MAKORN CHEN – CAPITOLO 10

Perdente

Makorn Chen era furioso. Uscì dalla biblioteca, ignorando ciò che la manager e Chilli avrebbero fatto dopo, e lasciò che Kriangkrai mandasse tutti gli ospiti fuori di casa. In quel momento, era interessato solo al giovane sulla sua spalla. Stava piovendo ma questa persona si era comunque intrufolata nella villa per vederlo. Era un ragazzo così dispettoso!

«Hia…»

«Smettila di parlare!»

La sua voce secca urlò forte al giovane, facendolo trasalire. Strinse forte i denti prima di rivolgersi alle guardie del corpo in piedi in un angolo della casa.

«Ehi, tu.»

«Sì.»

«Vai a controllare le telecamere a circuito chiuso e fammi rapporto.»

«Sì, signore!»

«Hia… Ho solo…»

«Ho detto di smetterla di parlare!»

Era bagnato come un cucciolo caduto in acqua eppure era ancora testardo! Makorn Chen salì velocemente al piano superiore della casa. Le guardie del corpo e le cameriere subito si fecero da parte. Raggiunse la stanza più interna di un’ala dell’edificio e mise il Cerbiatto nella vasca idromassaggio. Le sue grosse mani afferrarono il doccino e spruzzò l’acqua calda sul giovane ribelle.

«Hia…»

«Ragazzaccio!»

Toccò i capelli sporchi del giovane, cercando di lavarli, ma il ragazzo nella vasca da bagno non riusciva a smettere di muoversi. Non ebbe altra scelta che alzare le maniche della camicia ed entrare nella vasca anche lui, ignorando che i suoi pantaloni si stavano bagnando. Spinse il cerbiatto in modo che la sua schiena fosse vicino al bordo della vasca, togliendogli la possibilità di scappare.

«Hia… Che stai facendo?»

«Il tuo corpo è così incasinato, cosa pensi che farò?! Sei andato a scavare nel terreno?!»

Quel ragazzo al momento era come Lan Lan quando l’aveva portato a casa! Era tutto sporco! Inoltre, c’erano ancora i segni rossi sul suo corpo, se fosse stato suo figlio, lo avrebbe colpito per sbarazzarsi della sua disubbidienza!

Nathee Kosolyuparet era seduto nella vasca da bagno e appoggiava il mento su entrambe le ginocchia, lasciando che Makorn Chen continuasse a lavargli i capelli. Sentì il rumore di denti che erano serrati l’uno contro l’altro… Quell’uomo era arrabbiato. Quando era stato beccato, aveva pensato che sarebbe stato buttato fuori dall’edificio, e dopo che Makorn  aveva ordinato a qualcuno di “mandare fuori gli ospiti”, si era persino sentito un po’ nervoso perché pensava si trattasse semplicemente di lui. Eppure era ancora lì, seduto in quel bagno, con Makorn Chen che gli lavava i capelli.

Gli occhi dell’uomo erano ancora rossi per il nervosismo misto a rabbia. E anche se era feroce, il tocco di entrambe le sue mani era gentile. Nathee sentì un leggero calore su entrambe le guance, arrossendo per il profumo dello shampoo di Makorn Chen che ricordava dal giorno in cui si era finalmente avvicinato.

Nathee fece un respiro profondo e raccolse tutte le sue forze per guardare il viso di Makorn… i suoi occhi sembravano ancora audaci, le sue sopracciglia erano ancora corrugate, inoltre stringeva forte le labbra. In quel minuscolo spazio che li separava, l’azione si interruppe improvvisamente quando i loro occhi si incontrarono.

«Hia…»

«Fai un bagno, poi cambiati.»

Voleva trattenere quell’uomo, ma sembrava una tale assurdità. Tutto quello che poteva fare era guardarlo mentre usciva rapidamente dalla stanza. Nathee si morse il labbro, si sentiva così inutile. Poi strinse i pugni insieme. Qualunque cosa avesse dovuto fare, doveva parlargli quel giorno stesso!

*********

Poiché non c’erano vestiti con cui si potesse cambiare e quelli vecchi erano già in disordine, Nathee poteva solo prendere un ampio accappatoio e indossarlo. Si passò i capelli bagnati dietro l’orecchio per poi camminare lentamente per aprire la porta e dare un’occhiata fuori prima di rimanere scioccato quando la porta fu completamente aperta.

«Cosa fai?»

Le sue guance rosee divennero immediatamente rosse mentre abbassava velocemente lo sguardo… Makorn Chen era in topless, indossava solo dei pantaloni scuri. Il tatuaggio del drago cinese sul suo petto attraversava le sue spalle larghe fino alla sua forte schiena.

«Io…»

«Vai a vestirti e asciugati i capelli. La cabina armadio è da quella parte.»

Annuì in fretta e corse immediatamente a cambiarsi. Il suo cuore batteva così forte che aveva paura che l’uomo potesse sentirlo. Non riusciva a credere di trovarsi nella stanza di Makorn Chen. A differenza della sua cabina armadio, quella dell’uomo più grande era piena di abiti scuri. I suoi begli occhi videro dei vestiti bianchi ordinatamente piegati posati sul tavolo di vetro al centro della stanza. Senza che nessuno glielo dicesse, sapeva che erano stati preparati per lui.

Inaspettatamente, era un pigiama che gli entrava perfettamente. Maglia a maniche corte con righe e pantaloncini della stessa fantasia. Il tessuto era morbido e confortevole, e c’era anche una nuova biancheria intima da uomo per lui. Dopo averlo indossato, si fermò davanti allo specchio per controllarsi. C’era un puntino sul taschino della camicia che indicava che non era nuovo… Perché quell’uomo aveva quei vestiti in casa? Non erano della sua taglia. 

«Perché non ti asciughi i capelli?»

La voce dell’uomo fece trasalire Nathee. Si voltò a guardare il proprietario della voce che era appoggiato allo stipite della porta. Quest’uomo era tutto bagnato di gocce d’acqua… con solo un asciugamano legato alla vita.

«… Lo farò adesso.»

Le sue mani sottili tremavano per il nervosismo. Afferrò immediatamente l’asciugacapelli sul tavolo e si asciugò la testa bagnata. Anche se l’uomo non diceva nulla, il riflesso nello specchio lo mostrava ancora mentre camminava per prendere i suoi vestiti puliti… Maglietta nera, pantaloni neri e biancheria intima nera.

Stare insieme in una stanza angusta con Makorn Chen rendeva il respiro di Nathee difficile, nervoso e imbarazzato. Dedicò tutta la sua attenzione ad asciugarsi i capelli finché non sentì il calore di un’altra persona in piedi dietro di lui.

«Se lo fai in questo modo, quando si asciugheranno? Usa una modalità un po’ più forte.» L’asciugacapelli gli fu tolto di mano. L’attrito sul suo palmo lo fece emettere un lieve gemito di dolore prima che la sua mano fosse tirata su dall’uomo alto per guardarlo.

«Sei ferito?»

«Sì?… S…sto bene.»

Il suono dei denti serrati fu forte e chiaro prima che l’asciugacapelli venisse messo sul tavolo da quell’uomo. Prima di poter dire qualcosa di più, Nathee fu di nuovo preso in braccio. Dopotutto, ogni volta che incontrava quell’uomo, veniva preso in braccio e non diceva mai una parola.

«Hia…»

Quando l’uomo lo fissò, ebbe paura, quindi gli permise di continuare a fare quello che voleva. Nathee non era bravo a parlare. Prima che potesse dire qualcosa, rimase a lungo sbalordito. Era molto seccato che fosse così ma era anche a causa di quell’uomo che lo rendeva nervoso.

Makorn Chen adagiò delicatamente Nathee sul letto. Tirò fuori il kit di pronto soccorso, poi tornò dal suo cerbiatto disubbidiente, diede un’occhiata alla ferita sul suo palmo e alzò lo sguardo verso il suo braccio che aveva ancora diversi segni rossi. Quelle ferite non facevano molto male e, fortunatamente, i suoi subordinati non avevano agito in modo così violento quando avevano cercato di portargli Nathee. Normalmente, quando c’era un ospite non invitato che cercava di invadere la villa della famiglia Chen, veniva picchiato e mandato all’ospedale o alla stazione di polizia. Poteva dire che questa volta i suoi uomini erano andati molto leggeri con Nathee, probabilmente si chiedevano perché quel ragazzo avesse osato irrompere nell’area della villa, ma quell’azione aveva comunque lasciato dei lividi su quella pelle liscia. Questo piccolo cervo aveva una pelle sensibile. Una volta Makorn gli aveva afferrato il polso, anche se non aveva esercitato molta forza, quella zona era diventata comunque rosa.

La sua mano si staccò dal braccio sottile del giovane prima di girarsi per afferrare la caviglia bianca. Il giovane si allontanò in fretta finché la sua schiena non si attaccò immediatamente alla testata del letto. L’espressione di panico del giovane fece uscire un sorriso dall’angolo della bocca dell’uomo prima che scomparisse in una frazione di secondo.

Si avvicinò intensamente, tenendo entrambe le gambe del giovane in grembo, guardando i lividi sulla bella pelle bianca… Nathee Kosolyuparet era una bambola di porcellana finemente realizzata dagli dei. Aveva la pelle bianca e liscia su tutto il corpo. Trascinò le dita lungo il livido sul polpaccio del giovane prima di atterrare sulla sua bella caviglia… Anche la forma dei piedi sembrava così sottile e bianca che si potevano vedere delle deboli vene.

«I miei piedi sono sporchi.»

Un lieve sussurro lo fece voltare a guardare il bel viso. I capelli ancora umidi erano adiacenti alle piccole orecchie, mostrando le guance lisce e rosee. Gli occhi del giovane lampeggiavano di panico, facendolo sembrare pietoso. Il giovane strinse forte le labbra prima di voltarsi da un’altra parte… Nathee Kosolyuparet era bellissimo dalla testa ai piedi.

«Fatti medicare e ti farò accompagnare a casa da qualcuno.»

«Hia…»

«Il mio nome è Makorn, non Hia.»

«Ma mi hai detto di chiamarti…»

Era testardo anche se non osava guardarlo. Voleva davvero stringere quella pelle bianca per impedire al giovane di essere dispettoso. Non riusciva a credere che quel ragazzo avesse persino osato invadere la sua casa!

«L’ho detto a Prik, non a te.» 

«Ma… ma io sono Prik…»

«Ricordo di non aver mai conosciuto il figlio più piccolo dei Kosalyuparet prima d’ora.»

Le sue grosse mani erano impegnate a spalmare l’unguento lungo la morbida pelle. Quando tirò la mano dell’altra parte per applicarlo anche su quella zona, il ragazzo la tirò via finché non dovette alzare lo sguardo. Non si sarebbe mai aspettato che il cerbiatto disubbidiente si mettesse a piangere… I suoi bei occhi erano arrossati, le sue lunghe ciglia erano umide di lacrime, la punta del suo piccolo naso era rossa, la sua bocca era strettamente contratta perché non permetteva a nessuno di sentire il suo pianto.

Quei sentimenti spigolosi che erano stati costruiti per un po’ di tempo erano appena svaniti. Makorn sospirò per il rimpianto dopo aver ripensato a ciò che aveva detto prima per la rabbia. Originariamente, la famiglia Chen era un gruppo cinese arrivato in Thailandia via nave. Per lo più parlavano ad alta voce, così come i suoi nonni. Anche ora che erano titolari di un business così grande, parlavano ancora così, era diventato uno dei loro modi di vivere. Quella frase che aveva appena detto, se fosse stato Yi a sentirlo, quel ragazzo avrebbe già ribattuto. Ma quel signorino della famiglia Kosalyuparet… era imbronciato.

Non poteva permettere che fosse così, altrimenti sarebbe stato viziato. Come aveva visto in passato, poteva dire che quel giovane era così coraggioso che aveva persino dato un milione di baht a qualcuno solo per vederlo, e si era intrufolato nella sua villa come un ladro. Così coraggioso in confronto a questa piccola figura! 

«Perché piangi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»

Tirò di nuovo la mano dell’altro per pulire la ferita e applicò la medicina e il cerotto. Fingeva di non interessarsi all’altro che cercava di allontanare la sua mano… Come poteva una tale forza riuscire a sconfiggerlo?

«Ma Hia sa che sono io.»

«Ho detto che mi chiamo Makorn!»

«Per me sei già Hia!»

I suoi occhi si illuminarono quando la delicata bambola di porcellana lo stava affrontando. I suoi bellissimi occhi lo fissavano anche se fossero ancora bagnati di lacrime. Le guance e il naso del giovane erano arrossate… Quell’espressione arrogante era come Nong Prik che gli aveva fatto perdere la testa. Era stato cauto nel non avere una relazione con un bambino molto più giovane di lui. Non voleva essere il ricordo di qualcuno fino all’ultimo istante di vita. Ma quel ragazzo disubbidiente aveva infranto le sue intenzioni.

«Solo una notte…»

«È stata solo una notte per te, Hia… Ma per me, non lo è… Non parlarmi così… Sei così cattivo.»

Le piccole mani del giovane strinsero forte la sua maglietta e le sue spalle tremarono finché Makorn quasi non volle stringerlo in un abbraccio. Ma non poteva! Nathee non sapeva nemmeno cosa stava facendo di sbagliato! Le persone più probabilmente coinvolte, come Ten Kijjadamrongkul o Chilli, non avevano avuto l’intenzione di fermarlo. Se i suoi subordinati li avessero catturati dal primo giorno in cui erano fuggiti, o se non fosse stato abbastanza calmo da seguire la storia, probabilmente avrebbe fatto qualcosa di così violento che il piccolo cerbiatto non sarebbe stato seduto lì a piangere!

«Chi è che è cattivo? Sono stato ingannato da voi ragazzi, no? Non sei stato tu a dare un milione di baht a qualcun altro per avvicinarti a me? Sei così ricco, vero?»

«Io…io non avevo cattive intenzioni…»

«Allora perché qualcuno con buone intenzioni avrebbe dovuto farlo?»

Makorn sapeva che sarebbe stato debole, non ce l’avrebbe fatta a sgridare ancora il giovane. Tutto quello che poteva fare era sospirare pesantemente. Gli occhi tristi del cerbiatto lo stavano trafiggendo ferocemente. I suoi desideri stavano cercando di superare la ragione e la validità.

«Io.., semplicemente ti amo, Hia.»

La confessione d’amore del giovane fece stringere forte le labbra a Makorn Chen. Il piccolo cervo, che aveva discusso coraggiosamente con lui, ora si mosse per abbracciarsi le ginocchia e pianse fino a tremare. La persona che era già piccola lo sembrava ancora di più. Anche se Makorn non aveva fatto niente di male se non parlare in modo rude. Rispetto alle sue settimane di frustrazione, sentiva che non stava facendo niente di male. Ma adesso si sentiva così in colpa che cominciava ad irritarsi!

«Ti farò accompagnare a casa da qualcuno.»

L’uomo alto si alzò perché voleva andarsene da lì. Riguardo all’amore, avrebbe dovuto metterlo da parte. Nathee aveva vent’anni meno di lui, niente tra loro era possibile. Non c’era modo che potesse stare insieme al figlio più giovane della famiglia Kosolyuparet… Stare insieme?

Il pensiero di stare insieme al cerbiatto innervosiva Makorn Chen. Alzò la mano sopra la testa per ordinare al suo cervello di smettere di pensare a quelle cose. Aveva paura… paura di rubare per sé il figlio dell’ex ministro. Fece un passo verso la porta, ma prima ancora che potesse muoversi, il ragazzo lo abbracciò forte da dietro.

«Hia… Mi dispiace… Per favore, non odiarmi.»

«Lasciami andare.»

«No.»

«Nathee…»

Makorn lo rimproverò, ma il giovane lo abbracciò ancora più forte. Se avesse dovuto scrollarsi di dosso il giovane, non sarebbe stato in grado di farlo… Makorn Chen stava per perdere.

«Non ti lascerò andare, Hia… Io…  Ti amo davvero, ti amo da molto tempo. Hia… Ho solo paura… Ho paura che Hia mi odi… Volevo solo stare con te solo una notte, non avevo bisogno di nient’altro, ho cercato di dimenticarti… ma sei venuto a casa mia… Non voglio che tu mi odi… .»

Nathee Kosolyuparet abbracciò forte Makom Chen e si rifiutò di lasciarlo andare. Aveva paura che se avesse lasciato che quell’uomo lo rimandasse a casa, non avrebbe avuto la possibilità di tornare. Era come l’ultima goccia che avrebbe dovuto afferrare. Aveva cercato di spiegare che non intendeva ingannare quest’uomo mentre piangeva. Aveva paura che l’uomo pensasse che aveva cattive intenzioni… Ma non l’aveva mai pensato.

Solo per amore… solo questa parola.

«Non verrò più a trovarti, ti prometto di non creare problemi e non ti farò più stare male. Sparirò dalla tua vita, anche se vieni a casa mia, mi nasconderò nella stanza. Potrei andare a studiare all’estero… ma ti prego… perdonami.»

I suoi bellissimi occhi piansero finché non riuscì a vedere nulla, tutto era sfocato dalle lacrime. Il suo cuore provò un dolore mortale. Più l’uomo si muoveva, più lo stringeva forte. Alla fine, dovette lasciarlo andare perché l’uomo era molto più forte di lui. La mano del giovane riuscì solo ad afferrare l’orlo della camicia dell’uomo. Strinse il pugno finché non vide una nocca pallida.

«Hai intenzione di uccidermi?»

«Non volevo ucciderti… Non è così.»

Perché quell’uomo la pensava così? Più Nathee ascoltava, più non capiva. Si sentiva così in colpa e così male che iniziò a odiarsi per aver fatto qualcosa di sconsiderato. Era passato da estraneo a qualcuno che Makorn odiava.

«Cattivo ragazzo.»

Il giovane sentì come dei polpastrelli caldi che toccavano una delle sue guance coperte di lacrime. Si aggrappò rapidamente al polso forte, senza lasciarlo andare. Cercò di spiegare, ma tutte le parole furono inghiottite quando quelle punte delle dita si spostarono dalla sua guancia alle sue labbra.

«Ragazzo ribelle.»

Nathee fu spinto sul letto come se fosse una bambola. La sua schiena toccò il piumino di alta qualità. Era come se fosse abbracciato dal profumo di Makorn Chen e poteva sentire di avere alcune difficoltà respiratorie. La visione sfocata del soffitto beige sfumato era bloccata da un corpo maschile. Poteva sentire il suono dei denti che venivano digrignati vicino al suo orecchio, respiri caldi sulle sue guance, sostituiti dalla punta del naso dell’uomo. Quel polso a cui era solito aggrapparsi si era allontanato, trasformandosi in due mani che afferrarono entrambi i fragili polsi di Nathee e spinsero entrambe le sue mani sopra la sua testa, contro il letto. Le loro mani erano giunte insieme. Nathee si sentiva un po’ stordito per tutta quell’intimità che non capiva.

La voce dell’uomo più alto era così dolce che era quasi impercettibile, come se fosse il suono di una goccia di rugiada che cade sull’erba, partendo dalla sua fronte… palpebre… la punta del naso… e…

«…Non mi piacciono i ragazzini cattivi.»

Ma tutti quei baci… erano dovuti all’odio?

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Kira

Non possiamo sempre finire su più bello… Il pio povero cuore non può farcela.
Grazie per la traduzione.

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