallo spavento per la mossa inaspettata di Ton e cercare di ridurre l’intorpidimento che aveva preso tutto il suo corpo.

«Per favore vai. Ci vediamo alle sei e arriva prima che mi manchi da morire. Ci siamo lasciati a mezzogiorno.»

«Oh, erano passati solo dieci minuti e già mi mancavi da morire.» Ton alzò una mano e gli accarezzò i capelli prima di alzarsi per parlare con una ragazza, una senior, che a quanto pare conosceva il suo amico Kan.

Ton lo stava ignorando? Si era alzato per parlare con una donna, proprio davanti ai suoi  occhi?

Ehi, ehi!

Ma prima ancora che Chon potesse pensare a qualcosa di più catastrofico, una voce rauca pronunciò il suo nome.

«Amica mia, noi andiamo a mangiare qualcosa. Ho chiesto il permesso… e ho promesso di riportare il mio ragazzo prima delle 18.» Ton aveva parlato con voce calma e bassa enfatizzando la parola ragazzo e aveva chiaramente sottolineando che lui era un fan di Chonlatee.

«L’idiota di Nong Chon è fuori dal mercato.»

«Se hai un bravo ragazzo devi metterlo in mostra.»

«Ovunque tu vada c’è sempre un grande scalpore, arrivi e ecco che ti metti in bella mostra… e non dimenticare di essere qui non più tardi delle sei.»

«Sì… Il mio ragazzo è così lento…» Ton non riuscì a terminare la frase perché la giacca nera venne fulmineamente scagliata contro la sua bocca, ma a lui non sembrò dar fastidio, al contrario dal suo sguardo era evidente che si stava divertendo un mondo. 

«Ton questo è davvero troppo.»

… ma Ton amava far arrossire il suo piccolo e tenero Chon. 

**********

Ton riportò Chonlantee verso le sei del pomeriggio, il caos nel camerino sembrava essere aumentato a livelli esorbitanti e non appena il truccatore lo vide, Chon venne trascinato alla propria postazione, fatto sedere e truccato, fino quasi a sentirsi una star del cinema.

Dannazione! Per fortuna sono già bianco di mio altrimenti sembrerei una coca cola vestita da sprite! Il fondotinta è bianchissimo… 

«Nong Chon che crema usi sul viso? La tua pelle è così bella.» chiese il truccatore mentre gli passava il pennello sulle guance.

«Non ho messo la crema sul viso.»

«Pelle bellissima fin dalla nascita, quindi…»

«Applico l’olio di cocco dopo aver fatto la doccia. Ho dei capelli sensibili. Metto solo la crema e non voglio avere l’acne. Mi truccherò solo oggi o non credo che potrei sopravvivere così ogni giorno.»

Il viso di Chonlatee venne spostato di lato e le mani esperte del truccatore iniziarono a muoversi frenetiche. Man mano che il make up venne completato il viso di Chon sembrò trasformasi come per magia. Più Chon vedeva la quantità di trucco che veniva spalmata, sfumata e picchiettata sulla sua faccia più si convinceva che l’indomani il suo bel viso sarebbe stato pieno di brufoli. 

«Mi piace l’odore dell’olio di cocco, fa bene ai capelli.»

«Sì, puoi usarlo anche su tutto il corpo.»

«Cercherò di applicarlo anche sul viso, così la mia pelle sarà bella come la tua. Qual è il trucco quando lo si applica?»

«Uso l’olio di cocco dopo aver fatto la doccia, a volte uso una marca low cost di lozione profumata.»

«Oh! Applicare questa lozione così profumata… non ci si meraviglia se poi stuzzichi anche un appetito feroce. Puoi farlo, puoi stuzzicare, non imbarazzarti, è una cosa naturale.» La truccatrice ridacchiò mentre usava la punta del pettine per sistemargli i capelli.

«Stuzzicare l’appetito?»

«Il segno dietro la tua nuca è una prova evidente, ma non preoccuparti l’ho coperto a dovere con il fondotinta.»

Chon alzò la mano e si afferrò il collo non appena sentì quelle parole. Subito pensò alla persona che l’aveva mangiato ferocemente… Ton! Quello stesso giorno, al ristorante Ton lo aveva baciato dietro la nuca assicurandogli che non avrebbe lasciato alcun segno… 

Ton aspetta di essere in camera e vedrai!

Non ho alcuna intenzione di litigare, questa volta te le farò pagare. Sarò io a mangiare te… 

**********

Il concorso si sarebbe svolto nella sala conferenze principale dell’università. Come da scaletta la competizione iniziò partendo dall’elezione della stella e solo alla fine ci sarebbe stata la proclamazione del vincitore del voto popolare come chiusura dell’evento.

Chonlatee prese posto nella zona dell’alto anfiteatro accanto al palco da dove vide la prima parte dell’evento che gli sembrò poco emozionante, ma non appena si rese conto di quante persone erano presenti in quella sala il suo nervosismo crebbe fino a fargli gelare le mani.

“FC CHONLANTEE”

Il led del cartello luminoso con su scritto il suo nome, che vide nella bassa platea, catturò la sua attenzione e, aguzzando la vista, vide Ai che era in piedi accanto alla persona che teneva il cartello.

«Chonlatee… l’albero mi ha fatto un regalo.» Nai gli fece cenno di avvicinarsi, il palco rialzato era alto e anche le persone più alte che stavano ai piedi dovevano alzare la testa per poter guardare in viso le persone sopra di esso.

«Va bene.» Mentre si avvicinava Chon si accorse di dover gridare per poter essere sentito dal suo senior dato che la sala era piena di urla e musica a tutto volume.

«Sei nervoso?»

«Un po’. Ton sta ancora giocando?»

«La gara è già iniziata, ma finirà a breve. Ton forse non farà in tempo ad assistere a tutta la cerimonia, ma non appena la gara sarà finita correrà qui. Prima di entrare negli spogliatoi mi ha dato questo per te.» Nai gli porse un foglio di carta, ma dato che i due erano ancora abbastanza lontani Chon dovette prima chinarsi e poi allungare una mano per raccoglierlo.  

«Ora andiamo a sederci e vedremo anche la proclamazione della nuova Stella. Ci vediamo per i fiori.»

«Sì.» Chon annuì e salutò congiungendo le mani i due senior che si allontanavano dal palco.

Com’era per Chon essere tenuto d’occhio da due dei migliori senior del campus? Certo quello era Nai… non sarebbe di certo sembrato strano se avesse gareggiato anche lui e probabilmente Ai ne era al corrente. Chon non faceva alcuna fatica a immaginarlo lì sul palco a partecipare a quel concorso e credeva che a una parte di Ai la cosa non sarebbe piaciuta poi molto.  

Ma Ton era davvero il numero uno, aveva persino mandato i suoi amici a tenerlo d’occhio e proteggerlo semmai qualcuno si fosse fatto avanti in maniera inappropriata.

Chonlatee tornò a sedersi al suo solito posto. Le luci e i suoni sembravano concentrarsi sul palco a pochi passi da dove era seduto, quindi il resto della sala era immersa nell’oscurità. 

[Combatti Babe. Otterrai il trofeo come promesso.]

Dopo aver messo il pezzetto di carta nel taschino della sua camicia, sul petto vicino al cuore, Chon alzò una mano e prese ad accarezzarlo dolcemente. Arrivati a quel punto l’ansia si era ridotta ed era pronto.

**********

«Ok, mentre aspettiamo i risultati del concorso Stella dell’Università di quest’anno, il concorso che tutti stavate aspettando sta per iniziare. Quello per il Voto popolare!»

La voce entusiasta del presentatore venne irradiata dal palco attraverso il microfono per essere subito sopraffatta dalle roboanti urla provenienti dalla platea. Chonlatee era in piedi  su un lato del palco aspettando in silenzio di essere chiamato per raggiungerne il centro e presentarsi alla folla. 

Non sapeva nemmeno il numero esatto dei partecipanti, non fino a quando il presentatore non lo aveva annunciato. 

«Per risparmiare tempo quest’anno abbiamo pensato di lasciar votare tutti attraverso le nostre pagine social in modo da avere una lista ristretta di candidati… e stasera ci sarà la votazione finale con i primi cinque concorrenti che hanno ottenuto il maggior numero di voti sui social. Volete sapere chi è passato? Ecco alcuni dei finalisti!»

Il presentatore fece una pausa prima di presentare il primo finalista. Doveva essere estenuante andare su e giù per il palco intrattenendo il pubblico e urlando tutto il tempo. Probabilmente era spossante.

«Oh, prima di sapere chi sono i concorrenti, ascoltiamo il regolamento… Come al solito, come ogni anno si voterà con le rose. Potete acquistarle all’apposito banco, ma saranno vendute solo tra un po’. Solo 30 baht a fiore… Che cosa? Mi hanno riferito che le rose sono esaurite, qualcuno le ha comprate, oh… ok.» Il presentatore interruppe la spiegazione per parlare con i membri dello staff che erano saliti a comunicargli la notizia. 

Accidenti sono molto costose… Solo per un piccolo fiore.

«Stavamo dicendo che le rose acquistate verranno poi deposte in un cesto di fronte ad ogni concorrente e ovviamente… Chi… Chi prenderà più rose stasera vuol dire che sarà la persona più sexy del college. Avrà vinto il voto più popolare.»

A quel punto il presentatore tacque e tutto divenne silenzioso, le luci poste davanti ai finalisti vennero spente e Chon sentiva crescere in lui l’eccitazione man mano che la musica diventava incalzante. Fuori l’auditorium poteva anche essere avvolto nel trepidante silenzio, ma dietro, nei camerini, regnava il caos. Senior che urlavano ad altri di far mettere i concorrenti in fila pronti all’uscita. Poter essere là… dietro le quinte, gli sembrò improvvisamente fantastico.

«Bene! Non perdiamo altro tempo e incontriamo il primo finalista del concorso. Mina della Facoltà di Medicina.»

Chonlantee non poté fare a meno di pensare che la musica scelta per accompagnare l’ingresso di Mina sul palco avesse un ritmo fin troppo veloce che mal si sposava con il lento incedere sul palco di Mina. Eppure al finalista della facoltà di Medicina continuò il suo lento avanzare sembrando perfettamente sicura di sé… Se solo anche lui avesse potuto farlo. Chon non ne era tanto sicuro visto che non solo le sue mani, ma tutto il suo corpo era congelato.  

«La prossima persona viene dalla facoltà di Legislazione e Gestione di Impresa, Nong Chonlatee… Questa persona è un po’ difficile da trovare. Un tifoso in particolare è feroce.» Le gambe che erano in procinto di salire i gradini si fermarono di colpo. «… anche se in realtà Ton con lui è piuttosto gentile.»

«Nong Chon cammina veloce.»

«Sì.» rispose Chon e riprese a camminare, confessando a se stesso che nel momento in cui era salito al centro del palco, le luci brillanti lo avevano reso incapace di vedere qualunque cosa davanti a sé. Poteva appena udire la bonaria presa in giro del presentatore dato che la sala si fece molto rumorosa.

«È il momento del colpo di scena, luci!»

Che cosa… 

Chonlatee socchiuse gli occhi per via delle luci accentati puntate su di lui e si concentrò alla ricerca del presentatore. All’inizio pensò che si trattava di Nai, ma quando riuscì a mettere bene a fuoco la persona, lo stomaco gli balzò in gola. Quella persona che reggeva un cesto colmo di rose aveva un volto molto familiare, sembrava uno dei dipendenti di sua madre.

Non avrei dovuto dire a mia mamma che avrei partecipato ad un concorso… era stato già tutto deciso!!!

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