KINNPORSCHE – CAPITOLO 38

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-Porsche-

«Andare al tempio a fare merito e fare del bene non calma affatto la tua mente, giusto?» Arm allontanò il braccio dalla presa di Pete.

Nel pomeriggio, eravamo andati a onorare la statua del Buddha, per dare un’offerta ed esorcizzare la sfortuna di Pete, ma il suo comportamento era rimasto esattamente come prima.

Sembrava spaventato ma non sapevo perché. C’era stato un momento in cui Pete aveva chiesto di andare in bagno dopo che avevamo finito di dare da mangiare ai pesci e quando era tornato sembrava terrorizzato come se avesse appena visto un fantasma. 

L’abate gli chiese di fare un giro del tempio, dopo averlo fatto, qualsiasi domanda gli venisse fatta, non otteneva risposta, temevo che il trauma fosse così grave che non riuscivo nemmeno a immaginarlo.

Vegas, cosa hai fatto al mio amico!?

«Andiamo al club di Jade, oggi è aperto solo per noi, ragazzi siete liberi di ordinare quello che volete! E tu cosa vuoi Pete? Dimmelo e basta..»  Khun nel frattempo ci indicò e mise un braccio intorno al collo di Pete e si tirò su per abbracciarlo.

Nel club di Jade sembrava esserci ancora gente «Guarda Khun!» Kim indicò il locale che sembrava essere aperto come al solito.

«Dove?» Khun guardò la mano di Kim che indicava il club, 

«Hah! Caccia via tutti!» Khun era così arrabbiato che la sua faccia tremò e urlò ad alta voce così da farsi notare dalle persone intorno a lui.

«Khun, non è necessario svuotare il Club, possiamo bere qui come al solito!.» Kinn scosse la testa verso il pazzo idiota.

«Porsche! Ti avevo detto di chiamare e far svuotare il locale!» Urlò Khun, prendendosela con me. Mi guardò come se avessi ucciso Khun Korn, ed era molto fastidioso. 

Perché Khun è arrabbiato? 

Già dover indossare la maglietta a tema che Khun ci aveva costretto a portare quel giorno era stato abbastanza imbarazzante.

«Avevo già chiamato, non urlarmi in faccia, altrimenti uno dei miei piedi ti arriverà dritto sul muso!» Gli allontanai la mano e cercai di nascondermi dietro la schiena di Kinn per nascondermi da lui.

Quel bastardo aveva ordinato a tutti di indossare gli stessi vestiti dello stesso colore per ottenere una grazia per Pete. 

Chi al mondo poteva mettersi contro questo bastardo? 

Avevamo dovuto indossare abiti arancioni come le vesti dei monaci, Khun aveva detto che era per rafforzare la fede e diventare santi in modo da aiutare a dissipare il male per Pete. 

Maledetto dittatore!

«Pol! Dì a Jade di cacciare tutti dal club!»

Dannazione.. invece di comportarsi bene, Khun batteva i piedi avanti e indietro in modo seccato. Se avesse potuto sdraiarsi a terra e rotolarsi sul pavimento, probabilmente lo avrebbe fatto!

«Oh…cosa hai intenzione di fare? Se volevi una festa privata, perché non l’hai fatta a casa? Imbecille!» Kim appoggiò il dito sulla fronte di Khun e poi lo sbatté così forte che il viso di Khun fu quasi spinto all’indietro.

«Bastardo, Kim! Sono ferito! Guarda, ti denuncerò per avermi fatto male!» Khun si avventò su Kim che aveva le braccia incrociate, ma Kinn si intromise nel bel mezzo della lotta tra i due fratelli.

«Basta così! Se non vuoi entrare, è meglio che torni indietro.» Le parole di Kinn fermarono l’imbarazzante litigio di Khun. Kim invece, aveva ancora le braccia intorno al collo del bastardo che non aveva espressioni.

«Sì, ho capito, ma tu non puoi entrare perché se questo locale è aperto al pubblico non possono entrare i ragazzi sotto i diciotto anni, Chè, sali sul taxi.» Il bastardo afferrò il braccio di Kim e lo spinse accanto a Ché.

«No, Porsche mi ha detto che mi avrebbe dato il permesso di bere alcolici!» gridò Ché.

«Chi ti ha dato il permesso?» dissi con voce cupa e lo guardai con occhi feroci.

«Porsche, P’Khun mi ha dato il permesso di bere e quindi resto!» Ché si stava comportando in modo testardo e si lanciò contro Khun.

«Non puoi ancora bere.»

«C’è Kim che si prende cura di me.» disse Chè voltandosi verso Kim.

Accidenti, sto per impazzire!

Eravamo in piedi davanti al locale, con indosso abiti arancioni, come un mucchio di carote che combattevano. 

Accidenti, ero imbarazzato e mi vergognavo ed era tutto a causa di quel pazzo bastardo!

«Dovresti andare a casa, ma non ti lascerò andare da solo, non ci si può fidare di persone come te.» Dissi non appena Ché smise di parlare, mio fratello sembrava davvero arrabbiato.

«Oh, allora, andiamo via insieme, voglio andarmene anch’io da qui.» Disse Kim altrettanto infastidito.

Accettai di buon grado, visto che anch’io ero molto imbarazzato dal fatto che il nostro gruppo fosse in piedi davanti all’ingresso del locale, mentre venivamo squadrati dai passanti. Quella maglietta arancione non era così strana in realtà, stavo indossando solo una maglietta e dei jeans, jeans normali, che non spiccavano affatto, ma la cosa strana era che l’intero gruppo indossava lo stesso vestiario e questo ci faceva sembrare ridicoli.

«Non voglio tornare a casa! Voglio dell’alcol, festeggerò il ritorno di Pete.» gridò senza vergogna il bastardo. 

I tre fratelli, insieme a Chè, si alzarono e discussero uno dopo l’altro, per quanto riguardava le persone dietro di me, Arm e Pete si scambiarono una risatina senza preoccuparsi della situazione per un po’.

«Cosa fai?»

«Te l’avevo detto che non volevo uscire.»

«Vuoi offendere Khun?»

«Voglio andare a casa.»

«Fermati. Aspetta, non abbandonarmi, Io e te siamo colleghi.» Arm cercò di fermare Pete.

Aveva paura dei luoghi chiusi e bui, i suoi occhi guardavano a destra e a sinistra e tremolarono come se stesse chiedendo l’elemosina. 

Pete sembrava davvero bello come un vero leader, da quando Khun e gli altri erano stati lasciati da lui, tutti sembravano deboli e questo gli aveva fatto sentire la voglia di proteggerli, la sua aura da capo delle guardie era rinata in lui, lo vidi come qualcosa di divertente.

«Ahi! Lasciami il braccio!» Arm teneva ancora Pete, quindi lo lasciò andare, Pete perse l’equilibrio finché non inciampò e andò a sbattere contro qualcuno.

«Oh mi dispiace.» Pete si scusò subito e io cercai di aiutare la persona con cui si era scontrato.

«Ehi!… Oh. Pete, Kinn, Ciao!»

Tutti gli sguardi erano sulla persona che Pete aveva appena colpito. I fratelli che stavano litigando tra loro, interruppero le loro azioni in un istante.

«Oh…Ciao Macau.» Il figlio più giovane della seconda famiglia era apparso davanti a me.

Pete rimase immobile, il suo viso era scioccato come se avesse visto un fantasma prima di afferrare in fretta il mio braccio e tenerlo stretto.

É solo Macao, perché Pete è così spaventato? 

Il ragazzo si riprese dal colpo. 

Perché sei perseguitato da questa seconda famiglia, Pete?

«Stavo passeggiando.» Macau scelse di salutare e guardò semplicemente Kinn comportandosi come se Khun e Kim non fossero lì.

«Hmm… vuoi unirti a noi?» disse Kinn con un atteggiamento normale, ma il viso di Macau sembrava preoccupato e appariva stanco, la sua maglietta era piena di sudore, non sembrava fosse fuori a fare una passeggiata, o aveva ballato fino ad essere stanco?

«No, P’Kinn, mio fratello è fuori da mezzogiorno, l’ultima segnalazione del GPS diceva che era qui intorno. Quindi lo sto seguendo frettolosamente.» Mi voltai velocemente a guardare Pete, era come se stesse cercando di nascondersi dalle guardie del corpo di Macau, prima di sospirare lentamente e di abbassare la testa.

«Vegas è scomparso? Era fuori a fare una passeggiata?»

«No, P’ Kinn, Vegas è scivolato ed è caduto a terra ieri sera, è scappato dall’ospedale, non so dove cercarlo.» disse Macao in tono teso, i suoi occhi erano spenti con una faccia preoccupata.

«Sta bene, Vegas?» Chiese Kinn, Macau guardò in silenzio Pete che ora aveva la stessa faccia stressata.

«Il dottore gli ha detto di riposare per tenerlo in osservazione ulteriormente, ma Vegas è scappato.»

«Davvero?»

«Kim! È un bar o cosa? Perché si sentono le voci ma non c’è nessuno?» disse Khun mentre trascinava Kim e l’abbracciava come un cane. Sentii che Khun stava ancora discutendo e lo avrebbe fatto sicuramente fino alla morte.

«Fai come ti pare!» Kim cercò di calmarsi per fare pace con il fratello, proprio come prima.

«Davanti a te ora c’è un genio. Devi lanciare un incantesimo!»

«Ciao, P’Khun, P’Kim… guardandovi da lontano pensavo foste monaci. Eh, ma no… come può un peccatore come te diventare monaco? Da lontano pensavo di vedere dei grumi di sporcizia.» Macau sorrise, la sua faccia fissava Khun. Non si sbagliava.

«Macau bastardo!» Khun stava per correre verso Macao, ma Pete e io gli tenemmo la mano.

«Rilassati.» dissi stancamente.

«P’Khun, cosa stai dicendo? Non è il decimo mese per fare del bene? In realtà è come essere in un ciclo karmico elevato. Qualunque cosa tu dica, ti tornerà indietro.» Macau avvicinò il viso a Khun che fece un’espressione confusa alle sue parole.

«Prova ad alzare una mano e poi, alzale entrambe. Dopodiché, saluta.» Khun continuò a seguirlo. Io, Kim e Kinn sorridemmo e ci dispiacque per Khun che non si era reso conto di essere stato ingannato dal ragazzo.

«Non è vero? Questo è davvero pazzesco. Farei meglio a trovare Vegas, perché qui ci sono solo gli spiriti!» Macao disse la frase trascinando le parole e oltrepassò Khun.

«Hrnmm Macao, mi hai preso in giro!» Pete ed io fermammo in fretta Khun.

«Basta, non ti vergogni di loro?»

«Perché essere timido? Le persone come me non hanno vergogna! Macao, dove stai andando? Eh?» Khun si liberò dalla nostra presa e lo seguì, le persone come lui erano troppo stupide.

«Non puoi entrare in questo club.» Khun scrollò le spalle di Macao che stava camminando verso il club di Jade, e si voltò a guardare nella stessa direzione.

«C’è un segnale di divieto di accesso qui?»

Diavolo, se non vuoi che vada dentro, dovresti almeno evitare di scontrarti con dei pazzi.

«Cosa succede?» La voce di Che Jade risuonò dall’interno del club prima che apparisse un corpo gigantesco.

«Oggi avevo detto di chiudere il locale al pubblico, perché fate ancora entrare le persone? Eh!!» Quando Khun vide Che Jade, le urlò immediatamente.

«Beh… All’inizio pensavo saresti venuto qui a tarda notte, quindi ho fatto entrare i clienti che venivano prima.» Che Jade sorrise leggermente e si voltò per guardarmi e chiedere aiuto.

«Mandate fuori tutti e non fate entrare questo diavolo!! Da bambini, cosa vi dava da mangiare vostro padre! Perché il vostro corpo è piccolo come quello di un pollo?»

«Che diritto hai P’Khun? Vado a cercare mio fratello!!»

Quando finirà questo battibecco? Non lascerò che questa sceneggiata continui fino alla prossima generazione, se diventerò l’erede, fermerò tutto questo.

«Allora comprerò questo club. Quanto costerà? Pete, pensa a tutto. Comprerò questo club.» Disse Khun.

«Kim, per favore non farlo!» Ché gli tirò la maglietta, mentre Kim stava per farsi avanti.

Kim scosse la testa, poi si fece da parte e si allontanò leggermente da Khun.

«Ragazzino! Perché sei così Kim? Kinn, se ti ci metti anche te, prendo Porsche e suo fratello!»

«Eh, non ti fermerò. Vediamo se riesci a gestire Porsche.» Kinn si nascose dietro di me e mi spinse verso Khun.

«Ma che?» Mi voltai a guardare Kinn che mi sorrideva con aria maliziosa.

«Pagherò dieci milioni di baht! Porta rapidamente l’atto di proprietà!» 

«Khun, si calmi, possiamo parlarne con calma?! Se vendo questo club, come farò a guadagnarmi da vivere? Porsche, puoi fermarlo?» Che Jade si voltò verso Khun e fece segno di avvicinarmi.

«Basta bastardo!! Vado a sgomberare il club. E tu, Khun!! Se ancora non la smetti con questa tua follia, ti prendo a calci!» Indicai la faccia di Khun e lo minacciai. 

Mentre lui si coprì la bocca, seccato.

«E tu, puoi andare in giro e dare un’occhiata qui intorno. Ma sei troppo giovane per entrare.» disse Kinn rivolgendosi a Macao, che rispose annuendo.

«Anche lui è un ragazzino.» disse Kim indicando Chè.

Mi voltai a guardare Kim non appena finì la frase il quale si coprì subito la bocca e finse di schiaffeggiarsi, accidentalmente sopraffatto da qualcosa che non avrebbe dovuto dire.

«Dannazione, è mio fratello. Posso prendermi cura di lui!» Alzai la voce e tirai mio fratello tra le mie braccia.

«So che puoi farlo.» disse Kinn a bassa voce, mentre aspettava che Che Jade se ne andasse. 

Stavo aspettando davanti al locale, era come se stessi portando il peso delle tre persone che mi circondavano; la mia mano destra era avvolta intorno al collo di Chè, Pete che stringeva forte la sua mano sinistra, mentre Kinn, mi abbracciava il collo da dietro. 

Alla fine, eravamo affezionati l’uno all’altro, sembravo sfinito ma mi sentivo sexy!!

«Pensi che sia lì dentro?» mi sussurrò Pete.

«Cosa hai intenzione di fare? Cosa vuoi che faccia? Lo schiaffeggerò per te.» Onestamente l’avremmo potuto battere visto che eravamo in molti.

«Non voglio vedere la sua faccia.» Disse Pete a bassa voce, lo guardai per un momento e parlai con decisione.

«Lo odi così tanto?»

«Mm…» Pete rimase in silenzio per un po’ prima di parlare a bassa voce. «Non lo so, non riesco a ragionare.»

«…»

«Possiamo entrare adesso? Voglio dell’alcol.» Pete cambiò improvvisamente atteggiamento, sbattei le palpebre, sorpreso.

«Eh, che ti succede? Solo un momento fa volevi andare a casa.»

«Voglio ubriacarmi!! Non bevo da quasi un mese. Mi sento morire!!» Pete aveva improvvisamente cambiato atteggiamento, in quel momento, sembrava che volesse liberarsi della pressione accumulata da molto tempo.

Che Jade non impiegò molto a mandare via i suoi clienti e svuotando il club assecondando il desiderio di Khun. Entrammo con fare sicuro e chiedemmo a Che Jade di preparare un grande schermo e un sistema audio perché Khun aveva detto che voleva cantare al karaoke fino a quando non fosse stato soddisfatto, Pete sarebbe stato il primo a usare il microfono, dopo, Khun non avrebbe più concesso il microfono a nessuno.

~ Ricordi di ieri, sull’amore che hai lasciato… Ti chiedo perché dovrei?

~ Quello che voglio sapere, di cui non vuoi parlare….

~ Più è profondo il livido, più ricordo, più fa male.

~ Il dolore che fino ad ora non è andato via.

~ Sai quanto tempo ci vuole per dimenticarti? 

Canzone dopo Canzone, continuò a cantare senza lasciare mai il microfono nemmeno per un secondo, facendo sì che le persone sedute al tavolo alzassero il bicchiere e sorseggiassero i drink più e più volte, vidi Khun scegliere una canzone divertente.

Ma diede a Pete l’onore di cantare per primo, quando bevve e prese il microfono, l’atmosfera intorno a lui divenne immediatamente tranquilla e iniziò a cantare di nuovo; era così straziante e pieno di tristezza che mi veniva da piangere, in quel momento vidi la reazione a quello che aveva passato nella seconda famiglia.

Pensai che la relazione tra Pete e Vegas fosse insolita.

«Batti le mani, batti le mani…» Khun sedeva con impazienza mentre preparava la musica country che voleva suonare, poi fece un veloce applauso a Pete quando finì.

Dopodiché i suoi occhi brillarono perché la canzone successiva era quella che aveva scelto lui.

«Ho scelto una canzone da ballare per scuotere i nostri corpi.» Khun tolse rapidamente il microfono dalla mano di Pete e fece un cenno con la testa per fare segno ad Arm di far partire la canzone, ma prima che la canzone potesse iniziare…

«Posso cantare un’altra canzone?» Pete riprese il microfono dalla mano di Khun.

«Oh mio Dio non voglio più ascoltare le tue canzoni. È solo una canzone triste e ho pianto abbastanza ieri. Sono già troppo depresso!»

Quanto a Khun, aveva lasciato cantare Pete fin dall’inizio ma il problema era che ora stava diventando impaziente, avevo visto le sue gambe muoversi tante volte, probabilmente voleva solo alzarsi e ballare senza fermarsi mai.

«Hai già avuto dieci canzoni. Ora tocca a m…» Khun sbadigliò.

Mi faceva pena, perché avrebbe voluto ballare fino alla morte, ma uno come Khun, non ascoltava nessuno e strappò il microfono da Pete, anche se quest’ultimo cercò di trattenerlo, non ci riuscì.

«Ok. Il tuo tempo è scaduto. Ora tocca a me!» Khun stava in piedi con fare autoritario, quindi ordinò ad Arm si scegliere la musica che gli piaceva. Quanto a Pete, alzò un bicchiere di liquore per riempirsi la gola.

«Kinn, non pensi che Pete sia strano?» Mi rivolsi a Kinn.

«….»

«Sto chiedendo seriamente.» Guardai Kinn incredulo, mentre lui continuava segretamente a fissare Pete di tanto in tanto, con lo stesso mio sospetto.

«Mmh, Stupido! Ho sentito che hai parlato con Pete. Dovresti saperlo meglio di me, avrei dovuto chiederti di controllarlo.»

«La pensi come la penso io?» borbottai.

«Se così fosse?» Kinn mise le braccia intorno al mio collo per abbracciarmi leggermente.

«Come gestirai le cose con la seconda famiglia?» Kinn e io non avremmo lasciato cadere la cosa così facilmente, volevo solo sapere cosa stesse pensando in quel momento.

«In realtà, non vorrei essere così calmo; più vedo le condizioni di Pete ridotto in questo modo…»

«Non ti sembra strano?»

«Beh… un po’ strano lo è.» Disse Kinn, sorridendo debolmente e scuotendo leggermente la testa, nessuno dei due sapeva bene cosa stesse succedendo.

«Quindi, cosa farai?»

«Questa settimana chiamerò e radunerò tutti, ci saranno molte merci che arriveranno nel magazzino, non credo che la seconda famiglia rimarrà inattiva, anche mio padre vuole prenderlo di persona. Inoltre, posso eliminare tutti i traditori.»

«E… se incastrerai la seconda famiglia, cosa farai dopo?» Chiesi, incerto. 

La persona che tradisce la famiglia principale ha un finale, che è la morte, ma in quel caso non ne ero così sicuro.

«Immagino che tu sappia già cosa farà la famiglia principale, in caso contrario, questo sarà un problema in futuro.» Kinn sollevò un bicchiere di liquore e lo bevve.

«Ma quello… Voi ragazzi siete parenti.» Avevo detto che non ero abituato a quel tipo di sistema di regolamento dei conti, loro due erano legati dal sangue, non riuscivo a immaginare come potessero uccidersi a vicenda. Ad esempio, non importa quanto risentimento provassi verso mio zio, non credevo comunque che meritasse di morire.

«Sono così stanco. Se non farò niente, non finirà.» disse Kinn, voltandosi.

«E… Vegas?» chiesi, cercando di abbassare la mia voce in modo che non venisse ascoltata dalle persone intorno, specialmente da Pete.

«Non ne sono sicuro, ma ha fatto molte cose. Non sono riuscito a evitarlo.» Kinn si voltò a guardarmi con calma, in quel momento riuscì solo a sedermi e sospirare mentre guardavo Pete che veniva costretto a bere da Khun.

Pete potrebbe rimanere vedovo. Siete pronti? Prima ancora che possa iniziare qualcosa? Povero Pete che è perso nei suoi sentimenti. Non so proprio cosa fare per lui!

«Che cosa c’è?» Kinn mi mise un braccio intorno alla vita e mi tirò di nuovo verso di lui.

«Eh! Niente…»

«Da ieri sembri stressato, a cosa stavi pensando?» Kinn accarezzò dolcemente i miei fianchi con le dita, prima di avvicinare il suo volto al mio.

«Niente.» Obiettai di nuovo.

«Hmmm… Vuoi qualcosa? Vuoi fare un viaggio? O lo vuoi

Scossi subito la testa, sapevo quanto Kinn mi amasse, non avevo nemmeno notato che stessi mostrando la mia espressione molto preoccupata, ma Kinn poteva vederlo. 

Beh, a parte il problema di Pete che mi affliggeva, al momento stavo cercando una risposta a quello che mi aveva detto mio zio riguardo la foto di mio padre e Khun Korn. 

Non riuscivo a immaginare quale potesse essere il mio rapporto con la famiglia principale. Avrei dovuto chiederlo direttamente a Kinn o forse avrei dovuto trovare la risposta da solo perché dovetti ammettere di non essere sicuro se Kinn mi avrebbe detto la verità sulla questione o meno.

«Haaah…» sentii il lamento di un caro amico che era di fianco a me, sbottò del fatto che io e Kinn fossimo un po’ appartati.

«Che cosa c’é?»

«Voglio avere una ragazza.» Improvvisamente Pete parlò piano, guardando me e Kinn con occhi amareggiati.

«Ah?» Non riuscii a cogliere i sentimenti del mio amico, poi aggrottai le sopracciglia profondamente e chiesi di nuovo: «Che cosa?»

«Voglio avere una ragazza, voglio sposarmi, voglio iniziare una nuova vita.» disse Pete prima di ingurgitare altro alcol.

«Sei ubriaco.» dissi, poi allungai la mano per prendergli il bicchiere.

«Chi si sposa?»

«Pete ha detto che vuole sposarsi.» Kinn indicò Pete che era seduto sul divano.

«Va bene, chiederò una grossa dote. Chi scambierebbe lime con lime kaffir? Chi ha figlie invece di generi?» 

Dannazione Khun, cosa ha detto? Oh.. qualcuno può colpirlo per immobilizzarlo?

«Ehi!! Un uomo che deve dare una dote per vestire sua moglie.» disse Kim, prendendo il microfono dalla mano di Khun.

«Oh? Allora chi è la sposa?»

«Non lo so…» Pete fu subito confuso, vidi che tutto sembrava ridicolo… Come un pazzo e un ubriaco che comunicavano, ascoltarli dava più vertigini che bere alcolici, quindi decisi di andare a fumare fuori per schiarirmi il cervello.

«Vengo anche io.» Non appena mi staccai da Kinn e mi alzai per uscire, la voce di Pete rimbombò, seguito dalla sua mano che prese il mio braccio stringendolo forte, Pete ed io aprimmo la porta sul retro del negozio in un vicolo deserto e sporco. Rimanemmo in disparte, espirando fumo e godendoci la quiete, le mie orecchie erano a riposo dopo che l’urlo di Khun era scomparso.

«Sei ubriaco?» Chiesi a Pete, lui appoggiò la schiena al muro, i suoi occhi erano cupi, senza la minima luce, la faccia che sorrideva sempre ora era piena di preoccupazione.

«Solo un po’ brillo.» Disse, sputando fuori il fumo di sigaretta, restammo zitti, avvolti nel silenzio. Sembrava che avessimo entrambi lasciato le nostre rispettive menti a lavorare l’una sull’altra.

«Pete, riguardo a quello che ti ho detto stamattina. Puoi aiutarmi? A parte P’Chan che sa tutto dell’azienda, potresti trovare qualcun’altro che possa fornirmi informazioni?» Continuai a chiederglielo più e più volte, era come un puzzle difficile, più ci pensavo, più volevo sapere la risposta il prima possibile.

«Cosa hai intenzione di fare esattamente, Porsche?» Pete inarcò un sopracciglio, guardandomi sospettoso.

«Pete, ho grande fiducia in te. Riguardo a questa faccenda, non ne ho parlato nemmeno con Tem.»

«Hmm, non voglio più essere una spia. Non voglio più che il mio corpo soffra.» Pete scherzò.

«Ma in questo caso devi aiutarmi. Sì?»

«Cosa? Hai detto che eri mio amico!» Pete emise un sospiro, prima di borbottare piano. «Perché dovrei?»

«In realtà non so come spiegarlo, ma sto rischiando tutto.» Tirai fuori il portafoglio, presi la foto e la passai a Pete, il quale si accigliò per un momento, poi fece ruotare l’immagine verso la luce fioca accanto all’edificio che poteva illuminarla per avere una visuale migliore.

«E chi è la persona che tiene in braccio questo bambino?»

«Khun Korn. Quando era giovane.»

«Quel bambino sono io.»

«Tu.» Pete spalancò gli occhi e si voltò a guardarmi.

«Eh sì… sono io.» Dissi di nuovo.

«Merda! Non dirmi che sei un altro figlio di Khun Korn? No!!! e tu e Khun Kinn? Siete fratelli?» Pete era molto scioccato e in preda al panico mentre camminava avanti e indietro davanti a me. 

La sua faccia era così contorta e confusa che dovetti scuoterlo con tutte le mie forze per riportarlo alla coscienza.

«Che cazzo dici? I miei genitori sono in piedi accanto a Khun Korn.» Mostrai mia madre e mio padre a Pete che si grattò la testa.

«E cosa ci fa la tua famiglia con Khun Korn?» Pete strizzò gli occhi di nuovo.

«Per questo ti sto chiedendo di aiutarmi! Voglio sapere che rapporti aveva la mia famiglia con la loro.» In realtà, non era solo quella foto a incuriosirmi, ma le parole di mio zio che chiedeva soldi a Khun Korn per tenere la bocca chiusa.

«Perché non chiedi a Khun Kinn?»

«Non sono sicuro che Kinn lo sappia e non sono sicuro che, anche se lo sapesse, mi direbbe tutto. La famiglia principale fa molte cose, l’ultima volta mi ha dato dei soldi per recitare una parte.»

«Penso che dovresti comunque provare a chiedere…» Disse Pete serio.

«Se toccasse a te, lo chiederesti?»

«Almeno puoi sentirlo dalla bocca del signor Kinn, o hai paura di scoprire qualcosa di brutto?»

«Non sono sicuro di Pete, vorrei chiederglielo anch’io, ma se mi raccontasse una bugia? Pensi che Kinn direbbe la verità?» Gettai i mozziconi di sigaretta per terra prima di iniziare a prenderne un’altra.

«Riguardo a questo, non lo so, ma ora… Non ti fidi affatto del signor Kinn, vero?»

Guardai Pete, che continuava a fissarmi. 

Le parole di Pete mi riportarono alla realtà, mi fidavo, ma ero confuso, quella storia era abbastanza difficile da spiegare, sarei dovuto andare a chiedere a suo padre se conosceva i miei genitori? Al momento avevo lasciato la mia casa per andare a vivere da loro, Khun Korn era troppo gentile, sarebbe stato molto strano.

Quindi decisi e raccolsi il coraggio di andare a chiedere spiegazioni a Kinn, lo avrei fatto, ma avrei avuto ancora bisogno di un po’ di tempo.

«Nel frattempo, se ti viene in mente qualcosa o se puoi aiutarmi in qualsiasi cosa, fammi sapere.»

«La maggior parte delle guardie familiari che lavoravano dieci anni fà presso di loro è morta o scomparsa. So solo questo.» Mi voltai velocemente a guardare Pete.

«Come mai?» Mi domandai cosa fosse successo, perché molte guardie del corpo erano morte o scomparse? 

«Non lo so, ma ti ricordi? Chi tradisce la famiglia principale incontra la morte.»

Ero sempre più confuso, mi stava scoppiando la testa al pensiero, cosa voleva intendere mio zio dicendo che sarebbe venuto a raccontarmi quello che la famiglia principale stava facendo e che sarebbe stata una cosa brutta? Quella era una situazione inaspettata e non sapevo se un giorno avrei potuto accettare la verità.

«Pete, devi aiutarmi! Devo scoprire la verità su come è connesso tutto questo.»

«Uhm… Ma… Dovrai aiutarmi anche tu.» Pete disse di nuovo.

«Come?»

«Voglio trovare una ragazza, voglio sposarmi, avere una famiglia e iniziare una nuova vita. Voglio dimenticare le cose brutte della mia vita in questo momento.» Disse Pete con un’espressione seria, guardandomi negli occhi, senza la benché minima traccia di ironia; anche se la frase suonava come se fosse uno scherzo.

«Dove troverai un’amante?»

«Puoi trovarla per me? Sono serio! Voglio ricominciare da capo e dimenticare tutto della mia vita, se vuoi trovare la verità sul tuo passato, devi aiutarmi.» Pete mise una mano sulla mia spalla.

«Davvero?» Chiesi, confuso, perché sembrava così determinato riguardo al suo desiderio di sposarsi.

«Sì!! Devi aiutarmi a cancellare tutto il mio passato. Presentami qualcuno, ok?!»

«Hahaha… Allora, dove potrei trovarne una per te?» Strinsi casualmente la mano a Pete.

«Hai l’opportunità di incontrare più persone di me, anche i tuoi amici del college sono i benvenuti!!»

«Che diavolo?! La mia facoltà è tutta maschile, ma Tem sembra carino. Lo vuoi?» dissi prendendolo in giro, Pete scosse frettolosamente la testa e rifiutò, la sua forza di volontà era così forte adesso.

«Sposerò una donna!! Ricomincerò. Dimenticherò queste sciocchezze!»

«Va bene, sono d’accordo.»

Poi Pete fece oscillare la mia mano, stringendo un altro patto, prima di voltarsi e tornare al club.

Mi alzai e sospirai, pensando che Pete stesse diventando davvero serio, forse voleva cancellare qualcosa nel suo cuore, era molto serio al riguardo e il modo in cui si esprimeva e si comportava, mostrava che la sua volontà era quella di provare sicuramente a sradicare dalla testa le cose che voleva dimenticare, ero convinto comunque che quelle cose avessero a che fare con…Vegas.

Lanciai il mozzicone di sigaretta e lo schiacciai sul pavimento, i miei piedi mi ordinarono di rientrare al club, dato che era passato molto tempo, Kinn probabilmente stava pensando che stessi raccogliendo un albero di tabacco e arrotolandolo io stesso.

Mentre mi allungavo per aprire la porta, i miei occhi si scontrarono con l’immagine di qualcuno dietro un pilastro nascosto non lontano da me. Strinsi gli occhi su di lui perché il vicolo era piuttosto buio con luci soffuse, quindi tutto sembrava sfocato, il mio cervello se ne accorse all’improvviso.

È una persona? Persona vera, giusto? O fantasma?

Pete, perché non mi aspetti? Se fosse una persona, non avrei paura e lo rincorrerei. Ma se fosse un fantasma? Griderò per Kinn con tutte le mie forze. Ho paura!!

«Hoooiiii…» gridai sorpreso.

«Perché sei ancora qui? Vieni dentro!» Pete aprì la porta, mi prese per un braccio e tornammo nel club, pensai davvero che quello che avevo visto fosse un fantasma ero sicuro che i miei piedi fossero insensibili.

«Perché non mi hai aspettato!» Urlai a Pete non appena la porta si chiuse.

«Pensavo che mi avresti seguito!» Pete e io litigammo finché non arrivammo al tavolo, poi l’urlo di Khun mi fece dimenticare completamente l’ombra dietro il palo.

«Ehi Pete. Porsche, sbrigatevi! Questo è il momento clou della canzone!» Alzai gli occhi al cielo annoiato, sarebbe stata ancora una lunga notte. 

Accidenti Khun, non sei stanco!!!

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