EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 10

La persona a cui piace Praram

– Praram –

«Beh, Phi in questo caso non vuol dire fratello. Come Daddy non vuole dire Papà.»

Cosa diavolo avevo detto?

Dannazione! Avrei voluto schiaffeggiarmi la bocca dieci volte. 

Non sapevo nemmeno la nostra relazione a che punto fosse arrivata; ma la mia bocca, come il mio cuore, parlavano senza riflettere. Jinny aprì le labbra, ma non ne uscì nessun suono. Alla fine rimase lì a fissarmi in silenzio.

Quanto a P’Nuea, mi guardava confuso, e quando mi chiese delle spiegazioni su quello che avevo appena detto non riuscì a rispondergli, mi sembrava di aver perso l’uso della parola. Lo avevo detto davvero? Era colpa di P’Nuea che flirtava continuamente con me, ed io che lo incitavo continuamente a farlo. Cosa mi fosse preso, non lo sapevo neppure io. 

******************

Pralak tornò tardi quella sera, chiedendomi come fosse andata. Gli raccontai quello che era successo e la sua reazione fu la stessa di P’Jinny, bocca aperta ma nessun suono emesso. L’unica differenza furono le parole che riuscì a pronunciare poco dopo. 

«Mi piaci quando flirti con lui.» Era impazzito? Non ero quel tipo di persona io, poi quella parola non veniva più usata da tempo. 

[N/T: La parola in questione è “ให้ท่า”, viene usata raramente nei giorni nostri. Il suo significato è: flirtare/corteggiare.]

Nnorthh – Ieri
“Phi non significa fratello.” Cosa vuoi dire con questo?
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Pond Pawee: Di cosa stai parlando?

Nnorthh: Non lo so, è quello che mi ha detto. Ma non lo capisco.

Pandora: Con quale ragazzino stavi parlando?

Nnorthh: Sempre quella persona.

Jinny Nathar: Perché è così divertente.

Yiwaa: Mi dispiace per Praram.

Nnorthh: Cosa significa?

Hitty doesn’t beat only iron: È come daddy che non significa papà.

Nnorthh: Cosa vuol dire?

Tonkla: Oltre ad essere altezzoso, sei anche così stupido?

Tootie Li learns mechanics: Perché Nong Praram si è comportato in questo modo? Non riesco ad accettarlo. 

Bar Sawawut: Cosa significa tutto questo? @Rammie ram

Lessi i commenti, ma non risposi alla domanda di P’Bar. Perché continuava a chiedere, se già gli avevo risposto in passato? Pensandoci P’Nuea era davvero una brava persona; era molto bello, non molto diverso da P’Vee e gli altri. Quando veniva a trovarmi mi piaceva, mi domandava delle cose a cui tenevo molto e ci scrivevamo ogni giorno. In fin dei conti ero solo un ragazzo con dei sentimenti. Veniva a corteggiarmi ed io continuavo a cercarlo. In quel momento era lecito che io fossi così scosso.

Francamente non ero geloso quindi non la presi seriamente, ma era venuto comunque per stare con me. Era gentile, ed io desideravo che fosse così solo con me, ma non riuscivo a capire cosa fosse esattamente. Forse non potevo capire il vero amore o l’amore maturo, ma anche un ragazzino come me era abbastanza intelligente da capire che quando due persone si parlano in quel modo tutti i giorni, non è solo una semplice conoscenza tra Phi e Nong.

Lucky man: Rama è una persona gelosa. 

Nnorthh: In che senso Rama è geloso?

Rammie ram: Rama non è geloso proprio come P’Nuea non flirta con Rama. 

Nnorthh: Ti piace parlare in questo modo che per me è difficile da capire?

Toot Li studies mechanics: “tu tu, Phi Phi” ah così dolci.

[N/T: Praram sta usando parole educate per rivolgersi a Nuea]

Nnorthh: Sono dolce?

Toot Li studies mechanics: No.

Nnorthh: Non l’ho chiesto a te.

Nonostante il post fosse stato pubblicato il giorno prima, risi ancora di gusto leggendo i commenti. Più rileggevo quei messaggi, più mi convincevo che P’Nuea facesse solo finta di non capire; tuttavia non ne ero molto sicuro. 

Rammie ram – Adesso
Phi e Nong non vuol dire soltanto fratelli.
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Nnorthh: Rama non significa Rama, giusto?

Paul Peel: E allora cosa significa Rama?

Nnorthh: Rama vuol dire “persona che piace a Nuea”.

Rammie ram: Che mi dici di “P’Nuea”.

Nnorthh: “Persona a cui piace Rama”.

«Qualcuno a cui piace Praram.» La voce del mio gemello che leggeva ad alta voce quel commento mi fece arrossire le guance. 

«Smettila!» lo rimproverai prima di immergere la mia faccia nel cuscino. 

«Vi state già frequentando?»

«Pensi che io sia uno facile, Pralak?» gli chiesi. 

«No, non credo che tu lo sia. Ma il modo con il quale ti tenta…»

«Non dirlo Pralak!» lo fermai supplicando.

«Ti piace davvero tanto.» Pralak si sedette sul letto vicino a me. 

«Questo lo sai già.» risposi.

«Sii cauto.» Mi mise una mano sulla testa per rassicurarmi.

«Non dici nulla?» Mi spostai mettendo la testa sulla sue gambe, per guardarlo meglio.

«Cosa dovrei dire? Ti comporti come un bambino dipendente dal suo Phi, Praram.» disse massaggiandomi i capelli.

«Dipendente da cosa?» chiesi alzando la voce.

«Si, Praram. Hai il tuo Phi che non è il tuo Phi(fratello).» continuava a burlarsi di me.

«Potresti smetterla di prendermi in giro.»

Quella sera e anche il giorno dopo, Pralak continuava a prendermi in giro, soprattutto quando chiamavo P’Nuea. Lo faceva a tal punto che anche Nong Daa aveva iniziato a  deridermi, fecero incuriosire anche nostra madre. 

«Praram ha un fidanzato?» chiese mia madre all’improvviso mentre stavo per portare alla bocca il primo boccone.

«Non ho nessuno.» le risposi sorridendo. In fin dei conti era la verità, ci stavamo solo conoscendo. 

«Sei sicuro? No, perché ho visto che ti hanno preso in giro per questo.» disse la mamma.

«Non ha un fidanzato, ma si vede con qualcuno.» parlò Nong Daa rivolgendosi a nostra madre.

«Davvero?» I bellissimi e luminosi occhi di mia madre si posarono su di me. 

«Dai mamma, è normale per i ragazzi.» si intromise Pralak.

«Non c’è bisogno di difenderlo. Come puoi pensare di aver un fidanzato quando non hai ancora finito le superiori?» La mamma rispose furente a Pralak.

«Ma l’amore arriva quando meno te lo aspetti, non lo sai?» continuò a ribattere il mio gemello.

«Certo che lo so, vostro padre mi è piaciuto sin dai tempi delle medie.»

«Oh! Allora perché me lo vieti?» le chiesi.

«Beh, sono una mamma che vuole proteggere i propri figli. Ho paura che potresti imbatterti in una persona cattiva. Se sarai bravo come Kan allora non mi dispiacerà.» rispose lei prima di incominciare a parlare di P’Bar. Dove avremmo mai potuto trovare qualcuno come P’Bar?

«Ogni persona ha il suo fascino.» ribattei.

«Quindi devo constatare che questa persona sia reale, giusto?» La sua domanda aveva un tono più cupo. 

«Oh, mamma adesso devo andare. Vieni a prendermi più tardi oggi, perché dovrò fare un compito.» Nong Daa si alzò e mi lanciò un dolce sorriso, che però era più simile ad una mela avvelenata.

«Studia sodo, figlia mia.» La mamma diede un bacetto sulla guancia di nostra sorella, prima che quest’ultima se ne andasse.

«Mamma devo andare anche io, ho dei compiti da finire.» disse Pralak. 

«Allora la mamma vi porterà tutti, ragazzi.» si offrì lei.

«Non ce ne bisogno, possiamo andare anche da soli. Non ci dispiace prendere l’autobus.» risposi subito alla mamma, trascinando Pralak fuori.

«Gemelli!» urlò lei.

«Non c’è bisogno nemmeno di venirci a prendere stasera.» gridai correndo fuori dalla porta. 

«Come tornerete a casa?»

«Potremo aspettare che il fidanzato di Praram ci riporti a casa.» Avrei voluto colpire in faccia sia me e che mio fratello. Avrei dovuto uscire più velocemente da quella casa. 

***********

Prendemmo lo stesso autobus che ci portava spesso a scuola. Quella mattina fummo fortunati, Pralak riuscì a svegliarsi presto. Fece una doccia veloce e questo ci permise di andare all’università prima di andare a scuola. 

Beep Beep

Al suono del clacson ci voltammo entrambi, quel suono sembrava familiare, capimmo il motivo della familiarità non appena vedemmo il colore dell’auto e l’autista all’interno. 

«Ragazzi perché siete qui?» Era il nostro bel cognato P’Bar, il quale abbassò il finestrino per salutarci. 

Pralak ed io ci guardammo istintivamente negli occhi, con un solo sguardo concordammo di non rispondergli. 

Se P’Kan avesse scoperto che nostra madre in realtà non ci aveva dato il permesso di andare all’università; lei sarebbe venuta a prenderci di corsa, mandano in fumo tutti i nostri piani. 

Perché un ragazzo delle superiori come me doveva sottostare a sua madre e suo fratello per andare a divertirsi?

«Salite in macchina!» ci ordinò P’Kan. Non ci salutammo nemmeno che la faccia arrabbiata di nostro fratello apparve vicino alla figura di P’Bar, obbligandoci ad entrare in macchina. 

Era il mio giorno sfortunato o cosa? Prima Nong Daa, poi apparve P’Kan a mettere i bastoni tra le ruote. Ero certo che da lì a qualche istante mi avrebbero inondato di domande. Di certo Kan non mi avrebbe interrogato sugli argomenti di scuola, tuttavia sapevo già come rispondergli. 

«È così che parli a tuo fratello? Praram è un adulto ormai.» disse P’Bar a mio fratello Kan. 

«Non lo è abbastanza per stare con Nuea.» Mi guardò con un sguardo cupo attraverso lo specchietto retrovisore. 

«E se si amassero davvero?» intervenne Pralak in mia difesa. 

«Lo difendi anche? Cos’hai da guadagnarci o da perderci?» chiese P’Kan al mio gemello con tono rabbioso. 

«Non ci guadagno assolutamente nulla, ma se Praram avesse un fidanzato per me sarebbe molto più facile.» disse francamente. Se avessi una relazione con qualcuno, allora non ci sarebbe motivo per proibirlo anche a lui.

«P’Kan…» lo chiamai.

«Cosa c’è?» Alzò le sopracciglia mentre io diedi una seconda occhiata al cellulare. 

«P’Nuea vorrebbe sapere se le tue barriere sono cedute o meno.»  riportai il messaggio di P’Nuea.

«Cosa? Stavi parlando con P’Nuea per tutto questo tempo?» La macchina si fermò davanti la scuola mentre lui urlò furibondo. 

«Oh si da un bel po’, da quando sono entrato per la verità.» Sorrisi innocentemente a mio fratello. 

«Mi stai dicendo che mentre parlavi con me, stavi parlando anche con lui?» Si voltò iracondo verso di me e lo stesso fece P’Bar, ma al contrario lui mi sorrise e alzó il pollice in alto per darmi sostegno. 

«Beh, P’Kan anche tu sei sempre con P’Bar.» lo stuzzicai sorridendogli dolcemente. 

«Praram!»

«Non è forse così?» P’Bar chiese voltandosi verso il suo ragazzo. P’Kan sposto lo sguardo per posarlo sulla figura di P’Bar. 

«P’Kan, una volta il mio Phi non disse per caso che l’amore era una cosa bella?» parlò Pralak avvicinandosi a nostro fratello.

«Quale Phi?» chiese accigliato P’Kan.

«Quello che è fidanzato con P’Bar.»

«Farò esattamente come te.» dissi a mio fratello maggiore prima di dargli un bacio veloce sulla guancia e saltare fuori dalla macchina. Anche Pralak uscì velocemente, poi ci voltammo per salutare il volto infuriato di nostro fratello. Tutto ciò che poteva fare P’Kan era guardaci perché P’Bar era accanto a lui a impedirgli di seguirci.

Ero contento di avere P’Bar dalla mia parte. 

«Come mai così di fretta?» 

«Hey?» mi voltai udendo quella voce che mi lasciò sconvolto. Non era la sua voce a scioccarmi, ma la vicinanza tra noi. 

«Da quanto sei qui?» gli chiesi con il fiatone.

«Da quando hai baciato Tossakan, eri così carino che ho dovuto avvicinarmi per capire meglio cosa avessi visto.» disse. Mi fece sentire più timido del solito ripensando a quello che avevo appena fatto. 

«Oi! Nel caso in cui te lo fossi dimenticato io e lui siamo uguali.» si intromise Pralak agitando la mano avanti e indietro, cercando di far notare la sua presenza. 

«Potete avere lo stesso aspetto, ma non sei affatto come Praram.» rispose a Pralak.

«Perché?» domandai inclinando la testa. Tutti ci ritenevano uguali, allora per lui in cosa eravamo diversi?

«Pralak, il tuo cuore batte forte quando mi vedi?» P’Nuea si voltò per rivolgersi al mio gemello.

 «No non batte forte, ma io non sono facile come Praram.»

«Pralak!» Mi voltai verso di lui arrossendo.

«Esattamente.» rispose P’Nuea tornando a guardarmi e sorridendomi ancora una volta.

«Non c’è bisogno che tu lo dica, ah! Sei così sfacciato.» parlai dolcemente.

«Oh, non riesco ad accettarlo! Il solo pensiero di poter avere quella faccia supplichevole, mi mette i brividi.» Pralak mi guardò come se stessi facendo qualcosa di sbagliato. 

«Cosa c’è, non ho detto nulla.» risposi soltanto.

«Non lo sai che una persona innamorata tende a vedere certe cose?» cercò di spiegarsi.

«Cosa intendi per innamorato?» chiesi di rimando.

«Tra me e te non c’è nulla?» domandò P’Nuea confuso. 

«Di cosa stai parlando?» Improvvisamente mi irrigidì. 

«Beh, ti ho già detto che Praram non vuol dire Praram.» Inizialmente non capì cosa intendesse, ma poi ricordai le sue parole – “Praram significa: persona che piace a Nuea”.

«Quindi cosa vuol dire?» chiese beffardo Pralak.

«Sto aspettando che Praram risponda.» P’Nuea continuava ad avere gli occhi su di me. Non riuscivo a pensare o a formulare una frase di senso compiuto. Mi limitai a guardare la punta delle mie scarpe prima di alzare lo sguardo e cercare di rispondergli.

«P’Nuea…» La persona che avevo davanti mi piaceva davvero tanto. 

«C’è qualcosa, vero? Questa persona ti piace davvero tanto.» disse Pralak.

«Beh, forse amore non sempre significa solo amore, Pralak.» P’Nuea rispose a Pralak, ma i suoi occhi continuavano ad essere fissi su di me. Pralak alzò gli occhi al cielo quando vide gli occhi di P’Nuea immergersi nei miei. 

«Il tuo amore è Praram, giusto?»

«Cosa te lo fa pensare?» chiese Nuea a Pralak.

«Beh, sembra che esistiate solo voi due al mondo.» Pralak sembrava scocciato dopo aver parlato così e se ne andò. 

«Ti da fastidio che la gente sappia che tra noi c’è qualcosa?» P’Nuea parlò a voce bassa.

«Alcune cose ormai dovresti saperle.» Mi voltai verso di lui.

«Cosa dovrei sapere? Che puoi diventare geloso e possessivo, come adesso?» Si avvicinò di più a me, facendo aumentare ancor di più la mia timidezza.

«Non prendermi in giro.» dissi spingendolo via.

«Oi!» Il bel ragazzo mi sorrise, si sporse in avanti, stabilendo così un contatto visivo. Potevo vedere chiaramente i suoi occhi, e il mio riflesso in essi. Non riuscivo a spiegare le sensazioni che provavo; speravo solo che continuasse a guardarmi per tutto il tempo, anche se non sapevo per quanto ancora avrebbe retto il mio cuore. 

«Io… devo andare a studiare adesso.» Perché il solo sguardo, i suoi occhi, il suo sorriso mi fanno battere così velocemente il cuore?

«Va bene allora.» Si avvicinò premendo dolcemente il palmo della sua mano sul mio capo, si chinò in modo da riacquistare un contatto visivo con me, per poi sussurarmi:  

«Lavora sodo, mio bravo ragazzo.» 

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