KINNPORSCHE – CAPITOLO 37

Ricompensa

-Porsche-

«Pete!!!» Khun urlò molto forte insieme al fumo che si espandeva in tutta l’area circostante. Se tutto era stato bruciato, allora la cerimonia era finita ma Khun non se n’era andato e stava ancora piangendo e gridando il nome di Pete davanti alla fornace. Vedendo quella scena, simpatizzai un po’ con lui. Capivo la sensazione di quando si perde una persona cara, che era stata intorno a noi per giorni ed intorno a me per anni. Era difficile accettare che se ne fosse andato per sempre.

Inoltre, la scorsa notte avevamo riportato i nonni di Pete in aereo a Chumphon e Khun aveva promesso di portare le ceneri di Pete da aspergere nella sua città natale, il martedì. Quindi avremmo atteso finché l’intera serie di cerimonie fossero terminate.

«Ieri ti sei dimenticato di bruciare la mia casa e le chiavi della macchina, lascia che gliele mandi. Oggi ho bruciato altre due macchine.» Khun aveva bruciato di nuovo alcuni beni per Pete per paura che si sentisse senza niente.

«Khun! Perché bruci una cosa al giorno? Tutta la serie di cerimonie stanno andando bene. Di cosa hai paura?» disse Khun Korn a suo figlio.

«Se non ha la chiave, come può entrare in casa?»

In quel momento, c’erano solo Khun, Arm, Pol davanti alla fornace. Intanto io e gli altri potevamo solo stare in piedi e guardarlo con compassione davanti alla porta.

«In questo momento, sto ordinando alle persone di indagare su Pete. Ancora non riesco a credere che sia morto.» Kinn alzò le mani e me le avvolse intorno al collo.

«Chi altri? Lo manderai di nuovo a morire?» Anche se in quel momento avevo molti pensieri in mente su Kinn, stavo cercando di comportarmi nel modo più normale possibile.

Nel pomeriggio incontrai lo zio e ovviamente c’erano cose che mi avevano confuso.

«Ho chiesto a P’Chan di trovarmi qualcuno. Gli ho chiesto di prendere la fotocamera e recuperare i dati lungo il percorso di Pete.» Kinn mi accarezzò delicatamente la testa. Come avevo detto, non credevo ancora del tutto che fosse Pete, almeno finchè i risultati del DNA non fossero stati rilasciati. 

Vidi Khun Yan ancora in lacrime mentre bruciava la carta senza sosta. La giornata fu ancora più grande perché Khun portò in casa cinquanta guardie del corpo e rimase in lutto davanti alla fornace.

«Pete, questa è la pasta al curry del sud. Ho chiesto a zia Prik di preparartela da questa mattina perché ti piace tanto!»

Un’altra ondata di fuoco si diffuse. Ci riparammo tutti per sfuggire al fumo mentre l’odore di peperoncino e aglio mi bruciava il naso e le lacrime scorrevano sul mio viso.

Io, Kinn, Kim, Chè, Khun Korn, P’Chan e tutte le guardie del corpo tossimmo simultaneamente. Sollevammo i nostri vestiti neri e ci coprimmo la bocca e il naso allo stesso tempo. 

Stronzo! Chi brucia la pasta di curry e la manda ai morti?

«Cough… Cough… Mangia questo delizioso curry del sud! Ed ecco la benzina per la tua macchina.»

«Aspetta, Khun! Non puoi bruciare la benzina.» protestò frettolosamente Khun Korn.

«Perché… perché? Come può Pete guidare un’auto senza benzina?» 

Khun Korn non potè continuare le sue parole perché Khun gettò una tanica di benzina nella fornace e ovviamente il fuoco divampò velocemente rischiando di bruciare la casa.

Tutti entrarono in casa e chiusero la porta per proteggersi dal fumo. Il fumo prodotto era più denso di prima. 

Dannazione Khun! Fanculo! Mi manderai a vivere con Pete?

«Oh! Qualcuno, per favore, tolga questo fumo da casa mia!» gridò rabbioso Khun Korn. Sia il fumo che l’odore di benzina si erano mescolati insieme. Presto tutta la casa si sarebbe riempita di fumo e tutti saremmo morti soffocati.

«Allora cosa farà di nuovo Khun!» gridò Kim ad alta voce. La sua mano teneva la testa di Ché che era infilata nella sua maglietta perché mio fratello tossiva e stava quasi vomitare. Khun si diresse verso un’altra fornace che era accanto alla precedente.

«Questa buona azione deve essere pagata. Huh.. Huh.. Pete… Huh… Me lo ricorderò!!» Khun disse mentre la sua faccia era sporca di nero e le fiamme si stavano facendo più calde. «Portate il peperoncino in polvere e versateci sopra il sale. É tutto pronto!»

Raggiunsi le scale quando Khun bruciò peperoncino e sale in un’altro falò mentre malediceva la seconda famiglia. Oh, non potevo davvero crederci.

«Porsche, vuoi tornare in camera tua? C’è troppo fumo qui dentro.» Kinn mi tirò contro il suo petto e cercò di usare la maglietta per proteggermi il viso. Avevo difficoltà a respirare, stavo per morire?

«Prendi e brucia un po’ di peperoncino e sale. In modo che quella dannata seconda famiglia non disturbi Pete!» Povero Arm e le altre guardie, i loro occhi erano pieni di lacrime per il fumo ma non potevano farci niente. Khun fissava con rabbia il peperoncino che veniva versato nel falò mentre imprecava e stringeva i pugni come un cattivo in una telenovela.

«Oh, siete pronti?»

Cos’altro avrebbe fatto? Si voltò per dire alle intrepide guardie del corpo della prima famiglia, di alzare i pugni e gridare allo stesso tempo.

«Seconda famiglia, muori! La seconda famiglia perirà!» Il coro all’unisono lasciò me, Kinn, Kim, Che, Khun Korn, P’Chan e tutte le altre governanti che erano venute a guardare, stupiti.

«Molto più forte!!! Di nuovo più forte!» La voce di Khun sibilò per tutta la casa. «Seconda famiglia muori! La seconda famiglia perirà!»

«Accidenti, potrei morire in fretta!» Khun Korn non riusciva a credere al comportamento del figlio maggiore, prima di tenersi le tempie e girarsi per entrare immediatamente in casa. P’Chan continuò a seguirlo e ordinò alla governante di rimuovere la fuliggine.

«Bene, continuate così!» gridò Khun.

«Seconda famiglia muori! La seconda famiglia perirà!»

«Ancora più forte! In modo che il karma e le maledizioni funzionino più velocemente. Di nuovo!»

«Seconda famiglia muori! La seconda famiglia perirà!»

«Basta… cough… Basta! Fermati!» Kinn che sembrava non essere più in grado di reggere cosa stava succedendo, gridò frettolosamente alle sue guardie e mi spinse a nascondermi dietro, poi si voltò per insultare ogni persona che guardava con occhi malinconici.

«Cosa state facendo!! Che stronzate sono queste! Ragazzi, non avete nient’altro da fare adesso?» Kinn rimproverò Khun e chiese alle guardie.

«Khun Kinn, stiamo seguendo gli ordini del signor Khun.» disse uno di loro con tono calmo.

«Sei uguale a Khun? È ora di tornare a dirigere l’azienda. Ora basta con questa pagliacciata. Cosa state facendo?»

«Mi hanno aiutato a lanciare un incantesimo sulla seconda famiglia, Kinn! Chiudi la bocca.»

«Riesci a trovare un modo migliore? Smettila di essere stupido…» Kinn rimase in piedi con una mano che si massaggiava la fronte e l’altra sulla vita, l’espressione stanca sul viso. Non sopportavo davvero stare in quello stato. Unito a quello che stava facendo suo fratello maggiore, che era come un ritardato.

«Perché me lo chiedi ancora?» Chiesi nuovamente a Kinn.

«Beh, ti sto chiedendo, puoi prenderti cura della seconda famiglia quando non riesci a trovare alcuna prova che abbiano ucciso Pete? Cosa ne pensi?»

«Potremmo non avere ancora le prove, ma abbiamo ancora un trucco per smantellare il loro marciume. Dobbiamo distruggerli con i trucchi, non con gli incantesimi e le maledizioni. Inoltre, dobbiamo aspettare i risultati del test del DNA.»

Volevo portare Pol e Arm a fare il bagno. I loro corpi erano sporchi, pieni di polvere e sembravano trasandati.

«Ricordi molto Pete, fai attenzione che verrà da te.» disse Kim, e cercò di asciugarsi il viso con la maglietta perchè i suoi occhi stavano lacrimando. L’odore di fumo era davvero forte.

«Che ne dici? Se viene, i primi a incontrare sono i suoi amici intimi e le guardie del corpo. Il primo ad andarsene deve essere Porsche!»

Dannazione, Khun, se solo non fossi il fratello di Kinn, mi piacerebbe davvero prenderti a calci. 

Mi aveva anche infastidito il fatto che il fumo si diffondesse in tutta la casa, non riuscivo a immaginare come sarebbe stato dormire la notte, in più le parole di Khun non erano rassicuranti. 

Attento, chiamo la guardia forestale per farti arrestare!

«Attenzione… uno spirito arriverà da qualcuno a cui è mancato di più negli ultimi sette giorni. Di solito tornano nel luogo in cui erano legati. Inoltre, Pete è morto in modo innaturale. Anche lui stesso non sa di esserlo, quindi proverà a seguire la sua routine quotidiana, come al solito.» disse Kim con voce tormentata e soppresse ogni parola.

Iniziai a immaginarlo, allungando la mano e tirando forte la parte posteriore della maglietta di Kinn. Più sentivo le parole di Kim, più mi spaventavo. Cosa avrebbe detto? Gli spiriti potevano entrare e uscire dalla stanza come desideravano.

«Ora, lo spirito di Pete potrebbe vagare nella stanza di Khun. Fa lentamente tutto come al solito, entra in bagno, prepara il pigiama per Khun e alle 22 si mette a sedere davanti alla tv per vedere le serie insieme. Ehehe.»

«Basta! Kim smettila di parlare di fantasmi!» Chè provò a spingere Kim ma iniziò a guardarsi intorno con un’espressione paranoica quanto la mia.

«Davvero, Khun…» ma quello che fu sorpreso di esprimere la sua paura che era completamente invisibile fu Khun.

«Dovresti sapere che nell’aldilà non ci sarà nulla che Pete possa mangiare o usare, perché finché la sua morte rimarrà un mistero, sarà sempre intorno a te. Hahahaha.»

Quando Kim scoppiò a ridere, afferrai velocemente la vita di Kinn. Più ci pensavo, più vedevo le ombre e l’atmosfera intorno alla casa che diventava più tranquilla di notte. C’erano ancora tracce di cordoglio, tutto intorno a lui era avvolto dalla tristezza e dalla solitudine, c’era persino una nebbia più debole e i cani abbaiavano senza sosta. Mi venne la pelle d’oca immediatamente. 

«Ehi Kim, smettila di parlare. Mia moglie ha paura.» Kinn si voltò per insultare Kim per aver riso.

«Aspetta, domani possiamo rifarlo quando il cielo sarà sereno. Arm, oggi vai nella mia stanza.» Khun si voltò per dire ad Arm di estinguere il fuoco nel serbatoio. Sembrava come se volesse rifiutare, ma non poteva. Tutti stavano disperdendo il fumo anche dalla casa 

«Signor Khun…….»

«Eh?» Khun si rivolse improvvisamente alle altre guardie che stavano raccogliendo la carbonella nei sacchi.

«Cosa?» Pol sembrava confuso, compresi me e Kinn che stavamo prestando attenzione alla situazione. All’improvviso, Khun si voltò per chiederglielo, anche se non disse nulla.

«Mi hai chiamato?»

«No, cavolo.»

Che cos’è? Ha paura? Ubriaco di fumo? È impazzito?

Non sembrava pensare bene, ma il mio cuore iniziò a battere forte e i miei pensieri cominciarono a svanire. 

Figlio di puttana! Che suono hai sentito? 

Deglutii forte e Kinn abbracciò stretto la vita da dietro: «Non c’è niente qui…» mi accarezzò dolcemente il braccio.

«Non ho detto niente.» risposi.

«Oh… mi hai chiamato Arm?»

«No, sto spegnendo il fuoco.» Arm scosse immediatamente la testa.

«E voi ragazzi, qualcuno mi ha chiamato?» Khun si voltò per chiedere alle guardie che agitavano le mani in segno di grande negazione. E all’improvviso una voce interruppe…

«Signor Khun…»

Tutta la mia vita si bloccò automaticamente a causa di quel suono. Mi spinsi contro la schiena di Kinn e sentii le gambe irrigidirsi. Il mio cuore tremò e si fermò per un momento, no no no… cos’era quell…

«Cosa? Chi mi ha chiamato?» Vidi che Khun stava deglutendo segretamente, ma tenne la testa alta e guardò a destra e a sinistra per cercare la fonte del suono.

«Signore, sono io…» Una voce roca, più un leggero gemito, fluttuò nell’aria. Kinn anche mi tenne stretto il braccio mentre camminava all’indietro angolo. Faceva paura perché tutti avevamo sentito una voce senza vederne la forma.

«Kimmm… lo senti?» Chè infilò la testa nella maglietta di Kim. Le sue mani cominciarono ad avvolgere Kim per la paura.

«Chi! Chi mi ha chiamato!» Khun combattè ancora la sua paura guardandosi intorno. «Chi è la?»

Quando Khun disse quelle parole, tutte le guardie del corpo, comprese le guardie pesantemente armate, si radunarono sui gradini dell’ingresso con i loro corpi premuti l’uno contro l’altro e guardarono avanti con paura.

«Signor Khun, mi vedi? Sono qui…» Una debole ombra agitò la sua mano, il suo aspetto e il suo tono mi tolsero il respiro e mi preparai a correre.

«Nont.. sei tu? … Cosa ci fai lì?»

«Sono qui.» Nont alzò la mano e si precipitò dietro Kim.

«Oh! Ragazzi, state giocando con me? Di cosa avete paura. Jet, sei tu?»

«P’Jet non è venuto ieri sera perchè è malato.» disse Pol e si guardò un po’ indietro.

«Chi sei? Esci!»

«Ne ho parlato troppo!» Kim abbracciò forte Chè, il suo viso cambiò guardandosi intorno per la paura.

«Signor Khun, per favore aiutami…»

Anche se sembravano spaventati, tutti erano concentrati a guardare avanti. Tutti gli occhi erano puntati sulla fonte della voce. Anche se avevo paura e il cuore mi batteva a mille fino a farmi tremare le gambe, volevo sapere chi fosse. E mentre l’immagine della figura alta cominciava a diventare sempre più chiara, tutti provavano una sensazione di estremo shock.

Quello è Pete! Pete!

Vidi Pete con il viso coperto di sangue muovere lentamente il corpo, avanzando a poco a poco. Indossava una camicia bianca ricoperta di sangue. Il mio cervello non riusciva a elaborare l’immagine che vedevo di fronte a me. All’improvviso mi venne voglia di urinare e…

«Arrrgggghhhhhhhhh!!!!!!» Tutti si precipitarono in casa. Gridai ad alta voce, saltando con le braccia intorno alla vita di Kinn, e anche lui si mise a correre.

«Wow! Pete!» Tutti correvano e io tenevo ancora Kinn stretto.

«Entra!» gridò Kim e chiamò Chè che si irrigidì gridando davanti alla casa.

«Aiuto… non riesco a muovere le gambe! Aiuto!» gridò ad alta voce Khun, i suoi occhi fissarono Pete che si stava avvicinando e tremava ancora di più.

«Bastardo! Porsche, lasciami andare prima, lo manderò via io.» Kinn tolse la mia mano dalla sua vita, ma io scossi velocemente la testa.

«No! Non andare! Aspetta!! Pete viene a prendermi. Cosa devo fare!» Misi la mia faccia sulla spalla di Kinn e mi aggrappai a lui più saldamente di prima. Ora mi stava portando sulla schiena e cercai di accovacciarmi e poi di mettere il mio corpo sul pavimento.

«Pete! Vattene da dove sei venuto. Ti prometto di fare una cerimonia adeguata per te.» Kim gridò davanti alla casa.

«Beh, questo è il mio posto. Qui… Ahi.. Fa male!» gridò di rimando Pete e guardò i polsi che gocciolavano sangue.

«Non prendermi in giro! Per favore! Oh mio Dio…!» Khun gridò ad alta voce.

«Signor Khun, io vado in bagno.» Pete chiamò immediatamente Khun. Più si avvicinava, più Khun tremava.

«Non deve essere a conoscenza della sua morte.» disse Kim voltandosi per parlare con Kinn che era riuscito a liberarmi la mano.

«Aspetta qui, prima salverò Khun.» Kinn si rivolse a me che ero seduto per terra. Le mie gambe e le mie braccia non avevano forza. I miei muscoli e il mio cervello non sembravano funzionare. La scena davanti a me era così terrificante che volevo svenire. Non avrei mai immaginato di incontrare un fantasma come quello. Non ci potevo credevo!

«Kinn, non…» Cercai di raggiungere Kinn, ma lui corse alla velocità della luce per salvare Khun. Pete iniziò a urlare e piangere come se chiedesse pietà.

«Signor Kinn. Sono tornato.» Pete cercò di correre da Kinn, tutti in casa, riuniti, urlavano, quasi nessuno ci credeva.

«Khun, sbrigati!» Kinn tirò il polso. Ma quando Kinn trascinò via Khun, Pete fissò le sue azioni come se fosse ferito dalla vista che stava vedendo.

«Signor Kinn, signor Khun… sono tornato…»

«Pete, ti farò merito.» Kinn diventò pallido, stava tirando Khun tra le sue braccia, sembrava che Khun fosse impazzito.

«Di cosa sta parlando signor Kinn?»

«Dillo e basta. Kinn. Non lo sa nemmeno.» gridò Kim, così mi voltai a guardarlo.

«Allora perché non lo dici tu stesso!» urlai a Kim.

Se fosse successo qualcosa a Kinn dopo aver seguito le parole di Kim, lo avrei ucciso. Tra l’altro continuava ad abbracciare mio fratello che si nascondeva dietro di lui!

«La fortuna di Kinn è più forte della mia! Dillo, Kinn!»

«Pete, sei morto. Devi andare a casa tua.» disse Kinn, restando in piedi e fermandosi per tornare in casa.

«Davvero? Sono davvero morto?» Pete si portò una mano al viso e cominciò a esaminarsi tutto il corpo.

«Pete.. ti voglio bene, ma non devi venire a trovarmi in questo modo.» gridò Arm.

«Aspetta un attimo! Quando sono morto?» Pete si voltò e si accigliò. Inoltre stava mormorando tra sé e sé a bassa voce. «Vegas non mi ha ucciso… o sono davvero morto? Vegas, non mi ha fatto uscire e mi ha ucciso?» Pete rifletté.

Vidi Kinn fermarsi poi afferrò Khun, lo prese tra le braccia e corse in casa, lanciando Khun contro Kim che era già in posizione. Le guardie misero in fretta la statua del Buddha nelle mani di Khun e iniziarono a mormorare incantesimi e preghiere.

«Dove stai andando? Kinn!» chiamai Kinn mentre tornavo di nuovo davanti casa.

«Signor Kinn, non sono morto… sono solo scappato… dalla casa della seconda famiglia.» Pete sospirò forte. Ogni volta che Kinn usciva di casa, qualcuno da dentro urlava.

«Agh! Kinn! Te l’avevo detto di entrare!» urlai verso di lui. Anche se volevo alzarmi e correre ad afferrare il braccio del mio amante, non potevo. Il mio cervello e il mio corpo non funzionavano in sincronia.

«Pete! Ho appena cremato il tuo corpo. E cosa hai appena detto?» Kinn si allontanò da Pete. Era molto spaventato e guardò la figura con sospetto.

«Cremato? Io? Oggi?» Pete indicò se stesso.

Kinn annuì lentamente, il suo viso era pieno di domande e quegli occhi spaventati gradualmente si calmarono.

«Davvero? Ma oggi mi sono svegliato presto come al solito. Ma non posso dire di essermi svegliato perché ieri notte ho dormito a malapena. Stamattina ho mangiato con Vegas fino a quando lui ha detto che sarebbe uscito questo pomeriggio… Allora se io sono morto? Chi? Chi ha parlato con Vegas?» Pete stava pensando ma riuscivo a malapena a capire le parole.

«Pete… non sei ancora morto davvero?» Kinn guardò Pete dalla testa ai piedi.

«Sono sicuro di non essere morto… Sono appena scappato dalla casa della seconda famiglia. Signor Kinn, signor Kinn prova ad abbracciarmi.» Pete tese la mano a Kinn.

«No Kinn! Quel fantasma ci sta ingannando!» gridò di rimando Kim.

«Tipiso… Namotassa.. Namo.» La voce di Khun che pronunciava un incantesimo risuonava di tanto in tanto.

«Pete… dannazione!» Fu solo quando imprecai che Kinn si precipitò da Pete, lo afferrò per un braccio e tirò un sospiro di sollievo.

«Pete!» urlai per lo shock.

«Come stai? Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace davvero.» Kinn afferrò il polso di Pete e gli tirò frettolosamente la maglietta grondante di sangue.

«Signor Kinn… sto bene.» Anche Pete sorrise con sollievo.

«Pensavo che mi sarei sentito in colpa per il resto della mia vita… dannazione! Grazie per essere tornato.» Kinn si comportò come se stesse sollevando il mondo dal petto. Un debole sorriso si alzò a poco a poco.

«Kinn, sei posseduto da un fantasma.» gridò incessantemente Kim.

«Ragazzi! Pete non è morto!» Kinn si voltò e ci gridò contro con un’espressione compiaciuta.

«Pete!!!!» Arm, Pol e gli altri iniziarono a circondare Pete con facce felici.

«Oh, sono morto. Tutta la mia casa è posseduta!!» disse Kim.

«Smettila con le tue stronzate. Non è assolutamente un fantasma!» Ché lasciò Kim e corse da Pete come gli altri.

Non appena tornai in me e pensai che se Pete fosse stato davvero un fantasma, Kinn non avrebbe permesso a nessuno di abbracciarlo e parlare con quei grandi sorrisi. Anche se sembrava davvero un fantasma, dato che tutto il suo corpo era coperto di sangue.

«Porsche…» Pete entrò in casa seguito da Arm, Ché e Kinn. Non riuscivo a descrivere bene i miei sentimenti. Dal primo giorno in cui avevo appreso della morte di Pete, mi ero sentito così triste e spaventato fino all’esaurimento. In quel momento, il mio corpo si sentì leggero e sollevato. Kinn mi sollevò da terra e immediatamente abbracciai forte Pete.

«Cazzo! Dove sei stato!» Lo abbracciai stretto, il suo cuore batteva forte mentre la speranza svaniva, trasformandosi ora in un improvviso lampo di luce.

«Mi sei mancato tanto!.» disse Pete.

«Mi sono così spaventato! Dannazione! Allora, stai bene?» Lasciai andare le sue braccia e guardai il suo corpo.

«Sì..»

«Khun, dagli un’occhiata.» dissi.

« Sob… Na Mo… Sob…» Khun scoppiò improvvisamente in lacrime, ma le sue mani stavano ancora pregando.

«Signor Khun… non sono ancora morto.» Pete tenne la statua del Buddha in grembo a Khun e la mise accanto a lui. Khun si fermò e guardò Pete con le lacrime che gli scorrevano ininterrottamente dagli occhi.

«Ah… Pete! Pete!» E Khun si precipitò ad abbracciare Pete.

«Sono qui….»

Khun continuò ad abbracciare Pete più forte, che tirò un sospiro di sollievo. Il suo viso sembrava abbastanza a suo agio mentre abbracciava Khun e si mise a piangere anche lui. 

«Sob… ero preoccupato. Mi sento così male, pensavo che non ti avrei visto. Huuuuaaaahhh!»

«Io sto bene.» Pete gli strofinò la schiena, confortando Khun che singhiozzava fino allo sfinimento.

«Sei davvero tornato?»

«Cos’è questo trambusto!» Khun Korn uscì dall’ufficio e rimase sbalordito per un momento, prima di sospirare anche lui. «Pete! Cosa mi stai mostrando adesso? Sembra che il mio cuore stia per esplodere.» disse Khun Korn con un debole sorriso.

«Khun Korn… non sono ancora morto.» Pete lasciò Khun e alzò la mano per salutare.

«Oh mio Dio Pete, entra. Dobbiamo parlare! Perché c’è così tanto fumo! Ragazzi, ripulite tutto adesso!»

Khun Korn diede l’ordine di sbarazzarsi di tutto il caos fatto da suo figlio. Anche se il fumo era meno denso, la polvere continuava a volare nell’aria in tutta la casa.

Io, Kinn, Khun, Kim, Khun Korn, P’Chan, Pol e Arm, sedevamo insieme all’ingresso principale della casa, mentre gli altri trasportavano ventilatori, spruzzavano deodorante per ambienti e cercavano di spegnere il fuoco del falò. Tutte le parti si erano divise per svolgere i rispettivi compiti.

«Ah, ecco… le tue ceneri sono ancora calde. Bruciate solo ieri notte.» Khun sorrise e porse a Pete l’urna contenente le ceneri cremate con la sua foto e la data di morte stampate su di essa.

«Chi è stato cremato?»

«Guarda che… chi?» disse Khun, guardando l’urna infastidito. «Ho organizzato una grande cerimonia funebre che è costata oltre centomila baht al giorno. (sono circa 2700 euro) per intrattenere gli ospiti!»

«Hah…non dirmi che il funerale che si è tenuto qui è il mio e non zio Pong?! Dannazione, Vegas mi ha ingannato!» Pete disse ciò e tutti sembravano confusi. 

«Sai anche di questo?» chiese Kinn a Pete.

«…Sì.» Pete rimase in silenzio per un po’, mentre Kinn assunse immediatamente un’espressione sorpresa

«Zio Pong, quale?»

«No …»

«Ehi, dovresti sapere come Khun ha urlato come un pazzo, e ha dato il meglio di sé per il tuo funerale e ha garantito la tua vita nell’aldilà.» disse Kim sorridendo.

«È vero?» Gli occhi di Pete si spalancarono per lo shock.

«Eh… non è abbastanza. Ieri sera, ha portato tua nonna e tuo nonno all’aeroporto. Hehe.» continuò Kim.

«Fanculo!» Khun si grattò il mento per correggere la confusione e iniziò a fare un’espressione stressata.

«Nonna e nonno, so che saranno molto tristi. Cosa dovrei fare ora? Non sarebbero più sorpresi di vedere che sono ancora vivo?» Pete era di nuovo stressato, comportandosi come se il mondo stesse cadendo a pezzi.

«Calmati… Kinn si prenderà cura di tutti i bisogni di tua nonna e di tuo nonno.» Khun Korn si voltò per dirlo a Kinn che annuì.

«Mi prenderò cura di loro come la mia stessa famiglia, Pete. Non credo che dovresti chiamarli. Prima glielo dico io, altrimenti saranno ancora più scioccati.» Kinn disse e tutti furono d’accordo con quello che aveva detto.

Se Pete incontrerà la nonna e il nonno, spero che non rimarranno scioccati come lo siamo stati noi oggi.

«I miei nonni… probabilmente sono molto tristi in questo momento.»

«Mi prenderò tutta la responsabilità. Non devi preoccuparti.» Kinn disse frettolosamente per calmare Pete. Ma se fossi stato il nonno e la nonna di Pete, sarei volato di nuovo a Bangkok ed avrei preso un bastone per picchiare la famiglia principale.

Avevamo appena finito di cremare loro nipote. Com’era possibile dire cosa stava succedendo? Pete non era morto! Forse, volevo prenderlo a calci in faccia.

«Allora grazie signor Kinn. E perché tutti pensano che io sia morto?» chiese Pete mentre Arm gli asciugava le macchie di sangue e fasciava la ferita che aveva sul polso.

«È a causa di P’Chan… P’Chan!» Khun indicò Phi Chan e gli puntò contro l’indice.

«Cosa?»

«Sì, P’Chan ha detto che il tuo corpo è stato bruciato in periferia. Questo perché aveva il portafoglio, con il tuo biglietto da visita e quella persona aveva anche lo stemma della famiglia principale. Inoltre, indossava anche un anello di acciaio inossidabile al dito medio come te.»

«Eh! Davvero… Hmmm?» Pete rifletté intensamente mentre si guardava la mano sinistra, che al momento non indossava un anello. «Quello magari era Tom?»

«Ah?» Tutti prestarono attenzione alle parole di Pete e ascoltarono in silenzio.

«Tom se n’è andato il mese scorso… ha detto che avrebbe lavorato in un’altra azienda. Quando se n’è andato, gli ho dato il mio biglietto da visita nel caso qualcosa fosse andato storto in modo che potessi essere contattato.»

«Tom… Tom, Tom… Oh, ooh Tom, che lavorava per Khun?!» Kim ricordò di avergli parlato e Pete annuì.

«Oh, davvero? Ricordo Tom. Aveva detto che Pete era così bello e figo. Quindi pensava che Pete fosse il suo idolo. Ecco perché indossava l’anello al tuo stesso dito.» disse Arm, come se il suo cervello stesse lentamente ritrovando la memoria.

«Giusto, abbiamo comprato l’anello insieme.»

«Wow… e perché non me l’hai detto, Arm!!» disse Pol.

«Beh, non ci avevo pensato.»

«La conclusione è che è stato tutto un malinteso.?» Khun Korn sollevò un sopracciglio.

«Oh… questo è davvero Tom?» Pete guardò di nuovo l’urna con tristezza.

«Okay, dopo questo, non diventate tutti isterici. Aspettate che Chan indaghi, così non dobbiamo rifare questo casino.» Khun Korn insistette.

«Indagherò io stesso perché c’è un qualcosa di profondo o se è davvero Tom, non dovrebbe avere nulla a che fare con la famiglia principale.» disse P’Chan.

«Ho quasi pianto a morte.» disse Khun.

«Grazie al cielo ora stai bene, Pete.» replicò Kim.

«Questo conta come un successo, Pete. Ce l’hai fatta.» continuò Pol, mentre Chè aiutava a recuperare la garza e il cotone.

«E… La seconda famiglia cosa stanno facendo?» chiese Kinn mentre guardava Pete ed esplorava il suo corpo dalla testa ai piedi. La sua faccia sembrava avere molte domande e sembrava che ci fosse qualcosa che non osava chiedere.

Kinn quindi sollevò il collo della camicia bianca di Pete e alzò gli occhi al cielo per guardare dall’altra parte. Notai anche io qualcosa di insolito, non c’erano cicatrici sul corpo di Pete, fatta eccezione per il polso sul lato sinistro, e c’erano punti deboli sul collo e sul petto. Non volevo dirlo, ma con tutti quei segni rossi…

«Vegas, è a causa di quel bastardo di Vegas, giusto? Cosa ha fatto? Dimmi Lo pesterò domani!» I pugni di Khun si strinsero e lui li sbatté sul tavolo.

«Lascia stare. Sto ben…» disse Pete con voce languida.

«Che cosa ha fatto? Ti ha beccato e ti ha rinchiuso in prigione? Hai fame o no? Ma guarda, sembri grasso. Sembri strano e la tua pelle è più liscia.»

Ero d’accordo con Khun per quello, Pete sembrava assolutamente a posto. Inoltre, sembrava molto pulito. Non c’era quasi nessuna violenza a parte un polso rotto.

«Io…» Pete era confuso, come se fosse indeciso.

«Catturerò Macau e Vegas, poi li metterò in prigione. Mi assicurerò di torturarli come hanno fatto con te! Malvagi bastardi!» Khun mise le sue emozioni in ogni frase su come immaginare di vendicarsi per Pete, e sembrava molto determinato.

«A proposito, si sta facendo tardi. Lasciate riposare Pete. Parliamo domani.» disse Khun Korn. 

Accettai perché avevo visto che Pete sembrava triste. I suoi occhi erano scuri come se molte cose fossero bloccate nella sua testa.

«Pete, vuoi andare in ospedale? Ti porto io.» Chiese Kinn.

«No, signor Kinn. Sto bene.»

«Dormi con me stanotte. Temo che quando mi sveglierò te ne andrai di nuovo.»

«Sono tornato e non andrò da nessuna parte.» Pete accarezzò delicatamente la mano di Khun.

«Non voglio saperlo, devi salire a dormire con me. E voi ragazzi dovete stare di guardia davanti alla mia stanza per proteggere Pete!»

«Khun! Lascia riposare Pete, gli darai solo mal di testa. Dai, lascialo andare.» Fu Khun Korn ad allontanare Khun da Pete e spingerlo nella stanza.

«Per quanto riguarda l’urna, me ne occuperò io. Arm può metterla tra le ceneri al cimitero.» disse Kinn, tirando fuori la mia mano dal corridoio.

Provavo un sollievo che non avevo mai provato prima. Il dolore e i ricordi che si erano sovrapposti al giorno in cui i miei genitori erano morti, al momento stavano lentamente svanendo e scomparendo. La speranza che non avevo mai osato avere era chiara nel cuore, nonostante le storie dei miei genitori. Ma avevo la sensazione che porterà risposte nell’oscurità che sembrava essere su di me da molto tempo, aprendosi gradualmente. Mi sedetti sul letto e mi strofinai lentamente la testa. Dopo tante cose orribili, un’altra cosa che dovevo trovare era… I miei genitori.

Tirai fuori la foto dal mio portafoglio, quella era la foto che lo zio mi aveva messo in mano quel pomeriggio con tante parole ambigue…

****************

[Di nuovo nel pomeriggio]

«Oh… ehi, mi sei mancato.»

«Athe…»

Rimasi sbalordito quando vidi apparire davanti a me una figura che non vedevo da molto tempo. Lo zio era il mio unico parente rimasto. Sembra magro, trasandato e sporco.

«Perché sei entrato in casa mia?» chiesi subito, abbassando la mano che mi teneva il viso.

«Perché hai cambiato la serratura? Volevo solo entrare e riposarmi. Siccome non potevo aprire, sono dovuto entrare diversamente.» Lo zio rispose con un’espressione vuota. Come se non si fosse resoi conto di quello che aveva fatto?

«Allora per cosa sei venuto?» chiese Chè, guardandolo paranoico.

«Oh…fa male. Non vi manco ragazzi? Ma voi ragazzi non vivete più qui? Vi siete trasferiti o avete venduto questa casa? Non c’è più niente qui.»

«Ah, allora perché sei venuto? Non c’è niente qui da molto tempo.» dissi guardando incredulo la persona davanti.

«Heh-huh…quindi è vero. Hai trasferito tutto e sei in contatto con la famiglia principale. Sia tu che tuo fratello vivete bene. Korn, vi tratta bene ragazzi? No, che dire di Kinn e Kim? Date in cambio i vostri corpi per quello che potete.»

Riuscivo a malapena a contenere il mio fastidio. Nonostante non fosse nei paraggi, sembrava che ci tenesse d’occhio, altrimenti, non avrebbe saputo così tanto.

«Ah, di cosa stai parlando!» Chè stava per correre verso di lui, quindi lo afferrai immediatamente per un braccio.

«Cosa ho detto? I tuoi genitori devono essere orgogliosi di vederlo. Avere due figli è fantastico. Sai cosa ci vuole per rimanere in vita.» disse lo zio con un sogghigno.

«Ma ancora meglio, che rubare l’ultimo tesoro che non ti appartiene e venderlo. Non ti vergogni a mettere di nuovo piede in questa casa?» La mia voce cominciò a tremare di rabbia che stava per esplodere.

«Oh! Ehi Kinn, Kinn non te ne ha ancora parlato?» Il viso dello zio sembra infastidito e alzò gli occhi al cielo come se fosse divertente provocarmi.

«Eh, di cosa stai parlando zio?»

«Lo so che sei stupido. Ma non pensavo saresti stato così stupido…» Lo zio mi puntò un dito sulla testa finché non dovetti scacciarlo via velocemente. «I soldi mi sono arrivati solo recitando con te! Una grande scena per ingannare i tuoi occhi facendoti credere che ho venduto l’ultimo tesoro di tuo padre…»

Il mio cervello iniziò a irrigidirsi e la mia rabbia crebbe sempre più forte, fino a quando afferrai accidentalmente il bavero di mio zio e lo tirai più vicino.

«Cosa vuoi dire? Sbrigati!»

«Di’ loro che ho finito i soldi. Se vogliono che stia zitto, mi devono mandare dei soldi. Altrimenti dirò tutto hahaha..» Lo zio poi mi diede una pacca sulla spalla, prima di scendere le scale e dirigersi verso la porta. Esitante, allungai una mano e gli afferrai il braccio. C’era molta confusione nella mia testa. In effetti, il viso di Chè sembrava confuso e rimase in silenzio per un po’.

«Aspetta. Cosa intendevi proprio ora?»

«Cosa? Volevo solo ricordarlo a Korn. E tu… se vuoi saperne di più, trasferiscimi cinquecentomila baht. No, potresti averne di più. Un milione!! Assicurati di farlo se vuoi sapere. Che si tratti della morte dei tuoi genitori o della disgrazia della famiglia principale, devi inviare il denaro il prima possibile.»

Lo zio mi diede una foto prima di correre fuori di casa. Guardai una foto che era opaca e accartocciata, mi morsi forte il labbro e all’improvviso la mia mente andò in tilt. Quella vecchia foto era….

«Quello è Khun Korn con i nostri genitori. E il bambino che Khun Korn sta portando in grembo…». Chè guardò la foto e lentamente girò la testa per guardarmi. Il bambino in braccio a Khun Korn ero… io.

********************

[In quel momento]

«Tesoro… ehi… tesoro!!» La voce di Kinn mi spaventò un po’ prima di rimettere la foto nella borsa come «Cos’è?»

«Hai finito di fare la doccia?» feci una domanda stupida, nonostante avessi visto Kinn in pigiama.

«Umh, a cosa stai pensando?» Kinn mi spinse a sdraiarmi supino sul letto, cosa a cui non resistetti molto.

«No… sono solo contento che Pete sia tornato.» dissi, anche se era solo una piccola parte della verità.

«Mi sento così sollevato… più guardavo negli occhi la nonna Pete, più mi sentivo in colpa. Ma ora sono così felice.» Kinn si sdraiò su un fianco, allungò le braccia e mi strinse.

«Beh, non volevo vedere morire il mio amico. E non voglio che ti stressi. Sono preoccupato.» Mi voltai per guardare negli occhi di Kinn, ora le sue braccia erano perpendicolari alla sua testa.

«Dicendo cose dolci come questa, vuoi una casa o una macchina?» Kinn usò la mano libera e allungò delicatamente la punta delle dita sulla mia guancia.

«E se volessi entrambe?»

«Lavorerò di più per comprare tutto per te.» Kinn abbassò la testa e mi baciò dolcemente sulla guancia.

«E se voglio oro, anelli di diamanti, orologi… che altro?»

«Farò tutto per te.. Anche se sono le stelle e la luna, te lo comprerò.»

«Davvero mi ami?»

Il mio cuore vacillò per un momento. Anche se qualcosa mi rendeva nervoso quando vedevo Kinn che mi guardava in quel modo. Le parole dello zio erano troppo inaffidabili. “Il principale crimine familiare? Se lo sapessi, volteresti loro le spalle.” Sospirai perché non riuscivo a togliermi quelle parole dalla mente.

«Ti amo tanto, davvero tanto… e tu mi ami?» Poi annuii lentamente in risposta.

«Ma hai qualcosa che mi stai ancora nascondendo?» chiesi, perché non potevo fare a meno di pensarci. Non avevo detto come avevo incontrato lo zio quel pomeriggio perché sentivo ancora che qualcosa non andava, quindi mi ero preso del tempo per indagare e scoprire cosa volevo davvero sapere. Probabilmente lo zio stava solo parlando. O c’era davvero di più e non volevo ancora rendere grosso il problema.

«Perché me lo chiedi all’improvviso?»

«Voglio solo che nulla sia non detto tra di noi.»

«Hmmm… In realtà c’è ma prima fammi parlare con Pete.» rispose.

«Cosa c’entra questo con Pete?»

«Non ne sono sicuro. Ma te lo dirò il prima possibile…»

«Ma ora voglio saperlo.» esortai Kinn.

Se si trattava dei miei genitori che avevano qualcosa a che fare con la famiglia principale, ero più curioso delle parole di Kinn. Per merito suo… forse potevo capire, o forse non capivo niente.

«Dormi, tesoro… ti ho già chiesto cosa vuoi, non vuoi sapere cosa voglio?»

Inclinai il viso, ma non esitai a chiedergli di rimando. «Cosa vuoi?

«Voglio te ….»

Kinn mise la sua faccia nell’angolo del mio collo prima di prendere un respiro profondo. Le sue labbra iniziarono a baciarmi e a bagnarmi tutta l’area.

«Kinn… dimmelo prima. Cosa c’è che non va?» Provai a spingere il petto di Kinn lontano da me, ma inutilmente. Le sue labbra continuarono a baciarmi il collo e iniziarono a leccarmi leggermente lungo il lobo dell’orecchio.

«K… Kinn.» L’alito caldo che sfiorava il mio collo, mi fece completamente svegliare.

«Ummm… Kinn…» Il mio cervello iniziò a offuscarsi mentre quella bocca morbida continuava ad usare la lingua nella stessa area e iniziò a rallentare. «Kinn… Kinn…» Potevo sentire che le azioni di Kinn si fermavarono a mezz’aria. Rimasi un po’ sorpreso dal fatto che si fosse fermato più a lungo con un respiro regolare e un leggero russare.

«Kinn… Kinn….» Scossi delicatamente il suo braccio e scoprii che Kinn dormiva con il suo corpo sdraiato sopra di me. Lo spinsi da parte, posai la testa sul suo petto come al solito, e lui mi abbracciò più forte. Potevo dire che era molto esausto e aveva pensato molto per parecchi giorni. Non era strano che si fosse addormentato così facilmente. Più era lunga la giornata, più sentivo che mi piaceva.

Non avevo mai avuto la sensazione di voler mettere a proprio agio qualcuno o di preoccuparmi per i sentimenti di qualcuno diverso da mio fratello. Ma mi preoccupavo di tutto ciò che aveva a che fare con Kinn e volevo farlo tutto il tempo. Non importava cosa riservava il futuro, volevo ricordare il tocco e la gioia di questo profumo d’amore il più a lungo possibile. E in realtà non volevo che nulla scomparisse dalla mia vita, specialmente Kinn.

Mi alzai molto presto, forse perché ero abituato al funerale di Pete, dovevo andare al monastero quasi tutti i giorni. O un altro motivo per cui dovevo svegliarmi dalle 6.30, forse era perché accanto a me non riuscivo a vedere l’ombra della persona che mi aveva tenuto in piedi tutta la notte. Anche in bagno o nello studio, non c’era traccia di Kinn. Quindi mi alzai per lavarmi la faccia e lavarmi i denti, poi andai a cercare Pete.

Di solito, quando aprivo gli occhi ogni volta, vedevo sempre Kinn. Allora cosa faceva quel giorno?

«Oh, ti sei alzato presto..» Arm venne da me quindi feci un cenno per salutarlo e chiedergli. «Hai visto Kinn?»

«Il signor Kinn è venuto con me nella stanza di Pete poco fa… Cosa c’è che non va?»

«Niente. Dove vai?»

«Stavo per portarti del latte caldo. Anche il signor Kinn si è svegliato presto stamattina. Sembrava che volesse vedere Pete in fretta.»

«Oh!» Feci un cenno con la mano ad Arm e mi diressi verso la stanza di Pete. Non sapevo cosa c’entrasse Kinn con Pete.

«Hai dormito stanotte?» chiese Pete mentre la porta della camera da letto era spalancata, quindi non vedevo l’ora di mettere piede.

«Beh… non ho ancora dormito. Voglio allenarmi in palestra.»

«Cosa ne pensi di Vegas?»

«Pete… lo chiederò direttamente, senza mezzi termini.» La voce di Kinn si addolcì mentre i miei passi ristagnavano. Forse Kinn era andato a parlare con Pete perché probabilmente non voleva che nessuno lo sapesse. Quindi sapevo esattamente cosa Kinn voleva chiedere, e probabilmente era la stessa cosa con me.

«Una schifezza.» Mi fermai vicino alla porta della camera da letto,  e sentii un debole suono uscire.

«Cosa ti ha fatto Vegas?»

Ascoltai solo perché era quello che volevo sapere anche io. Pete aveva tracce di baci su tutto il corpo, ma non tracce di abusi e violenze. Inoltre, avevo anche sentito parlare della brutalità della seconda famiglia proveniente dalla loro mano destra.

Ero sicuro che se qualcuno avesse toccato i loro affari, la seconda famiglia non li avrebbe lasciati vivere e li avrebbe brutalmente assassinati. Ma Pete era uscito sano e salvo e quello era un po’ strano.

«Sono stato sorpreso a intrufolarmi nella stanza di Vegas… poi sono stato arrestato e preso in custodia.»

«Dove?»

«… in camera.»

«Ti ha fatto male?

«Beh, all’inizio.»

«Quindi dopo?»

Pete tacque. Non so come fosse andata a finire, ma l’atmosfera era così imbarazzante che potevo sentirla.

«Perché non mi hai chiamato, Pete?»

«Quel giorno, quando ho finito di inviarle tutto, il mio telefono aveva esaurito la batteria. Andai a nascondermi nell’armadio ma Vegas mi sorprese. Dopo di che non ho potuto fare più niente.»

«Pete… mi dispiace, puoi essere arrabbiato, puoi odiarmi. Ma sono disposto ad assumermi la responsabilità di tutto quello che è successo? Cosa vuoi che faccia? Sono tornato a casa. Dirò alla nonna di calmarsi. So che lavori per me. Ma sono stupido. Sono davvero dispiaciuto.»

«Perché il signor Kinn deve scusarsi? Posso capire cosa è successo. Il fatto che il signor Kinn non si sia completamente dimenticato di me, mi rende felice.»

«Penso a te come a mio fratello, Pete. Cosa vuoi che faccia? Puoi dirmelo.»

«No, signor Kinn. Ma forse chiederò un mese di ferie per tornare a casa.»

«Vuoi ancora lavorare qui? O se non ti fa comodo, mi darai quello che vuoi.»

«Non oso lasciare il signor Khun, signor Kinn. Non ho mai pensato che non avrei voluto essere qui. Solo potrei dover chiedere un periodo di pausa.»

«Farò di tutto per farti sentire a tuo agio… perché sono io la causa di tutto questo…»

«Signor Kinn, non si preoccupi affatto. Penso di poter gestire tutto.»

«Okay, Pete, vuoi partire? Dillo prima a Khun. Ah… lascia perdere. Pete, tutto quello che ti è successo lì, capisco cosa stai passando.»

Ma non ero sicuro al cento per cento che Kinn capisse cosa stava affrontando Pete, perché avevo superato quel punto e sapevo quanto fosse brutto e difficile superare quella dura realtà.

«Oh, sei sveglio?» Feci un passo indietro, fingendo di essere appena arrivato nella stanza di Pete e di non sapere quanto stesse male Pete in quel momento. Sicuramente non voleva che nessuno lo sapesse, quindi feci finta di girare la testa come se fossi appena arrivato.

«Come puoi vedere.» risposi a Kinn che mi sorrise.

«Ti sei perso questa mattina?»

«Oh, Porsche… ti sei alzato presto.» disse Pete, che avevo sentito solo un momento fa, potevo vedere il suo viso . Le sue condizioni sembravano piuttosto squallide, i suoi occhi erano gonfi e scuri come se fosse stato privato del sonno e avesse pianto pesantemente. Vedendo quello, ero così spaventato.

«Le tue ferite stanno ancora guarendo.» Provai a impostare un tono normale, chiedendo senza concentrarmi su quegli occhi cupi.

«Non fa troppo male. Vuoi esercitarti con me?» Pete mi persuase. Stava indossando un maglione a maniche lunghe, pantaloni corti ed elastici.

«Va bene, faremmo meglio a fare un po’ di esercizio, stai ingrassando davvero, lo sai.» Kinn finì di scuotere la testa e lodare Pete prima di rientrare in casa.

«Hehe, piacere di rivederti.» Pete mi sorrise ampiamente. Realizzai che nonostante Pete fosse così triste, il suo sorriso era ancora visibile.

«Allora, stai bene?» chiesi mentre camminavo con lui.

«Bene.» Pete sembrava avere sempre qualcosa in mente. La voce che diceva che andava bene non suonava altrettanto stare bene.

«Grazie a Dio.» Non sapevo quanto potevo parlare.

Volevo davvero tirarlo su di morale ma non sapevo quanto fosse triste. Era perchè non sapevo quanto potesse accettare la sua condizione o perchè continuavo a pensare a qualcuno nel mio cervello?

Arrivati in palestra, Pete si stava allenando duramente come se fosse sotto pressione. Lo faceva come se dovesse tenersi occupato tutto il tempo. Andava in giro e poi guardava la TV nella sua stanza. La sua bocca sorrideva e mi invitava a parlare tutto il tempo, ma facevo comunque attenzione. Ero sicuro che aveva qualcosa in mente.

«Buon giorno!»

«Salve signor Khun, ha dormito bene la notte scorsa?» Pete sorrise al suo padrone che, quando vide la faccia di Pete, corse subito verso di lui. Guardai Khun sorpreso perché aveva una tuta che non indossava mai. Cosa stava pensando di fare Khun?

«Ho sentito che stamattina ti saresti allenato, quindi sono uscito per farti compagnia per paura che ti sentissi solo.» Khun si avvicinò al tapis roulant accanto a Pete e lo accese.

«Beh, come ti prendi cura della tua salute?» sentii un tono preoccupato dalle parole di Khun. Forse perché l’incomprensione della sera prima era stata così scioccante per lui e gli aveva fatto molta paura il fatto che Pete lo avesse lasciato. Dopotutto, Pete era la sua guardia del corpo preferita.

«Cosa fai?» Chè alzò la testa per salutarci. Quello era un giorno libero, quindi andava bene svegliarsi presto così potevo vedere la sua faccia.

«Chè, buongiorno. Sei venuta a fare esercizio?» Pete lo salutò e chiamò mio fratello nella stanza.

«Dovresti riposare, P’Pete.» Chè si avvicinò a me e si sedette al mio fianco.

«Cosa vuoi fare?»

«Andiamo insieme al locale di P’Jade per festeggiare il tuo ritorno?» chiese Khun a Pete e alzò un sopracciglio verso di me.

«Va bene, non voglio restare nella stanza. Chi viene?» disse Pete a bassa voce.

«Ci vengo anch’io.» Chè rivolse uno sguardo impetuoso verso me e Khun.

«Non sei abbastanza grande.» Chè mise immediatamente il broncio incrociando le braccia sotto il petto.

«Ehi, perché non lo lasci venire? Chè ti do il permesso io. Con chi non lo lascia venire… mi arrabbierò da morire!»

Dannazione, perché Khun aveva questa cosa che essere arroganti era la fonte di tutto? Che stronzo!

«Va bene?» Chè segretamente mi guardò attentamente, così lo guardai negli occhi e scossi la testa.

«Bene!! Devi chiamare tu Porsche per riservare il locale di P’Jade, ok? Non dimenticare di prenotare tutto e vietare a chiunque di entrare. Prepara anche un microfono, perché io canterò.» disse Khun.

«Quindi, P’Jade sa che sei tornato dall’aldilà?»

«Dovremo accendere dell’incenso se hai paura dei fantasmi.» 

«Non sono una persona che ha paura dei fantasmi!» Lo disse senza essere serio, perché avevo capito bene il carattere di Khun.

Non sapevo cosa piacesse a Pete, ma in quel momento l’atmosfera all’interno della casa era molto luminosa. L’intera stanza era interessata alle sue attività. Mi sdraiai e giocai con il telefono dopo aver messo giù dei pesi. Chè cercò di sedersi a gambe incrociate e di mantenere l’equilibrio sulla palla da yoga. Pete corse sul tapis roulant finché il sudore non gli scese lungo il corpo. Nel frattempo, Khun, che prima aveva sorriso, aveva gradualmente smesso a causa della stanchezza.

«Oh, oh!»

«Signore!!! Che succede?»

«Cram… i crampi mi mangiano!!! Oh mio, che dolore!» Pete si accovacciò rapidamente, si sedette sul pavimento, poi strinse e massaggiò le gambe di Khun nella zona del polpaccio. Mentre Chè e io ci precipitammo a dare un’occhiata più da vicino e ci sedemmo anche noi accanto a lui.

«Farai meglio ad aprire le gambe.» Gli tenni le gambe dritte. Con le conoscenze che avevo acquisito all’università, ormai ero un esperto.

«Ugh! Sono malato!» Khun urlò come se stesse morendo.

«Signore, non fa stretching  prima di correre, inoltre non si allena molto, quindi i suoi muscoli non sono ancora abituati.» Pete stava ancora stringendo e massaggiando le gambe di Khun in quel modo, nel frattempo potevo solo tenere le gambe dritte.

«Portami dal Dottor Top, fa così male!»

«Non morirai, sono solo crampi. Non esagerare!» Imprecai contro Khun. In precedenza, quando il Dottor Top era venuto al funerale, Khun lo aveva ignorato, ma in quel momento era innamorato di nuovo.

«Porsche! Sei mio cognato! Perché continui a tormentarmi? Capisci che il Dottor Top è il mio amore.»

«Ti ama? Di recente, è venuto al funerale di Pete e tu hai versato zuppa di pesce sulla testa di Vegas. Ho visto il Dottor Top alzarsi in piedi scioccato…»

Accidenti, avevo parlato senza riflettere. Pete si fermò e finse di non prestare molta attenzione a quello che stavo dicendo. Scusa Pete, non intendevo farlo. Sapevo che non voleva sentire il nome Vegas, ma invece lo avevo detto io.

«Deve aver visto P’Khun e pensato che fosse fantastico.» Chè rise e si avvicinò per prendere la medicina del massaggio e darla a Pete.

«Beh, pensa a qualunque cosa ti metta a tuo agio!»

«Ma quel giorno Vegas ha fatto finta di non saperlo. Avrei dovuto prendere l’intero piatto e versarglielo addosso. Che schifo! Invece di dirmi che non eri morto, si è alzato in piedi e ha sorriso, ma ha fatto finta di niente.» Sapevo che Khun l’aveva detto senza pensare ma Pete non reagì. Si aggiustò il viso, fece un massaggio ai piedi di Khun, convincendosi a concentrarsi solo su di loro.

«Aspetta un minuto, ti porterò sotto la doccia per farti fare la pipì. Riuscire a sopravvivere in questo modo è un miracolo. Vegas è uno psicopatico, lo sai?!» Khun continuava a dirlo. Guardai in silenzio Pete che cominciava ad avere un’espressione di disagio.

Che tipo di psicopatico è? Cosa voglio sapere ora?

«Ti ho raccontato un sacco di brutte cose del passato. Dieci anni non sono finiti. Così ho avuto una nuova storia. I miei amici del college me ne hanno parlato. Sfortunatamente, dei trenta gay nella mia compagnia, venti hanno perso la verginità con Vegas.» Pete si bloccò improvvisamente. Fece un respiro profondo e fermò il movimento della sua mano. «Continua il tuo massaggio, sto ancora male. Ahi!» Khun diede una gomitata a Pete.

Pete cercò di chiudere gli occhi e calmare il suo umore. Cominciavo ad essere un po’ seccato a causa di Pete. Non si sentiva bene a causa di cose del genere, o era perché c’era qualcosa di più oltre a quello che sapevamo di Vegas? La cosa continuava a catturare la mia attenzione.

«È vero? Che ne dici degli altri dieci?» Volevo togliermi le scarpe e metterle in bocca a mio fratello.

«Gli altri dieci sono stati presi da Kinn Hehe.» disse Khun con un sorriso beffardo e si voltò verso di me. Sentendo questo, la mia testa improvvisamente divenne calda.

«Merda! Chi! Quale persona!» Chiesi immediatamente con rabbia.

«Il fuoco della gelosia sembra molto forte. Ma è passato molto tempo. Giusto? Stavano dando la caccia a Kinn perché sarebbe stato bello potersi avvicinare a lui e chiunque vorrebbe averlo. Ma quando non potevano, immagino che si rivolgessero a Vegas!»

«Chiudi la bocca, Khun!»

«Ehi, il mio amico ha detto questo di Vegas. Ha detto che quando erano insieme avrebbe dovuto allungare la mano ed essere disposto a essere legato al letto e chiedere a Vegas di compatirlo. Beh, è uno psicopatico pazzo.» Quindi Khun alzò le mani sopra la testa, come se avesse le mani legate ed emise un suono viziato mentre gemeva. «Ah, no, ti prego… temo… perdonami… ahh…»

Quando Khun si comportava così, anche se mi dispiace per Pete per averlo visto chinare la testa, non potevo fare a meno di ridere.

«Davvero, Phi?» Anche Chè cercò di trattenere la sua risata.

«No… Ah… beh… Ugh… Abbastanza… sì… ! Riesci a crederci?! E lui disse che non poteva vedere e fare niente, solo sentire Vegas dentro di lui finché non poté solo urlare per la frustrazione…»

«Scusi signore.» disse Pete.

«No, il tuo massaggio è stato buono.» Ma Khun non si fermò lì. «Vegas fa un sacco di sesso duro. I miei amici a volte devono essere sculacciati o qualcosa del genere per stare al passo con il piacere che Vegas dà loro. Quel bastardo è un completo disastro.»

«Khun, BASTA! Non dire sciocchezze.» Spinsi immediatamente via Khun, che emise un piccolo suono.

«Hehe. Cosa c’è che non va in te? Anche Kinn è così?» Era come se nessuno mi stesse ascoltando. Chè si era divertito con la storia di Khun, per quanto riguarda lui, sapeva descrivere le cose in modo sorprendente.

«Ma quello che ho detto è vero… Oh… Pete! Fa male. Vuoi uccidermi?» Pete lasciò andare la gamba di Khun e chinò di nuovo la testa per scusarsi. Pensavo che fosse strano, sentii il potere vendicativo di Vegas venire emanato dolcemente da Pete. 

Pete, non dirmi che non capisci. Vegas fa quello che dice Khun e tu lo senti?

«Penso che fareste meglio ad andare a fare un bagno caldo. Per migliorare le cose.» disse Pete in tono calmo ma sinistro.

«Va bene, va bene, ma cosa hanno i tuoi occhi?» Le risate cessarono quando Khun non parlò. «Pete… Cavolo! Potrei sbagliarmi. Non c’è modo che possa succedere qualcosa a te e a Vegas come con Porsche e Kinn, giusto?» Khun si voltò per chiedermelo con curiosità, quindi mi misi la mano sulla faccia infastidita da Khun.

«Vuoi che ti cavi gli occhi, lasciando solo un bulbo vuoto, bastardo?»

In quel momento, i sentimenti di Pete erano ciò a cui pensavo. A quanto pare, il fuoco nel corpo di Pete doveva essere stato acceso e divampato. 

Bastardo Khun, maledetto!

«Scusate.» disse Pete, poi uscì dalla palestra.

«Oh! Pete, stai bene? Che c’è che non va in lui? Ho detto qualcosa di sbagliato? E la mia gamba?» Khun non smise di parlare.

«Chiama Top e chiediglielo!» Mi alzai da terra e seguii frettolosamente Pete.

«Pete, stai bene?» Afferrai il braccio di Pete per impedirgli di camminare perché i suoi piedi stavano quasi raggiungendo la parte anteriore della stanza.

«Oh sto bene.» Pete si voltò e mi rivolse un debole sorriso. Così tirai fuori una sigaretta dalla tasca dei pantaloni e ne diedi una anche a lui.

«Ehm… Grazie.» Pete mise una sigaretta in bocca e la accese con un fiammifero. «Dannazione, mi fa sentire bene! Non fumo da molto tempo.» disse, guardando le sigarette. Comportandosi come se fosse qualcosa che stava cercando da molto tempo.

«Non ascoltare Khun!»

«Senti, se quello che dice Khun è vero, non mi riguarda. Chi sono io e cosa ha a che fare con me? Sono tutti affari di Vegas.» disse Pete con voce tremante. Lo guardai e sospirai forte. 

Quale azione ha compiuto Vegas per influenzarti anche solo a sentirne parlare? Anche se la tua bocca dice di no, i tutti i tuoi occhi dicono il contrario, Pete.

«Pete, di cosa vuoi parlarmi? Puoi parlarmi per qualsiasi cosa. Anche se non sono molto bravo a dare consigli, posso ascoltarli.» dissi posando leggermente la mia mano sulla sua spalla.

«Fanculo. Mi dimenticherò di lui. Non mi interessa. Non mi interessa niente.»

Anche se non l’avevo detto apertamente, ero sicuro che Pete avrebbe dovuto sapere che potevo vedere cosa gli stava succedendo e che non riusciva ad accettarlo.

«Quello che voglio dire mi farà male. Preferirei non dirlo.» Il viso di Pete si illuminava ogni volta che era bloccato nei suoi pensieri. Non volevo pressarlo, ma volevo solo che facesse uscire quello che sentiva.

«Eh… fortunatamente sei qui. Almeno sono sano di mente.» Pete sorrise di nuovo.

«Certo… con un pazzo come Khun, dovresti esserne consapevole.» dissi con un sorriso.

«Dammene un’altra.» chiese Pete.

Infilai di nuovo una mano nella tasca dei pantaloni, tirai fuori il portasigarette e glielo consegnai. Ma siccome volevo fare una passeggiata mattutina per comprare il latte di soia davanti al vicolo, tirai fuori anche il portafoglio e me ne dimenticai completamente, almeno finchè infilando la mano nella tasca, il mio portafoglio non cadde. 

«..Oh!» Pete si chinò e raccolse il mio portafoglio aperto. Lo guardò con noncuranza mentre fissava la foto all’interno e corrugava le sopracciglia.

«Ah, la tua sigaretta.» Presi il mio portafoglio e invece misi una sigaretta in mano a Pete, per poi mettere subito il portafoglio nello stesso posto. Non sapevo cosa avesse visto Pete. Aveva visto una foto del problema a cui non riuscivo a non pensare in quel momento? 

«Ehi Pete.»

«Eh?» Pete si alzò, fumò comodamente e si voltò alzando un sopracciglio verso di me.

«Se sono curioso dell’affiliazione della famiglia principale dieci anni fa, a chi dovrei chiedere?» Almeno questo dovevo chiederlo, così qualcuno avrebbe potuto aiutarmi, ma ero ancora indeciso se indagare segretamente o dirlo a qualcuno. Per questo avevo chiesto umilmente prima a Pete.

«Ummm… P’Chan sa tutto.»

«E sai qualcosa delle affiliazioni?»

«Sono qui da alcuni anni, ma Khun è solo bloccato con la fabbrica di cioccolato.» disse Pete, soffiando il fumo dalla bocca.

«Riguardo all’atto di proprietà di Baan Goo, sai qualcosa?» Cercai di fare abbastanza domande per capire le parole dello zio di quel giorno.

«Oh, stai bene, Porsche?» Pete si voltò verso di me con un’espressione confusa.

Cosa devo fare? Sembra che chiederò a Pete di aiutarmi. Sarà più veloce ottenere chiarezza su ciò che lo zio ha detto. Voglio la verità e tranquillizzarmi, perché le parole dei vecchi mi fanno sempre dubitare.

«Pete, devi aiutarmi!»

«Io? Perché io?» Pete indicò se stesso. L’espressione del suo viso era come quella di chi stava per piangere.

«Non mi fido di nessuno tranne di te.»

«L’ultima volta, il signor Kinn ha detto la stessa cosa. Puoi fidarti di qualcun altro? Arm e Pol, ci si può fidare di quei due bastardi. Credimi!» Pete sembrava aver paura di stare lontano da Kinn. 

Eh, cosa devo fare?

«Ma non ti metterò nei guai.»

«Voi ragazzi meritate davvero di essere marito e moglie. Il signor Kinn ha detto la stessa identica cosa.» Sembrava che Pete ‘avrebbe rifiutato ostinatamente. Ma gli assicurai che la cosa su cui sto cercando di indagare ora, non lo avrebbe portato sicuramente alla morte come Kinn. 

Ci avevo pensato per un po’ e ancora non riuscivo a trovare una via d’uscita a quel problema. La storia dei miei genitori, da dove dovevo iniziare? O anche come la famiglia principale aveva conosciuto i miei genitori? Ma i miei genitori avevano già aperto una società di importazione di automobili. Quindi avevo interpretato io stesso che la mia famiglia avrebbe potuto commerciare o essere stata coinvolta con la famiglia principale. Pertanto, l’affiliazione non era affatto difficile per iniziare.

«Sì! Va bene. Dannazione! Cos’hai? Se posso aiutarti, lo farò.» disse Pete all’improvviso, forse perché mi aveva visto in silenzio per molto tempo.

«Veramente?»

«Vero, ma devo ricordarti che non voglio più infiltrarmi in casa di nessuno. Solo con Vegas sono… Traumatizzato!!!» Pete si morse forte il labbro, come se non parlasse senza deterrenza. Vederlo così, mossi gli angoli della bocca e non resistetti alla tentazione. «Prometto che non ti riporterò indietro… eheh.»

«Dannazione Porsche!» 

Corsi per evitare i piedi di Pete. Non per deriderlo, ma vedendo il suo viso che si imbarazzava, quando ci pensavo non potevo fare a meno di fingere di prenderlo in giro.

Speravo di poter risolvere facilmente questo problema e speravo che non influisse sulla reazione con Kinn. Pregai che le cose non fossero come pensavo. Khun Korn ei miei genitori potrebbero essere stati amici prima, quindi avevano scattato foto insieme.

Oppure avevano una precedente relazione commerciale. Ma anche così, Khun Korn non si ricordava di me?

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