MIDDLEMAN’S LOVE – CAPITOLO 20

I fidanzati sembrano più giovani insieme 

Il caldo di dicembre in Thailandia mi stava bruciando i peli delle braccia. Al sole qui in Thailandia non fregava nulla che il meteo indicava che era inverno. Mi asciugai il sudore dalla faccia, poi misi la borsa da viaggio nel retro dell’auto del mio ragazzo.

Guardai Mai con preoccupazione; presentare un fidanzato alla famiglia era un evento importante. Mai aveva detto che sarebbe successo quando saremmo andati insieme a Kanchanaburi. Quel giorno era arrivato.

La settimana precedente avevo portato Mai a casa dei miei genitori, che glli diedero un caloroso benvenuto. Fui sollevato di sapere che alla mia famiglia andava bene che avessi un ragazzo. Quando ero all’università, avevo chiesto ai miei genitori cosa ne pensavano e a loro andava bene. Per fortuna ora ero fidanzato e anche loro erano felici per me.

Ai miei genitori sembrava piacere davvero Mai, e il mio ragazzo era bravissimo a fare un’ottima impressione sulle ragazze. Era così bravo che quando stavamo andando via mia madre praticamente lo accarezzava e gli chiedeva di farle visita di nuovo, mentre suo figlio, cioè io, veniva completamente dimenticato.

Mamma! Questo qui è Jade, il tuo bambino! Perché presti attenzione solo a Mai?!

Non importava. Ero contento che il checkpoint presso la mia famiglia fosse andato bene, ora il livello successivo era la famiglia di Mai, e il pensiero mi stava distruggendo. Da quando avevo saputo che avrei dormito per una notte a casa dei suoi genitori, la mia mente era sparita. Continuavo a chiedermi se sarei stato accettato.

Da quello che sapevo, il padre di Mai era un alto ufficiale militare in pensione. Sua madre era un amministratore delegato esecutivo e un importante azionista. Mai mi aveva detto che si erano trasferiti a Kanchanaburi dopo essere andati in pensione, ma non mi aveva detto che avevano anche aperto una grande attività alberghiera. Quindi, in conclusione, loro erano una famiglia benestante mentre io proveniva da una famiglia borghese.

Le nostre famiglie sono molto diverse e io ho sei anni più di lui. Peggio ancora, sono un ragazzo. Non riesco proprio a immaginare che possano accertarmi.

«Cosa c’è che non va? Sei silenzioso da questa mattina.» chiese Mai. La sua mano mi pizzicò delicatamente il naso. Potevo solo guardare tristemente il mio ragazzo con cui uscivo da un mese.

«Sei preoccupato?» chiese ancora Mai.

«Certo. Sono preoccupato di non piacere ai tuoi genitori.» ammisi e sospirai per la centesima volta.

Di solito gli adulti sono sempre gentili con me, ma se mi presento come fidanzato del loro figlio, saranno comunque gentili? Ne avevo già parlato con Uea e King e mi avevano dato vari suggerimenti.

«Bene, quando li visiti, assicurati di essere vestito adeguatamente. Sei gentile, tutti gli adulti ti adoreranno. Ma se non sono d’accordo con te, penso che Mai cercherà lentamente di spiegare ai suoi genitori. Devi credere nel tuo ragazzo.» Era il consiglio di Uea.

«Di cosa diamine ti preoccupi? Mai è letteralmente ossessionato da te. Anche se i suoi genitori non saranno d’accordo con te, Mai non ti lascerà. Oppure, se vuoi coccolarli, allora compragli qualcosa.» Ovviamente era King.

Alla fine avevo indossato una camicia bianca con pantaloni lunghi, lo stesso tipo che indossavo di solito per lavorare perché sembrava formale ed educato, e comprato per loro un drink di nidi di rondine*, che ora era sul sedile posteriore dell’auto di Mai.

*(N/T: I nidi di rondine sono una specialità della cucina cinese; vengono solitamente utilizzati per la preparazione di zuppe.)

Avevo anche applicato del gel in modo che i miei capelli non fossero disordinati. 

Sì, non sono per niente preoccupato. Affatto…

«Non pensarci troppo. I miei genitori non fanno paura.»

Mai mi tenne la mano per tirarmi su di morale. Mi aveva incoraggiato per tutta la settimana, ma non riuscivo ancora a scrollarmi di dosso la preoccupazione.

«Sono molto gentili. Ti adoreranno sicuramente.» Il sorriso gentile apparve sul suo volto. «Anche io ti adoro.»

«Sono più grande di te, come diavolo fai ad adorarmi?» feci il broncio. Mai ridacchiò e mi baciò velocemente su una guancia.

«Posso adorarti anche se sei più grande, perché sei adorabile.»

Quegli occhi erano furbi. Distolsi lo sguardo verso il cielo solo per evitare quelle occhiate. Non mi ero ancora abituato a quelle parole anche se era passato un mese. Mi sentivo anche peggio a perdere la calma di fronte a qualcuno che aveva sei anni in meno.

Non sembra affatto cool!

«Andiamo in strada.» dissi prima che mi rendesse ancora più imbarazzato.

Mai annuì e ci dirigemmo verso Kanchanaburi.

*************

Eravamo usciti di casa intorno alle 8 ed arrivammo ​​a casa dei genitori di Mai alle 13. Questo perché Mai aveva guidato dritto senza fermarsi per il pranzo. Aveva detto che sua madre aveva preparato del cibo. Normalmente, quando era quasi mezzogiorno il mio stomaco iniziava a lamentarsi, ma in quel momento anche un’ora dopo mezzogiorno non sentivo ancora nulla.

Lo stress mi riempiva la pancia.

«Eccoci arrivati.» disse Mai mentre guidava in un albergo diffuso nel distretto di Sai Yok.

Fissai il grande parcheggio. C’erano case allineate l’una all’altra magnificamente, decorate con grandi alberi e bei fiori.

«Questo posto non dorme mai, vedo.»

Vidi molte macchine nel parcheggio, a dimostrazione del fatto che quel posto era un’attrazione per i viaggiatori. Mai guidò verso un altro parcheggio e fermò l’auto accanto a una Mercedes.

«Sì. L’albergo è sempre aperto. La gente normalmente lo prenota prima di almeno tre o quattro mesi. A volte in alta stagione siamo pieni di prenotazioni fino ad altri sei mesi.»

«Beh, è ​​un posto così carino,» dissi. Il mio ragazzo sorrise brillantemente.

«Grazie. La mia casa è proprio dietro l’edificio. Andiamo a incontrare i miei genitori.»

Mai scese dall’auto e prese le nostre cose per sé e per me. Guardai nello specchietto retrovisore, cercando di sistemarmi i capelli e controllare i miei vestiti, poi lo seguii fuori.

«Io porto questo.» Indicai il cesto di bevande che avevo comprato per i genitori di Mai. Mi guardò e me lo consegnò. Lo presi con il cuore che batteva forte per l’ansia.

«Non c’è bisogno di avere paura.»

Mai mi tenne la mano. Annuii e lasciai che mi portasse in una grande casa vicino al fiume.

Non c’è niente da perdere a questo punto. Sono venuto fin qui, devo combattere. Ma dai, sono i genitori di Mai, mica il preside!

«Oh, Signorino Mai, sei arrivato.»

Sentii la voce di qualcuno mentre entravamo nell’area della casa. La proprietaria della voce sembrava un po’ più giovane di mia madre e aveva in mano un annaffiatoio.

«Ciao, zia Kaew. Mamma e papà sono dentro?»

«Sì, ti stanno aspettando. E lui è…?»

«P’Jade, il mio ragazzo.»

Il braccio forte si avvolse intorno alle mie spalle. Salutai educatamente la signora. Ma sentendola chiamarlo Signorino, intuii che probabilmente era una domestica.

«Capisco.»

Dopo essere sembrata confusa per un po’, mi fece un sorriso e ricambiò il saluto, poi si rivolse a Mai.

«Affrettati ad entrare, la signora Ruedi ha iniziato a cucinare per te dalle 10.»

«Bene.» ridacchiò, tenendomi ancora la mano mentre mi conduceva dentro.

La casa era ampia e decorata in tonalità beige, che la rendeva un luogo accogliente. La maggior parte dei mobili era in legno, ad eccezione di un grande divano beige situato al centro della stanza. Una coppia di mezza età era seduta lì; entrambi sembravano eleganti.

«Sono qui.» Mai salutò la donna sul divano. 

Poi aprì le braccia per abbracciare sua madre che gli si stava avvicinando velocemente, poi salutò suo padre che era ancora seduto sul divano.

Rimasi goffamente sulla porta, osservando intensamente.

Dopo aver visto i genitori di Mai, capivo perché fosse così bello. Erano di bell’aspetto, anche se avevano più di sessant’anni, avevano ancora un bell’aspetto.

«Il traffico era pessimo?» chiese sua madre.

Mai scosse la testa. Arrivò il momento in cui Mai mi guardò con un sorriso.

«Mamma, papà, questo è P’Jade, il mio ragazzo.»

Sussultai quando gli occhi dei genitori di Mai si spostarono verso di me. Li salutai e feci il sorriso più educato che riuscivo a tirare fuori.

«Salve.» dissi lievemente. C’era così tanto sudore nei miei palmi che stavo perdendo la presa sul regalo che avevo comprato,così strinsi le mani.

«Io… ugh… ho comprato questo per voi.»

Decisi di avvicinarmi e mostrare loro il regalo. Vedere i loro occhi osservatori su di me mi fece deglutire con ansia.

Perché non dicono niente? Sono scioccati, vero? Mi disprezzano ora? Cazzo.

«È lui?» chiese la donna a Mai dopo avermi guardato per un po’. Sentii Mai dire «Sì.», ma il battito del mio cuore sembrava essere più forte. Mi guardò ancora una volta e sorrise dolcemente.

«È carino.»

Se fossi stato tutto solo, a quest’ora sarei caduto a terra per il sollievo. Mai sorrise persino più ampiamente dopo averlo sentito da sua madre. I loro sorrisi sembravano esattamente gli stessi.

«Grazie per il regalo, lo apprezzo. Ma non c’è bisogno di sprecare soldi, caro.» Poi prese il cesto gentilmente.

«Va bene.» Sorrisi in risposta dopo aver visto che non sembrava disprezzarmi.

«Avete fatto entrambi un lungo viaggio; dovete essere esausti e affamati. Pranziamo e parliamo laggiù. Zia Kaew e io abbiamo cucinato molti dei vostri piatti preferiti.»

Ci condusse in cucina e anche il padre di Mai ci seguì. Guardai Mai con preoccupazione, perché suo padre non mi aveva detto una parola. Mai sorrise e si chinò a sussurrare.

«È sempre così. Non ti odia.»

«Uhm.» Annuii in risposta.

Mai mi strinse la mano per tirarmi su di morale prima di andare a pranzo con i suoi genitori. Cercai di essere più rilassato. Almeno non erano rimasti scioccati o mi avevano cacciato di casa dopo aver visto la mia faccia.

Dovrei sentirmi un po’ meglio ora.

**********

Pranzare con i genitori del mio ragazzo non era stato spaventoso come pensavo. Mi diedero un caloroso benvenuto. La madre di Mai mi chiese del più e del meno, in particolare chi ero, cosa facevo, come avevo conosciuto Mai. Quanto al padre di Mai, non chiese molto, ma non sembrava nemmeno dispiaciuto. Dopo che lo stress passò, iniziai a fare conversazione. Prima ancora che me ne rendessi conto, stavo già parlando loro della mia famiglia.

«I miei genitori erano insegnanti delle superiori, ma ora sono in pensione. Fanno giardinaggio o cucinano, sono carini insieme. Quando ho tempo libero, mi prendo una pausa e li porto in vacanza, ma ultimamente mia madre ha problemi al ginocchio, quindi non vuole davvero… andare. Uhm… sto parlando troppo?»

Feci loro un sorriso asciutto dopo aver sentito di aver blaterato abbastanza, ma la madre di Mai rise piano e disse: «Niente affatto. Continua.»

«Ah, okay. Dato che mia madre ha problemi alle ginocchia, mio fratello e la mia sorellina non hanno molte scelte quando si tratta di viaggiare. Principalmente andiamo solo sulle spiagge, ristoranti, templi e cose del genere.»

«Voi ragazzi potete venire qui in vacanza. È tranquillo. Molte persone portano i loro genitori qui da noi.» disse il padre di Mai.

Feci una breve pausa, poi sorrisi ampiamente e feci un wai per ringraziarlo. Sembrava che tutto il mio stress fosse sparito dal mio petto.

Quindi davvero non mi disprezzano…

«Ragazzi, siete sazi adesso? Lascerò che Mai ti aiuti a portare la tua roba al piano di sopra, potete anche riposarvi un po’.» disse la madre di Mai. Poi chiese alla cameriera di aiutarla a lavare i piatti, così mi alzai all’istante.

«Lascia che ti aiuti.»

«Non ce n’è bisogno. Ragazzi, siete stanchi. Andate a riposarvi. Più tardi, forse Mai potrebbe portarti in ​​giro. Ci sono molte attività qui. Ci sono molti alberi e anche il tempo è bello. Mai, prenditi cura del tuo ragazzo, va bene?»

Mai sorrise a sua madre. «Okay mamma.»

«Spero che ti piaccia qui.» Lei mi sorrise.

«Grazie.» Contraccambiai il sorriso, sentendomi un po’ imbarazzato quando disse ‘prenditi cura del tuo ragazzo’. 

Ah… Mi accettano. Quanto sono fortunato.

«Saliamo a vedere la stanza.»

Mai mi prese la mano e afferrò le nostre borse. Salimmo le scale per vedere la sua camera da letto al secondo piano. La sua stanza sembrava ampia e pulita proprio come il suo appartamento a Bangkok. Non c’era molta roba nella stanza; probabilmente non tornava spesso.

«Resti con me stanotte?»

Mai mi abbracciò da dietro mentre osservavo la stanza. Posò il suo bel viso sulla mia spalla e mi abbracciò un po’ più forte.

«I miei genitori non fanno paura, visto?»

«Sì. A prima vista ero terrorizzato. Pensavo davvero di non piacergli. Tuo padre era silenzioso e io ero così nervoso. Ma poi è andato tutto alla grande. Sono così dolci.»

Sorrisi, sentendomi molto meglio. Sentii Mai ridere da dietro.

«Te l’avevo detto che erano gentili.»

«Lo so. Avevo paura di metterti nei guai, come litigare con i tuoi genitori o qualcosa del genere.» Feci fuoriuscire la mia preoccupazione.

Quanto a me, sarei stato bene se non mi avessero accettato. Capivo che l’omosessualità non era ancora accettata da alcune persone all’antica. Ma mi avrebbe fatto davvero male se fossi stato io la ragione per cui Mai litigava con la sua famiglia.

«Grazie.» disse Mai di punto in bianco.

«Grazie per cosa?»

«Per esserti preso cura di me e avermi dato una possibilità.» mormorò. Il suo naso mi toccò il collo, avvicinandosi lentamente al mio orecchio. Mi vennero le farfalle nello stomaco, di quelle che non riuscivo a controllare affatto.

«P..portami a vedere i dintorni. Voglio dare un’occhiata in giro.»

Cercai di allontanarmi prima che mi coccolasse alla luce del giorno. 

Ehi, i tuoi genitori sono al piano di sotto; non puoi mangiarmi l’orecchio in questo momento!

«Vuoi andare adesso?»

«Sì, sì. Adesso.» risposi velocemente.

Mai mi sorrise come se avesse visto attraverso me, poi mi lasciò andare e afferrò invece la mia mano.

«Va bene allora, facciamo una passeggiata.»

Mai mi portò fuori a prendere in prestito una bicicletta per dare un’occhiata in giro. Questo albergo diffuso era bello come l’aveva descritto il padre di Mai. C’era una mensa in riva al mare e una caffetteria per prendere un caffè e rilassarsi. C’erano diversi tipi di alloggi tra cui scegliere, sia a terra che su zattera. Il personale qui sembrava avere familiarità con Mai e lo stesso valeva per lui.

«Oh, Mai. Non ti vedo da molto tempo. Hai portato il ​​tuo amico a casa?» chiese la signora del personale.

Mai mi guardò e rispose con un sorriso: «Ciao, P’Nee. Oggi ho portato il mio ragazzo a vedere i miei genitori.»

Le mie guance bruciarono di nuovo come il fuoco.

Ci fermammo a scattare foto qua e là, poi mangiammo dei dolci al bar. Dopodiché, mi portò al rafting. Non ero molto bravo negli sport estremi e non ero molto a mio agio in abiti formali come quello, ma Mai mi convinse a giocare lo stesso. Finii per bagnarmi dalla testa ai piedi e la persona che mi aveva messo in quello stato si stava divertendo tantissimo.

Sta cercato intenzionalmente di prendermi in giro, giusto?

«Sono tutto bagnato.» borbottai dopo che tornammo, guardando la mia maglietta bianca che mi si appiccicava alla pelle. Mi sentivo come se qualcuno mi stesse guardando, quindi guardai dietro di me e vidi un gruppo di adolescenti. Probabilmente i ragazzi stavano aspettando di fare rafting e ci stavano fissando.

Lanciai un’occhiata al ragazzo alto che era fradicio accanto a me. Immaginavo che quei ragazzi stessero fissando Mai come sempre. Ma invece di avere una faccia felice, Mai sembrava severo. Mi rese confuso, perché era uno spettacolo così raro. Mi avvolse con un grosso asciugamano.

«Va tutto bene?» chiesi.

«Adesso si sta facendo buio. Torniamo a casa.» Mai mi fece un sorriso, ma non raggiungeva i suoi occhi.

«Va bene allora.» dissi. 

Mai mi afferrò per la vita e mi tirò più vicino, accompagnandomi fuori. Sbattei ripetutamente le palpebre. Sentivo che il mio ragazzo era frustrato con qualcuno.

È così bello che tutti lo fissano sempre. Forse ne è stanco?

**********

Arrivammo a casa quasi alle 18. Quando la madre di Mai ci vide tutti bagnati, ci disse di fare una doccia prima di cenare insieme. Poiché l’ansia e lo stress erano ormai scomparsi, la cena fu solo un momento per raccontare barzellette agli adulti. Le risate riempirono la notte.

«Immagino che presto perderò il posto da preferito.» disse Mai dopo aver finito di cenare. Lo guardai mentre salivamo le scale.

«Quale posto da preferito?»

«Abbiamo sempre scherzato sul fatto che io sono il preferito di mamma. Ma dopo aver visto i suoi complimenti oggi, sono sicuro che presto ti amerà più di me.» Si comportò in modo triste, ma non riusciva a nascondere un sorriso felice.

«Beh, adesso siamo pari, immagino. Anche a mia madre piaci più di me.» Sorrisi felicemente che potessi vendicarmi di lui. 

Vuoi rubarmi la mamma? Allora ruberò tua madre!

Sembrava che le piacessi. Era interessata alle mie storie e mi guardava anche con gentilezza; anche lo sguardo nei suoi occhi era adorante. Mi aveva anche detto che non riusciva a credere che avessi ventisette anni. Aveva detto che avevo una faccia da bambino e pensava che andassi all’università come Mai. Ciò diminuì molto la mia insicurezza.

«Immagino di sì. Adesso siamo pari.» disse Mai.

Alzai le sopracciglia e mi gettai sul grande letto, sbadigliando stancamente.

«Ah… Sono così stanco.»

«Assonnato?» Il proprietario della stanza chiese e si sedette accanto a me che ero appisolato.

«Uhm…» chiusi i miei occhi. La notte precedente ero rimasto sveglio a pensare così tanto che avevo dormito a malapena. Avevamo viaggiato fin lì ed eravamo anche usciti per andare in giro. Non era una sorpresa che il mio corpo implorasse un letto.

Che lunga giornata. Ma ne valeva davvero la pena per il caloroso benvenuto del mio ragazzo.

Ragazzo…

«Oh, giusto!»

Quasi saltai in piedi e poi mi sedetti dritto. Mi voltai a guardare Mai che ricambiò lo sguardo come per dire ‘Che c’è?’.

«Allora qual è stata la tua prima impressione su di me? Non ci siamo incontrati la prima volta in ufficio?» chiesi. 

Avevamo parlato di quell’argomento qualche settimana prima. Avevo insistito per saperlo, ma una volta che Mai aveva parlato della visita ai suoi genitori, me ne ero completamente dimenticato.

«Oh, a proposito di quello…» Sorrise. Lo afferrai forte per il braccio, sentendomi completamente sveglio ora.

Devo scoprirlo proprio qui, adesso!

«Allora? Sono serio. Sono molto curioso.» 

Che fastidio quando si comporta come se non volesse parlarne. Per favore, non giocare con i miei sentimenti. Non sarò in grado di addormentarmi!

«Mi hai incontrato per la prima volta in ufficio, quando sono venuto per il tirocinio, giusto?»

«Sì.»

«Ma non era la prima volta che ti incontravo.»

«Eh?!» Lo guardai, scioccato.

«Ti avevo già incontrato prima.» Sorrise timidamente.

Stavo seduto lì, stordito. Cercai in ogni angolo del mio cervello se l’avessi incontrato da qualche parte. 

Niente.

«Quando?»

Alla fine mi arresi quando non riuscì a capirlo. Mai si avvicinò e praticamente mi prese in braccio per sedermi sulle sue ginocchia, poi appoggiò il mento sulla mia spalla.

«Probabilmente qualche settimana prima che iniziassi il tirocinio. Al mercato vicino all’ufficio, ma probabilmente non te lo ricordi, perché ti guardavo da lontano.» 

«Perché mi guardavi?» chiesi confuso. 

Non sono bello come Uea o King, quindi non è possibile sia una cosa come l’amore a prima vista. Quindi cosa ho fatto? Ho solo comprato da bere per me e…

«Hai salvato un cucciolo quel giorno… Sakhu.»

«…»

«Stavo facendo delle commissioni in quella zona e mi sono ricordato che l’ufficio per cui avevo fatto domanda per il tirocinio era nelle vicinanze, quindi ho pensato di andare a vedere com’era il posto. Quando ho attraversato il mercato, ti ho visto tenere in braccio quel cucciolo.» disse Mai con la sua voce rassicurante. Mi baciò leggermente la guancia, poi continuò: «Ti stavo guardando, chiedendomi cosa avresti fatto dopo. Ti ho visto comprare del maiale per lui, poi l’hai portato in farmacia. Hai guardato l’orologio e hai iniziato a correre come un matto anche con la camicia tutta macchiata.»

Mai rise piano mentre io volevo tenermi la testa tra le mani. Sakhu era impolverato quel giorno, quindi quando l’avevo preso in braccio, un po’ di terra mi aveva macchiato la camicia. Era quasi ora di timbrare il cartellino, se non mi fossi sbrigato mi avrebbero diminuito lo stipendio.

Ma Mai mi ha visto in quello stato, quindi non sono mai stato così figo sin dal primo sguardo.

«Quindi sei rimasto impressionato?» chiesi.

Lui annuì, tenendomi stretto.

«Non dovevi fare niente quel giorno, ma hai deciso di aiutare il cucciolo. Non solo salvandolo da lì, ma hai anche consegnato il cucciolo a qualcuno di cui ti fidi. Ne sono rimasto molto colpito.»

Appoggiai la testa sul petto di Mai mentre continuava a raccontare. Non ci avevo pensato molto. Volevo solo salvare Sakhu. Ma ascoltandolo dall’altra prospettiva in quel modo, era piuttosto carino.

«Non avrei mai pensato che ti avrei rivisto, ma poi ti ho visto in ufficio ed ero così felice.»

«Allora, quello che stavi fissando a lungo… era me?»

«Sì.»

«Pensavo che stessi guardando Uea.»

«Stavo guardando P’Jade, proprio questo ragazzo qui.»

Mi baciò forte la guancia questa volta e mi accarezzò. Non potevo fare a meno di sentirmi come se fossi un ragazzino. 

Mi ha messo in grembo e mi ha baciato la guancia. Si è dimenticato che sono molto più grande?

«Beh, chi lo avrebbe capito? Non sono mai piaciuto a nessuno prima. Quando hai detto che avevi in ​​mente qualcuno, non mi consideravo nemmeno nella lista.» borbottai.

«Neanche io ho mai pensato che non ti rendessi conto che mi piacevi. Quando hai detto che mi prendevo troppo cura degli altri e che avrebbe potuto portare a un malinteso, pensavo ti sentissi possessivo nei miei confronti.»

«Scusa.» 

Sorrisi seccamente. Non potevo fare a meno di sentirmi in colpa per lui che ci aveva provato con uno stupido come me. Mi spostai dalle sue ginocchia e mi rimisi sul letto. Chinò il viso più vicino a me e disse qualcosa che mi rese dannatamente confuso: «Sono offeso. Per favore, fatti perdonare.»

Che cosa?!

«Cosa ti ha fatto sentire così?»

«Riguardo al malinteso, questo mi fa male.»

«Ormai è passato tanto tempo.» dissi.

«Beh, fatti perdonare ora… per favore.»

Mai continuò a supplicare. Risi della sua faccia accigliata e mi avvicinai per dargli un bacio veloce sulla guancia.

«Meglio ora?»

«Sì, meglio.»

Sorrise con gli occhi chiusi. Mi mossi un po’, cercando di sdraiarmi bene sul letto, ma poi Mai si mise a cavalcioni su di me. La mia schiena era appoggiata alle lenzuola. Avvicinò il viso al mio. I suoi occhi castani sembravano lucidi.

«Ora, il pagamento…»

Il suo naso toccò la mia guancia, poi si spostò sul retro del mio orecchio e sul lato del collo. Il suo respiro caldo mi rendeva incapace di riprendere fiato.

«Q…quale pagamento?» balbettai, lui sorrise.

«Il compenso per averti portato in giro oggi.»

Aspetta un attimo. Sua madre gli ha detto di mostrarmi il posto, allora perché mi chiede un pagamento? Posso lamentarmi di questo? Qualcuno per favore chiami il manager!

«Ma…»

«Mi sono preso cura di te con il mio miglior servizio. Posso ricevere il pagamento?»

Era quasi come se stesse supplicando attraverso un sussurro. Sentii la mia faccia scaldarsi.

«Quindi, che cosa vuoi?»

«Posso avere un bacio?»

Le sue labbra quasi toccarono le mie, ma aspettò pazientemente il mio permesso. Annuii lievemente e inclinai il mio viso in modo che le nostre labbra si toccassero. 

Il bacio fu lento e dolce. Premette le sue labbra sulle mie mentre ci alternavamo a ritmo. Poi gli avvolsi le braccia intorno al collo, schiusi le labbra e lasciai entrare la sua lingua calda. La mia lingua e la sua iniziarono a giocare. Anche se ci eravamo già baciati molte volte, il mio cuore batteva ancora veloce come la prima volta.

«Sei dolce come sempre.»

Dopo un po’, finalmente mi lasciò andare e sussurrò. I suoi occhi acuti mi osservavano sdraiato lì, tutto rosso e accaldato. Cercai di riprendere fiato e dirgli: «Adesso puoi muoverti. Sei pesante.»

«Non voglio.» rispose.

Sbattei le palpebre molte volte e appoggiai il viso sulla sua ampia spalla.

«Mi sto davvero stancando ora.»

«Va bene, non ti prendo più in giro.»

Ridacchiò, sollevandosi e avvolgendomi in una coperta, poi spense la luce.

La luce fioca proveniente dall’esterno risplendeva nella stanza. Lo sentii entrare nel letto e sdraiarsi accanto a me. Mi girai di lato e attirai a me il mio ragazzo, proprio come quando Mai mi abbracciava tra le sue braccia.

«Buonanotte.» disse Mai. Appoggiai la testa sul suo petto, fissando il buio.

È quasi incredibile che una persona che è stata solo un ponte per altre persone, come nel mio caso, abbia avuto la possibilità di visitare i genitori del proprio ragazzo, che abbia avuto modo di presentare qualcuno alla propria famiglia, che potesse dire alle persone con sicurezza che non era più single, e che accettasse le prese in giro dei suoi amici. Ed è davvero incredibile che un intermediario che è sempre stato un gregario per gli altri per dieci anni finalmente avesse qualcuno dalla sua parte. 

Chiusi gli occhi e abbracciai più forte Mai. Anche se cercavo di non farlo, sorrisi comunque.

Ehi, questo Jadeniphat è già occupato.

[FINE]

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