DARK BLUE KISS – PROLOGO

Il fratello del mio migliore amico

G CLUB

Era quasi l’una di notte, c’era un famoso bar a Thong Lo, un posto pieno di festaioli a cui piaceva andare nelle discoteche. Si ubriacavano e ballavano selvaggiamente a ritmo di musica allegra. Alcuni, però, sorseggiavano solo il proprio drink disinteressati al ritmo… Uno di questi era Sun.

Anche se era lì con i suoi amici dell’università, aveva portato la macchina con sé e inoltre l’indomani avrebbe dovuto occuparsi del “Blue Sky Caffè”, il caffè che possedeva, per questo non beveva molto. 

«A ogni modo, come sei riuscito a trascinare Sun qui?» Mac, uno del gruppo, chiese a Golf guardando Sun che stava sorseggiando dal suo bicchiere. La persona in questione lanciò un’occhiataccia a Mac, ma non disse nulla e continuò a bere.

«Gli ho detto che se non fosse venuto a festeggiare il mio compleanno questa volta, l’avrei cancellato dalla mia lista di amici.» 

«Hai intenzione di tagliare i ponti con lui?» Mac rise alla risposta di Golf.

«Dannazione sì, l’ultima volta non si è nemmeno fatto vedere, se lo fa di nuovo è davvero finita.» 

«Che meschino.» 

Non solo con le parole, Sun stava insultando il suo amico anche con lo sguardo. Non era che non avesse voglia uscire con i suoi amici. Aveva l’aspetto di un dio, lontano dalla parola ‘playboy’, ma occasionalmente faceva festa con i suoi amici. Tuttavia, da quando si era laureato e aveva aperto il suo caffè, dava priorità e passava tutto il suo tempo a gestire la sua attività.

Se faceva festa, beveva come una spugna e si ubriacava così tanto da svegliarsi tardi, come avrebbe fatto a prendersi cura del caffè? Per fortuna il locale stava andando bene e il dipendente che aveva assunto era competente, quindi si sentiva abbastanza sicuro.

«Stai facendo soldi per risparmiare in modo da poterti sposare?»

«Con chi?» Golf era pronto a parlare per il suo amico. «Da quando ha rotto con Jane al terzo anno di college, non l’ho visto uscire con nessuna ragazza. È così single che sono confuso. Aspetta! Hai già una ragazza e ce lo nascondi?»

«Nessuno.» rispose Sun con un’espressione seria.

«Strano. Come può un ragazzo come te non avere una ragazza? Woah! Davvero?» Mac fisso Sun incredulo. «Se sei single… penso che dovresti trovarne una stasera. Una ragazza al tavolo accanto ti sta guardando da un po’ ormai.»

«Non sono come te che non riesci mai lasciare vuoto il tuo letto.» ringhiò Sun.

«Feroce.» scherzò Golf. I tre si divertirono a deridere le abitudini sessuali di Mac, nel mentre Sun stava osservando il tavolo di fronte a loro e vide un gruppo di giovani ragazzi che facevano tintinnare i bicchieri. Stava per distogliere lo sguardo quando i suoi occhi catturano qualcuno.

Mork…

C’erano molti tavoli e il bar era piuttosto buio, ma Sun ricordava molto bene quel volto, dato che Mork era il migliore amico di suo fratello che aveva incontrato diverse volte. Sun, però, non andava molto d’accordo con lui. 

«Cosa c’è che non va?» chiese Golf, meravigliato.

«Niente.» Sun scosse la testa.

Nonostante ciò… gli occhi di Sun erano ancora incollati a quel tavolo. Abbassò lo sguardo sull’orologio. Era l’1:30, era ora di andare.

«Me ne sto andando.» 

«Che diavolo? Il bar è ancora aperto.» Mac protestò per primo.

«Starai qui finché non sarà chiuso?» Ringhiò Sun. «Non devi lavorare domani?»

«Dai, ci vediamo solo una volta ogni tanto. Perché hai tanta fretta?» Anche Golf si lamentò.

«Devo andare a letto.» Sun rispose con faccia seria e se ne andò senza aspettare il consenso del suo amico visto che Mac aveva detto che quella notte era tutta per lui. Mac e Golf brontolano, ma non erano davvero molto arrabbiati perché Sun non era mai stato un gran bevitore.

Non si accorsero che Sun non si era diretto subito alla porta, bensì, verso il tavolo con il gruppo di giovani ragazzi.

Il gruppo di Mork…

«Come sono i tuoi nuovi amici? Ah però, un ragazzo come te può anche farsi degli amici?» Mike, un amico del gruppo, chiese a Mork… Da quando erano entrati in università, si incontravano a malapena rispetto a quando erano al liceo. Tutti pensavano di aver sviluppato una tecnologia che li aiutasse a mettersi in contatto l’un l’altro più facilmente, ma nulla era paragonabile al vedersi di persona o mangiare e uscire insieme ogni giorno.

All’inizio parlavano solo in una chat di gruppo tramite LINE, proprio come facevano al liceo. Ma col passare del tempo, erano entrati in nuovi circoli sociali e avevano  le loro cose da fare. Iniziarono a parlare meno di prima, a contattarsi di tanto in tanto, e a ricevere aggiornamenti sulla vita dei loro amici sui social media e parlare solo di cose importanti.

Dal momento che Mork non pubblicava quasi nulla sui social media, i suoi amici non riuscivano a capire come stesse. Aggiornava il suo stato o pubblicava una foto su Facebook una volta ogni luna blu*. Ora che avevano avuto la possibilità di uscire insieme, volevano saperne di più sulla sua vita.

(*N/T: La luna blu è il nome con cui so indica la seconda luna piena nel corso dello stesso mese. Questa situazione si verifica in media ogni 2.7 anni, quindi è un evento abbastanza raro.)

«Sono ragazzi apposto.» Mork diede loro una breve risposta. La sua risposta fece sì che i suoi amici si scambiassero un’occhiata, come per dire… ‘Il gatto ha la lingua?!’

«Quindi ti sei fatto degli amici?»

«Non sono senza amici come te, Mike.»

«Bastardo! Ho un sacco di amici.» gridò Mike.

«Ti capita ancora di litigare?»

«Non c’è bisogno di chiedere! Guardalo in faccia.»

Nong afferrò il mento di Mork, spostando scherzosamente la sua faccia avanti e indietro. Non aveva nemmeno bisogno di guardare da vicino o con attenzione per vedere la ferita sulla coda del sopracciglio e il livido all’angolo della bocca.

«Vaffanculo.» Mork allontanò seccato la mano del suo amico.

«Che cazzo?! Sii gentile con i tuoi amici.»

«Sei all’università adesso, quindi trattieniti un po’. Mi dispiace per i tuoi genitori.»

Mike avvertì il suo amico preoccupato. Una volta fare a botte era alla moda, ma quando aveva iniziato la sua vita universitaria, si era reso conto che litigare lo avrebbe davvero ucciso un giorno.

E le persone più devastate sarebbero state quelle che lo avevano cresciuto.

«Non inizio mai a litigare. Lo sapete tutti.» Mork sospirò stancamente, non che non lo capisse e non aveva davvero voglia di litigare con qualcuno, ma i guai lo perseguitavano.

Se vengo sfidato, offeso o colpito per primo… si aspettano che mi inchini  e accetti senza dire nulla?

Mai nella vita!

«La faccia di Mork lo implora. Come lo chiamano? ‘Una faccia che invita a uno schiaffo’?»

«Avrai anche il mio schiaffo.»

Mork lanciò un’occhiataccia a Nong, ma non poteva negare la verità, aveva davvero ‘una faccia da schiaffi’. La sua faccia da stronzo, faceva sembrare come se stesse cercando di litigare con qualcuno.

Non c’era da stupirsi che i teppisti là fuori continuassero ad andare da lui e litigare, la sua faccia lo chiedeva chiaramente, anche se si sedeva da solo senza dare fastidio a nessuno. Mork non era una persona timida che si scusava quando non faceva nulla di sbagliato. Ecco perché le cose finivano sempre con la violenza.

«Non credo che sia giusto litigare con chiunque ti provochi.» sostenne Mike. «Se continui a litigare quando lavorerai, influenzerà la tua carriera, lo sai.»

«Vero!» Nong era d’accordo.

«Ci sto provando…»

La voce di Mork si addolcì. Stava cercando di trattenersi da questo genere di cose per i suoi genitori da quando si era diplomato al liceo. Era figlio unico, non voleva che i suoi genitori fossero preoccupati perché veniva sempre picchiato.

Ma delle volte non poteva davvero farci niente, tirava un pugno senza accorgersene, prima ancora di fermarsi a pensare.

«Smettila subito con questo dramma. Non è divertente parlare di cose serie.» disse Nong.

«Giusto! Prenderò a schiaffi chiunque ricominci un dramma.» Mike indicò i volti di tutti.

«Sei stato tu a iniziare!» Mork e Nong gli urlarono in faccia.

«Va bene, va bene, non lo farò più. Cincin!»

Fecero tintinnare i bicchieri e bevvero l’alcol, ma… il bordo del bicchiere non toccò nemmeno la bocca di Mork quando qualcuno glielo afferrò e lo sbatté sul tavolo con rabbia.

Mork volse gli occhi verso la persona che stava cercando di iniziare una lite davanti ai suoi amici e fu ancora più sorpreso e scioccato che quasi sussultò nel vedere il bel viso che lo fissava.

«Sun!»

Mork non avrebbe mai pensato che Sun sarebbe stato qui e non riusciva a capire cosa fosse successo a Sun per avergli fatto strappare il bicchiere in quel modo. Se non fosse stato il fratello di Rain… in quel momento avrebbe imprecato contro Sun.

Perché continua a intromettersi nella mia vita?!

«Esatto! Sono io.» Sun si appoggiò al tavolo con una mano e mise l’altra sul suo fianco. Fissava Mork come se stesse per fargli una predica.

«Rain ha detto che stavi svolgendo un compito a casa. Perché sei qui?!»

«Che diavolo?!» La bocca di Mork si spalancò e sbatté le palpebre confuso. Non andavano mai d’accordo, allora perché Sun gli stava facendo pressioni con quella domanda, come se fossero intimi?

«Quindi?»

«Perché ficchi il naso nei miei affari?»

Mork cercò di mantenere la calma e scattò indietro come se avesse appena ritrovato la sua voce. I suoi amici li guardavano sorpresi perché nessuno di loro conosceva Sun. Erano preoccupati che Sun potesse essere il vecchio nemico di Mork.

Sarebbe successo un casino se avessero litigato al bar!

«I bambini non dovrebbero andare in discoteca.»

«Ehi!»

La persona chiamata con l’appellativo di “bambino” si accigliò e spinse il petto di Sun con così tanta rabbia che quest’ultimo fece due passi indietro. 

Aveva quasi vent’anni adesso, perché Sun gli parlava come se fosse alle elementari?

Mork poteva anche essere molti più giovane di Sun, ma poteva ancora far sanguinare la bocca di Sun!

«Ehi… Calmati, amico.»

Nong trattenne Mork, temendo che i buttafuori li avrebbe sbattuti fuori se avessero causato problemi. Guardò Sun, Nong aveva molte domande da fare, quindi chiese a Mork in un sussurro, ancora in guardia.

«Qual è il problema? Chi è questo bastardo?»

«Il fratello del mio amico.»

«Il fratello del tuo amico?»

«Sì.»

Mork cercò di calmarsi e si scrollò di dosso la mano di Nong. Vedendo le domande scritte sui volti dei suoi amici, non aveva altra scelta che presentare loro Sun, altrimenti questi tizi avrebbero cercato comunque di ottenere una spiegazione da lui.

«Questo è Sun… il fratello del mio amico all’università.»

«Oh.» Nong e Mike annuirono e si strinsero le mani sul petto per salutare educatamente Sun, anche se si chiesero, come mai Mork sembrava così irritato da aver quasi litigato con il fratello del suo amico.

«Piacere di conoscerti, Sun.» disserò all’unisono.

«Ehm.» Sun accettò i loro saluti, costringendosi a un sorriso amichevole, poi rivolgersi a Mork. «Andrai via ora?»

«No.»

«È tardi. Dovresti andare a casa.»

«Cosa ha a che fare con te?»

Mork era molto confuso. Erano venuti qui separatamente, non erano poi così vicini, e quando sarebbe tornato a casa non aveva niente a che fare con Sun. Ancora più importante, sarebbe tornato a casa quando avesse voluto! Dannazione!

«Me ne vado. Ti lascio stare se te ne vai adesso.»

«Posso tornare a casa da solo. Vattene se vuoi.» Mork non se ne sarebbe andato così facilmente, anche se voleva andare a casa a dormire perché l’atmosfera era davvero noiosa quella notte. Ma ora che Sun stava cercando di agire come il suo guardiano e controllarlo in quel modo… si sarebbe rifiutato ancora di più.

Voleva andarsene, ma improvvisamente non più.

«Si è fatto davvero tardi, dovresti andare con lui.»

Con Mork che appoggiava la mano sul tavolo e fissava Sun minaccioso, Mike si sentì a disagio. Sun poteva essere il fratello dell’amico di Mork, ma Mork era così irascibile che poteva colpire chiunque.

Ecco perché sarebbe stato meglio per tutti se ‘avessero dichiarato una tregua’.

«Va bene, non hai portato la bici, è meglio andare con lui visto che sei ubriaco.» Nong era d’accordo con Mike.

«Ti sta chiedendo di andare con lui perché preoccupato. Non fare storie.»

«Stai zitto.» Mork fissò i suoi amici uno per uno.

«Andrai o no?» La voce di Sun divenne più profonda. «Continuerò a stare qui se non lo fai.»

«Che diavolo?!»

Mork alzò gli occhi al cielo. Avrebbe già preso a pugni Sun se fosse stato qualcun altro. Ma questo era Sun… il fratello del suo migliore amico. Se avessero litigato, sarebbe stato difficile, perché Rain, che era bloccato nel mezzo, non avrebbe saputo come comportarsi nei loro riguardi.

Non aveva paura di Sun. Semplicemente non voleva che Rain si sentisse a disagio!

«Va bene! Me ne vado!»

Mork salutò il suo amico ed uscì dal bar. Sun lo seguì mentre Mike e Nong si scambiano un’occhiata, confusi sulla loro relazione.

La loro confusione durò però solo un minuto, poi tornarono a far tintinnare i bicchieri. La musica allegra e le belle ragazze del tavolo accanto che stavano adocchiando… erano molto più affascinanti!

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.