NOT ME – CAPITOLO 17

L’amante del tuo amico non può essere il tuo amante

Yok non rispose, rimase semplicemente in silenzio a guardare P’Dane che sorrideva ancora. 

«Non costringermi a dirglielo. Perché se lo dico, non avrai un posto dove poter restare, giusto? È meglio finirla così Yok.»

P’Dane disse una frase che io non riuscii a capire. Yok rimase fermo, stringendo la sua mano, P’Dane mi afferrò il polso e mi trascinò via da Yok. Temevo che Yok potesse riprendermi, invece ci lasciò andare via. Dopo tutto, cosa nascondono lui e Yok? Non capisco.

P’Dane mi portò in un bar vicino casa sua. Mi fece raccontare tutti i dettagli, compresa la mia storia con Sean, e il suo sguardo in quel momento sembrò preoccupato.

«P’Dane non ce la faccio più. Perché tutti si comportano come se io fossi così stupido? Nessuno mi dice niente, nemmeno Black. Dov’è andato?»

«Chissà. Non è venuto al dormitorio? Ha detto che sarebbe venuto a trovarvi tutti, ma non ha trovato ne te ne Sean. Ha visto solo Yok e Gram.»

Forse era arrivato quando io e Sean eravamo ancora in bagno. Il mio viso diventò pallido, non riuscivo ad immaginare mio fratello aprire la porta del bagno e trovarmi lì con Sean.

«Allora, dopo dov’è andato?» chiesi in preda al panico. P’Dane rimase in silenzio, seduto a gambe incrociate a sorseggiare il suo caffè: «P’Dane, non stare zitto. Questo è davvero stressante. Dov’è andato Black?»

Il silenzio di Black non era tanto diverso dalla calma del mare prima di uno tsunami alto quanto un edificio. Il suo silenzio significava che era di cattivo umore, che stava pensando a qualcosa di brutto o che stava aspettando per poi esplodere.

«Questo è il problema. Dove può essere andato?»

«Mh? Che succede P’Dane?» spalancai gli occhi che diventarono grandi come un uovo di gallina. Perché P’Dane sta sempre zitto quando chiedo di mio fratello?

«Black è scomparso. È andato a cercarti, mi ha chiamato per dirmi che non riusciva a trovarti nel dormitorio. Poi non sono riuscito più a contattarlo. Ho chiesto a vostra madre, ma non è andato a trovarla. Sono andato nella stanza che sta affittando, ma il padrone di casa mi ha anche detto che pochi giorni fa qualcuno era andato lì per litigare. Quindi Black si è trasferito.»

«Litigare?» Tremai di paura: «Qualcuno è andato a picchiare Black?» Non riuscivo a stare fermo, presi il cellulare per chiamare Black. Ma….

[Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile…]

Non importava quante chiamate faccessi, era sempre la stessa risposta.

[Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile…]

Sempre lo stesso! Cosa dovrei fare? Oh, cosa dovrei fare!? Stavo per chiamare di nuovo, ma in quel momento ricevetti una chiamata da Sean. Stavo per rispondere, ma lo schermo del cellulare si spense. Ah! Perché la batteria si sta scaricando ora! Sono stufo di tutto!

«Chi è venuto a picchiare Black, P’Dane? Lo dirò a mio padre.» Non ce la facevo davvero più, dovevo dirlo a mio padre. Dopotutto, anche Black era suo figlio. In realtà, papà non aveva mai voluto lasciare Black. Lo aveva sempre amato, si era sempre preoccupato per lui, cercava di dargli soldi e di contattarlo. Ma mia madre lo fermava ogni volta e quando scoprì che Black stava prendendo soldi da nostro padre, lei lo picchiò duramente. Entrambi eravamo molto preoccupati per lui.

«Bene. Sapevi che tua madre deve molto alla proprietaria del mercato, che ha una grande reputazione e molto potere? Manda suo figlio a riscuotere i debiti, anche lui è un ragazzo normale come Sean. Ma White, immagina Sean e Yok che vanno lì a riscuotere debiti, è spaventoso anche questo.»

Solo a pensarci, sentii un brivido lungo la mia schiena. “Una bottiglia di vino può fare tutto.” anche pestare l’amico di Tod solo per un fraintendimento. Come potevo non essere spaventato?

«Il figlio del proprietario del mercato è venuto a cercare Black?» P’Dane annuì. «Ho i soldi, P’Dane. Pagherò io per lui.” Papà mi aveva anche permesso di usare del denaro. Black non avrebbe avuto più problemi. «P’Dane, puoi dirmelo? Quanti soldi ha preso in prestito?» P’Dane mi guardò negli occhi.

«Hai intenzione di pagare per questo?»

«Uhm.» Annuii.

«Non sono sicuro di quanto sia. Chiediamoglielo!» P’Dane continuò a sorseggiare il suo caffè.

«Chiedere a chi? Black è scomparso.» dissi: «Non posso chiedere a mia madre, non me lo direbbe. Non mi considera neanche suo figlio.» mi lamentai visibilmente triste, e P’Dane mi accarezzò leggermente la spalla.

«Non puoi chiedere a tua madre, non puoi chiedere a Black. Puoi chiedere ai creditori.» alzai gli occhi.

«Andrà tutto bene, P’Dane?»

«Certo, non succederà nulla.»

«Ok, andiamo.» 

********************************

Yu Charoen Market

Il Yu Charoen Market era il mercato vicino casa dove viveva mia madre. Un grande mercato di rivenditori e grossisti, alimenti freschi, frutti di mare e vari beni di prima necessità. Questo significava che la persona che aveva prestato denaro a mia madre era molto ricca. P’Dane sembrava avere molta familiarità con le strade che portavano a quella zona. Forse perché era molto vicino a Black, quindi andava spesso lì. Ormai mia madre poteva non essere più nella zona. P’Dane aveva detto che Black aveva portato nostra madre altrove. Passando da un posto all’altro, cosa stava evitando?

Dietro il mercato c’era un luogo di ritrovo per i giovani un po’ caotici. Più entravo nel mercato, più mi sentivo piccolo. Accidenti, eravamo un po’ in profondità nel mercato. Ormai lontani dalla folla avevo afferrato saldamente il braccio di P’Dane.

Sapevo che avrei dovuto chiamare prima Sean. P’Dane ed io avevamo raggiunto una casa molto grande. Sembrava la casa di una persona normale, senza guardie del corpo o altro. All’interno c’erano due auto parcheggiate, P’Dane si avvicinò tranquillamente per suonare il campanello d’ingresso. Dopo un po’ un giovane, forse della mia stessa età, ma più alto e con una bella faccia, aprì la porta.

«Chi stai cercando?» chiese con voce rauca. Un volto arrogante e disgustato.

«Tua madre è qui?» chiese P’Dane.

«Chi credi di essere per venire qui e chiedere improvvisamente di mia madre?»

«Pagherò il debito.» Spinsi via P’Dane e risposi io. L’uomo mi guardò, poi roteò gli occhi.

«Ehi, hai intenzione di pagare il debito? Ogni volta che mi vedi, scappi.»

«Non sto mentendo. Non sono Black. Sono suo fratello gemello, mi chiamo White. In questo momento mio fratello è scomparso. Voglio pagare il suo debito. Dimmi, quanto ti deve?» Lo guardai con un’espressione seria e lui alzò gli occhi al cielo accettando.

«Va bene, allora entra e parliamo. Parlare di soldi qui potrebbe non essere un’ottima idea. Spero che tu non stia scherzando, perchè se lo stai facendo, sicuramente non ti perdonerò. Avete avuto il coraggio di venire qui, forse sapete anche che tipo di persona sono.» continuò a fissarmi ancora in silenzio. Quindi, mi girai a guardare P’Dane in modo interrogativo.

«È davvero così cattivo?» P’Dane annuì immediatamente.

«Lui è venuto a parlare con tuo fratello nella stanza del motel, il suo nome è Kumpha.»

********************************

POV di Sean

«È tutta colpa tua, Gram. Se succede qualcosa a Black, non avrò finito con te.» Indicai Gram, che era seduto di fronte a me, con il viso pieno di lividi non tanto diversi dai miei. Ero così impegnato a prenderlo a pugni che non mi ero reso conto che Yok e White erano scomparsi dalla stanza.

Cercai subito il mio cellulare, ma non lo trovai. Chiesi a Gram di chiamare immediatamente Yok, perché ero preoccupato. Lo chiamò molte volte, ma Yok non rispose. Quando trovai il mio cellulare chiamai immediatamente White. All’inizio il cellulare squillò, ma improvvisamente la chiamata venne interrotta. Provai a chiamarlo di nuovo, ma il cellulare era spento.

«Farei lo stesso, Sean. Hai rubato il mio amore.» Gram lo disse a bassa voce, il suo respiro ansimava ancora per la stanchezza dopo il combattimento di poco prima.

Non mi importava.

Asciugai la macchia di sangue dall’angolo della mia bocca. Presi le chiavi della mia auto, il portafoglio e il cellulare.

«Dove stai andando?» Anche Gram si alzò.

«Cerco mia moglie.» risposi brevemente.

«Mia moglie, non tua moglie!» disse Gram impaziente. Mi limitai a guardarlo in silenzio.

«Aspetta che lo trovi. Lascerò che sia lui a decidere con chi vuole stare.» Enfatizzai le mie parole e lo guardai ancora seriamente. Non ero quel tipo di persona che lasciava trapelare le proprie emozioni attraverso le espressioni del viso.

Avevamo tutti personalità diverse. Io ero quel tipo di uomo. La mia personalità in presenza del mio amante poteva anche essere un po’ più morbida, ma con gli amici, ero un po’ silenzioso. Con la mia famiglia, dicevo questo e quello, ma non molto spesso, era P’Sorn quello che parlava molto.

Solo io sapevo che White era White e non Black, suo fratello gemello. Gram e Yok non erano a conoscenza di questo fatto. Sapevo da molto tempo che Black aveva un fratello minore. Yok e Gram lo sapevano, ma nessuno dei due sapeva che erano gemelli. Black non lo aveva mai detto, parlava di White solo come suo fratello.

Ma se mi avessero chiesto come facevo a sapere come erano gemelli? Non era quello il momento per parlarne. C’erano molte cose di Black che White non sapeva, ma io si. White poteva saperlo, ma non poteva ricordarlo.

Sapevo perché Black mi odiava così tanto, ma avrei lasciato che fosse White a chiedere di suo fratello. Anche il fatto che mio fratello scherzasse sul fatto che mi piacesse White fin dalle elementari, faceva parte del caos che stava accadendo. Ma in quel momento dovevo scoprire dove fosse White.

Lo cercai a casa di Yok, ma lui si comportò come se non gli importasse, come se non avesse fatto nulla di sbagliato e mi disse che P’Dane aveva portato via White.

«Black non è con me. Dane è venuto a prenderlo.»

«Allora cercherò Dane.» dissi tranquillamente.

«Ok.» rispose Yok. Lo guardai dritto negli occhi.

«Non so cosa farai…» Yok alzò le sopracciglia e mi guardò un po’ a disagio: «…Ma non oltrepassare la linea. Sia tu che Gram. Non pensate nemmeno di rubare il mio ragazzo, se non volete morire.»

Sapevo che sia Gram che Yok avevano lo stesso potere e lo stesso livello di cattiveria. Altrimenti, come saremmo mai diventati amici? Sapevo che Yok era cattivo quanto me e sapevo che anche Gram era altrettanto cattivo. Pertanto, non avremmo mai dovuto oltrepassare i confini l’uno dell’altro, poteva essere la soluzione migliore.

«Non c’è bisogno di avvertirmi, Sean.» Yok rise leggermente: «Fai attenzione a Gram.» Yok si voltò a guardarmi, spingendo la lingua contro la guancia per prenderemi in giro.

«Non ho sentimenti per Black.» Yok rise maliziosamente.

Non mi fidavo del suo sguardo, ma dovevo prima trovare White. Non avevo tempo di giocare con lui.

«Continueremo la nostra conversazione più tardi.» dissi uscendo da casa sua per andare a cercare P’Dane. Avevo il suo numero, quindi provai a chiamarlo ma non rispose, semplicemente lo lasciò squillare, senza chiudere la chiamata.

«Cazzo!! Perché proprio lui?» continuai a chiamarlo ancora e ancora. P’Dane probabilmente non ce la faceva più, e alla fine rispose alla chiamata.

[Tuo padre è morto o cosa, Sean? Come puoi chiamarmi più e più volte?]

«Lui è con te, vero? Se non vuoi avere a che fare con me, passamelo subito.» dissi con una voce profonda. P’Dane rise.

[Voi ragazzi vi somigliate davvero, siete convinti che avrò paura, vero?]  rimasi in silenzio nonostante il mio cattivo umore.

[A proposito, dovrei dirtelo? Non mi piacciono le minacce…]

«Puoi giocare quanto vuoi, P’Dane. So quello che sai. Lo so.»

P’Dane rimase in silenzio.

«Come si sentirebbe White? Se scoprisse che tu, la persona di cui si fida, gli stai nascondendo la verità. Neanche io so dirlo.»

[Accidenti. Non pensavo sapessi che non fosse Black. L’ho avvertito di non scherzare con te.]  P’Dane alzò la voce palesemente spaventato.

«Sì, lo so, non ci posso fare niente. Non mi piace essere il più stupido.»

[Allora come pensi che si sentirebbe White se scoprisse che lo sapevi già e glielo hai nascosto?]  P’Dane contrattaccò.

Risi di gola e gli risposi con una voce calma.

«Potrei portarlo a letto e spiegargli tutto, ma non sarà così facile per te. Tu sei tu, non sei suo marito come lo sono io. Quindi non farmi arrabbiare, P’Dane. Dai il cellulare a White.”

[Accidenti… Va bene, ti lascio parlare con lui. Faremmo meglio a mantenere i segreti l’uno dell’altro. Sean, potresti essere suo marito, ma tu non lo conosci come lo conosco io, che sono stato con lui per metà della sua vita. Non è così debole come pensi.]

P’Dane mi lasciò perplesso. E poi, dopo un po’, una voce calda e familiare risuonò dall’altro capo del cellulare. Quella voce mi rassicurò che non fosse nei guai.

[Pronto…]

«Dove sei?» chiesi a White.

[Al mercato.]  White mi rispose infastidito.

«Perché sei andato al mercato?» Aggrottai un po’ le sopracciglia.

[Avevo qualcosa da fare.] mi rispose come se volesse evitare la domanda.

[Non ti devi preoccupare. Non c’è nessun problema]

«Come posso non preoccuparmi? Sono tuo marito.»

[Sean!] White urlò, ma immaginavo le sue guance diventare rosse.

«Dimmi dove sei, ti vengo a prendere.» Poteva sembrare che stessi flirtando quando cambiavo il mio modo di parlare con White. In realtà avevo sempre voluto farlo da quando l’avevo incontrato.

Non volevo dire una sola parola scortese. Ma a causa delle circostanze, dovevo parlare come al solito, come quando parlavo con Black.

Ma ora, non avrei dovuto più farlo. Entrambi conoscevamo la verità.

[Yu Charoen Market. Lo conosci?] Aggrottai ancora le sopracciglia. Era lì.

«Vai subito via da lì, aspettami davanti al mercato. Dov’è P’Dane? Resta con lui.»

[Perché sei così teso? Cosa è successo, Sean?] chiese White curiosamente.

«No, aspetta un minuto. Non andare da nessuna parte. Aspetta solo quindici minuti. Sto arrivando.»

[Ah… Va bene.]

Chiusi la chiamata e mi precipitai immediatamente al mercato. Fortunatamente quando parcheggiai l’auto, White salì direttamente in macchina e sembrava andare tutto bene. P’Dane invece non salì, non aveva intenzione di venire con noi. Neanche io lo volevo. P’Dane annuì, facendomi poi un saluto provocatorio. Lo guardai in silenzio e non appena White chiuse la portiera e si mise la cintura, me ne andai da lì.

«Cosa c’è che non va? La tua faccia imbronciata sembra la coda di un’anatra.» disse White ridacchiando scherzosamente.

«Non venire mai più in questa zona, non farmi preoccupare.»

«Cosa c’è qui? Voi ragazzi avete un sacco di segreti, non è così?» White mise il broncio «Mi fate sembrare l’unico sciocco, tu, P’Dane, Yok, siete tutti uguali.» Mi voltai per guardarlo.

«Cosa c’entra Yok con questo?»

«Non lo so. C’è qualcosa che vuoi dirmi?» White mi chiese con quei grandi occhi marroni pieni di irritazione, sospetto e curiosità. Volevo raccontargli tutto, ma non era ancora il momento. Black sarebbe dovuto essere al suo fianco in quel momento, ma ancora non si era visto da nessuna parte.

«No. White, lo scoprirai più tardi.» La mia risposta fece aggrottare le sopracciglia a White.

Risi in gola. White si comportava in modo così carino. Sarebbe stato meglio dirglielo.

Fine del POV di SEAN 

********************************

Ero stanco di Sean. 

Stanco di P’Dane. 

Stanco di Black. 

Stanco di Yok. 

Ero stanco di tutti. Volevo urlare forte per esprimere il mio disagio. C’erano un sacco di cose che quei ragazzi continuavano a nascondermi.

Kumpha mi aveva detto che mia madre gli doveva duecentomila bhat. Non era una piccola quantità di denaro, ma decisi comunque di chiamare mio padre e dirgli tutto. Lui sembrava molto preoccupato per Black, mi chiese subito il numero del conto della madre da Kumpha per trasferire immediatamente i soldi. Il problema sarebbe finito a breve. Kumpha controllò il suo conto per vedere se il denaro fosse stato effettivamente trasferito. Quando ricevette i soldi, accettò di strappare il contratto di prestito. Ma guardando i suoi occhi, sembrava pensare molto a me. Ricordavo ancora le sue parole.

Flashback

«Se sei il fratello di Black, probabilmente conosci Sean, giusto?»

«Conosci Sean?» chiesi.

«Certo che lo conosco. Penso di conoscerlo meglio di te.»

Fine flashback

Gli occhi di Kumpha, non riuscivo a leggerli. Non avevo osato chiedere come avesse conosciuto Sean. Lo conosceva come amico o come nemico?

P’Dane non sembrava volesse farmi coinvolgere ancora con Kumpha. Così chiesi il permesso di andarmene e Kumpha accettò di lasciarmi andare facilmente. Non ero più nella posizione di debitore. P’Dane mi disse che non avrei dovuto farmi coinvolgere o avvicinarmi a Kumpha e che era pericoloso.

Mi fidavo di P’Dane. Anche se Yok e tutti gli altri dicevano che era una persona crudele, non era lo stesso con me. Ero sempre stato l’eccezione di P’Dane, anche se non sapevo perché.

«Hai fame?» mi chiese Sean dopo che rimasi in silenzio per un po’.

«No!» risposi secco infastidito dal fatto che sapeva qualcosa ma non voleva dirmelo.

«Ma io ho fame. Mangiamo insieme.» La sua voce era profonda.

Avevo cercato di non rispondere fino a quando una mano più spessa non prese la mia. Mi voltai per guardare il volto di Sean e vidi il suo sguardo dolce e gentile. Abbassò lo sguardo sulle mie labbra per un momento, poi mosse gli occhi per guardarmi di nuovo.

Il mio cuore perse un battito mentre il viso che mi fissava intensamente si avvicinava, come se avesse un significato.

Perché mi guardi così? Mi scioglierò se continuerai a fissarmi così! Odio me stesso per farmi colpire così facilmente dal tuo sguardo.

«Ok, se hai fame, troviamo prima qualcosa da mangiare.»

«Bene.»

Sean sembrava volermi portare fuori per qualcosa di molto speciale. Mi aveva portato fino a Pattaya.

«Sean, non stai andando troppo lontano?» chiesi mentre uscivamo dalla macchina e stavamo per attraversare la strada.

Dall’altra parte c’era la spiaggia. Sean mi prese per il polso e mi guidò. Mentre attraversavo la strada, anche se Sean non lo diceva, potevo sentire le cure che mi stava dando. Si muoveva per proteggermi ogni volta che passava una macchina, non mi permetteva di stare da quella parte della strada.

Sean si prendeva cura di me in ogni piccolo particolare, non importava quanto esso potesse essere insignificante.

«Non troppo lontano, ti piacerà sicuramente.» rispose con l’angolo della bocca leggermente alzato in un sorriso. Dopo aver superato la strada di fronte al mare, Sean mi portò a scegliere un posto dove mangiare. Dato che c’erano così tanti posti disse che i ristoranti della zona erano tutti adatti ai miei gusti, quindi potevo andare in un qualsiasi ristorante.

«Ti piacerebbe mangiare al ristorante?»

«Posso mangiare ovunque.» rispose Sean. Mi imbarazzai un po’ quando mi resi conto che in quel momento improvvisamente anche Sean aveva smesso di parlarmi come un amico.

«Ehi, va bene parlarci come prima.» Mi strofinai la parte posteriore del collo con la mano.

«Sei imbarazzato?» Sean sorrise dolcemente.

«L’ho appena detto.» mormorai.

«Non voglio.» Sean rispose.

«Ow. Perché?» Non ero soddisfatto.

«Parlarti come facevo prima mi tormenta. Inoltre, non voglio essere scortese con te. Hai detto che non ti piacciono le persone maleducate.»

********************************

Poco a poco stiamo ricevendo delle risposte alle nostre domande!
Ma la domanda più importante rimane irrisolta: Dov’è Black??

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