EN OF LOVE MECHANICS 2 – SPECIALE 1

-Vee Vivis-

A proposito del graduation day. Quel giorno ritornai al campus, ma non da laureato, quella volta ero andato in veste di fidanzato della persona che si era appena laureata. Mark era così dannatamente bello, lo era eccessivamente, specialmente con la toga della facoltà, sembrava eccezionalmente bello.

Ragazzi avete capito cosa voglio dire con la parola bellissimo vero?

Beh, non era solo bello, elegante e carino, lui era tutte quelle cose messe insieme. Era così bello che uno come me non avrebbe saputo nemmeno come descriverlo.

Non avevo mai fatto tante lusinghe a mia moglie.

In quel momento concitato Mark spiccava tra la folla con quel sorriso ampio e luminoso e quegli occhi scintillanti. La scintilla dell’orgoglio… non importava quanto stessero brillando non lo avrei riempito di lusinghe.

“Vee.”

“Uhm?” Mi destai dal mio essere incantato quando lo sentii chiamarmi e vidi le sue mani bianche si agitavano come se temesse che non sarei stato in grado di vederlo.

Come se io non potessi accorgermi di lui, una cosa che non sarebbe mai accaduta in quanto sarei stato in grado di vederlo anche se ceco.

“Quando sei arrivato?” Mark mi chiese dopo essersi avvicinato a me.

“Poco fa.” risposi esaminando il viso del mio ragazzo.

Notai tracce di stanchezza, perché quello era il giorno delle prove, ma in quelli precedenti delle prove aveva dovuto alzarsi presto per fare foto di gruppo e quelle commemorative con gli altri studenti. Si era alzato molto presto per le prove che duravano fino a sera eppure ero consapevole che nonostante tutto aveva un bell’aspetto.

“Come ti sembro?” Aveva un bell’aspetto certo, ma non volevo rispondere onestamente perché sarebbe stato troppo.

“Ehmm.”

“Sii onesto ok, non hai bisogno di adularmi.”

“Molto bello.” dissi sorridendogli e lui finse di essere imbarazzato.

“Hai intenzione di lusingarmi?” chiese sorridendo.

“L’ho mai fatto?”

“Non lo fai sempre?”

“Davvero? E chi l’ha detto?”

“Fuse!”

“Non credergli sto dicendo la verità.”

“L’ha detto anche Kam.”

“Stessa risposta.”

“Beh, ieri anche tuo padre ha detto che ti piace farmi i complimenti.” Incalzò lui.

“È…”

“L’ha detto anche mio padre.”

“Allora deve essere vero.”

“Allora ti arrendi?” disse Mark alzando le sopracciglia come se cercasse di infastidirmi. Per me, anche se era dannatamente carino, se non avessi fatto caso a dove ci trovassimo lo avrei afferrato e avrei baciato la bocca di quel maledetto ragazzino.

“Sta a te pensare quello che vuoi.” Erano in molti a dire che mancava poco e avrei persino baciato la terra su cui camminava, beh dannazione a loro si sbagliavano.

Forse era un po’ difficile da credere, ma bastava chiedere alle due ragazze più giovani che di nascosto ci stavano scattando una foto. Le due avrebbero dovuto ammettere che quel giorno Mark era molto bello.

Da matricola  del primo anno a membro dello staff del terzo anno e quel giorno a studente laureato, il mio studente laureato. 

Come?

Anche gli altri studenti si erano laureati, ma Mark era speciale, non solo sera  laureato, ma era anche il mio laureato.

Perché questo ragazzo era così bravo?

Quando ero all’università organizzammo  l’evento per la durata di  tre o quattro giorni e quell’anno non sembrava essere molto diverso. Tre giorni di prove e poi l’evento vero e proprio quando avrebbero conseguito l’attestato di laurea. Quello era solo il secondo giorno di prove ovvero quello in cui doveva provare con le toghe e il resto. Appena finito di lavorare mi ero diretto al campus. Avevo preso tre giorni di licenza, quel giorno, il successivo e quello in cui Mark si sarebbe dovuto laureare. Avrei tanto voluto restare con lui per l’intera settimana, ma andava bene anche così.

“Sei riuscito ad avere solo tre giorni liberi, giusto?” Mi chiese e così annuii in risposta.

“Come ti ho detto sono riuscito a prendere dei giorni feriali più la domenica, quindi è solo un giorno che mancherò.” dissi guardandomi intorno. L’atmosfera non era solitaria, anche se non c’erano molte persone. La maggior parte erano laureandi e loro amici ed anche alcuni parenti che erano arrivati ​​insieme a me e che erano venuti a trovare Mark. Il giorno della consegna probabilmente ci sarebbero state il doppio delle persone.

“Non hai previsto o organizzato di prenderti qualche giorno per una vacanza?” Mi chiese Mark anche se non stava cercando una risposta, voleva solo infastidirmi.

“Mai.”

“Lo so.”

“Proprio come una persona che non smette mai di amare.”

“Beh…” i suoi begli occhi si alzarono di scatto e sorrisi quando vidi la sua bocca fermarsi.

“Quindi cosa?”

“Ecco…”

“OH! Non è vero?”

“Vado a trovare i miei amici.” Il mio bel ragazzo si voltò verso di loro che ci guardavano prima di scuotere la testa. Mark si avvicinò a loro con me che lo seguivo.

Camminavo lentamente, ma notai che il cuore di Mark batteva sicuramente molto veloce.

La luce del sole al tramonto era bella anche se breve, ma era comunque preziosa. Chiunque l’avesse guardata ne sarebbe diventato dipendente e ammirandolo dalla mia prospettiva, in quel momento non avrei mai potuto trattenermi. Alzai il telefono e scattai una foto all’unica persona che volessi fotografare.

Nel mio scatto ero riuscito a catturare sia la bellezza del tramonto sia quella della persona che stavo guardando.

Anche se nella foto erano stati ripresi i suoi amici in piedi in gruppo, non mi ero concentrato su di loro, solo su Mark. Anche se Fuse, l’ex Luna era in piedi accanto a lui, con un aspetto bello e luminoso e non molto lontano c’era Kampan che era carino e allegro… non stavo guardando quell’immagine nel suo insieme o le molte altre persone tra la folla perchè io riuscivo solo a vedere il mio bellissimo Mark, come la luce del globo serale che era la bellezza di quel mondo.

Lui era il sole ed io la sua terra che orbitava intorno a lui.

“C’è qualcuno che ti sta fotografando di nascosto.” Fuse diede una gomitata a Mark mentre abbassavo il telefono.

“Scatti foto di nascosto di cosa?” chiese.

“Stavo solo facendo una foto al sole.” dissi indicandogli dietro.

“E dove?” Il bambino fastidioso che era l’ex luna di facoltà, non diverso da me, mosse la testa per guardarlo contemporaneamente all’altro suo amico.

“Oh Vee, sono io, la mia faccia non è affatto rotonda come il sole.” disse Kam.

“Ragazzi state bloccando la luce. Ho appena visto quanto fosse bello e volevo fare una foto.” risposi prima di avvicinarmi a Mark.

“È ancora nell’età della testardaggine?” Fuse si voltò per chiedere a Kam.

“È solo il suo stile. Tutti ne hanno uno, ma è vecchio quindi non vale la pena capirlo.” Kam continuò.

“Aspetta un attimo ci sono persone più grandi di me e continui a dire che non vale la pena cercarle?” dissi puntando il dito in segno d’accusa verso il suo viso bianco che ora stava arrossendo.

“Hai intenzione di discutere con lui?” Mark chiese al suo amico.

“Non posso contestarlo.” rispose Kam dolcemente facendomi ridere.

“Stronzo debole.” disse Fuse scuotendo la testa dei suoi amici.

“Smettila o presto ci accuserà di avere qualcosa insieme.” disse Kam spingendo via la mano dell’amico.

“Lui dov’è?”

“E che mi dici di Ana?”

“Ana sa che anche se gli bacio la guancia, io e lui siamo solo amici.” disse Fuse.

“Sul serio?” chiesi io.

“Davvero. In realtà ne ho già parlato con Ana, ma continuo a non farlo perché ho paura che mi prendano a calci.”

“Chi ti prenderebbe a calci? Se a Ana non interessa allora di cosa hai paura?” gli chiese Mark.

“Ho paura che la voce possa raggiungere quell’altra persona.” Fuse disse a Mark.

“Oh! Kam lui non capisce come Ana?” continuò Mark.

“Beh se Fuse ti bacia la guancia come pensi che reagirebbe Vee?” chiese Kam.

“Non mi arrabbierei con Mark, ma sgriderei Fuse.” dissi io.

“Solo quello?”

“No, non solo quello.” risposi.

“Beh, allora non è diverso.” disse Mark guardandomi.

“È diverso perché non lo prenderò a calci come quell’altra persona, ma lo ridurrei in poltiglia.”dissi guardando Fuse.

Perché mai avrei dovuto permettere a qualcun altro di toccare con il naso la morbida gancia di Mark? Nemmeno se si fosse trattato della punta delle sopracciglia, avrei comunque rifiutato.

Ci spostammo per andare al centro congressi diretti alla facoltà di Ana perché era in ritardo   e non sarebbe arrivata in tempo. La strada era ancora aperta e permettevano ai laureati di usare l’autobus dell’università, ma i miei ragazzi dovettero tornare con la mia macchina. Non c’erano solo Kam e Fuse, ma anche molti altri ragazzi erano saliti accalcandosi in macchina. Era un bene che la macchina avesse molto spazio, altrimenti sarebbero stati ancora più schiacciati l’uno sull’altro.

“Facciamo prima una foto del gruppo.” disse New,  o New Year o chiunque chiedesse  agli altri ragazzini di scendere e fare una foto insieme, loro annuirono 

“Sei già andato a trovare i tuoi genitori?” Mark mi chiese prima di uscire dall’auto.

“Non ancora, aspetterò che tu sia pronto.”

“A notte fonda?” Si voltò per chiedere.

“Beh, quanto potrà essere tardi Mark? Stai solo facendo delle foto.”

“Beh i miei amici vogliono continuare a festeggiare, vogliono uscire più tardi.” Il suo viso sembrava troppo spaventato anche solo nel menzionare la cosa.

“E tu andrai con loro?” Alzai le sopracciglia per chiedere.

“Non vedo ed esco con i miei amici da molto tempo.”

“Sei mesi.” risposi. Era passato così tanto tempo dalla loro ultima uscita  perché Mark aveva sempre fatto avanti e indietro dal campus a casa sua o nel posto dove lavoravo, a dir la verità la maggior parte del tempo l’aveva trascorsa da me anche se delle volte era anche tornato all’università per poter andare a trovare i miei genitori.

Io ci ero già passato una volta e senza rendermi conto della direzione in cui stavano andando le cose e poi c’era la nostalgia. Non che desiderassi stare così tanto stare là, ma quell’atmosfera non c’era da nessun’altra parte. Il nostro percorso lì era finito, non saremmo più dovuti tornare, ma a volte mi piaceva l’idea di ritornare per un po’, andava bene lo stesso. Tornare per stare con gli amici e avere voglia di uscire era naturale.

Tuttavia non mancava molto al suo giorno importante ed io avevo solo paura che uscendo avrebbe poi dimenticato il vero scopo per cui eravamo lì.

“Non mi lasci andare?” disse supplichevole, ma lo sguardo nei suoi occhi mostrava che era sicuro che parlare in quel modo sarebbe stato efficace, il che ovviamente lo era.

“Puoi andare.”

“Veramente?”

“Ma prima devi andare a casa.” gli rammentai e lui mi sorrise raggiante.

“Ok.” disse prima di aprire la porta e raggiungere i suoi amici.

Scesi dalla macchina e mi avvicinai al luogo delle attività. Molte persone mi videro e molti ancora alzarono la mano in segno di rispetto, prima di voltarsi l’uno verso l’altro. Se non andavo errato, molti di quelli che mi salutarono facevano parte del gruppo di matricole che una volta avevo guidato. Dire che erano le mie matricole però non mi suonò giusto, perché la mia matricola stava sorridendo con gli amici e quegli altri bambini…

“Bar non è ancora arrivato?”

“Quando arriverà YiWa?”

“Mi manca Pond, che giorno arriva?”

Sì, non erano di certo le mie matricole, ma sembrava che io rappresentassi tutti i loro senior. 

“Gli altri verranno il giorno della cerimonia, ma Bar e YiWa sono già qui.” dissi e rimasi lì a chiacchierare per un po’ prima di scattare delle foto con loro e poi scattarne alcune con l’intero gruppo.

I ragazzi iniziarono ad affollarsi intorno a me. Non solo i laureandi, ma anche alcuni del primo e del secondo anno fecero lo stesso. I ragazzi ai primi anni mi conoscevano come il “papino” della facoltà di ingegneria e il fidanzato di Mark. Scattai delle foto con loro, ma i miei occhi continuarono a guardare il mio ragazzo. Non sapevo se essere grato o essere invidioso di me stesso o provare compassione per il me stesso degli anni precedenti. Era bello avere un ragazzo come Mark, qualcuno amato da molte persone, ma che amava solo me.

“Vee quando sposerai P’Mark?”

“Cosa?” Distolsi gli occhi da Mark per guardare colui che mi aveva posto la domanda. Si trattava di una ragazzina in piedi con i suoi due amici che faceva smorfie timide.

“Sta già da molto tempo con Mark.”

“E siamo stati tuoi fan per molto tempo…”    

Sì… e… ?

“Allora quando ti sposerai?” 

Accidenti! Come dovrei rispondere a questa domanda?

“Ecco…”

“Hai fatto questa domanda, ma forse sono già sposati.”

“Senza dire niente? Lo siete?”

“Si.”

“Amatevi a lungo Vee.” disse uno di loro prima di porgermi un fiore.

“Un fiore?”

“Lo affido a te per darlo a Mark. È così bello che non sono abbastanza coraggioso.”

Urgh lo stanno chiedendo ancora una volta dannazione.

Ero Vee. Vee Vivis il “papino” di tutte le migliaia di quelle… istituzioni. Così mi aveva chiamato Dew una volta e non era stato solo  per fortuna, dovevi essere molto bello per ottenere quel titolo, ma in quel momento c’era qualcuno ancora più bello di me, al punto che non avrei potuto nemmeno negarlo anche se ero sempre bello. Ero d’accordo a cedere, d’accordo che Mark era migliore di me ed il motivo per cui lo ero era perché lo amavo così tanto.

Anche se non gli avevo mai detto nulla o sicuramente non gli avevo detto niente del genere, ma lo amavo così tanto anche se credevo lui  potesse essere consapevole e riconoscere solo la metà dei miei sentimenti e comunque non ero solito mostrarli, ma quando si trattava di Mark, mi perdevo. Io non sapevo cosa fare. Era davvero un bene che Mark mi amasse ancora e che avesse dichiarato che avrebbe continuato ad amarmi.

Geloso di me? Non ero così irresistibile, stavo solo aspettando di riportare Mark a casa e nel frattempo chiacchieravo con quelle persone.

Vidi YiWa, ma non avevo ancora visto Bar. Si erano organizzati per incontrarsi quella stessa sera e quello era tutto quello che sapevo. Mi resi anche conto che Mark avrebbe passato quella sera con YiWa e Nuea e altri ritardatari come Kla.

“Allora vieni Vee?” Mi chiese YiWa alla fine delle attività e quel bambino carino si stava avvicinando a noi.

“Ha detto che si farà tardi.” dissi guardando Nuea che stava camminando dietro Mark prima che gli facessi un cenno con la testa. Non ci eravamo ancora salutati, ma lo avevo visto solo in quel momento che girava per la facoltà parlando con tutti.

“Ehi amico.” Mi salutò prima che Mark potesse aprire bocca e dire qualcosa.

“Ehi, cosa stai combinando?” gli chiesi io.

“Beh, stasera lascerai venire Nong Mark o no?” Anche se era accaduto per diversi anni, i ricordi che riemegevano riuscivano ancora ad infastidirmi.

“E se dicessi che non può?”

“Vee.” Quello non era diverso dal passato ed anche se quel tempo era finito, stava scherzando di nuovo con Nuea.

“Penso che dovremmo parlarne.” dissi.

“Puoi venire anche tu.” disse Nuea.

“Avevi detto che erano solo le persone del gruppo.” Sentenziai e rivolgendomi a lui.

“Ci sei anche tu.”

“…”

“…”

“…”

“Nel mio cuore!”

“Prima andiamo a casa, poi lo accompagno io.” dissi prima di afferrare Mark per il polso e trascinarlo dolcemente.

Ci avvicinammo alla macchina e lui non si oppose. Non so se fosse imbarazzato o meno per quello che aveva detto Nuea, ma alla fine era venuto e si era seduto accanto a me.

“Non tornerò tardi.” disse Mark mentre l’auto si allontanava dall’università.

“Neanche io ti farò tornare tardi, verrò a trovarti, non per forza per dormire, ma anche solo per abbracciarti.” dissi.

“Solo per abbracciarmi.” disse Mark sorridendo, facendomi sorridere in risposta.

Accompagnai Mark a casa mia dove alloggiavamo mentre eravamo lì. Casa mia era anche casa nostra e non perché appartenesse ai miei genitori o perché così gli era stato detto…

A chi appartenesse non era stato deciso, ma da quello che sembrava… poteva anche  appartenere a…

“Mark! Sei qui figlio mio.” Mia madre lo salutò mentre lui saltò fuori dall’auto facendomi sorridere. Ecco, i miei genitori salutarono prima Mark.

“Sei stanco?” gli chiese mio padre.

“Non troppo.” rispose Mark. Erano a malapena interessati a me e probabilmente solo guardandosi, stavano comunicando tra loro:

“Ehi guarda nostro figlio più giovane è tornato a casa. È passato un anno da quando ci ha mostrato la sua faccia.”

“Vee porta su le tue cose poi vieni giù e aiutami un po’ con questa macchina.” disse mio padre mentre mi avvicinavo a casa.

“Papà cosa…”

“Renditi utile.”

“Sì.” risposi con riluttanza. Se Yoo non avesse voluto la casa, probabilmente sarebbe appartenuta a Mark, ma andava bene perché qualunque cosa fosse appartenuta a Mark sarebbe stata anche mia.

Perché Mark apparteneva a me.

Non che avessi mai pensato a lui come un oggetto o cose del genere, ma lui era la mia persona.

Lui era il mio cuore e la mia anima e volevo mostrare il mio possesso, come in quel momento stavo fissando un gruppo di bambini, ma soprattutto un bambino piccolo che aveva l’audacia di fissare Mark ed se sembrava nato ieri, quando il suo ragazzo era seduto proprio lì. Ero ad una certa distanza, ma volevo ancora lanciargli il mio bicchiere di alcol addosso.

Se solo avessi avuto una buona mira come Pond, avrei lanciato il mio bicchiere.

Altri probabilmente potevano pensare che io ero troppo possessivo nei confronti di mia moglie, e sì, ero consapevole di esserlo. Dentro di me ero molto possessivo, dovevo esserlo, era il motivo per il quale ero lì a vegliare su di lui. L’altro motivo però era che ero preoccupato per lui. Avevo paura che potesse avere un incidente o che potesse accadergli qualcos’altro e lui non più avuto un grande sorriso il giorno della sua laurea.

Avevo paura che se avessi distolto gli occhi da lui… cosa sarebbe potutto accadere?

“Non hai intenzione di venire a sederti Vee?” Nuea era venuto a salutarmi. Ero seduto da solo al bar, il posto accanto a me era vuoto anche se era stato occupato dal mio amico.

“Beh è ​​già tardi perchè mai dovrei farlo?” risposi.

“Beh, tutti i bambini sono insieme.”

“Lo so, ma è strano.  In più un attimo fa anche mia zia ha detto che seguo troppo mio figlio in giro.” dissi riferendomi a YiWa.

“Beh, è ​​meglio così.”

“Al mio amico Nuea.”

“Certo.” 

“Non lasciare che si faccia troppo tardi o domani non potranno provare.” dissi al mio amico.

“Sì, domani verranno tutti gli altri.”

“Già?”

“Sì, organizzerò una rimpatriata.” Oh! Era il giorno della laurea di mia moglie, non potevo semplicemente stare da solo lui?

“Dammi un po di tempo.”

“Devi lasciare un po’ del tuo tempo per vedere i tuoi amici.” disse e io semplicemente scossi la testa.

“Adesso è il momento che il mio bambino per prima cosa stia con me.” dissi guardando il sorriso luminoso di Mark.

“Solo un bambino?”

“Mia moglie.”

Quando finii, Nuea si lamentò ad annuì prima di alzarsi dalla sedia e tornare al tavolo. Lo seguì ed incrociai lo sguardo che Mark mi aveva rivolto, un dolce sorriso che io di conseguenza ricambiai con uno sguardo feroce. Dopo solo un paio di minuti l’intero tavolo si alzò ed  i junior si inchinarono rispettosi prima di andarsene in fila indiana.

Immaginavo che Nuea avesse parlato con loro in modo che capissero.

Il vero lavoro avvenne due giorni dopo e io ripensai al me di un paio di anni prima,  quando Mark mi seguiva il giorno della laurea. Allora ero interessato solo ai compiti che dovevo fare. Come arrivare in tempo, cosa dovevo fare per prepararmi per non perdermi l’evento e dovevo andare per trovare i miei genitori, ma tutto quello che sapevo era che Mark era sempre accanto a me. Non mi rendevo conto di come era stare da dall’altro lato, quanto lavoro e quanto frenetico fosse stato per Mark. In quel momento stavo andando a prendere i suoi genitori.

“Dov’è Mark?” La domanda del padrone di casa mi fece  strofinare le tempie. Capii però che suo padre non era mai stato ad una cerimonia di laurea perché aveva un solo figlio e quindi probabilmente non ne sapeva molto.

“Nell’auditorium.” gli risposi.

“Sei stanco Vee?” chiese sua madre ed io le sorrisi.

“No, solo quando lavoro. Anche il mio Nong è molto stanco.”

“Bene, allora con chi è Mark?”

“È nell’auditorium con i suoi amici.” Sua madre si voltò per dirlo a suo padre che si limitò ad annuire.

“Quando esce riuscirà a vederci? E se esce e non trovasse nessuno?”

“Potete aspettare all’ingresso dell’auditorium.” suggerii alle persone emozionate e così ci spostammo lentamente in avanti. Sua mamma sorrise a suo marito con affetto. “Papà è molto eccitato, è piuttosto carino.”

“Non prendermi in giro.” disse con voce dolce mentre il suo viso tornava al suo stato di calma originale, come se si fosse appena reso conto di quanto fosse stato eccitato in precedenza.

Accompagnai i miei genitori verso le dieci del mattino. Mark sarebbe probabilmente uscito presto perché la cerimonia all’interno sarebbe terminata verso le 11.30. Nella zona dove si svolgeva la cerimonia era vietato l’accesso alle auto quindi accompagnai mio suocero e mia suocera alla navetta messa a disposizione per il tragitto. Quei due dovevano proprio continuare a flirtare?

“È molto bello e piacevole qui.”

“Sì, è molto grande.”

“Oh, guarda i fiori.”

“Bellissimi.” Suo padre pronunciò quella parola molto lentamente ed era chiaro che non si riferisse solo ai fiori. Lo capivo dal modo in cui guardava sua moglie anche se lei guardava solo i fiori. Non era molto  diverso da me quando guardavo Mark intento a guardare qualcosa a cui era interessato. Era bellissimo.

Quando si guarda la persona che si ama sentiamo il bisogno di adorarla dicendole che è bellissima. 

Tuttavia bisognava sempre tenere a mente che quella era la navetta del campus e serviva per spostarsi tra i vari plessi, non per flirtare l’uno con l’altro.

C’erano così tante persone quel giorno. Incontrai persone che conoscevo ed alcune che sapevo chi fossero che mi sorridevano ed io sorrisi loro di rimando anche se non ero così interessato. Accompagnai i genitori di Mark in modo che si incontrassero con i miei al punto di raccolta. Mi chiesero se mi sentivo offeso dal fatto che fossero tutti presenti per Mark, casa che non era avvenuta per me, ma io li rassicurai che non lo ero. Mark aveva passato molto tempo sia a casa sua che mia e davvero non ero turbato perché capivo che Mark era considerato come un figlio da tutti ed io ero il bambino cresciuto dai miei e che era appena stato accettato come genero.

“Ciao, arrivare fin qui è stato stancante?” Mia madre chiese alla mamma di Mark prima di darle dell’acqua.

Osservammo tutti come i più giovani si scambiarono un formale saluto.

“Un po’, è stata la polvere a renderlo difficile.” rispose la mamma di Mark.

“Beh, presto sarà tutto finito.” mio padre disse indicando lo schermo in diretta.

“Mark è già stato proclamato?” chiese suo padre mentre si avvicinava per guardare lo schermo.

“Ha già ricevuto la pergamena, voi ragazzi siete arrivati ​​troppo tardi.”

“A causa del volo, è quasi mezzogiorno.” suo padre disse di malumore.

“Beh tra un attimo uscirà e potrai vederlo, ok?” gli disse mia madre e lui le fece un cenno con la testa, il che infastidì mio padre.

Molti probabilmente sono convinti o amano pensare che il proprio padre ami la propria madre, che i due si amino da talmente tanto che nel tempo il loro amore sia cambiato, a volte persino diminuito, ma quello non era certo il caso di mio padre. Il suo amore per mia madre non era mai diminuito e se fosse cambiato io quello non potevo saperlo. Quello che sapevo era  che la sua possessività nei confronti di mia madre aumentava ogni giorno, proprio come la mia con Mark. Man mano che invecchiavamo Mark diventava sempre più bello, quindi non era strano che la mia possessività aumentasse giorno dopo giorno.

In passato Mark non era così popolare. Per intenderci, quando aveva iniziato a uscire con me era una persona nuova, una matricola ed al suo primo e secondo anno era soltanto il mio bambino. Ogni sua sfumatura, ogni aspetto della sua bellezza, tutta la sua bellezza… ero stato solo io a vederla e contemplarla, ma quando al terzo anno Mark aveva iniziato a prendere parte alla varie attività ecco che era ammirato ed amato da tutti i ragazzi e ora che si era laureato, era amato da tutti.

“P’Mark!”

“O mio dio. È P’ Mark!”

“P’Mark per favore possiamo fare una foto.”

“P’Mark è così bello.”

“P’Mark è già uscito.”

Non sarebbe sembrato anche a voi troppo? Perché doveva essere tutto così eccessivo? Solo tre passi e avrebbe raggiunto me e tutta la famiglia, ma riusciva a raggiungerci a causa delle ragazzine che si stavano accalcando attorno a lui chiedendo di scattare delle foto. E poco dopo iniziarono anche i ragazzi a chiedere delle foto con lui. Avrei tanto voluto  avvicinarmi, afferrarlo e aiutarlo, ma non c’era spazio per muoversi, quindi tutto quello che potevo fare era guardare nella speranza che ci vedesse.  

“Mio figlio riuscirà a respirare?” chiese suo padre.

“Vee vai e porta il tuo Nong fuori da quella calca.” disse mio padre.

“Sai per caso come potrei arrivare fin là?” chiesi io in risposta.

“Solo un po’ possessivo. Questo è il giorno del tuo bambino. Ci sono un sacco di persone che vogliono congratularsi con lui, dovresti esserne felice.”

Era bello sapere che c’erano persone che amavano così tanto Mark, ma prima non lo era così tanto perché allora non erano riusciti a vedere quanto fosse bello? O forse lo avevano fatto o forse no. Sentii il bisogno di rinchiuderelo in una stanza per molto tempo proprio come Gun. Capii di volerlo nascondere anche i suoi capelli, si non volevo che nessuno vedesse nemmeno i suoi capelli. 

“Vee!” Il bel sorriso e la voce chiara di Mark mi fecero prendere coscienza di nuovo e guardandolo in piedi di fronte a me, rimasi sbalordito. La persona che era tra la folla solo un momento prima era in piedi proprio di fronte a me.

In passato pensavo di essere il migliore e che le persone dovessero prestarmi la massima attenzione, ma poi iniziai ad interessarmi a Mark e non feci più caso agli altri, ma fu solo in quel momento che compresi quanto tutto fosse cambiato. Non si trattava di me o del fatto che io fossi bello, ero sempre lo stesso, il punto era che Mark era diventato ancora più bello.  

ECCO CHE DEVO SCENDERE E CHE PALLE I PARENTI

GRAZIE DI ESISTERE PARENTI VI VOGLIO BENE 

“Hai già salutato i tuoi genitori?” chiesi guardandolo.

“Già fatto ed è da molto che ti sto chiamando. Cosa guardi? Perché non ti interessi a me?” Chiese.

“Sono interessato a te.” Tutto nel mio cuore e nella mia mente riguarda sempre lui, ecco cosa avrei voluto dirgli, ma avevo paura di offendere i suoi genitori e tutti gli altri intorno a noi.

“Facciamo una foto insieme.” disse prima di trascinarmi in mezzo ai nostri genitori.

“Chi la scatterà?”

“Lo farò io.” Mio fratello maggiore apparse dal nulla. Si avvicinò con in mano una macchina fotografica guardandomi in cagnesco.

“Come mai sei qui a scattare delle foto?”

“Sono venuto a fare delle foto per un amico e ho visto Mark camminare da questa parte così l’ho seguito e l’ho visto con la mia famiglia. Perché non sono stato invitato?” disse imbronciato.

“Oh, beh, ero di fretta.” dissi e ricevetti uno sguardo torvo da mio fratello.

“Allora non vuoi venire nella foto?” Il padre di Mark chiese a Yoo.

“Va bene così, meglio che ne scatti una a voi prima.” 

Mio fratello riprese entrambe le famiglie vicine. Dopo un po’ anche Kam ci aveva raggiunto e prese la fotocamera per scattarci delle foto prima che io lasciassi andare Mark  per farne alcune con i suoi genitori, senza di me. La cosa mi fece sentire un po’ scontroso, ma subito l’accettai.

Non avevo scattato ancora una sola foto di Mark con indosso la toga e nemmeno una in cui eravamo da soli. Molte delle foto erano di gruppo e le altre erano con la famiglia. Mark era molto indaffarato in quel momento e non era strano che nel trambusto si fosse dimenticato di fare una foto da solo con me. Capivo che non era poi così importante, ma ne volevo una  come ricordo.

“Vee…”

“Uhmm?”

Sentii il suono  della fotocamera mentre ero ancora in piedi, sembrando confuso. Beh, non tanto confuso, ma più sorpreso e incredulo. Era solo una foto che non era stata fatta con la fotocamera, ma con il suo telefono.

Masa Mark

Ora

Una sola foto con Vee Vivis

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Mark la postò sul suo Facebook taggandomi nella foto che mi vedeva con le sopracciglia alzate mentre guardavo confuso la fotocamera e di fronte lui, Mark che sorrideva con entrambi gli occhi e la bocca, apparendo felice  come se si stesse davvero divertendo. Aveva scattato una foto solo di noi due. Perché quello era un scatto fatto da vicino e tutti gli altri ne erano stati tagliati fuori. Era una foto di coppia, non una foto con una sola persona, ma una foto di noi.

L’unica foto di coppia della cerimonia di laurea di Mark.

“Volevo  avere una foto solo di noi, anche se scattare altre foto va bene probabilmente in tutte ci saranno altre persone.”

“Volevi che fosse speciale?” chiesi avvicinandomi a lui.

In passato avevo fatto sentire speciale Mark scattando foto di laurea in luoghi diversi, scattando solo una foto in ogni luogo con una vecchia fotocamera con il rullino. Non pensavo che Mark avrebbe fatto lo stesso quella volta. Volevo sentirmi speciale per aver fatto quella foto, la foto di noi due sul suo telefono.

“Non volevo che fosse speciale.”

“Eh?”

“Volevo che tu ti sentissi speciale.”

“…”

“Quando tu lo hai fatto mi sono sentito davvero speciale quindi volevo che anche tu ti sentissi così, volevo che provassi i miei sentimenti.” mi disse sorridendo e così feci lo stesso.

“Lo so e lo capisco Mark.” dissi sorridendogli dolcemente, per non essere sconfitto.

Sapevo che per lui non era solo un giorno speciale, ma anche uno molto importante e la nostra foto non sarebbe svanita né cancellata o altro. Quella era un’immagine che avremmo potuto conservare e guardare per ricordarci di quel giorno, il giorno in cui il cielo non era bello quanto lo era il sorriso di Mark.

Forse era così luminoso perché quello era il suo giorno anche se io pensavo di essere ancora più felice. Perché non avrei dovuto capire i sentimenti di Mark? Non si trattava solo di volermi far sentire speciale, ma si trattava anche di lui, del suo desiderio di vedermi felice insieme a lui, felice insieme a Mark che si era laureato e che aveva successo in famiglia.

Lui che diventava felice con me.

“Mi sono laureato, è finita.” disse mostrandomi la sua laurea ed io annuii mentre poggiavo una mia mano sulla sua bella testa.

“Ma l’amore per me non finirà mai.”

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