NOTA: Questo capitolo speciale si svolge prima che Uea e King si mettessero insieme.
(Stra)Ordinarie persone [by Phakin]
Avevo incontrato per la prima volta P’Jade al mercato vicino all’ufficio in un affollato lunedì mattina.
NOTA: Questo capitolo speciale si svolge prima che Uea e King si mettessero insieme.
Avevo incontrato per la prima volta P’Jade al mercato vicino all’ufficio in un affollato lunedì mattina.
Il caldo di dicembre in Thailandia mi stava bruciando i peli delle braccia. Al sole qui in Thailandia non fregava nulla che il meteo indicava che era inverno. Mi asciugai il sudore dalla faccia, poi misi la borsa da viaggio nel retro dell’auto del mio ragazzo.
Guardai Mai con preoccupazione; presentare un fidanzato alla famiglia era un evento importante. Mai aveva detto che sarebbe successo quando saremmo andati insieme a Kanchanaburi. Quel giorno era arrivato.
Quando si dice ‘il tempo vola’, si applicava solo quando la mia vita era felice e senza problemi. Mi sentivo come se fosse solo lunedì, ma mi ero svegliato e reso conto che era uno strano venerdì.
Ciò significava che era l’ultimo giorno in cui Mai avrebbe lavorato con me e l’ultimo giorno in cui sarei andato in macchina con lui in ufficio.
La prima e unica volta che avevo avuto una relazione era stata più di dieci anni prima. Ero solo un ragazzino al verde della prima media, spendevo tutti i miei soldi in fumetti. La mia ragazza dell’epoca era nel club di danza thailandese. Doveva esercitarsi quasi ogni giorno per preparare un’esibizione all’evento Open House. Quella volta avrei dovuto portarla al cinema, ma lei non si era fatta vedere e poi avevo scoperto che usciva con un’altro ragazzo di terza media. Quell’appuntamento che avevo programmato era stato rovinato per sempre.
La mattina seguente mi svegliai già con l’ansia. Dopo averlo lasciato a casa il giorno prima, mi costrinsi a dormire in modo che la mattina arrivasse velocemente. Mi svegliai quasi alle sette del mattino, mi vestii e trovai qualcosa da fare. Ogni cinque minuti circa guardavo pazientemente il mio telefono.
Era passata quasi una settimana da quando Mai aveva detto che gli piacevo, e potevo sentire qualcosa di strano in lui in quei ultimi giorni.
Quando ero più giovane, il figlio del vicino una volta aveva preso a calci un pallone mandandolo dritto sulla mia faccia. Ero caduto a terra ed ero rimasto lì immobile fino a quando mia madre era corsa a vedere come stessi. Ricordavo che tutta la mia fronte era intorpidita, tutto sembrava stordito e avevo visto le stelle in una giornata di sole, ma alla fine il dolore era svanito ed ero cresciuto bene.
Sembrava che quello che mi aveva detto il Kau Chim fosse accurato, perché la mattina seguente, quando Mai era venuto a prendermi, avevo visto che la portiera della sua macchina era perfettamente a posto. Non c’erano graffi come nell’incubo fatto la notte precedente. Quando Mai non stava guardando, mi scusai persino con la portiera della macchina e mi dissi che non l’avrei più fatto a un’auto costosa. Riuscivo a malapena a mantenermi con il mio stipendio.
Agli occhi degli altri, Jadeniphat era una persona allegra, loquace e non prendeva la vita sul serio. Anche quando il mio capo mi chiamava per darmi una ramanzina per il lavoro che avevo sbagliato, riuscivo comunque a uscire e a ridere con i miei amici. In realtà piangevo dentro; non perché fossi stato rimproverato, ma avevo paura che potesse ridurmi lo stipendio. Jadeniphat trasforma tutto in uno scherzo.
Terminata la giornata sportiva, decisi di non tornare a casa con Mai come facevo tutti i giorni. Gli dissi che mia madre mi voleva urgentemente a casa. Lui insistette per accompagnarmi lì, ma presi velocemente un taxi e tornai all’appartamento senza ascoltarlo.
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