VEGAS X PETE – CAPITOLO 3 (M)

AVVISO TRIGGER: stupro, sevizia, molestie e violenza.

-Vegas-

«Tu e Kan dovete aiutarmi. Altrimenti saremo tutti morti!» Non appena Big uscì dalla stanza, io, che ero già terribilmente infastidito dalle sue azioni, diventai ancora più furioso.

Perché Big era stato incauto, aveva trasmesso informazioni ad altre persone che avevano agito in modo disordinato. 

Questa cosa avrebbe potuto essere la falla che ci avrebbe fatti scoprire. Sarebbero venuti a conoscenza del sistema di corruzione nella compagnia e del fatto che avevo sempre pugnalato alle spalle Kinn.

«Dio mio!» Più ci pensavo, più mi innervosivo. 

Big era così stupido! Perché mi ero associato con persone così stupide? 

Nessun altro aveva mai osservato a fondo quello che stavamo facendo. Anche Tawan si stava comportando come un pazzo senza controllo.

Scaraventai via con rabbia tutti gli oggetti sopra la mia scrivania. 

Troppe erano le persone che mi stavano causando problemi in quel momento. 

Esattamente come quel giorno al deposito quando Tawan era stato messo alle strette, si era affrettato a trovarli per afferrare Kinn per il collo e andare all’inferno con lui. 

Aveva detto che ero sempre stato io a mandargli i messaggi di Kinn, ammetto che era vero.

Non volevo mentire mai più a Porsche. Volevo ammettere di essere nel torto e pentirmi. 

Non importava quanto fossi crudele, ma quando si trattava di qualcuno che amavo, non avrei mai potuto ferire i suoi sentimenti.

Ma quello non era il momento giusto per pentirsi e spiegare bene le cose a Porsche. Avrei dovuto ricominciare da capo con lui, ma non sapevo cosa avrei dovuto fare per rimediare.

Ero frustrato con gli idioti intorno a me. 

Sapevo che prima o poi, un giorno mi avrebbero rovinato. 

Inconsciamente buttai a terra qualsiasi cosa la mia mano fosse in grado di toccare. C’erano così tante cose a cui dovevo pensare finché non rimasi impotente. 

Per quale mancanza mi avrebbe sgridato mio padre questa volta? Avevo commesso un errore che il clan maggiore avrebbe potuto scoprire. O avrei perso la persona che amo?

Ero circondato da così tanti problemi che desideravo afferare un coltello con il quale tagliarmi per ricordarmi la dolorosa verità che nessuno si sarebbe preso cura di me alla fine. 

Era proprio come aveva detto papà. Cosa potevano fare le persone come me senza mio padre? Mi sentivo così stupido e mi sentivo un tale perdente.

Buttai via quasi tutte le cose che erano sulla scrivania perché mi sentivo un disastro. La mia mano sfiorò il computer e stavo per gettare a terra anche quello con una rabbia inarrestabile.

Ma quando il mio palmo sfiorò lo schermo del computer, smisi immediatamente di muovermi.

In quei giorni non avevo mai acceso il computer. Perché il pc era caldo come se fosse stato usato di recente?

Inspirai profondamente. Esaminai il computer con la mano. Iniziai a guardarmi intorno nella stanza, controllai la mia scrivania e anche il balcone.  Sentii che c’era qualcosa di strano. 

I miei documenti che ora erano sparsi sul pavimento erano disposti in modo diverso dal solito, il che era impossibile, perché di solito mi comportavo come una casalinga ordinata, sapevo come organizzare le mie cose, lo facevo per non sentirmi irritato.

Ma la porta del balcone era chiusa a chiave come sempre. Iniziai a guardare a destra e a sinistra, ormai sicuro del fatto che qualcuno fosse entrato nella mia stanza senza il mio permesso. 

Se avesse avuto fortuna, sarebbe riuscito a fuggire in tempo. Ma se fosse stato sfortunato, probabilmente si sarebbe nascosto da qualche parte in questa stanza.

Vagai con lo sguardo finché i miei occhi non si imbatterono nella porta a vetri collegata alla mia camera da letto che non era completamente chiusa. 

Un sorriso comparve lentamente sul mio viso quando mi resi conto che la persona che aveva invaso la mia stanza probabilmente non poteva essere andata lontano e si stava nascondendo qui intorno.

Aveva osato entrare nella fossa dei leoni. Non avrebbe dovuto pensare di uscirne facilmente.

«Rimettete tutto in ordine.» Aprii la porta e ordinai a due dei miei subordinati che passavano davanti alla porta della stanza di entrare e rimettere in ordine il tutto.

Non cercavo di comportarmi in maniera prudente questa volta, volevo solo prendere quello stronzo. 

Inoltre in caso di emergenza, i miei subordinati avrebbero potuto aiutarmi. Se aveva osato intrufolarsi in un posto come questo, doveva avere con sé un’arma.

«…» Mi misi una mano in tasca e camminai per la stanza in modo rilassato. 

In realtà, avrei potuto chiamare le mie guardie del corpo per ispezionare la stanza in quel momento esatto, ma non volevo avere troppa fretta. 

Decisi di trasformare le piccole cose in grandi cose, creando così tanta suspense che gli farà battere il cuore. 

Non ero sicuro, ma potrebbe succedere qualcosa di divertente.

«Huh…» Mi fermai davanti al mio grande armadio. 

Era una mia speculazione che in quella stanza la persona avesse deciso quel posto per giocare a nascondino ma iniziai a sentire che la mia ipotesi era giusta.

Aprii la porta con le labbra che si contraevano in un sorriso. Fui abbastanza divertito da quello che vidi davanti a me. Il mio istinto non si sbagliava quasi mai. Avevo creduto in lui ed era tutto vero.

«Molto bene!» dissi.

Pete mi puntò contro la canna della sua pistola, in direzione del mio viso con un’espressione leggermente terrorizzata. Non aspettai che mi sparasse in mezzo alla faccia, la mia mano schiaffeggiò velocemente la sua facendogli spostare la mira e gli fece perdere l’equilibrio sbattendolo a terra.

«Signor Vegas!» disse Pete mentre si alzava rapidamente da terra, la mano ancora stretta sulla pistola, prendendomi a calci con forza sull’addome.

Due dei miei sottoposti si precipitarono ad aiutarmi e riuscirono a prendere Pete per il collo trascinandolo fuori, calciandolo senza sosta.

Ma Pete non era debole e contrattaccò molte volte. Tutto ciò che era a portata di mano, lo usò come arma e lo lanciò verso i miei subordinati. 

Pete venne inseguito e inciampò più e più volte finché non scoppiò il caos nel mezzo della stanza.

La mano di Pete stringeva ancora saldamente la pistola e premeva il grilletto con il dito contro i miei subordinati. Non esitai a mettermi di fronte a lui per sferrargli un pugno in faccia, la sua espressione era tremolante, fino a quando non cadde quasi a terra. Gli diedi un calcio al polso finché la pistola non sfuggì dalla sua presa.

«Sei un buono a nulla, Pete. Vieni qui!» Mi chinai per raccogliere la pistola da terra analizzandola dalla punta della canna all’impugnatura.

Pete, non importava quanto fosse forte, finì comunque per essere schiacciato. Cadde a terra diverse volte e i miei subalterni lo tirarono su di nuovo prima di colpirlo usando sia i gomiti che i pugni finché gli angoli della bocca non iniziarono a sanguinare.

«Non dirmi che mio cugino ti ha ordinato di spiarmi qui in casa mia.» dissi con tono calmo. I miei occhi distolsero lo sguardo dalla pistola e tornarono su Pete che si stava già ricoprendo di lividi.

Ma avevo rispetto per il suo coraggio, perché  lui stesso aveva combattuto contro i miei subordinati finché anche loro non erano stati completamente distrutti. Ma era stato un bene che noi fossimo in numero maggiore.

«Signor Vegas! Perché stai facendo questo?!» disse Pete mentre continuava a difendersi dalle mie guardie.

«Signor Vegas, ho trovato il suo telefono e gli auricolari!» La mia guardia del corpo mi lanciò frettolosamente i suoi oggetti.

Pete stava per lanciarsi a riprendere il telefono, ma fu trattenuto. Se non mi sbagliavo, avrebbe già dovuto avere tutte le prove nel suo telefono. Non sapevo cosa avesse raccolto, forse aveva registrato una clip del momento in cui Big mi aveva parlato.

Non riuscì a scoprirlo perché il suo telefono aveva la batteria scarica. 

Ma pensai che probabilmente le aveva già cancellate e inviate al suo padrone. 

Si poteva vedere l’intera stanza e l’ufficio dall’interno dell’armadio, dovetti chiamare immediatamente Big per avvisarlo di stare attento.

«Cosa stai facendo?!» Nel momento in cui chiamai Big, Pete prese a calci due dei miei sottoposti finché non caddero a terra prima di venire verso di me per prendermi il telefono.

«Fottuto Pete!» chiamai il suo nome ad alta voce mentre prendeva il mio telefono. Usai frettolosamente il calcio della pistola che stavo tenendo in mano per colpirlo in faccia con tutta la forza che avevo finché non crollò sul pavimento. 

«Sei davvero un cane leale! Come sei obbediente!» Gridai forte per tutta la stanza e usai i piedi per bloccare il suo petto contro il pavimento.

«Signor Vegas! Smettila di fare tutte queste cose! Cosa può averti fatto il signor Kinn?!» Il viso di Pete si stava sgretolando per il dolore. Le sue sopracciglia erano rotte tanto da fargli sgorgare il sangue, ma riusciva ancora ad usare la bocca per gridare e discutere con me. 

Mi piacevano molto le guardie del corpo della prima famiglia, non solo avevano buone capacità, ma anche buon gusto.

«Chi altro c’è qua fuori? Venite ad aiutarci!!!» Una delle mie guardie aprì la porta della stanza tenendosi, con una mano, lo stomaco, la sua faccia era distorta dal dolore mentre urlava a qualcuno di avvicinarsi per aiutarci ad affrontare il cane rabbioso sotto di me. 

Non c’era da stupirsi che Pete fosse riuscito a entrare facilmente qui e non era strano che solo due dei miei subalterni avessero inseguito Pete, visto che oggi papà aveva radunato quasi tutte le guardie abili nel suo appuntamento al casinò. La casa era silenziosa e la sicurezza era dimezzata.

«Che cos’ha di tanto buono Kinn?! Ama le persone e ha persone che lo amano. Anche se la sua ex moglie lo ama e lo amerà ancora, morirà… Buona fortuna.» dissi mentre premevo il mio piede per schiacciargli il petto finché non cominciò a gridare forte perché faceva fatica a respirare.

«Lasciami andare… S… Signor Vegas!» Pete usò entrambe le mani per spingere via il piede, ma senza successo.

Lo lasciai disteso sul pavimento fino a quando, alla fine, si ribellò e mi diede un pugno nell’incavo del ginocchio, cosa che mi fece perdere l’equilibrio e cadere a terra. Pete si alzò in fretta, afferrò un piccolo vaso che adornava la mia stanza, lo sollevò e mi colpì la testa con tutta la sua forza.

«Signor Vegas!» Una delle mie guardie gridò forte.

Il mio viso era diventato insensibile a causa del colpo, per fortuna, il vaso non era così resistente, ma mi aveva colpito abbastanza forte proprio sulla testa. Il sangue iniziò a scorrere lungo le mie tempie. Non sentii alcun dolore, mi sentii intontito per un momento. 

Toccai il sangue con il dito e girai lentamente gli occhi. Il liquido rosso vivo aveva fatto crescere il livello della mia rabbia.

Lanciai un’occhiata a Pete, che ora era tenuto stretto da due dei miei sottoposti. Entrambe le sue mani erano strettamente tenute insieme. I suoi piedi continuavano a scalciare nell’aria, implacabili. Ma arrivarono altri tre dei miei uomini, probabilmente a breve sarebbe tutto finito.

«Liberami! Lasciami andare!» Una delle guardie reagì, cercando di prenderlo a pugni.

Qualunque cosa fosse successa, non si sarebbe arreso. Era troppo tenace e resistente.

«Signor Vegas, prima dobbiamo curare la sua ferita.» La mia guardia del corpo mi aiutò ad alzarmi dal pavimento. 

La puzza di sangue mi arrivò al naso. Chiusi gli occhi e aspettai, ci volle meno di un secondo per sentire le mie emozioni ribollire.

«Attenti!» Mi alzai velocemente da terra e mi voltai per allontanare i miei sottoposti da Pete. 

Poi gli diedi una ginocchiata contro lo stomaco con tutta la forza che avevo mentre i miei uomini continuavano a tenergli saldamente entrambe le braccia.

«Ugh…» Il corpo di Pete crollò lentamente a terra con il viso distorto dal dolore.

«Non ti avevo avvertito di non farti trascinare in missioni pericolose dal tuo capo? Perché ti condurrà alla morte!» Gli afferrai i capelli con la mano in modo che fosse obbligato a guardarmi in faccia.

«Perché stai facendo questo?» sussurrò Pete. Le sue condizioni fisiche cominciarono a peggiorare. Mi accovacciai e mi trovai davanti a lui con un sorriso beffardo.

«Sei un duro. Cosa ti ha dato Kinn per farti combattere in questo modo?» Pete strinse gli occhi, fissandomi. I suoi occhi brillavano ancora di testardaggine e determinazione.

«Vaffanculo! Sei così malvagio come ha detto.»

«Hai ancora la forza per abbaiare!?!. Un cane come te non ha cervello. Il tuo capo ti ordina di fare quello che vuole!» Gli strinsi forte i capelli, socchiudendo gli occhi mentre lo guardavo dalla testa ai piedi.

«Huh… Almeno, Boss Kinn non è uno psicopatico. Non è un traditore e non è malvagio come te!» Scossi la sua testa e mi alzai. Chiuse gli occhi con forza per il dolore e lentamente si alzò anche lui.

«Guarda la tua bocca!» Lasciai andare la sua testa prima di usare la mia forza per schiaffeggiare la faccia di Pete con il palmo della mano. «Quali sono le informazioni che hai inviato a Kinn?!» Afferrai il suo viso, che si inclinò all’indietro per incontrare il mio faccia a faccia, prima che la mia mano gli stringesse entrambe le guance.

«Prima o poi il tuo karma si rivolterà contro di te!» Il suo sguardo duro continuava a fissarmi. 

Odiavo questo tipo di resistenza, volevo davvero sapere per quanto tempo sarebbe rimasto così testardo e arrogante.

«Meglio lasciare la questione del karma alla prima famiglia! Sai cosa hanno fatto alla seconda famiglia?! Ci hai mai pensato?! Digli pure che sarò il loro prossimo capo!» dissi, continuando a fissare la persona di fronte a me.

«Cosa ti avrà mai fatto il signor Kinn?!» Il suo sguardo arrogante continuava a brillare. 

Non avevo idea di dove prendesse tutto il suo coraggio, nonostante il pericolo che stava affrontando, avrebbe comunque protetto il suo padrone senza temere per la sua morte.

«Le persone come lui sono patetiche. Anche solo stare nello stesso posto e respirare la sua stessa aria è già abbastanza disgustoso.»

«Ti interessa solo la vendetta. Come puoi anche solo pensare di competere con il signor Kinn?! Pensi di poter combattere contro di lui in questo modo? Non puoi competere. Anche… Quando si tratta di.. “Porsche”» disse Pete con uno sguardo sprezzante.

Chiusi gli occhi ancora una volta, raccogliendo tutti i sentimenti dentro di me prima che esplodessero mentre il mio pugno atterrava sulla sua faccia con furia. 

Per poco non cadde e subito i miei subalterni lo tennero ancora più stretto, impedendogli di sdraiarsi a terra.

«Fottuto Pete! Smettila di essere testardo! Dimmelo ora! Cosa diavolo hai mandato a Kinn?!» Urlai forte, le mie guardie distolsero lo sguardo per paura della mia rabbia.

«L… la tua malvagità è incredibile… non riesco nemmeno a immaginare cosa farà il mio capo con le prove che gli ho mandato.» Il sangue coprì di nuovo la bocca di Pete, sangue vecchio e nuovo tutto mescolato.

«Vuoi davvero che ti uccida? Eh?!» Feci un respiro profondo, accarezzandogli con forza il viso mentre iniziavo a controllare maggiormente le mie emozioni.

«Allora uccidimi! Uccidimi e basta! Non sopravviverò comunque.» disse Pete mentre si guardava lentamente intorno nella stanza, circondato da me e dai miei uomini. Il suo sguardo non mostrava ancora alcun segno di resa a questa situazione.

«Buono a sapersi. Non devi preoccuparti. Morirai come desideri!» Lo spinsi forte prima di andare davanti al computer per accenderlo e guardare tutta la cronologia.

«La password era facile da indovinare… Così, per dire.»

I miei subordinati puntarono la pistola alla testa di Pete, dicendogli di stare fermo. 

Lui fissò intensamente i miei movimenti mentre continuavo a controllare la cronologia. Mi irritai ancora di più quando vidi che i dati commerciali importanti erano stati aperti. 

Avrei dovuto trovare una buona scusa per quando mio padre lo avrebbe scoperto, ma erano informazioni vecchie. Sperai che i documenti dei nuovi clienti non fossero stati scoperti.

Continuai a cliccare sullo schermo, volevo estrarre la mia pistola e sparare a Pete con rabbia, ma mi fermai quando scoprii che era stata aperta una certa cartella, le mie labbra si contrassero prima di sogghignare inaspettatamente dopo aver capito che era stato in grado di aprirla. 

Feci del mio meglio per calmarmi anche se la mia testa era quasi in fiamme. Ma almeno, se questi fossero stati inviati a Kinn, sarebbe bastato a soddisfarmi.

Presi una sigaretta nel cassetto prima di accenderla, sprofondai nella sedia e appoggiai entrambi i piedi sulla scrivania. Il fumo bianco uscì dalle mie labbra e mi diede un po’ di tranquillità. 

Pensare agli affari mi faceva venire il mal di testa, anche se ero preoccupato di dover essere sgridato da mio padre, pensai che quest’ultimo sarebbe stato in grado di gestirlo.

Dopo quello che era successo, avrei dovuto chiudere per sempre la bocca di quel bastardo di Big prima che la prima famiglia fosse arrivata a lui, nel caso in cui dicesse qualcosa di pericoloso.

Continuai a fissare il fumo che fluttuava nell’aria, provai a convincermi che tutto aveva una soluzione, anche se, a dire il vero, non riuscivo ancora a vederla in quel modo.

«Quale clip pensi che a Kinn piacerebbe di più?» Iniziai a rilassarmi un po’ non appena la nicotina entrò in circolo nel mio corpo eliminando tutto lo stress che sentivo, perché almeno la situazione di quel giorno mi stava divertendo molto. Kinn doveva essere morto vedendo questi video.

Girai lo schermo verso Pete e decisi di riprodurre un video senza alcun accenno di imbarazzo. Pete girò la testa e guardò immediatamente dall’altra parte, anche i miei sottoposti decisero di chinare il capo.

«Pensi che Kinn stia impazzendo in questo momento?» dissi, ridendo un po’.

Dato che Pete aveva già scoperto tutto, avrebbe almeno dovuto inviare una clip di alta qualità a Kinn, me lo stavo già immaginando devastato. Era stato bello che qualcuno glielo avesse mostrato al posto mio volontariamente in modo che non dovessi fare tutto il lavoro. Dopotutto, eravamo nemici, non sarebbe dovuto esserci bisogno di nascondersi di nuovo l’uno dall’altro, giusto?

«Psicopatico.» disse Pete a bassa voce. Sorrisi ampiamente e accesi una seconda sigaretta prima di voltarmi a guardarlo.

«E tu, Pete? Quale clip ti piace?» dissi mentre schiacciavo il mozzicone di sigaretta sul posacenere.

«Eh… Ogni clip è patetica. Sei un persona molto intelligente, ma poi fai qualcosa di così ignobile come questa.» disse Pete senza guardarmi.

Francamente, Pete aveva stuzzicato un po’ la mia attenzione, più mostrava la sua testardaggine, più mi eccitava.

«Devi stare attento a qualunque cosa esca da quella tua bocca.» Lo indicai in attesa.

«Preferirei vomitare. Preferirei essere mangiato dai vermi…» Pete parlò a voce così bassa che non riuscivo a sentirlo bene. 

Giuro che mi fa incazzare, questo figlio di puttana!

Girai lo schermo del mio computer per guardare il video in riproduzione, avrei davvero voluto rivivere il passato in quel momento, ogni video mi rinvigoriva e il fatto che questo avrebbe ferito Kinn lo rendeva più divertente per me. 

Tutte le persone che si erano avvicinate a lui sentimentalmente venivano portate nella mia stanza perché io potessi farci un giro dopo che Kinn aveva finito con loro. Se non provi una cosa, poi ti rimane la voglia. Spensi la sigaretta sul posacenere prima di camminare verso Pete, che era ancora trattenuto dalle mie guardie.

«Il tuo padrone mi conosce bene…»

«Cosa stai aspettando? Perché non mi hai già ucciso?» Pete alzò lo sguardo e mi fissò.

«Oh, sei così impaziente. Se vuoi implorare per la tua vita, hai ancora tempo per farlo!» Allungai la mano e gli afferrai il collo prima di affondare lentamente le dita nella sua pelle. Gli occhi di Pete tremarono per un momento, ma rimase immobile, fingendo di non sentire il dolore.

«Oh! Stai facendo il duro ora per sentirti dignitoso.» Pete mi fissava senza paura.

Sapevo che era terrorizzato nel profondo, ma cercava di nascondere i suoi veri sentimenti. 

Perché le persone come lui non si piegherebbero facilmente con nessuno. 

Perché mi piacciono le persone testarde e arroganti? 

Il solo guardarlo mi fece amare davvero tanto la sua dignità, sentii il mio cuore iniziare a riempirsi di eccitazione.

«Eh! Mi piaci davvero.» Diedi di nuovo una ginocchiata nello stomaco a Pete, con tutta la forza. Questa volta, crollò a terra mentre si mordeva forte le labbra. Era chiaramente più che esausto.

«Ragazzi, lasciatelo andare…» Ordinai ai miei subordinati di prendere le distanze da Pete che si accasciò a terra. 

«Potete andarvene tutti adesso.» Mi voltai per dare ordini alle guardie che, inorridite, si voltarono a guardarsi l’un l’altra con stupore.

«Vuoi che lo porti fuori e gli spari lì?»

«No, voi ragazzi andatevene! Lasciatelo così.» Mi chinai un po’, fissando la figura torturata con occhi soddisfatti.

«Ma potresti farti male…»

«Ho detto di andarvene!» Gridai così forte che tutti scattarono in piedi e uscirono in fretta dalla stanza. 

«Oh, vai a chiamare Big e digli di stare attento perché Pete ha scoperto tutto.» Non mi dimenticai di ordinare all’ultima guardia del corpo che stava uscendo di avvisare immediatamente Big di quello che era successo.

«Sai una cosa? Sei carino quando soffri.» Mi accovacciai lentamente accanto a Pete. 

In tutta onestà, la persona di fronte stava provocando in me molta lussuria. Il suo aspetto e il contesto in cui ci trovavamo erano molto stimolanti per me.

«Tu… non vincerai mai. I… Il signor Kinn si occuperà di te.» disse Pete mentre si contorse per il dolore.

«Tu parli solo di Kinn. A cosa serve? Quanto deve essere bravo come capo che la gente come te scodinzola per lui in questo modo?» dissi.

«L… lui è meglio di te, questo è sicuro.»

«Ah, è così? Facciamo una prova, che ne dici?» Le sue parole mi avevano trafitto il cuore. Odiavo il modo in cui le persone mi paragonavano a Kinn, in quel modo aveva solo raddoppiato la mia rabbia. 

[AVVISO: da questo punto inizia la violenza sessuale. Se non vuole leggerla, la lettura di questo capitolo per te finisce qui!]

Afferrai Pete per il colletto, ignorando che non fosse quasi in grado di camminare e trascinai la figura alta e robusta nella camera da letto, con violenza lo gettai sul letto.

«Ugh… Ack… Fa male.» imprecò mentre giaceva ricurvo sul letto.

Il mio umore era carico di tutto lo stress accumulato quel giorno, volevo sfogarmi per bene. 

Se non fosse per Pete e la sua bocca tagliente, non sarebbe stato poi così male, mi aveva provocato in molti modi con la sua arroganza. 

Volevo vederlo implorare per la sua vita e volevo distruggere la sua lealtà verso il suo padrone.

Sì, volevo che le persone associate a Kinn e il resto della prima famiglia si inchinassero a me, volevo che assaporassero la sconfitta, chi proteggeva Kinn avrebbe dovuto soffrire molto, solo allora, finalmente sarei stato soddisfatto…

Penso che inizierò con questa guardia del corpo leale e sicura di sé; volevo sapere quanta dignità possedeva tanto da continuare ad alzare il collo per proteggere il suo padrone.

«Potrai mandare anche questo video al tuo padrone.» Lo spinsi per farlo stendere sulla schiena e lo sostenni.

«Che cosa hai intenzione di fare?» disse Pete, con la voce rotta. I suoi occhi si strinsero e mi guardò con orrore.

«Ti farò supplicare per la tua vita…» Le deboli mani di Pete iniziarono a muoversi casualmente nella mia direzione per cercare di afferrarmi. 

Mi raddrizzai prima di slacciarmi la cintura, stringergli le mani, poi le legargliele sopra la sua testa e le fissarle alla testiera.

«Lasciami… V… Vegas!» Pete iniziò a dimenarsi sotto di me; ma con la forza che avevo, sarebbe stato difficile liberarsi dalla mia presa.

«Sei così eccitato per me! Ma non mi hai ancora risposto. Quale video ti è piaciuto di più?» Lanciai un’occhiata intensa a Pete, al punto che avrei quasi voluto inghiottirlo per intero.

Avrei davvero potuto essere uno psicopatico, perché quando vedevo le persone soffrire, il mio corpo provava gioia, in aggiunta a quello c’era il mio desiderio di sconfiggere Kinn e la persona sotto di me che aveva rifiutato di inchinarsi, aveva ulteriormente rafforzato il bisogno nel mio corpo di muoversi fino a diventare inarrestabile.

In quel momento volevo davvero sfogarmi. 

Più avrei soddisfatto questa voglia, più mi sarei sentito meglio.

«Liberami… Lasciami andare!» Slacciai lentamente il vestito di Pete e gli tolsi la camicia, rivelando ai miei occhi l’intero busto, più lo guardavo e più mi piaceva. 

Feci un respiro lento mentre posavo le mani su tutto il suo corpo.

«Cosa hai detto prima? Che non posso competere con Kinn…? Lascia che ti dica una cosa…sono molto meglio di Kinn; se non mi credi, aspetta e vedrai.» Sorrisi soddisfatto prima di chinarmi per far scorrere la lingua contro il suo stomaco e mordere la sua pelle.

«Cazzo! Merda! Qualcuno… mi aiuti! Lasciami andare!» Pete iniziò a tremare. La pelle d’oca si diffuse in tutto il suo corpo, le mie mani passarono sui suoi avambracci e si mossero verso il basso, stringendogli il petto con eccitazione.

«Non dovresti invocare il mio nome? Questo è qualcosa che dovrebbe piacerti.» Alzai lo sguardo e gli parlai in tono beffardo, poi mi chinai di nuovo e affondai i denti su tutto il suo addome, facendolo irrigidire dappertutto.

«Io… io non voglio questo… lasciami andare… non voglio questo.» Pete scosse la testa E le folte sopracciglia si aggrottarono.

Mi guardò torvo e cercò di resistere con tutte le sue forze.

«Ma io ti voglio…» Mi staccai dal suo stomaco e scivolai giù con difficoltà, cercando di slacciargli i pantaloni. Pete continuava a scalciare con le gambe per impedirmi di fare quello che volevo. All’improvviso allungò il piede e mi diede un calcio con forza al centro del petto.

«Cazzo, Pete!» Lo spinsi di nuovo sul letto prima di sedermi e mettermi a cavalcioni sopra di lui per impedirgli di muoversi troppo.

Merda! Lo schiaffeggiai con il palmo così forte che subito apparve un debole segno rosso sulla sua guancia.

«Se lo fai, ti ammazzo di sicuro! Ti ammazzo!» disse Pete, la sua voce era severa e gli occhi furiosi mentre scuoteva selvaggiamente la testa.

«Lo adoro!» Mi staccai da lui e rapidamente gli tolsi i pantaloni e le mutande.

«Vegas, bastardo! Figlio di puttana!» Pete urlò ad alta voce. Feci un sorrisetto e guardai il suo membro con soddisfazione.

Certo, non è eretto poiché Pete non prova nulla, ma chi se ne frega? 

Ero di umore talemente nero in quel momento che quello andava bene per me.

«Può essere usato lo stesso, signore.» dissi mentre mi inginocchiavo tra le sue gambe, afferrandogli con forza le gambe in modo che fossero sollevate dalle ginocchia.

«Non… No… Vegas, lasciami andare!!!» La sua voce tremava mentre si dimenava, lottando per trovare una via di fuga.

«Stai fermo!!!» dissi, tenendomi stretto alle sue gambe.

«Merda… Lasciami andare! Sei troppo fottutamente spietato! Bastardo!» Cercò di chiudere le gambe e si sforzò di scappare finché il sudore iniziò a comparire sul suo corpo. 

Come fa ad avere ancora tutta questa forza?

«Pete! Fermati! Non hai intenzione di fermarti?!» Strinsi il pugno e gli diedi un pugno nello stomaco ancora una volta, Improvvisamente si fermò e iniziò a cedere, Pete chiuse gli occhi per il dolore ma non riusciva nemmeno a piegarsi in avanti.

Afferrai le sue gambe e mi alzai di nuovo prima di sbottonarmi i pantaloni finché non mi caddero sulle ginocchia, Il mio membro era diventato duro e si espandeva a seconda di quanto il sesso fosse intenso, nemmeno io sapevo il perchè, ma non me ne preoccupai troppo finché il sesso era piacevole. Mi inclinai all’indietro lentamente con la mano e mi chinai per raccogliere il preservativo e il lubrificante vicino al comodino. Tenni le sue gambe più larghe di prima mentre Pete si dimenava ancora con le poche forze rimaste. 

Fissai la sua figura e gli chiesi dolcemente. «Un tatuaggio sul petto? Nessuna eredità è così ricca come l’onestà…» questa era la scritta che aveva, «Eh, non esiste una cosa come l’onestà!» dissi con un sorriso,mentre le mie dita si spostavano verso il suo didietro.

«Lasciami andare… Lasciami andare.» disse debolmente.

Inserii lentamente il mio dito indice nel retro, questa azione lo fece sussultare per il dolore. 

«Fa male…» Pete si morse il labbro inferiore e contorse ancora di più il corpo.

«Niente di meglio, osi persino rispondermi. Ti farò soffrire! Guarda!» Ritirai il dito. 

Ero riuscito a strappare il pacchetto del preservativo e a metterlo velocemente prima di spalmare il lubrificante su tutto il mio pene, lo accarezzai lentamente su e giù prima di tenerlo in posizione verticale, mettendolo dritto nel suo ingresso, spinsi lentamente la testa dentro senza aver preparato affatto Pete.

Non c’era via d’uscita, non c’era affatto piacere, nessuna tenerezza, nessuna euforia, volevo solo che si sentisse torturato a morte. 

Aspetta e vedrai!

«Ugh… Fa male! N…non farlo!» Pete cercò di alzare le mani per il dolore ma erano ancora legate alla testiera del letto, afferrò la corda, tenendola così stretta che le vene del suo polso si stavano gonfiando, un sorriso apparve sul mio viso dopo aver realizzato che il suo sedere non era mai stato toccato in questo modo prima. 

Ero entrato appena con la punta del mio membro e immediatamente sentì la sua pelle contrarsi.

«Ahh… Sì… Così va bene!» dissi mentre mi aggrappavo ai suoi fianchi e lo sollevavo ancora di più sul letto in modo da poterlo penetrare più facilmente. 

I miei occhi si muovevano avanti e indietro dal suo viso al suo sedere, Pete si morse forte le labbra, il sudore che gli colava su tutto il corpo, tremava senza sosta.

«Non… Non farlo… Ugh… Per favore!!!» disse Pete con un’espressione distorta sul viso, le vene sulle sue tempie iniziarono a pulsare fino a diventare visibilmente evidenti.

«Oh! Perchè allora non chiedi pietà…? Dillo!» dissi e poi lentamente mi spinsi dentro di lui ancora di più, era stato difficile anche per me, le mie sopracciglia si corrugavano più profondamente ogni secondo perché era molto difficile penetrarlo, i suoi piedi erano in preda a convulsioni selvagge, tutto il suo corpo era teso, cominciò a gridare e il suo viso tremava.

«F..fa male… non lo sopporto più.» gridò Pete in agonia. 

La sua espressione di dolore era proprio quello che mi aspettavo, avevo sopportato il leggero dolore nel mio pene e mi ero spinto dentro di lui fino a quando non era entrato completamente. 

L’avevo avvisato che non mi sarei trattenuto, sapevo che per una persona che lo faceva per la prima volta, dovrebbe essere un processo graduale, ma quando si trattava di persone coinvolte con Kinn, avevo il desiderio di concentrarmi principalmente sulla mia soddisfazione.

«Ugh! Merda… Cazzo!» Pete imprecava continuamente.

«Ah… Ugh… Ahh!» Iniziai a muovermi dentro e fuori finché non respirai così affannosamente dato che mi sentivo troppo bene.

«Lasciami andare, Vegas…» La voce di Pete era rauca. 

Cominciai a muovere i fianchi con colpi graduali e lenti per paura di venire troppo velocemente mentre osservavo il suo viso spigoloso, aveva gli occhi ancora chiusi per il dolore, dovevo mantenere le mie emozioni che erano opposte alle sue.

Pete era bello e con tratti decisi tipici di un uomo thailandese, le sue ciglia erano lunghe, il suo naso era alto e le sue labbra avevano la forma di una castagna. Anche se la sua pelle non era bianca, era liscia, molto liscia, allungai una mano per accarezzare appassionatamente il suo corpo prima di spingermi dentro e fuori ancora più velocemente.

«Ugh… Ahh… Così caldo… Non stringere, ugh…» gemetti di rabbia. 

Spinsi i fianchi molto velocemente e mi concentrai sui miei movimenti in modo che Pete potesse essere coinvolto; anche se non lo stavo scopando con emozione, notai che stava iniziando a reagire.

«Vegas… lasciami… io…ti odio!» Il suo sguardo aspro si concentrò su di me con rabbia. 

Lacrime cominciarono ad apparire a lato dei suoi occhi. Non provavo pietà, questa sua reazione mi stimolò ancora di più.

Spinsi sempre più veloce finché il letto sotto di noi iniziò a oscillare per la forza, abbassai il viso sul suo petto prima di annusare, mordere e lasciare segni ovunque, leccai la sua pelle dove aveva il tatuaggio che simboleggiava la sua lealtà. Il solo pensiero mi fece ridere. 

Pete era davvero come un cane. Perché sembrava un cane e poteva gemere come un cane, ma era un cane nei guai!

«Ugh… figlio di puttana… non osare venire senza di me.» Mi mossi con così tanta forza che Pete rimase senza fiato e tacque, usai la mia bocca per succhiare la pelle del suo petto mentre la mordevo alternativamente, più inalavo la fragranza del suo corpo, più sapevo che non sarei riuscito a fermarmi.

«Basta! Basta… Ugh… Per favore… Vegas, ti prego.» Pete continuò a emettere un suono disperato dalla sua gola.

«Dimmi cosa vuoi… Ahh…»

«Lasciami andare…Lasciami… Ugh… Per favore.» Pete arricciò le labbra strettamente, Il suo sguardo ostinato in quel momento si stava indebolendo e i suoi occhi erano pieni di paura.

«Eh, ora stai implorando per la tua vita. Bene! Mi piace questo… Ah… Cazzo! Sembra che abbia quasi finito.» 

Una sensazione intensa attraversò quasi ogni parte del mio corpo.

Non pensai a cose stressanti in quel momento perché il solo fissare la persona sotto di me mi aveva fatto battere il cuore velocemente per l’eccitazione. 

Notai i suoi muscoli, l’espressione sul suo viso, e capii che era lui la vittima, mi resi conto che era un uomo veramente di alto livello, mi piaceva davvero.

«Libera… Um… Liberami. Bastardo!» Continuò a rivolgermi parole ostili, le mie labbra si contrassero in un sorriso mentre i miei fianchi si muovevano.

«Supplicami… Ugh… Dannazione!» risposi. 

Ogni volta che increspava le labbra o faceva una smorfia che mostrava quanto fosse ferito, aumentavo inesorabilmente la mia velocità.

«Vegas… Per favore, ti prego.» disse Pete, la voce debole e tremante. 

I suoi occhi mi fissarono supplichevoli, aveva fatto quello che volevo, ma pensava davvero che mi sarei fermato? Ormai non era più possibile, non mi sarei fermato e non lo volevo nemmeno.

«Aaah, così va bene. Continua a dirlo.» dissi mentre il mio corpo tremava leggermente.

«Merda! M…mi fa male… Ugh…» Mossi i fianchi selvaggiamente mentre arrivai al limite, mi allontanai dal suo petto e guardai il suo sedere dove il mio pene stava spingendo dentro e fuori e finalmente sfogai tutte le emozioni che avevo.

La mia vista si offuscò per un momento, avevo il respiro corto e il mio membro si contrasse mentre rilasciavo. Era come se mi fossi svuotato completamente di tutti i problemi che mi avevano assalito quel giorno. Anche Pete chiuse gli occhi, il suo petto batteva pesantemente e sembrava che fosse svenuto. 

Tirai fuori il mio pene che, ovviamente, era macchiato di sangue che colava sulle lenzuola.

Mi tolsi di dosso il preservativo e lo gettai nel cestino. 

Fissai il corpo immobile di Pete, se avessi saputo che sarebbe stato così piacevole, non l’avrei perso di vista per così tanto tempo. 

Cosa avrebbe fatto Kinn se avesse saputo che la sua potente guardia del corpo era stata sconfitta da me?

Anche se non era la persona che amava, almeno era qualcuno di cui si fidava e qualcuno che era pronto a proteggerlo a tutti i costi fino a quasi morire per lui.

Solo a pensarci, il piacere che provai era incredibile.

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