EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 22(M)

-Mark Masa-

Abbracciai forte Vee per fargli capire che non volevo lasciarlo andare e subito dopo gli strinsi la mano tra le mie ancora più forte, per fargli capire che ero convinto di quello di cui avevamo parlato, che volevo davvero provare. Incrociai il mio sguardo con il suo per fargli sapere che non ero cambiato e anche se avevo troppa paura di guardarlo, avevo bisogno che lui sapesse che ero sempre lo stesso. Sia che io fossi lì con lui o ovunque io mi trovassi, sarei stato sempre lo stesso Mark.

“Non ho provato niente con lui.” ribadii di nuovo.

“Mmm.”

“Vee…”

“Puoi dirmelo? Perché l’hai fatto? Perché ti comporti così? Non ti ho amato abbastanza? Ti sentivi trascurato, come se non ti avessi prestato abbastanza attenzione? Oppure di cosa si tratta?” chiese.

“Io…”

“Sto facendo di nuovo qualcosa di sbagliato?”

“…” Scossi lentamente la testa quando mi chiese quali errori avesse fatto. Vee non aveva fatto niente di male, non sapevo davvero cosa avesse sbagliato.

“Allora cosa ha fatto lui? Come è stato in grado di farlo? Come è stato possibile che tu sia stato scosso da lui così tanto?” disse Vee allungando la mano per toccarmi la guancia, prima che il suo pollice caldo si spostasse sulla mia bocca, sottintendendo la parola che non aveva detto.

“Io…”

“Sono io quello che deve prendersi cura di ciò che gli appartiene. Sono io il solo ad amare ciò che mi appartiene. Come ha osato toccare ciò che è mio.”

“Vee …” Chiamai il nome della persona che mi amava, sentendomi così in colpa e mi avvicinai per abbracciarlo di nuovo.

“Accidenti a te… adesso voglio andare da lui ed ucciderlo.” Vee disse dopo essersi allontanato da me.

“Lui è come me, come quando ti amavo in quel periodo.” dissi guardandolo negli occhi. Vee rimase in silenzio per un po’ prima di annuire lentamente.

“Quindi ti dispiace per lui.” 

“Sì.” ammisi.

“Ehm …”

“Vee sei molto arrabbiato con me?” chiesi e lui annuì.

“Sono sempre stato proprio qui. Sono venuto a vedere Ploy perché me l’hai chiesto, sei tu a stare lontano e sei tu che vai a baciarlo e mi chiedi se sono arrabbiato?” Vee parlò lentamente. Non mostrava rabbia, non stava irlando, ma potevo sentire ugualmente il dolore che stava provando.

“Mi dispiace.”

“E cosa dovrei fare a parte accettare le tue scuse?” 

“Vee …”

“Non so se lo sai, ma ti amo così tanto. Così tanto che ho accettato e sono disposto a farti avere tutto Mark.”

“…”

“Credi che io voglia venire qui? Pensi che voglia avere a che fare con Ploy? Credi che l’avrei fatto se non me l’avessi chiesto?”

“Io…”

“Non hai bisogno di dire più niente anche se sei scosso da lui, ma anche se è così sappi che io non ti lascerò andare da nessuna parte.”

“Non sono scosso.” dissi e lo abbracciai di nuovo.

“Non dirlo perché mi hai appena detto che lui è come eri tu e questo significa che tu sei me.”

“Io…”

“Se scegli me allora ci sono solo io, ma se scegli di lasciarlo entrare, significa che hai scelto lui.”

Iniziai a capire cosa stava dicendo. La cosa che Vee stava cercando di farmi capire era che a quel tempo lui aveva già capito di avere scelto me. Perchè non si trattava solo di lui che voleva dimenticare Ploy, ma inconsciamente aveva già scelto me. Era venuto da me anche se gli era difficile e aveva cercato di mantenere il rapporto con lei e di sostenerla, anche se in realtà aveva solo me, proprio come adesso.

Ha paura che io sia così, come era lui a quel tempo.

Sembrava di essere tornati nel passato, solo che quella volta era diverso perché non ero io quello che cercava di convincere lui a scegliere me, ma ero io quello che doveva provare e scegliere di non volere qualcun altro. Non sarebbe così difficile se Vee non avesse nessun altro, ma accanto a lui c’era la sua persona del passato ed ero stato proprio io a lasciare che la sua vecchia persona tornasse ed avesse un ruolo nella sua vita.

“Ti amo.”

“A quel tempo amavo anche Ploy.”

“Vee…”

“Ti sto dicendo che l’amore non è abbastanza.” disse guardandomi negli occhi.

“Allora cosa devo fare?”

“Vuoi me o lui?”

“T… solo tu.” 

“Se è così, mi assicurerò che tu abbia solo me.” 

“Si.” 

La sua bella bocca scese sulla mia coprendola dolcemente e a lungo, prima di muovere lentamente le sue labbra contro le mie. Simile a quella volta in cui Thew l’aveva fatto, ma era diverso, diverso perché quella volta lo desideravo davvero e volevo davvero quel bacio. Era diverso perché non me ne stavo lì freddamente. Con il bacio di Vee istintivamente mossi la bocca in risposta, baciandolo lentamente a mia volta, per assicurargli che avevo solo lui lasciai che mi baciasse, per ribadire che gli appartenevo.

“Non piangere.” Vee disse dopo che ci separammo e solo allora mi resi conto che le mie guance erano bagnate.

“Vee… io …”

“Non ti lascerò andare, non piangere.” disse prima di stendere lentamente la mano e asciugarmi le lacrime dalle guance.

“Urgh.” Singhiozzai prima di precipitarmi ad abbracciarlo.

Era l’infedeltà che mi faceva sentire in colpa e anche se non era accaduto nulla di eccessivo con Thew, non aveva provato nulla, alcun amore, inoltre non mi piaceva nemmeno. Mi sentivo in colpa perché avevo perso me stesso ed ero diventato superficiale in quel modo. Se si fosse trattato di qualcun altro, probabilmente avrei già scelto la nuova persona, ma trattandosi di Vee nessuno poteva reggere il confronto con lui.

“Non piangere, sono stato cattivo? Hmm?” 

Reagivo così perchè lui era così, lui era una persona che in un primo momento poteva sembrare stupido agli occhi degli altri, ma per me Vee era la persona migliore, era merito suo se ero cambiato diventando quella versione migliore di Mark.

“Mi dispiace.”

“Si.” disse Vee a bassa voce, ma quella volta mi fece sentire meglio di qualsiasi altra parola che aveva pronunciato. Non c’era bisogno di condannarsi o parlarsi sarcasticamente l’un l’altro, Vee mi aveva perdonato davvero, con quello che aveva detto, che non mi avrebbe davvero lasciato andare.

Entrammo insieme in casa. Mia madre stava chiacchierando con Ploy che si voltò a guardare me e Vee. La bella donna sorrise a entrambi, appena prima che mio padre scendesse le scale. Guardò Vee e ciò mi fece capire quanto fosse preoccupato e quanto ci tenesse a me, anche se la persona che aveva sbagliato ero io.

“Siete venuti insieme? Ho appena finito di parlare con Ploy, vorreste mettervi a tavola?” chiese mia madre prima di venirci incontro.

“Va bene, non ce ne bisogno. Andremmo da soli a prendere qualcosa da mangiare.” Vee rispose al mio posto.

“Starai qui a lungo?” Mi chiese mio padre.

“Solo un paio di giorni, poi devo tornare a studiare.” risposi.

“E Vee, torni domani, giusto?”  gli chiese mia madre e lui annuì.

“Peccato, il piccolo si sentirà solo.” Disse Ploy  guardandosi la pancia.

“Non solo lui, in questa casa ci sono molte persone.” aggiunse mio padre.

“Sì.”

“Ragazzi, non dovete preoccuparvi, andate a lavorare e a studiare. Mi occuperò io di Ploy.” disse la mamma.

“Grazie.”

“Bene, allora vado di sopra.” Ploy disse.

“Sì. Masa vai e manda a letto tuo figlio.” Mia madre mi disse sorridendomi così io annuii.

“Ci vediamo presto in camera da letto.” Vee mi disse.

Lasciai Vee al piano di sotto con i miei perché probabilmente volevano parlare tra loro, motivo per cui non mi seguì al primo piano. Probabilmente era una questione di cui mio padre voleva discutere con Vee, o forse mia madre voleva chiedere un aggiornamento della nostra situazione. Certo, qualcuno come Vee che non aveva timore di mio padre, sarebbe rimasto sicuramente a parlare con lui. Anche io avrei dovuto essere pronto a ricevere una bella lavata di capo.

“Avete fatto pace, vero?” Chiese Ploy.

“Sì.”

“Molto bene, ero preoccupata.”

“Va tutto bene adesso.” ripetei.

“È stato per colpa mia o no? Perché posso dirti con certezza che se la mia presenza vi fa sentire a disagio, allora io …”

“Ploy, smettila di pensare troppo. In questo momento devi solo prenderti cura di te stessa e del bambino.” dissi guardando la sua espressione preoccupata.

“Ehm, ci proverò.”

“È davvero difficile?” chiesi, avvicinandomi a lei per sentire la persona là dentro, ma sembrava che non stesse riconoscendo il mio tocco, nessun calcio o alcun movimento.

“Non è così complicato. Tua madre ti ha detto tutto. Sto solo portando questo bambino pesante, ma non è nemmeno troppo pesante. Il dottore ha detto che è piccolo, lo hai visto anche tu Mark.” 

“Grazie mille.” 

“In questo momento desidero solo sdraiarmi e dormire, anche questo bambino deve essere molto stanco.” disse Ploy sorridendo.

“Buonanotte Ploy.”

“Dillo anche al piccolo.”

“Buonanotte piccolo, incontriamoci presto.” dissi prima di toccarle dolcemente la pancia.

Socchiusi la porta senza chiuderla, perché mia madre mi aveva detto che era preoccupata per Ploy perché in quell’ultimo periodo non era stata in grado di muoversi comodamente, quindi aveva detto di lasciare la porta socchiusa nel caso avesse avuto bisogno. Se si fosse verificato un incidente o se Ploy avesse avuto bisogno di aiuto, saremmo potuti arrivare da lei in tempo. Lasciai la stanza degli ospiti, ma non andai subito in camera mia. Non sapevo se Vee fosse ancora di sotto con i miei o meno, ma prima volevo andare in cucina.

“Mark!”

“Oh…” Mi voltai di nuovo verso la mia stanza quando Vee l’aprì e mi chiamò.

“Dove stai andando?”

“Cucina.”

“Ti ho già preso qualcosa.” Vee disse facendomi cenno di andare verso la stanza.

Mi aveva davvero procurato qualcosa. Aveva preso del pane tostato e un bicchiere di latte caldo come se fossi io quello incinto e non Ploy, anche se pensai che quello era il cibo che avrebbe mangiato prima di andare a letto.

“Solo questo?”

“Cosa vorresti mangiare allora? Vado a prenderlo.”

“Questo è già abbastanza.”

“Oh. Ma mi hai appena chiesto se è tutto.” Vee replicò.

“È già molto tardi, non ho più molta fame.” Anche se in realtà avevo fame, lo dissi perché solo dando uno sguardo al bicchiere di latte, mi sentii completamente pieno.

“Ok.” Disse Vee e andò a sedersi sul letto.

“Hai mangiato qualcosa?”

“Ho mangiato.”

“Di cosa hai parlato con i miei genitori?” chiesi mentre mi avvicinai a lui.

“Beh, di noi. Niente di grave, hanno capito. L’altra cosa riguardava Ploy e il fatto che il mio carico di lavoro è aumentato molto ultimamente, quindi ho consultato tua madre per non venire così spesso fin qui.” Mentre parlava, Vee avvolse il suo lungo braccio attorno alla mia vita.

“Posso venire da solo.” replicai.

“Anche tu hai appena iniziato un nuovo semestre, Mark.” disse di rimando.

“Lo so, ma dovrei avere più tempo libero di te.” insistetti.

“Sì beh, dipende da te, ma la mamma ha detto che non ha problemi a prendersi cura di Ploy.” Vee disse e così io annuii.

“Quando parti? Domani mattina o più tardi?”

“Verso le tre del mattino, ho molto lavoro domani.”

“Veramente?”

“Perché? Tu quando tornerai al campus?”

“Quando arriverà James verrà a prendermi.” dissi prima di alzare il mio bicchiere di latte per berlo.

“Ok. Quindi questa volta quando torni potrai chiamarmi, giusto?” Mi chiese stringendo di nuovo la mia vita.

“Lo farò.” dissi dolcemente, prima di abbassare il bicchiere accanto a me.

“Quindi puoi, vero?”

“Ehm.”

“Va bene.” disse Vee prima di tirarmi giù per baciarlo. Non avevo idea di quando la sua mano si fosse spostata dalla mia vita al mio collo, tutto quello che sapevo in quel momento era che  le sue mani sottili mi stavano massaggiando delicatamente la nuca e il mio bicchiere di latte stava per scivolare via dalla mia mano.

“Vee …”

“Che cosa.”

“Devi partire domani mattina.” dissi a bassa voce.

“E allora?”

“Beh, se vai a dormire tardi, ti sveglierai tardi.”

“Allora in questo caso non dormirò affatto.”

“Uh!” Vee non si limitò ad allacciare le sue braccia al mio collo. Mi afferrò per la vita e mi tirò verso il basso così da farmi sedere sulle sue ginocchia. Non era stato gentile, ma quel suo gesto rude lo trovai così bello. Posai il bicchiere di vetro accanto a me, ma non notai che era caduto a terra, probabilmente il tappeto ne aveva attutito il rumore ed io non me ne accorsi minimamente. Entrambe le mie braccia strinsero automaticamente il suo collo e avvicinai la bocca contro la sua nello stesso istante in cui Vee alzò il viso per baciarmi.

Ci baciammo a lungo. Un bacio pieno di fame e desiderio.

Non avevo baciato e stretto così Vee per molto tempo e poi avevo baciato qualcun altro. Il tocco di qualcun altro che mi aveva preso per mano o l’abbraccio di qualcun altro… no quella persona non mi avrebbe mai fatto sentire bene come Vee.

“Io sono, tu …” 

Vee si spostò indietro e alzò gli occhi per guardarmi come se fosse sbalordito dal fatto che io fossi lì in quel momento. Forse era perché per così tanto tempo non ero stato attento e non gli avevo detto come si sentissi chiaramente, ecco perché stava facendo quella faccia sorpresa.

“Cosa c’è?” Mi chinai per chiedere.

“Mi stai seducendo.”

“Ah! Mi è mancato.” dissi.

Da seduto sulle sue ginocchia mi mossi, mettendomi a cavalcioni su di lui. Dopo quel bacio lento fui io ad attaccare di nuovo la sua bocca. Credevo che sarebbe stato lui a prendere l’iniziativa, ma invece lo presi io.

“Mark.” La sua voce tremava mentre chiamava il mio nome proprio quando mi chinai su di lui  fintanto che Vee dovette spingersi all’indietro appoggiando i gomiti sul letto, io lo seguii senza mai staccarmi, continuando a baciarlo in quel modo.

“Hmm?”

“Hai fatto qualcosa di sbagliato, giusto?” 

“Sì. Quindi mi faccio perdonare.”

“Non ce n’è bisogno.” disse spingendomi via ed allontanandomi un po’.

“Vee …”

“Ti punirò.” disse la bella voce, prima di afferrarmi e gettarmi sul letto, ribaltandoci Vee era a cavalcioni su di me mentre io rimasi sbalordito dalle sue azioni.

“V…Uhm!” 

Le sue labbra scese per incontrare le mie non appena le aprii e non ebbi nemmeno la possibilità di chiamare il suo nome perché le nostre bocche erano diventate una sola. Quello fu il suo turno di baciarmi. Un bacio per dire che si rifiutava di rinunciare a me, un bacio per dimostrarmi che quella era davvero una punizione.

“Chiama il mio nome, veloce.” disse ed i suoi occhi acuti mi guardavano come se mi stesse sfidando.

“Vee…” chiamai piano, alzando gli occhi per guardarlo.

“Stai cercando di sedurmi, ma già così è abbastanza.”

“Uhm …Vee.” Spostò la testa sul mio collo, succhiandolo dolcemente, ma il suo tocco era rude. Continuò a baciare quel punto, poi lo morse prima di allontanarsi e ricominciare più in basso. Tutto quello che potei fare fu sdraiarmi sul letto e lasciarlo andare avanti, mentre non riuscivo a smettere di muovere la testa.

Mi baciò dal collo fino alla spalla e poi lungo la clavicola, prima di scivolare sul mio petto baciandolo e succhiandolo ripetutamente. Anche le sue dita scesero verso il basso, senza fermarsi, accarezzando e stringendo finché non riuscii a restare immobile.

“Vee … uhmm.” Rimasi quasi sorpreso quando la sua lingua bagnata uscì e iniziò a leccare i miei capezzoli, prima di ricoprirli con la sua bocca. Vee continuò ad usare la lingua finché non sentii che erano diventati rigidi.

Il mio capezzolo era completamente rosa e duro e potevo sentire l’aria fresca. Sussultai quando di nuovo lo sfiorò con il dito in modo scherzoso. All’inizio pensavo che la punizione sarebbe stata altrettanto severa, ma non lo era. Vee non era affatto severo, al contrario, si stava concentrando su ogni singola parte del mio corpo. In quel momento mi stava stringendo i capezzoli.

“Mark.” Il suono della sua voce mi fece rabbrividire quando chiamò il mio nome proprio accanto al mio orecchio mentre le sue dita continuavano a giocare con entrambi i lati del mio petto.

“Vee! Eh!” Mi spostai e mi dimenai accartocciando le lenzuola sotto di me mentre Vee continuava a spingere verso il basso con il dito con forza e poi si alternava chinandosi per succhiare forte.

Mi chinai automaticamente, piegando il petto per cercare la sua bocca. Non potevo fermarlo, il mio cervello si era spento, non dissi nulla per contraddirlo. Riuscivo solo a muovere la mia schiena ogni volta che la sua lingua stimolava il mio corpo, rispondendo al suo tocco.

Lasciavo uscire il respiro ogni volta che Vee lasciava andare una parte prima di concentrarsi e di passare la sua lingua sulla successiva. Si mosse verso il basso e continuò a leccare  finché il mio corpo non si contrasse scosso dagli spasmi ovunque passasse.

“Tutto di te mi appartiene ancora.” disse dopo avermi guardato.

“È tuo, ti appartiene.” Mi contorsi quando iniziò a fare ancora di più.

La sua mano scivolò lungo mio corpo e afferrò delicatamente la mia parte più sensibile. Continuò ad accarezzarmi su e giù fino a quando non potei fare a meno di allargare le gambe per lui. I miei occhi, socchiusi, guardarono la persona che stava accarezzando e torcendo quella parte di me. Volevo davvero provare a provocarlo con i miei occhi, ma in quel momento Vee non poteva avere un contatto visivo perché era chino a guardare qualcos’altro. Mossi la vita quando iniziò a massaggiarmi con vigore, sollevando la metà inferiore mentre lui rimase a guardare.

Vuole farlo in maniera dura giusto?

“Ah, stai continuando a provocarmi.” disse Vee guardandomi come se fosse una sfida.

“Io provoco sempre e solo te.” risposi.

“Mmm.”

“Ohhh!” Con la sua lingua sottile scese lungo tutta la mia asta muovendo la bocca, in maniera lenta, ma pesante al punto che non riuscii più a concentrarmi su nient’altro che sulla profondità che stava raggiungendo. Riuscii solo ad aprire la bocca, gemere e allargare le gambe ancora di più per lui. 

Continua.

Vee si allontanò per guardare il suo lavoro, mentre io me ne stavo lì steso ad ansimare. Sorrise all’angolo della bocca prima di allungare la mano per asciugare la mia saliva.

Aprii la bocca per succhiare e leccare le sue dita lentamente finché non furono completamente bagnate e Vee mi guardò con occhi socchiusi. Qualunque cosa avrebbe voluto fare dopo, mi sarebbe andata bene. Quello che volevo era provare e accontentarlo. Volevo accontentarlo su tutto per farlo fidare di me.

Voglio che si fidi di me come prima.

“Chiama il mio nome.” mi disse.

“Vee … oh …” dissi dopo che le sue dita, che avevo appena succhiato, erano entrate lentamente nel mio corpo.

“A chi appartieni?”

“Vee.” dissi ed ispirai lentamente, ma le sue dita non si mossero.

“A chi?”

“A Vee.”

“Davvero?”

“Sì, a Vee.” Non riuscivo a muovere la vita, dovetti fermarmi mentre le sue dita cominciavano a muoversi lentamente dentro e fuori.

“Ricordalo e sii solo mio, per sempre.” disse mentre ritirava con cautela le dita.

Gemetti finché non ci fu quasi nessun suono fino a che quella gran parte di lui entrò nel mio corpo. Piegai i fianchi in modo da poterlo ricevere senza resistenza, ma non fu di grande aiuto.

“Smettila di fletterti.” disse, ma non lo ascoltai perché faceva molto male.

“È stretto.” sussurrai senza quasi emettere un suono, ma cercando di tirare fuori le parole.

“Si, lo so.” disse Vee, ma non si mosse affatto.

“Vee.”

“Che cosa?”

“Puoi muoverti?” Lo pregai, stringendogli delicatamente la spalla prima che muovesse i fianchi.

“Nong Mark appartiene a chi?”

“Uh.” Gemetti quando fece quella domanda, spingendolo dentro con forza allo stesso tempo.

“C’è un problema a dire ‘a Vee’?”

“Urgh … Vee … io sono di Vee.” dissi respirando pesantemente.

“E sei mia?”

“Urgh … moglie.”

Gemette forte quando risposi, muovendo il suo corpo ed io mossi la vita per incontrare la sua.

Vee si muoveva, ma le sue spinte non erano ancora intense. Continuava a muoversi lentamente finché non riuscii quasi più a respirare. Sarei morto se avesse continuato in quel modo, ma continuavo comunque a boccheggiare per fare entrare l’aria nei miei polmoni mentre gli lasciavo fare quello che voleva. Anche se volevo chiedere di più, ma qualunque cosa mi avesse dato, qualunque cosa lo eccitava o desiderava, dovevo solo accettarla.

Accettavo la sua punizione e lo stavo facendo volentieri.

“Vee …” Il suo nome unito al gemito era molto chiaro, perché ogni volta che si muoveva, si tirava fuori quasi completamente, prima di spingersi dentro così in profondità che non potevo fare a meno di chiamare il suo nome ad alta voce e pregarlo di farlo più intensamente.

“Sì, Mark.” Vee, però, si stava davvero godendo quel ritmo lento, ma pesante, perché continuava ancora a muoversi piano ed a ripetere quel movimento facendomi gemere forte ogni volta.

“Vee per favore.” Continuava a muoversi dentro e fuori, ma era lento come prima.

Gemette quando tirai indietro i miei fianchi, muovendomi, per andare incontro alle sue spinte, senza fermarmi.

“Vee.. io … urgh.”

“Vee cosa?” chiese con voce bassa vicino al mio orecchio facendomi rabbrividire. La sua bocca si attaccò alla mia guancia, trascinando la sua lingua verso il basso, leccando e baciando, mentre allo stesso tempo non smetteva mai di spingere.

Venni quando prese a succhiarmi delicatamente il lobo dell’orecchio.

Sentii un basso gemito, insieme alla sensazione di calore in basso. Lasciai cadere le gambe, sentendomi esausto e sdraiandomi. Era come se fossi stato quello che si era mosso freneticamente anche se tutto quello che avevo fatto era stato gemere e chiamare il suo nome e Vee stava continuando a muoversi con un ritmo così pesante che mi stava uccidendo in quel momento.

“Io …” Avrei voluto chiedere un sorso d’acqua. Il latte che avevo bevuto prima non era bastato a riempirmi.

“Ti ricordi ancora?” Mi chiese Vee e la sua bocca continuava a trascinarsi sulla guancia avanti e indietro.

“Hmm?”

“Ricordi ancora a chi appartieni?” chiese di nuovo.

“Sono tuo.” dissi con voce ancora tremante.

“Anche se lui dovesse tornare, tu mi apparterrai ancora, giusto?” chiese.

“Mmm.”

“Riuscirà a scuoterti?” Mi chiese baciandomi le palpebre.

“No.”

“Perché?”

“Perché io appartengo a te e chiunque altro arrivi, apparterrò sempre e solo a te.” dissi e allo stesso tempo un tocco caldo scese su di me mentre Vee mi premeva un bacio gentile sulla fronte. Tenne lì le sue labbra per un po’ come se quella fosse una promessa, prima di abbassarsi e baciarmi gli occhi come a dire che quegli occhi avrebbero dovuto guardare solo lui, poi la mia guancia come se mi proibisse di essere scosso da chiunque altro.

“Si.”

Mi baciò di nuovo la bocca, come a ripetere che appartenevo a lui, solo a lui, per sempre.

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