MIDDLEMAN’S LOVE – CAPITOLO 18

Educazione all’amore tra fidanzati

La prima e unica volta che avevo avuto una relazione era stata più di dieci anni prima. Ero solo un ragazzino al verde della prima media, spendevo tutti i miei soldi in fumetti. La mia ragazza dell’epoca era nel club di danza thailandese. Doveva esercitarsi quasi ogni giorno per preparare un’esibizione all’evento Open House. Quella volta avrei dovuto portarla al cinema, ma lei non si era fatta vedere e poi avevo scoperto che usciva con un’altro ragazzo di terza media. Quell’appuntamento che avevo programmato era stato rovinato per sempre.

Quindi non avevo mai più avuto un appuntamento da allora. Fino ad ora… Io e Mai eravamo insieme in un centro commerciale. Quello era considerato il mio primo appuntamento ufficiale in assoluto.

A ventisette anni… Sono molto più lento degli altri. 

Dopo aver trascorso diverse ore nel centro commerciale, andammo via quando il cielo era già buio. L’orologio in macchina diceva che erano quasi le otto di sera. Mi girai a guardare il proprietario dell’auto che stava fissando la strada davanti a noi, poi sorrisi ripensando al pomeriggio passato insieme.

Avevamo pranzato in un ristorante giapponese, Mai aveva ordinato Gyudon, mentre io che avevo già mangiato qualcosa, avevo ordinato solo dei dessert. Avevamo parlato di varie cose per conoscerci meglio. Mi aveva parlato dei suoi amici all’università e gli avevo detto che quello era ufficialmente il mio primo appuntamento. All’improvviso era sembrato sorpreso.

«Non hai mai avuto una relazione?»

«Si, ma è durata solo tre settimane e sono stato scaricato. Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di uscire per un appuntamento, quindi questa è la mia prima volta.» avevo risposto mentre infilavo il cucchiaio nel dessert.

Mai aveva sorriso ampiamente e mi aveva preso le mani.

«Sembra che ora dovrò renderlo impressionante.»

Dopo pranzo, eravamo andati a vedere un film. Stavo per pagare i biglietti e i popcorn, ma Mai mi aveva interrotto e aveva consegnato al commesso la sua carta di credito. Tutto quello che potevo fare era ricordare quanto avrei dovuto ripagarlo più tardi.

Per tutto il film, la mano della persona accanto a me non aveva mai lasciato la mia. Mai aveva strofinato il pollice sulla mia pelle, facendomi sentire un formicolio, e aveva mosso il suo viso così vicino al mio che non ero riuscito a concentrarmi sul film. Dopo il film, avevamo mangiato Shabu-shabu per cena e comprato ciambelle da Krispy Kreme da portare a casa.

Mi aveva tenuto la mano per tutto il tempo che eravamo stati al centro commerciale senza preoccuparsi di quelli che stavano fissando due ragazzi che si tenevano per mano. Le varietà di identità di genere erano più accettate in questi giorni, ma alcune persone ci guardavano ancora in modo strano. A Mai non importava per niente di quelle cose, facendomi sentire al caldo e al sicuro.

Mi aveva davvero impressionato come aveva detto che avrebbe fatto.

Ci stavamo avvicinando al mio appartamento. Allungai una mano per togliermi la cintura di sicurezza, poi mi ricordai che Mai mi aveva chiesto di restare da lui quella notte.

Oh, si. Me ne ero completamente dimenticato.

«Andiamo nel mio appartamento.» disse Mai dopo aver parcheggiato la macchina, poi mi prese la scatola delle ciambelle dalle mani e tenerla per me. Lo seguii in ascensore in silenzio mentre dentro mi innervosivo. 

Una coppia che rimane insieme, da sola, per tutta la notte. So cosa potrebbe accadere, non sono all’asilo…

«Vuoi fare una doccia prima?» mi chiese Mai dopo aver chiuso la porta alle nostre spalle. Stavo combattendo con le voci dentro la mia testa, quindi ci misi un po’ a rispondere: «Vai prima tu. Voglio guardare… la TV.»

«Va bene. Allora vado a farmi una doccia.» Mi baciò dolcemente la guancia. 

Mi avvicinai al divano con la testa tra le nuvole.

Perché riesce a farlo sembrare così naturale? Non è affatto imbarazzato, a differenza di me. Il mio cuore ha quasi smesso di battere molte volte oggi. È così che fanno i ragazzi di questi tempi? È questa la differenza tra le generazioni? O semplicemente non ci sono abituato?

Guardai la televisione solo per il gusto di dire che avevo fatto quello che avevo detto, mentre cercavo di restare rilassato. Probabilmente era stato single per così tanto tempo che non sapevo come comportarmi.

Abbastanza presto credo che mi ci abituerò… Ma quello che mi preoccupa è come sarà stasera. 

«P’Jade.» mi chiamò il proprietario della stanza con voce profonda. Mi girai, la mia faccia divenne rossa non appena vidi il ragazzo in piedi lì con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita. Mai mi fece un sorriso, mi porse una maglietta, dei pantaloni e un asciugamano.

«I miei vestiti sono un po’ troppo grandi per te. Spero che vadano bene. Vuoi farti una doccia adesso?»

«Sì. Adesso vado.»

Distolsi lo sguardo dal suo corpo perfetto e gli presi i vestiti dalla mano prima di correre in bagno. Sospirai sonoramente dopo aver chiuso la porta.

Non sa come mettersi i vestiti prima di uscire dal bagno per vedermi? Lo ha fatto intenzionalmente, sicuro. Questo ragazzo è sexy da morire.

Mi strofinai il viso, il calore però non mi lasciò. Non era la prima volta che vedevo Mai così. L’ultima volta che si era ubriacato e l’avevo dovuto trascinare nella mia stanza, era semplicemente avvolto in un asciugamano come questo. Ma allora non avevo provato niente a parte gelosa del suo corpo perfetto, ma ora che riuscivo a vedere anche solo per un secondo, il mio cuore batteva come se volesse uscire dal mio petto.

Perché sono così timido?!

Feci in fretta una doccia, sperando che l’acqua fredda lavasse via tutti i miei pensieri disordinati, poi indossai i suoi vestiti. La sua maglietta era troppo grande per me e i suoi pantaloni strisciavano sul pavimento. Dovetti tirarli su per poter camminare. Ci vollero solo quindici minuti per finire la doccia, e altri quindici minuti servirono per prepararmi prima di uscire per vederlo.

Devo essere onesto. Non sono pronto per… quello. Ma c’è una prima volta per qualunque cosa!… Ma ho sentito che la prima volta potrebbe essere piuttosto dolorosa.

Continuai a perdermi in questi pensieri, poi mi resi conto che non avrei dovuto chiudermi così in bagno. Mai avrebbe potuto pensare che avevo battuto la testa ed ero morto. Così finalmente uscii per vedere che lui si era già vestito e stava guardando la televisione sul divano. Non appena sentì la porta del bagno aprirsi, si voltò a guardarmi.

«La mia maglietta è troppo grande per te.» disse dopo avermi osservato.

«Non sono… piccolo. Sei tu troppo grande.»

Gli impedii di dire qualsiasi cosa dicendola per primo e Mai rise. Mi sedetti accanto a lui e Mai appoggiò la testa sulle mie ginocchia.

«Va bene. Sono solo troppo grande. Mi va bene così.»

Mi guardò in modo amorevole. Mi rendeva così imbarazzato che dovetti guardare la televisione invece.

«Sei così smielato. Quante relazioni hai avuto, ah?»

Lo stuzzicai, fissando lo schermo, e alzai una mano per accarezzargli i capelli.

«Solo due.» disse e mi prese la mano per giocare. Alzai le sopracciglia, non credendogli. 

«Veramente?»

«Al liceo. Non sono mai stato con nessuno all’università.»

«Allora perché vi siete lasciati?» chiesi con sorpresa. Un ragazzo come Mai è il sogno di ogni ragazza, e lui non sembra neanche un playboy. Come mai si sono lasciati e lui è finito con me?

«La prima perché si è trasferita in un altro paese.»

«Ah, le relazioni a distanza non funzionano mai a quanto pare.»

«L’altra perché non potevamo andare d’accordo. Si ingelosiva facilmente. Non avremmo frequentato la stessa università, ed era tutta paranoica riguardo ai miei nuovi amici. Non riuscivo a farle avere fiducia in me, quindi ci siamo lasciati.» disse.

Annuii. La gelosia era il motivo per cui molte coppie si lasciavano. Quando King era finito in una relazione con un partner facilmente geloso, si era stancato della sua ex paranoica su tutto, quindi ora aveva risolto tutti i problemi non facendo mai sul serio con nessuno ed era diventato un playboy, o semplicemente aveva un’avventura di una notte.

Che razza di soluzione è?

«Non sono una persona gelosa. Non preoccuparti troppo.» dissi a Mai. Non ero troppo serio e sapevo che Mai non mi avrebbe fatto del male.

 Se siamo entrambi onesti, allora non ci saranno problemi a stressarci e possiamo superare il problema prima di avere il mal di testa.

«Ma voglio che tu ti senta possessivo nei miei confronti.» Lui ridacchiò.

Gli accarezzai i capelli. È così carino che vorrei stritolarlo. Poi mi girai a guardare di nuovo la televisione.

Dopo un po’ i miei occhi si fecero lentamente pesanti. Non avevo dormito molto la notte precedente perché ero troppo stressato per oggi, e oggi eravamo anche usciti. Dopo aver fatto la doccia e aver sentito la brezza fredda del condizionatore, mi era venuto sonno.

«Ti senti stanco?» mi chiese Mai mentre si sedeva. 

Annuii: «Già. Un po’.»

«Allora andiamo a letto.»

Quelle parole mi fecero sentire di nuovo sveglio come se avessi appena bevuto una grande tazza di caffè. Alzai lo sguardo sulla faccina sorridente di Mai; sembrava innocente, ma sembrava anche nascondere qualcosa dentro.

«Posso dormire sul divano.» Sorrisi goffamente, ma Mai scosse la testa e spense la televisione.

«Dividiamo il letto.»

Mai mi prese per mano e mi trascinò in camera da letto. Accese la luce notturna vicino alla testiera del letto. La luce calda rendeva l’atmosfera nella stanza più rilassata. Guardai Mai che si sedeva sul letto e accarezzò lo spazio accanto a lui, chiamandomi per avvicinarmi. Mi sentivo come se stessi camminando verso un letto di morte o qualcosa del genere.

«Vuoi che spenga la luce notturna?» chiese.

Scossi la testa.

«Non ce n’è bisogno.» dissi mentre mi sdraiavo e mettevo la coperta sul mio corpo. Mi chiesi se avrei dovuto sdraiarmi sulla schiena o su un fianco, di fronte a Mai o no.

Perché è complicato?!

Esitai un attimo, poi alla fine gli voltai le spalle.

«Ti giri e rigiri nel sonno?» La persona sdraiata accanto a me ruppe il silenzio.

«Beh, a volte.» dissi, poi sussultai quando il suo braccio pesante avvolse la mia vita.

«Immagino di doverti abbracciare per dormire così non cadrai dal letto.» sussurrò Mai a bassa voce. Si avvicinò finché i nostri corpi non si toccarono mentre io giacevo lì, sentendomi di nuovo congelato. Riuscivo a sentire e percepire il suo respiro caldo, poi dovetti chiudere forte gli occhi quando mi morse dolcemente l’orecchio, facendomi venire i brividi su tutto il corpo.

«Sei spaventato?» chiese, notando quanto ero immobile.

«No.» risposi con voce acuta. Lo sentii ridere da dietro.

«Non ho intenzione di fare niente se non sei pronto.»

La sua risposta sbloccò tutto il mio stress. Sospirai di sollievo.

Non sono all’antica o altro, ma ci siamo messi insieme solo oggi. Penso che sia troppo presto per farlo. E so per certo che me lo metterà dentro, quindi ho bisogno di un po’ di tempo per prepararmi prima che lo faccia… Suppongo che inizierò a pensarci tra un paio di mesi.

«In realtà hai paura di me, vero?» disse Mai tristemente.

Beh, guarda come ti comporti! Come posso non essere paranoico?

«Non ho paura di te. Solo che non sono del tutto pronto, quindi sono un po’ teso. Non sono disgustato da te o altro.» lo rassicurai.

Mai rise un po’, poi mi strinse un po’ di più.

«Non devi preoccuparti di questo o preoccuparti che io sarei preoccupato. Non ti voglio solo per fare questo genere di cose.»

«Davvero?» Lo guardai inaspettatamente.

«Beh, lo voglio solo un po’…»

Vedi? È un cucciolo furbo!

«Ma voglio che sia naturale quando entrambi saremo pronti. Stanotte voglio solo abbracciarti per farti addormentare, quindi non aver paura, ok?»

La sua voce dolce mi riscaldò. Misi la mano sul braccio aggrappandomi a lui e mormorai: «Grazie.»

«Va tutto bene.» disse Mai e sorrisi tra me e me.

«Buonanotte, P’Jade.»

«Uhm. Sogni d’oro, Mai.»

«Con te tra le mie braccia in questo modo, scommetto che avrò i sogni più dolci.» disse. Io risi piano.

Chiusi gli occhi lentamente… Sembra che farò anche io dei sogni più dolci.

***********

La notte era trascorsa serena. Mai aveva mantenuto la sua parola semplicemente abbracciandomi per dormire, quindi ero ancora praticamente vivo e vegeto la mattina dopo, anche se mi aveva incasinato un sacco il collo quando mi ero svegliato. Era strano svegliarsi accanto a qualcuno invece di essere solo come sempre, ma era il cambiamento che curava il mio cuore.

Ecco com’è avere un fidanzato.

Il giorno prima eravamo andati al centro commerciale, quindi la domenica saremmo rimasti in camera a cucinare una semplice colazione. In verità fu Mai a cucinare, poi ci sdraiamo e guardammo dei film. Era un fine settimana ordinario, ma davvero straordinario con quel ragazzo accanto a me. Era molto appiccicoso, ovunque mi trovassi, sarebbe venuto e mi avrebbe abbracciato, mettendomi le braccia intorno alle spalle o appoggiando la testa sulle mie ginocchia come un cucciolo con il suo giocattolo preferito. A pensarci bene, era sempre stato così da quando era arrivato in ufficio, ma a quei tempi restava vicino senza toccarmi. 

Pensavo che mi vedesse come una persona che poteva sempre sostenerlo, ma in verità voleva scoparmi… E vabbè.

Ripensandoci ora, avrebbe dovuto essere ovvio che ci stava provando con me, ma non avevo notato proprio niente. 

Immagino che non diventerò mai un detective in questa vita. Aoyama-sensei non mi perdonerà mai. Ho capito tutto al contrario! Tutti possono chiamarmi stupido; gli dò persino il permesso per farlo.

Trascorsi quella domenica nella stanza di Mai, arrivando quasi a passarci anche la notte perché il mio ragazzo mi aveva chiesto di restare un’altra notte. Gli dissi onestamente che dovevo fare il bucato altrimenti in giorno dopo non avrei avuto niente da mettermi al lavoro. Poi mi riaccompagnò nel mio appartamento.

Prima di darci la buonanotte si comportò come un cucciolo abbandonato, quindi gli diedi un bacio sulla guancia per fargli tornare il sorriso e finalmente si sentì abbastanza bene da tornare a casa. Il giorno dopo venne a prendermi e andammo a lavoro insieme.

«Com’è andato il sonno la scorsa notte?» gli chiesi non appena salii in macchina.

«Non molto bene senza di te.» Sorrise un po’, ma quegli occhi stavano cercando di dirmi qualcosa, come se fossi stato cattivo per non essere rimasto la sera precedente.

«Prima dormivi bene.»

«Ma non è più così. Ora so che dormo molto meglio con te accanto.»

Risi di nuovo di lui. Dopo aver trascorso due giorni insieme come fidanzati ed essendo noi stessi, potevo vedere che la personalità di Mai era molto diversa da come si comportava in ufficio.

Al lavoro era educato e gentile, sembrava molto più maturo della sua età. Ma quando stavamo soli, era coccolone e bisognoso, non all’altezza delle dimensioni del suo corpo.

Non era strano che le persone mostrassero personalità diverse, perché dipendeva da dove fossero e con chi. Ricordavo che Mai mi aveva detto che era il più giovane della sua famiglia, e c’era una grande differenza di età tra lui e suo fratello. Forse era per quello che era così appiccicoso. Come fratello maggiore di una sorellina, non potevo fare altro che adorarlo ancora di più per questo suo comportamento.

Quando lo vedevo così, mi rendevo conto che nei mesi che avevamo passato insieme, l’avevo sempre visto come uno stagista. Ora che avevamo una relazione, probabilmente ci sarebbe stato molto di più da imparare per me su Mai e per lui su di me. Mai amava il contatto fisico, questa era una cosa nuova che avevo imparato. Non ne ero ancora abituato, ma avevo intenzione di cambiare.

Avere Mai come fidanzato mi faceva sentire come se avessi adottato anche un bambino.

Il traffico del lunedì mattina era terribile e infatti eravamo un po’ in ritardo. Quando arrivammo, erano già tutti in ufficio.

«Ehi, Mai, l’altro giorno hai terminato il tuo tirocinio ubriacandoti completamente.» King rise subito di Mai. 

Mai sorrise un po’ timidamente e lo salutò. King ricambiò il saluto e spostò la sua attenzione su di me.

«Jade, l’hai portato sano e salvo a casa? Non gli hai fatto niente di strano mentre dormiva, vero?»

«Non sono te, King. Non faccio qualcosa di strano quando qualcuno dorme o robe così.» risposi. Gli occhi di King brillarono in modo strano.

«Non mi approfitto mai di nessuno nel sonno. Mi piace farlo quando sono coscienti e con il loro consenso.» King rise. Poi sentii un lungo sospiro pesante e frustrato dalla persona alla mia destra.

«Stai bene, Uea?» chiesi.

Mi guardò e risponde brevemente come sempre: «Ho il naso chiuso.»

«Vuoi un inalatore?» chiesi.

Uea scosse la testa. Guardò Mai e si voltò verso di me, trascinò la sedia più vicino alla mia e chiese: «Voi ragazzi avete chiarito ora, giusto?»

«Già. Tutto chiaro.» risposi.

Uea sorrise per un po’ e tornò al lavoro. Presi una bottiglia vuota, stavo per andare a riempirla quando una persona dietro di me la afferrò.

«Lascia che lo faccia io.» poi Mai se ne andò. 

Mormorai: «Grazie.»

«Ahhh. Servizio da fidanzato solo per Jade?!» Fai e il suo team mi fissava.

«Sei gelosa?» la presi in giro. Lei distolse lo sguardo da me.

«Beh, certo. Raramente abbiamo uno stagista di alta qualità. Mai, vuoi unirti alla nostra azienda dopo la laurea? Siamo più che disposti ad averti.» disse con un’espressione seria sul viso. Mai stava lì con un sorriso.

«Oh! Andiamo, sis. Lascialo andare in una grande compagnia.» disse King.

«Sì, essere un graphic designer qui non ti porta da nessuna parte. Lascia che trovi un posto che si adatti al suo potenziale.» dissi sinceramente. Se Mongkon fosse stato lì, non avrei osato dirlo visto che era il cugino dell’amministratore delegato. Ma dato che era in ritardo, come sempre, potevo dire quello che pensavo.

«Grazie a tutti per essere stati generosi con me.» Mai evitò la conversazione senza problemi.

Mi resi conto di non avergli mai chiesto neanche questo. Non conoscevo la sua decisione.

«Va bene se non ti unisci alla nostra compagnia, ma non va bene se non ti unisci alla stanza nel mio cuore.» disse Fai e ridacchiò mentre tutti le fischiavano.

«Oh, lascialo andare. È un peccato che venga bloccato qui.» Gun rise così forte che avrebbe potuto quasi piangere. Fai lanciò il suo cuscino per il collo verso di lui e guardò furiosamente tutti quelli che stavano ridendo di lei. «Ehi! Cosa c’è di così sbagliato in me che Mai non può venire nel mio cuore?»

«Tuo marito dovrebbe essere lì, no?» chiese King.

«Separo lavoro e cose personali!» Fai fece il broncio a King e strizzò l’occhio a Mai.

«Cosa hai detto? Ti sei separata da tuo marito? Oddio. Che ragazzo fortunato!» King continuò a prenderla in giro, provocando un altro sguardo mortale.

«Quindi ti interessa entrare nel mio cuore, Mai?» chiese ancora Fai.

Guardai Mai con curiosità su come avrebbe evitato di rispondere.

«Mi dispiace davvero dire di no. Tuo marito si arrabbierà con me.»

Era sopravvissuto un’altra volta. Risi con gli altri in ufficio finché non decisi di tornare al lavoro, ma poi sentii Mai dire: «Inoltre, non sono più single. Probabilmente non posso condividere il mio cuore con nessun altro.»

Guardai Mai in un istante. Lui sorrise innocentemente. Le mie orecchie divennero un po’ rosse quando sentii le voci di tutti in ufficio che erano sorpresi da quella notizia.

«Cosa? Eri single quando sei arrivato; quando sono cambiate le cose?»

«Ah, che peccato.»

«Oh mio Dio. Chi è il fortunato?!» Fai urlò, facendomi venire i brividi fino alla schiena, ma non riuscii comunque a nascondere il mio sorriso.

Ho vinto io quella lotteria, sis.

«Lui è il fortunato.» Mai mi picchiettò sulla spalla e io sussultai. 

Oh merda! Pensavo che non avrebbe detto niente!

«Ma in realtà penso di essere io quello fortunato qui, perché P’Jade mi ha dato questa possibilità.» Mai lo disse con voce sommessa che mi fece battere forte il cuore.

Il silenzio si impadronì dell’ufficio per un periodo abbastanza doloroso finché sentii sibili e applausi. 

«Oh, cazzo! Lo sapevo! Ho sempre pensato che P’Jade fosse innocente!» gridò Gun.

«Jade, sei malvagio!» aggiunse Fai.

«Lo stagista sta per andarsene e ora stiamo perdendo uno dei nostri dipendenti a causa sua. La nostra azienda è condannata.» rise Bas. 

Anche P’Bas ha qualcosa da dire?!

«Non ho ancora nemmeno una moglie, ma mi hai lasciato indietro e… sei diventato la moglie di Mai.» King scosse la testa. «Giusto, Jade. Come hai potuto fare questo?»

Tutti supportarono subito King. La mia faccia era diventata tutta rossa mentre sentivo le prese in giro da tutti nel dipartimento che ci stavano fissando. Normalmente non stavo mai in silenzio e avrei lasciato che tutti se la prendessero con me, ma ora non sapevo cosa dire.

Ero io a guidare le prese in giro quando qualcuno nel nostro dipartimento aveva una relazione. Dannazione, il karma è reale. Potete smetterla di prendermi in giro?! Sono troppo timido anche solo per muovermi!

«Congratulazioni.» disse Uea brevemente ma felicemente. Mi girai per guardarlo. Aveva un sorriso dolce sul viso, il tipo che si rifletteva anche negli occhi. Uno spettacolo così raro da vedere su quella faccia.

«Grazie.» dissi sinceramente. Uea mi aveva sempre coperto le spalle, e ora che tutti stavano facendo i prepotenti così tanto da non sapere come comportarmi, lui era ancora un angelo. 

Tuttavia, mi sentii grato per non più di cinque secondi quando Uea mi mise una mano sulla spalla e disse: «Non dimenticare di offrirmi un pasto abbondante. Ti ho aiutato tanto.»

Rimasi senza parole.

«Sarò io a pagarti come ringraziamento.» Mai che era la causa di tutte le prese in giro mi aiutò a schivare un proiettile. Uea annuì soddisfatto e tornò a lavorare, mentre io stavo ancora seduto lì sotto shock.

King mi metteva sempre all’angolo, e Uea mi prendeva sempre in giro con un’espressione piatta. Dannazione, i miei amici sono così carini che potrei piangere!

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