MIDDLEMAN’S LOVE – SPECIALE 1

NOTA: Questo capitolo speciale si svolge prima che Uea e King si mettessero insieme.

(Stra)Ordinarie persone [by Phakin]

Avevo incontrato per la prima volta P’Jade al mercato vicino all’ufficio in un affollato lunedì mattina.

MESI PRIMA

Io sono Phakin. Stavo studiando nel dipartimento di Comunicazione Arte e Design, della Facoltà di Architettura. Stavo per frequentare il quarto anno e dovevo unirmi al programma di educazione cooperativa per un semestre. Prima di allora avevo inviato una domanda per uno stage in un’azienda privata a Phrom Phong e l’azienda mi aveva accettato. Nelle due settimane successive avrei iniziato lo stage. Quel giorno dovevo prendere la macchina fotografica di mio fratello che era stata riparata in un negozio vicino all’ufficio, così pensai di dover dare un’occhiata all’azienda.

Sarei dovuto stare lì per qualche mese, quindi avrei dovuto iniziare a conoscere quell’area. Il negozio di macchine fotografiche non era ancora aperto, quindi quello era un bel momento per passeggiare e ammazzare il tempo.

Parcheggiai l’auto nel parcheggio di un supermercato e poi girai per osservare la zona. Arrivai alla vivace zona con edifici alti su entrambi i lati della strada. Mi passarono davanti molti impiegati, probabilmente avevano fretta di timbrare il cartellino. Sorrisi un po’ pensando che dopo due settimane la mia routine sarebbe stata uguale alla loro.

L’università era una specie di simulazione del mondo reale. Il tirocinio mi avrebbe fatto uscire da quella zona sicura e finalmente avrei saputo cosa sarebbe accaduto dopo la laurea. Dopo aver visto molti senior lamentarsi su Facebook per quello che dovevano passare, sapevo che il mondo reale probabilmente non era così bello.

Ma ero anche sicuro che non sarebbe andata affatto male.

Vagai fino a raggiungere un vicolo con diversi edifici ai lati. Molte bancarelle di cibo di strada e negozietti erano pieni di clienti. Guardai un negozio di noodles, poi sentii un grido.

«Vattene! Sporco cane! Vuoi prendere un calcio?!»

La voce piena di odio fece voltare tutti quelli intorno a me a guardare laggiù. Mi avvicinai un po’ e vidi la venditrice di carne di maiale alla griglia che lanciava una pietra a un cucciolo malandato.

«Lascialo andare. È solo un cucciolo.» disse il venditore della bancarella vicina, solo per essere richiamato dalla donna.

«Più facile per te dirlo. Questo fottuto cane non ha rovinato il tuo stand. Vattene! Vattene!»

La vidi prendere i pezzi di carbone da un sacco per lanciarli al cucciolo. Il cagnolino stava morendo di fame e tremava per la paura. Corsi verso di lui per aiutarlo, ma qualcuno fu più veloce di me. Un ragazzo entrò e afferrò il cucciolo, abbracciandolo al petto.

«Per favore, non fargli del male. Lo porterò via.»

Una voce rassicurante apparteneva alla persona che era entrata per prendere il cucciolo. Indossava una camicia blu con pantaloni. Sembrava un uomo tailandese-cinese a giudicare da quei graziosi occhietti. Probabilmente era uno degli impiegati di quella zona.

«Lo porterai fuori e tornerà subito per il mio fottuto maiale! Non puoi parlare con un fottuto cane!»

«Probabilmente ha fame. Per favore, rilassati.» disse con calma. Le sue mani stavano cercando di calmare il cucciolo spaventato. La camicia che indossava che era ordinata e pulita ora era sporca.

Quando le persone intorno a me videro che lo spettacolo era finito, iniziarono a perdere interesse e se ne andarono. Io ero ancora lì, un po’ lontano da lui. Chiese al venditore arrabbiato di comprare del maiale alla griglia e le sorrise stancamente mentre pagava. Dopo aver preso il maiale, portò in fretta il cane in un vicolo vicino.

Avrei dovuto lasciare stare tutto ora, ma i miei due piedi lo seguirono prima ancora che me ne rendessi conto.

Cosa farà ora?

Quel tipo si fermò sul marciapiede e si abbassò, cercando di estrarre il maiale alla griglia dal bastoncino. Poi disse al cucciolo di stare fermo, gli diede il maiale e il cucciolo si divincolò dalle sue braccia per mangiare il maiale con voracità. Lo vidi sorridere mentre il cucciolo iniziava ad agitare felicemente la coda.

Non sapevo perché, ma sorrisi quando lo vidi.

Quel ragazzo guardava il cucciolo finire tutto il maiale e lo riprese in braccio. Sembrava un po’ preoccupato prima di dirigersi verso un altro vicolo.

Probabilmente doveva lasciarlo andare abbastanza lontano da lì, perché se fosse tornato in quel vicolo, si sarebbe fatto male.

Lo seguii con curiosità dato che non aveva ancora lasciato il cane, poi lo vidi fermarsi davanti a una farmacia. Parlò amichevolmente con una signora che sembrava essere la proprietaria della farmacia. Sembrava che si conoscessero abbastanza bene.

Non mi avvicinai abbastanza a loro per sentire cosa dicevano, ma dai loro gesti e dalla signora che aveva preso il cucciolo tra le braccia, immaginai che probabilmente le avesse chiesto di prendersi cura del cucciolo temporaneamente.

«Merda!» gridò dopo aver guardato l’orologio e venne preso dal panico. «P’Na, ci vediamo dopo il lavoro!»

«Va tutto bene. Sbrigati e mettiti al lavoro.» disse la proprietaria della farmacia.

Il ragazzo la ringraziò e mi corse accanto. Sorrisi un po’ mentre lo guardavo correre più lontano.

Aveva salvato il cucciolo dall’essere ferito, gli aveva comprato del cibo e lo aveva lasciato a qualcuno di cui si fidava in modo che non si facesse male di nuovo. Avrebbe potuto semplicemente ignorare il cucciolo, ma non l’aveva fatto.

Sembra una persona davvero gentile. Questo… mi aveva impressionato.

Tornai da dove ero venuto, poi guardai gli altri impiegati. Probabilmente lavora in un ufficio qui intorno. Forse lo incontrerò di nuovo qui al mercato.

Non ero sicuro di cosa avrei fatto se avessi avuto la possibilità di rivederlo. Forse mi sarei limitato a fissarlo. Forse avrei avuto il coraggio di sorridergli e salutarlo.

Ma di sicuro, voglio davvero rivederlo.

********

Anche se lo speravo, non avrei mai pensato che il mio desiderio si sarebbe avverato nelle due settimane seguenti.

Era il primo giorno del mio tirocinio. Ero in ufficio e stavo seguendo il direttore in ogni reparto per salutare tutti. Bas, che era il capo del mio dipartimento, ricevette una chiamata dal suo capo, quindi rimasi lì e aspettai, mentre tutti gli occhi degli impiegati mi fissavano.

Ero consapevole del mio aspetto e del motivo per cui venivo fissato tutto il tempo sin da quando ero al liceo. Anche se succedeva sempre, non mi ero mai abituato abbastanza senza sentirmi a disagio.

Gli sorrisi educatamente e distolsi lo sguardo. Ero in piedi vicino all’ingresso. Il muro era decorato con diversi progetti e foto dei dipendenti con cui presto avrei lavorato. Guardai ogni foto poi i miei occhi individuarono un volto familiare.

Jadenifat Tangtrakarn.

Fissai la foto e ripetei quel nome nella mia testa. Sorridevo mentre il mio cuore batteva un po’ più veloce per la gioia. Era l’uomo che avevo visto due settimane prima, ed era anche un grafico con cui dovevo lavorare.

Le coincidenze esistono. Forse dovrei chiamarla fede. E il mondo è un posto così piccolo.

«Sei un nuovo stagista?» Una voce profonda richiamò i miei occhi dalla foto.

«Sì.» dissi mentre guardavo il ragazzo alto che sembrava essere della mia stessa altezza. Era così bello che se qualcuno mi avesse detto che era un attore, non ne sarei rimasto sorpreso.

«In quale dipartimento?» chiese. Quegli occhi acuti mi guardavano in faccia come se mi stesse studiando.

Sorrisi educatamente: «Dipartimento IT.»

«Perfetto. Anche io. Sono King, un programmatore.»

«Mi chiamo Mai. Piacere di conoscerti, P’King.» lo salutai.

Annuì e guardò la foto che stavo guardando. «Lo conosci?»

«Sì?»

«Ho visto che stavi fissando Jade prima.» spiegò.

Guardai la foto e risi un po’ timidamente.

«Sembra solo familiare. Probabilmente l’ho già visto da qualche parte.»

«Capisco. Pensavo avessi avuto un colpo di fulmine.»

King sorrise in modo dispettoso. Ero un po’ sbalordito dal modo in cui prendeva in giro qualcuno che aveva incontrato solo un minuto prima. Probabilmente aveva visto la mia espressione, perché rise e avvicinò il viso al mio.

«O se l’hai fatto davvero, è ancora single. Vuoi il mio aiuto?»

«È solo che sono…»

«Oh, signor Khunakorn. Sei appena arrivato?»

Il direttore interruppe la nostra conversazione e King si girò per salutarlo.

«Sono qui da un po’, signore. Stavo chiedendo una nuova chiavetta USB all’amministratore. Ho visto un nuovo tirocinante, quindi sono venuto a salutarlo.»

«Oh, bene. Anche lui è nell’IT. Lo porterò dai capi e poi nel tuo dipartimento.»

«Certo, signore.»

King mi guardò. Mi diede una pacca decisa sulla spalla mentre alzava le sopracciglia e se ne andò.

«Ci vediamo in giro, ragazzo.»

«Va bene. Mai, seguimi. Vediamo i superiori prima di metterci al lavoro.» disse il manager.

Lo seguii e salutai tutti, poi mi portarono al reparto informatico dove sarei rimasto come stagista per altri quattro mesi.

«Quest’anno, il reparto IT ha un solo tirocinante per lavorare con i grafici. Ecco, presentati ai tuoi senior.» disse il manager mentre tutti gli altri nella stanza iniziarono a chiacchierare quando mi videro.

«Salve, mi chiamo Phakin Shaopaphakorn. Potete chiamarmi Mai. È un piacere conoscervi tutti.» Salutai tutti con un sorriso, poi mi guardai intorno.

Era laggiù in piedi, che mi fissava. La sua faccia bianca e chiara sembrava un po’ curiosa. Lo fissai ancora, facendo del mio meglio per non sorridere.

Ma sembrava che mi facesse battere il cuore ancora più forte.

«Beh, fareste meglio a prendervi cura di lui. Chi è il suo supervisore?»

«Quest’anno è responsabilità di Jadeniphat, signore.»

«Sì-» disse il proprietario di quel nome, poi fece una pausa.

Guardai King che sedeva dietro. Alzò il sopracciglio verso il suo amico, poi si voltò di nuovo verso di me e sorrise compiaciuto.

Capisco. Sembrava che mi stesse aiutando come aveva detto.

«Quindi sarai tu a prenditi cura di lui, eh? Allora faresti meglio a farlo per bene, ok? Ho una riunione in arrivo, ci vediamo più tardi.» disse Bas e mi spinse da Jade che sembrava tutto confuso.

Mi sentivo come se qualcuno mi stesse fissando, quindi mi girai e vidi un bell’uomo seduto accanto alla scrivania di Jade. La sua espressione era… fredda e poco accogliente. Quegli occhi rotondi mi fissavano come se stesse cercando di guardarmi dentro.

Sembrava che stessi guardando Jade da così tanto tempo da essere sospetto.

«Beh, per questi prossimi quattro mesi, non vedrò l’ora di venire in ufficio ogni giorno.» disse una donna con una risatina. Mi limitai a ricambiare il sorriso e sentii King dire: «È appena arrivato e già inizi a flirtare con lui? Credo che mi dimenticherai ora che hai qualcuno di nuovo e così brillante.»

«Oh, andiamo. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore, ma ce ne sono quattro in totale. Mai sta prendendo il sopravvento su un altro. Ciao, mi chiamo Fai, è così bello conoscerti.»

«Fermati, prima che scappi di paura.» Alla fine, Jade la avvertì e si alzò dalla sedia per mettersi di fronte a me.

Ora che stavamo fianco a fianco, potevo vedere la differenza tra le nostre altezze. Era solo un po’ più alto della mia spalla, quindi doveva alzare lo sguardo per parlarmi. Quegli occhi sembravano così lucidi che riuscivo quasi a vederci il mio riflesso.

È… adorabile.

«Mi chiamo Jade. Qui vicino a me c’è Uea. Siamo graphic designer. In realtà, ce n’è un altro, ‘Mongkon’, ma si è preso un giorno libero.» spiegò Jade.

Lo salutai velocemente, poi gli rivolsi un sorriso che aspettavo di dargli.

«Ciao a tutti, ragazzi.»

«Fai come se fossi a casa tua. Oh, e io non sono il tuo supervisore. Il mio amico stava solo scherzando. Il tuo supervisore è…»

«Lascia perdere. Lo abbiamo già detto al manager. Prenditi cura di lui.» disse l’uomo che prima mi stava guardando.

Jade sembrava essere senza parole. Quando quel senior, Uea, mi guardò, i suoi occhi stavano ancora cercando di capirmi. Io sorrisi solo per essere educato.

Dopo aver ascoltato la loro conversazione, sembrava che Uea avrebbe dovuto essere colui che si sarebbe preso cura di me, ma a causa di King, ora era Jade che doveva farlo, il che mi fece sentire fortunato. Ora che riuscivo a vederlo, quello che avrei fatto dopo sarebbe stato saperne di più su di lui.

********

Mentre Jade stava lottando per trovarmi delle attrezzature da lavoro, colsi l’occasione per osservarlo e capirlo. Aveva la pelle bianca e pallida con solo un paio di cicatrici da acne quasi invisibili sul viso. Aveva labbra sottili e un naso piccolo. I suoi occhi sembravano concentrati mentre creava un account di posta elettronica aziendale per me. Immaginavo che fosse considerato normale, ma guardarlo mi fece sentire rilassato. Anche la sua voce era gentile e calma, rendendomi inspiegabilmente a mio agio.

Qualcosa in lui mi attraeva ad avvicinarmi, a volerlo conoscere meglio.

Prima che me ne rendessi conto, ormai trascinavo la mia sedia verso di lui e mettevo il mio laptop sulla sua scrivania. Lo spazio tra di noi diminuiva ogni volta che gli chiedevo del lavoro.

Spero che non abbia ancora capito le mie vere intenzioni.

«Quanti anni hai, Mai?» chiese Jade mentre aspettavamo che ci venisse servito il pranzo.

«Ho ventuno anni. E voi ragazzi…?»

«Ventisette.» disse Jade a nome di tutti e tre.

Rimasi un po’ sorpreso. Anche se sapevo che probabilmente aveva esperienza, considerando come mi aveva insegnato il lavoro la mattina, sembrava che fosse ancora all’università.

«E tu? Hai una ragazza o un ragazzo?» mi chiese dopo un divertente litigio con King. Guardai verso i suoi occhi luminosi e risposi: «No, non sto con nessuno in questo momento.»

«È una bugia. Un ragazzo di bell’aspetto come te non ha davvero nessuno?»

«Non vado molto d’accordo con le altre persone. Nessun interesse in amore. Ho anche pochi amici.» gli dissi onestamente, ma una cosa che gli avevo nascosto era che…

Ora ne voglio davvero uno.

**********

Nel pomeriggio iniziai a prendere sul serio il mio lavoro e anche a cercare di ottenere informazioni su Jade chiedendoglielo direttamente o ascoltando la conversazione degli altri. Dopo un po’ mi resi conto che il mio supervisore era semplice e tranquillo. Era divertente e amato dai suoi colleghi. Si addiceva al suo aspetto.

È davvero qualcuno che mi fa sentire rilassato.

«Andiamo, Mai. Si torna a casa.» Jade mi accarezzò quando l’orario di lavoro era finito.

Mi alzai, spensi il computer e guardai il mio supervisore accanto a me. Era un peccato che una buona giornata fosse passata in fretta.

«Dove vivete ragazzi?» chiesi mentre seguivo i tre senior verso l’ascensore.

«L’appartamento di King è vicino a Si Lom. Quello di Uea è vicino a Sathorn. Il mio è un po’ lontano da qui, Lat Krabang.» rispose Jade.

Non appena sentii che viveva a Lat Krabang, il mio cuore sbocciò felice.

«Anche il mio appartamento è a Lat Krabang.» dissi cercando di mantenere la mia voce normale. «Ho una macchina. Dato che abitiamo nella stessa zona, posso darti un passaggio tutti i giorni.»

«Oh, no. Non ce n’è bisogno. Troppo gentile.»

«No, in realtà non è niente. Andiamo nella stessa direzione, no? Posso accompagnarti a casa.» sostenni.

Sembrò esitare, ma fortunatamente King lo convinse ad accettare e alla fine accettò l’offerta. Mi girai per guardare King negli occhi per sottintendere un ‘Grazie.’

Devo molto a King oggi.

Sulla via del ritorno Jade e io iniziammo a conversare, scambiandoci storie su noi stessi. Più parlavo con lui, meglio mi sentivo per lui. Ero già impressionato da lui, ora che mi avvicinavo, non potevo fare a meno di diventare avido.

«Mai, puoi essere onesto con me? Non hai davvero una ragazza?» chiese mentre eravamo bloccati a un semaforo rosso.

«No, sono single.» ripetei quello che avevo detto e risi piano perché era così curioso di me.  «Perché mi guardi così?»

«Beh, chi diavolo ci crede? Sei bello e hai una bella macchina. Tutte le persone nella tua università sono cieche? O hai appena rotto con la tua ex?»

«La mia ultima relazione è stata quando ero in seconda media, quindi sono single da quando sono entrato all’università.» Feci ripartire la macchina mentre il semaforo rosso diventava verde. «In realtà, non ho mai pensato molto alle relazioni fino… a poco tempo fa.»

Guardai la persona accanto a me. Sembrava così curioso. Nascosi il mio sorriso mentre gli chiesi a mia volta: «Allora… Tu sei fidanzato?»

«No. In questo momento Uea è…» disse, poi si fermò per un po’. «Qual era la tua domanda?»

Sbatté ripetutamente le palpebre. La sua faccia divenne vuota per un po’, e dopo aver ripetuto la mia domanda, rispose: «Oh, ehm… No.»

Risi piano. Anche se King mi aveva già detto che era single, era comunque meglio sentirlo da lui.

La strada è libera allora.

Mi avvicinai al mio appartamento. Jade indicò il marciapiede di fronte a un condominio proprio di fronte al mio. Mi stupii ancora di più di questa coincidenza. Ciò significava che avrei avuto più possibilità di stare vicino a lui.

Andremo a lavorare insieme tutti i giorni, tutti soletti in macchina, conoscendoci meglio.

Provai a chiedergli di venire con me in ufficio il giorno seguente. Cercò di rifiutare l’offerta; forse si sentiva premuroso come supervisore, ma continuai ad insistere finché non si arrese. Approfittai per ottenere il suo numero, dicendogli che sarebbe stato più comodo se avessi potuto chiamarlo il giorno seguente. Sembrava così ingenuo mentre scriveva il suo numero sul mio telefono. Mi sentivo come se fossi un lupo che attirava un coniglietto o qualcosa del genere.

Sto andando troppo forte dal primo giorno? Giuro che non sono mai stato così né mi sono mai sentito così con nessuno prima d’ora.

«Passo a prenderti alle sette del mattino, va bene? Ti chiamo.»

«Ok, ora vado.» Mi salutò. Me ne andai così, sorridendo brillantemente.

All’inizio pensavo solo che sarebbe stato bello rivederlo, poi volevo conoscerlo meglio, ma ora…

Sembra… che io sia davvero interessato a lui.

********

Dopo quel giorno, andai a prendere Jade ogni giorno. Ci vedevamo dodici ore al giorno, dalle 7 alle 19. Più tempo passavamo insieme, più riuscivo a vedere quanto fosse carino. Era gentile con le persone intorno a lui: molto generoso, calmo e maturo. Tutto questo me lo faceva piacere ancora di più lui. In appena una settimana, ammisi finalmente a me stesso che mi piaceva davvero.

Cercai di avvicinarmi a lui, facendogli capire che ero interessato a lui. Compravo sempre dolci che gli piacevano per lui. La maggior parte delle volte compravo molto da condividere anche con gli altri in ufficio in modo che non pensasse che fossi troppo diretto. Anche se cercavo di essere tranquillo, Uea, che era il suo migliore amico, vedeva bene attraverso di me. Quei profondi occhi castano chiaro mi fissavano sempre premurosi. Non era mai venuto a parlarne, ma non era mai intervenuto, quindi immaginavo che gli andasse bene nel suo modo tranquillo.

«Mai, quindi hai davvero una cotta per il mio amico, giusto?» mi sussurrò King un giorno mentre Jade era a comprare il bubble tea dopo pranzo.

«Sì.» dissi francamente.

King mi mise un braccio intorno al collo e sorrise divertito.

«Ah. Bene, bene. Sei un bravo ragazzo. Ti sosterrò.»

«Grazie.»

«Ma vedi, Jade è molto lento. Non lasciarti prendere da te, e cerca di non spaventarlo, si spaventa facilmente. Per ora flirta così dolcemente.»

Lui rise. Vedevo che aveva esperienza, quindi doveva sapere in cosa consistevano le mie azioni.

«Va bene. Ho capito.»

«Goditi la festa di oggi, ma non provare nemmeno a far ubriacare Jade per fare quel cazzo che vuoi. Non che io debba preoccuparmi per lui, perché è un gran bevitore.»

King parlò di una festa di benvenuto per me che avrebbe avuto luogo la sera. Alzai le sopracciglia confuso.

«Oh, non ho mai avuto questa intenzione.»

«Giusto. Ho dimenticato che sei il signor bravo ragazzo, non uno stronzo come me. Bene.»

Ridacchiò e mi lasciò andare il collo dopo che Jade tornò indietro. Dopo aver visto Jade e aver pensato a quello che aveva detto King, credevo solo a metà di quello che aveva detto. Non sembrava un forte bevitore.

Finché non mi resi conto che non si può giudicare una persona dall’aspetto, perché dopo aver bevuto tanta birra, non era affatto ubriacato. Ero ancora più colpito dal fatto che non sembrasse nemmeno stordito o brillo. Andava persino a cantare allegramente con piena consapevolezza.

«Te l’avevo detto.» disse King. Bevve un altro grosso sorso, poi prese una bottiglia di liquore e me la mostrò. «Non è mai, mai, ubriaco.»

«Ora lo vedo.» Gli diedi il mio bicchiere da riempire. 

King guardò il suo amico che stava cantando e mi disse: «Non essere troppo triste per non poter interpretare il cavaliere dall’armatura scintillante che salva la damigella ubriaca. Se vuoi stare con lui per molto tempo stanotte, ci sono ancora altri modi.»

«Come?» chiesi con una risata, ma lui mi guardò come se avesse un asso nella manica. Indicò il mio drink.

«Se non è ubriaco lui, allora tu lo sarai. Vedi? Semplice.»

Risi e guardai la bevanda alcolica che avevo in mano, pensando che fosse uno scherzo all’inizio, ma poi bevvi tutto il bicchiere in pochi secondi.

Anch’io ero un bevitore piuttosto forte. Se non bevevo molto, non mi ubriacavo mai. 

Ma cosa ottengo se mi ubriaco davvero?…

Forse stasera diventerò un po’ brillo.

**********

Da quando ero nato, non sapevo di poter essere furbo e scaltro come chiunque altro. Fino ad ora che ero con Jade e avevo appreso che queste cose erano assolutamente necessarie.

«Mai.»

«Um…»

«Riesci a sentirmi?»

«SÌ…»

«Il tuo condominio… Di quale edificio, quale piano, quale stanza?»

Rimasi in silenzio, lasciandogli credere che fossi troppo ubriaco per avere ancora coscienza. Mi dispiaceva per Jade che doveva portarmi per tutta la via di ritorno, e non solo alla mia stanza perché non glielo avevo detto, ma alla sua. Chiesi scusa dentro di me molte volte.

Il consiglio di King era valso la pena. Ora ero sul letto di Jade, abbracciando il proprietario della stanza che mi era caduto addosso.

«Uhm… P’Jade…» mormorai e lo strinsi forte alla vita. Le mie mani toccavano la sua pelle. Sentivo il suo profumo delicato. Cercò di scappare mentre nascondevo il mio sorriso.

Era così piccolo che quasi non sentivo il suo peso su di me.

Scusami davvero per questo, ma per favore lasciami rimanere così ancora per un po’.

Prima che si rendesse conto che c’era qualcosa che non andava, finalmente lo lasciai andare. Sentii il suo respiro affannoso mentre si alzava e si metteva in piedi da un lato del letto. Pensavo che mi avrebbe semplicemente lasciato sdraiato così per la notte, ma poi rimasi sorpreso quando mi tolse le scarpe e la cravatta, poi mi lavò il viso con un asciugamano. Mi avvolse persino con una coperta.

La porta della camera da letto si chiuse dopo che lui uscì. Aprii gli occhi nel buio, fissando la porta chiusa con il calore nel petto.

È così premuroso.

Non potevo essere biasimato ora per avere una cotta ogni giorno più profonda.

********

Non ero innamorato da così tanti anni che quasi avevo dimenticato come fosse l’eccitazione di alzarsi dal letto solo per vedere la persona di cui ero attratto. Ma ora che avevo incontrato Jade, tutto cominciava a ritornare. Non ero un maniaco del lavoro che passava dieci ore al giorno a lavorare, ma non volevo che l’orario di lavoro finisse. Tendevo sempre a mantenere le distanze dalle altre persone, ma volevo solo stare con Jade il più possibile.

Questo amore mi aveva colpito all’età di ventuno anni, ma sembrava che il mio obiettivo non volesse ricambiare.

Cercavo di avvicinarmi a lui in ogni occasione. Lo invitavo persino a cena tutti i giorni e stavo con lui per gli straordinari. Gli dicevo indirettamente che ora ero interessato a lui, ma lui continuava a non mostrare interesse. Quegli occhi a volte mostravano curiosità, ma mai nei miei confronti.

King mi aveva detto che era piuttosto lento. Pensavo di essere abbastanza ovvio nel modo in cui lo trattavo ovvero in modo eccezionale rispetto agli altri, ma lui continuava a comportarsi normalmente, e ora non sapevo davvero cosa provasse per me.

Non lo sa davvero… o sta solo fingendo per proteggermi dal rischio di essere ferito?

Nonostante fossi abbastanza sicuro di me stesso, ero un po’ preoccupato.

«Mai.»

«SÌ?»

«Colui che è nel tuo cuore, non arrenderti con lui.» mi disse una sera mentre eravamo fermi al semaforo rosso.

Lo guardai con gli occhi lucidi. «Sai chi mi piace?»

«Certo che lo so.» disse con sicurezza, facendomi sperare.

Quindi decisi di correre un rischio e glielo chiesi.

«E… e tu… pensi che gli piaccio anche io?»

«A chi non piaceresti? Sei incredibile.»

Mi diede una pacca sulla spalla con la sua mano sottile. Il suo sorriso era come l’acqua che scorre su un albero, rendendolo di nuovo fresco.

«Non l’ho mai notato. Sembrava essere così così con me, quindi ho pensato di non piacergli.» dissi a bassa voce, sentendomi molto meglio.

Jade sorrise brillantemente e disse: «Cose del genere richiedono tempo. Sei qui da appena due mesi, quindi non c’è abbastanza tempo per conoscervi. Fargli dire subito che gli piaci anche tu è troppo presto, ma so che ci sta pensando. Quindi non pensarci troppo e non arrenderti.»

Era difficile per me trattenermi dal tirarlo per un bacio dopo aver sentito quelle parole. Se lo avessi fatto, probabilmente si sarebbe spaventato. Quindi potevo solo fissare le sue labbra rosee e sorridere ampiamente.

«Non mi arrenderò mai. Mi piace davvero. Davvero, davvero tanto.»

Ora che ne sei consapevole, andrò a tutta velocità.

*********

Dopo che Jade mi aveva dato indirettamente il permesso, feci del mio meglio per avvicinarmi a lui senza preoccuparmi se gli altri mi avrebbero aiutato. I miei colleghi spesso mi guardavano quando gli portavo da bere o da mangiare. Sembrava che sapessero qualcosa, ma non lo dicevano. Mi lanciavano solo uno sguardo e sorridevano. Per quanto riguardava Jade, tutto era rimasto uguale: non mi respingeva mai, ma non mi coinvolgeva neanche. Ero soddisfatto così.

Mantenevo ancora la speranza finché era d’accordo a rimanere solo con me.

E poiché le persone di altri dipartimenti riuscivano a vedere attraverso le mie azioni, anche il migliore amico di Jade, Uea, lo aveva capito.

«Mai.» 

Uea mi chiamò con voce fredda durante l’ora di pranzo della giornata sportiva, quando per caso ci ritrovammo entrambi nello stesso team.

«SÌ?»

Lo guardai. Negli ultimi due mesi non avevamo parlato molto, poiché era abbastanza riservato. Sembrava difficile da avvicinare e odiava essere preso in giro, ma era comunque un ottimo superiore. Quindi ogni volta che compravo qualcosa per Jade, ne prendevo sempre un altro anche per Uea.

«Ti piace Jade?»

La domanda era breve, ma mi impedì di dare un morso al mio cibo. Sorrisi leggermente e lo guardai.

«Sì, mi piace.»

«Fin dall’inizio?»

«Sono rimasto colpito da lui, ma dopo aver trascorso del tempo insieme, sono abbastanza sicuro di essere davvero attratto da lui.»

La mia risposta gli fece emettere un suono, come se volesse sorridere ma si sforzasse di trattenersi.

«Avete una grande differenza di età. Non temi che un giorno ti stancherai e lo lascerai per un ragazzo più giovane?»

«No, non ho mai pensato di lasciarlo per nessun motivo.»

Le sue parole suonavano dubbiose, ma non mi offesero perché sapevo che Uea teneva molto al suo amico, ed era per questo che lo aveva detto.

«Le parole sono solo parole.»

«Sì. Sono solo parole, e va bene se non mi credi. Ma penso che col tempo dimostrerò ciò che ho detto.» Sorrisi.

Rimase in silenzio per un po’, poi mi diede una pacca sul braccio e mise il suo uovo fritto nel mio cestino del pranzo.

«Non mi piacciono le uova fritte che non sono ben cotte. Mangiale tu.»

«Va bene.»

«E…» alzò lo sguardo, un dolce sorriso apparve sul suo viso, trasformando quella faccia solitamente priva di emozioni in una gentile e dolce espressione: «Non spezzare il cuore del mio amico.»

«Non lo farò.» dissi con sicurezza. Uea sorrise leggermente, poi cambiò argomento.

Dopo quel giorno, riuscii a parlare di più con Uea. Mi raccontava sempre storie su Jade all’università, comprese le sue preferenze e antipatie, soprattutto riguardo al cibo. Anche Jade scherzava su quanto fossi diventato più vicino a Uea. Io mi limitavo a restituire il sorriso, felice che entrambi i migliori amici della mia cotta mi avessero accettato.

Adesso, l’unico cuore che mi rimaneva da conquistare era quello di Jade.

Nonostante il sostegno di entrambi i suoi migliori amici, potevo percepire che Jade si stava comportando in modo diverso. Si rifiutava di guardarmi negli occhi e la sensazione di disagio era sempre evidente quando eravamo soli. E ovunque andassimo, Jade invitava Uea a unirsi a noi, anche quando avrei preferito stare da solo con lui.

Davvero non capivo cosa stesse succedendo. Molte volte volevo chiederglielo direttamente, ma temevo che si sarebbe allontanato ancora di più, quindi dovevo solo stare seduto e aspettare finché…

«Penso tu debba rendere più ovvio che sei il fidanzato di Uea.»

Jade parlò del giorno in cui l’ex di Uea era venuto a dargli fastidio in ufficio, e io avevo fatto finta di essere il suo nuovo ragazzo. Avevo sempre pensato che volesse che passassi del tempo con Uea, ma fino ad ora non era mai stato così ovvio.

«La pensi così?» Strinsi le dita attorno al volante.

«Già, tipo se vai a cena con Uea, puoi pubblicare un paio di selfie insieme. Penso che sia abbastanza per convincere quel tipo. Magari al compleanno di Uea. Quello sarebbe ancora più convincente.» disse mentre sedevo in silenzio. 

Sa che mi piace, ma continua a respingermi.

«Vuoi che vada a cena con P’Uea?» Lo ripetei e la sua risposta mi lasciò senza parole.

«Già. Lui ti piace, no?»

Aspetta. Ha appena detto che mi piace P’Uea?

Parcheggiai subito l’auto proprio sul lato sinistro della strada, poi mi girai per guardarlo. Sembrava di nuovo un po’ in preda al panico e a disagio. Normalmente, lo avrei lasciato semplicemente andare, ma ora non potevo davvero.

«Hai frainteso.»

«Eh? Frainteso cosa? Come?»

«Pensavo che tu sapessi…» dissi stancamente, capendo finalmente perché si era comportato in modo strano. Dopo tutto questo tempo, pensavo sapesse che mi piaceva, ma in realtà aveva capito che ero interessato a Uea e aveva sempre cercato di aiutarmi.

Allora sistemerò subito.

«Posso?» chiesi prima di premere le mie labbra sulla sua morbida bocca che avevo desiderato toccare da mesi. Assaporai la dolcezza e non ne avevo mai abbastanza. Mi divertì per un bel po’, lasciandomi inebriare da lui, poi finalmente mi ritirai anche se non volevo.

«Adesso è ovvio?» I miei occhi non lasciarono mai il suo viso mentre il mio pollice sfiorava lentamente le sue labbra.

«Non mi piace P’Uea.» dissi lentamente e chiaramente. I suoi piccoli occhi sottili si spalancarono come se stesse perdendo i sensi. Era così adorabile che non potei fare a meno di baciarlo ancora una volta sulla guancia e sussurrare: «Mi piaci tu.»

Non ci sono più fraintendimenti ora.

*********

Ma le cose non andarono così facilmente come pensavo.

Dopo averlo baciato, Jade sembrava chiaramente evitarmi. All’inizio avevo pensato che fosse stato solo colto alla sprovvista, ma dopo diversi giorni iniziai a dubitare.

«Non pensarci troppo. Probabilmente Jade ha solo bisogno di un po’ di tempo.» mi disse Uea. Cercai di non pensarci troppo, ma non potevo fare a meno di pensare che Jade mi stesse evitando per rifiutarmi senza dirlo apertamente.

A volte il silenzio è la risposta più chiara.

Quindi cominciai a prendere le distanze da lui, sperando che se ne accorgesse e si preoccupasse, ma non mostrò alcuna espressione. Ora era chiaro che era sempre stato un amore a senso unico.

Non avevo il diritto di essere arrabbiato con lui. Non era colpa sua. Quindi tutto quello che potevo fare era controllare i miei sentimenti e cercare di non metterlo più a disagio.

Avevo avuto una relazione due volte in passato, ma in entrambi i casi entrambe le parti condividevano sentimenti anche se poi erano svaniti, a differenza di questa volta. Finalmente capivo cosa voleva dire avere un amore a senso unico, ed era il tipo più difficile.

«Rallenta, va bene? Finirai per svenire.»

King mi prese il bicchiere di mano e lo posò sul tavolo. Circondato da tutti che applaudivano felici alla mia festa d’addio, salutai me stesso prendendo quel bicchiere e bevendolo tutto d’un fiato.

«Questo fottuto ragazzino testardo. Che cazzo hai, Mai? Hai il cuore spezzato?» chiese King. 

Risposi con un sospiro.

«Jade non ha detto niente?» chiese anche Uea. Versai un’altra birra nel mio bicchiere.

«Non ancora.»

«Che cazzo sta aspettando?» brontolò King. Mi costrinsi a sorridere.

«Probabilmente non vuole ferirmi.»

«Non è quello.»

«Anche il silenzio è una risposta, no?» chiesi loro di rimando e bevvi di più. Lo scenario stava diventando sfocato, mi diceva che la quantità di alcol nelle mie vene era eccessiva ora, ma questo non mi impediva di bere.

Voglio solo dimenticare la realtà, solo per adesso va bene comunque..

************

Ripresi conoscenza in macchina quando sentii qualcuno mormorare il numero della mia stanza. Dopodiché, qualcuno mi aiutò ad alzarmi e trascinò in avanti il mio corpo pesante. L’odore tenue del profumo mi solleticò il naso e mi fece capire chi mi stava portando.

La mia schiena si sdraiò sul mio letto. I sensi sfocati mi rendevano consapevole che qualcuno era nel letto con me. Usai tutte le mie forze per mettermi a cavalcioni su di lui e tenerlo tra le mie braccia. Anche se non riuscivo a vedere chiaramente, potevo dire sotto la luce fioca che sotto di me c’era Jade.

«P’Jade?» chiesi lentamente. Lo sentii rispondere, quindi appoggiai la testa sulla sua spalla magra.

«P’Jade, non ti piaccio?»

«…»

«Mi piaci… dico davvero, sai?» borbottai, sentendo il calore della sua mano sulla mia testa. Disse qualcosa, ma ora tutto stava svanendo.

Aprii gli occhi quando ormai era mattino inoltrato.

Vidi il suo messaggio, che mi chiedeva di chiamarlo. Decisi di inviargli un messaggio per ringraziarlo e scusarmi invece di richiamarlo.

L’ho messo a disagio. Inoltre, ha dovuto riportarmi qui. Che disastro che sono.

Il mio tirocinio sarebbe terminato tra una settimana. A quel punto, Jade non avrebbe più dovuto sentirsi a disagio e io avrei cercato di conviverci.

Ma non mi aspettavo che venisse nella mia stanza e dicesse che aveva bisogno di parlarmi.

Mi guardai allo specchio e mi spazzolai i capelli disordinati. Volevo almeno che mi vedesse di bell’aspetto così non si sarebbe sentito peggio.

Non sapevo se se ne sarebbe accorto, ma ero in ansia fino a quando raggiungemmo il mio appartamento. Alla fine mi scusai per averlo messo in una situazione scomoda e promisi che non l’avrei più fatto.

«Non la penso così.» disse dopo Jade sembrando ancora più triste, e prese la mia mano tra le sue.

«Così come?»

«Non è che… non mi piaci.»

«…»

«Quando mi hai detto che ti piacevo quel giorno, sono rimasto sorpreso, perché non avrei mai pensato che qualcuno come te potesse interessarsi a qualcuno come me.»

«Perché uno come me non può interessarsi a te?»

«Beh, guardati. Sei fottutamente perfetto. E le persone meravigliose sono ovunque in ufficio. Chi mai oserebbe pensare che ti possa piacere qualcuno comune come me?»

Rise seccamente. Finalmente capivo perché pensava che mi piacesse Uea.

Ora così tanto insicuro di se stesso. Non osava nemmeno pensare che qualcosa di speciale fosse mai stato fatto per lui.

Volevo abbracciarlo così tanto, ma temevo di poterlo far stare male. Quindi lo rallegrai e lui sorrise un po’. Quel sorriso mi faceva battere forte il cuore, ma faceva anche male.

Va bene se finisco per farmi male finché riesce a sorridere.

«Non pensarci troppo. Va bene anche se non ti piaccio come se…»

«Mi piaci.»

Quelle semplici parole mi fecero buttare via tutto il mio discorso preparato. Rimasi lì scioccato mentre ascoltavo la sua spiegazione.

Uea aveva sempre avuto ragione. Mi evitava solo perché non sapeva come comportarsi, perché era timido.

Accidenti. Perché ho pensato troppo per così tanti giorni?

Feci del mio meglio per non sorridere, mi sentivo così felice che avrei potuto urlare. Vedere quelle guance bianche diventare rosse mi faceva venire voglia di coccolarlo qui e ora.

Deve essere il ragazzo di ventisette anni più carino di sempre.

«Quindi se ti chiedessi di diventare il tuo ragazzo, non ti dispiacerebbe, vero?»

«Beh, c… Certo. Sì…» balbettò mentre le sue orecchie diventavano rosse.

Feci un respiro profondo per calmare la mia eccitazione, poi mi avvicinai per provare qualcosa.

«Ero davvero triste quando mi evitavi.»

«Mi dispiace.»

«Ero così triste.»

«Lo so, e mi dispiace.»

«Puoi farti perdonare?»

Provai lo stesso trucco che funzionava con la mia famiglia e feci il sorriso da cucciolo. Sapevo che era di buon cuore. Se lo avessi supplicato, avrebbe potuto viziarmi.

«Baciami… Per favore?»

Mi comportai tristemente. La speranza mi riempii il cuore e andò come mi aspettavo. Anche se Jade sembrava così timido, mi disse di chiudere gli occhi.

Non mi sbagliavo. Era come un coniglietto innocente e io ne approfittai rubandogli più baci di quanti lui ne avesse dati a me. La sua faccia divenne tutta rossa. Mi abbracciò forte e affondò il viso nel mio petto, facendomi desiderare ancora di più di incasinarlo. Cercai di rubargli un altro bacio, ma dopo aver visto quanto era diventato rosso, lasciai perdere.

Jade è il mio ragazzo adesso. Va tutto bene. Ho ancora molto tempo per giocare con questo coniglietto.

********

«Mai, l’hai già finito?» mi chiese la persona accanto a me con voce dolce e rassicurante. Mi girai per guardare il mio ragazzo. Fissava lo schermo del mio computer e continuò a chiedere: «Hai bisogno del mio aiuto?»

«Non ce n’è bisogno. È fatta.» dissi e salvai il file. Tutto intorno a noi c’erano altri dipendenti che stavano raccogliendo le loro cose. Guardai l’orologio e vidi Jade che si stiracchiava. Potevo vedere chiaramente la sua vita sottile.

King lo prendeva sempre in giro perché era paffuto. Significava che non aveva idea di quanto fosse piccola la vita del mio ragazzo.

È fantastico. È meglio se sono l’unico a saperlo.

«Cosa vuoi mangiare oggi? Che ne dici del nuovo ristorante hotpot appena aperto vicino al mercato?» Mi guardò con gli occhi scintillanti come un bambino.

«Va bene.» concordai facilmente. Sorrise ampiamente e sistemò in fretta la sua borsa.

La verità era che lo avrei seguito qualunque cosa avesse detto. Solo guardando quegli occhi lucidi mi veniva voglia di viziarlo in ogni modo possibile.

Sono praticamente ossessionato dal mio ragazzo.

«P’Jade.»

«Si, si?»

«Dove dormiamo stanotte, nella mia stanza o nella tua?» chiesi mentre andavamo al parcheggio. Vidi che sembrava sconcertato, mi venne quasi da ridere.

Una cosa molto adorabile di lui era che ogni volta che lo rendevo timido, si comportava come se fosse indifferente o non ne avesse idea. Non si rendeva conto che tutte le emozioni che cercava di nascondere si manifestavano attraverso quegli occhi e quelle guance bianche che diventavano rosse quasi subito. Ogni volta che succedeva, non potevo fare a meno di volerlo stuzzicare di più.

Ormai sta diventando una cattiva abitudine.

«Vuoi dormire con me?»

«Sì.» affermai. In quel momento cercava ancora di adattarsi alla nostra relazione. Come fidanzato che si adattava velocemente, dovevo aiutarlo.

Ho solo buone intenzioni, nessun’altra intenzione. Dico davvero.

«Dormiamo abbracciati ormai da quattro notti, forse dovremmo…»

«Non vuoi dormire con me che ti abbraccio?» chiesi. Non volevo che si sentisse a disagio.

«No, no. Mi piace…»

Il resto della frase mancava. Lo fissavo lì in piedi, e quando mi guardò, improvvisamente si voltò dall’altra parte.

Non disprezza il mio tocco. È timido.

Feci un respiro profondo e lo accompagnai alla macchina. Prima di portarlo al ristorante hotpot, avrei potuto aver bisogno di qualcosa di dolce in anticipo.

Guardai il ragazzo sul sedile del passeggiero con un sorriso. Non sapeva cosa stava per accadere.

Il mio ragazzo è così adorabile. Un paio di baci sulle labbra e una dozzine sulle guance dovrebbero curare la mia fame per ora, giusto? 🙂

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