MIDDLEMAN’S LOVE – CAPITOLO 17

La risposta per chi aspetta

La mattina seguente mi svegliai già con l’ansia. Dopo averlo lasciato a casa il giorno prima, mi costrinsi a dormire in modo che la mattina arrivasse velocemente. Mi svegliai quasi alle sette del mattino, mi vestii e trovai qualcosa da fare. Ogni cinque minuti circa guardavo pazientemente il mio telefono.

Arrivarono le otto, le nove e ora le dieci, ma il mio telefono non suonava affatto.

Eh, i postumi di una sbornia sono così… 

Quando eravamo all’università, Uea aveva i postumi sbornia fino a mezzogiorno. Quindi probabilmente non c’era niente di sbagliato nel fatto che Mai non avesse ancora chiamato.

Distolsi lo sguardo dal telefono e mi concentrai sulla pulizia del mio bagno. Quando guardai di nuovo l’orologio, erano le undici, ma non mi aveva ancora contatto e il mio telefono non era in modalità silenziosa.

Probabilmente sta ancora dormendo…

Dopo aver fatto le faccende di casa per tutta la mattina, mi venne fame. Sospirai e misi il mio cellulare dov’era, poi mi preparai dei noodles istantanei. A quel punto ebbi un flashback sull’ultima volta che Mai era venuto nel mio appartamento.

Ricordavo ancora quanto fosse bravo in cucina, la mia cucina, per essere precisi. Se fosse stato lì con me, non avrei dovuto mangiare quei noodles istantanei, perché era un cuoco molto più bravo di me. Quindi ora tutto quello che potevo cucinare per me erano dei noodles istantanei con uovo sodo.

Portai la mia ciotola di noodle sul divano, accesi la televisione e pranzai mentre la guardavo. La mia attenzione non era realmente su ciò che stava riportando il giornalista, ma sull’orologio sulla parete sopra la televisione.

Erano le undici e mezza, avrebbe dovuto svegliarsi a breve. 

L’ultima volta che ha avuto i postumi di una sbornia qui si è svegliato a quest’ora, no? O forse ha spento il telefono e non ha ricevuto il mio messaggio.

Misi giù la ciotola e aprii Line. Mai non aveva ancora letto il mio messaggio. Mi presi un po’ di tempo per decidere se chiamarlo, ma poi la chat room mostrò che il mio messaggio era appena stato letto da lui.

L’ha letto, quindi mi chiamerà subito.

Rimasi seduto e aspettai un po’. Non venne effettuata alcuna chiamata, ma mi arrivò un messaggio.

Mai: Grazie per avermi riportato nella mia stanza. Mi dispiace per averti causato di nuovo problemi.

Poi basta, nessun altro sms o una telefonata. Le mie sopracciglia si aggrottarono. 

È davvero tutto qui quello che ha da dire? Gli ho chiesto di chiamarmi, quindi perché non l’ha fatto?

C’erano ancora delle tagliatelle nella ciotola, ma non avevo più fame. Mi alzai e lavai la ciotola in cucina, ancora accigliato al punto che le mie sopracciglia avrebbero potuto trasformarsi in un arco. Le domande indugiavano nella mia mente.

Mai è solitamente obbediente. Non che mi piaccia dirgli cosa fare, ma accetta sempre la mia guida o segue le istruzioni. Ma questa volta non mi ha chiamato quando gliel’ho chiesto espressamente. Quindi l’unico motivo rimasto è probabilmente che… è arrabbiato a causa mia.

Sospirai e mi lasciai cadere sul divano. 

Non posso davvero biasimarlo. È colpa mia se non gli ho espresso i miei sentimenti fin dall’inizio. Ora che so che è sveglio, dovrei chiarire tutto.

Presi il telefono e chiamai il ragazzo. Il cuore mi batteva forte nel petto, aspettando che lui rispondesse.

[Ciao, P’Jade.]

Deglutii quando sentii la voce familiare.

«Sei sveglio adesso. Come ti senti?»

[Sto bene.]

«Bene. Hai bevuto molto, vero? Quando sono tornato, avevi già la testa bassa.» dissi e lui rimase in silenzio per un po’. 

[Già, scusa se ti ho disturbato di nuovo.] disse educatamente come sempre. Percepii qualcosa di strano nella sua voce. 

Non sapevo se me lo stavo immaginando, ma la sua voce suonava un po’ roca e aveva risposto bruscamente.

«No, va tutto bene. Quindi…»

[Penso che non dovrei più disturbarti. Ci vediamo lunedì.] disse inaspettatamente. 

Dimenticai tutte le parole che avevo intenzione di dire.

«Oh, va bene. Ci vediamo.»

[Ci vediamo.] Riattaccò subito.

Fissai il cellulare con il cuore pesante. Sembrava aver frainteso che non provavo nulla per lui, quindi aveva evitato la conversazione tra di noi, e io ero troppo stressato per dire qualcosa.

Ma non lo lascerò andare così!

Feci un respiro profondo, preparandomi a fare un’altra telefonata al tipo imbronciato, ma poi mi fermai. 

Cose del genere non dovrebbero essere dette al telefono, quindi dovrei vederlo faccia a faccia nella sua stanza?

Misi giù il telefono, ma poi lo ripresi; lo misi giù e poi lo ripresi di nuovo. Non riuscivo a pensarci bene. 

Voglio dire, probabilmente è molto più facile dirlo senza dover guardare quel viso perfetto. Ma se fossi un po’ arrabbiato con qualcuno, e venisse a casa mia per farsi perdonare, sarei molto felice…

Quindi dovrei farlo.

Mi guardai con indosso una semplice maglietta e dei dubbi pantaloni corti, poi decisi di mettermi dei pantaloni lunghi. Presi il mio telefono, la chiave magnetica e un po’ di soldi, poi mi diressi dall’altra parte della strada.

Io, Jadeniphat, sono una persona molto dedita! Mi dedico tanto al mio lavoro. Quindi, quando si tratta d’amore, devo fare del mio meglio!

…Gli farò un agguato!

**********

Cercai di tirarmi su di morale in modo da avere la sicurezza di vederlo faccia a faccia, ma una volta che mi trovai all’ingresso del suo condominio, divenni ansioso.

Guardai l’addetto alla reception e sapevo che non potevo semplicemente entrare come un totale estraneo per vedere Mai. Anche la notte precedente avevo dovuto usare l’ingresso di sicurezza e la chiave magnetica di Mai. Ma ora non avevo nemmeno la mia carta d’identità, quindi l’unico modo era chiamare Mai affinché venisse a prendermi.

Ma sarà disposto a farlo?

Presi il telefono e chiamai Mai. Ora che ero lì, dovevo andare fino in fondo. Non ci mise molto a rispondere al telefono.

[Pronto, P’Jade?]

«Sei nel tuo appartamento?»

[Si.]

«Ecco… Vedi, sono nella tua lobby.» Cercai di mantenere la mia voce il più normale possibile anche se dentro di me stavo impazzendo completamente.

[C’è qualcosa che non va? Hai dimenticato qualcosa nella mia stanza?]

«No, non l’ho fatto. Vedi…» La mia voce tremava un po’ per l’eccitazione, presi un respiro profondo e continuai.

«Voglio parlarti.»

Trattenni il respiro quando l’altro capo del telefono rimase in silenzio. 

Alla fine, rispose: [Aspetta un secondo. Vengo giù.]

«Va bene.»

Riattaccai e aspettai sul divano della hall. In meno di cinque minuti Mai uscì indossando una maglietta con dei pantaloni lunghi. I suoi capelli erano tutti spazzolati, ma il suo viso sembrava ancora un po’ stanco.

Ha bevuto così tanto ieri sera… Svegliarsi fresco è una cosa impossibile.

«Ciao.» Mi salutò da lontano con un wai. Mi alzai quando si avvicinò. Il mio cuore batteva forte come quando venivo rimproverato dal mio capo in una riunione.

«C’è qualcosa che non va?» chiese con una faccia impassibile. Mi strinsi le maniche nervosamente.

«Ci sono solo… molte cose di cui parlare. Non credo che questo sia il posto migliore per conversare. Possiamo… possiamo parlare di sopra?» chiesi, sentendomi pazzamente impaurito che lui potesse dire di no.

Mai ci mise un po’ prima di annuire e portarmi dentro. Lo seguii sospirando con sollievo.

In ascensore, salendo al quindicesimo piano, c’era solo silenzio tra di noi. Era così silenzioso che riuscivo quasi a sentire il mio stesso respiro. Volevo essere inghiottito dalle pareti. Mai non mi aveva guardato neanche una volta. I suoi occhi acuti guardavano dritto davanti a lui, facendomi sentire ancora più in colpa.

Ma sono più forte di così! 

Rimasi fermo e non lasciai che la sua azione mi impedisse di rimediare.

«Per favore, vieni dentro.»

Aprì la porta e mi seguì dentro. Il suono di lui che chiudeva la porta mi rese ancora più ansioso. Provai a distrarmi guardandomi intorno.

La sera precedente non avevo acceso la luce in soggiorno, quindi non avevo visto molto. Ora che lo vedevo, non era lontano dalle mie aspettative. La stanza era in tono bianco, sembrava ordinata e organizzata. Era arredata con grandi mobili come un divano, un tavolo e un televisore. Nessun piccolo disordine qua e là come la mia stanza. Ciò che risaltava di più era probabilmente una grande lampada con un’asta di legno che rendeva quella stanza più accogliente.

Sembrava proprio come il suo proprietario: raffinato e amichevole.

«La tua stanza è adorabile.» Ruppi il silenzio.

«Grazie.» Sorrise e indicò il divano. «Puoi sederti lì, ti porto un po’ d’acqua.»

«Non ce n’è bisogno. No, no.»

Lo afferrai per la camicia. Mai si girò a guardare la mia mano che lo tratteneva. I suoi occhi castano scuro brillavano di una punta di sorpresa. Lo lasciai andare velocemente, feci un respiro profondo e cominciai a parlare.

«Sono venuto qui per parlare di…»

«Riguardo a quando mi sono confessato?» disse come se lo sapesse già.

Annuii e lo guardai. Il suo sorriso sembrava incredibilmente triste.

«Non ho mai avuto intenzione di metterti in difficoltà.» Fu il suo turno di distogliere lo sguardo dal mio. Abbassò la testa e continuò: «Devi esserti sentito così a disagio. Mi dispiace davvero.»

«No, no…» Stavo soffocando con le mie parole. Il mio cuore batteva per la paura dopo aver sentito quello che aveva detto, ma Mai andò avanti.

«Non volevi dirmelo direttamente perché avevi paura di farmi del male, giusto?»

Si sforzò di sorridere. Mi sentivo come se non riuscissi a riprendere fiato. Il mio petto divenne tutto pesante perché la persona di fronte a me era triste.

Questo ragazzo si adattava al suo sorriso. Non mi piaceva vedere Mai così triste. La cosa peggiore era che ero io la causa della sua tristezza.

«Non attraverserò di nuovo il limite. Per favore, non preoccuparti.» disse dolcemente, cercando di rendermi felice anche se probabilmente si sentiva morire dentro in quel momento.

Esitai un po’ prima di decidere di afferrargli il polso. Alla fine dissi: «Non la penso così.»

«Così come?»

«Non è che… non mi piaci.»

Il silenzio cadde tra di noi. Mai mi guardò, i suoi occhi castani sembravano troppo complicati da leggere. Mi morsi le labbra con preoccupazione, cercando di organizzare i miei pensieri prima di parlare.

«Quando mi hai detto che ti piacevo quel giorno, sono rimasto sorpreso, perché non avrei mai pensato che qualcuno come te potesse interessarsi a qualcuno come me.»

«Perché uno come me non può interessarsi a te?» Mai mi chiese all’istante e io risi seccamente.

«Beh, guardati. Sei fottutamente perfetto. E le persone meravigliose sono ovunque in ufficio. Chi mai oserebbe pensare che ti possa piacere qualcuno comune come me?»

«Non sei comune.» La sua voce era più forte. La sua faccia seria mi fece ammutolire. «Mi hai impressionato dalla prima volta che ci siamo incontrati. Sei affascinante e una brava persona. Non c’è motivo per non innamorarmi di te.»

La parola ‘innamorare’ che sentii provenire così chiaramente da lui mi fece diventare tutto rosso, non potei fare a meno di distogliere lo sguardo. Mai si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle.

«Sii più sicuro di te stesso. Hai così tanto in te proprio come tutti.»

Non potevo dire proprio niente. Il mio cuore batteva così forte che avevo il terrore che Mai potesse sentirlo. Anche se avevo provato a dire a me stesso che anch’io avevo il mio valore, dopo essere stato trascurato per così tante volte, la mia autostima era lentamente svanita.

 Avevo nascosto quei sentimenti e li avevo spinti giù più in profondità che potevo, non sapendo che anch’io mi ero abbattuto. Fino a quando non lo avevo sentito da Mai proprio in quel momento e mi ero reso conto che non avevo quasi più fiducia in me stesso.

Le sue parole mi scaldarono il petto. Alzai lo sguardo, lo guardai negli occhi e sorrisi.

«Grazie per… apprezzarmi. E mi dispiace tanto per averti reso triste per così tanti giorni.»

Mai si sforzò di nuovo di sorridere. Scosse lentamente la testa e disse: «Non pensarci troppo. Va bene anche se non ti piaccio come se…»

«Mi piaci,» esplosi prima ancora che Mai finisse la frase. Ci fu un lungo silenzio; Mai mi guardò sorpreso e io colsi l’occasione per continuare a parlare.

«È stato improvviso, quindi non sapevo come comportarmi.»

«Ti sei allontanato da me, perché non sapevi come comportarti intorno a me?» chiese. I suoi occhi sembravano più luminosi.

«Sì. Ecco perché ho cercato di evitarti, e stavo ripensando a un sacco di cose. Quindi ultimamente, quando mi hai evitato anche tu, ho pensato che ti fossi pentito di esserti confessato…»

«Non è vero.»

Mai mi interruppe prima che potessi continuare. Si abbassò così che la sua faccia fosse proprio davanti a me, poi disse con tono serio: «Se non ti avessi mai detto i miei sentimenti, mi sarei sentito ancora peggio. Non mi sono mai pentito di essermi innamorato di te. Per favore, non pensare più così.»

Il mio cuore fiorì quando lo sentii e annuii leggermente. Un sorriso apparve sul viso di Mai.

«Allora… Anche io ti piaccio, vero?» Chiese e avvicinò il viso al mio. Quella voce mi fece arrossire. Tutto quello che potevo fare era annuire e pregare dentro di me che facesse un passo indietro in fretta.

Sono così nervoso che ho i crampi!

«Quindi se ti chiedessi di diventare il tuo ragazzo, non ti dispiacerebbe, vero?»

«Beh, c… Certo. Sì…» balbettai senza guardarlo negli occhi. Probabilmente adesso sembravo un pomodoro.

Questo non è affatto bello, Jade!

«Allora sono il tuo ragazzo.» Sorrise brillantemente.

Annuii e guardai la sua aura solare. La mia testa continuava a girare a causa di un cambiamento improvviso come quello.

Ah, non sono più single. E il mio ragazzo è un ragazzo di sei anni più giovane. Se qualche indovino mi avesse detto che sarebbe andata a finire così, non ci avrei creduto. Ma tutto può succedere nella vita… Aspetta, quindi la previsione del Chi Chi Stick che ho ricevuto era accurata, eh?!

«Ero davvero triste quando mi evitavi.» disse triste il mio, appena diventato, ragazzo. Riuscivo quasi a vedere le sue invisibili orecchie da cane abbassarsi. «Pensavo davvero che non ti piacessi.»

«Mi dispiace.» dissi sinceramente, ma aveva ancora il broncio.

«Ero così triste.»

«Lo so, e mi dispiace.»

Cominciai a farmi prendere dal panico quando non sapevo come farlo sentire meglio. Mai mi guardò e disse dolcemente: «Puoi farti perdonare?»

«Beh, sono venuto fin qui per farlo.» gli dissi in fretta. Non mi ero mai messo nei guai con nessuno, quindi non sapevo come rimediare. L’unica che era stata imbronciata con me era Jan, ma l’aveva superata molto velocemente. L’acquisto di snack aveva risolto tutto facilmente.

Quindi devo comprargli degli snack?

«Ti compro degli snack? Qualunque cosa tu voglia mangiare, lo offro io.» proposi, ma Mai rise.

«Non voglio snack.»

«Allora cosa vuoi?» chiesi, sentendomi senza speranza.

Il suo sorriso innocente divenne volpino. Riuscii a sentire l’allarme di avvertimento nella mia testa.

«Baciami.»

Oh cazzo! Lo sapevo!!!

Fui colto alla sprovvista, così strinsi nervosamente le labbra. Quell’aspetto innocente e gli occhi tristi da cucciolo erano un trucco. Avevo completamente dimenticato che Mai non era un cucciolo innocente. Era un’astuta volpe!

Mi ha persino rubato un bacio sulla guancia in ufficio. Se è innocente, allora perché si sta muovendo per prendersi la mia innocenza?!

«P’Jade…» supplicò Mai a bassa voce quando mi vide esitare. «Sono stato triste per così tanti giorni…»

«E se… ti bacio, mi perdonerai?» Chiesi.

Lui annuì con entusiasmo e mi tirò più vicino. Non c’era più spazio tra di noi. Mai si avvicinò, i suoi occhi castani erano a pochi centimetri dai miei.

«Per favore?»

Il mio corpo stava bruciando come il fuoco, ma quando vidi la speranza in quegli occhi, io… non potei resistere.

Adesso siamo fidanzati, le cose sdolcinate dovrebbero essere normali. Inoltre, sono qui per farmi perdonare…

«Chiudi gli occhi.» dissi.

Lui chiuse subito gli occhi. Esitai per un po’, poi avvicinai il viso per posare goffamente le mie labbra sulle sue.

Il tocco morbido e caldo non era familiare, ma mi sentii molto emozionato. Rimasi così per circa cinque secondi poi mi allontanai. Ma non appena lo feci, improvvisamente mi prese il viso tra le mani e premette di nuovo le labbra, poi iniziò a baciarmi con passione e avidità.

«Ummh…»

I miei occhi si spalancarono quando mi morse leggermente il labbro inferiore. Mi sorpresi e aprii le labbra, dandogli l’occasione perfetta per far entrare la sua calda lingua. Il mio cuore batteva all’impazzata mentre sentivo dei gemiti sommessi da Mai mentre la sua lingua stuzzicava la mia, rendendo un baciatore con solo due esperienze di baci come me completamente stordito.

Quando mi aveva baciato in macchina, sapevo che baciava bene, ma questo era anche meglio.

Rimasi quasi senza fiato quando finalmente si allontanò un po’. Le sue labbra indugiavano ancora sulle mie. Entrambi riprendemmo fiato prima che lui mi baciasse ancora una volta velocemente e attirasse il mio corpo intorpidito nel suo abbraccio.

«Adorabile.» Mi sussurrò all’orecchio a bassa voce mentre appoggiava il viso sulla mia spalla, facendomi diventare tutto rosso. 

Cercai di controllare il respiro prima di chiedere: «Ti senti meglio ora?»

«Sì.»

Mi lasciò andare e mi mostrò il suo sorriso. Distolsi lo sguardo, ero troppo timido per guardarlo.

Chi ha baciato chi un momento fa? 

La sensazione dopo il bacio era così strana! Mi sentivo bene, ma anche in imbarazzo, perché non sapevo dove mettere le mani.

Perché mi sento così timido?!

«Hai già mangiato qualcosa?» Probabilmente aveva visto quanto ero nervoso, quindi cambiò argomento. 

Annuii. «Sì. E tu?»

«Non ho ancora pranzato.»

«Vuoi uscire e prendere qualcosa da mangiare?» gli chiesi, sentendomi contento di essermi cambiato i pantaloni prima di andare da lui.

«Certo. Guardiamo un film dopo.»

«Va bene.»

È un fine settimana, c’è ancora molto tempo e non guardo niente al cinema da un po’ di tempo, quindi…

«Ma oggi non ti riaccompagno a casa.»

«Eh?» Lo guardai confuso. 

Il ragazzo sorrideva da un orecchio all’altro e disse lievemente: «Sei già qui. Penso che dovresti dormire qui.»

«…»

«Dormiamo insieme, per favore.» disse con uno sguardo innocente, ma dopo le due esperienze dei baci sulle labbra e con l’altro sulla guancia in ufficio, non mi convinceva più.

Qual è la tua vera intenzione?!

«Per favore.»

Quando si accorgeva che tacevo, tendeva ad arrabbiarsi di nuovo. Mi morsi le labbra esitante e alla fine annuii.

«Va bene.» risposi. Poi mi sentii così stupido per perdere sempre contro quegli occhi tristi da cucciolo di Mai. Il giovane sorrise brillantemente e andò a cambiarsi.

Rimasi seduto sul divano, guardando la schiena del mio ragazzo scomparire in camera da letto, poi mi vennero i brividi per quello che sarebbe potuto succedere laggiù.

Sembra tranquillo, educato, un vero gentiluomo, ma in realtà è molto bravo, bravissimo a fare il cattivo! Dalla sua tecnica di bacio, potrebbe essere un esperto, mentre io sono probabilmente un dilettante, e ora passeremo una notte insieme come fidanzati… Non credo che sopravviverò stanotte.

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