KINN PORSCHE – CAPITOLO 41

E se …

-Porsche-

«Lo sapevo…» dissi lentamente e subito dopo, le mie lacrime iniziarono a scendere, mentre tutte le mie emozioni e frustrazioni accumulate esplosero allo stesso tempo. 

Avevo chiesto solo una cosa a Kinn, di essere onesto con me. E io mi fidavo di lui… mi fidavo scioccamente di Kinn. Ma cosa avevo ricevuto in cambio? Non solo mi aveva nascosto il fatto che Pete si fosse intrufolato da solo nella tana di Vegas, ma anche il fatto che era disposto a rischiare tutto solo per ottenere ciò che voleva. Mi aveva già spezzato il cuore quando Pete era quasi morto a causa della sua disperazione, ma ora che i miei genitori… la nostra casa era coinvolta, pensavo che avrei perso la testa.

«Mi hai preso in giro, Kinn…» Mi presi la testa. I miei occhi erano tutti offuscati dalle lacrime che non smettevano di uscire. Ero ancora una volta a pezzi, indifeso e debole davanti a lui. Con una mano strinsi forte i capelli e con l’altra la maglietta. Il mio petto si stava spezzando, era stato come se fossi tornato di nuovo nella stessa situazione, mentre le ferite che non erano ancora rimarginate riaffiorarono davanti ai miei occhi.

«Porsche… Per favore. Adesso è tutto passato.» Disse Kinn, ovviamente scosso. Probabilmente non si aspettava che fossi di nuovo così fragile, dopo quel tempo in cui mi aveva quasi perso completamente.

«Questo è l’unico ricordo lasciato dai miei genitori Kinn… l’unico rimasto… Come osi minacciare di prenderlo a me?» Mi morsi il labbro, mentre cercavo di trattenere le mie emozioni. «L’ultimo… Perché cazzo mi hai fatto questo?»

Come osi ricattarmi quando sei ben consapevole che quelle sono solo minacce vuote?

Volevo arrabbiarmi. Insultarlo, prenderlo a pugni in faccia… Ma ogni volta che il mio sguardo incontrava quello di Kinn, mi confondevo sempre.

«Papà voleva che tu restassi, perché sapeva che eri una brava persona e perché si preoccupa per te.» Disse piano Kinn, prima di afferrarmi lentamente entrambe le guance.

Bugie.

«Ma perché… perché devi farmi questo? Perché devi ricattarmi e nascondermi la verità? So di essere ingenuo su come funziona la Legge, ma Kinn. Questo sono io. Questo è casa mia, come osi?» Chiesi con voce roca, mentre il mio corpo cadeva a terra. 

Chiamami sensibile, ma ogni volta che si tratta dei miei genitori, non posso fare a meno di emozionarmi. 

A peggiorare le cose, l’ultimo ricordo che ci avevano lasciato mi era quasi sfuggito di mano. Sapere che la famiglia principale ne era consapevole non faceva che aumentare la mia umiliazione. Quelle notti insonni, le discussioni senza sosta e persino la contemplazione del suicidio perché non potevo più sopportare il dolore… Fu tutto inutile.

«Ma quella casa era già tua, Porsche. Papà te l’ha già restituita.» Kinn si sedette di fronte a me e cercò di abbracciarmi liberamente.

«Sì! Adesso è mia. Dopo tutto il trauma, le notti insonni e i continui pensieri per farla finita. Pensi che sarebbe facile dimenticare tutto questo?» Spinsi il petto di Kinn e lui inciampò all’indietro.

«Porsche, mi dispiace… lo ammetto. Ho sempre saputo del debito di tuo zio e di come ha usato la tua casa come garanzia. So anche che il contratto è nullo e, al momento giusto, alla fine avrai tutti i diritti e sarà tua.» Kinn spiegò lentamente mentre si sollevava da terra.

«Allora perché… Perché mi hai ingannato facendomi lavorare per te?» chiesi senza fiato.

«Papà ha visto che avevi del potenziale, e eri l’unico che poteva proteggermi. E quella volta ti odiavo ancora così… Ho lasciato che facessero quello che volevano.» Kinn disse un po’ nervosamente.

Mi hai usato.

«Allora, stai dicendo che sei solo il burattino di tuo padre?» Deglutii a fatica mentre nuove domande spuntavano nella mia testa.

«Non lo sono, tutto quello che so è che tuo zio vuole soldi. Ma ora è diverso. Ti amo e volevo che tu fossi al mio fianco non per proteggermi, ma perché volevo proteggerti io stesso.» Aggiunse.

«Mentre usi l’ultimo ricordo dei miei genitori per intimidirmi e lavorare per te e per prendermi in giro. Ti è mai passato per la mente quello che ho provato in quei momenti? Cosa proverà mio fratello… e come quelle tue azioni insolenti ci influenzeranno?» Urlai, prima di spingere all’improvviso Kinn e precipitarmi fuori dalla stanza.

«Porsche per favore! Ascoltami!» Sentii la voce di Kinn dietro di me, ma non osavo affrontarlo.

Mi ero fidato di lui. Mi fidavo di Kinn ma in quel momento, non sapevo se potevo ancora affrontarlo dopo quello che aveva detto.

Passai davanti alle guardie del corpo che mi fissarono irritate. Stavo per scendere nel corridoio, ma quando i miei piedi stavano per raggiungere le scale, sentii la voce di Kinn dietro di me.

«Non osare nemmeno pensare di uscire di casa, Porsche.» Disse Kinn cupamente. Una minaccia, se avessi osato mettere un piede fuori casa, mi avrebbe trascinato di nuovo dentro in modo aggressivo. I miei piedi si fermano automaticamente da soli. La mia mente mi diceva che dovevo allontanarmi da lui, ma il mio corpo non collaborava. Stavo tremando per l’angoscia, il dolore del tradimento e la confusione.

Kinn fece un passo svelto e quasi corse solo per raggiungermi. Ma quando mi sono resi conto che era solo a pochi metri di distanza, afferrai la maniglia della porta più vicina che potevo vedere e mi precipitai all’interno della stanza. Sbattei la porta in faccia a Kinn, e l’idiota iniziò immediatamente a sbattere i pugni contro quest’ultima.

«Porsche! Apri questa porta!» La voce di Kinn echeggiò, mentre la maniglia si muoveva con insistenza. «Per favore! Solo… Parliamo. Ascolta prima… Per favore…» Il suo tono sembrava aggressivo ma alla fine divenne dolce, rendendosi conto della situazione in cui si trovava.

Rimasi in silenzio, mentre mi accasciavo e mi appoggiavo con la schiena alla porta. Non sapevo in quale stanza avevo fatto irruzione, o quante persone ci fossero. Mi ero solo sentito molto più calmo di prima.

L’atmosfera all’interno della stanza era tranquilla, calma e costante. Mi aveva ricordato i muri che avevo davanti e che Kinn aveva abbattuto. Era l’unico che poteva sfondare ogni barricata che avevo costruito. Indipendentemente da quanto fossero alti e robusti, Kinn era riuscito a farli cadere rapidamente in un modo che non credevo che nessun altro avrebbe mai potuto fare.

Ma ora era diverso perché la porta tra di noi mi aveva fatto capire che il muro si stava lentamente ricostruendo. E proprio come la mia fiducia, i colori che Kinn aveva portato nel mio mondo erano svaniti gradualmente.

«Porsche, per favore… É tutto nel passato.» La voce di Kinn era più morbida di prima, invitandomi gentilmente a rispondere.

«Sì, è tutto nel passato. Ma se non l’avessi mai scoperto, sarebbe rimasto sepolto per sempre, giusto?» Dissi piano.

«Non mi sono preso gioco di te, né dei ricordi che i tuoi genitori hanno lasciato per te e tuo fratello.» La sua voce suonava relativamente più vicina, al punto che pensai che anche lui fosse crollato a terra come me. «Ammetto che volevo vendicarmi quella volta, ma ora è diverso… Voglio solo che tu fossi al mio fianco. Per favore, credimi.» La sua voce tremava e suonava roca.

Mi abbracciai le ginocchia per seppellire la mia faccia tra di loro. La mia mente si rifiutava di capire la sua spiegazione perché tutto ciò che potevo vedere erano i volti dei miei genitori e di mio fratello minore. Il ricordo della faccia piangente di Chè quel giorno in cui era entrato irrompendo in casa mia si ripeteva nella mia testa.

«Siamo felici adesso… Non lo siamo Porsche?»

No.

Era stata la risposta che mi era venuta in mente, ma la mia gola era così secca che non potevo dire nulla.

Siamo felici? In un certo senso, credo di sì.

«Ma mi fai sempre sentire un estraneo e rifiuti di aprirti con me a meno che non ti costringa a farlo. Voglio sapere come tuo padre ha incontrato i miei genitori e come sei venuto a conoscenza dell’atto… Voglio disperatamente mostrarti la foto che mio zio mi ha dato. Ma dubito seriamente che mi diresti qualcosa.»

Quando la sensibilità del mio cuore entrò in gioco, mi persi completamente nei miei pensieri. Non mi importava se qualcuno avesse potuto vedermi, non posso più farne a meno.

Kinn rimase in silenzio e per un po’ pensai che se ne fosse andato. 

«Sai… Quanto avrei voluto batterti prima?» Disse dal nulla. «Ricordo ancora quando ci siamo incontrati per la prima volta? Sei rimasto lì, a guardare mentre venivo picchiato davanti ai tuoi occhi. Ero così infastidito, e non riuscivo a credere che ci fossero ancora persone così in questo mondo…» Disse Kinn con uno sbuffo.

«Quando mi avvicinai a te per chiedere aiuto, mi chiedesti dei soldi. E non mi avresti aiutato a meno che non avessi detto che eri d’accordo.» Deglutii tra un sussulto. Mentre sentivo un duro groppo in gola. Lo odiavo così tanto per avermi ingannato, ma perché cazzo non riuscivo a smettere di amarlo?

«Sei così fastidiosamente testardo. E l’unica cosa che potrebbe farti ascoltare è quando mi arrabbio con te…» 

Cercai di chiudere gli occhi per smettere di pensare, ma ogni volta che ci provavo, le scene con Kinn apparivano nella mia mente. 

«E quando papà mi ha detto che dovevo farti lavorare per me, il mio mondo è crollato, pensando come avrei potuto vivere con qualcuno come te. Quando sei venuto a lavoro il tuo primo giorno, sai che ho dovuto prendere pillole per l’emicrania? Hai quasi dato fuoco alla mia stanza, hai pisciato nello stagno ed ucciso i nostri pesci e per questo hai rotto il vecchio cuore di mio fratello, hai insultato i miei amici, litigato con tutti e portato il ​​caos intorno a me.» Kinn ridacchiò. «Eri così testardo e non hai mai avuto paura di niente… Hai persino fatto uscire Macau di corsa dicendo che lo avrei pestato…Ogni tua azione non ha mai lasciato la mia vista. All’inizio lo trovavo fastidioso ma alla fine mi ha fatto capire che non era solo quello.» Disse con una lunga pausa.

«Quando prima mi hai chiesto quando ho cominciato ad amarti, non saprei darti una risposta. Non era solo perché ero confuso, ma per il fatto che probabilmente mi sei piaciuto già dal primo giorno. E io sono solo uno stronzo che non sa ammetterlo.» La voce di Kinn divenne sempre più sommessa ma non potevo tollerare di ascoltare quello che diceva perché ero così perplesso.

«Sono quello che vuole proteggerti di più quando sei più debole. Non sopporto di vederti a disagio né vederti piangere. Anche se, devo ammetterlo, sono quasi sempre io il motivo. Puoi dire che papà e io ti abbiamo preso in giro con il tuo problema familiare, ma ti prometto che non è così che vediamo le cose. Anche se sono colpevole e sono grato che papà mi abbia dato un ultimatum per averti come guardia del corpo. Perché se non fosse successo, non avrei potuto incontrarti… ed essere felice come adesso.» Kinn disse con una leggera crepa nella sua voce.

«Non sarei stato in grado di essere me stesso, di accettare i miei difetti. Non sarei stato in grado di ampliare la mia prospettiva alle possibilità e cambiare la mia visione della vita… e soprattutto… Non sarei stato in grado di cambiare il mio punto di vista sull’amore.»

Ogni parola che Kinn stava dicendo mi fece piangere, come se ci fosse un nodo nel mio petto che mi stringeva così dolorosamente forte. Non riuscivo proprio a togliermi Kinn dalla testa, e le parole di Tae erano rimaste con me mentre cercavo di pesare ed elaborare tutto.

‘È vero che quando ami veramente qualcuno, non sei in grado di pensare con chiarezza. Finirai per fare cose stupide e lo perdonerai persino un milione di volte solo per tenerlo con te…’

E per quanto Kinn mi avesse ferito, ero disposto a perdonare se il mio cuore era ancora lì. Ero così devastato perché la questione riguardava i miei genitori e Porsché. Kinn, d’altra parte, era la persona che adoravo di più. Non riuscivo a lasciarlo andare.

«Ecco, Porsche…» Non sapevo da quando Tankhun si fosse avvicinato a me, ma quest’ultimo era già accovacciato e mi accarezzava dolcemente la spalla.

«Lascia che ti abbracci.» Tankhun mormorò, prima di avvicinarsi per un abbraccio. Ero ancora in uno stato di shock e quando mi resi conto di nuovo della situazione, avevo già iniziato a singhiozzare sulla spalla di Tankhun. «Sei anche mio fratello… e qualunque cosa accada, sarò sempre accanto a te…» Disse Khun, accarezzandomi dolcemente la testa.

Poteva sembrare pazzo, sconsiderato ed assurdo ma nonostante tutto, era ancora un fratello maggiore che si prendeva cura dei più piccoli. Non sorprendeva che quei tre fratelli si adorassero così tanto perché, nonostante le loro differenze, riuscivano comunque a proteggersi a vicenda.

Tankhun continuò a confortarmi e ad accarezzarmi la testa, quando alla fine qualcuno posò le mani sulle mie spalle, facendomi alzare lo sguardo.

«Acqua?» disse Pol, porgendomi un bicchiere di acqua tiepida. Alla fine allungai la mano per prendere il bicchiere e bevvi lentamente.

«Qual è il problema, Porsche?» chiese Pol con cautela mentre prendeva il bicchiere dalle mie mani.

«Non conosco l’intera situazione ma ascoltando tutto, mi sono fatto un’idea approssimativa… e volevo solo farti sapere che Kinn ti ama così tanto. Non ho mai visto quel bastardo così con nessuno prima d’ora se non con te, Porsche. A proposito di papà, ti vuole davvero bene. Quanto a me, ti vedo come il mio vero fratello, e anche Kim potrebbe provare lo stesso, ma lascia perdere quell’idiota, non abbiamo bisogno della sua opinione.» borbottò Tankhun, prima di tirarmi su da terra per un braccio. Ero un disastro e preoccupato per i miei pensieri di non aver notato il silenzio dall’altra parte. Kinn probabilmente era già andato a incontrare suo padre prima della riunione.

«Vuoi che schiaffeggi quella merda di Kinn?» disse Tankhun, guidandomi sul divano della sua stanza.

«Khun, non sappiamo ancora di cosa stessero discutendo.» Pol borbottò di lato.

«Non mi interessa! Ha fatto piangere Porsche, e non lascerò che Kinn la faccia franca! Come osa?» Tankhun esclamò, gesticolando con le mani avanti e indietro mentre guardava la porta con rabbia.

«Questo è intelligente Khun. Scegli il lato più sicuro.» sussurrò Pol a Tankhun, come se non fossi lì ad ascoltare.

«Non sono sicuro di chi abbia ragione o torto, ma in questo mi schierò sicuramente con Porsche perché cazzo! Vincerà sicuramente!» disse il bastardo, avvicinandosi all’orecchio di Pol.

«Va bene! Quindi, siamo entrambi dalla parte di Porsche! Affare fatto!» Pol e Tankhun si strinsero la mano e io assottigliai gli occhi verso di loro.

«Di cosa state parlando?» borbottai di lato, come se non sapessi che stessero parlando di Kinn e me, come un branco di galli da combattimento fuori dalla cabina di pilotaggio.

«Merda!» Dissero all’unisono i due bastardi ed io li guardai male.

Il mio cervello iniziò a elaborare molte informazioni a seguito degli eventi di oggi. Non ero sicuro che Kinn mi stesse ancora nascondendo qualcosa in quel momento. E stava solo a loro vedere se mi avessero detto o no la verità. Come avrei potuto trovare le risposte che stavo cercando ora? Stavo già dubitando di me stesso… e se fosse così, di chi potevo fidarmi adesso?

«Khun, posso chiederti una cosa?» Mormorai.

«Sì, che succede?» Gli occhi di Tankhun si illuminarono e mi fissarono come una persona innocente.

«Qual è il conflitto tra la famiglia principale e la seconda famiglia?» Dopo aver esposto la mia domanda, lo sguardo di Tankhun si trasformò subito in rabbia. Sospirò profondamente, si alzò e incrociò le braccia mentre camminava. Quando capii che stava per dire qualcosa di importante, mi appoggiai allo schienale del divano con le gambe incrociate e lo guardai.

«La seconda famiglia era terribile! Piena di inganni e un mucchio di stronzi!» Khun disse con le mano sui fianchi. 

«Khun, è la stessa cosa.» disse Pol a lato.

«Oh? Sì! Sono stronzi!» Ribadì con rabbia più di prima.

«Posso avere più carne qui? E anche delle uova?» chiesi, mentre prendevo il secchio di popcorn sul tavolino di Tankhun per mangiare.

«Non abbiamo scorte di uova qui… ma comunque, quello che stavo dicendo è che volevano rovesciare la famiglia principale, disperatamente. Quando hanno scoperto che ero nato, hanno cercato di rapirmi. E hanno persino provato ad uccidermi innumerevoli volte!»

«Se papà sapeva già che è la seconda famiglia che ha cercato di ucciderti, perché non ha fatto niente?» chiesi interrogativo.

«Perché mio padre era un ottimo figlio di Agong. E quando Agong è morto, ha detto…» Tankhun si fermò e tossì: «Voi ragazzi dovete amarvi. Entrambi siete l’unica speranza della famiglia. E se vi siete trovati nel mezzo di una lite, perdonatevi e ricominciate.» I popcorn che stavo mangiando mi rimasero quasi in gola quando Tankhun imitò suo nonno perduto da tempo.

«Khun, non prendere in giro Agong.» disse Pol severamente, ma quest’ultimo sembrò imperturbabile.

«Indipendentemente da quanto si comporti male la seconda famiglia; mio padre sarà sempre lì per aiutarli a coprire le loro merdate. La nostra famiglia non vende mai droga, ma quei bastardi sì! E anche se i nostri affari andassero bene, sarebbero troppo invidiosi. Proprio come Macau era invidioso di me. Quell’idiota mi colpiva sempre in testa con un bastone, e mio padre incolpava sempre qualcuno che non fosse lui!»

«Allora perché non lo affronti?» 

Hai lasciato che un bambino, che ha anni meno di te, facesse il prepotente come se fosse così facile.

«Ero così confuso allora. Sono stato rapito ancor prima che potessi aprire bocca per pronunciare la parola ‘papà’. E non sono molto in salute da quella volta, mi ammalo sempre molto.»

«Ohhh..» Pol e io cantammo all’unisono.

«Allora che ne dici di Vegas?» Chiesi e strinsi in automatico il pugno. 

«Quel cretino è nato all’inferno. Quando si è reso conto che Kinn era l’erede della famiglia principale, è diventato geloso quanto suo padre. Farà di tutto per sconfiggere Kinn. Tra l’altro non credo lo faccia solo per avere l’amore di suo padre, anche perchè in realtà li ha usati solo per ottenere l’accettazione nella famiglia principale. Lo zio Kan è astuto da morire!» Urlò.

«C’è stato un tempo in cui lo zio Kan mi aveva chiesto di portarlo nel seminterrato segreto, e io lo avevo portato. Dopodiché mio padre mi ha sparato con una pistola a pallini, sono quasi svenuto e morto!» Quest’ultimo aggiunse. Non sapevo cosa avrei dovuto provare a riguardo. Voglio dire, avevo pietà di lui, ma cazzo era così stupido.

Ma ciò che aveva attirato la mia attenzione era stato Vegas. Era così bifronte, come se fosse stato cresciuto per essere così.

«Ma anche se odio così tanto Vegas, provo comunque pietà per lui. Ha perso sua madre e si dice persino che sia stato a causa delle azioni di suo padre e del mio. Ma chi crederebbe che papà fosse coinvolto?» disse Tankhun, e io mi limitai a guardarlo.

«Sono con la famiglia principale per molto tempo, ma questa è stata la prima volta che ti sento compatire Vegas, giovane maestro.» Pol si voltò verso di me e io quasi gli sbattei la testa in risposta.

«Beh, lo zio Kan non ha prestato molta attenzione a entrambi. Ma non significa che perdonerò Vegas per aver rapito Pete. Questa è una situazione diversa.» disse Tankhun con la massima decenza e convinzione. «Mostra solo che il denaro da solo cambia le persone. Lo desideravano disperatamente perché può darti potere, superiorità e persino controllo su alcune persone… La battaglia tra i concorrenti esterni è stata dura, ma la guerra all’interno della famiglia è peggio che mai.»

La pioggia sembrava cadere, perché Tankhun aveva messo sul tavolo apertamente le sue conoscenze sulla seconda famiglia. Cercai di riorganizzare tutto ciò che avevo imparato oggi, e mi venne in mente che dovevo davvero occuparmi di Vegas il prima possibile.

Mi sedetti e ascoltai la storia di Vegas e Macau, cercando senza sosta di stuzzicare Tankhun. E non mi resi conto che il tempo era passato fino a quando non arrivarono le due del pomeriggio.

«Ora devo andare alla riunione.» Pol si alzò e aprì la serie che Tankhun stava guardando.

«Dopo di ciò, devi farti una doccia Signor Maestro, e io verrò a portarti del latte.» Pol aggiunse prima di voltarsi nella mia direzione: «E tu? Vieni?»

«Sì.» dissi, prima di alzarmi dal divano e seguii Pol fuori.

Non appena Pol mise piede fuori dalla porta, la sua attenzione fu catturata dall’uomo seduto su una sedia davanti alla stanza di Tankhun.

«Signor Kinn.» Borbottò Pol.

«Porsche per favore… Non essere arrabbiato con me.» Quest’ultimo mi chiamò e io rimasi fermo. Kinn poi camminò nella mia direzione e mi strinse in un abbraccio.

Era stato seduto lì per ore mentre io ero nella stanza di Tankhun. Aveva atteso pazientemente seduto sulla sedia.

«Mi dispiace davvero…» Kinn mi strinse nel suo abbraccio e affondò la testa nelle mie spalle.

Rimasi immobile, prima di allontanare delicatamente Kinn da me. «Dovresti prepararti per l’incontro.» Potevo sembrare freddo per lui in quel momento, ma dopo quello che mi aveva detto Tankhun, il risentimento nel mio cuore alla fine si era placato.

«Allora non farai…»

«Non esco di casa. Ma voglio solo un po’ d’aria fresca, quindi andrò in giardino.» Dissi con voce monotona.

«Ma pensavo volessi partecipare alla riunione?» Chiese Kinn.

«Va tutto bene. Non devo.» Risposi brevemente.

Ammisi di essermi offeso per la sua decisione, ma Kinn aveva già deciso che l’incontro si sarebbe tenuto oggi, e se era a suo agio, lo avrei lasciato stare.

«…Va bene. Aspettami, torno subito.» Kinn mi lanciò un’occhiata perplessa, ma lo respinsi scacciando via il bastardo.

«Vai, ora.» Spinsi Kinn in direzione di Pol, e l’idiota mi diede un’occhiata di traverso prima di uscire finalmente. Distolsi lo sguardo da lui perché ancora non capivo perché diavolo non riuscivo a dimenticarlo.

Quando Kinn scomparve dalla mia vista, scesi lentamente le scale per dirigermi direttamente da Pete. Non avevo idea se avesse partecipato alla riunione, ma non sapevo proprio dove andare.

«Oh, Porsche. Hai già mangiato?»

Mi fermai immediatamente quando incontrai Khun Korn e P’Chan, che avevano in mano un mucchio di documenti, probabilmente per l’incontro.

«Ho già mangiato Khun Korn. Grazie.» Risposi, abbassando la testa. Ero ancora nel mezzo del conflitto della mia esistenza mentre l’atto di proprietà vagava nella mia testa.

«Perché sembri così giù di morale? Hai litigato con Kinn?» Chiese Khun Korn.

«No. Sono solo… un po’ stanco.» Cercai di mantenermi il più formale possibile, ma l’immagine che mi aveva dato Athi mi balenò nella mente. Eravamo davvero Khun Korn ed io insieme ai miei genitori nella foto? O stavo solo delirando?

«Chan, vai a dire al capo chef di portare del latte o del tè da far bere a Porsche. Questo lo farà sentire molto meglio.»

«N… Non ce n’è bisogno Khun. Ho già finito con le mie commissioni; andrò solo nella mia stanza per riposarmi.» Dissi prima di inchinarmi a Khun Korn e salutarlo.

Lasciai che andassero via prima e quando vidi che erano scomparsi, uscii dal corridoio. 

Girovagai fino a raggiungere la stanza di Pete, ma quando stavo per aprire la porta, Arm mi salutò immediatamente.

«Dov’è Pete?» chiesi interrogativo.

«Ha avuto la febbre per una ferita infetta al polso. Probabilmente lo porterò in ospedale dopo l’incontro.» Disse Arm con cautela sollevando un asciugamano umido e una ciotola d’acqua; probabilmente quelli che aveva usato su Pete.

«Allora lo lascio a te, Porsche.» Disse Arm, e io annuii in risposta.

Improvvisamente mi diressi verso il letto di Pete e misi le mani sulla sua testa.

«Che diavolo è successo Pete?» Era già meno caldo al tatto, probabilmente perché Arm gli aveva dato qualche medicina.

«U…uh…» Pete gemette piano. Guardai il viso del mio amico con un’espressione accigliata. I suoi occhi erano chiusi e sembravano nel bel mezzo di un sogno.

Come te la cavi, Pete? Come puoi vedere sempre il lato positivo?

Ero nel mezzo della mia trance mentale quando Pete improvvisamente borbottò…

«V… Vegas… mi dispiace…»

Le mie sopracciglia si incupirono immediatamente quando sentii il nome del bastardo.

«C… Dove… Sei… Dottore… Per favore… Vegas è…» continuò Pete, e la mia testa si avvicinò immediatamente al viso di Pete.

Lo sto davvero sentendo bene? Pete sta… sognando Vegas?

Non era nemmeno sorprendente che Pete parlasse di Vegas, ma una cosa mi fece capire con certezza…

‘Ti aiuterò con quello che vuoi sapere sulla famiglia principale… Ma devi fare la stessa Porsche. Promettimi che mi aiuterai con Pete.’

«Vegas… Non voglio mangiare gli spaghetti…»

Avevo bisogno di parlare con Vegas, qualunque cosa accadesse.

Tirai fuori il telefono, composi il numero del bastardo e lui rispose subito.

«Parliamo.»

[Bene.]


**************



Cosa ne pensate della serie e dell’episodio di ieri?
A noi onestamente sta piacendo perchè hanno cancellato un po’ quella tossicità di cui potevamo fare volentieri a meno.
Mamma ragazzi che chimica … e cul… emh, CHE PANORAMI!
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Anna chiappini

Pete che sogna vegas la verita sta venendo fuori finalmente

Kennino14
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Anche a me sta piacendo molto,senza alcune circostanze che nella novel erano pesanti da digerire…ha molti aspetti la serie,mi fa anche ridere 🤣

BlackCat13Vraska

Cos’hanno da irritarsi le altre guardie? Sono indecisa se odiare del tutto Kinn o solo un po’.
“Hai fatto casini su casini, ma hai anche dei difetti” Cit. probabile di Kinn. 
Khun, Pol ❤️ sempre dalla parte di Porsche.
Che? Seminterrato segreto e pistola a pallini? Bisogna approfondire…
Mi fa sempre strano vedere Korn cosí gentile. Chissà come reagirà quando scoprirà che Porsche sa quasi tutto.
Sono contenta che hanno cambiato alcune cose della Novel. Anche se faceva strano vedere Porsche che provocava 😂 immagino che siano finiti, per ora, i momenti divertenti. Iniziano i primi drammi 😓

Anna
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Che bei culetti ieri…..bella anche la novel….la scena di sesso fra i due fatta così è stata perfetta!!!!

DaniMarte

hmmm sono molto confusa , anche se all’inizio lo odiava , dopo iniziata la loro relazione poteva dirgli la verità comunque la verità e ancora lunga a quanto pare . Grazie sempre per la traduzione ❤️

Carmen
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Aahahaha assolutamente che panorami

G87P
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Che cul..panorami davvero!

Cicci_Du
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Il bacio…oh santa Cleopatra che bacio😍😍😍😍

Fanny R.Iddle

Non vedevo l’ora di leggerlo, GRAZIEEEE😍😍😍😍😍😍😍

Mara Alex

Grazie per il nuovo capitolo, è bello leggere la novel e cogliere tutte le differenze. La serie supera di gran lunga gli standard di tutte le bl viste sinora, l’acting degli attori è ottimo e credibile, la fotografia accurata cosí come la regia e finora preferisco la sceneggiatura della serie alla novel che a volte era un po’troppo fuori dalla realtà o esagerata. Speriamo tengano.

Simax81

Io vorrei davvero capire cosa è successo tra queste due famiglie, perché le informazioni sono ancora scarse. Forza Porsche, piano piano sistemerai tutto.

Per quando riguarda la serie…ecco, hanno tolto tanto “pepe” che c’è nella novel. Comunque belle scene e belli loro. Solo che trovo l’interpretazione di Porsche un po’ troppo sottotono. Ok che Porsche è ingenuo, ma è anche cazzuto, e per adesso non riesco a scorgere questo suo lato. Non è colpa dell’attore, poiché lui ha seguito le direttive della regia.
Staremo a vedere.
Grazie a voi per la traduzione

Taty
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Il drama mi sta piacendo, che dire ottimi panorami, e bravi quelli delle pulizie, quelle finestre spendenti…lucide come uno specchio ahahaha

Mara Alex

Ah ah ah ah ah ah! scusami non ho resistito! Io sono stata molto ottimista nel mio commento perchè questa serie mi è sembrata un lusso rispetto allo standard qualitativo delle bl…ma il tuo commento è super!

taty

ahahah grazie, eh si mi sentivo molto ispirata , ma direi che ad ogni puntata mi viene l’ispirazione!

anna
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panorami così mai visti nemmeno alle Maldive

Cecilia
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Anche a me è piaciuta la versione che hanno dato nell’episodio!! Bei panorami dalla finestra!! E comunque si continua a ridere a crepapelle!! Grazie per la traduzione!! 🥰

Maia
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Panorami da sogno e storia spettacolare, intensa mai noiosa.. ADORO TUTTO❤

Rashmika Mihidukulasuriya
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Sono l’unica che ha avuto la sensazione che forse tem e l’amente di time

Soniabybylove
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Super. I love KINNPORSCHE

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